Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1063 del 12 gennaio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1063/XII - Applicazione della legge regionale 5 febbraio 2004 n. 1 in ordine ad abusi edilizi sanabili. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso che la Legge regionale 5 febbraio 2004, n. 1, dando attuazione all'articolo 32 del D.L. 269/2003 (poi convertito nella Legge 326/2003), ha definito le tipologie di abusi edilizi sanabili nell'ambito del territorio valdostano;

ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'assessore delegato per sapere:

1. quante sono le istanze di sanatoria presentate in Valle d'Aosta, sia in termini complessivi sia in relazione alle tipologie di abuso individuate dalla legge 1/2004;

2. a quanto ammontano le somme finora versate a titolo di oblazione e di oneri concessori e quali sono le previsioni definitive di introito;

3. se, al fine di conseguire un'applicazione uniforme delle norme sopra citate su tutto il territorio regionale, le strutture competenti dell'assessorato stanno effettuando un coordinamento delle attività istruttorie e valutative svolte dai vari uffici comunali.

F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Devo dichiarare che sono parzialmente incompetente a rispondere a questa domanda, tenuto conto che ci sono dei dati che non sono nella disponibilità dell'Assessorato, ma è materia gestita dai comuni. In ogni caso, abbiamo cercato di acquisire da parte del "CPDL" il maggior quantitativo di informazioni possibili, anche per venire a conoscenza dell'evoluzione di detta questione, quindi renderò ai colleghi interroganti quanto ho in disponibilità. Si tratta di dati derivati, sui quali non posso garantire.

Le istanze di sanatoria presentate in Valle d'Aosta risulterebbero essere 1.244 ripartite secondo le seguenti tipologie: 428, tipologia 1; 44, tipologia 2; 221, tipologia 3; 8, tipologia 4; 22, tipologia 5; 107, tipologia 6; 118 tipologie non adeguatamente precisate dal Comune, 304 istanze per le quali non è stata fornita alcuna informazione relativamente alla tipologia di abuso.

Per quanto riguarda le valutazioni di tipo economico, non abbiamo alcun elemento, in quanto la maggior parte dei comuni ha dichiarato di non avere ancora iniziato a esaminare le istanze di sanatoria, e di non aver peraltro la possibilità di controllare sul momento le singole pratiche per rintracciare le cifre richieste, né tanto meno di avere ipotizzato previsioni definitive di introito. Faccio rilevare che gli introiti si legano alle tipologie, ma hanno anche dei parametri che sono variabili, come superfici...

Circa l'ultimo punto dell'interrogazione, dove si chiede: "se, al fine di conseguire un'applicazione uniforme delle norme sopra citate su tutto il territorio regionale, le strutture competenti dell'assessorato stanno effettuando un coordinamento delle attività istruttorie e valutative svolte dai vari uffici comunali", questo non rientra né nelle nostre competenze né nelle nostre possibilità. Voglio ricordare che, prima ancora che si chiudesse la fase istruttoria, l'Assessorato ha predisposto il cosiddetto "vademecum", dove erano riportate indicazioni utili a fare in modo che venissero presentate in maniera conforme le domande e contestualmente si davano precise indicazioni anche ai comuni circa l'interpretazione normativa. Ulteriori atti non sono previsti, resta inteso che qualora le strutture dell'Assessorato venissero sollecitate da quesiti che afferiscono alla sfera regionale, che cioè non rientrano nella materia strettamente comunale - perché il tutto si deve confrontare con gli strumenti urbanistici dei comuni -, siamo a disposizione per dare correttamente le risposte a queste domande.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Vede, Assessore, penso che tutti oggi si siano resi conto che con questa interrogazione si sta molto semplicemente parlando di territorio, di edilizia e di abusi commessi sul territorio, quindi siamo quanto meno esterrefatti di fronte a una sua iniziale risposta che sembra quasi abbandonare una competenza.

"La competenza è dei comuni", dice l'Assessore; certo, i comuni hanno un loro ruolo nella ricezione e nel trattamento delle domande di sanatoria edilizia, però la Regione non è che sia così avulsa da questo argomento. La Regione ha avuto innanzitutto il diritto-dovere di legiferare in materia; alla Regione, ai sensi del Titolo V della Costituzione così riformato, viene assegnato il governo del territorio, quindi mi sento di suggerirle che forse è materia di sua competenza questa visto che si parla di territorio e di edilizia; d'altronde lei ha detto che dovrebbero essere 1.244 le istanze presentate dai privati ai comuni valdostani. Lei usa il condizionale; io qualche tempo fa ho letto un'agenzia ANSA, dove lei dichiarava che superavamo le 1.200 istanze. Evidentemente allora, quando si trattava di comunicare alla stampa l'entità delle domande presentate, la competenza l'aveva improvvisamente ritrovata, oggi sembra quasi che voglia dimenticarsene! Chiederemmo una coerenza nell'atteggiamento suo di fronte a questo problema.

Le considerazioni. Prima: il condono era necessario, ed era necessario non solo in Italia, ma anche in Valle d'Aosta, perché se nonostante la confusione che c'è stata in materia, vuoi per una norma statale non particolarmente chiara, vuoi per una norma regionale che l'ha ulteriormente complicata, 1.244 persone in Valle hanno ritenuto opportuno sanare delle ipotesi di abuso che ora saranno al vaglio dei comuni.

Seconda considerazione. Il condono porta risorse, soprattutto a quei comuni le cui casse piangono sempre. Porta risorse a quei comuni che hanno delle strutture amministrative e burocratiche, che dovrebbero essere più celeri nel comunicare le informazioni alla Regione, anche perché come lo ha fatto lo Stato con i suoi meccanismi elefantiaci e notoriamente lenti, si sapeva il 23 dicembre 2004 che il gettito prodotto con il versamento della prima rata nelle casse dei comuni italiani (che sono 8.000 e rotti) era pari a 962 milioni di euro. Mi chiedo come mai 74 comuni valdostani non siano riusciti a traguardare il medesimo risultato in un tempo rispettabile, anche perché come sappiamo la Regione investe non poco denaro non solo a livello di pubblica amministrazione per quanto riguarda le risorse umane e professionali impegnate nelle singole strutture, ma soprattutto come informatica e telematica. Penso quindi che nell'era della telematica più o meno in tempo reale questi dati si potrebbero sapere. Non so se l'Assessore ha voluto "glissare" su questa risposta, per comunicarla in un momento successivo, forse più conveniente alla sua visibilità.

Terzo punto: il condono va coordinato. Ci sono - è vero - dei comuni che devono applicare una legge regionale che si innesta su una normativa nazionale, c'è un "vademecum" che dà delle spiegazioni e per questa ragione è necessario che il cittadino abbia chiarezza nell'applicazione delle norme e soprattutto ci sia una uniformità nell'interpretazione e nell'applicazione della stessa, perché c'è il rischio che situazioni identiche vengano trattate in materia diversa da singoli tecnici o amministratori comunali.

Pertanto la invitiamo a far sì che la Regione e le strutture competenti del suo Assessorato effettuino un coordinamento sulle attività istruttorie e valutative, concernenti le procedure di sanatoria edilizia. Questo lo diciamo non solo per rendere merito a quello che possono fare le sue strutture, ma soprattutto per dare certezza giuridica e applicativa ed equità di trattamento ai cittadini valdostani, che hanno aderito alle ipotesi di condono edilizio.