Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1044 del 16 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 1044/XII - Valutazione di una proposta di espropriazione per pubblica utilità del Grand Hôtel Billia. (Interpellanza)

Interpellanza

Considerato che il Presidente della I Commissione Consiliare ha proposto, quale soluzione alla complessa acquisizione del Grand Hôtel Billia, l'espropriazione del bene per pubblica utilità;

Evidenziato che l'anomala proposta non è mai stata oggetto di nessun confronto né in aula, né nelle Commissioni competenti;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per conoscere il parere della Giunta circa la proposta di espropriazione per pubblica utilità di un bene di proprietà privata e gli intendimenti della Giunta per la definizione della negoziazione.

F.to: Lattanzi

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Ho voluto portare all'attenzione del Consiglio questa interpellanza, perché ritengo che il Presidente della I Commissione in occasione della discussione sul bilancio abbia fatto una delle proposte più stuzzicanti sotto l'aspetto politico, da quando sono seduto in Consiglio, una proposta che è passata in Consiglio abbastanza in sordina, invece ho visto che i mezzi di comunicazione hanno avuto l'acutezza politica di dare un risalto a questa proposta che pone una questione di tipo politico, ma anche di principio filosofico, su come ottenere la soluzione di un problema legato alla nota vicenda dell'"Hôtel Billia". Non entro nella vicenda dell'"Hôtel Billia", perché è straconosciuta, mentre voglio rimanere su questa proposta e cioè quella dell'utilizzo di un mezzo lecito da parte dell'ente pubblico, ovvero l'espropriazione di un bene privato quando si ritiene che questo impedisca lo svolgimento della pubblica utilità di un'attività da parte dell'ente pubblico.

Io questa proposta non è che la condivido, perché per questioni culturali e politiche sono molto distante dal pensare che si possa ottenere una soluzione, ma sotto l'aspetto tecnico giuridico e politico certamente mi interessa capire se da parte dell'Assessore vi è intanto una posizione rispetto a questa proposta e se eventualmente la stessa ha percorsi di fattibilità dal punto di vista giuridico, tecnico e politico; anche perché, alla luce del dibattito di ieri, soluzioni per quanto riguarda la "questione Casinò e Billia" non è che ne abbiamo viste molte a breve. L'Assessore ieri si è limitato a dire che alla situazione attuale, con la fotografia di oggi, non vi sono le condizioni tecniche e giuridiche - così dice "Finaosta" - per procedere ad una decisione in quel senso; quindi sono curioso di capire l'Assessore cosa pensa di questa proposta che con grande correttezza il Presidente Cesal ha portato all'attenzione dell'aula.

Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Ritengo che si possa affrontare molto serenamente questo argomento innanzitutto apprezzando qualsiasi proposta che può provenire dai banchi della maggioranza, piuttosto che dai banchi dell'opposizione; la vivacità intellettuale credo sia sempre da apprezzare. Nella sua presentazione ha espresso un concetto che è quello di configurare un esproprio nel momento in cui una determinata proprietà impedisce la pubblica utilità; questo concetto andrebbe...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

... ecco, però vorrei fare con voi una prima analisi, per cui su questo argomento potranno essere fatti degli approfondimenti. Tutto sommato un certo percorso ci torna abbastanza agevole, perché pochi mesi or sono abbiamo approvato una legge regionale per quanto attiene l'espropriazione, quindi la legge n. 11/2004 si va ad inserire in un contesto che era peraltro già normato dal testo unico vigente in ambito nazionale. Volendo iniziare a fare un ragionamento di tipo giuridico, l'avvio di una procedura espropriativa da parte dell'Amministrazione regionale è che l'opera da realizzare, pubblica in quanto riferibile alla titolarità dell'amministrazione, sia di pubblica utilità, cioè diretta a soddisfare un pubblico interesse, individuato dall'amministrazione e preventivamente valutato come prevalente ed incompatibile con quello del privato. Detto questo, nell'esaminare gli aspetti applicativi, è da sottolineare che, per tipologie strettamente previste dalla legge, può essere considerato di pubblica utilità non solo un intervento che comporta la realizzazione di un'opera in senso stretto, noi siamo abituati a pensare all'esproprio per farci una strada o un parcheggio, ma anche quello mirato alla semplice conservazione dell'esistente. È possibile procedere ad un esproprio anche per il mantenimento dell'esistente. Rientrano i casi di provvedimenti ablativi della proprietà che si rendono indispensabili per garantire, vado nel dettaglio, la tutela ambientale, storica, archeologica, quindi, volendo fare degli esempi, un palazzo storico, un sito archeologico possono essere espropriati senza farci un'opera, perché l'esproprio è finalizzato ad una tutela; oppure ancora quelli richiamati dall'articolo 865 C.C. in materia di bonifica di terreni o ancora l'articolo 867 per rimboschimento e rinsaldamento di terreni sottoposti a vincolo idrogeologico ed analoghi. Questo è semplicemente per circoscrivere una lettura preliminare, però la strada maestra sembra questa, noi dobbiamo muoverci all'interno di tali paletti, dopodiché si potrà approfondire.

Di fronte a questa proposta quindi non mi sottraggo, ma oggi è una proposta che non è così percorribile in quanto già percorsa, dovremmo aprire una strada nuova, ma anche questi obiettivi più ambiziosi... non dobbiamo solo fare fantasticherie, ma dobbiamo prenderla come un'ipotesi di lavoro. Con gli uffici allo stato attuale il "Grand Hôtel Billia non sembra che ricorra in una di queste ipotesi, perché abbiamo visto che la legge eccezionalmente ammette espropriazioni dirette alla semplice conservazione dell'esistente, soprattutto qui stiamo parlando di un'azienda, cosa che non è marginale, perché noi l'occasione per comprare - leggasi espropriare - l'abbiamo già avuta. Si ricorderanno i colleghi che in passato vi è stato un trasferimento di proprietà del "Grand Hotel Billia", delle mura! È vero che è stato un trasferimento improprio, ma vi è stato un conferimento, tanto che il notaio, che redasse l'atto, trasmise alla Regione, permettendo l'eventuale esercizio dell'opzione di acquisto, un'opzione che non fu esercitata. Attenzione, non fu neanche una questione di prezzo, perché nella norma di riferimento era indicata la possibilità di esercitare l'opzione pur avendo un disaccordo sul prezzo, perché? Perché l'opzione può essere esercitata al prezzo indicato nel contratto, tanto che quella condizione sospensiva aveva costituito un contratto "sub condicio", nel senso che dovevano passare i termini per l'esercizio dell'opzione prima che il contratto assumesse la definitiva valenza giuridica. Non fu esercitata quella opzione, vi ricorderete che fu oggetto anche di interpellanze, perché quel tipo di operazione avrebbe permesso all'Amministrazione regionale di acquisire la proprietà delle mura anche con una valutazione peritale sul valore perché, in caso di disaccordo sul valore, la Regione poteva opzionare l'acquisto, per contro la proprietà indicava come prezzo quello indicato nel contratto, il prezzo a quel punto sarebbe stato determinato da una terna composta da un componente regionale o ministeriale, un componente della proprietà e un terzo "super partes", quindi un collegio che avrebbe valutato secondo equità il valore del bene, ma non fu fatta, perché l'acquisizione delle mura non avrebbe comportato l'acquisizione dell'azienda e ci saremmo trovati nella situazione di "Pantalone" che aveva la proprietà delle mura, doveva procedere alle manutenzioni straordinarie quanto meno perché proprietario, con un'azienda gestita...

(interruzione del Vice-presidente Nicco, che richiama al silenzio l'Assemblea)

... quindi se è vero che quello era un procedimento diverso non propriamente espropriativo, era un processo che avrebbe permesso all'amministrazione di essere proprietaria dell'immobile, ma l'azienda no! Onestamente l'espropriazione dell'azienda è tutto un altro dominio, quindi la situazione è ambiziosa, estrema. Più in particolare, chiuso l'inciso del passato, è necessario se vogliamo procedere ad un esproprio... invece quello tipico, che venga predisposto un progetto volto alla realizzazione di un'opera finalizzata a destinare il complesso alberghiero ad edificio pubblico o di pubblico interesse. Allora ci spostiamo, non è il mantenimento dell'esistente, ma facciamo un progetto e facciamo qualcos'altro, quindi lì ritorniamo... di incompatibile con l'attuale proprietà e destinazione... potrebbe essere quella la sede istituzionale di una struttura regionale, cioè sono tutte cose da esplorare, ragiono in termini quasi accademici; il tutto poi condizionato alla preventiva verifica in ordine all'impossibilità di ricorrere a valide soluzioni alternative.

Alla luce di quanto sopra, oggi non parrebbero esistere i presupposti giuridici e di fatto per l'avvio di una legittima procedura espropriativa; al momento risulterebbe non di pubblica utilità, ma di semplice utilità acquisire questa struttura che, trovandosi in un rapporto di funzionalità di fatto con la casa da gioco, può prestarsi a future destinazioni anche di pubblica utilità. Queste sono le prime analisi; mi riprometto di non accantonare il ragionamento testè fatto come definitivo, perché ritengo che qualsiasi soluzione che possa portare con il carattere di novità qualche raggio di luce in una situazione non particolarmente luminosa è la benvenuta.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Voglio ringraziare l'Assessore perché, nonostante il brusio, ha svolto un'analisi centrata interessante, che aveva il suo forte "appeal" intellettuale. Credo che la relazione dell'Assessore abbia dimostrato che l'idea del Presidente Cesal non era del tutto "pellegrina", è una strada giuridicamente percorribile, non impossibile. Detto questo, l'Assessore ha riportato una serie di ragionamenti sostenuti anche da delle valutazioni tecnico-giuridico e anche di tipo politico afferenti a quella estrema situazione che potrebbe far cominciare a ragionare su un esproprio non di pubblica utilità, ma di pubblica utilità nel senso di usufrutto di quella struttura perché in questo ambito siamo. Mi pare di aver capito che due sono le sostanziali condizioni per cui si possa iniziare il ragionamento dell'esproprio, cioè che da un lato quella struttura sia intanto non un'azienda, ma un bene che è incompatibile con l'opera che si voglia realizzare di pubblica utilità, questo non è il caso di un albergo, che non è solo un bene immobile, ma è anche un'azienda, quindi rende doppiamente difficoltoso il ragionamento, ma è un'azienda che è molto compatibile con quello che è oggi l'interesse della pubblica amministrazione: quello appunto di ampliare i servizi della "Casinò S.p.a."; quindi mi pare di capire che su questo percorso è difficile arrivare e l'altra è quella della compatibilità della situazione. Vi è poi un altro "ramo" di ragionamento che è l'esproprio per la manutenzione o conservazione in questo caso del bene storico che il "Grand Hôtel Billia" rappresenta però, come diceva l'Assessore, dentro un bene storico vi è un'azienda, e torniamo di nuovo alla complessità del ragionamento di espropriare di un'attività un'azienda. Certo, se il proprietario chiudesse l'azienda, lasciasse andare "a carte quarantotto" l'immobile, che è un bene di prestigio storico, cosa che dubito possa fare, perché il primo interessato a valorizzare l'immobile credo sia proprio il proprietario, in quel caso l'Amministrazione per proteggere il bene potrebbe iniziare un ragionamento che porterebbe all'espropriazione.

Sono rasserenato da questa relazione così precisa e lucida che, da un lato, non è solo espressiva della "problematica Billia", perché la mia curiosità era l'approccio tecnico-giuridico, ma se mi permette l'Assessore anche culturale politico, perché nelle condizioni del "Billia" possiamo identificare almeno altre 30 aziende in Valle che possono essere intese come incompatibili con l'attività di una Regione che si sta allargando sotto l'aspetto dell'economia, perché di questo si va a parlare. Per assurdo, siamo qui che stiamo ragionando su un'espropriazione di un bene privato, quando invece dovremmo parlare della privatizzazione del bene pubblico, che è culturalmente altra cosa! Pensate a cosa siamo arrivati, in Valle d'Aosta l'Amministrazione regionale deve anche parlare di come eventualmente appropriarsi di quei beni che sono incompatibili con il suo ruolo di motore dell'economia valdostana, perché oggi la Regione è il primo imprenditore valdostano; incredibile, ma vero! Ecco perché dicevo che l'ipotesi del Presidente Cesal era stuzzicante, ma non stuzzicante per il "Billia", stuzzicante per l'ideologia che sta alla base di una proposta di questo tipo, perché se passa tale ideologia, allora ha ragione il Consigliere Sandri ieri a dire: "attenzione, il Casinò ha portato 700 milioni di euro alla Regione", quindi con questo giustifico che è giusto il pubblico come economia, il pubblico imprenditore è corretto e quindi oggi è il Casinò con il "Billia", domani sono le terme, dopo domani sono le Funivie "Courmayeur" e via dicendo. L'imprenditore Regione espropria i beni privati per diventare sempre più potente e grande. Peccato che la storia ci insegna un'altra cosa e, per fortuna, possiamo andare a prendere 70 anni di storia di socialismo reali, che ci insegnano che le cose così non funzionano nel mondo. Ringrazio l'Assessore per la...

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

... ecco i corsi e ricorsi, speriamo che quella che è durata 70 anni in Russia non torni in Italia, che ce la siamo evitata... adesso se mi dici che la Cina sta facendo il socialismo reale, si è convertita anch'essa al capitalismo che non è l'esproprio del bene pubblico, ma la privatizzazione. I colonnelli dell'Armata Rossa che diventano imprenditori! Ringrazio l'Assessore per la sua lettura tecnico-giuridica che mi conforta sotto l'aspetto politico-culturale.