Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1130 del 9 febbraio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1130/XII - Inserimento dello stabilimento Magnesium di Verrès nell'elenco delle aziende inquinanti. (Interrogazione)

Interrogazione

Richiamata l'interrogazione presentata il 2 dicembre 2004 in merito allo stabilimento Magnesium di Verrès;

Ricordato che il Rapporto Eper (European Pollutant Emission Register) ha inserito tale stabilimento nella "lista nera" delle aziende considerate particolarmente tossiche;

Evidenziato che nella sua risposta l'Assessore al Territorio si è limitato ad affermare che i registri tenuti dall'azienda ai fini dei controlli ambientali sono in regola e che i controlli sulle emissioni non hanno fatto registrare nulla di anomalo;

Rilevato che il tema, per l'autorevolezza della fonte che ha segnalato il pericolo, richiede un adeguato approfondimento;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1. per quale motivo la Magnesium di Verrès è stata inserita nelle lista nera delle aziende europee più inquinanti;

2. che rapporto c'è fra l'attività dell'azienda e la produzione di fluoruro di zolfo;

3. quali sono le caratteristiche del fluoruro di zolfo ed in che cosa consiste la sua tossicità;

4. che reazioni ci sono state da parte dell'azienda di Verrès alla notizia del suo inserimento nella lista nera e rispetto alla grande rilevanza data dagli organi di stampa al Rapporto Eper.

F.to: Riccarand

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Innanzitutto devo ricordare quanto già comunicato nella risposta del dicembre circa la natura del "Rapporto EPER" in relazione allo stabilimento della "Meridian-Magnesium Products of Italy" di Verrès, che produce componenti pressofusi in leghe di magnesio per l'industria automobilistica.

Nella risposta evidenziavo che la finalità di questo rapporto così come del "Rapporto INES" - il corrispondente per l'Italia del "Rapporto EPER" - non è assolutamente quella di stilare una lista nera, ma quella di consentire - su base volontaria - l'accesso al pubblico alle informazioni ambientali, vale a dire ai dati di emissione in acqua ed in atmosfera di eventuali agenti inquinanti da parte di attività industriali. In occasione della risposta - contrariamente a quanto asserito dagli interroganti con questa interrogazione - non mi sono limitato a fornire solo indicazioni sulla tipologia dei controlli ambientali e sulla loro regolarità, ma ho anche fornito tutte le informazioni preliminari per inquadrare le problematiche evidenziate sul diritto all'accesso ad informazioni ambientali nel corretto contesto normativo comunitario e nazionale.

Nel riproporre il testo, rilevo, da parte del Consigliere Riccarand, un non voler considerare i presupposti con cui le diverse industrie vengono inserite in questi registri, ma dimostrando nel contempo una palese non conoscenza della materia. Le imprese ricomprese nel "Rapporto EPER" e "INES" in Valle d'Aosta sono 3: la "Meridian" di Verrès, la "Cogne Acciai Speciali" e la "Valeco S.p.a.". Qui c'è un particolare accanimento nei confronti della "Meridian", che pare essere un mostro, non so bene, dal momento che, alla fine, da un punto di vista dell'impatto ambientale, non ha alcun requisito peggiorativo rispetto ad altre, ma delle altre si vede che in questo momento non è opportuno parlare!

La "Meridian" di Verrès è inserita in questo registro che - ribadisco - non è una lista nera, poi ognuno può interpretare come vuole, può fare dello scandalismo giornalistico, ci può essere qualcuno che è particolarmente affrettato nel definire e giudicare l'opera degli altri, censurandola e demonizzandola, però si tratta di una lista alla quale, su base volontaria, aderiscono queste aziende che intendono dire: "noi produciamo questo, venite a vedere, per evitare che si faccia della cattiva informazione o, peggio ancora, della diffamazione"!

Per quanto riguarda la domanda sul fluoruro di zolfo, qui voglio fare qualche annotazione di tipo tecnico, altrimenti si fa dell'allarmismo quando non è il caso. Intanto si tratta di esafluoruro di zolfo. L'esafluoruro di zolfo è un gas inodore e incolore, chimicamente inerte e privo di qualsiasi effetto tossico, tanto da poter essere respirato in qualsiasi concentrazione compatibile con la presenza dell'ossigeno. In quanto tale non costituisce fonte di rischio per la salute dell'uomo o per altri esseri viventi, perché non si tratta di un gas tossico. È evidente che in alte concentrazioni, come qualsiasi altro gas inerte, con la saturazione l'aria può determinare pericoli di asfissia. È comunque vero che, essendo poi un gas liquefatto, può provocare - ma in sede di manipolazione - delle ustioni per congelamento nel momento in cui si volatilizza. Inoltre il suo utilizzo nel ciclo produttivo della "Meridian" non è - questo è importante richiamarlo per arginare queste sottili forme di diffamazione che hanno ricadute pesanti sui lavoratori - neppure assoggettato ad autorizzazione alle emissioni, ai sensi del DPR 24 maggio 1988, n. 203 e non è soggetto ad alcun controllo.

Per precauzione, comunque, e per verificare il corretto andamento sull'utilizzo di detto gas, la Regione ha concordato con la società "Meridian" la trasmissione semestrale di tutti i dati elaborati riportati nei rapporti giornalieri relativi alle modalità di utilizzo e di controllo del gas nei diversi processi produttivi: questo perché questo gas è inserito nei gas-serra, come tutti i gas che si possono accumulare nell'aria.

L'esafluoruro di zolfo è stato inserito nella lista degli inquinanti dell'inventario "EPER", in quanto è un gas che presenta un marcato "effetto serra", ma non per la sua tossicità. Nell'ambito degli accordi internazionali per limitare le emissioni antropogeniche di gas-serra, in particolare l'anidride carbonica, nel timore che queste possano determinare cambiamenti climatici, questo gas è contemplato al pari di tanti altri. La concentrazione di questo gas nell'aria è estremamente bassa - si parla di un miliardesimo per cento in volume -, per cui il suo contributo all'effetto serra è molto ridotto - non va oltre lo 0,1% -, ma essendo una sostanza molto stabile, il suo tempo di permanenza in atmosfera è alquanto lungo (si può arrivare a 3.200 anni). L'impatto ambientale determinato dall'uso di tale gas non è pertanto un problema locale, ma riveste un carattere globale, in analogia a quanto si verifica per l'anidride carbonica. In considerazione delle caratteristiche di inerzia di questo gas non risulta tecnicamente proponibile la definizione di limiti alle emissioni, per cui l'Unione Europea sta studiando una regolamentazione per eliminarne progressivamente l'uso, in relazione alla possibilità di reperire alternative più vantaggiose nell'ambito delle politiche contro l'effetto serra. Sono pertanto in corso molte ricerche per trovare sostanze sostitutive per le principali applicazioni.

La "Meridian" di Verrès è stata contattata e ha comunicato prontamente tutte le informazioni necessarie sull'impiego dell'esafluoruro di zolfo nel suo ciclo produttivo, evidenziando che negli ultimi 5 anni sono calate dell'80% le sue emissioni e che sono in corso ricerche per la sua sostituzione. Le caratteristiche del gas e le iniziative in atto sono tali da non provocare reazione alcuna alla "Meridian", se non la comprensibile preoccupazione per la scarsa e strumentale informazione esistente su questi temi e per le inutili apprensioni che possono generarsi nella popolazione per la divulgazione di notizie che hanno un tono allarmante, seppure non veritiere.

Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Ovviamente ho presentato questa e la precedente interrogazione perché non conosco la situazione, né la dinamica di questo processo produttivo, perché altrimenti non avrei fatto l'interrogazione! Il problema non è che, se noi presentiamo delle interrogazioni, questo non va bene perché si crea allarmismo... il problema è nato dal fatto che ci sono organi di stampa importanti che hanno parlato di questa questione a livello nazionale e non c'è stata alcuna precisazione, né da parte della Regione, né da parte dell'azienda.

Ho citato nella precedente interrogazione l'"Unità" del 23 ottobre 2004; lei forse si dovrebbe documentare, perché se su un giornale a livello nazionale esce un articolo che dice: "elenchiamo le aziende tossiche a partire dal nord", a sorpresa scopriamo che l'insospettabile Valle d'Aosta, rinomata per la sua aria salubre e il suo ambiente incontaminato, vanta la poco invidiabile presenza sul suo territorio di un "mostro" - lo chiamano loro - come la "Magnesium Products of Italy" di Verrès, che da sola produce il 22,2% del totale di fluoruro di zolfo dell'Unione Europea, credo che una spiegazione vada data! Lei, nella precedente interrogazione, non ha dato alcuna informazione; oggi prendo atto che finalmente ci ha dato informazioni di dettaglio per capire cosa sta succedendo, quindi non è che ce l'abbiamo con la "Magnesium" e non ce l'abbiamo con la "Cogne"; il problema è che è uscita su grandi organi di informazione una notizia preoccupante su cui non c'è stata alcuna reazione.

Lei ha spiegato che il problema è l'esafluoruro di zolfo, che non ha un effetto tossico immediato sulle persone, ma ha un effetto tossico sull'ambiente, cioè ha un effetto serra pericoloso perché si stabilizza..., quindi l'Unione Europea ne sta vietando l'uso a livello europeo, e lei mi dice che negli ultimi 5 anni l'utilizzo e la produzione di questo gas da parte dell'azienda di Verrès si sarebbe ridotto dell'80% e ci sarebbe una ricerca in corso di una sostituzione nel processo produttivo al fine di evitare questa emissione. Non mi sembra che la cosa sia del tutto insignificante, perché se questo è un gas che non deve essere immesso in atmosfera, non è importante se il problema è di carattere locale o globale, se fa male fa male insomma! Quindi è bene che si segua questa vicenda, se c'è un uso di una sostanza che è considerata pericolosa e che come tale viene stigmatizzata, bisogna cercare una soluzione, ma non bisogna nascondere questo problema oppure affermare che fa dell'allarmismo chi chiede delle spiegazioni rispetto a una questione che è stata sollevata dalla grande stampa internazionale!

Evidenzio che non mi ha dato alcuna risposta sul quarto punto, se la grande stampa riporta queste cose, l'azienda dovrà pur precisare e magari dire: "guardate, stiamo cambiando sistema, non utilizziamo più questo gas, guardate che non è pericoloso", ma almeno una nota informativa credo che la si debba all'opinione pubblica valdostana e al Consiglio regionale! Questo modo di non rispondere e di far finta che il problema non esiste non è accettabile!