Oggetto del Consiglio n. 1308 del 11 maggio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1308/XII - Disegno di legge: Nuova disciplina della polizia locale e disposizioni in materia di politiche di sicurezza. Abrogazione della legge regionale 31 luglio 1989, n. 47.
CAPO I
PRINCIPI GENERALI
Articolo 1
(Finalità ed oggetto)
1. In attuazione del combinato disposto degli articoli 2, comma primo, lettere b) e c), della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), e 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), la Regione disciplina con la presente legge l'esercizio delle funzioni di polizia locale e detta disposizioni per la promozione di un sistema integrato di sicurezza sul territorio regionale.
2. La presente legge, al fine di assicurare il rispetto della legalità, contribuendo al benessere, al progresso e allo sviluppo della comunità regionale, e di incrementare il livello di sicurezza nel territorio regionale, definisce, in particolare:
a) gli indirizzi generali dell'organizzazione e dello svolgimento del servizio di polizia locale da parte dei Comuni e delle loro forme associative;
b) il coordinamento delle attività e l'esercizio associato delle funzioni;
c) la formazione degli operatori di polizia locale;
d) gli interventi regionali diretti a promuovere un sistema integrato di sicurezza sul territorio regionale;
e) le modalità e i limiti della collaborazione tra la polizia locale, le organizzazioni di volontariato e gli istituti privati operanti nel settore della vigilanza.
Articolo 2
(Politiche regionali)
1. La Regione, per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1, anche in relazione alle competenze attribuite al Presidente della Regione dall'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545 (Ordinamento amministrativo della Valle d'Aosta), e dall'articolo 44 della l. cost. 4/1948, concorre con gli enti locali alla realizzazione di progetti finalizzati a garantire la sicurezza, a promuovere e realizzare, anche mediante accordi di collaborazione istituzionale, politiche integrate volte al conseguimento di una ordinata convivenza nel territorio regionale, alla prevenzione e alla riduzione dei fenomeni di illegalità.
2. La Regione, con il concorso degli enti locali, al fine di promuovere il sistema integrato di sicurezza di cui all'articolo 1, comma 1, interviene attraverso azioni integrate di natura preventiva, pratiche di mediazione dei conflitti e riduzione del danno, nonché di educazione alla convivenza nel rispetto della legalità.
3. Gli interventi di cui al comma 2 si coordinano con le politiche regionali in materia di:
a) prevenzione, contrasto e riduzione delle cause del disagio e dell'emarginazione sociale;
b) riqualificazione urbana e del territorio;
c) protezione civile;
d) formazione professionale e sviluppo dell'occupazione;
e) rapporti con gli enti locali.
CAPO II
FUNZIONI DI POLIZIA LOCALE E DISCIPLINA DELL'ESERCIZIO DEL RELATIVO SERVIZIO
Articolo 3
(Funzioni della Regione)
1. La Regione esercita funzioni di indirizzo e coordinamento dell'attività di polizia locale, al fine di assicurarne lo svolgimento secondo requisiti minimi di uniformità ed omogeneità, e svolge ogni azione utile al sostegno dell'attività operativa, alla formazione e all'aggiornamento professionale dei corpi e dei servizi di polizia locale, promuovendo forme di collaborazione con le altre forze di polizia presenti sul territorio regionale.
2. Gli atti costituenti esercizio della funzione di indirizzo e di coordinamento di cui al comma 1 sono adottati con deliberazione della Giunta regionale, sentito il Comitato tecnico-consultivo di cui all'articolo 8, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali.
Articolo 4
(Funzioni di polizia locale)
1. I Comuni svolgono, avvalendosi del personale addetto alla polizia locale, attività di prevenzione e di repressione degli illeciti amministrativi derivanti dalla violazione di leggi, regolamenti e provvedimenti statali, regionali e locali.
2. Gli addetti alla polizia locale, limitatamente al territorio del Comune di appartenenza, o in caso di svolgimento del servizio in forma associata, del territorio della Comunità montana o dei Comuni associati, o nei casi di cui all'articolo 6, comma 3, del territorio dei Comuni interessati, provvedono, nei limiti delle proprie attribuzioni, a:
a) svolgere funzioni di polizia stradale, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada);
b) svolgere funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza;
c) svolgere funzioni di polizia giudiziaria, ai sensi dell'articolo 57, comma 2, lettera b), del codice di procedura penale;
d) prestare opera di soccorso in caso di calamità o disastri, d'intesa con le autorità competenti, nonché in casi di privati infortuni;
e) segnalare alle autorità competenti disfunzioni e carenze dei servizi pubblici, con particolare riguardo a quelli prestati dai Comuni, nonché eventuali cause di pericolo per la pubblica incolumità;
f) prestare servizi d'onore, di vigilanza e di scorta.
Articolo 5
(Disposizioni generali per l'istituzione del servizio o del corpo di polizia locale)
1. Al fine di rispondere alle esigenze di adeguatezza nell'esercizio delle funzioni, garantendone l'efficienza, l'efficacia e la continuità operativa, la Giunta regionale, sentito il Comitato tecnico-consultivo di cui all'articolo 8, con deliberazione adottata d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di relazioni sindacali, definisce per ogni Comune il numero minimo degli addetti alla polizia locale, tenuto conto della densità demografica del Comune, sulla base della popolazione residente e di quella fluttuante, nonché della morfologia del territorio, e gli standard minimi per lo svolgimento del servizio a livello di singolo Comune. In ogni caso, alle funzioni di polizia locale è addetto, anche se non in via esclusiva, almeno un dipendente.
2. I servizi di polizia locale costituiti da più di dieci addetti possono essere eretti a corpo di polizia locale. Il corpo, ove istituito, non può costituire struttura intermedia di settori amministrativi più ampi, né essere posto alle dipendenze del responsabile di diverso settore amministrativo.
3. I Comuni, o in caso di svolgimento del servizio in forma associata, le Comunità montane, o gli enti appartenenti alla forma associativa disciplinano con proprio regolamento l'ordinamento, le modalità di impiego del personale e l'organizzazione del servizio o del corpo, in conformità alle disposizioni della presente legge e nel rispetto delle indicazioni formulate con la deliberazione di cui al comma 1. Copia del regolamento è inviata alla Presidenza della Regione che ne cura la raccolta, per gli adempimenti previsti dalla normativa vigente.
4. Gli addetti alla polizia locale si suddividono in agenti, sottufficiali e ufficiali, tenuto conto della complessità della struttura organizzativa del servizio o del corpo di appartenenza.
5. Le attività di polizia locale sono svolte in uniforme sull'intero territorio regionale, salvo eventuali deroghe, stabilite dal regolamento dell'ente, per lo svolgimento di particolari attività o in relazione a particolari circostanze.
Articolo 6
(Gestione associata dei servizi di polizia locale)
1. I Comuni le cui dimensioni organizzative non consentono, anche attraverso le forme associative di cui agli articoli 93 e 104 della legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), l'istituzione di un servizio o di un corpo di polizia locale adeguato agli standard minimi individuati con la deliberazione di cui all'articolo 5, comma 1, esercitano, nei tempi e con le modalità stabiliti con la stessa deliberazione, il relativo servizio attraverso le Comunità montane ai sensi dell'articolo 84 della l.r. 54/1998.
2. Nel caso di gestione associata dei servizi di polizia locale, la Comunità montana o gli enti appartenenti alla forma associativa definiscono i contenuti essenziali del servizio, nonché le modalità per lo svolgimento dello stesso, assicurando l'adeguata copertura territoriale di tutti i Comuni appartenenti alla Comunità montana o alla forma associativa, e individuano l'organo cui attribuire i compiti di indirizzo, direzione e vigilanza sulle strutture di polizia locale nell'espletamento del servizio, nonché le modalità e le procedure attraverso le quali i Sindaci possono avvalersi direttamente delle strutture di polizia locale.
3. Per soddisfare esigenze di natura temporanea, gli addetti alla polizia locale, previo accordo tra le amministrazioni interessate, possono svolgere le proprie funzioni presso amministrazioni di ambiti territoriali diversi da quello di appartenenza. In tal caso, essi operano alle dipendenze funzionali dell'autorità locale che ha fatto richiesta di ausilio, mantenendo la dipendenza gerarchica dall'ente di appartenenza.
Articolo 7
(Responsabile del servizio o del corpo di polizia locale)
1. Al comandante del corpo o al responsabile del servizio di polizia locale compete la gestione delle risorse assegnategli, la responsabilità dell'addestramento, della disciplina e dell'impiego tecnico-operativo degli addetti al servizio. Dell'operato svolto, il comandante o il responsabile rispondono direttamente al Sindaco o, nel caso di gestione associata, all'organo individuato ai sensi dell'articolo 6, comma 2.
2. Negli enti privi del comandante del corpo o del responsabile del servizio, il Sindaco impartisce le direttive concernenti lo svolgimento delle funzioni di polizia locale direttamente agli addetti.
Articolo 8
(Comitato tecnico-consultivo)
1. Presso la Presidenza della Regione è istituito il Comitato tecnico-consultivo in materia di polizia locale, di seguito denominato Comitato.
2. Il Comitato è organo di consulenza e proposta alla Giunta regionale, finalizzato alla realizzazione del coordinamento complessivo delle funzioni regionali in materia di polizia locale. In particolare, il Comitato:
a) esprime i pareri previsti dalla presente legge e quelli eventualmente richiestigli dalla Giunta regionale;
b) formula proposte dirette a favorire una migliore organizzazione dei corpi e dei servizi di polizia locale, anche al fine di promuovere l'adesione alle forme associative di cui all'articolo 6;
c) verifica lo stato di attuazione della presente legge, riferendo periodicamente alla Giunta regionale sugli esiti delle verifiche condotte.
3. Il Comitato dura in carica cinque anni ed è rinnovato all'inizio di ogni legislatura regionale. Esso è nominato con decreto del Presidente della Regione ed è composto:
a) dal Presidente della Regione, o suo delegato, che lo presiede;
b) dal Sindaco della Città di Aosta o da un assessore da lui delegato;
c) da due Sindaci, designati dal Consiglio permanente degli enti locali;
d) dal responsabile del servizio o del corpo di polizia locale della Città di Aosta, o da un funzionario da lui delegato;
e) da due addetti alla polizia locale, eletti con le modalità stabilite con deliberazione della Giunta regionale, adottata d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali;
f) dal dirigente della struttura regionale competente in materia di polizia locale, o suo delegato.
4. Per la validità delle sedute del Comitato è necessaria la presenza della maggioranza dei suoi componenti. Il Comitato delibera a maggioranza dei presenti e, in caso di parità di voti, prevale il voto del Presidente.
5. Il Comitato si avvale del supporto tecnico ed organizzativo della struttura regionale competente in materia di polizia locale.
Articolo 9
(Formazione degli addetti alla polizia locale)
1. La Giunta regionale e il Consiglio permanente degli enti locali, su proposta del Comitato, definiscono d'intesa standard formativi, tipologia e durata dei corsi diretti alla formazione di base, all'aggiornamento e alla riqualificazione professionale degli addetti al servizio di polizia locale, promuovendo altresì azioni di formazione integrata tra le varie forze di polizia.
2. I vincitori dei concorsi per posti di addetti alla polizia locale sono tenuti a frequentare, durante il periodo di prova, uno specifico corso di formazione di base o, in alternativa, ad effettuare un periodo di tirocinio di almeno un mese presso altro ente locale o Associazione di Comuni di maggiori dimensioni organizzative. Ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato, il giudizio relativo al periodo di prova è espresso tenuto altresì conto dell'esito del corso di formazione o del periodo di tirocinio.
3. La formazione di cui al comma 1 è altresì obbligatoria per i dipendenti in servizio presso gli enti locali, che accedono ai posti di addetti alla polizia locale mediante procedure di mobilità interna.
4. All'organizzazione dei corsi di formazione provvedono direttamente i Comuni, singoli o associati, o il Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta (CELVA), anche avvalendosi di enti, pubblici o privati, che svolgono attività di formazione professionale.
Articolo 10
(Segni distintivi, mezzi e strumenti in dotazione)
1. La Giunta regionale, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali, sentito il Comitato, definisce le caratteristiche delle uniformi e dei distintivi di grado degli addetti alla polizia locale, nonché i segni distintivi e le caratteristiche dei mezzi e degli strumenti operativi in dotazione.
2. La deliberazione di cui al comma 1 fornisce ai Comuni, singoli o associati, indirizzi per la determinazione, nel regolamento di cui all'articolo 5, comma 3, dei servizi di polizia locale per i quali gli addetti, in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza, possono essere dotati di armi e strumenti di autotutela.
CAPO III
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SISTEMA INTEGRATO DI SICUREZZA
Articolo 11
(Promozione del sistema integrato di sicurezza)
1. La Regione ed i Comuni, singoli o associati, ai fini della realizzazione delle politiche integrate per la sicurezza, promuovono accordi, anche con lo Stato, in materia di sicurezza del territorio regionale e comunale e favoriscono la partecipazione dei soggetti associativi, rappresentativi di interessi collettivi, al processo di individuazione delle priorità di azione nell'ambito dei suddetti accordi.
2. Gli accordi di cui al comma 1 possono riguardare, tra gli altri, i seguenti ambiti:
a) lo scambio informativo e la realizzazione di sistemi informativi integrati;
b) la collaborazione tra le forze di polizia e la polizia locale ai fini del controllo del territorio;
c) la formazione e l'aggiornamento professionale integrati tra operatori dei servizi di polizia locale, delle forze di polizia ed altri operatori pubblici che cooperano allo sviluppo delle politiche di sicurezza;
d) ogni attività ritenuta utile ai fini delle politiche integrate di sicurezza.
3. La Regione realizza e sostiene attività di comunicazione pubblica utili ai fini della sicurezza e della diffusione della cultura della legalità, anche per il tramite del sistema scolastico-educativo.
4. Il Presidente della Regione convoca riunioni con il Consiglio permanente degli enti locali al fine di affrontare le problematiche della sicurezza del territorio, alle quali possono essere invitati a partecipare anche i rappresentanti delle forze di polizia e della polizia locale; le riunioni sono convocate almeno una volta all'anno o su richiesta del Consiglio stesso.
Articolo 12
(Impiego del volontariato)
1. L'impiego delle organizzazioni di volontariato, ai fini della presente legge, è ammesso nel rispetto dei principi e delle finalità di cui agli articoli 1 e 2 della legge 11 agosto 1991, n. 266 (Legge-quadro sul volontariato) e della legge regionale 6 dicembre 1993, n. 83 (Disciplina del volontariato), come da ultimo modificata dalla legge regionale 2 luglio 1999, n. 16.
2. L'impiego delle organizzazioni di volontariato è volto ad assicurare una presenza attiva sul territorio, aggiuntiva e non sostitutiva rispetto a quella ordinariamente garantita dalla polizia locale, al fine di promuovere l'educazione alla convivenza e il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, l'integrazione e l'inclusione sociale.
3. I volontari, previa stipulazione da parte del Comune, o in caso di svolgimento del servizio in forma associata, della Comunità montana o degli enti appartenenti alla forma associativa, di una convenzione con l'associazione di volontariato a ciò interessata, possono essere impiegati a condizione che essi:
a) operino sulla base delle indicazioni e alle dipendenze dirette del comandante del corpo o del responsabile del servizio di polizia locale o di altro addetto alla polizia locale dai medesimi individuato;
b) non abbiano subìto condanna a pena detentiva per delitto non colposo o non siano sottoposti a misure di prevenzione e non siano stati espulsi dalle forze armate o dalle forze di polizia, ovvero destituiti o licenziati per giusta causa o giustificato motivo soggettivo da pubblici uffici;
c) siano adeguatamente assicurati.
4. I Comuni, singoli o associati, possono impiegare il personale volontario di cui alla legge regionale 24 ottobre 2002, n. 20 (Disciplina dell'organizzazione del personale volontario del Corpo valdostano dei vigili del fuoco. Abrogazione delle leggi regionali 31 maggio 1983, n. 38, 27 maggio 1988, n. 37 e del regolamento regionale 13 dicembre 1989, n. 1), come modificata dalla legge regionale 17 agosto 2004, n. 20, per coadiuvare gli addetti alla polizia locale nell'esercizio delle relative funzioni, con particolare riguardo alla viabilità e al controllo del traffico, con le modalità stabilite dal regolamento di cui all'articolo 7, comma 2, della stessa legge.
Articolo 13
(Istituti di vigilanza privata)
1. Gli istituti di vigilanza privata, fatto salvo il rispetto della normativa statale vigente in materia che fissa i presupposti e i limiti per l'esercizio della loro attività, possono essere utilizzati dai Comuni, singoli o associati, nel rispetto della normativa vigente in materia di scelta del contraente, a condizione che essi:
a) svolgano funzioni di mera vigilanza, aggiuntive e non sostitutive a quelle ordinariamente svolte dalla polizia locale, al solo fine di attivare gli organi di polizia locale o le altre forze di polizia;
b) operino sulla base delle indicazioni e in maniera subordinata al comandante o al responsabile del servizio di polizia locale o ad altro addetto alla polizia locale dai medesimi individuato.
CAPO IV
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Articolo 14
(Disposizioni transitorie)
1. In sede di prima applicazione, il Comitato tecnico-consultivo di cui all'articolo 8 è nominato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e resta in carica fino al termine della legislatura in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.
2. I corpi di polizia locale istituiti ai sensi della legge regionale 31 luglio 1989, n. 47 (Norme in materia di polizia locale e istituzione dell'ufficio regionale di polizia locale), ed in essere alla data di entrata in vigore della presente legge continuano ad essere riconosciuti come tali, anche se non in possesso dei requisiti dimensionali stabiliti dall'articolo 5, comma 2, salva diversa determinazione del Comune interessato.
Articolo 15
(Abrogazioni)
1. Sono abrogati:
a) la legge regionale 31 luglio 1989, n. 47;
b) il numero 24 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 7 del regolamento regionale 17 agosto 1999, n. 3.
Président - La parole au rapporteur, Conseiller Cesal.
Cesal (UV) - Non era mia intenzione oggi monopolizzare il dibattito in Consiglio, purtroppo il caso ha voluto che tutte le leggi di cui sono relatore arrivassero alla stretta finale proprio oggi, quindi vi toccherà sopportarmi. Anche per quanto riguarda questo disegno di legge, è stato redatto in collaborazione con il collega Fiou, relatore della II Commissione.
La revisione della normativa discendente dalla legge regionale 31 luglio 1989, n. 47 (Norme in materia di polizia locale e istituzione dell'ufficio regionale di polizia locale) si è resa necessaria dal mutato quadro normativo di riferimento, sia di derivazione regionale che nazionale. La competenza regionale in materia risulta infatti accresciuta a seguito della modifica costituzionale di cui alla legge 23 settembre 1993 n. 2 che attribuisce alla Regione Valle d'Aosta competenza legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali.
La riforma del Titolo V della Costituzione costituisce un punto di riferimento di minor importanza, in quanto assegna allo Stato la competenza esclusiva in materia di ordine pubblico, pur mantenendo in capo alle Regioni, anche a quelle a statuto ordinario, la polizia amministrativa locale. L'adeguamento della normativa in materia di polizia locale costituisce pertanto l'indispensabile adattamento della nostra legislazione al nuovo contesto ordinamentale. Non appare inoltre secondario l'obbiettivo tendente a migliorare le condizioni di sicurezza della comunità valdostana, sempre più intimorita da episodi di microcriminalità e non solo, che ne minano la condizione di relativa tranquillità. Non possono essere sottaciuti, infatti, i più o meno recenti episodi di cronaca che ci inducono a pensare che anche la nostra Regione costituisca campo di azione di ampi settori dediti all'esercizio di attività illegali. La necessità di provvedere alla messa in atto di tutte le azioni di difesa atte a prevenire questo fenomeno sfuggente, ancora limitato, ma percepito in modo oltremodo negativo, diventa prioritario per il mantenimento di livelli adeguati di ciò che viene considerato come indice de "la qualità della vita" e dei vari gradi di percezione dello stesso.
Il Capo I della presente legge, oltre a definirne l'oggetto e le finalità nel rispetto delle prerogative prefettizie che in Valle d'Aosta fanno capo al Presidente della Regione, si pone come obbiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza e di qualità della vita dei cittadini. Enuncia poi il ruolo della Regione che, di concerto con il sistema delle autonomie locali, mette in atto politiche integrate volte al conseguimento di un'ordinata convivenza nel territorio regionale, promuove e realizza progetti finalizzati alla prevenzione e alla riduzione dei fenomeni di illegalità.
Il Capo II disciplina gli aspetti generali dell'organizzazione del servizio, rinviando agli strumenti regolamentari degli enti locali ampi spazi di autonomia. Ai Comuni viene assegnato l'esercizio della funzione di "polizia locale" mantenendo in capo alla Regione le funzioni di sostegno, di indirizzo e di coordinamento da esplicitarsi d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali. Vengono definite le funzioni del personale addetto alla polizia locale nell'ambito delle materie attribuite al Comune, nonché il ruolo ausiliario della polizia locale rispetto alle forze dell'ordine di emanazione statale. Viene inoltre circoscritto l'ambito territoriale di competenza, nel caso di esercizio del servizio in forma associata. Alla Giunta regionale ed al Consiglio permanente degli enti locali sono demandati la definizione degli standard inderogabili ed il numero minimo degli addetti per ciascun Comune in base alle caratteristiche demografiche e territoriali dello stesso. In ogni caso non viene previsto che gli operatori di polizia locale svolgano esclusivamente compiti e mansioni propri del servizio, tenuto conto delle ridotte dimensioni di alcuni organici comunali. Si stabilisce comunque che alle funzioni di polizia locale debba essere assegnato almeno un dipendente, anche se non in via esclusiva. Ai Comuni in cui la dotazione organica della struttura destinata allo svolgimento del servizio superi le dieci unità viene concessa la facoltà di istituire il corpo di polizia locale. In tal caso il corpo non potrà costituire struttura intermedia di settori amministrativi più ampi e conseguentemente il comandante non potrà essere posto alle dipendenze di altro dirigente che regga tale più ampia struttura. Nel caso poi che il Comune ritenga di non dover costituire un apposito servizio considerato l'esiguo numero di addetti spetta al Sindaco, quale autorità di polizia locale, la facoltà di impartire personalmente agli addetti le direttive concernenti lo svolgimento delle proprie funzioni. Viene precisata la composizione del Comitato tecnico-consultivo che diventa l'organismo di supporto alle azioni di competenza della Regione e delle autonomie locali. Assumono poi particolare importanza la previsione degli standard di accesso e di aggiornamento, nonché la definizione delle caratteristiche, dei segni di riconoscimento e degli strumenti di lavoro al fine di ottenere una uniformità a livello regionale.
Il Capo III tratta del sistema integrato di sicurezza prevedendo l'istituzione di un sistema di sicurezza regionale cercando di evitare ogni confusione tra competenze riservate allo Stato e le attività della Regione e degli Enti locali. Il sistema di sicurezza previsto dalla presente legge tende a valorizzare le funzioni della polizia locale con strumenti quali la formazione degli operatori, l'organizzazione sovracomunale del servizio, l'adozione di segni distintivi, eccetera. Inoltre pone le autonomie nella miglior condizione per poter effettuare scelte tendenti ad offrire la massima sicurezza ponendo in essere iniziative di educazione alla legalità e disponendo di operatori di polizia locale professionalmente preparati. Indica nei Comuni e nelle diverse possibili forme associative il luogo essenziale per il soddisfacimento dei bisogni della collettività mantenendo, in capo alla Regione, gli strumenti di indirizzo, coordinamento ed impulso. In quest'ottica va collocata la possibilità per la Regione e gli Enti locali di promuovere accordi, anche con lo Stato, in materia di sicurezza. Viene introdotta e regolamentata la possibilità di impiegare volontari nelle attività di sicurezza, con particolare attenzione all'utilizzo del personale volontario del Corpo valdostano dei vigili del fuoco. Sono anche meglio definite le modalità di utilizzo degli Istituti di vigilanza privata.
Il Capo IV, oltre a decretare l'abrogazione della legge regionale n. 47/1989, prevede che il Comitato tecnico-consultivo venga nominato, in sede di prima applicazione entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge e che i corpi di polizia del Comune, già istituiti sulla base della norma precedente, possano continuare ad essere riconosciuti, salvo diversa determinazione del Comune stesso. La disciplina della polizia locale vedrà poi il suo naturale completamento con una serie di deliberazioni da adottarsi, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali e con il supporto tecnico del Comitato tecnico-consultivo, da parte del Governo regionale.
Appare opportuno sottolineare come quasi tutte le richieste di parte sindacale pervenute nel corso del dibattito alle commissioni consiliari competenti, trovino una possibile concreta attuazione nella successiva fase applicativa demandata ai Comuni, associazioni di Comuni, e Comunità montane. La legge non intende, coscientemente, invadere competenze che spettano alle autonomie locali in base a loro specifiche prerogative di tipo organizzativo e regolamentare.
Président - Je déclare ouverte la discussion générale.
La parole au Conseiller La Torre.
La Torre (FA) - Ho chiesto di intervenire subito per un motivo molto semplice: intanto, per non farvi perdere tempo, perché quello che voglio proporvi - mi rivolgo in particolare ai colleghi di maggioranza - è di ritirare questa legge. Vi voglio chiedere di ritirare questa legge, non perché questa legge non sia importante o non sia necessaria... esattamente perché questa legge è importante e perché questa legge è necessaria! Ecco che, allora, una legge di tale significato - e stiamo parlando della sicurezza dei cittadini e del vivere civile, come bene ha spiegato il collega Cesal - richiede che sia formulata, costruita, articolata in maniera tale che soddisfi pienamente queste necessità di sicurezza e di buon funzionamento dei servizi, in questo caso di polizia locale. Ecco perché vi chiedo di ritirarla: non perché questa legge debba essere bocciata o debba avere delle perplessità, ma perché deve essere "sposata" da questo Consiglio e potenziata nella sua massima possibilità di efficacia; quindi chiedo che essa venga ritirata perché possa ricevere il contributo di tutti, ma perché questo possa essere spiegato in termini più chiari, per quelli che non fanno parte della commissione, darò qualche ulteriore indicazione.
Questa legge sulle funzioni di polizia locale vuole essere una legge quadro, e qui scatta il paradosso perché questa legge "non inquadra", lascia - come ha detto bene il collega Cesal - ampi spazi di autonomia, e allora non è una legge quadro! Se, qui, ognuno può continuare a pensare di fare con le polizie locali quello che vuole, non è una legge quadro! La legge quadro è esattamente l'opposto! Perché abbiamo sentito la necessità di avere in Valle d'Aosta un corpo forestale o di avere l'organo dei pompieri organizzato e coordinato...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... no, esattamente l'opposto, Presidente! Noi dobbiamo istituire un corpo di polizia locale che abbia gli stessi parametri, che abbia gli stessi quadri che prevede la legge su tutto il territorio regionale! Non si può pensare di avere una legge che permetta ad ogni Comune di nominare dal generale al sottotenente, dal maresciallo al colonnello! Allora, il Comune di Quart avrà un colonnello e il Comune di Morgex avrà un generale, e poi quando saranno trasferiti internamente, ci sarà anche un po' di confusione: ma come... ero generale a Morgex e adesso divento maresciallo a Quart? Questo è un paradosso, però vorrei fare rilevare un ulteriore paradosso perché continuo a dire che la mia non è polemica, al contrario, è un tentativo di costruire una legge migliore.
Parliamo di funzioni di polizia locale. Sappiamo che questa funzione è tuttora esercitata in tutti i Comuni della Valle, anche egregiamente, perché è vero che dobbiamo registrare di questi tempi degli aumenti della microcriminalità, ma è altrettanto vero che le persone che in questo momento all'interno dei Comuni effettuano questi servizi, lo fanno egregiamente, perché la Valle d'Aosta - una volta tanto, rispetto ad altre regioni d'Italia - continua ad avere un grado di vivibilità e di sicurezza superiore, e quindi va riconosciuto a queste persone che esercitano nonostante le difficoltà, la capacità pur con poca professionalità - perché non gli si permette di crescere nella loro professionalità - e il ruolo che stanno svolgendo. Ma allora, se vogliamo dar loro il minimo dei riconoscimenti, qual è il minimo del riconoscimento della dignità che si dà a chi ricopre questo ruolo? È quello dell'ascolto.
Non voglio essere io che mi faccio carico, altrimenti sembra che uno si erga "a paladino", mi limito solo a leggere una lettera che mi arriva - come penso che sia arrivata al Presidente della Giunta, al Presidente della Commissione e ai Capigruppo consiliari - e dove la prima cosa che mi colpisce è che è firmata dai responsabili di tutti i Comuni della Valle, cioè tutti i comandanti, gli operatori delle funzioni di polizia locale della Valle, guarda caso tutti firmano dicendo: "signori Consiglieri, signor Presidente, noi che siamo gli operatori, che siamo quelli che interpretano, che siamo quelli che tutelano e vigilano sulla sicurezza dei cittadini, abbiamo quattro cose da dire". Qui viene il paradosso, di nuovo, che mi induce a chiedervi di ritirarla, non perché voglio farmi bello, ma perché c'è la necessità di fare una legge che deve dare delle risposte.
Questo rispetto e questa dignità per chi opera sul territorio con piena soddisfazione di tutti credo che, come minimo, dovrebbe esserci all'interno di questo Consiglio, ma poi le quattro cose che chiedono andiamo anche ad analizzarle, perché se le cose che vengono chieste sono stravolgenti, io stesso qualche perplessità l'avrei, ma in realtà a me non sembrano stravolgenti! "Sarebbe auspicabile..." - dice la lettera - "... prevedere che gli operatori di polizia locale siano adibiti in via esclusiva alle funzioni tipiche di polizia, evitando ibridazioni a discapito della qualità del servizio e della professionalità dei lavoratori". Se è vero che nel passato ci potevano essere figure che andavano da quello che si occupava del cimitero a quello che si occupava della segnaletica stradale a quello che si occupava di controllare se le macchine erano parcheggiate... oggi siamo nel 2005 e i delinquenti sparano! Non voglio fare del razzismo dicendo che gli Albanesi rapinano le ville, ma gli Albanesi rapinano le ville! E noi chi mandiamo? Uno che il giorno prima era a scavare la fossa al cimitero o a spostare il cartello... ma vogliamo dare una professionalità degli uomini che rischiano la vita, vogliamo riconoscere loro un ruolo che è quello della dignità professionale e quindi di rappresentare a pieno titolo il nuovo ruolo di polizia municipale?
È vero che forse i Comuni non hanno le risorse, ma è per questo che stiamo portando avanti numerose leggi. Solo l'altro giorno, in commissione, la legge che riguarda la disciplina per le Comunità montane e i Comuni che si devono raccordare per i rifiuti, per l'energia elettrica, e... la polizia municipale no? Non è possibile che tre o quattro Comuni si organizzino per avere delle macchine adeguate, con dei servizi radio? Questi uomini magari devono uscire la sera alle 6, in Valle d'Aosta, al buio, senza una radio... succede qualcosa... chi chiamano? Dobbiamo aspettare che accada un morto o che ci siano dei feriti? Non credo, la nostra è una Regione ricca, è una Regione che si può anche permettere di contribuire nei confronti dei Comuni con dei denari per essere utilizzati per la sicurezza dei cittadini e per la professionalità dei corpi di polizia municipale.
Seconda cosa: andrebbero definiti in maniera chiara e tassativa gli organigrammi dei vari corpi e servizi, prevedendo dimensioni numeriche, qualifiche e gradi uniformi e omogenei sul territorio. Qualifiche di gradi, prima ho fatto una battuta, ma che si può verificare: persone che magari hanno la stessa anzianità e la stessa professionalità, ma vai a sapere il perché uno si ritrova capitano e l'altro, dopo 12 anni, è ancora maresciallo! Addirittura il discorso delle uniformi: se mi dite che "sposiamo" il metodo americano, allora benissimo, ti sposti in un Comune, hanno la divisa bianca, vai nell'altro, hanno la divisa rossa, e via dicendo. Però non abbiamo fatto così per la forestale, non abbiamo fatto così per i vigili del fuoco e credo che non andremo a fare così neanche per la polizia municipale, dovremo dare loro la dignità di una divisa che sia rispettosa di queste cose!
Occorrerebbe l'istituzione di una vera e propria scuola di polizia locale, finalizzata alla formazione degli operatori neo assunti e all'aggiornamento periodico del personale in servizio, in considerazione dei continui mutamenti legislativi concernenti le numerose materie rientranti nelle competenze degli operatori. È una richiesta seria, perché oltre ad essere esposti ai reali pericoli dello stare sulla strada, sono esposti anche ai reali pericoli di confrontarsi con i cittadini, i quali, a volte conoscendo meglio le leggi di altri, possono anche mettere in difficoltà delle persone che operano nell'interesse del Comune... ci vuole un attimo a commettere un abuso in atti di ufficio! Ora abbiamo fatto scuole di formazione anche di taglio e cucito, e abbiamo paura di investire 1 milione di euro per fare una scuola professionale per la sicurezza dei nostri cittadini e per la dignità professionale di chi opera sul territorio?
Ci dimentichiamo poi di come evolve la questione della sicurezza: ma basta prendere un giornale e guardare la televisione per vedere che tutti i Comuni del Piemonte, della Lombardia e del Veneto - non ci dimentichiamo l'ondata di criminalità nel Veneto! - si stanno attrezzando, tutti, con il sistema delle telecamere, perché uno dei pochi sistemi che stanno avanzando è la videosorveglianza, soprattutto per i paesi piccoli, che permettono, con uno o due uomini, di avere un controllo sul territorio se non sulle singole aree, e non ci dimentichiamo che anche nei grandi Comuni del problema delle zone a traffico limitato si sta parlando per l'inserimento di nuove tecnologie. Ma le nostre professionalità, questi uomini che agiscono oggi nella polizia municipale, hanno queste professionalità? Li stiamo mettendo in condizione di gestire un sistema di telecamere? Credo che sia legittimo chiedere una scuola! Si dovrebbero evidenziare maggiormente le differenze operative e giuridiche fra gli operatori di polizia locale e gli altri dipendenti comunali, soprattutto dal punto di vista contrattuale. Certo, perché ci sono delle indennità, ma se non riconosciamo fino in fondo chi fa la guardia municipale ha un ruolo, c'è un problema contrattuale, perché si fa confusione. Se deve uscire la notte e deve svolgere dei servizi notturni, che indennità gli dai? Non c'è, contrattualmente diventa difficile.
Allora concludo sottolineando due cose. La prima: chiederei la disponibilità del Presidente della commissione solo di ridiscutere in commissione cercando di cogliere queste cose, io sono pronto a condividere tutto...
(interruzione del Consigliere Cesal, fuori microfono)
... va bene, la risposta l'ho avuta, Consigliere Cesal. Allora mi vedo costretto a presentare degli emendamenti, anche se me li boccerete, però me li dovete bocciare, non si può dire: "sono d'accordo e poi vedremo", perché su certe cose o sei d'accordo o non sei d'accordo! Presento 4 emendamenti: voi, bocciateli, così ci siamo chiariti bene come ognuno di noi si colloca su questo tema della sicurezza e della sicurezza dei cittadini e soprattutto della risposta alla dignità della figura professionale della polizia municipale. Tra l'altro, sono emendamenti aperti a chiunque li voglia firmare.
Président - La parole au Conseiller Praduroux.
Praduroux (UV) - Il disegno di legge in oggetto, introducendo una nuova disciplina in materia di polizia locale, ha il merito di tenere in considerazione la realtà locale valdostana, che presenta, anche in questa materia di rilevante importanza pubblica e sociale, una configurazione diversificata a seconda delle zone. È sufficiente scorrere l'articolato nelle varie parti, da quella relativa alle funzioni di polizia locale a quella sull'organizzazione del servizio a livello comunale e intercomunale, o quella concernente l'autonomia regolamentare degli enti locali, per rendersi conto di come il legislatore abbia ben presente la realtà in cui si interviene con tale normativa.
Fra gli obiettivi di questo provvedimento legislativo vi è quello di andare incontro alle esigenze degli enti locali e di coloro che li guidano. Personalmente ricordo la mia esperienza di Sindaco in un piccolo Comune, dove la priorità è quella di poter contare di personale in grado di occuparsi di varie funzioni. Bisogna infatti ricordare che anche nelle piccole realtà comunali le funzioni e i compiti da svolgere sono accresciute e si deve poter contare sulla collaborazione per arrivare comunque a fornire servizi adeguati ed efficaci, con il risultato finale che non va solo a vantaggio della pubblica amministrazione, ma in primo luogo dei cittadini.
È utile ricordare il caso del Comune capoluogo di Regione e dei Comuni a vocazione turistica, dove si rilevano esigenze legate ad una situazione decisamente diversa da quella che presentano i restanti Comuni di media montagna o quelli più piccoli del fondovalle. Da un'indagine svolta nel 2004 sulle unità impegnate negli enti locali per lo svolgimento di compiti di polizia locale, è risultato che solo in 21 Comuni tali unità svolgono in maniera esclusiva compiti di polizia locale; in altri 53 Comuni gli addetti sono chiamati, invece, a svolgere altri compiti. La media in Valle d'Aosta è di un addetto alla polizia locale ogni 1.084 cittadini. Sulla base di questa analisi del tutto oggettiva, le considerazioni recepite e tradotte nell'articolato di questo disegno di legge consentono di prevedere una gestione efficace del servizio sul territorio valdostano; per adeguare le modalità operative alle singole realtà sono previste infatti forme associative e standard minimi, anche attraverso l'utilizzo del servizio in convenzione mediante le Comunità montane. Tenendo in considerazione la realtà tipica degli enti locali valdostani che sono caratterizzati da piccole dimensioni, non è stata imposta l'esclusività dei compiti di polizia locale. Secondo l'esperienza rilevata, i piccoli Comuni devono utilizzare i propri addetti per lo svolgimento di mansioni diverse, anche per evitare un aumento dei costi del personale.
Il disegno di legge regionale n. 64 è inoltre importante per l'obiettivo che persegue: quello di adeguare la disciplina regionale in materia di polizia locale alle nuove disposizioni legislative. Va infatti sottolineato un ulteriore aspetto che certamente permette di garantire a questo disegno di legge l'attenzione non solo degli addetti ai lavori, ma anche della popolazione valdostana. Questa iniziativa legislativa regionale, intervenendo per aggiornare la materia, ha il merito di affrontare materie che sono strettamente collegate alla sicurezza della comunità valdostana; si tratta di una funzione che diventa parte integrante della qualità della vita dei cittadini e che consente di compiere un passo in avanti sotto il profilo di una maggiore garanzia e sicurezza per chi vive, lavora, soggiorna e trascorre le vacanze e il tempo libero nella nostra regione, funzione che persegue tale obiettivo diffuso e condiviso attraverso la prevenzione e l'educazione alla convivenza nel rispetto della legalità.
Il disegno di legge prevede di mettere in atto per tutto il territorio regionale prestazioni adeguate alle rispettive realtà locali e omogenee fra loro. Dall'analisi del disegno di legge risulta poi un altro aspetto significativo, rappresentato dal sistema di sicurezza attraverso il quale si stabilisce la crescita delle condizioni di sicurezza e della qualità della vita dei cittadini. In questo modo si viene incontro al bisogno di sicurezza, espresso dalla comunità regionale; a tale proposito è utile però sottolineare che il quadro valdostano della situazione sicurezza è rassicurante sia per i dati oggettivi riscontrati sia per i reati rilevati.
Un'osservazione di carattere generale che è ancora possibile svolgere riguarda l'obiettivo sicurezza, che non viene perseguito solo con l'incremento degli addetti, ma anche attraverso una pluralità di interventi in vari settori, quali: l'occupazione e l'educazione alla legalità, il mantenimento e il controllo del territorio.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Parlo della polizia locale, non perché sia particolarmente interessata all'uniforme, ma perché la legge è stata discussa nella nostra commissione. Ci siamo suddivisi i compiti con il collega Curtaz: lui si è occupato dell'autorità di vigilanza e ora tocca a me affrontare il tema della polizia locale. Lo faccio volentieri però perché mi sembra un tema particolarmente interessante e caldo; poi, dopo l'intervento del collega La Torre, è diventato un tema bollente.
Questo disegno di legge è stato messo in cantiere fin dal giugno 2004, quindi ha avuto un lungo iter di discussione; su questo disegno di legge sono intervenute le persone interessate o i loro rappresentanti e hanno presentato una serie di osservazioni e documenti, fra cui la lettera appena letta dal collega La Torre, che risale all'agosto dello scorso anno. Il confronto è stato lungo e serrato, perché solo a gennaio 2005 la Giunta è riuscita a trovare un accordo su un testo che è arrivato in commissione. È un testo che ha accolto alcune delle osservazioni presentate dai sindacati, come questi stessi ci hanno detto in audizione, lasciando scoperti una serie di problemi. Alcune di queste osservazioni sono di carattere molto più generale; i rappresentanti dell'Associazione Valdostana Operatori Municipali di Polizia chiedevano se era necessario fare una nuova legge o se non si poteva attuare la legge n. 47/1989 che aspettava ancora di essere attuata attraverso una serie di regolamenti. È arrivata la decisione di rifare la legge, presa dall'alto senza averla confrontata prima con le persone che operano sul campo.
Una delle richieste fatte è quella di avere una legge precisa e non una legge quadro che demanda tutto a successivi provvedimenti. È pur vero che i provvedimenti della Giunta dovranno essere presi, tenendo conto di tutti i soggetti interessati che sono, fra l'altro, presenti nel Comitato Tecnico-consultivo che ha da dire qualcosa rispetto a tutti i provvedimenti che vengono presi. Altre osservazioni sono state fatte: ad esempio, quelle che prendono in esame cosa capita agli operatori attuali nel momento in cui la legge entra in vigore, il passaggio fra il passato regime e il nuovo stato giuridico, se c'è una sufficiente garanzia dei diritti acquisiti. Rispetto a questo tema la normativa generale che riguarda i diritti sindacali e la mobilità all'interno del comparto unico danno sufficienti garanzie.
C'è un punto su cui vorrei soffermarmi, perché riteniamo che sia il punto centrale su cui si gioca tutto. La legge dice che vuole coniugare, all'interno delle finalità tutte importanti, la finalità della sicurezza sul territorio e dell'autonomia degli enti locali. Il relatore Cesal ha insistito molto sulla sicurezza sul territorio come uno degli aspetti prioritari a cui la legge deve dare una risposta, ma, a nostro avviso, nell'articolazione della legge queste due finalità non sono tenute in conto allo stesso modo: questo è il punto nodale.
Ci si chiede quali sono le condizioni per garantire la sicurezza del territorio: è chiaro che noi pensiamo che non sia sufficiente una polizia, un controllo del territorio per garantire una sicurezza, sappiamo che ci sono moltissime altre condizioni che non passano attraverso gli organi di polizia, ma passano attraverso la creazione di condizioni per una convivenza sociale, in cui le relazioni siano messe al centro dell'azione politica, in cui ci sia una sicurezza di lavoro, di casa, di famiglia: questa è la sicurezza fondamentale. Comunque c'è una condizione per garantire l'attenzione alla sicurezza del territorio e i rappresentanti sia dei sindacati auditi in commissione sia dell'Associazione valdostana operatori municipali di polizia, in cui fra l'altro si riconoscono 174 operatori di polizia locale su 204 - quindi un numero enorme - sono stati molto chiari in proposito, dicendo che l'obiettivo della sicurezza richiede che le persone addette siano in grado di esprimere al meglio le competenze richieste, occorre cioè che ci sia una professionalità. Possiamo quindi lavorare per garantire una sicurezza del territorio solo se affidiamo questa funzione in modo esclusivo a delle persone che possono diventare competenti se possano svolgere in modo esclusivo questa funzione.
Riteniamo che i compiti assegnati a questo personale siano tanti, ne leggo due che mi sembrano i più significativi, indicati alle lettere a) e c) dell'articolo 4, comma 2: "devono svolgere funzioni di polizia stradale, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lett. e) del decreto legislativo n. 285/1992", cioè il nuovo Codice della strada; "devono svolgere funzioni di polizia giudiziaria, ai sensi dell'articolo 57, comma 2, lett. b) del Codice di procedura penale", e questi sono compiti molto articolati. Se osserviamo il documento che l'Associazione valdostana operatori municipali di polizia ha fornito a tutti quelli che sono chiamati a pronunciarsi su questa legge, leggiamo un elenco lunghissimo, ne cito alcuni per non tediare: "controlli nel campo della circolazione stradale; controlli in edilizia; controlli sul commercio fisso e ambulante; mercati, fiere; controllo sui pubblici esercizi; controllo sul rispetto delle leggi regionali: dalla circolazione su strade poderali alla raccolta di funghi, fiori, caccia, pesca; controllo sul rispetto delle norme stabilite con la nuova legge regionale n. 27/2004 sulla vigilanza sulle piste di sci; controlli sul rispetto della nuova legge sul fumo; controlli sul rispetto di regolamenti comunali di ordinanze; informazioni di ogni genere compresi informativi di polizia giudiziaria; controlli su extracomunitari o zingari presenti nel territorio...", e via dicendo. Addirittura ci viene il dubbio che non si voglia dare a questo personale la competenza e la possibilità di svolgere questi controlli.
Le mansioni richieste agli operatori di polizia locale sono numerose, importanti. E perché questi compiti possano essere svolti, dobbiamo richiedere a queste persone competenza, formazione; in questo senso, la legge prevede la formazione obbligatoria e questo va bene. Non dobbiamo distrarre queste persone da altri compiti, non possiamo chiedere loro di fare l'autista di scuolabus, lo stradino o cose del genere; fra l'altro la stessa indagine fatta dagli uffici regionali ha verificato che le funzioni richieste nei diversi Comuni a questi operatori sono vastissime e differenziate. Ora, se non si chiarisce questo punto, la legge non serve e non realizza l'obiettivo della sicurezza. La legge purtroppo prevede che alle funzioni di polizia locale è addetto in ogni Comune almeno un dipendente, anche se non in via esclusiva, come dire: "i piccoli Comuni, se non possono pagarsi una persona in grado di svolgere questi ruoli, faranno concorsi in cui accanto a queste competenze ci saranno tutte le altre mansioni"; ma allora, in questo caso, non abbiamo un operatore di polizia locale, abbiamo un "fac totum" del Sindaco! Bisogna assolutamente fare chiarezza su questo punto, in questo senso abbiamo presentato un emendamento chiaro, in cui chiediamo di eliminare questa conclusione del 1° comma dell'articolo 5, perché crea confusione nel senso che ho indicato.
Tutti i rappresentanti degli addetti alla polizia locale hanno espresso con forza il loro "no" alla doppia e tripla mansione, perché non se ne capisce il senso. Fra l'altro la proposta di legge prevede che i servizi di polizia locale possano essere svolti o attraverso forme di associazioni fra Comuni o attraverso le Comunità montane, quando non ci siano gli standard minimi per lo svolgimento del servizio a livello di singolo Comune. Tuttavia la stessa legge contiene una contraddizione al proprio interno, perché dice che in ogni Comune comunque ci deve essere un dipendente che svolga una funzione di addetto alla polizia locale. Allora cosa capita se quello stesso Comune intende partecipare all'interno della Comunità montana o dell'Associazione dei Comuni all'istituzione di un unico corpo di polizia locale, se è obbligato ad avere comunque un dipendente? Questo operatore di polizia locale finirà per fare solo quelle mansioni accessorie che non fanno parte della professionalità dell'operatore di polizia locale. Forse qualcuno mi dirà che questa contraddizione in realtà non esiste, perché è solo la possibilità che viene data al Comune di scegliere fra soluzioni diverse, per esercitare il servizio secondo le proprie esigenze e questo per rispettare l'autonomia dei Comuni.
Non vogliamo ledere l'autonomia dei Comuni, ma i Comuni possono già scegliere in base alla loro autonomia fra l'associazione o il consorzio fra Comuni o la Comunità montana, ma non possiamo ledere la professionalità dell'addetto alla polizia locale, che è declassato a stradino anziché a professionista della sicurezza del territorio, come richiesto dai rappresentanti degli operatori della polizia locale e come richiesto dalla necessità di garantire sicurezza al territorio. Se non si cambia questo elemento, avremo un "tuttofare" a disposizione del Sindaco piuttosto che un operatore addetto alla sicurezza del territorio!
Non credo che l'autonomia del Comune o del Sindaco sia garantita dalla possibilità di scegliere o meno di avere un "fac totum", mi sembra banale questo, sono altri e più essenziali i margini di autonomia che vengono garantiti ad un Sindaco: per questo riteniamo che sia obbligatorio per i Comuni che non riescono a rispettare gli standard minimi che saranno previsti successivamente da una deliberazione di Giunta, scegliere forme di gestione associata di questo servizio di polizia locale. Possono sceglierlo come consorzio o come associazione, per garantire questa professionalità. L'autonomia dei Comuni si realizza, piuttosto, nel trovare soluzioni più adeguate a rispondere ai problemi della comunità e trovarli insieme ad altri; in questo senso anche il concetto di sistema integrato dei servizi che è ancora molto vago, può essere una prospettiva, nel senso che crea una rete di collegamenti, di informazione, di collaborazione fra istituzioni diverse, proprio per creare quel tessuto di sicurezza e di collaborazione fra le istituzioni che si occupano della sicurezza, che è una delle condizioni per dare sicurezza ai cittadini.
Non ho altro da aggiungere, perché questo è il punto essenziale e su questo si gioca la legge: tutte le altre questioni sono risolvibili eventualmente nel momento in cui si attua la legge, perché lo stesso concetto di corpo regionale di polizia può essere il punto di arrivo di una collaborazione che si è creata fra i vari enti, e non il punto di partenza, nel senso che nel momento in cui si attua la collaborazione, le associazioni, i consorzi fra i vari Comuni, nel momento in cui le Comunità montane diventano attive in questo servizio, allora sorge poi la necessità di coordinare e di collaborare, ma tutto si gioca sulla garanzia della professionalità dell'operatore di polizia locale.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Non abbiamo molta fiducia, collega La Torre, che questa maggioranza ritiri questa legge... a parte l'invito repentino che è stato immediatamente dopo ritirato con la presentazione degli emendamenti, evidentemente non ha senso chiedere il ritiro se poi si vuole discutere la legge...
(interruzione del Consigliere La Torre, fuori microfono)
... l'ho sentita, l'ho sentita...
È evidente che la volontà politica di questa maggioranza è chiara, è mascherata dal titolo di questa legge, ma è chiara, e devo dire che in questo senso è stato illuminante l'intervento del collega Praduroux, purtroppo poco ascoltato, perché lui dice la verità su questo disegno di legge: questo disegno di legge viene incontro alle esigenze dei Sindaci e di quelle che sono le loro competenze in amministrazione di quei ruoli impiegatizi che soprattutto i piccoli Comuni hanno la necessità di operatività diversa, dallo stradino al necroforo, e via dicendo.
Questa è "la nuova legge dei messi comunali", chiamiamola con il suo nome, almeno ha una sua trasparenza, ma non la possiamo chiamare "la nuova disciplina della polizia locale e delle disposizioni in materia di politiche della sicurezza", perché di tutto questo qua dentro non c'è nulla. C'è una delega in bianco ai Sindaci, ribadita dall'intervento del relatore che dice che questa è una legge quadro, e le autonomie locali potranno essere riconosciute - come pure le istanze sindacali potranno essere riconosciute - in quella dialettica con i Sindaci, in quelle possibilità concrete di attuazione di quelle istanze in sede di Comunità montana o di enti locali.
Siamo totalmente contrari a questa legge e non crediamo che la maggioranza la ritiri, non credo neppure che accetteranno gli emendamenti proposti, che sono condivisibili, perché la radice di questa legge è culturalmente fuorviante rispetto all'esigenza di questo territorio. Un anno fa, circa, avevamo presentato un disegno di legge in materia di politica della sicurezza, che questa maggioranza aveva respinto in maniera anche repentina, dicendo che le politiche della sicurezza avrebbero trovato la loro istanza in un futuro disegno di legge. Io spero che non sia questo, perché qui, di sicurezza, non se ne parla... qui si parla dei Sindaci e delle loro esigenze impiegatizie! Non siamo d'accordo con il relatore quando dice che si è utilizzata questa legge per produrre una revisione della "47/89"; qui la legge n. 47/1989, che era già una legge da migliorare, è stata completamente stravolta e addirittura oggi, rileggendo quella legge, quasi quasi la si rimpiangerebbe, perché almeno quella un filo strutturale su cos'era la polizia locale ce l'aveva!
Certamente questa legge non coglie l'obiettivo promosso: quello di migliorare la sicurezza dei cittadini. Un anno fa avevamo allertato di questa ondata di microcriminalità che è sempre più violenta, e non so se sono Albanesi, Slavi, Ungheresi o Italiani, ma certo sappiamo che aggrediscono la gente a volto scoperto con pistole vere che vengono messe in bocca alle persone e vengono spaventate, al punto che per un orologio si rischia la vita. Avevamo chiesto che in materia di sicurezza e di politica della sicurezza si facessero dei passi avanti importanti, si prendesse coscienza in questa regione che per produrre la sicurezza c'è bisogno di prevenzione e di professionalità, quindi c'è bisogno di risorse. Non vediamo tutta questa opportunità di professionalità degli operatori della sicurezza, in questo caso della polizia municipale; ci sembra aberrante che la Giunta presenti un disegno di legge sulla disciplina della polizia locale e gli operatori della polizia locale non siano neanche coinvolti nella stesura del disegno di legge! È la commissione che ha chiesto di audire questi operatori, per scoprire che loro - come noi - avevano in mano un testo di legge che non solo non condividevano, ma sul quale non erano stati coinvolti!
Questa legge non raggiunge quei famigerati standard inderogabili che sono stati sbandierati, non crea un coordinamento regionale delle forze di polizia locale, non dà una uniformità agli strumenti, alle divise, alla formazione, non valorizza il ruolo di chi, impegnato in plurime attività di polizia, vede sminuito il proprio ruolo a puro impiegato del Comune a disposizione delle più svariate esigenze. Nessuno vuole la polizia municipale con le pistole, che facciano i "vigilantes"! Si è espressa una preoccupazione: la microcriminalità, la supervisione del territorio non si può attuare con persone che magari per 6 ore su un turno di 8 devono fare cose diverse dal controllo del territorio. Sono troppe le attività di un poliziotto municipale, da quella di polizia amministrativa a quella di polizia giudiziaria, e via dicendo, che già i motivi sacrosanti per cui la polizia municipale esiste, meriterebbero corsi di formazione, coordinamento regionale, non so se scuole di polizia, ma certamente centri di addestramento e preparazione ad affrontare una nuova realtà, che una Regione ricca come la nostra dovrà affrontare: quella della sicurezza dei cittadini.
Non possiamo confidare in chi non vuol capire, quindi siamo consapevoli che la logica che sostiene il disegno di legge è quella di non andare a disturbare l'operato del proprio Sindaco, di chi fa parte del proprio partito. Non abbiamo apprezzato la celerità con cui gli enti locali hanno condannato la prima bozza dell'autorità sul controllo dei bilanci - pur dando un parere favorevole al disegno di legge che abbiamo discusso prima, rimanevano dubbiosi sull'opportunità che la Regione intervenisse nelle loro cose - e la velocità con cui hanno dato un parere favorevole a quello che oggi possiamo definire il "messo factotum" del Sindaco.
Non crediamo che con questo provvedimento di legge si garantisca una migliore sicurezza ai cittadini, ne siamo dispiaciuti, però non possiamo farvi cambiare idea perché siete su un'altra ottica! A voi non interessa risolvere il problema, a voi interessa risolvere il "vostro" problema, e il "vostro" problema è l'equilibrio dei rapporti con i vostri iscritti di partito che governano i Comuni; non avete il coraggio di dire loro che se un Sindaco ha 300 anime in un Comune e non si può permettere un serio professionista della sicurezza, deve poterlo fare attraverso la Comunità montana! Non siete nella condizione di poter avere questo coraggio!
Naturalmente non condividendo questo approccio alla soluzione della sicurezza, speriamo che le Comunità montane almeno facciano sentire la loro esistenza, perché quanto ci costano le Comunità montane lo abbiamo già scoperto in questi anni di bilancio; quale può essere il loro ruolo strategico per tutte quelle attività intercomunali lo sappiamo, ma purtroppo non abbiamo mai avuto il piacere di vedere le Comunità montane avere quel ruolo di coordinamento delle entità locali come dovrebbero! Speriamo che questo disegno di legge le metta nelle condizioni di assumersi quella responsabilità che voi non avete avuto il coraggio di assumervi e di mettere in condizione i più piccoli Comuni di avere dei seri professionisti e non dei "factotum" dei Sindaci!
Président - La parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) - Dirò che sono un po' meravigliato del tono che ha preso la discussione su questa legge. Parto da un concetto: mi pare che stiamo discutendo della legge della polizia municipale. Questa deve concorrere alla sicurezza, ma anche all'esplicarsi di molte altre funzioni relativamente alle competenze comunali. Questo aspetto non lo dovremmo dimenticare. Sto pensando al commercio, all'urbanistica, al traffico... tutti settori inerenti competenze comunali in cui, loro malgrado, i vigili sono coinvolti e a loro, in queste materie, sono richieste conoscenze enormi. Di questo bisogna prendere atto e su questo dobbiamo ragionare, ma senza sviare il normale discorso che si deve fare sulla polizia municipale, che non è l'altro corpo di polizia statale o qualcos'altro.
Con la polizia dello Stato, la polizia municipale deve concorrere anche al problema sicurezza però senza sostituirsi alla stessa, e io insisto, con una funzione diversa dalla polizia dello Stato, altrimenti qui facciamo dei corpi paralleli, tutti quanti che si sovrappongono nel fare lo stesso lavoro, quindi dimenticando quell'articolazione che è indispensabile sul territorio. Va anche detto che il vigile comunale è un punto di riferimento per la comunità locale, per molti rapporti che il singolo cittadino ha con l'amministrazione, e questo perché è interessato al controllo di molte iniziative che sono competenza del Comune e non di qualche altro ente, quindi insisto: è polizia municipale.
Credo non sia facile definire con precisione il ruolo del vigile municipale, visto che nella nostra realtà dobbiamo fare riferimento a situazioni molto diverse, se paragoniamo al Comune de La Magdeleine che non ha neanche 100 abitanti al Comune di Aosta che ne ha più di 35.000, credo che siano realtà con esigenze e richieste molto diverse. È chiaro che dove esiste una squadra di vigili che opera in un comune grande, c'è la possibilità di una divisione di funzioni, di una specializzazione nelle singole funzioni; dove il comune è piccolo, la presenza di un solo vigile, magari a tempo parziale, non permette certo questa articolazione di specializzazione... Però penso anche che le esigenze emergenti dalle comunità dei territori siano ben diverse; credo che un vigile, a Milano, abbia ben altri ruoli rispetto anche al solo vigile di Aosta in termini anche di controllo della sicurezza: penso cosa sia viaggiare di notte a Milano e cosa sia ancora viaggiare di notte ad Aosta, per nostra fortuna! Porto degli esempi, perché dobbiamo cominciare a fare i conti con quello che vogliamo andare a risolvere.
Se facciamo questi ragionamenti, dobbiamo fare realisticamente i conti con quella che è una richiesta di fondo: superare le figure ibride che ci sono in Valle d'Aosta, là dove mettono insieme funzioni diverse nei piccoli Comuni, dove uno fa il vigile, fa anche il messo comunale e parecchie altre cose messe insieme. Il superamento di questo però viene proposto con qualcosa che assomiglia alla trasformazione della polizia municipale in corpo di polizia regionale. Al di là che magari non lo esprimano in questi termini (qualcuno lo ha espresso proprio in questi termini) però la tendenza è questa: andiamo a fare qualcosa che somiglia e che funzionalmente diventa un corpo di polizia regionale. Questo permette le figure specialistiche da utilizzare sul territorio, però questo indica anche una spinta verso un corpo di polizia che sta snaturando il ruolo della polizia municipale. Poi, quando c'è l'insistenza sul problema sicurezza, incomincia ad orecchiare anche qualcosa che fa pensare a una sorta di "militarizzazione" del corpo di polizia municipale, che non posso sicuramente condividere, perché si perderebbe quella caratteristica di rapporto del vigile con la comunità, che deve essere garantito, ripeto, in un'articolazione dove la funzione di polizia della sicurezza militarizzata la sta già facendo qualcun altro.
Il problema che viene sollevato della professionalità ritengo sia molto serio e non sempre facile da risolvere. Ciò che viene indicato nel dibattito è la specializzazione, però questa specializzazione ci toglie la possibilità del vigile riferimento della piccola comunità locale, grande tradizione in Valle d'Aosta, che ha funzionato e che continua a funzionare. La specializzazione potrebbe invece fare capo solo a dei vigili che, quando si determina la situazione, vengono richiamati da fuori e arrivano lì a svolgere quel tipo di funzione.
Credo che qui ci sia una confusione fra specializzazione e professionalità, credo che attraverso corsi vada curata la professionalità, ma adeguata alle esigenze territoriali così come sono. Là dove questo può essere ampliato attraverso la specializzazione e una certa movimentazione, che si vada avanti anche con questo percorso. Credo che la legge soddisfi questo bisogno, là dove propone l'equilibrio fra le esigenze diverse di specializzazione e di presenza territoriale, infatti prevede l'associazione di Comuni; là dove è possibile svincolarsi dalla presenza nel singolo territorio, le Comunità montane o semplici consorzi di Comuni in base alla legge possono essere i momenti di aggregazione dei comuni per avere un riferimento di polizia municipale da utilizzare in maniera più specialistica.
Detto questo, ho sentito con un po' di perplessità interventi un po' da tribuni, in difesa di richieste fatte dai vigili e non soddisfatte. Intanto non è vero che gli interessati non siano stati coinvolti; ho qui i verbali di una seduta di incontro fra i responsabili dell'Associazione, i responsabili sindacali, del 19 novembre 2004, dove c'è un'articolazione di sollecitazioni e di proposte da parte di questa Associazione e dei sindacati che hanno avuto risposte articolate, dove parecchie richieste sono state accettate, altre non sono state accettate...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... posso darti fotocopia del verbale, dove si può leggere quanto è stato accettato e delle spiegazioni articolate che sono state date per le cose non accettate. Altro incontro prima ancora delle audizioni in commissione il 15 dicembre 2004 (ho anche l'elenco dei partecipanti, per cui ci sono nomi e cognomi di chi ha partecipato alla discussione...) questo per dire che non è vero che non sono stati coinvolti. È vero che questo Governo e questo Consiglio hanno dei doveri, che sono quelli di promuovere una legge per la comunità, cosa già ben detta dal Consigliere Cesal, quindi non approfondisco la questione. Dopo quelle citate sono state fatte anche audizioni in commissione e credo che la legge che ne è emersa potrà essere condivisa o non condivisa da tutti. Io la condivido perché è fatta per le comunità e tiene conto anche delle proposte degli operatori. Probabilmente non vengono accolte alcune richieste che avevano un sapore corporativo (ne ricordo qualcuna che ho anche ascoltato con disagio durante la commissione). Credo che questa legge rappresenti per la comunità un equilibrio delle diverse esigenze qualche volta contraddittorie, alle quali il corpo di polizia va a rispondere.
Credo quindi che la lettura catastrofica e le richieste di ridiscutere tutto, siano richieste legittime per chi la pensa diversamente, ma che dovrà fare i conti con la realtà delle esigenze territoriali riguardo al corpo di polizia.
Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.
Viérin M. (SA) - Credo che qui si debba essere realistici. Dobbiamo anzitutto metterci nei panni di quella che è la realtà della Valle d'Aosta.
Noi ci troviamo non perfettamente in sintonia con questa proposta di legge, ma ci troviamo in sintonia su certi aspetti, perché poi abbiamo il problema di chi fa il messo, di chi fa l'autista di scuolabus, di chi fa l'addetto al mezzo spartineve..., ne abbiamo tantissime di professionalità nei Comuni, ma allora o decidiamo di accorpare i Comuni o decidiamo che questo discorso non può essere in Valle d'Aosta, altrimenti ogni Comune dovrebbe avere dai 90 ai 100 dipendenti! Qui dobbiamo parlarci chiaro. Diceva bene qualcuno: qui dobbiamo accoppiare la professionalità alla formazione e dire chi ha maggiore professionalità, maggiore necessità di formazione, chi deve stare con maggior sintonia con la popolazione. Sappiamo anche che ogni settore deve avere il sostituto per far fronte al periodo di malattia, al periodo di ferie, quindi minimo ben che vada un Comune deve avere dai 3 ai 4 addetti, deve avere 2 o 3 messi, 3 o 4 addetti alla polizia municipale e poi ci sarà l'addetto ad alcuni servizi che sono inseriti con una sommatoria di mansioni; ma qui, se andiamo verso questa strada, ci allontaniamo dalle vere esigenze dei Comuni. Questo è il ragionamento, anche perché uno che ha fatto l'amministrazione locale... qual è la critica della popolazione? Dicono: 4 persone qua, 5 là; bisogna cercare di trovare una soluzione e la soluzione che si era prospettata era il discorso delle Comunità montane; però il problema delle Comunità montane fa sorgere un altro problema: sappiamo che il responsabile della polizia municipale del proprio territorio è il Sindaco e sappiamo che certi servizi vengono espletati tutti i sabati e tutte le domeniche e che se vogliamo fare un corpo di Comunità montana, succede che ricevi, nello stesso tempo, da tutti i Comuni, delle richieste per quel fine settimana di servizi. Per cui, se facciamo il ragionamento della Comunità montana, alla fine la Comunità montana dove li invia questi addetti se abbiamo 6 Sindaci che li richiedono? Bisognerebbe ragionare in termini di associazionismo, la legge prevede il discorso dell'associazionismo, ma per servizi di un certo tipo; sui servizi per il Comune non è tecnicamente fattibile, altrimenti dobbiamo stravolgere l'organico del Comune.
Ho parlato con le persone che fanno già oggi attività di polizia municipale, e loro lo hanno capito benissimo che hanno delle problematiche, che gli amministratori ne hanno altre, e che i cittadini ci stanno a guardare...
(interruzione del Consigliere La Torre, fuori microfono)
... abbiamo fatto una chiacchierata molto tranquilla, stai strumentalizzando come sempre, perché sei bravissimo a strumentalizzare, abbiamo parlato in maniera molto pacata perché i problemi ci sono da ambo le parti! Oggi non si può fare un ragionamento e dire: "dobbiamo andare via settorialmente"; condivido questa parte del discorso che il Consigliere Fiou ha fatto, non possiamo staccare la tradizione dei vari Comuni e stravolgerli del tutto, perché quando il Consigliere La Torre parla di alcune cose, nella legge ci sono le possibilità. Poi posso essere d'accordo che si poteva precisare meglio, fare qualcosa di più; l'ho detto anche nel dibattito sulla legge precedente, si può partire; poi, strada facendo, si può tornare in aula, sul discorso dell'applicazione si possono fare le dovute modifiche, perché sul campo si è visto che sono nati dei problemi.
Qui il discorso del collega La Torre mi è parso come quello di dire: "creiamo una forza di polizia che fa la polizia, punto e basta"! Ma così non si risolve il problema della sicurezza! Fra l'altro, nei piccoli Comuni, certi abbinamenti - come ad esempio associare la figura di messo alla polizia municipale -, proprio perché viviamo in una piccola realtà sono necessari, perché intanto quando uno va a fare il servizio da messo, fa anche in parte il suo lavoro di polizia municipale, in quanto impara a conoscere le famiglie, il territorio, ma se cominciamo a ragionare settorialmente, creiamo solo delle sovrastrutture gonfiate che producono dei deficit enormi agli enti locali.
Non è che non condivido alcune affermazioni del collega La Torre, però certe figure vanno abbinate e non possiamo partire così settorialmente dicendo cosa si deve fare. Ci sono per noi alcune cose da migliorare anche in questo disegno di legge, che va anche nella direzione auspicata dal Consigliere La Torre, però bisogna tener conto di situazioni territoriali. Noi siamo disponibili a rivedere questa normativa dopo il primo anno o secondo anno di applicazione, però per fare un ragionamento di netto distacco come prospettava il collega La Torre, dalla funzione di polizia municipale a tutte le altre necessità di nostri Comuni, non possiamo essere d'accordo, perché creeremmo un'aggiunta di personale e un'incomprensione nei nostri cittadini. Posso capire che uno deve fare le battaglie anche per un discorso di vicinanza, però fanno fatte fino a un certo punto!
Président - La parole au Conseiller La Torre, pour deuxième intervention.
La Torre (FA) - Caro amico Viérin Marco, che hai assunto questo ruolo quasi di "Capogruppo della maggioranza", ed è simpatico perché in effetti va tolta ogni polemica, non c'è la polemica: io, infatti, non ho chiesto di bocciare la legge, non ho detto che la legge "fa schifo" o che non serve o che è inutile... ho detto solo che questa legge va formulata in un modo migliore, raccogliendo un contributo più ampio non solo dei Consiglieri, ma anche delle persone che operano in questo senso! Poi avete portato alcune osservazioni che per rispetto delle osservazioni che vanno fatte, vanno considerate, anche perché ritengo che quello che avete detto abbia un'importanza e vi ho ascoltato.
Quando il collega Viérin dice, giustamente: "ci sono dei piccoli Comuni che si ritrovano e la settimana che c'è la battaglia e la settimana che c'è il problema del messo...", e via dicendo... poi diciamo che vogliamo una regione moderna, vogliamo una regione turistica, una regione che dia dei servizi, una regione dove i turisti, quando arrivano nei piccoli Comuni, siano in grado di sapere dove andare e ci siano delle informazioni, una regione dove vogliamo ci sia una tranquillità quando parcheggiano le auto, e non siamo disposti a spendere, a investire!
Qui non si sta dicendo di togliere dei posti di lavoro o delle tradizioni, qui - e mi stupisco perché voi lo dite, ma sembra che non lo capiate - si sta dicendo di potenziare tutto questo: di potenziare le nostre tradizioni, di dare dei servizi migliori, di dare dei posti di lavoro. Stiamo spendendo 250 milioni di euro per il piano dei lavori e abbiamo paura di investire 2-3 milioni per la sicurezza dei cittadini, per la professionalità degli operatori, per far sì che il messo possa fare meglio il suo lavoro. Il messo, è vero, è una figura importantissima, ma non deve correre e mentre corre come "Superman" cambiarsi la divisa! Non è una visione moderna, è una cosa che si è fatta, è stato bene farla; oggi, va rivista alla luce delle nuove esigenze che emergono. Sì, quindi, alla figura del messo, sì alla figura dell'autista dell'autobus, sì alla figura della polizia municipale, ma non militarizzata, professionale, perché se deve affrontare le competenze del commercio, deve conoscere le leggi. Non c'è più nessuno che si fa menare per il naso! Bisogna prepararli, bisogna metterli in condizione di far bene il loro lavoro, ma non faccio una battaglia per me, è semplicemente il prendere atto che vogliamo più efficienza e più giustizia anche di tipo contrattuale. Non ci dimentichiamo che se dobbiamo avere una visione corretta delle cose, non dobbiamo perdere di vista anche la visione contrattuale delle persone.
Chiedevo prima al collega Viérin con chi aveva parlato, non per polemica, ma perché ho le firme e i nomi di chi si è esposto con il suo viso e di chi ha avuto il coraggio di firmare, parliamo di argomenti che riguardano la collettività e chi è serio firma e si espone, perché sono problemi della collettività. Non è che si può sempre dire: "ho sentito dire, mi ha parlato mio cugino..." no, non è serio! Si fanno i nomi, si dice: "ho ricevuto la delegazione di Saint-Vincent, la delegazione di Aosta, che sostiene questa tesi". Non c'è niente di male, la sua tesi ha tutti i diritti di essere rappresentata, ma la mia tesi è sottoscritta; allora non possiamo far finta che gli operatori del settore non abbiano voce, perché queste sono proprie le figure che dite voi! Da una parte, li esaltate, sottolineando la figura storica, tradizionale, l'amico del Sindaco, del cittadino... sì, ma sono loro! Questi non devono essere assunti, stanno già lavorando, sono le figure di cui stiamo parlando, non sono altri che dovranno venire, questi stanno lavorando, qualcuno anche da 20 anni, sono le figure che citava il collega Viérin che dicono: "per favore, riconosceteci un po' di dignità professionale, metteteci in condizione di avere una radio con cui, se ho bisogno di aiuto, so chi chiamare, perché non mi devo sostituire alle Forze dell'ordine, ma se ho bisogno di aiuto avrò il diritto di chiamare qualcuno o... devo restare in mezzo a una strada? Vogliamo fornire loro strumenti e una professionalità che permetta di operare?
No, collega Viérin, i Comuni hanno le radio, il problema è che ci vuole la possibilità che queste radio funzionino e possano interloquire fra di loro...
(interruzione del Consigliere Viérin Marco, fuori microfono)
... va bene, non voglio provocarti, sto cercando di farti capire un concetto. Abbiamo dei professionisti che vogliono fare un lavoro professionale e da professionisti... vogliamo far finta che non esistono? Va bene, facciamo così! Votiamo contro e andiamo avanti!
Président - Je n'ai pas d'autres collègues qui s'inscrivent à parler. Je ferme la discussion générale.
La parole au Président de la Région, Perrin.
Perrin (UV) - Le débat a été intéressant, il ne faut pas se fâcher, M. La Torre, si dans la discussion il y a aussi des positions différentes. Je voudrais avant tout dire que ce projet de loi concerne la police locale, l'ont bien dit le rapporteur et M. Fiou dans son intervention, donc le débat doit être sur la police locale. Nous avons toujours été contraires à organiser une police de nature régionale, nous sommes pour l'autonomie des Communes, donc il s'agit d'améliorer ce système que nous avons déjà diffusé sur notre territoire avec des situations très différentes: nous passons de la situation de la ville d'Aoste avec 36.000 habitants jusqu'à très petites Communes, donc il faut tenir compte de cette réalité et de ses différentes exigences.
Ce projet de loi a été élaboré par un groupe technique composé de représentants de la Région et des collectivités locales. Il y avait des nécessités qu'il est bien de rappeler: d'adapter la réglementation en vigueur au nouveau cadre institutionnel qui s'est dessiné suite à la promulgation de la loi régionale n° 54 de 1998. On a essayé de définir les fonctions de la Région, qui sont des fonctions d'adresse et de coordination; de valoriser l'autonomie communale, compte tenu du nouveau Titre V de la Constitution, en particulier pour ce qui est de la compétence réglementaire; de valoriser les aspects relatifs à la formation du personnel, on a parlé beaucoup de formation et de professionnalisme, et vous trouvez dans le projet de loi un article spécifique qui traite de la formation obligatoire pour ce personnel; de favoriser, face à la pulvérisation des collectivités locales, l'exercice associé, à travers les Communautés de montagne, même en prévoyant l'exercice associé pour des fonctions temporaires qui peuvent donner des réponses précises à toute une série d'exigences saisonnières ou de nature temporaires. Je crois qu'il y a toutes ces réponses, mais en forme facultative : car l'autonomie communale d'aborder le thème de la sécurité des citoyens, du contrôle et de la protection du territoire. La loi régionale qui était en vigueur n'avait réellement pas été appliquée, en effet il n'y a pas eu le règlement d'exécution, c'est une loi qui a été dépassée par la nouvelle loi n° 54.
Pour ce qui est de la confrontation, je voudrais m'arrêter sur la procédure que nous avons adoptée. Après avoir été élaboré par le groupe de travail susmentionné, ce projet de loi a été examiné de façon informelle par le Gouvernement régional, qui a donné son adresse politique. Ensuite il y a eu les rencontres avec les organisations syndicales qui ont formulé leurs observations. M. Fiou citait un document qui résume les propositions des associations syndicales, ainsi que les réponses qui ont été données lors des confrontations et je vous assure que toute une série de propositions ont été acceptées, sauf celles qui auraient violé le principe d'autonomie des collectivités locales et la réglementation régionale en vigueur qui est prévu par la loi n° 54.
D'un point de vue politique, ce projet de loi ne se limite pas à actualiser la réglementation en vigueur en matière de police locale. En effet, elle porte également sur certaines matières qui concernent plus en général la sécurité de la communauté valdôtaine, sécurité entendue comme objectif qui ne peut être atteint par la seule augmentation des effectifs de la police et par les politiques de répression, mais par la réalisation d'actions qui impliquent, transversalement, tous les sujets publics présents sur le territoire régional: donc il y a la nécessité de "faire système" là aussi.
Ce projet de loi vise à créer une forme de collaboration entre tous les sujets œuvrant au service de la "sécurité": les Communes, en premier lieu, même sous leurs diverses formes associatives, comme acteurs principaux et comme lieux essentiels pour l'expression des besoins des citoyens, la Région comme point d'orientation et de coordination et les Forces de l'ordre, en tant que clé de voûte du système, que ce soit pour leur professionnalisme ou pour leur compétence en matière d'ordre et de sécurité publique. Il s'agit donc là d'une loi-cadre qui prend comme point de départ une situation relativement tranquille pour ce qui est de la sécurité en Vallée d'Aoste et se propose d'agir sur le système actuel, afin d'améliorer encore la situation, surtout visant à la valorisation du rôle et des fonctions de la police locale, à travers une homogénéité dans la formation des opérateurs et une organisation coordonnée, efficace et efficiente; la sensibilisation des autonomies afin qu'elles consacrent toute leur attention à la sécurité et à la police locale, et n'agissent pas seulement comme des sujets passifs s'adressant à l'extérieur en cas de nécessité manifeste. A ce propos, la spécificité valdôtaine est déjà un atout, car le Président de la Région, en sa qualité de Préfet, préside le comité pour l'ordre et la sécurité publique, dont fait également partie le Syndic d'Aoste et auxquels participent les Syndics quand il y a des problèmes spécifiques à l'intérieur des différentes zones de la Vallée d'Aoste. C'est un moment important de coordination de toutes les forces de police qui agissent sur le territoire.
Pour renforcer les synergies qui sont en place, il a été prévu de convoquer des réunions supplémentaires du Conseil permanent des collectivités locales afin d'aborder les problèmes afférents à la sécurité. Le Comité technique consultatif joue un rôle important et il a été désigné à l'article 8 comme un organisme de soutien pour les actions qui relèvent de la compétence de la Région et des autonomies locales en matière de police locale. Sera à travers son fonctionnement que la loi dont nous discutons aujourd'hui pourra être effectivement réalisée, car sera le comité qui lancera les politiques régionales dans ce domaine, avec une attention particulière à la formation et aux caractéristiques des moyens et des outils opérationnels.
Je crois que ce projet de loi va moderniser le système, donne des réponses ponctuelles, en tenant compte d'une situation réelle qui existe sur notre territoire, et je reviens aux fonctions qui sont détaillées dans le projet de loi. Nous avons prévu qu'il y ait au moins une personne qui ait les fonctions dans chaque Commune, c'est la première fois que cela arrive. C'est vrai que dans certaines Communes nous ne pouvons pas prétendre qu'il y ait une personne uniquement dédiée à la police locale; il y a, par contre, la possibilité de gérer même par forme associative, qui pourrait être le commencement pour réussir à travailler entre des collectivités locales qui sont sur le même territoire et qui, à travers la Communauté de montagne, pourraient trouver des formes de collaboration.
Président - La parole au Conseiller Viérin Marco, pour déclaration de vote.
Viérin M. (SA) - Per dichiarazione di voto.
In maniera molto sintetica il ragionamento che abbiamo fatto riguarda la funzione, che giustamente questa legge deve dare e lascia ai Comuni l'autonomia, cioè il poter realizzare i servizi di cui parlava il collega La Torre, si può fare tramite Comunità montana, quindi i Comuni sono liberi di creare dei corpi più specifici in questo senso, però devono farlo in base alle loro disponibilità finanziarie: è questa la cosa che ci divide rispetto alle proposte del collega La Torre.
Noi riteniamo che ci sia un estremo bisogno di flessibilità, che però è obbligatoria per tenere in vita un bilancio comunale, oggi, altrimenti avremmo che tutti vogliono fare solo il loro discorso, e poi ci vogliono i sostituti perché uno ha i tempi delle ferie, i tempi della malattia, e così via. Noi dobbiamo ragionare su un discorso della flessibilità che sta entrando in tanti ambienti, non solo nei Comuni della Valle dove è sempre stato presente; però concordo con il collega La Torre sul fatto che questa flessibilità deve essere pagata, ma questo spetta alla contrattazione, alla discussione dei contratti di lavoro. Purtroppo, da anni, si è appiattito tutto e su questo siamo d'accordo con il collega La Torre.
Président - La parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) - Solo per due battute. Una relativamente a tutti i ragionamenti che sono stati fatti riguardo a questo discutibile vigile di villaggio; vorrei solo sottolineare il fatto che, in questi ultimi anni, sono stati inventati i vigili di quartiere, i poliziotti di quartiere, per rispondere a un'esigenza di vicinanza e di pluralità di funzioni che devono essere svolte vicino al cittadino: questo, sempre rispettando le esigenze di qualità di risposta che possono essere date poi in un altro modo.
Ho ripreso la parola per un altro fatto, non volevo introdurlo prima in una discussione che non comprendeva il fatto economico. Mi sono state fatte pervenire delle tabelle che mettono in relazione le varie indennità di funzione dei vari corpi di polizia e quelle dei vigili, da cui si vede che i vigili non sono poi così privilegiati da un punto di vista economico. Se facciamo il ragionamento di un incremento di professionalità che credo condividiamo tutti quanti, magari uno spazio per rivedere le questioni economiche ci deve essere, ovviamente non nella legge, perché così come tutta una serie di richieste devono avere risposte in base alle competenze comunali, le questioni economiche devono essere rispettate nella contrattazione.
Président - Nous passons à examiner les articles.
Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 31
Votants: 26
Pour: 24
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 2:
Conseillers présents: 31
Votants: 26
Pour: 24
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 3:
Conseillers présents: 31
Votants: 26
Pour: 24
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 4:
Conseillers présents: 31
Votants: 26
Pour: 24
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - A l'article 5 il y a les amendement du groupe "Arcobaleno ", qui récitent:
Emendamento
Articolo 5, comma 1, abrogare la frase finale.
Emendamento
Articolo 5, comma 2, nella prima frase sostituire il verbo "possono" con "sono".
Toujours à l'article 5 il y a les amendements n° 1, n° 2 et n° 3 du groupe "Fédération", dont je donne lecture:
Emendamento n. 1 - articolo 5, comma 1
Si propone di eliminare le parole "anche se non in via esclusiva".
Emendamento n. 2 - articolo 5, comma 2
Si propone di sostituire le parole "possono essere" con "sono".
Emendamento n. 3 - articolo 5, comma 4:
Si propone la sostituzione dell'intero comma 4 con la seguente riformulazione:
1. Corpo di Polizia Locale composto da più di 30 unità:
- un Comandante Dirigente (Tenente Colonnello);
- un Vicecomandante Funzionario (Capitano);
- un Funzionario ogni 15 componenti (Tenente);
- un Istruttore ogni 6 componenti (Maresciallo Capo);
- Agenti di Polizia locale.
2. Corpo di Polizia Locale composto da 15 a 30 unità:
- un Comandante Funzionario (Capitano);
- un Vicecomandante istruttore (Maresciallo Maggiore);
- un Istruttore ogni 6 componenti (Maresciallo Capo);
- Agenti di Polizia locale.
3. Servizio di Polizia Locale composto da 7 a 15 unità:
- un Responsabile del Servizio Funzionario (Tenente);
- un Responsabile Vicario Istruttore (Maresciallo Maggiore);
- un Istruttore ogni 6 componenti (Maresciallo Capo);
- Agenti di Polizia Locale.
4. Servizio di Polizia Locale composto da 3 a 6 unità:
- un Responsabile del Servizio Istruttore (Maresciallo Maggiore);
- un Istruttore (Maresciallo Capo);
- Agenti di Polizia Locale.
5. Servizio di Polizia Locale composto da 2 unità:
- un Responsabile del Servizio Istruttore (Maresciallo Capo);
- Agente di Polizia Locale.
6. Servizio di Polizia Locale composto da 1 unità:
- Agente di Polizia Locale.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Volevo brevemente illustrare il significato di questo emendamento, nel senso che se noi vogliamo garantire il rispetto degli standard minimi per lo svolgimento del servizio a livello di un singolo Comune e ci fermiamo qui, diciamo implicitamente che là dove non sono garantiti gli standard minimi, perché possa svolgersi il servizio a livello del singolo Comune, il singolo Comune dovrà necessariamente svolgere in forma associata questo servizio. Direi quindi che è ancora di più che non semplicemente togliere "anche se non in via esclusiva", in quanto comprende la professionalità dell'eliminazione di "anche se non in via esclusiva", ma contiene anche un elemento per cui il Comune è obbligato, se non raggiunge gli standard minimi, a consociarsi: questo consente la professionalità dell'addetto alla polizia locale.
Volevo, qui, rispondere al collega Fiou. Posso condividere tante delle sue osservazioni, ma il problema non è che si voglia che possano sorgere altre professioni analoghe, vigili di quartiere, poliziotto di zona, perché gli esempi che lei ha fatto sono sempre nella stessa area di controllo della zona. Quello che con questo emendamento vorremmo togliere, è il fatto che coesistano per la stessa persona mansioni che sono molto diverse l'una dall'altra, per cui è difficile pensare a una professionalizzazione di una persona che per il 70% funge da necroforo, da stradino, da postino, e poi per il 30% svolge una funzione di controllo. Come è possibile professionalizzare l'esercizio di quel 30%? Non mi sembra possibile dal punto di vista teorico, per questo noi insistiamo su questo emendamento, che per noi è il "clou" della legge. Se questo emendamento - come pure il prossimo - viene accettato, siamo favorevoli all'impostazione complessiva, ma se non viene accettato continuiamo con il nostro atteggiamento di astensione, di non condivisione dell'impianto generale della legge.
Président - La parole au Président de la Région, Perrin.
Perrin (UV) - Seulement pour dire que ce que Mme Squarzino a dit ne répond pas au contenu de l'amendement, parce que l'amendement récite: "Articolo 5, comma 1, abrogare la frase finale", c'est-à-dire: "... anche se non in via esclusiva, almeno un dipendente"...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... cela représente une nouveauté dans le système parce que récite: qu'il y ait au moins un dépendent, et donc c'est une garantie que le service puisse être assuré par un dépendent qui a ses fonctions et qui a la préparation, qui fait les cours de formation et tout. A mon avis c'est un pas de l'avant de la situation actuelle à la situation que la loi prévoit.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 1 du groupe "Arcobaleno":
Conseillers présents: 32
Votants: 10
Pour: 5
Contre: 5
Abstentions: 22 (Borre, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Lattanzi, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Stacchetti, Tibaldi, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - La parole au Conseiller La Torre.
La Torre (FA) - Dico solo che vogliamo una regione moderna, dico solo che il diritto al lavoro esige anche una risposta di rispetto, perché nel 2005 pensare che ci siano persone che a 50 anni devono fare 5 lavori e non sappiano bene qual è quello che predomina l'uno sull'altro, e poi se hanno tempo vanno a prendere anche il pane all'Assessore di turno, dico che la modernità di quello che vogliamo passa anche attraverso dei piccoli gesti e dei piccoli atti. Questo era un piccolo gesto e un piccolo atto di conoscere una professionalità in un piccolo Comune, che anche in un piccolo Comune può esistere una piccola professionalità a servizio dei cittadini... si ritiene che non ci debba essere... mi affido al vostro voto.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 1 du groupe "Fédération":
Conseillers présents: 32
Votants: 7
Pour: 7
Abstentions: 25 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Stacchetti, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non è solo un cambio di verbo, da "possono" a "sono", ma va nell'ottica di dare maggiore professionalità, nel senso che là dove ci sono più di 10 addetti, c'è già un gruppo di persone che va eretto, che va considerato corpo di polizia locale con tutto quello che questo comporta. Questo significa che viene garantita la professionalità, anche in termini di investimenti e di risorse, dando così certezza al futuro di questa categoria di persone.
Président - La parole au Président de la Région, Perrin.
Perrin (UV) - Seulement pour donner une motivation. Dans la proposition originelle, au lieu de 10 il me semble il y en avait plus de 30, donc l'on a considéré la possibilité d'arriver à la constitution d'un corps de police aussi pour un nombre moins important, donnant la faculté aux Communes intéressées de pouvoir disposer d'un corps approprié. Le débat qui a été fait a été de cette nature, c'est pour cela que je retiens de maintenir la formulation.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 2 du groupe "Fédération". Je précise que l'amendement du groupe "Arcobaleno" va échouer après, au cas cet amendement ne soit pas approuvé:
Conseillers présents: 31
Votants: 7
Pour: 7
Abstentions: 24 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Stacchetti, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Egalement l'amendement du groupe "Arcobaleno" n'est pas approuvé. Je soumets au vote l'amendement n° 3 du groupe "Fédération":
Conseillers présents: 31
Votants: 4
Pour: 4
Abstentions: 27 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Curtaz, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Riccarand, Rini, Sandri, Squarzino Secondina, Stacchetti, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président -Je soumets au vote l'article 5:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 25
Contre: 7
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 6:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 7:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 8:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 9:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 10:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 11:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 12:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 13:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 14:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 15:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote le projet de loi dans son ensemble:
Conseillers présents: 32
Votants: 27
Pour: 25
Contre: 2
Abstentions: 5 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.