Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1299 del 11 maggio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1299/XII - Organizzazione di corsi di taglio e cucito. (Interrogazione)

Interrogazione

Rilevato che alcuni anni fa, per l'organizzazione dei corsi di taglio e cucito, sono state acquistate delle macchine da cucire abbandonando la scelta fatta per oltre 20 anni della presa in affitto delle stesse;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per sapere:

1) quali sono state le motivazioni che hanno comportato tale scelta;

2) quali sono gli attuali criteri per la gestione dei corsi di formazione "Taglio e cucito";

3) se nel prossimo futuro sono previsti acquisti di nuove attrezzature.

F.to: Viérin Marco - Comé - Lanièce - Stacchetti

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Per quanto riguarda l'interrogazione del collega Viérin, vorrei fare un brevissimo riepilogo dell'evoluzione dei corsi di taglio e cucito.

Questi corsi per sarte erano nati come corsi di formazione nel 1955, erano gestiti in forma privata dalle suore di San Giuseppe e la Regione interveniva mediante contributi sulle spese sostenute. Successivamente, attorno al 1980, l'Assessorato dell'industria ritenne di trasformare queste attività in interventi più qualificanti dal punto di vista professionale ed assunse il controllo dei corsi: le attività formative iniziarono ad essere organizzate al di fuori dell'ambiente delle religiose, presso vari Comuni della Valle ed all'insegnamento fu adibito anche personale laico, sulla base del possesso di requisiti professionali, quali diplomi o certificati di frequenza presso corsi o scuole di cucito. Si uniformarono i diversi metodi di insegnamento, i programmi didattici e le durate delle attività, cosicché i corsi assunsero la configurazione che ancora attualmente presentano. In particolare venne prevista l'articolazione dell'intervento in 3 anni di corso, ognuno della durata di 400 ore circa, al termine dei quali le allieve conseguono, previo superamento di un apposito esame, la qualifica di sarta. Al triennio fa seguito un ulteriore anno facoltativo, sempre di 400 ore, con il quale è possibile acquisire la specializzazione.

"Quali sono state le motivazioni che hanno comportato tale scelta?"... questa domanda si riferisce al discorso dell'acquisto delle macchine da cucire. Nel periodo di gestione diretta da parte della Regione, cioè dal 1990 al 1999, le attrezzature utilizzate nei corsi di taglio e confezione sono state affittate annualmente presso una ditta specializzata del settore, ai sensi e con le modalità del regolamento regionale 28 marzo 1994, n. 2, concernente l'esecuzione di lavori, provviste, servizi in economia, che, tra i servizi che possono essere assegnati in economia comprende, alla lettera ii), "l'acquisto o noleggio di materiale didattico, sussidi, attrezzature e arredi scolastici, strumenti e materiali scientifici e di laboratorio, mezzi audiovisivi, fotografici e cinematografici". Contrariamente a quanto affermato nell'interrogazione, quindi, la Regione non ha provveduto all'acquisto di alcuna macchina da cucire nell'ambito dei corsi in questione.

A partire dall'anno addestrativo 1999/2000, come si è detto, la Regione ha affidato alla società "Progetto Formazione" l'incarico per l'organizzazione, la realizzazione e la gestione dei corsi di qualificazione e specializzazione per sarte, in vari Comuni della regione, ivi compresa la messa a disposizione delle attrezzature necessarie allo svolgimento dell'attività didattica, secondo le caratteristiche indicate nel relativo disciplinare di incarico. In particolare la società si è impegnata a garantire, assumendone la completa responsabilità, l'idoneità delle strutture, degli impianti e delle attrezzature utilizzati per la realizzazione dell'intervento ed a mantenere la Regione del tutto estranea ai contratti stipulati con i terzi a qualunque titolo, nonché tenere indenne la Regione da qualunque pretesa al riguardo.

Nell'organizzare i corsi per l'anno addestrativo 2002/2003, la società interessata, al fine di ottemperare ai propri obblighi e nell'ambito della propria autonomia gestionale, ha provveduto a richiedere a diverse ditte del settore la migliore offerta per la locazione e l'eventuale riscatto di n. 12 macchine da cucire. A seguito di questo, essendo emerso che al termine del periodo di locazione novembre 2002-giugno 2003 sarebbe stato più conveniente riscattare l'attrezzatura piuttosto che procedere ad un'ulteriore locazione per l'anno addestrativo 2003-2004, la società "Progetto formazione" ha provveduto ad acquisire le macchine di cui trattasi. Attualmente la "Progetto formazione" addebita alla Regione esclusivamente i costi di manutenzione e riparazione dell'attrezzatura in argomento.

"Quali sono gli attuali criteri per la gestione di corsi di formazione taglio e cucito?"... per quanto riguarda il tipo di rapporto instauratosi tra le insegnanti e l'Amministrazione regionale, è certo che almeno dal 1974 al 1989 si operò in una sorta di regime privatistico: alle insegnanti, designate dalla Giunta regionale contestualmente al finanziamento dei corsi, l'Assessorato dell'industria, sulla base delle ore di insegnamento svolte, liquidava mensilmente il compenso spettante provvedendo altresì a versare, ai competenti istituti, gli oneri assicurativi e previdenziali. Nel 1989 la Regione adottò la legge regionale n. 68, del 24 ottobre, che consentiva di costituire rapporti di lavoro a tempo determinato, a tempo pieno o parziale, per la realizzazione di interventi finalizzati. In particolare l'articolo 7, comma 3) della citata legge prevedeva che il personale da adibire a mansioni per le quali è prescritto il possesso del titolo di studio non superiore a quello della scuola dell'obbligo potesse essere reclutato anche attraverso le graduatorie del collocamento ordinario. Così, a partire dal 1990 sino al 1999, le insegnanti dei corsi in argomento sono state regolarmente assunte dalla Regione a tempo determinato, indicativamente dal mese di novembre di ogni anno sino al mese di giugno dell'anno successivo, attingendo dalle citate graduatorie.

L'evoluzione della normativa statale e regionale in materia di assunzione del personale ha però, nel tempo, introdotto nuove difficoltà. Le graduatorie del collocamento infatti, a parità di requisito professionale richiesto, venivano stilate sulla base di parametri che, se da un lato tenevano conto delle oggettive difficoltà della mano d'opera disoccupata - maggior periodo di disoccupazione, minor reddito percepito -, dall'altro non valorizzavano la professionalità e l'esperienza acquisita dalle insegnanti più anziane, rendendone difficile la riconferma, a vantaggio delle disoccupate di più lunga durata. Al fine di risolvere tale problema, nell'intento quindi di garantire la continuità didattica nei corsi e la professionalità del corpo insegnante, l'Amministrazione regionale, a partire dall'anno addestrativo 1999/2000, ha affidato l'organizzazione delle attività alla società consortile "Progetto formazione", la quale, operando in ambito privatistico, può effettuare chiamate dirette e nominative.

"Se nel prossimo futuro sono previsti acquisti di nuove attrezzature"... nel caso, in futuro, si rendessero necessarie ulteriori attrezzature, spetterà alla società incaricata della gestione dei corsi valutare la forma di fornitura più conveniente, ma sicuramente non compete alla Regione acquistare attrezzature per quanto riguarda questo tipo di corsi.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Credo che da una piccola iniziativa come è questa interrogazione si possano fare due considerazioni di carattere generale, nel senso che, se da un lato ringrazio l'Assessore per la chiarezza della relazione che ci ha fatto, dall'altro devo purtroppo rendermi conto che qualcosa non funziona, specialmente quando sento dire che la Regione ha risolto il problema dando un incarico alla società "Progetto formazione", una società privata (e poi andremo a disquisire su chi è il proprietario!).

L'aspetto che mi preme sottolineare è un po' quello che sta succedendo in tanti ambiti, cioè si utilizza questo iter per poi dire: "noi non ne sappiamo niente, sono altri che seguono queste piccole questioni". Premesso che dal punto di vista personale ritengo che la scelta sia stata fatta in maniera corretta, ma faccio rilevare che, mentre da un lato qui si continua a dire che la legge sugli appalti della Regione fa sì che il 70-75% dei lavori vadano ad aziende di fuori Valle, e che quindi non possiamo fare niente, dall'altro quando facciamo un ragionamento su società private che gestiscono situazioni sulle quali la Regione ha un ruolo, anche se società piccolissime, come questa, esse vanno a fare forniture fuori da questa Valle, a prezzi identici se non più alti! A questo punto è chiaro che i Valdostani si chiedono cosa sta succedendo?

Noi ci diciamo sempre, qui e in commissione, che bisogna fare in modo che le piccole realtà valdostane rimangano in piedi, altrimenti se sparisce questo tessuto "a catena" si verificano altri problemi occupazionali, ma anche in queste piccole cose, queste aziende che hanno piena discrezionalità, vanno a fare forniture fuori Valle, la cosa è emblematica, vuol dire che non ci siamo!

Chiedo solo all'Assessore che su questi aspetti faccia una riflessione, verifichi le cose, perché il fatto di dire: "la società "Progetto formazione" è una società privata"" ed è lei che si prende la responsabilità, su questo posso concordare, di andare a scegliere fornitori... a me sta bene, ma allora non nascondiamoci dietro l'alberello per dire che questa situazione nasce perché dobbiamo rispettare le normative sugli appalti! Qui non c'entra la legge sugli appalti, sono scelte privatistiche che vengono fatte! Ma se anche le piccole aziende che noi, come Regione, controlliamo, vanno a fare scelte fuori Valle, è chiaro che i piccoli commercianti e i piccoli imprenditori valdostani ci guardano e si chiedono dove stiamo andando! Ho detto prima che questo è un piccolo problema, ma che sta a dimostrare come si agisca in maniera difforme rispetto a quello che sovente dichiariamo solo a parole.

Mi leggerò attentamente quanto l'Assessore ha dichiarato, perché la sua relazione mi sembra sia stata corretta e quindi trasparente.