Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1134 del 9 febbraio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1134/XII - Processo di integrazione di persone disabili presso il Convitto Federico Chabod. (Interpellanza)

Interpellanza

Vista la recente comunicazione del Collegio degli Educatori del Convitto regionale "F. Chabod" di Aosta, in cui si segnala il problema relativo all'insufficiente numero di Operatori di sostegno per l'integrazione degli alunni diversamente abili;

Considerato che il Convitto regionale, a differenza delle analoghe strutture a livello nazionale a cui non sono ammessi alunni portatori di handicap, accoglie sia casi di disagio sociale (37) sia disabili (diciotto, di cui quattro su sedia a rotelle), pari complessivamente a circa un quinto degli ospiti del Convitto;

Considerato che la carenza di operatori specializzati in tale settore non può che incidere negativamente sulla qualità dell'assistenza educativa fornita agli ospiti del Convitto, tenendo conto che le ricadute sono più gravi nei confronti dei soggetti più deboli;

Considerato ancora che lo status giuridico degli Operatori di sostegno è a tutt'oggi caratterizzato dalla precarietà del rapporto di lavoro e dalla indeterminatezza delle funzioni e compiti richiesti;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta per sapere:

1) se ritiene che il Convitto regionale debba continuare a svolgere anche un ruolo importante in merito al processo di integrazione delle persone disabili e se intende garantire le condizioni affinché tale ruolo sia svolto in modo efficace;

2) come valuta la richiesta avanzata dal Collegio degli Educatori del Convitto regionale, se, come, e in quali tempi intende dare una risposta alla situazione di emergenza segnalata;

3) se ritiene che il ruolo degli Operatori di sostegno sia un anello indispensabile nel processo di integrazione per gli alunni diversamente abili e, in questo caso, se intende ripensare al loro stato di precarietà, in che modo e in quali tempi.

F.to: Squarzino Secondina - Salzone

Presidente - La parola al Consigliere Salzone.

Salzone (FA) - Come tutti i Consiglieri, abbiamo ricevuto la lettera che è stata inviata dal Collegio degli educatori del Convitto "Federico Chabod" di Aosta, in cui si segnalano i problemi relativi all'insufficiente numero degli operatori di sostegno, una figura che riteniamo di fondamentale importanza nel campo del sociale.

All'interno del Convitto regionale, a differenza di analoghe strutture, sono ammessi portatori di handicap; il Convitto accoglie casi di disagio sociale, ben 37, disabili 18 (di cui 4 in carrozzella): questo è l'aspetto che ci andava di segnalare, cioè il fatto che il Convitto regionale, a differenza di altri, svolge una funzione sociale molto lodevole. L'altro aspetto che ci premeva segnalare e che è stato oggetto di interpellanze nei Consigli passati, riguarda lo stato giuridico degli operatori di sostegno, che, ad oggi, caratterizza la precarietà del rapporto di lavoro, ma soprattutto la poca chiarezza dei compiti e delle funzioni che devono svolgere. Insieme alla collega Squarzino abbiamo voluto approfondire il problema, convocando e sentendo alcuni tra i rappresentanti del Collegio degli educatori del Convitto, per capire e toccare con mano quali sono i reali problemi.

È evidente che, essendo un numero molto limitato gli operatori di sostegno, i docenti sono obbligati a svolgere funzioni che non sono alla loro portata, quindi è evidente che il problema va esaminato con serietà; credo che potremmo anche pensare di discutere insieme, per cercare di trovare una soluzione ad una problematica di fondamentale importanza, più volte si è parlato del problema degli handicappati e del ruolo che svolgono gli operatori di sostegno ed è pertanto comprensibile che una soluzione sia di assoluta urgenza.

I problemi sono stati sviscerati nell'interpellanza in modo molto chiaro. Chiediamo all'Assessore cosa pensa del ruolo degli operatori di sostegno, cosa pensa di fare rispetto ai problemi annunciati dal Collegio degli educatori del Convitto e aspettiamo che con la sua risposta ci fornisca dati concreti, perché la questione è di fondamentale importanza.

Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.

Charles (UV) - Pour ce qui concerne le rôle de l'Internat régional quant au processus d'intégration des personnes porteurs de handicap, je précise que le Département de la Surintendance, à l'exécution de l'attribution de postes aux auxiliaires de vie scolaire pour l'année 2004/2005, a accueilli toutes les requêtes présentées.

En ce qui concerne cet Institut, je précise que le nombre attribué des auxiliaires de vie scolaire atteint 16 unités et correspond à l'exigence exprimée par l'Institut lui-même au moment du départ. J'assure, en outre, que des 16 unités, il y a bien 11 auxiliaires qui suivent l'élève soit à l'Internat soit à l'Institution scolaire - donc à l'école et hors de l'école -, donnant ainsi la possibilité de continuer, dans le temps, le travail social. En effet, on reconnaît l'importance du rôle de l'auxiliaire de vie scolaire qui s'identifie à un rôle d'éducateur et à un rôle de relation, indispensable dans le rapport avec un élève porteur de handicap, vu la spécificité de son cas.

Actuellement, dans cette phase de l'année scolaire, l'Administration ne peut pas procéder avec une éventuelle attribution supplémentaire de personnel pour affronter ces situations, telles que les absences du personnel du service pour de brèves périodes, qui - cela est certain - cause une gêne due à l'indisponibilité des ressources. En particulier, aujourd'hui, le remplacement d'un auxiliaire doit être effectué, comme pour toutes les Institutions scolaires, à travers une organisation interne des ressources professionnelles disponibles.

Étant bien entendu que l'engagement que l'Administration s'est assumée pour l'insertion et l'intégration des élèves porteurs de handicap, nous ne pouvons pas nous soustraire à une confrontation avec les experts du secteur pour essayer de résoudre leurs problèmes. Ma réponse à la lettre que vous avez citée, c'est-à-dire à la lettre du Collège des éducateurs, que tous les Conseilles et moi-même nous avons reçue, est allée dans ce sens et je sais que le problème des experts - c'est-à-dire des auxiliaires de vie scolaire -, ayant un engagement sur 2 ans, est un problème qui devra être affronté avec décision par le collègue Fosson et moi-même et nous en avons déjà parlé, effectivement.

Pour compléter votre troisième question, quel est le rôle que j'attribue à ces éducateurs et que leur travail doit être un anneau indispensable dans le processus d'intégration pour les élèves qui ont des capacités différentes, je dois affirmer qu'à travers le plan éducatif personnalisé peuvent être réalisés des interventions intégrées et complémentaires ayant pour objectifs de favoriser l'intégration scolaire et sociale de l'élève porteur de handicap, promouvoir l'autonomie personnelle et sociale et garantir les interventions pour que ces élèves puissent affronter leurs besoins primaires. Ces objectifs, partagés et discutés avec les opérateurs scolaires, - auxiliaires de vie scolaire - et la famille, peuvent être développés par les opérateurs et le rôle de ces opérateurs concerne le développement d'habiletés sociales et avec des liaisons nécessaires avec le territoire.

Le problème est connu, on en parlera avec le Bureau du personnel, l'Assesseur Fosson et moi-même.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Condividiamo l'affermazione finale dell'Assessore che questo è un problema da tempo conosciuto e sottolineavo come, a gennaio 2004, era stata presentata una relazione sulla sperimentazione del servizio integrato per gli alunni portatori di handicap nelle scuole della Comunità montana Mont Rose, Walser, Evançon, il cui obiettivo era quello di verificare che risposta dare rispetto all'assistenza al sostegno agli alunni handicappati nelle scuole: è lo stesso problema che si trova ad affrontare il Convitto, oggi. Già allora, su nostra sollecitazione, l'Assessore nel maggio 2004 aveva detto: "ne parleremo insieme all'Assessore Fosson". È passato un po' di tempo, il problema non è solo della validità biennale della graduatoria delle persone che hanno superato l'esame per accedere all'incarico di operatore di sostegno, il problema è molto più profondo e lei lo sa bene! C'è un problema di "status" giuridico di questo personale, che non consente di svolgere il compito per cui è nominato.

L'Assessore ha ricordato che compito dell'operatore sociale è quello di educare, è una figura professionale che cura la relazione; lei sa bene che la relazione con persone diversamente abili è fondamentale per l'equilibrio e, una volta che è stata costruita, credo che il bambino, l'adolescente, abbia necessità di continuare questa tipologia di relazione.

Il meccanismo che oggi presiede alla figura dell'operatore di sostegno nega alla radice questa possibilità; primo, perché sono operatori di sostegno che ogni 2 anni devono fare il loro esame e non sempre lo superano e, anche se supera l'esame, non sempre è nominato allo stesso posto, non sempre con lo stesso alunno che ha seguito. E comunque ogni 2 anni c'è una cesura, anche perché il fatto che manchi un riconoscimento di professionalità, acquisito di anno in anno da queste persone, fa sì che le persone, anche quelle motivate, che hanno grande predisposizione per questo tipo di lavoro, se trovano altri lavori più sicuri, se ne vanno. Ciascuno deve fare un progetto di vita; a 20-25 anni si può costruire un progetto di vita che ogni 2 anni è messo in discussione, ma non più a 35-40 anni!

C'è poi un altro aspetto altrettanto grave. Lei dice che nella scuola, quando non è possibile integrare il personale supplente, si ricorre a risorse interne. Qui c'è una differenza fondamentale; lei sa benissimo che questo per gli insegnanti riguarda un periodo molto breve, 5 giorni, 10 al massimo superato il quale si ricorre ad un supplente, mentre qui ci troviamo di fronte anche a situazioni molto diverse; è sufficiente che ci sia una malattia o una maternità, per cui questo operatore di sostegno non può più continuare il suo lavoro. E come viene sostituito? Viene sostituito ricorrendo alla graduatoria, se ci sono ancora dei posti, e in genere i posti non ci sono più, perché non è una graduatoria appetibile per i motivi che ho detto prima, oppure ricorrendo all'Ufficio di collocamento.

Ora, la sostituzione di questo operatore va inserita nel "calderone" grande di tutte le supplenze che l'Amministrazione regionale ha bisogno di reperire, quindi è chiaro che l'Amministrazione decide che questa chiamata la fa una volta al mese. È una procedura che rispetta la tipologia di lavoro di un ufficio in cui ci sono quasi sempre altre risorse che possono smaltire - se pur in tempi più lunghi - il lavoro. Ma qui è diverso! Qui è il rapporto educativo con un diversamente abile, una persona che probabilmente è riuscita con quell'operatore ad instaurare una relazione educativa e che si vede tolto questo supporto importante, e magari per 1 mese, 2 mesi, 3 mesi! Questo crea un grande disagio, creerà un disagio - stiamo parlando degli educatori del Convitto - agli educatori che sono costretti ad assumere, oltre alla guida di quel gruppo di alunni a loro assegnati, anche il compito di seguire in modo particolare questo ragazzo diversamente abile. Il disagio è duplice: non solo per gli educatori, che non riescono a seguire i due, perché se c'è un ragazzo in carrozzella che ha bisogno di accompagnamento, l'educatore non può accompagnare il ragazzino e contemporaneamente seguire gli altri nel momento dello studio, quindi a parte il disagio dell'educatore, è il disagio forte anche del ragazzo diversamente abile.

Tutta la volontà politica che noi condividiamo, che la Regione ha definito nel momento in cui ha accettato che il Convitto regionale accogliesse anche alunni diversamente abili, quindi lo sforzo che ha fatto la Regione nel dare a questo Convitto le risorse per poterlo fare, tutta questa volontà politica è vanificata! Noi continuiamo a insistere perché questo problema venga risolto in tempi brevi; non si può aspettare nel 2006, quando siamo alla vigilia della scadenza della graduatoria, per affrontare questa situazione!