Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1283 del 20 aprile 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1283/XII - Tutela dell'integrità di siti di particolare interesse naturalistico nella regione. (Interpellanza)

Interpellanza

Osservato che il dibattito vivace, sereno ed appassionato, sulla possibile realizzazione di una pista trattorabile nel Vallone di Comboé, in Comune di Charvensod, ha riproposto il tema dell'opportunità (ambientale, turistica, economica) o meno di raggiungere ogni angolo della Valle d'Aosta con una strada;

Creduto che si imponga una riflessione sulla necessità di salvaguardare, in modo assoluto, alcune zone particolarmente significative della nostra Regione, per consegnarle naturalmente integre alle prossime generazioni;

Sottolineato come detta esigenza di salvaguardia debba essere il più possibile compatibile con l'obbiettivo di tutelare l'agricoltura di montagna, cui devono essere riservate eventuali risorse alternative;

Ritenuto opportuno conoscere l'orientamento del Governo regionale al riguardo;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

Il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere:

1) se condivide l'esigenza di mantenere integri alcuni siti di particolare interesse naturalistico nella nostra Regione;

2) in caso affermativo, quali politiche incentivanti intende adottare per raggiungere lo scopo.

F.to: Curtaz - Salzone

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Ovviamente l'iniziativa congiunta del sottoscritto e del collega Salzone non ha nulla a che vedere con le prese di posizione politiche...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... e soprattutto non può fare battute in questo senso il collega Comé, perché ricorderà che nel corso dell'altra legislatura, a seguito di un'iniziativa, eravamo stati definiti dalla stampa "una strana coppia", però fu una coppia che ottenne un risultato: chiedevamo allora all'Assessore Vallet di rimuovere l'elettrodotto fra la Cogne e... Chavonne e quella iniziativa ebbe successo perché, per fortuna, quell'elettrodotto, dismesso dal punto di vista operativo, ma ancora lì a far brutta figura di sé, oggi non c'è più. Mi auguro quindi che queste "strane coppie" abbiano il successo che ebbero nel corso della scorsa legislatura. Quello che accomuna il sottoscritto e il collega Salzone, come altri in quest'aula in riferimento a questa tematica, è una questione più di carattere sentimentale - sentimento riferito al valore di Comboé -, che ci ha fatto assumere delle iniziative molto serene ed equilibrate rispetto a quella vicenda. Una vicenda che peraltro tornerà in quest'aula, se abbiamo inteso bene oggi le comunicazioni del Presidente del Consiglio, perché abbiamo appreso che è stata depositata una petizione, di cui conoscevamo l'esistenza, che ha avuto per quanto mi riguarda uno straordinario successo. Mai avrei pensato che su una tematica del genere si raccogliessero 1.600 firme, addirittura ho letto su qualche organo di stampa che, quanto a numero di sottoscrittori, è la seconda petizione in Valle, dopo la petizione contro il ritorno dei TIR al Monte Bianco.

Al di là di tali dati, mi sembra interessante che su un tema di questo tipo vi sia stata questa grossa sensibilità, fra l'altro non è oggetto di interpellanza, ma mi interesserebbe conoscere l'opinione dell'Assessore su tale tema. La vicenda di Comboé, come è stato detto in incontri anche in sedi più riservate con l'Assessore, è stata l'occasione per portare all'attenzione dell'Esecutivo e dell'aula un tema più generale: quello della conservazione di alcuni siti di particolare pregio naturalistico, ambientale, storico nella nostra regione. Non crediamo all'idea che ogni vallone, ogni luogo di questa valle debba per forza essere raggiunto da una strada; a noi sembra un pregiudizio che per tanti anni è stato indiscutibile in Valle d'Aosta, secondo il quale, se vi è un problema di trasporto, lo si risolve con una strada, senza mai pensare ad altre soluzioni. Oggi altre soluzioni cominciano a proporsi però, a nostro giudizio, è necessario un ragionamento più generale e, proprio in ordine a questo, lo scopo dell'interpellanza è conoscere gli intendimenti e la sensibilità della Giunta rispetto a tali tematiche.

Chiudo questa breve presentazione dicendo che quello che anima il sottoscritto e il collega Salzone, ma anche altri colleghi che si sono occupati della problematica, è un'attitudine dialogante, è un'attitudine al confronto e allo stimolo affinché vi siano delle soluzioni che non siano sempre univoche e penalizzanti circa la soluzione della viabilità e del trasporto nelle zone di alta montagna, particolarmente interessanti sotto il profilo naturalistico-ambientale.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura, risorse naturali e protezione civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Come prevedevo, l'intervento del collega Curtaz tocca dei temi di ordine generale, pertanto non darò una risposta su Comboé sia perché ne parleremo comunque durante l'esame della petizione che verrà in aula, sia perché ho avuto la netta sensazione che il collega volesse portare l'argomento sulla politica e sulle strategie. Dirò già subito che non sono in grado di dare una risposta esaustiva alla domanda che pone: "se condivide l'esigenza di mantenere integri alcuni siti di particolare interesse naturalistico nella nostra Regione" e"in caso affermativo, quali politiche incentivanti intende adottare per raggiungere lo scopo", perché, se prendo, come ho preso, il dizionario Garzanti, la definizione che leggo alla parola "integro" è: intero, completo, non avendo subito menomazioni, mutilazioni, danni e simili. Io sto alla lettera dell'interpellanza, ma poi aprirò l'argomento... per cui "integro" che è intero, completo, non avendo subito menomazioni... potremmo cominciare a fare un ragionamento di tipo temporale, perché può essere inteso in senso assoluto e in senso relativo. Se lo stesso argomento fosse stato posto a metà Ottocento, avrebbe avuto un tipo di significato, perché, nel momento in cui si è realizzata la prima mulattiera per salire all'alpeggio di Comboé, si sarebbe potuto dire che si andava ad incidere sull'integrità del territorio. Non voglio esasperare i temi, ma voglio solo dire che tutto è relativo in questo mondo rispetto al momento storico in cui si vive.

Ieri ho partecipato all'Assemblea degli allevatori e in quella sede è sorta con forza la voce di difendere il lavoro che svolgono, è stato detto chiaramente che non si fa abbastanza, prendendo come spunto i dati presentati in Assemblea rispetto alla diminuzione delle aziende zootecniche in Valle, che è un dato eclatante, un dato al di sotto della media europea, che mantiene un numero di capi identico negli ultimi 10 anni, ma che vede un abbattimento delle aziende zootecniche per mille motivi, per una concentrazione delle aziende stesse, perché vi è un cambio generazionale... e ci è stato chiesto con forza di tutelare l'attività della zootecnia e allora dobbiamo delle risposte. Quando parliamo di mantenimento, parliamo di cosa: di mantenere lo "status quo", parliamo di sviluppo sostenibile? È tematica aperta su cui sono certo che avremo la possibilità di confrontarci non so come; di certo posso dirvi che organizzeremo a gennaio del prossimo anno un convegno sull'agricoltura di montagna, che abbiamo concordato con i colleghi delle Province di Trento e Bolzano e con il Friuli Venezia Giulia, a cui inviteremo i colleghi dell'arco alpino, per discutere del ruolo dell'agricoltura di montagna, in quella sede sarà importante confrontarci sulle diverse impostazioni.

Auspico che il Consiglio regionale voglia discutere su questa problematica e per discutere dovremmo avere tutti bene in testa i dati sul territorio della regione, ve ne cito solo alcuni "en passant", perché dovremo fare un'analisi più completa di tutto ciò che abbiamo a disposizione. Solo "a volo di uccello" posso dirvi che allo stato attuale fra aree naturali protette e siti appartenenti alla rete ecologica europea 2000 abbiamo un territorio pari al 23,2% che è sottoposto a tutela ed è un dato che ci colloca fra i più alti in ambito nazionale. Lo cito solo come punto di partenza, senza parlare di territorio sottoposto a vincolo idrogeologico o alla tutela della Sovrintendenza o quant'altro, così come cito un dato freschissimo, ma significativo presentato sabato scorso durante la festa annuale del Corpo forestale: la superficie totale della regione è 3.264 kmq, la superficie produttiva è 1.972, pari al 60% circa, la superficie improduttiva è di 1.292 kmq pari a 39,40%, la superficie boscata è di 89.000 ettari che rappresentano il 27% della superficie totale e il 45% della superficie produttiva; la superficie boscata per abitante è di ben 7.300 mq. Probabilmente siamo la regione con la più alta percentuale di superficie boscata rispetto al territorio globale. Sono dati che vanno visti dal punto di vista dinamico e storico e la distribuzione dei boschi della regione è un argomento che riprenderemo quando presenteremo il Piano antincendio boschivo. Ebbene, la superficie totale forestale nel 1795 era di 58.000 ettari, il territorio della Valle d'Aosta era lo stesso, è passata a 40.000 nel 1850, 25.000 nel 1864 - dopo l'unità di Italia probabilmente hanno fatto i censimenti a modo loro perché è un dato anomalo -, 66.000 nel 1962, 75.000 nel 1974, 86.550 nel 1996, 89.500 nel 1999, cioè abbiamo avuto un aumento enorme negli ultimi 20 anni. I motivi dobbiamo analizzarli, il tavolo della cabina di regia sta lavorando molto bene anche su questi argomenti, tenteremo di uscire da questo tavolo con una definizione unica di bosco, che valga sia per la Sovrintendenza, sia per i servizi dell'Assessorato, ma questo per dire che noi tutti che abbiamo già una certa età possiamo renderci conto che sta avanzando il bosco in modo anomalo in regione. Se a questo aggiungiamo che ben il 92% della superficie è sottoposto a vincolo idrogeologico, possiamo dire che, sotto questo punto di vista, il nostro territorio è tutelato ampiamente, per cui dobbiamo interrogarci sul futuro della Valle d'Aosta soprattutto dal punto di vista produttivo e dello sviluppo economico. Sarà solo turismo e connessi, sarà solo industria e connessi, ci sarà anche il terziario, l'agricoltura è invece destinata a sparire come in altre realtà (i Pirenei per esempio)? Siamo dell'idea che lo sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta debba essere uno sviluppo integrato, che vede le varie forze in campo con pari dignità, e la gestione del territorio è uno degli elementi di fondo. Quando discuteremo di questo ci troveremo molto vicini come posizione, perché difficilmente qualcuno dirà che debba esserci solo un settore piuttosto che l'altro, ma tutti diremo le stesse cose e dovremo confrontarci, ma dovremo dire anche quali strumenti dare alle varie categorie professionali per poter svolgere la loro attività.

Il territorio della Valle d'Aosta è quello che è, è interessante, ma con vincoli che ne condizionano fortemente lo sviluppo. Sono dell'idea che dobbiamo comunque rimanere in un quadro generale e il quadro è quello definito dalla normativa europea, la quale è quella specifica di "Natura 2000", che è quella più generale prevista dal Piano territoriale paesistico, che è il nostro punto di riferimento. In quella sede è già stato fatto il ragionamento che facevo prima, cioè qual è lo sviluppo che vogliamo per la Valle d'Aosta e quella sede ha tenuto conto di diverse esigenze e le ha compensate in un documento. Sono dell'idea che il PTP non debba essere stravolto nella revisione al momento in cui lo faremo, per cui rinvio dal punto di vista formale questo ragionamento al ragionamento dell'aggiornamento del PTP dal punto di vista più generale, perché ad oggi non possiamo che far riferimento a quel documento che ricomprende tutte le zone "ZPS", tutte le aree naturali protette e le tutela in una fase in cui siamo ancora mancanti dei piani di gestione delle zone protette. Una decina di queste zone mancano ancora dei piani di gestione e lì "si gioca la partita". È facile scrivere che la zona del Monte Rosa è zona "sic"; è più difficile dire che è zona "sic" la zona del fondovalle dell'Envers da Pontey a Pollein come pretenderebbe il Ministero dell'ambiente, perché andare a definire un piano di gestione di quella ipotetica zona "sic" sicuramente diventerebbe difficile per conciliare le esigenze di chi abita nel fondovalle rispetto alle esigenze di tutela del gufo reale. Questo per dire che dobbiamo ancora applicare la normativa esistente e non siamo ancora stati in grado di farlo, perché vi è ancora molta discussione accademica a livello nazionale ed internazionale. Una cosa è dire: "dobbiamo fare il piano di gestione", altra cosa è dire come applicarlo il piano di gestione... come scriverli i piani di gestione, perché vanno ben al di là della tutela della fauna e della flora, ma vanno in un'ottica di gestione del territorio compatibile.

Cosa stiamo facendo? Abbiamo aderito anche per questi motivi a un progetto "Interreg" dal nome un po' strano: "Cogeva Vahsa", ma significa "Coopération, gestion et valorisation des espaces protégés de la Vallée d'Aoste et de la Haute Savoie", perché sono territori uguali dal punto di vista geomorfologico; partecipano a questo progetto anche Torino, Cuneo, Imperia, i territori adiacenti e per la zona de la Haute Savoie, la Savoie, Hautes-Alpes, Alpes de Haute-Provence, Alpes-Maritimes, la Suisse... è un po' l'ambito della "Cotrao", per intenderci. In questo progetto che è appena decollato qual è "l'origine du projet et le contexte de départ"? Le réseau alpin des espaces protégés est directement issu sur la Convention alpine. Il vise à favoriser les échanges entre les espaces protégés et à développer des projets communs. L'objectif général du projet est de renforcer l'échange et la coopération dans le secteur de la protection de la nature, de la gestion et de la valorisation des espaces naturels protégés, des sites "Nature 2000" par la mise en place d'une stratégie commune d'action dans une logique de développement durable. Les objectifs concrets, les résultats et les impacts attendus sont: ce projet s'inscrit plus précisément dans des objectifs de préservation et valorisation des aires naturelles protégées, maintien des équilibres des écosystèmes et protection de la biodiversité, harmonisation des niveaux de connaissance et du suivi de la biodiversité, développement durable en associant les acteurs locaux - office du tourisme, gestionnaires de refuges - et le grand public à la gestion des espaces protégés et les actions se déclineront autour de l'échange sur les objectifs et savoir-faire pour l'élaboration de la révision du Plan d'aménagement d'espaces protégés, notamment pour intégrer la dimension "Nature 2000", l'harmonisation des méthodes de suivi et de protection des habitats et des espèces par la mise en place de réseaux de placettes de suivi de la biodiversité et la définition d'actions de protection des espèces sensibles, la création d'outils de communication coordonnée par l'information et la coopération et gestion administrative, et cetera. È un progetto che dovrebbe servirci per definire le linee strategiche comuni che vanno al di là delle zone protette: vanno nell'ambito della gestione del territorio nel suo insieme, perché, se si potrà dimostrare che è compatibile una logica protezionistica rispetto a una logica di sviluppo territoriale, come speriamo di poter dimostrare, è evidente che il ragionamento ideologico fra il "sì" e il "no" dovrebbe essere superato. Sono contrario a ragionamenti di tipo ideologico, sicuramente la ragione sta nel mezzo, per cui "no" a ragionamenti ideologici, ma "sì" a ragionamenti calati sul territorio regionale.

Questo progetto deve servire per fare delle simulazioni rispetto ad esigenze diverse. Rinvio pertanto il ragionamento, do solo alcuni spunti per far partire un ragionamento di più vasta portata, che coinvolge tutti i settori del Governo regionale, coinvolge il Consiglio, le commissioni del Consiglio regionale. A mio parere questo tipo di ragionamento andrebbe fatto in ambito di commissione consiliare, perché questo è il ruolo del Consiglio. Su questo voglio ringraziare i consiglieri che hanno posto il problema in tali termini, perché, per rispondere alla seconda domanda, qui ritorno alla risposta che è stata data rispetto a Comboé... nel dire quali sono gli interventi attualmente possibili nel Piano di sviluppo rurale, che costituisce per la Regione un ambito non superabile in tale fase, tranne poter ottenere qualcosa di più in questa logica di cui stiamo parlando nell'ambito della revisione del Piano di sviluppo rurale che cominciamo a fare per presentare il documento nel 2006. Questa può essere l'occasione per dire: "guardate che noi vogliamo andare al di là di certi tipi di ragionamenti che molte volte si limitano all'aspetto contributivo, 75% di contributo per gli alpeggi, misure agroambientali, eccetera, ma dobbiamo aprire il confronto sul ruolo della montagna in senso lato".

A Verona durante il "Vinitaly" ho sentito delle affermazioni importanti da parte del Ministro Alemanno rispetto alla viticoltura, perché ha affermato di aver posto durante un incontro con la Commissaria europea il problema del diritto di reimpianto dei vigneti, chiedendo di estrapolare i settori di montagna dai diritti di reimpianto. Pare vi siano risposte di tipo positivo. È un piccolo passaggio importante, ma potrebbe essere il prodromo per un ragionamento di tipo più vasto rispetto alla problematica della montagna e potrebbe permetterci di gestirci in modo meno vincolistico - in senso normativo - il nostro piccolo e caro territorio della Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Credo che l'Assessore abbia tenuto conto che oggi stiamo svolgendo un Consiglio particolarmente breve, quindi oggi si è preso la libertà di esprimere in maniera filosofica le sue idee sul ruolo della montagna, perché abbiamo sentito delle osservazioni di carattere generalissimo sul ruolo della montagna e sulla riflessione che si dovrà fare. Noi avevamo delle idee meno ambiziose, ci accontentavamo di sapere qualcosa in ordine a una tematica sì generale, ma era quella della viabilità di montagna. Siamo partiti da Comboé, non era necessario scomodare Garzanti! Se anche in ipotesi l'interpellanza non fosse stata chiara, nell'illustrazione si è detto che lo scopo era quello di capire se vi è interesse da parte del Governo rispetto a questa problematica e, in caso affermativo, come si vuole affrontarla, tutto lì!

Quanto al concetto che lei ha ripreso del sito integro, condivido che si tratta di una definizione che può essere relativizzata ma, quando parliamo di viabilità rurale, mi sembra che il discrimine possa essere considerato quello della strada carrozzabile. Oggi di cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo di siti in riferimento ai quali vi sono delle persone che dubitano che la soluzione al problema trasporto in alta montagna debba essere quella della costruzione di una strada. Può darsi che ogni tanto vada bene costruire una strada, ma non crediamo che costruire una strada sia sempre la soluzione, è questo il punto, dobbiamo cercare delle alternative. Tutti i discorsi fatti poi sono stati anche interessanti, mi è piaciuto quello degli ettari di bosco, mi sarebbe piaciuto sentire anche qualche osservazione sui chilometri di strade poderali rispetto al passato. Guardi, mi ha dato un'idea per fare un'iniziativa il prossimo Consiglio. Credo - faccio una previsione, spero di essere smentito - che con la somma dei chilometri delle strade poderali e delle piste trattorabili in Valle si vada da qui a Palermo, credo che siamo oltre 1.500 chilometri! Lo chiederemo, è già stato fatto una quindicina di anni fa in Consiglio, quindi i dati devono solo essere aggiornati.

Ancora un'osservazione prima di lasciare la parola al collega Salzone. È vero quello che l'Assessore dice, che abbiamo bisogno di una politica economica integrata, in cui vi è il giusto ruolo per il turismo, per l'agricoltura, per l'industria, ma non possiamo pretendere che in tutti i luoghi del nostro territorio vi sia tutto. Dobbiamo trovare dei siti del nostro territorio regionale dove svolgere l'industria, dei siti dove si può fare l'agricoltura di un certo tipo, degli altri siti in cui ci deve essere una positiva commistione fra agricoltura di montagna e un certo tipo di sviluppo turistico. Non possiamo più farlo a Courmayeur o a Cervinia, possiamo farlo a Comboé tale discorso; è per questo che ci permettiamo di fare questa riflessione. Credo che avremo occasione di tornare ancora su tali temi, anche perché ritengo che la risposta dell'Assessore non sia stata soddisfacente.

Presidente - La parola al Consigliere Salzone, per complemento di replica.

Salzone (FA) - Uno scopo questa interpellanza lo ha raggiunto: avevamo un fine molto più semplice, lo diceva il collega Curtaz, però abbiamo assistito a uno "show" dell'Assessore, che ci ha fatto un trattato sulla gestione del territorio della Valle d'Aosta, ci ha parlato di un piano di sviluppo rurale, e io farò tesoro delle parole che lei ci ha anticipato, ci ha parlato dello sviluppo sostenibile integrato e sicuramente sono argomenti che poi riprenderemo in un altro passaggio. Certo è che, rispetto a questa interpellanza, l'Assessore ha voluto fare tutto meno che rispondere, ma poi peraltro mi sembra che lo abbia anche detto nella replica: lei non ha voluto rispondere.

Il mio interessamento a questo problema deriva in modo particolare da ricordi dell'adolescenza, quando andavo a Comboé con i miei compagni, ricordi che mi legano a un aspetto della montagna integra. È ovvio che il senso della nostra interpellanza era quello di lanciare un messaggio, non era quello di fare un trattato sul territorio. Un messaggio che peraltro è trasversale, come diceva il Consigliere Curtaz, perché ha coinvolto altri consiglieri oltre noi. Il messaggio trasversale è quello di dirci: "manteniamo integra la montagna il più possibile, ma con questo non è che vogliamo dire che non siamo per uno sviluppo integrato, anzi siamo per poter lavorare l'agricoltura in montagna, ci mancherebbe altro!".

Ho colto però nel suo intervento anche qualche segno di contraddizione, mi consenta. Mi pare che lei abbia detto che l'agricoltura di montagna nei tempi passati era più florida ed erano i periodi in cui vi erano meno strade; ora il nostro problema è che siamo per mantenere sì l'agricoltura di montagna, ma non con sentieri che diventano poi strade, perché, anche se non sono asfaltati questi sentieri larghi 2-3 metri, sono sempre delle strade! Mantenere integro il territorio allora vuol dire cercare di salvaguardare questo aspetto in modo particolare ed ecco perché riteniamo che il senso della nostra interpellanza era solo un messaggio e vuole essere un messaggio di salvaguardia della montagna. Pensi, glielo faccio io questo discorso, dovrebbe lei farlo a me, non io a lei. Tutto lì.

Torneremo sul problema del territorio, ma questo era semplicemente quello che volevamo dire, cioè lanciare questo messaggio in sintonia, come peraltro è già stato fatto con altri discorsi. Quando in passato ha dato delle risposte, sono state delle risposte più concilianti rispetto alle nostre richieste; oggi lei non ha voluto rispondere, ne prendiamo atto, ma ci torneremo in un altro momento.