Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1325 del 25 maggio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1325/XII - Problematiche concernenti le residenze turistico-alberghiere. (Interrogazione)

Interrogazione

Rilevato che da vari Comuni giungono segnalazioni in merito al problema delle Residenze Turistico Alberghiere (RTA) con fenomeni di abusiva trasformazione delle RTA in seconde case o multiproprietà;

Ricordato che la Valle d'Aosta soffre di un rapporto eccessivamente squilibrato fra l'offerta ricettiva alberghiera (molto bassa) e l'offerta ricettiva nelle seconde case (molto elevata);

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

gli Assessori competenti per sapere:

1) qual è la dimensione del fenomeno RTA in Valle d'Aosta;

2) quali sono i principali problemi urbanistici e commerciali determinati da questa categoria di edifici e quali interventi sono stati assunti per meglio controllare la situazione ed evitare abusivismi;

3) qual è attualmente il rapporto fra posti letto turistici in alberghi e posti letto nelle seconde case in Valle d'Aosta e qual è stata l'evoluzione nell'ultimo decennio.

F.to: Riccarand

Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce, aux transports et aux affaires européennes, Caveri.

Caveri (UV) - Rispondo volentieri a questa interrogazione del collega Riccarand e credo che dalle cose che dirò si vedrà come la questione delle RTA (residenze turistico-alberghiere) sia un tema già all'attenzione del Governo regionale, partendo però da un presupposto che ritengo sia estremamente utile esporre in premessa. Le RTA sono, secondo la normativa regionale, strutture alberghiere a tutti gli effetti, strutture molto utili per il turismo almeno secondo i dati degli ultimi anni. Ieri, ad esempio, abbiamo avuto un interessante incontro con il primo "tour operator" italiano, "Alpitour", con i consorzi turistici ed altri operatori del settore turistico, e la stessa "Alpitour" conferma come la formula alberghiera tradizionale sia oggi in crisi, le famiglie in particolare preferiscono formule come quelle delle RTA che danno una maggiore flessibilità alla vacanza.

Venendo al tema proposto e alle domande poste dall'interrogazione, inizio dalla prima parte. Il fenomeno - quindi fenomeno di un utilizzo illegittimo delle RTA -, per quanto a nostra conoscenza, grazie agli atti intercorsi con alcuni comuni e i soggetti interessati e anche grazie alle operazioni di ispezione dei nostri dipendenti, è assolutamente marginale. Sono 4 casi conclamati rispetto alle 51 RTA operanti sul territorio valdostano, ma soprattutto vi è una notevole differenziazione fra un caso e l'altro. Vi sono situazioni dove sussiste una vera e propria trasformazione della residenza in condominio, senza alcun tipo di offerta al pubblico, in quanto i proprietari sono esclusivi titolari delle unità immobiliari e ne usufruiscono come seconda casa e non a tempo parziale - per queste situazioni scattano tutte quelle misure che si rendono necessarie, pur in presenza di assai deboli strumenti nella legislazione regionale, soprattutto nella fase sanzionatoria. Vi sono poi altre RTA che risultano meno radicalmente trasformate, laddove sussiste un minimo di esercizio dell'attività di azienda alberghiera, con diritti di godimento a tempo parziale del bene acquistato, sulla base di un regime contrattuale particolare che pone problematiche interpretative di ordine giuridico molto complesse, da approfondirsi caso per caso, rispetto al mantenimento della destinazione urbanistica originariamente autorizzata dal comune competente per territorio. Questo significa che spesso nei casi in esame ci troviamo davanti ad un intrico di atti notarili che fa sì che ci si trovi di fronte ad apparenti gestioni unitarie, che in realtà mascherano la trasformazione di poche strutture in autentiche seconde case.

I principali problemi emersi a seguito di questo fenomeno indubbiamente speculativo sono in primo luogo i negativi riflessi urbanistici sugli equilibri funzionali dei comuni, che sono i comuni a maggior rilevanza turistica, perché, sbloccando gli stessi, consente una proporzionale realizzazione di residenze secondarie. Questo, essendo RTA un'azienda alberghiera a tutti gli effetti, produce il risultato di avere posti letto in seconde case mascherate, in aggiunta a quelli realizzati grazie al meccanismo degli equilibri funzionali; quindi "cornuti e mazziati", cioè questa è una struttura alberghiera che non è albergo, diventa seconda casa, ma in più con gli equilibri funzionali sblocca le seconde case. In ogni caso si attua di fatto una "fuga" dalla natura alberghiera, che è istituzionalmente propria delle RTA, senza alcun tipo di offerta al pubblico.

L'Assessorato, rispetto alla problematica legata al presentarsi di tale situazione - ripeto: è per il momento una situazione assolutamente marginale, ma che ci deve preoccupare, perché la marginalità non nasconde il rischio di "patologia" -, pur non avendo a disposizione strumenti normativi adeguati, ha proceduto ad una serie di iniziative. La prima: un'azione diretta nei 4 casi citati, attraverso segnalazioni agli interessati, i comuni, che in due casi hanno avviato i relativi procedimenti che sono ancora in corso di definizione, mentre una struttura non è stata avviata e l'altra esercita, sulla base del regime contrattuale già citato, con diritti di godimento a tempo parziale del bene acquistato. Ho qui tutte le note che sono servite per questa azione. Seconda iniziativa: istituzione, su proposta dell'Assessore, di un gruppo di lavoro per l'esame delle problematiche concernenti le RTA, ma anche le CAV (case appartamenti per vacanze) - che in questo momento sono "congelate", perché anche sulle CAV si erano creati fenomeni speculativi -, ai fini dell'individuazione delle caratteristiche tipiche delle medesime in funzione della salvaguardia della loro destinazione turistico-ricettiva. Segnalo al collega Riccarand che si tratta della deliberazione di Giunta n. 121/2005; il gruppo si è già riunito e ha maturato alcuni importanti approfondimenti in materia. Terza iniziativa: sensibilizzazione dei comuni in relazione al tema, con particolare riferimento alla verifica puntuale della congruità fra l'accatastamento e i successivi atti rilasciati dal comune, vedi a titolo esemplificativo il certificato di agibilità/abitabilità preliminare rispetto al rilascio dell'autorizzazione dell'esercizio; vi è in questo senso un carteggio con il Comune di Ayas. Quarta iniziativa: predisposizione di una proposta da sottoporre ad un approfondimento giuridico, alla luce di una sentenza della Corte Costituzionale del 1981 che stabilisce l'illegittimità costituzionale del vincolo alberghiero generalizzato, nota sentenza che ha creato una serie di problemi non indifferenti, con la quale - come recentemente approvato con legge della Provincia di Trento, n. 3/2005, articolo 18, a dimostrazione che il problema non è solo valdostano - si stabilirà un divieto di frazionamento della proprietà nel caso di realizzazione di villaggi alberghieri e di RTA per tutto il periodo di permanenza del vincolo urbanistico di destinazione alberghiera, che dovrà essere trascritto presso l'ufficio dei registri immobiliari competente per territorio. Questa è una cosa un po' più facile nella Provincia di Trento, visto che loro hanno un sistema catastale tavolare, che è molto più corrispondente alla realtà fattuale rispetto al sistema dell'accatastamento che abbiamo da noi. Sono comunque in corso gli opportuni approfondimenti con gli organi regionali competenti in materia urbanistica, al fine di permettere le giuste correlazioni con la legge urbanistica vigente, stabilendo così i meccanismi certi e indiscutibili a tutela delle destinazioni turistico-alberghiere delle RTA. Naturalmente questa scelta che dobbiamo fare, che diventa una scelta netta - di cui ho già parlato al Governo regionale che ha condiviso l'impostazione -, richiede un coordinamento della questione delle RTA con scelte altrettanto draconiane sulle CAV, perché non possiamo immaginare che questo possa diventare per i più furbi un modo per fare le seconde case.

Per quanto attiene il terzo quesito, devo dire che un po' mi arrendo, nel senso che lo stesso Consigliere Riccarand, quando era Assessore all'ambiente, nel 1996 aveva dato un incarico per uno studio concernente le abitazioni turistiche in Valle d'Aosta, dal quale però non risultano dei dati concretamente utili. Siamo di fronte a una difficoltà di reperimento dei dati; per questo abbiamo deciso di avviare un'indagine diretta a verificare la reale offerta ricettiva in ambito regionale e devo dire che lo abbiamo deciso prima dell'interrogazione in oggetto, in quanto la scelta di farlo deriva da una necessità. Noi oggi funzioniamo nella richiesta di realizzazione di finanziamento delle strutture alberghiere come uno sportello: nel momento in cui arriva un tizio qualunque di un comune della Valle a chiedere la realizzazione di un albergo, si verifica se dal punto di vista formale tutti i requisiti sussistono, compresa l'analisi sulla redditività successiva dell'albergo. Questo perché l'istruttoria che abbiamo concordato con "Finaosta" è seria, per cui oggi non si danno finanziamenti a strutture che possono cadere l'indomani in crisi e lo dimostra il fatto che su circa 500 alberghi in Valle d'Aosta in crisi con il pagamento dei mutui ve ne sono una decina che sono in situazioni patologiche da molti anni. Detto questo è chiaro che ora dobbiamo invertire i termini, cioè non dobbiamo essere solo uno sportello dove si va a chiedere un'infrastruttura alberghiera, ma bisogna fare in modo che la realizzazione di quella infrastruttura alberghiera sia coerente con l'ambiente all'interno del quale bisogna farla. Da qui la necessità di avere dei dati comune per comune che siano più provanti.

In questo quadro uno degli aspetti ancora in ombra è l'effettiva consistenza della ricettività delle seconde case. Partendo dai dati del 14° censimento della popolazione delle abitazioni del 2001 si procederà ad un approfondimento delle informazioni, utilizzando alcuni strumenti a disposizione a scala comunale, fra i quali l'anagrafe immobiliare, oppure le indagini già effettuate per l'applicazione dell'ICI e della TARSU. Fra gli obiettivi dell'indagine vi è quello di individuare il peso dei cosiddetti "lits froids", cioè le seconde case a bassissimo livello di occupazione. In questo momento in Francia si discute moltissimo dei "lits froids", perché in Francia per molti anni vi sono state delle determinazioni a livello nazionale che tendevano ad attenuare il peso della fiscalità sulle case nelle località turistiche quando il proprietario mette a disposizione la propria abitazione per un certo periodo come posto letto aperto al pubblico; questo purtroppo non esiste in Italia. L'indagine sarà articolata per comuni, in modo da utilizzare i risultati in funzione delle specifiche esigenze di pianificazione e sviluppo dei diversi comprensori. L'indagine utilizzerà anche tutti i dati che sono in via di predisposizione per la fase di adeguamento dei piani regolatori al PTP. Uno degli aspetti metodologici più significativi è il tentativo di non svolgere una ricerca "una tantum", quanto di coinvolgere i detentori delle informazioni, che sono principalmente i comuni e le comunità montane, nel monitoraggio dell'occupazione del patrimonio abitativo, coordinando le esigenze dell'Assessorato del turismo con le procedure di gestione amministrativa degli enti locali. Si tratta cioè di avere un'immagine chiara per prevedere dei meccanismi di utilizzazione delle seconde case nel circuito alberghiero e paralberghiero. Finora, fra i tentativi che sono stati fatti in Italia, il più significativo e il più recente è stato fatto in Val di Susa in occasione delle Olimpiadi con la previsione di mutui agevolati per i proprietari che davano la disponibilità di dare le loro case nel periodo delle Olimpiadi, ma questa previsione è fallita. Funziona molto meglio il modello di "Vallée tourisme", un modello studiato soprattutto nella zona di Verbier, dove si danno degli aiuti ai proprietari degli appartamenti creando dei consorzi fra proprietari che si occupino della commercializzazione del loro prodotto. Naturalmente resto a disposizione del collega Riccarand per qualunque documento intenda richiedere.

Président - La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Il nostro gruppo esprime sostanziale soddisfazione per la risposta data dall'Assessore, perché ci è parso sia stata colta l'importanza e la delicatezza di questo problema, che rischia di introdurre ulteriori elementi in una situazione che è già fortemente squilibrata in Valle d'Aosta, perché abbiamo un'offerta sulle seconde case che è enormemente superiore rispetto all'offerta alberghiera e anche rispetto ad altre regioni e località con una forte presenza turistica. Vi sono dei dati un po' datati, ma di confronto fra la Valle d'Aosta e l'Alto Adige in cui vediamo che questa sproporzione è molto alta.

Il fatto che delle strutture, sotto tutti gli aspetti considerate alberghiere, in realtà si trasformino in seconde case, andando così a sottrarre ulteriore disponibilità all'offerta turistica di tipo alberghiero quindi è un fatto molto preoccupante ed in effetti alcuni comuni hanno più volte segnalato questo problema. Mi risulta che ad esempio anche il Comune di Courmayeur abbia deciso di bloccare le concessioni per le RTA, proprio perché non vi è una situazione di chiarezza e vi è tale elemento di rischio, che, se non definito dal punto di vista legislativo, rischia di bloccare tutto il fenomeno delle RTA che, se ben impostato, è una risorsa dal punto di vista dell'offerta turistica perché consente una maggiore flessibilità.

Siamo sostanzialmente soddisfatti della risposta, quello che ci auguriamo è che al più presto il gruppo di lavoro istituito con il compito di individuare le proposte da introdurre sotto l'aspetto sanzionatorio, sotto l'aspetto normativo e sotto l'aspetto legislativo presenti delle scelte a cui venga data attuazione in tempi rapidi, proprio perché in questo settore non si trascini una situazione che sta creando grossa confusione. È vero che 4 speculazioni su 51 RTA può apparire una cosa limitata, ma siamo all'inizio di un fenomeno, quindi bisogna intervenire adesso per evitare che questa speculazione dilaghi e diventi un elemento di distorsione grave in tutta l'offerta turistica della Valle d'Aosta.