Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1043 del 16 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 1043/XII - Studio di fattibilità per la riqualificazione urbanistica del settore nord-orientale della città di Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che:

- la Giunta regionale ha stanziato 180 mila euro per conferire un incarico finalizzato alla realizzazione di uno "studio di fattibilità e piano operativo per la riqualificazione urbanistica del settore nord orientale della città di Aosta";

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Regione e l'Assessore delegato per conoscere:

1. se in tale progetto è stata coinvolta l'Amministrazione comunale interessata;

2. come si inserisce tale incarico rispetto ai precedenti studi e progetti effettuati in precedenza su parte dei medesimi beni storico culturali;

3. se in tale incarico rientra anche la riconsiderazione e revisione del parere espresso dalla sovrintendenza in merito alla risistemazione della piazza aostana intitolata a Papa Piazza Giovanni XXIII;

4. quali azioni intende avviare a seguito di tale studio.

F.to: Frassy

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Per l'illustrazione di questa interpellanza mi gioverò in parte delle risposte che sono state anticipate sull'interrogazione che aveva un analogo argomento, seppure con dei punti diversi, presentata martedì dal gruppo "Arcobaleno". Abbiamo voluto capire più di quanto la deliberazione non facesse intendere, di qui il motivo di questa iniziativa. La premessa a questa interpellanza è che condividiamo la preoccupazione e l'interessamento alla valorizzazione dell'importante patrimonio storico, culturale, monumentale della città di Aosta. Patrimonio che da parecchi lustri a questa parte sembra essere rimasto abbandonato a sé stesso, a parte alcuni interventi episodici, ma scollegati rispetto a una valorizzazione complessiva. Ciò detto, alcune perplessità ci rimangono, perché non possiamo partire dalla considerazione che questi beni hanno una loro fisicità che insiste su un territorio urbano. Questo territorio urbano è un territorio che nel tempo si è modificato, inglobando questi monumenti, in alcuni casi degradandoli, in altri soffocandoli, ma è un territorio urbano che ha anche un responsabile che è l'amministrazione comunale. Ci saremmo perciò aspettati che su questo tipo di intervento riguardante beni che insistono sul capoluogo regionale vi fosse stato un confronto preliminare e non successivo con l'amministrazione comunale, anche perché ricordo, per aver vissuto l'esperienza nei banchi del consiglio comunale, insieme ad altri colleghi che sono qui in questa legislatura, che un lungo studio ha tormentato per ben 2 legislature l'Amministrazione del Comune di Aosta ed era lo studio sulla revisione del piano regolatore. Nell'ambito di quello studio erano state fatte anche delle interessanti - praticabili non lo so - ipotesi di recupero di valorizzazione dei reperti dell'epoca romana. Sicuramente fra gli studi che sono stati fatti, non vorrei ricordare male, ma ho il convincimento abbastanza preciso che fosse stato commissionato proprio dall'amministrazione nell'ambito dell'insieme degli incarichi dati per la revisione del PRG... vi era un incarico che recitava: "valorizzazione della cinta muraria romana della città di Aosta". Purtroppo di quello studio non è stata data attuazione se non in minima parte, per quella parte che da via Festaz, con innesto su via Torino, scende dietro il tribunale ed è stata fatta quella che sembrerebbe una pista ciclabile, anche se non è percepita, che costeggia da dietro il tribunale sino a dietro il mercato la cinta muraria. Tutta una serie di altri interventi sono rimasti lettera morta, fra cui la valorizzazione di quell'altro importante pezzo di cinta muraria, che sta dietro i vecchi Monopoli, ma è rimasta abbastanza trascurata e non realizzata quella ipotesi di valorizzazione; perciò sicuramente l'amministrazione comunale aveva espresso delle idee in merito.

La seconda domanda che poniamo all'Assessore di conseguenza è come si inserisce questo incarico, non solo nelle conclusioni, perché poi abbiamo letto la deliberazione e la deliberazione dice che dovrà essere studiata con l'amministrazione comunale una certa ipotesi; il problema è quello di capire se è stata valutata la produzione di ipotesi progettuali che sia a livello di amministrazione comunale, sia a livello di Amministrazione regionale erano state nel passato conferite. Perché dico questo? Perché, parlando di uno di quei beni che qui sono indicati, mi riferisco a Casa Rassat, nel 1997 l'Amministrazione regionale aveva conferito un incarico per il recupero a una serie di finalità di servizio all'antistante Teatro romano di questo immobile. La sensazione che abbiamo nel leggere questa deliberazione di incarico è che si tenda a partire dall'anno zero, non tanto per i 2.000 anni di storia che sono trascorsi da quando quegli edifici monumentali sono stati realizzati, ma quanto più banalmente per gli studi di progettazione che sono stati conferiti, anche perché abbiamo un precedente su una materia di cui abbiamo parlato in un precedente Consiglio: il censimento della cosiddetta "architettura minore". È sicuramente un contesto diverso rispetto a questo, ma è l'evidenza di una situazione che non riesce mai ad arrivare a un punto fermo nella conclusione. Abbiamo la sensazione che anche sulla valorizzazione dell'Aosta romana vi siano delle difficoltà a fare un punto fermo e ad iniziare a fare degli interventi.

Devo dire che gli interventi che verranno fatti - e noi auspichiamo che non vengano fatti - ci preoccupano. Abbiamo visto fra l'altro che non è indicato espressamente fra le aree che vengono individuate, ma forse con uno sforzo topografico potrebbe rientrare nella zona nord-orientale, sicuramente nella zona nord della città di Aosta, e mi riferisco a Piazza Giovanni XXIII, la piazza antistante alla cattedrale di Aosta, piazza sulla quale pende uno scellerato progetto che ha avuto modo di essere discusso a più riprese, anche con prese di posizione pubbliche da parte di autorevoli esponenti della diocesi, da parte di amanti delle cose belle, che avevano espresso più di una perplessità su quel tipo di progetto, che peraltro risulterebbe essere stato licenziato nel senso di approvato dalla Sovrintendenza regionale. Ci chiediamo se non sia necessario a questo punto intraprendere quanto meno un supplemento di riflessione su tale progetto, in considerazione del fatto che, per fortuna, al momento quel progetto non ha avuto ancora concreta attuazione.

Con il quarto punto domandiamo quali sono le azioni concrete che si intenderanno avviare successivamente, nel senso che vorremmo capire se verrà poi concordato, immaginiamo con l'amministrazione comunale, un piano globale o se invece vi è l'intendimento di procedere, forse l'espressione in questo caso è poco adatta, a lotti, cioè sui singoli beni, perché riterremmo che in questo caso sarebbe necessario fare lo sforzo sia in termini di finanziamento, sia in termini di progettualità, per dare un volto corale diverso all'insieme di questi beni, che si articolano dalla "Tour de Pailleron" sino alla "Torre dei Balivi"e proprio sulla "Torre dei Balivi" vi è un progetto, che ormai è già in fase di esecuzione, perciò la sensazione è che probabilmente qualche tassello sia sfuggito. Le considerazioni in merito a queste sensazioni ce le riserviamo in sede di replica; un'ultima considerazione è sull'entità di tale incarico e sulla scelta che è stata fatta. Si tratta di perplessità che nascono da precedenti che non sono propriamente soddisfacenti per la città di Aosta, nel senso che questo professionista è lo stesso che ha dato non direi i natali e neppure lustro alla città, diciamo che ha dato luogo a quella bruttura che porta il nome di Piazza Severino Caveri, cioè la firma è quella dell'Architetto Andrea Bruno; di conseguenza, mettere nelle mani di questo sicuramente nome illustre sulla base del curriculum, ma quanto meno bizzarro architetto tutto il patrimonio monumentale della città di Aosta ci crea più di qualche apprensione.

Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.

Charles (UV) - A raison le collègue Frassy, on a déjà parlé de cet argument dans la journée d'hier et en quelque manière cette interpellation fait le même parcours que la question qui m'avait été présentée hier. Enfin la réponse est distincte en quelque manière, mais je verrai de reprendre aussi quelques thèmes qui ont déjà été traités hier.

Tout d'abord il faut dire qu'il ne s'agit que d'une étude de faisabilité sur des bâtiments, qui sont de propriété de l'Administration régionale et tout de même qui tiennent compte du plan d'aménagement de la ville d'Aoste. Une étude de faisabilité qui n'est qu'une première conception de ce que cela pourra être fait par la suite et sur le projet on devra naturellement se confronter avec la ville d'Aoste, bien que l'Administration communale d'Aoste est déjà informée de la volonté d'élaborer l'étude dont il s'agit et qui sera partie prenante dans la phase de définition des lignes indicatives principales, finalisées au projet d'intervention de requalification urbanistique de la zone nord-nord est de la ville, qui ne comprend ni la "Tour du Pailleron" - que vous avez citée -, qui se trouve au contraire au midi de la ville, ni la place Saint-Jean XXIII, qui se trouve au centre de la ville. L'étude de faisabilité dont il s'agit sera élaborée par l'architecte mandaté, compte tenu de toutes les interventions ponctuelles déjà effectuées ou programmées et en harmonie avec les instruments de planification territoriale et urbanistique existants et dans la délibération on parle justement du plan d'aménagement de la ville d'Aoste.

Pour venir à la Place Saint-Jean XXIII, même s'il ne rentre pas comme site dans cette zone nord-est, je dois tout de même rappeler ce que j'ai déjà dit hier, c'est-à-dire que cette place pourra être fonctionnelle et correctement exprimée, lorsque cet espace sera concrètement utilisé comme lieu d'agrégation des habitants, qui seront stimulés par les pièces archéologiques présentes sur le site et comme zone surtout de relais entre la rue de Tillier et la place Saint-Jean XXIII, telle qu'elle avait été projetée à l'origine, en accord avec les indications toujours du plan d'aménagement... et que la récupération de la place se trouve à côté de la "Maison de Lostan" actuellement en phase de projet, et devrait contribuer justement à la revitalisation de cet espace urbain.

Par ailleurs même vous... vous parlez de l'architecte, vous avez des doutes, comme les doutes ont été exprimés hier, il faut que j'ajoute que la première solution de cet architecte avait été revue par la Commission des biens culturels et par les techniciens de la Région, qui avaient proposé des variantes au projet, donc le projet est un peu né de deux philosophies de projet et en définitive cela a donné origine à cet ensemble, qui est plutôt hybride et que justement quelqu'un considère discutable...

(interruption du Conseiller Frassy, hors micro)

... oui, place Severino Caveri, pardon...je vous ai dit que la place Severino Caveri entre la place Saint-Jean XXIII et la rue de Tillier devrait faire le relais, mais vous, vous parliez de la place Severino Caveri?

(nouvelle interruption du Conseiller Frassy, hors micro)

C'est cela, d'accord. A ce propos aussi, puisque maintenant aussi Madame Squarzino est là, je dois encore dire une chose. Hier Madame Squarzino a cité un architecte qui aurait fait des études sur les remparts de la ville. Je me suis renseignée là dessus et cet architecte avait simplement commencé à recueillir des données pour examiner les liens historiques de sauvegarde, relatives à des dispositions 2908-2911 et cette étude est restée inachevée et l'architecte en ce moment ne travaille même plus et n'a plus de cabinet. Il ne s'agit pas donc d'une étude, mais d'un ensemble de données, qu'on a jamais utilisés véritablement, parce que c'est quelque chose d'incomplet et qui est resté inachevé.

Pour conclure maintenant avec la réponse, après l'élaboration de cette étude, dont parle la délibération en question, pour tout ce qui concerne les zones de propriété régionale, sera activé un programme à moyen et long terme finalisé au projet et à la réalisation d'interventions de recherche, rénovation et valorisation du patrimoine architectonique, archéologique, historique, artistique présent dans cette portion de la ville, en particulier pour ce qui concerne la responsabilité institutionnelle de tutelle des biens et des systèmes de biens culturels qui se trouvent dans cette zone, mais cela en harmonie avec la ville d'Aoste, parce qu'on ne peut pas faire une chose sans l'autre.

Si dà atto che dalle ore 17,30 presiede il Vicepresidente Nicco.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - In replica dovremmo dire se siamo soddisfatti o meno della risposta che è stata data all'insieme delle domande che costituiscono la nostra interpellanza. In questa iniziativa vi erano 4 domande e lei ha dato delle risposte abbastanza puntuali, perciò se dovessimo limitarci ad esprimere soddisfazione sul fatto che le risposte siano pervenute, dovremmo dirci soddisfatti; invece ci diciamo abbastanza insoddisfatti e perplessi, perché non sono state fugate le perplessità che ci hanno portato a scrivere questa iniziativa, ricordando l'illustrazione dell'interpellanza... ossia alla condivisione che fosse necessario addivenire a un lavoro organico di valorizzazione dei reperti della città di Aosta.

Lei ha detto in risposta al punto n. 4, dove domandavamo quali azioni intende avviare a seguito di tale studio: "progetti a medio e lungo termine"; questa risposta lascia la sensazione che non vi sia una visione di insieme, che si proceda per lotti, nel senso che pensavamo che questo tipo di incarico potesse essere propedeutico a un concorso di idee, ma un concorso di idee implica un unico progetto di ampio respiro, che nella mia fantasia e suggestione in questo momento vede collegare in una maniera articolata la "Tour de Pailleron", la piazza Plouves scavata a livello di quei reperti romani che sappiamo essere relativamente poco distanti dall'attuale calpestio e collegata con la Porta Pretoria, per entrare nel Teatro Romano e da questo a sinistra avere un rifacimento di quello spiazzo a cavea per le rappresentazioni estive, che abbia come quinta suggestiva il Teatro Romano e dall'altra parte la "Torre dei Balivi" ridestinata alle muse della musica.

La sensazione invece è che qui andremo a fare dei piccoli interventi, lei mi fa cenno di no, e allora sono convinto che l'Assessore si sia espresso in una maniera che abbia creato questo equivoco; perciò prendiamo atto che il pensiero dell'Assessore non è quello dei progetti a medio e lungo termine, ma di un concorso di idee che possa portare alla città di Aosta una giusta valorizzazione della sua memoria dell'epoca romana...

(interruzione dell'Assessore Charles Teresa, fuori microfono)

... sono tutte torri che sono state costruite utilizzando il pietrame delle mura romane! Le perplessità che esprimiamo su questo incarico è che esso non abbia avuto a monte un'attenta ricognizione di quello che era stato fatto e lei, seppure in maniera non palese, ce lo ha confermato prima, quando ha detto: "in relazione alle perplessità espresse dalla collega Squarzino nella giornata di ieri", quando ha evidenziato quello studio che ho richiamato, ha detto: "ci siamo informati e abbiamo potuto verificare che quello studio non era mai stato completato". Ho capito, ma la verifica è stata fatta dopo l'interrogazione, cioè il rammarico è che, nel momento in cui lei ha preso possesso del suo Assessorato, abbia pensato di resettare "l'orologio della storia" del suo Assessorato, cioè ciò che è accaduto prima "tamquam non esset", da oggi partiamo con una nuova impostazione. Questa è la sensazione, anche perché è vero che in deliberazione è citato il dossier del Servizio beni archeologici, ma quel dossier forse aveva già enucleato una serie di compiti, che vengono poi richiesti nel disciplinare, perché quel dossier penso sia forse la versione più sintetica della fase uno di questo incarico che è la schedatura dei beni. La schedatura dei beni esiste, sì, sarà tutto incompleto, ma la struttura esiste, è una schedatura sintetica che forse poteva essere implementata, anche perché capisce che, quando noi leggiamo una cifra di 180.000 euro e andiamo a vedere cosa chiediamo a questo illustre professionista, del quale non metto in discussione il curriculum, ma metto in discussione da cittadino della città di Aosta i risultati che ha portato in questa città, perché piazza Severino Caveri... sfido qualsiasi consigliere a difendere da un punto di vista progettuale, architettonico, urbanistico, ambientale quella realizzazione, sfido chiunque a dire che quello è un esempio che va valutato da un altro punto di vista, secondo me non ha attenuanti ma, come dicevo, quando andiamo a chiamare una personalità - perché non possiamo disconoscere il curriculum: consulente dell'Unesco e di tutta una serie di altri prestigiosi istituti, peccato che Aosta è stata l'eccezione che ha confermato la sua bravura! - e andiamo a dargli un incarico che per un periodo di 6 mesi, gli comporta la redazione di una relazione e di un "masterplan", Assessore, sono 180.000 euro! E 180.000 euro per partire da zero, quando in realtà abbiamo appurato che esistono un insieme di "données" forse incomplete, sicuramente da completare. Probabilmente la situazione dello stato di fatto poteva essere affidata a professionisti meno famosi, ma anche meno onerosi, perché effettuare la consistenza di questi beni monumentali nella relazione che deve individuare lo stato di degrado, la lettura urbanistica complessiva e quant'altro non voglio dire che un qualsiasi geometra lo possa fare, ma sicuramente poteva essere fatto nell'ambito di quegli incarichi di "routine" che, se non vengono espletati all'interno dell'amministrazione, vengono comunque ben espletati da professionisti locali.

Sul "masterplan" prendiamo atto che dovranno essere individuate delle linee di indirizzo teorico e pratico, però anche qui, Assessore, lei diceva: "sì, faremo il concorso di idee", ma il concorso di idee dovrà poi fare i conti con delle linee di indirizzo non solo teoriche, ma anche pratiche; non vorremmo che queste linee pratiche costituissero già un "masterplan" che sia ben più di uno studio di fattibilità. Normalmente il concorso di idee deve dare la possibilità a chi partecipa di dare libero sfogo alla propria fantasia progettuale, alla propria sensibilità architettonica e culturale.

Perciò, chiudendo questa replica, proprio per il fatto che qui non stiamo parlando solo di 180.000 euro... che sono una grande cifra, mi creda, sono una cifra che fa ancora sensazione anche all'interno di questa amministrazione, dove siamo abituati a veder scrivere deliberazioni per cifre molto più importanti, ma mi creda, 180.000 euro sono ancora una cifra importante. Il problema non è neppure qui, il problema è nella preoccupazione, Assessore, e la prego di cercare di capire cosa le voglio significare, che 180.000 euro possano essere l'inizio di un percorso che, se non gestito in maniera sapiente, in maniera attenta e condivisa, possa portare non alla valorizzazione, ma allo scempio finale di vestigia che per 2.000 anni hanno resistito al gelo, al sole, alla neve, alla pioggia e che rischiano, in nome di interpretazioni fatte da firme magari di grido, di degradare al complesso - e ritorno sul tasto dolente - chiamato forense e che è diventata quella desolata spianata cementificata di piazza Severino Caveri. Questo Signore va controllato a vista, perché Aosta ha già pagato non solo in termini di parcella, ma in termini di fruibilità gli errori di tale Signore! Ci auguriamo che si possa seguire in un percorso condiviso sul confronto in commissione l'evolversi di questo iter, perché il patrimonio culturale è di tutti, non è solo della maggioranza o dell'Esecutivo. Le chiediamo, Assessore, la sensibilità che lei, da un punto di vista culturale, sicuramente ha... di condividere con tutte le forze politiche passo passo questo importante progetto di recupero e valorizzazione dell'Aosta romana e medioevale.