Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1131 del 9 febbraio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1131/XII - Riorganizzazione delle strutture regionali competenti in materia di politiche del lavoro. (Interrogazione)

Interrogazione

Ricordate le precedenti iniziative consiliari circa il trasferimento alla Regione delle competenze in materia di mercato del lavoro, in seguito al D.Lgs 183/2001 e alla emanazione del relativo Decreto applicativo;

Ritenuto che la regionalizzazione di competenze e personale riguardanti l'ufficio del lavoro dovrebbe comportare una più generale riorganizzazione della/e struttura/e che si occupano di politiche del lavoro, come previsto anche dalla legge regionale n.7/2003;

Preso atto che, espletate tutte le procedure previste dalla normativa nazionale, si dovrebbe, in base alla legge regionale n. 7/2003, rendere operative le strutture organizzative ivi previste entro il 4 febbraio 2005;

Tenuto conto che solo il 75% del personale ha voluto transitare nei ruoli regionali;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interroga

l'Assessore competente per sapere:

1) se si è provveduto alla riorganizzazione delle strutture regionali competenti in materia di politiche del lavoro, entro i termini prescritti;

2) se l'avvio di tale riorganizzazione presenta aspetti critici, e quali;

3) come è stato preparato il passaggio del personale, con quali iniziative (incontri, colloqui) e sulla base di quale organigramma concordato;

4) come si pensa di garantire i servizi sul territorio, e con quale personale.

F.to: Squarzino Secondina

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Innanzitutto una precisazione. Nelle premesse dell'interrogazione si dice che solo il 75% del personale ha voluto transitare nei ruoli regionali; ma la cosa è diversa. La norma prevedeva che il passaggio del personale dallo Stato alla Regione avvenisse nella misura del 70% del personale che era occupato per le attività collegate alle politiche del lavoro; il personale che è transitato alla Regione è il 69%, quindi sostanzialmente si è rispettato quanto previsto dalla norma. C'era la possibilità di un incremento o di un decremento del 5%, quindi si poteva andare dal 75 al 65%. La situazione è tale per cui sono 28 le persone che sono transitate e rappresentano circa il 70%.

Per quanto riguarda la prima domanda posta: "se si è provveduto alla riorganizzazione delle strutture regionali competenti in materia di politiche del lavoro, entro i termini prescritti", va detto che da un punto di vista metodologico il modo di approccio rispetto a questo tema è quello di avere un confronto preventivo, sia con le organizzazioni sindacali, che con i lavoratori. Allo stato attuale siamo ancora in una fase di consultazione con le organizzazioni sindacali, ma siamo nelle condizioni nei prossimi giorni di portare in Giunta una deliberazione che definisce la macrostruttura del nuovo Dipartimento delle politiche del lavoro; quindi direi che la Regione ha rispettato i tempi. Va precisato però che l'esercizio effettivo delle competenze non può che decorrere dal momento dell'assegnazione effettiva delle risorse umane, strumentali e finanziarie da parte dell'Amministrazione statale alla Regione, cosa che non è ancora avvenuta e che si realizzerà attraverso la sottoscrizione dei decreti interministeriali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze, che sono quelli che devono realizzare questi decreti, che consentono il trasferimento effettivo delle funzioni. Ad oggi siamo ancora in attesa; doveva essere fatto entro il 4 di questo mese, ma finora i due ministeri non hanno ancora provveduto; fino a quando non ci sarà questo decreto, non siamo nelle condizioni di poter operare.

Preliminare all'emanazione dei decreti sopraccitati è la sottoscrizione di un'intesa fra i Ministeri del lavoro e delle finanze e la Regione Valle d'Aosta, relativamente ad un protocollo d'intesa per assicurare al personale che transiterà dallo Stato alla Regione il completamento di percorsi di miglioramento professionale previsti da contratti di lavoro e non ancora completati dal Ministero. La Regione, in data 10 gennaio 2005, ha approvato la bozza d'intesa proposta dall'Amministrazione statale; adesso siamo in attesa della sottoscrizione da parte dei ministeri competenti che non è ancora avvenuta per i problemi che dicevo prima. Dal punto di vista dell'operatività la Regione ha cercato quindi di far fronte nei tempi previsti a quanto era stato determinato dal DPCM dell'ottobre scorso.

La seconda domanda chiede: "se l'avvio di tale riorganizzazione presenta aspetti critici, e quali". Nel momento in cui si tratta di fare delle modifiche organizzative e soprattutto quando si tratta di mettere insieme amministrazioni che provengono da strutture diverse, delle criticità esistono. Noi abbiamo individuato due principali tipi di criticità. La prima è legata al fatto che si tratta non di un passaggio di competenze "tout court", i nuovi uffici regionali non continueranno ad offrire gli stessi servizi di prima, ma si sarà in presenza di un decentramento che prevede un notevole cambiamento della qualità dei servizi offerti a lavoratori ed imprese, oltretutto questo passaggio di competenze avviene in un contesto normativo in forte evoluzione, quindi si tratta di tener conto di questo tipo di esigenza, in particolare quella di attivare delle strutture che siano prontamente collegate alle esigenze del nostro territorio. Ora, una parte dei servizi di qualità che sono richiesti sono già attualmente offerti dalla agenzia regionale del lavoro. La seconda criticità è legata al fatto che si tratta di vedere il trasferimento di persone che hanno operato in contesti organizzativi diversi e si tratta di armonizzare culture che hanno degli aspetti che differiscono per il tipo di attività che veniva svolto, sia nella ex Agenzia del lavoro, sia nelle strutture statali, quindi è necessario operare per fasi successive, in modo tale che il trasferimento avvenga in una situazione che garantisca nell'immediato i servizi e garantisca una fase di continuità, pensando poi a una progressiva modificazione dei processi di riorganizzazione e all'operatività dei servizi stessi. Si tratterà comunque di un'operazione che dovrà essere discussa e condivisa con gli interessati e preveda degli elementi di sviluppo.

Per quanto riguarda le risorse per accompagnare questo tipo di trasferimento, queste sono previste dal "POR" nella misura "A1", una misura che riguarda esplicitamente il potenziamento dei servizi per l'impiego. Le Regioni che hanno già realizzato il decentramento dei servizi sono ancora impegnate in un aggiornamento dei loro sistemi operativi e organizzativi.

La terza domanda chiede: "come è stato preparato il passaggio del personale, con quali iniziative...". Nell'anno passato, nel mese di ottobre si è svolto un incontro con il personale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, incontro preceduto da un analogo incontro che si era fatto presso l'Agenzia del lavoro con i dipendenti dell'agenzia stessa. Nei due incontri sono state presentate sia le linee di indirizzo generali per l'organizzazione dei servizi per il lavoro, sia gli aspetti caratteristici del rapporto di lavoro del personale regionale, che sono poi questioni legate ad orari, part-time e quant'altro. Erano presenti a questi incontri il sottoscritto e i dirigenti del Dipartimento delle politiche del lavoro e il responsabile del Dipartimento personale e organizzazione. Parallelamente si sono svolti incontri con il personale con contratto di diritto privato dell'Agenzia del lavoro sempre rispetto ai problemi organizzativi e ai problemi di inquadramento del rapporto di lavoro. Qui scontiamo il fatto che la norma che era stata votata dal Consiglio circa la possibilità di transitare dal contratto di diritto privato dell'agenzia al contratto unico che caratterizza il rapporto di lavoro con i dipendenti della Regione, è stata impugnata dalla Corte costituzionale, quindi abbiamo una situazione di differenza di stato giuridico fra chi ha il contratto di diritto privato e chi ha il contratto di dipendente regionale. Direi quindi che è stato fatto un lavoro iniziale, che ha coinvolto sia i dipendenti del ministero, sia i dipendenti del Dipartimento delle politiche del lavoro, tenuto conto del fatto che nel momento in cui vi sono dei trasferimenti è chiaro che le persone nutrano delle preoccupazioni e necessitino di risposte.

Per accompagnare questa fase, proprio per la delicatezza della questione, si è coinvolto il Prof. Bresciani che da tempo segue l'attività dell'agenzia quale esperto riconosciuto a livello nazionale, proprio sul tema dei mutamenti organizzativi nei servizi per l'impiego. Questo professionista accompagna la fase di avvio della nuova dimensione organizzativa della struttura; è già stato definito un documento di carattere generale che ha inquadrato il tema della nuova organizzazione, dovrebbero essere pronti in queste ore un documento che riguarda la macro-organizzazione e un documento che riguarda, invece, un intervento più specifico secondo un modello organizzativo più di dettaglio. Nei prossimi giorni ci sarà un confronto con i dipendenti dell'Agenzia del lavoro, perché dal punto di vista metodologico la volontà è quella di accompagnare questa modificazione del modello organizzativo attraverso un confronto diretto con gli operatori del settore.

Ultima domanda:"come si pensa di garantire i servizi sul territorio, e con quale personale"? Si tratta di avere sul territorio dei servizi che presentano anche elementi di innovazione; è altrettanto vero che va garantita la continuità dei servizi attualmente erogati ed è altrettanto vero che le 28 persone che transitano dallo Stato alla Regione non sono sufficienti per la copertura del territorio, soprattutto per il centro dell'impiego della bassa Valle. Da questo punto di vista si tratta di far sì che, quando ci sarà questo momento di trasferimento effettivo, questo sia accompagnato anche dalla mobilità di personale regionale, cioè là dove ci sono carenze di organico, si dovrà utilizzare personale regionale per coprire i posti che si rendono disponibili nelle sedi territoriali che non vedono una copertura di organico. A questo proposito, nell'attività che è stata posta in essere, si è fatta anche una ricognizione dei carichi di lavoro delle singole strutture, sia regionale che statale, e questo sarà di utilità anche per definire il numero complessivo degli organici, quindi prevedere quali saranno le necessità di trasferimento di personale per garantire la gestione dei servizi attuali e per creare le condizioni per avere l'erogazione di servizi diversi, più rispondenti alle necessità di un mercato del lavoro che, come tutti sappiamo, è in profonda trasformazione. Un processo - ripeto - che si è cercato di realizzare in stretto confronto con le organizzazioni sindacali e con i dipendenti.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Grazie per tutte le informazioni date. Non voglio riprenderle ad una ad una perché sarebbe troppo lungo; l'unica cosa che mi sento di dire è di questo tipo. L'impressione che ha dato descrivendo il modo in cui la Regione intende muoversi rispetto alla questione che stiamo trattando, è di un atteggiamento di attesa che da Roma vengano definite le convenzioni, definiti i decreti per poter cominciare a lavorare. È vero che avete nominato un esperto, è vero che ci sono dei documenti, alcuni già redatti, altri in via di elaborazione; è vero che avete individuato gli aspetti critici; è vero che avete pensato che sul territorio poi bisognerà provvedere alle carenze con la mobilità...

(Il Presidente del Consiglio richiama l'Assemblea al silenzio per consentire il regolare svolgimento delle risposte da parte degli Assessori e delle repliche dei colleghi)

... dicevo... cosa manca a nostro avviso? Manca l'assunzione del problema proprio nei suoi aspetti critici!

Lei diceva che gli aspetti critici sono la qualità del servizio collegata con il territorio, e questa è in via di trasformazione per tutti, e poi la necessità di armonizzare culture organizzative diverse. Rispetto a questo obiettivo di armonizzare culture organizzative diverse, non è necessario aspettare che sia firmata l'intesa fra Regioni e ministero, non è necessario che arrivi il decreto ministeriale che consente il passaggio reale delle persone. La Regione sa con esattezza che sono 28 le persone, sa il nome e cognome di ciascuna di queste, dovrebbe sapere anche quali sono le competenze, dovrebbe sapere come queste competenze vengono armonizzate all'interno di questa macrostruttura e dovrebbe cominciare ad utilizzare i fondi del "POR". Non basta mettere nel "POR" le iniziative, ma questo è il momento in cui gli operatori devono essere aiutati a lavorare insieme, a confrontarsi nelle diverse culture organizzative.

Lei ha parlato, già nel mese di novembre, della necessità - rispondendo ai colleghi di "Forza Italia" - di esprimere la volontà, che condividiamo, e cito: "accompagnare e supportare la fase di avvio dei centri per l'impiego facendo l'integrazione di questi servizi con i servizi di base...", e via dicendo, "coinvolgere gli interessati in termini anche propositivi"; poi di tutta questa attività di coinvolgimento lei ha segnalato una serie di incontri con l'Agenzia del lavoro, e va benissimo, ma io prendo anche l'altra fetta di personale che ha una cultura organizzativa diversa - come lei dice - e che deve essere aiutata ad inserirsi in questa cultura nuova, che deve essere nuova anche per l'Agenzia del lavoro perché deve essere ridisegnato il tutto. Ma come? Avete fatto un incontro ad ottobre, giusto, in cui il problema è il rapporto di lavoro, gli orari, le minime conoscenze per sapere qual è il contesto normativo entro cui si colloca il rapporto di lavoro; ma la cosa più importante non è questa, per consentire il lavoro integrato fra questi due segmenti che si occupano del mercato del lavoro! Non possiamo limitarci solo ad un incontro ad ottobre, aspettare che arrivino i decreti da Roma per fare poi gli incontri e preparare allora le persone per la mobilità! Ma qui c'è qualcuno che ha in mano la questione e la porta avanti?

L'impressione nostra è che si proceda ad intervenire su singoli pezzi, ma che non ci sia, anche qui, chi diriga e governi il processo e questo, secondo noi, è molto grave!