Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1132 del 9 febbraio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1132/XII - Cause di un "black-out" di telecomandi per effetto di interferenze in una zona di Aosta. (Interrogazioni)

Interrogazione

Venuti a conoscenza del "black-out" verificatosi ad Aosta a partire dalla giornata di giovedì 20 gennaio che, per diversi giorni, ha paralizzato i cancelli, le sbarre automatiche e i telecomandi delle automobili nella zona nord-est della città, costringendo i cittadini ad un disagio non previsto;

Riscontrato l'intervento dei tecnici dell'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che hanno effettuato una serie di rilievi per la valutazione dei livelli di campo elettromagnetico a radiofrequenza, presenti nella zona, e che hanno segnalato l'anomalia alla polizia postale;

Accertato che l'anomalo caso ha avuto un eco nazionale, con diversi servizi televisivi nei telegiornali delle reti Rai e Mediaset;

Preso atto che il 24 gennaio un troupe di "Striscia la notizia", il telegiornale satirico di Canale 5, ha effettuato, grazie alla collaborazione di tecnici provenienti da fuori valle, le misurazioni necessarie ed ha scoperto la causa del disturbo che provocava la paralisi dei cancelli, le sbarre automatiche e i telecomandi delle automobili, eliminando il problema;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

La Giunta regionale per sapere:

1) come ha proceduto l'Arpa di fronte alle segnalazioni dei cittadini e come mai non è riuscita a trovare la soluzione;

2) quale sia l'organo preposto al controllo ed al monitoraggio di disturbi e di interferenze di tipo radioelettrico, alla luce anche delle dichiarazioni rese dal direttore dell'Arpa ai mass media, in base alle quali l'Azienda regionale avrebbe svolto pienamente ed efficacemente i propri compiti.

F.to: Salzone - Lanièce - Squarzino Secondina

Interrogazione

Premesso

- che un'interferenza elettromagnetica ha impedito, per diversi giorni, il funzionamento dei telecomandi e degli antifurti in una zona di Aosta;

- che tale notizia ha avuto rilievo in diverse edizioni di telegiornali nazionali;

- che l'ARPA non è riuscita a individuare la fonte di tale fenomeno;

- che l'origine del fenomeno è stata poi scoperta in poche ore da esperti ingaggiati da una troupe di "Striscia la notizia", nota trasmissione televisiva che non ha perso l'occasione di burlarsi dell'ARPA per l'insuccesso collezionato;

ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per conoscere:

1) per quali ragioni l'ARPA valdostana non è riuscita ad individuare la fonte del disturbo di cui in Premessa;

2) quali valutazioni esprime sul caso in esame.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Prima di passare alla risposta in merito alle interrogazioni, preciso che avevo richiesto all'ARPA una relazione tecnica dettagliata che descrivesse le attività di monitoraggio e misurazione, effettuate in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini residenti nelle zone interessate dal "black-out" verificatosi ad Aosta a partire dalla giornata di giovedì 20 gennaio 2005, che hanno causato il malfunzionamento dei dispositivi di apertura e chiusura di cancelli, sbarre automatiche e dei telecomandi delle automobili, nella zona nord-est della città. La relazione è a disposizione degli interroganti.

Per quanto riguarda il primo punto, ricordo che nella mattinata del 20 gennaio 2005 è stata segnalata all'ARPA un'anomalia nel funzionamento dei telecomandi di alcuni cancelli in Via des Seigneurs de Quart e di un'automobile in Corso Ivrea presso la Scuola media "St. Roch". In seguito a tale segnalazione i tecnici dell'Agenzia sono intervenuti, alle 10,30 circa, presso la Scuola "St. Roch" in Corso Ivrea, 19. Sono state eseguite misure di campo elettrico in banda larga e i valori rilevati non superavano 0,2 V/m (soglia di rilevabilità del sensore, quindi il minimo). È stato inoltre possibile verificare il non funzionamento del telecomando di attivazione della chiusura centralizzata dell'auto per la quale era stata segnalata l'anomalia; tuttavia, l'antifurto radiocomandato dell'auto dell'ARPA non presentava anomalie di funzionamento, né si registravano anomalie da parte di altri telecomandi.

Nel pomeriggio del 20 gennaio, tra le 14 e le 16, sono stati eseguiti rilievi in Via des Seigneurs de Quart, presso uno slargo e nelle immediate vicinanze dei cancelli soggetti a funzionamento anomalo. Sono state eseguite misure di campo elettrico in banda larga nella gamma di frequenze da 100 kHz a 3 GHz, che sono quelli che possono avere influenza per la salute, rilevando il valore medio su 6 minuti come richiesto dalla normativa vigente ai fini della valutazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Il valore massimo registrato è di 0,37 V/m, quindi nettamente inferiore alla soglia di pericolo di rischio. Durante l'intervento si è potuto constatare che alcune porte automatiche di box, comandate a distanza con radiocomando, non si aprivano se il telecomando non veniva avvicinato alla porta e, anche in questo caso, dopo ripetuti tentativi. Dispositivi analoghi, nella stessa area, non presentavano alcuna alterazione delle funzioni. Mediante un apposito apparecchio si è identificata la frequenza operativa del telecomando in questione.

Nel pomeriggio del 21 gennaio, tra le 14 e le 16,30, sono state eseguite ulteriori verifiche con misure in banda stretta, in una gamma di frequenze nell'intorno di quella dei telecomandi, nel piazzale privato da cui si accede ai box, in Via des Seigneurs de Quart, 33. Sono stati memorizzati i dati utilizzando le impostazioni dell'analizzatore di spettro che consentono di memorizzare gli sviluppi di queste correnti, poi le acquisizioni sono state ripetute utilizzando apposite antenne. Il giorno 24 gennaio sono state ripetute le misure di campo elettrico in banda larga presso la Scuola "St. Roch" e in Via des Seigneurs de Quart: i valori registrati erano molto bassi, da 0,20 V/m a 0,35 V/m, quindi ininfluenti per quanto riguarda la salute. I rilievi eseguiti al fine di valutare l'esposizione della popolazione hanno evidenziato il rispetto dei valori di riferimento previsti dalla normativa vigente: il valore massimo misurato, mediato su 6 minuti, è di 0,37 V/m in una zona considerata area intensamente frequentata nella quale è previsto il rispetto del livello di 6 V/m.

Ai fini della verifica del permanere delle condizioni di rispetto dei limiti previsti dalla normativa è stata installata una centralina di monitoraggio continuo del campo elettrico, nel giardino della Scuola "St. Roch". È stata inoltre condotta un'analisi in frequenza nella banda di funzionamento dei telecomandi che non ha evidenziato la presenza di segnali di intensità rilevante ai fini della protezione dei cittadini dalle radiazioni elettromagnetiche.

In merito alle questioni sollevate riguardo all'organo preposto al controllo e al monitoraggio di disturbi e di interferenze sono necessarie alcune precisazioni. L'ente deputato all'identificazione delle sorgenti alle diverse frequenze è l'Ispettorato per le telecomunicazioni. Non a caso, il giorno 21 gennaio gli agenti della Polizia postale di Aosta e il Corpo di vigilanza e ispezione dell'Ispettorato per le telecomunicazioni sono intervenuti sul posto. In tutte le situazioni in cui si renda necessario un riconoscimento selettivo della paternità delle frequenze irradiate è richiesto per legge l'intervento di funzionari dell'Ispettorato per le telecomunicazioni (vedi il caso recente dei rilievi inerenti la riduzione a conformità nella zona di Gressan-Les Fleurs).

Nel pomeriggio di venerdì 21 gennaio i tecnici ARPA, con l'analizzatore di spettro, hanno individuato la frequenza oggetto di interferenza sui 433,9 MHz, e il presunto segnale interferente. La potenza del segnale è dell'ordine di un milione di volte inferiore al limite previsto dalla vigente normativa per l'esposizione della popolazione. Livelli di questa entità possono essere significativi dal punto di vista del disturbo alle apparecchiature elettroniche, ma escono dall'ambito di competenza dell'ARPA. Si passa infatti da un ambito di prevenzione dell'inquinamento elettromagnetico - come individuato dalle normative vigenti, avente per oggetto la salute della popolazione - ad un ambito di compatibilità elettromagnetica, che riguarda la possibile influenza reciproca di dispositivi radioelettrici. Il "rapporto ARPA" sulle misure effettuate, contenente anche l'identificazione della frequenza interferente, per dovere di ufficio è stato spedito martedì 25 gennaio, via fax, alla Polizia postale.

In conclusione, l'ARPA non ha individuato la fonte del disturbo perché non ha diretto la sua azione in tale direzione, in quanto non di sua competenza; ha però fornito alla Polizia tutti gli elementi per individuare l'origine del disturbo. Ricordo che l'attribuzione ad ARPA di competenze in tema di compatibilità e interferenze elettromagnetiche richiederebbe la modificazione sia della legislazione nazionale, sia di quella regionale in materia.

Presidente - La parola al Consigliere Salzone.

Salzone (FA) - Brevissimamente, perché su questa vicenda ormai siamo andati dappertutto, sui giornali, sulle televisioni, quelle umoristiche e quelle meno umoristiche, tanto che sono circolate in questo periodo battute quali: "non so se l'Arpa era uno strumento che funzionava". Devo dire che la sua risposta mi ha stupito, perché è una risposta "molto accademia", lei è una persona troppo intelligente, Assessore, per non capire che qui, lei, ha chiesto dei dati all'ARPA e non ha fatto altro che riprendere ciò che era già stato detto sui giornali! È evidente però che un disagio di questo tipo, al di là del lato umoristico, non ha dato una bella immagine sulla funzionalità della nostra struttura e pensavo che nella sua risposta ci fosse anche un incentivo per cercare di capire se a situazioni di questo tipo si poteva far fronte in futuro.

Lei risposte non ne ha date, perché è vero che la Polizia postale ha il compito di andare a verificare se c'è il campo elettromagnetico e la radiofrequenza disturbata - tutte cose tecniche -, ma se aspettiamo di avere i risultati dalla Polizia postale come le Poste, alla fine non riusciamo ad avere alcuna risposta! Immaginavo che ci fosse l'intenzione di potenziare magari questa struttura, per ovviare a problemi di questo tipo. Al di là di questo, rimane un aspetto di immagine negativa che abbiamo dato, non solo all'interno della nostra regione, come si sa, visto che siamo andati sui giornali e sulle televisioni nazionali, e quindi è stato un altro momento di non bella immagine data della nostra regione.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Meno male che c'è "Capitan Ventosa", Assessore Cerise, meno male che questo personaggio popolare e ironico di "Striscia la notizia" con il suo stura-lavandini in testa è riuscito ad individuare, in luogo dei potenti mezzi dell'ARPA valdostana, qual è stata la fonte di questa interferenza che non ci sembrava così drammatica nel doverla individuare! Anche perché il "Capitan Ventosa" si è avvalso della collaborazione di tecnici privati chiamati da Alberga e che erano dotati di un semplicissimo analizzatore di spettro con un'antenna, strumenti che l'ARPA possiede dal 1999 e per il cui utilizzo era anche stato effettuato un corso di formazione specifica, perché si legge nella relazione "acquisizione pratica operativa analizzatore di spettro a radiofrequenze". Sono strumenti, questi, che servono non solo a rilevare la frequenza disturbata e la frequenza che disturba, ma anche, con un po' di sapienza, la fonte.

Abbiamo ascoltato il suo rapporto sulla dinamica dei fatti che sembrava narrare l'incidente occorso, mancava l'utilizzo del passato remoto per avere una relazione più aderente a quella tipica che viene effettuata da coloro che intervengono quando vanno a rilevare incidenti di questo tipo o incidenti stradali. È sconcertante, Assessore, che dobbiamo cadere nel ridicolo come Regione e come enti strumentali - come l'ARPA - che dipendono dalla Regione, nel non essere riusciti ad individuare in maniera semplice la fonte che ha causato il problema, che - se vogliamo - è un problema minore, un problema che comunque gravava sulla cittadinanza e su una parte della popolazione aostana che lo subiva in termini di interferenze; è sconcertante che, nonostante i potenti mezzi dell'ARPA -, la dotazione finanziaria annuale è di 4,5 milioni di euro - non siamo riusciti ad addivenire a capo della questione!

L'Assessore dice: l'ARPA opera in un ambito di prevenzione, qui si tratta di un ambito di compatibilità. Vorrei citare al riguardo la legge n. 31/2000 che si occupa di radiofrequenze e di censimento degli impianti radioelettrici sul territorio: lì, l'ARPA fa qualcosa di più rispetto a quello che avrebbe potuto fare in occasione di questo fenomeno, ovvero fa un censimento puntuale delle fonti di emissione delle radiofrequenze, siano esse telefoniche, radiotelevisive o altro, e le individua con l'analizzatore di spettro che avrebbe potuto opportunamente utilizzare anche in questo caso, quindi penso che non ci siano attenuanti in questo caso.

Non abbiamo sentito le sue valutazioni sul fenomeno; penso che al di là delle attenzioni, peraltro anche doverose, che vanno rivolte nei confronti di questo ente in termini di erogazioni finanziarie annue, di dotazione organica che è stata aumentata vistosamente e anche professionalizzata nei vari settori (mi sembra che siamo a circa 60 dipendenti), è incredibile che ci si trinceri dietro il fatto che non era competenza dell'ARPA, come peraltro ha fatto lo stesso dirigente responsabile, intervistato il giorno dopo da "Capitan Ventosa" sull'accaduto.

Penso sia necessario rivedere le procedure e le modalità operative di questo ente, che non può limitarsi a fare dei censimenti annui su determinate situazioni ambientali o di prevenzione a pericoli che possono occorrere alla popolazione valdostana. Qui leggo che l'ARPA fa di tutto e di più, si occupa addirittura di monitoraggio biennale delle radioattività dei muschi, si occupa di campagne sperimentali di campionamento sul limo glaciale; queste sono attività doverose e anche condivise, ma quando la popolazione chiama - come in questi casi - e chiede l'individuazione non solo di un'interferenza, ma anche di una fonte, sarebbe necessario che un ente con queste caratteristiche fosse in grado di dare una risposta.

A questo punto non sappiamo se dobbiamo consegnare anche a lei il gongolo che tradizionalmente viene riservato da "Striscia la notizia" agli insuccessi della pubblica amministrazione!