Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1033 del 16 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 1033/XII - Indagine sull'utilizzo del servizio di asilo nido nella nostra regione. (Interpellanza)

Interpellanza

Preso atto che è stata attivata una rilevazione del grado di soddisfazione delle famiglie, in riferimento all'utilizzo del servizio asilo nido offerti nella nostra regione;

Tenuto conto dei dati e delle osservazioni conclusive di tale rilevazione, presentati nel corso della 2° Conferenza regionale della famiglia, svoltasi il 13 novembre 2004;

Ricordati in particolare, da una parte, l'alto indice di soddisfazione manifestata dalle famiglie degli utenti degli asili nido e, dall'altra, sia il costo elevato del servizio sia il numero esiguo dei bambini iscritti e frequentanti rispetto alla totalità dei possibili utenti;

Valutata positivamente la qualità che il servizio dell'asilo nido raggiunge su tutto il territorio regionale;

Considerato che tale servizio altamente qualificato rappresenta purtroppo una possibilità concreta per poche famiglie;

Visto che attualmente le competenze in materia di servizi per la prima infanzia sono attribuite agli Enti locali;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

la Giunta e l'Assessore competente per sapere:

1) se sono state analizzate le ragioni per cui tale servizio, pur richiesto dalle famiglie, "trovi ancora perplessità presso alcune amministrazioni locali;"

2) se si intende, alla luce di tali dati, rivedere la politica regionale nei confronti della prima infanzia, ivi compresa l'eventuale modifica di attribuzione di competenze in tale materia agli Enti locali;

3) se si intende rispondere alla domanda delle famiglie di maggior servizi di asili nido con la realizzazione dell'anticipo scolastico alla scuola dell'infanzia.

F.to: Squarzino Secondina

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Con questa mia interpellanza vorrei attirare l'attenzione dell'Assessore su un problema che è emerso all'interno della seconda Conferenza regionale della famiglia, che si è svolta a Pollein il 13 novembre scorso. Non so se nella parte conclusiva l'Assessore ha ripreso alcune osservazioni che erano emerse in mattinata, non ho potuto essere presente nel pomeriggio, per cui eventualmente se alcune osservazioni rispetto a questo tema sono state fatte, sarei contenta di sentirle oggi.

In quella sede è stata presentata un'interessantissima relazione, che illustrava gli esiti di una ricerca che il Servizio del coordinamento regionale degli asili nido ha effettuato ed era una ricerca per capire come gli utenti degli asili nido percepiscono la qualità del servizio che viene offerto. Vi è un primo dato molto qualificante, molto positivo che emerge, cioè che il livello di soddisfazione degli utenti di questi servizi è altissimo: dall'88 al 91%, quindi vi è una soddisfazione molto elevata delle famiglie rispetto alla qualità dei servizi che l'asilo nido propone. Possiamo quindi affermare con soddisfazione, come ha fatto anche altre volte l'Assessore, che la Regione fornisce un servizio di alta qualità per i bambini degli asili nido, ma accanto a questo dato positivo vi sono alcuni aspetti critici su cui varrebbe la pena di soffermarsi proprio per fare un passo avanti rispetto alle politiche regionali nei confronti della fascia della prima infanzia.

Quali sono gli aspetti critici che emergono? Li riassumo in tre grandi filoni. Primo filone: le famiglie non trovano risposta adeguata, nel senso che vi sono liste di attesa molto lunghe, a volte le stesse liste di attesa non traducono la realtà effettiva perché molte famiglie addirittura neanche fanno domanda per le liste di attesa. A questo proposito abbiamo visto per il Comune di Aosta solo recentemente che il problema è riapparso in modo drammatico, nel senso che fare una domanda una volta all'anno soltanto penalizza il 50% delle famiglie, cioè tutti quelli i cui figli nascono dalla data di scadenza della domanda alla successiva data di scadenza, queste possono far domanda per accedere all'asilo nido solo quando i bandi hanno almeno un anno, un anno e mezzo. Dunque, dicevo, vi è questo problema delle liste di attesa; vi è il problema delle rette che sono ritenute dalla maggioranza degli utenti non adeguate; vi è una preoccupazione che riguarda l'eventuale iscrizione anticipata alla scuola materna; ma soprattutto vi è il fatto che questo servizio risponde a un numero molto limitato di famiglie e, anche se aggiungiamo a questi posti dell'asilo nido le altre soluzioni - "garderie" e tate -, l'offerta complessiva rimane sempre insufficiente rispetto alle domande poste.

Vi è una valutazione che va evidenziata ed è quella che gli operatori e le famiglie esprimono una preoccupazione per l'incertezza di disponibilità di risorse economiche adeguate, l'incertezza sulle scelte degli enti locali e addirittura non capiscono perché questa volontà, che tutti dicono di voler avere, di attenzione verso le famiglie, non si traduca in servizi realmente disponibili per i bambini e le famiglie su tutto il territorio regionale. A questo proposito cito dalla relazione: "Non sono mancate le preoccupazioni sulle prospettive future dei servizi alla prima infanzia nella nostra regione". Qui vi è un dato di fatto a cui non si può sfuggire, cioè che anche il servizio alla prima infanzia è un servizio che rientra nel principio dell'universalità dei servizi e del diritto alle prestazioni, per cui vi è effettivamente un diritto da parte dei cittadini di accedere e un dovere da parte degli enti pubblici di dare una risposta, in modo che tutti i cittadini possano accedere a questa tipologia di servizi.

Chiaramente con l'istituzione delle "garderie" e delle tate si è cercato di offrire servizi differenziati sul territorio ma, a nostro avviso, il problema rimane ed è per questo che vogliamo puntualizzare tre aspetti della questione: primo, se effettivamente vi è stata da parte della Giunta un'analisi delle ragioni per cui questo servizio, pur richiesto dalle famiglie, trova ancora perplessità presso alcune amministrazioni locali; secondo, se la politica regionale nei confronti della prima infanzia finora adottata sia ancora accolta e sia perseguita dall'Assessorato, o se si intenda rivedere con gli enti locali l'attribuzione di competenze in questa materia; terzo, collegato indirettamente al problema degli asili nido, se alla domanda di maggior servizi da parte delle famiglie si intende rispondere offrendo la possibilità alle famiglie di accedere anticipatamente alla scuola materna.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Di asili nido se n'è parlato molto e non vi è bisogno di attirare l'attenzione su questo argomento, nel senso che ci stiamo lavorando e infatti proprio questo studio che abbiamo voluto fare, lo studio valutativo degli asili nido in Valle d'Aosta, non è stato uno studio celebrativo, ma è stato uno studio proprio nel senso di capire quanto sta avvenendo. Sono d'accordo con la sua presentazione, tranne che in questa fascia di età non si può parlare di diritto alla prestazione. Questo è un servizio sociale che sentiamo come importante, ma non si può parlare di un diritto. Sappiamo che è allo studio una legge che prevede, per lo stato, di far diventare questo servizio un diritto, però finora se si vuole essere corretti, non si può parlare di diritto alla prestazione. È stato invece molto correttamente rilevato questo che è stato il dato che più mi ha colpito; io sono stato presente a tutta la giornata, più che nella giornata della famiglia, tale studio è stato presentato il 28 ottobre in una mattinata alla biblioteca qui e anche gli enti locali hanno lavorato su questo, che si è dimostrato un grosso momento di collaborazione e di verifica con chi deve mettere in pratica queste politiche, cioè gli enti locali. Dicevo: è stato molto corretto il fatto di aver rilevato - ed è stata anche per me una piacevole impressione - che questo è un servizio di grande qualità. Nostri servizi vi è una risposta delle famiglie, di soddisfazione al 98%. Questo è un primo dato da cui partire: è un servizio di eccellenza che la nostra Regione offre e ciò fa piacere.

Delle sue tre preoccupazioni la sintesi può essere: "è un servizio di eccellenza, però riservato ancora a poche famiglie", anche se mi permetto, analizzando questo dato, di dire che la nostra Regione è la seconda Regione d'Italia come risposta alle domande degli utenti. Con il 12% delle domande siamo secondi soltanto alla Emilia Romagna, quindi è già una buona risposta. Dall'altra parte mi chiedo come mai tutte le famiglie della Valle d'Aosta vogliano avere i figli al nido, cioè tutte le famiglie della Valle d'Aosta fanno domanda per afferire a tale servizio, più che in altre regioni, questo è un dato di fatto.

Come mai nella nostra Regione - e ho partecipato a diversi incontri sugli asili nido - gli utenti sempre più chiedano delle fasce lunghe... cioè sono dei bambini che hanno 3 mesi, 3 anni, tenerli 12 ore a un asilo nido, mi sembra eccessivo. Da un lato, quindi, un servizio di eccellenza; dall'altro, una non soddisfazione di tutte tali domande, anche se forse alcune domande sono generate - mi permetta - anche da questa grande qualità, perché se offro una grande qualità di servizi, obiettivamente più gente vuole accedere a tali servizi. Il nonno che tiene i bambini non è allora più sufficiente rispetto alla possibilità di sviluppo psicopedagogico che il bambino può avere in un asilo nido. Perché queste perplessità degli amministratori? Se lei fosse rimasta tutto il giorno quella mattina del 28, gli amministratori locali le avrebbero testimoniato come gradiscano questo tipo di servizio, come l'amministratore locale sia felice di poter offrire tale servizio e noi siamo contenti di questa gestione che gli enti locali fanno. Le perplessità le vorrei tradurre in una lettera che l'Assessore Rigo del Comune di Aosta, una persona molto seria e di riferimento, ha esposto in modo molto corretto, che ci dà però un altro dato importante, cioè, oltre ad essere un servizio di eccellenza, è un servizio rivolto soprattutto alle fasce più deboli, perché queste hanno un accesso a questi asili nido superiore ad altre fasce. Leggo la lettera:

"Orbene, la spesa stimata dal Comune di Aosta per la gestione dei 3 asili nido comunali è per l'anno 2004 di 1.800.000 euro, a fronte di un'entrata delle quote pagate dai familiari dei bimbi di 210.000 euro. La situazione reale alla data odierna di tutti i 106 bambini frequentanti registra questi dati: su 126 famiglie 37 pagano ogni mese una quota fra 0 e 50 euro, 22 famiglie fra 51 e 100 euro al mese, 10 famiglie fra 151 e 200 euro, 11 famiglie fra 200...".

La maggior parte degli utenti degli asili nido cioè paga delle rette basse per il servizio che viene dato, quindi grande difficoltà economica a gestire questo tipo di servizio che è un servizio di eccellenza che è rivolto alle fasce più deboli. Si chiede se intendiamo fare una revisione di questo tipo di politica. È chiaro che su questo aspettiamo delle risposte legislative, nel senso che sulla qualità non si può mai scendere, la qualità deve essere mantenuta alta, però è una qualità veramente elevatissima come è stato rilevato, se lei pensa che ogni 6 bambini vi è un operatore... però l'operatore sta solo 7 ore perché, se stanno di più con questi orari, ci vuole un altro operatore, per il disabile è un'altra cosa, ogni bambino disabile ha un suo operatore; devono avere una cucina inserita nel nido con delle differenze di menu che a casa mia, che ho tanti figli, non si verificano. All'asilo di Saint-Christophe, dove sono stato io, su 50 bambini vi sono 14 menu differenziati...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... sì, però non sono tutte allergie, Signora mia! Documentare un'allergia alimentare non è una cosa semplice; comunque è un servizio di qualità molto elevata, perché su 50 bambini vi sono 14 menu diversi. A Variney vi è una cucina delle scuole e vi è una cucina dell'asilo nido e questo è giusto per una qualità altissima, una qualità che costa anche molto.

Cosa intendiamo fare? Non mi soffermo, perché non lo conosco e so che è all'indagine degli enti locali la possibilità di anticipare i bambini a 2 anni e mezzo, però noi stiamo preparando un lavoro sulle politiche della prima infanzia, nel senso intanto di aumentare la possibilità di soddisfazione di queste richieste. Mi permetto di dire che quest'anno al mese di ottobre è entrato in funzione un nuovo asilo nido nel Comune di Verrès per 30 bambini, a marzo entrerà in funzione il primo asilo aziendale dell'USL per altri 20-25 bambini; abbiamo finanziato il centro di Via Brocherel, che parte nella costruzione al mese di marzo, quindi sono altri 30 posti e abbiamo messo in capitoli di spesa anche l'avvio di un nuovo asilo nido: quello famoso di Charvensod, Jovençan... quindi nel giro di pochi mesi abbiamo aumentato la possibilità di risposta e c'è in progetto di fare altri asili nido. Nello stesso tempo stiamo implementando tutti gli altri servizi dell'infanzia, che non sono servizi di qualità così elevata, ma che sono risposte più che valide. Le tate familiari sono state una risposta nei centri piccoli. È partito il secondo corso, ma soprattutto stanno nascendo delle forme di cooperazione fra tate familiari, che coinvolgono anche i comuni. È di questi giorni l'iniziativa della Comunità "Grand Combin": "l'Espace enfant", in cui vi è una nuova opportunità per la prima infanzia, cioè l'ente locale mette a disposizione dei locali idonei affinché le tate familiari consociate possano tenere i bambini.

Vi è una grossa attenzione da parte nostra verso questo mondo e la risposta che si dà all'utenza degli asili nido, che è un servizio di "élite", un servizio aperto alle fasce più deboli, che bisogna sicuramente estendere anche considerando che i costi sono molto alti per un servizio sociale di questo tipo e pensando anche ad altre soluzioni che siano di una qualità buona, ma che possano essere appetibili e rivolte alle fasce di utenti che rimangono fuori da tale servizio.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Ringrazio l'Assessore per i dati che ha fornito. Alcuni aspetti della sua risposta li condivido e apprendo con piacere questa volontà di continuare. Vi sono però tre punti su cui vorrei richiamare ulteriormente la sua riflessione e sono tre punti che sono evidenziati nei documenti di riflessione del suo Assessorato, dunque sono problemi che vanno presi in esame.

Primo punto: lei contestava che questo fosse un diritto; nel documento intitolato "Le politiche pubbliche concernenti i servizi per la prima infanzia in Valle d'Aosta", datato dicembre 2003, si fa riferimento alla legge quadro n. 328/2000, legge che riguarda la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, dove si dice:

"Questa legge ha fissato il principio dell'universalità nell'accesso ai servizi e alle prestazioni, prevedendo per i soggetti deboli una priorità di accesso, ma non l'esclusività. Ne consegue che è teoricamente obbligatorio per gli enti dare una risposta in termini di servizi a tutti i bambini. Escludendo per ragioni economiche una diffusione capillare di asili nido diventa fondamentale lo sviluppo di altri servizi residenziali"...

(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... attenzione, voglio dire che il diritto ad un servizio per la prima infanzia che sia l'asilo nido, che sia la tata o la "garderie", è un diritto che va garantito a tutti i bambini. È un diritto dovere, è un diritto delle famiglie a cui deve corrispondere un dovere dell'ente pubblico. Questo è chiaro e questo è il principio base della legge n. 328/2000. Ora, o si va in questa ottica, oppure non si affronta in modo adeguato il tema.

Secondo punto: non si capisce - si dice - come mai noi che siamo al secondo posto in Italia come numero di posti in asili nido rispetto alla popolazione, il nostro servizio è considerato dalle famiglie inadeguato, nel senso che vi è troppa domanda di asili nido.

Credo che un'analisi delle domande andrebbe fatta anche tenendo conto del contesto; non possiamo continuare a dire, da un lato, che in questa Regione vi è una crisi delle famiglie, vi è una percentuale altissima di divorzi e di famiglie che si sfaldano, perché lei sa bene che, quando una famiglia si sfalda, l'educazione dei figli pesa sulle spalle di un unico genitore che deve anche andare a lavorare. È consequenziale a questo dato oggettivo che in Valle d'Aosta vi sia una domanda più forte di accesso agli asili nido, perché siamo la Regione con più famiglie disgregate, diversificate, che si compongono e si ricompongono; siamo la Regione in cui vi è il più alto tasso di occupazione femminile, quindi è chiaro che se la donna va al lavoro e ha dei figli, ha bisogno che qualcuno glieli guardi. Se abbiamo presente la composizione della famiglia nella nostra Regione, sono pochissime le famiglie con 4-5 membri, famiglie anche allargate che possono contare sull'appoggio di familiari; allora tutto questo fa sì che vi sia una richiesta alta di servizi alla prima infanzia. Rispetto poi al fatto che sono le fasce più deboli può anche darsi... c'è un dato però che emerge dalla relazione, in una tabella dove sono individuati i livelli di scolarità della coppia e da cui risulta che la scolarità della scuola media superiore fra padre e madre supera per il padre il 40%, per la madre il 54% e anche il diploma di laurea supera il 10-15%, mentre è molto basso il livello di scolarità, scuola elementare o altro titolo. Non solo, ma si dice che il 41% delle madri occupa un posto di lavoro nella qualifica di impiegato, le casalinghe rappresentano un numero assai esiguo di soggetti.

"Per quanto attiene alla scolarità..." - dice la ricerca - "... la maggioranza degli intervistati che utilizzano gli asili nido al momento della ricerca è rappresentato da soggetti con una scolarità che potremmo definire tendenzialmente medio alta".

È difficile allora dire che la maggior parte dei servizi è per le fasce sociali più deboli, probabilmente Aosta è un caso particolare, ma Aosta rappresenta meno della metà dei posti disponibili degli asili nido in tutta la Valle; quindi facciamo attenzione anche a prendere un dato che rispecchi una realtà cittadina ed estenderlo a tutta la Valle d'Aosta, perché non è così. È vero che lì vi sono le fasce più deboli...

(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... ma se la maggior parte è impiegata, è difficile dire che gli impiegati sono indigenti. Che abbiano un accesso prioritario mi sembra giusto, ma per dire che non è vero, che è solo per quello... proprio perché ha un'alta qualità, è ricercato dalle famiglie.

Terzo punto: attiro la sua attenzione sul problema dell'anticipo scolastico alla scuola dell'infanzia, perché supponiamo per assurdo che tutti i comuni della Valle dichiarino di accettare l'anticipo alla scuola materna; questo cosa significa? Significa che un certo numero di bambini passa da un servizio a pagamento delle famiglie a un servizio che è gratuito per le famiglie, ma a pagamento della Regione, allora credo che quest'ultima debba porsi questo problema: come Regione sono chiamata comunque in una prospettiva di anticipo a pagare totalmente quella fascia di bambini. Mi chiedo allora se alla luce di questa relazione e di quanto dicono gli insegnanti della scuola materna, i quali affermano che è più opportuno essere nell'asilo nido che non nella scuola materna, non si possa come Regione prendere in esame la possibilità di intervenire come Regione a coprire le spese di quella fascia che è nel sociale. Pongo la questione alla sua attenzione, perché sarebbe molto grave che, in una Regione come la nostra, le famiglie scegliessero solo per motivi economici l'anticipo e i comuni lo scegliessero per non spendere dei soldi loro, che poi sono soldi della collettività. La Giunta deve chiedersi qual è il bene dei bambini.

Si dà atto che dalle ore 11,31 riassume la presidenza il Presidente Perron.