Oggetto del Consiglio n. 1096 del 26 gennaio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1096/XII - Piani per fronteggiare la diffusione dell'AIDS. (Interrogazione)
Interrogazione
Ricordato che nel dicembre scorso in Valle d'Aosta, come d'altronde in tutto il mondo, è stata celebrata la giornata mondiale della lotta all'AIDS;
Tenuto conto che dai dati diffusi, riguardanti la nostra regione, è emersa la necessità di mantenere "alta la guardia" in modo da evitare una sottovalutazione di tale malattia;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
L'Assessore competente per conoscere:
1) quali sono state le iniziative promosse dalla Regione in occasione di tale giornata, indicando anche le relative spese sostenute;
2) quali progetti, piani e programmi sono già stati predisposti o sono in fase di predisposizione per fronteggiare tale grave fenomeno, attuando anche un'azione di prevenzione e di sensibilizzazione presso la popolazione valdostana.
F.to: Lanièce - Stacchetti
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Ringrazio di questa interrogazione, perché nei confronti di questa malattia è facile abbassare la guardia e questo può provocare una recrudescenza di questo dramma.
L'immunodeficienza acquisita da infezione da "HIV" è una delle calamità maggiori che il mondo si è trovato ad affrontare negli ultimi anni, si parla di 6 milioni di persone ammalate o contagiate in Africa, e questo con il fatto che non esistono più confini e che la popolazione non abbia più una collocazione precisa, porta ad una diffusione della infezione.
C'è una tendenza alla diminuzione di questa forma di malattia in Italia, sono dati che forse hanno facilitato questo atteggiamento di abbandono della battaglia della prima linea, cosa che non è confermata in Valle d'Aosta, perché questi dati sono inficiati dal fatto che avendo la nostra popolazione numeri molto bassi, bastano un caso o due in più per farci gridare alla recrudescenza. Però nel 2004 ci sono stati tre casi in Valle che innalzano la percentuale di frequenza di questa malattia. È chiaro che la nostra Valle, essendo al centro dell'Europa, è una Valle in cui il movimento delle popolazioni è ingente, ed è più predisposta a questi contagi di passaggio e di popolazione che cambia in fretta. Quello che preoccupa di più è che i tre casi che si sono manifestati nel 2004 non sono stati casi riscontrati nella popolazione a rischio, ma in persone sane e giovani, che hanno manifestato la malattia in fase conclamata senza passare attraverso un riconoscimento di una sieropositività. Questo peggiora le conseguenze di questa malattia.
Cosa abbiamo fatto per fronteggiare la malattia? Quando lo scorso anno mi sono stati presentati questi dati, abbiamo deciso di approfittare della giornata di prevenzione dell'AIDS, anche se ormai bisogna parlare di prevenzione nella sua globalità, di stili di vita, di atteggiamento e non tanto affrontare una malattia nella sua specificità, e abbiamo pensato che la prima condizione per controbattere questa tendenza, era di conoscere bene il fenomeno. Ed ecco che per la giornata dell'"AIDS" è stato pubblicato, a cura del reparto di malattie infettive che ringrazio, un documento che adesso vi distribuirò ma che è già stato distribuito in Valle, sullo stato della infezione da "HIV-AIDS" in Valle d'Aosta. Questo è stato un documento che è stato prodotto in casa in 1.000 copie, che è stato diffuso anche nelle scuole e che ci fa prendere atto di questo fenomeno. Da questo studio deriva che non bisogna abbassare la guardia, cioè bisogna vigilare su questa terribile malattia che non ha ancora una soluzione dal punto di vista medico, se non una prevenzione attraverso stili di vita particolari, l'evitare certe altre pratiche come la tossicodipendenza, l'uso del tabacco, siringhe di diverso tipo...
Oltre ad aver fatto questo studio abbiamo di nuovo impostato una prevenzione in ambito scolastico. Qui era già stato fatto un tentativo con una organizzazione elvetica, che aveva previsto nelle scuole superiori una presenza di insegnanti ma anche di ammalati di "AIDS" che girassero per le classi e raccontassero la loro esperienza, una scelta di effetto direi. Credo che questo vada affrontato nell'ambito di un'attenzione alla prevenzione a cui il nostro bacino di utenza, così chiuso, con un unico ospedale, con un unico centro di riferimento, si presta particolarmente bene.
La nostra intenzione è di alzare la guardia, non pensando solo a combattere l'"AIDS" in quanto malattia, ma impostando un discorso sugli stili di vita, sulla prevenzione, sull'attenzione alle droghe, siringhe...
Président - La parole au Vice-président Lanièce.
Lanièce (SA) - Prendo atto della risposta dell'Assessore, in effetti questa interrogazione aveva lo scopo di portare in Consiglio questo problema, alla luce dei dati che erano emersi, che erano stati pubblicati sugli organi di informazione. Quello che si evince dalle parole dell'Assessore è che non bisogna abbassare la guardia. Condivido appieno l'obiettivo e questo è uno dei motivi che mi ha portato a presentare questa iniziativa insieme al collega Stacchetti.
Ho letto l'opuscolo che era stato distribuito allora; in effetti analizzando a fondo si è visto che c'è stato un evolversi di questa malattia, che è passata dalla metà degli anni '90, dove il 70% dei casi era riconducibile alla cosiddetta "popolazione a rischio", agli ultimi anni dove purtroppo il 60% riguarda malati che contraggono la malattia tramite trasmissione sessuale e la maggior parte di questi sono eterosessuali. Questo vuol dire cambiare tutto, cambiare modo di affrontare il problema, perché mentre prima si poteva circoscrivere il fenomeno a una certa popolazione a rischio e quindi si poteva intervenire, adesso visto che la maggior parte sono persone eterosessuali, giovani e con famiglia, diventa un fenomeno che può diffondersi facilmente e quindi difficilmente controllabile.
Bisogna cercare di seguire con attenzione questo problema per le ricadute che potrebbe avere.
Va bene continuare a fare una azione di prevenzione a livello scolastico ma cambiando la popolazione interessata, occorre rivolgersi anche al mondo adulto. Leggendo questa documentazione si evince che la maggior parte riguarda persone fra i 30 e i 39 anni, al di fuori dell'ambito scolastico. È giusto nell'ambito di questa prevenzione puntare sul fatto che bisogna diffondere determinati stili di vita, in modo che si possa limitare o evitare di contrarre questa malattia o anche altre. Bisogna affermare la cultura della prevenzione, che deve essere però differenziata a seconda della tipologia delle persone interessate.
Per quanto riguarda questo documento la cifra è di 3.200,00 euro, ed è una cifra minima visto che è stato fatto a seguito di questa giornata. Suggerirei che il prossimo anno si approfitti di questa giornata per fare una video conferenza: con tutti i sistemi che abbiamo la si può fare ad Aosta, ma la si può fare anche per l'alta Valle e per la bassa Valle, in modo da sensibilizzare più persone, perché per certe malattie occorre il massimo di informazione per tutta la popolazione.
So che c'è la possibilità di fare delle analisi gratuite, e allora suggerirei di fare delle campagne di "screening" così come si è fatto nella zona di Châtillon e Saint-Vincent per quanto riguarda il tumore al colon retto, cioè di provare a fare in tutta la Valle delle campagne dove c'è la possibilità per chiunque lo voglia di fare questi esami. Penso che sia una cosa fattibile e dimostrerebbe la sensibilità dell'Amministrazione regionale su questo problema.