Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1025 del 15 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 1025/XII - Disegno di legge: "Disposizioni per le attività di coordinamento, promozione e sostegno del sistema della comunicazione e dell'informazione regionale".

CAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1

(Finalità)

1. La Regione, per favorire la partecipazione della comunità valdostana alle scelte dell'amministrazione regionale e la conoscenza degli atti e dei programmi di rilevanza regionale, promuove l'informazione e la comunicazione sull'attività propria e su quella degli enti e delle aziende da essa istituiti a fini istituzionali.

2. La Regione, per promuovere il pluralismo dell'informazione quale condizione preliminare per l'attuazione dei principi di libertà e democrazia e strumento per la crescita della comunità valdostana, sostiene l'informazione locale, anche attraverso iniziative di promozione, qualificazione e valorizzazione dei mezzi di comunicazione stampata, radiotelevisiva e telematica operanti in Valle d'Aosta.

3. La Regione, al fine di tutelare e di valorizzare le particolarità linguistiche della comunità valdostana, incentiva gli organi locali dell'informazione scritta e parlata alla produzione di programmi nelle lingue francese, francoprovenzale e walser, attinenti alla realtà economica, sociale, culturale e istituzionale della Valle d'Aosta.

CAPO II

ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONALE

Articolo 2

(Rapporti con i mezzi di informazione)

1. La Regione assicura la più ampia collaborazione agli organi di informazione e alle agenzie di stampa, curando la massima diffusione delle notizie sulla propria attività; alla medesima collaborazione si ispira l'attività di comunicazione degli enti e delle aziende istituiti dalla Regione a fini istituzionali, che possono operare sia in forma autonoma sia in collaborazione con le strutture regionali competenti in materia di informazione e comunicazione.

Articolo 3

(Informazione e comunicazione di pubblica utilità)

1. Sono considerati attività di informazione e comunicazione di pubblica utilità, ai fini della presente legge, gli atti di comunicazione istituzionale, ad eccezione delle campagne pubblicitarie turistiche, destinati a garantire:

a) l'informazione ai mezzi di comunicazione di massa, attraverso stampa, audiovisivi e strumenti telematici;

b) la comunicazione esterna all'amministrazione regionale, attraverso ogni modalità tecnica ed organizzativa;

c) la comunicazione interna all'amministrazione regionale.

2. Le attività di cui al comma 1 sono, in particolare, dirette a:

a) illustrare e divulgare l'attività legislativa, amministrativa e di programmazione della Regione e, in particolare, l'applicazione da parte della stessa delle leggi e degli altri atti di rilevanza generale, dei programmi e dei piani di sviluppo, nonché degli atti normativi comunitari e dell'Unione europea;

b) valorizzare l'immagine della Valle d'Aosta;

c) migliorare la conoscenza dei servizi pubblici forniti in ambito regionale e delle modalità di accesso ai medesimi;

d) favorire la diffusione e l'approfondimento delle conoscenze su temi di rilevante interesse pubblico e sociale;

e) realizzare, nell'ambito delle competenze regionali, azioni di comunicazione sociale dirette alla crescita civile della società;

f) educare alla tutela della salute, dell'ambiente, del patrimonio culturale ed artistico, dei beni pubblici, nonché ai valori della pace, della solidarietà e della multiculturalità.

3. Le attività di cui al comma 1 sono attuate con ogni mezzo di trasmissione idoneo ad assicurare la massima diffusione dei contenuti, anche utilizzando le tecniche promozionali di informazione e le azioni afferenti il campo della pubblicità.

Articolo 4

(Disciplina dei messaggi pubblicitari)

1. Nelle attività di informazione e comunicazione aventi carattere pubblicitario, la Regione tiene conto del codice dell'autodisciplina pubblicitaria italiana, avendo particolare cura all'identificazione dell'autore del messaggio, alla sensibilità degli utenti, al rispetto delle opinioni e dei sentimenti altrui.

2. Le attività di cui al comma 1 devono essere conformi ai seguenti principi:

a) non devono costituire occasione di propaganda di parte, personale, partitica e religiosa, né risultare funzionali ad interessi diversi da quelli della collettività;

b) devono avvenire nel rispetto della normativa vigente in materia di proprietà letteraria, artistica ed industriale e dei diritti delle persone per la salvaguardia della propria immagine;

c) le rappresentazioni, i messaggi e gli strumenti pubblicitari che contengono informazioni, dichiarazioni o attestazioni di persone ed istituzioni determinate devono essere autorizzati dalle stesse o dagli aventi diritto;

d) devono essere costruite in modo positivo e non possono contenere confronti ingannevoli o denigratori;

e) il materiale pubblicitario deve riportare il logo dell'ente, la denominazione del settore e dell'organo istituzionale committente, la sola indicazione della carica e della funzione dei relativi responsabili amministrativi ed istituzionali, la sigla o la denominazione del soggetto eventualmente incaricato della loro realizzazione;

f) devono essere evidenziate in modo che possano essere riconosciute come aventi carattere pubblicitario e distinte da informazioni di tipo redazionale per mezzo di evidenti accorgimenti grafici o audiovisivi.

3. Per il conseguimento delle finalità di cui al presente articolo, la Regione può avvalersi di strutture specializzate individuate con le modalità di cui alla legge regionale 28 aprile 1998, n. 18 (Norme per il conferimento di incarichi a soggetti esterni all'Amministrazione regionale, per la costituzione di organi collegiali non permanenti, per l'organizzazione e la partecipazione a manifestazioni pubbliche e per azioni promozionali e pubblicitarie).

Articolo 5

(Organizzazione e struttura)

1. La Regione, tramite la struttura regionale competente in materia di informazione e comunicazione, di seguito denominata struttura competente, assicura:

a) l'attività di collaborazione e raccordo con i mezzi di informazione secondo quanto stabilito dall'articolo 2;

b) la programmazione, l'organizzazione ed il coordinamento delle attività di informazione e comunicazione disciplinate dalla presente legge.

Articolo 6

(Istituzione di un unico capitolo di bilancio per l'informazione e la comunicazione istituzionale)

1. La Presidenza della Regione e la Presidenza del Consiglio regionale istituiscono, ciascuna nel rispettivo bilancio, uno specifico capitolo cui imputare tutte le spese afferenti l'informazione e la comunicazione istituzionale derivanti dall'applicazione della presente legge.

2. Nei capitoli di cui al comma 1 non devono essere indicate le spese delle comunicazioni effettuate in adempimento di obblighi di pubblicità legale, nonché le spese delle comunicazioni inerenti alla produzione o alla commercializzazione di beni o servizi.

3. Il dirigente della struttura competente e il dirigente della struttura competente in materia di informazione e comunicazione presso il Consiglio regionale trasmettono annualmente alla competente commissione consiliare permanente il riepilogo delle spese di pubblicità sostenute.

Articolo 7

(Commissione tecnica per l'informazione)

1. È istituita, con deliberazione della Giunta regionale, la Commissione tecnica per l'informazione composta da:

a) il dirigente della struttura competente, con funzione di presidente;

b) il dirigente della struttura competente in materia di informazione e comunicazione presso il Consiglio regionale;

c) il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta, o suo delegato;

d) il presidente dell'Associazione della stampa valdostana, o suo delegato;

e) un rappresentante degli editori della carta stampata, delle agenzie e delle testate giornalistiche telematiche;

f) un rappresentante degli editori delle imprese radiotelevisive.

2. La Commissione:

a) esprime valutazioni sul riepilogo analitico delle spese di pubblicità della Regione;

b) svolge compiti di indagine istruttoria e valutazione nel campo delle finalità della presente legge;

c) esprime parere sugli interventi a sostegno dell'informazione locale di cui agli articoli 8, 9 e 10 e sul programma annuale degli interventi di cui all'articolo 11.

3. La Giunta regionale stabilisce, con propria deliberazione, le modalità di funzionamento della Commissione.

CAPO III

INTERVENTI A SOSTEGNO DELL'INFORMAZIONE LOCALE

Articolo 8

(Interventi per l'adeguamento logistico, strumentale e tecnologico delle attività informative)

1. La Regione, nei limiti della disponibilità di bilancio, sostiene finanziariamente le iniziative volte all'adeguamento logistico, strumentale e tecnologico delle attività dell'informazione svolte sul territorio regionale.

2. Per le finalità di cui al comma 1, sono concessi contributi a fondo perso, nella misura massima del 30 percento della spesa ammessa, per gli investimenti relativi a:

a) acquisto, ristrutturazione e adeguamento di locali, per un importo massimo nel triennio di euro 75.000 per impresa, concedibili in tre rate annuali di importo non superiore a euro 25.000;

b) acquisto di automezzi esclusivamente funzionali e dimensionati all'attività informativa;

c) acquisto di tecnologie e arredi esclusivamente funzionali all'attività informativa e redazionale;

d) acquisto di tecnologie informatiche, hardware e software, esclusivamente funzionali all'attività informativa e redazionale.

Articolo 9

(Interventi per il sostegno del sistema dell'informazione locale)

1. La Regione, nei limiti della disponibilità di bilancio, favorisce il funzionamento dell'informazione locale scritta, radiotelevisiva e telematica con la concessione di contributi a fondo perso:

a) nella misura massima del 20 percento delle spese sostenute per acquisto di carta, per servizi di stampa e di impaginazione e per la distribuzione;

b) nella misura massima del 20 percento delle spese relative alla produzione di programmi radiofonici e televisivi di informazione locale, l'affitto e l'assistenza tecnica per postazioni radiotelevisive necessarie per la realizzazione di programmi di informazione locale, l'acquisto di supporti magnetici e digitali, audio e video;

c) nella misura massima del 30 percento e, comunque, per un importo non superiore a euro 10.000 per abbonamento ad agenzie giornalistiche di informazione regionale valdostana;

d) per l'impiego delle lingue francese, franco-provenzale e walser nella misura di euro 6.000 per una quota di almeno il 10 percento e di ulteriori euro 10.000 al raggiungimento di una quota del 20 percento sul totale degli articoli, dei notiziari radiotelevisivi e dei programmi di produzione diretta realizzati nel corso dell'anno cui il contributo si riferisce.

Articolo 10

(Sostegno ad iniziative di informazione e comunicazione di particolare rilevanza sociale)

1. La Regione sostiene finanziariamente le iniziative informative di particolare rilevanza sociale, con la concessione di contributi a fondo perso nella misura massima del 50 percento e, comunque, per un importo non superiore a euro 10.000, per la realizzazione di inserti, rubriche e programmi, anche multimediali, destinati a soggetti che versino in condizioni di disagio e rischio sociale o, comunque, inerenti alle tematiche riguardanti le medesime categorie sociali.

Articolo 11

(Programma annuale degli interventi)

1. La Giunta regionale, con deliberazione da adottare entro il 31 agosto di ogni anno, approva il programma annuale degli interventi in materia di sostegno all'informazione locale, valevole per l'anno successivo.

2. La Giunta regionale, nel programma di cui al comma 1, stabilisce altresì, anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili, il dettaglio delle spese ammissibili e i criteri per l'erogazione dei contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10.

3. La deliberazione di cui al comma 1 è pubblicata sul Bollettino ufficiale.

4. I contenuti del programma sono preventivamente sottoposti al parere della Commissione tecnica per l'informazione di cui all'articolo 7.

5. Ogni anno la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale, in occasione della presentazione del disegno di legge di bilancio, il programma di cui al comma 1.

Articolo 12

(Soggetti beneficiari)

1. Possono accedere ai contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10 le microimprese e le piccole imprese, come definite dalla normativa comunitaria vigente, che esercitano attività editoriali e radiotelevisive e che:

a) hanno sede operativa in Valle d'Aosta;

b) editano una testata giornalistica:

1) regolarmente registrata presso il tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di stampa e di editoria;

2) prevalentemente dedicata all'informazione sulla realtà sociale, economica e culturale valdostana;

3) diffusa prevalentemente nel territorio regionale;

4) di periodicità almeno mensile per le attività editoriali della carta stampata e di periodicità quotidiana per le radio, le televisioni, le agenzie di stampa e le testate giornalistiche telematiche;

5) presente sul mercato regionale da almeno dodici mesi antecedenti la data di presentazione della domanda di concessione dei contributi di cui all'articolo 13;

6) nel cui organico redazionale risulta personale giornalistico assunto con regolare contratto di categoria.

c) si impegnano a rispettare le norme vigenti in materia di trasparenza pubblicitaria.

2. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare, qualora siano costituite in forma societaria, l'elenco dei soci titolari con il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute, ovvero l'elenco dei soci delle società alle quali sono intestate le azioni o le quote della società che esercita l'impresa giornalistica o delle società che comunque la controllano direttamente o indirettamente, nonché il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute.

Articolo 13

(Procedure per la concessione dei contributi. Non cumulabilità)

1. Per ottenere i contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10, le imprese di cui all'articolo 12 presentano annualmente, entro il 31 ottobre, alla struttura competente domanda di concessione dei contributi per l'anno successivo, relativa all'attività editoriale di ogni testata giornalistica che soddisfa i requisiti di cui all'articolo 12, comma 1, lettera b).

2. Le domande sono compilate utilizzando gli appositi modelli predisposti dalla struttura competente ed approvati con provvedimento del dirigente della medesima struttura.

3. Entro sessanta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 1, la struttura competente, sentita la Commissione tecnica per l'informazione di cui all'articolo 7, provvede all'istruttoria delle domande.

4. I contributi sono concessi con deliberazione della Giunta regionale.

5. I contributi sono liquidati ed erogati semestralmente con provvedimento del dirigente della struttura competente, a saldo, previa verifica della regolarità della documentazione prodotta.

6. I contributi concessi ai sensi degli articoli 8, 9 e 10 della presente legge non sono cumulabili con altri interventi pubblici concessi per le medesime iniziative. A tal fine, il richiedente è tenuto a dichiarare, all'atto della presentazione della domanda, di non aver beneficiato o di non aver richiesto di beneficiare di altri interventi pubblici per le medesime iniziative oggetto di contributo.

Articolo 14

(Alienazione, mutamento e sostituzione dei beni)

1. Il soggetto beneficiario dei contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10 è obbligato a mantenere la destinazione dichiarata e a non alienare o cedere i beni oggetto di contributo separatamente dalla testata giornalistica per un periodo di cinque anni, decorrente dalla data di acquisto o di ultimazione, nel caso delle iniziative correlate alle spese concernenti beni mobili, e di dieci anni, decorrente dalla data di acquisto o di ultimazione, nel caso delle iniziative correlate alle spese concernenti beni immobili.

2. Il vincolo sugli immobili è reso pubblico a cura e spese del soggetto beneficiario mediante trascrizione presso l'ufficio dei registri immobiliari competente per territorio.

3. Qualora il soggetto beneficiario del contributo, prima della scadenza dei periodi di cui al comma 1, per la sopravvenuta impossibilità del mantenimento della destinazione dichiarata dei beni finanziati, intenda alienare i detti beni o mutarne la destinazione d'uso, propone apposita istanza alla struttura competente.

4. L'autorizzazione al mutamento di destinazione d'uso o all'alienazione anticipata dei beni finanziati è concessa con deliberazione della Giunta regionale. Entro sessanta giorni dalla comunicazione dell'autorizzazione, il soggetto beneficiario del contributo deve restituire l'ammontare delle agevolazioni concesse, maggiorato degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di riferimento, relativa al periodo in cui ha beneficiato del contributo.

5. L'autorizzazione può prevedere anche una restituzione parziale del contributo, purché proporzionale al periodo di effettivo utilizzo del bene, che comunque non può essere inferiore a un anno per i beni mobili e a cinque anni per i beni immobili. L'autorizzazione può prevedere inoltre eventuali condizioni di rateizzazione della somma da restituire, in un periodo comunque non superiore a dodici mesi.

6. La restituzione non è dovuta nel caso di sostituzione dei beni mobili oggetto di contributo con altri beni della stessa natura, per i quali non è richiesto un nuovo contributo, purché la sostituzione sia preventivamente autorizzata dal dirigente della struttura competente, sentita la Commissione tecnica per l'informazione di cui all'articolo 7.

Articolo 15

(Controlli)

1. Alla struttura competente sono demandati compiti di controllo che la stessa può disporre in qualsiasi momento, anche a campione, sulle iniziative oggetto di contributo, allo scopo di verificare lo stato di attuazione, il rispetto degli obblighi previsti dalla presente legge e dal provvedimento di concessione, nonché la veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai soggetti beneficiari ai fini della concessione del contributo.

2. Per consentire lo svolgimento delle attività di controllo di cui al comma 1, i soggetti incaricati hanno libero accesso alla sede e agli impianti delle imprese interessate, nonché ad ogni documentazione necessaria.

Articolo 16

(Revoca degli interventi)

1. I contributi sono revocati con deliberazione della Giunta regionale qualora il soggetto beneficiario:

a) non adempia l'obbligo di cui all'articolo 14, comma 1;

b) non completi le iniziative per le quali sono stati concessi i contributi entro un anno dalla data del provvedimento di concessione;

c) attui l'iniziativa in modo sostanzialmente difforme rispetto a quanto stabilito nel provvedimento di concessione.

2. La revoca del contributo è altresì disposta qualora dai controlli effettuati emerga la non veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai soggetti beneficiari al fine della concessione del contributo medesimo o il venir meno anche di uno solo dei requisiti di cui all'articolo 12.

3. La revoca dell'intervento comporta l'obbligo di restituire alla Regione l'intero importo del contributo, maggiorato degli interessi calcolati con le modalità di cui all'articolo 14, comma 4, entro sessanta giorni dalla comunicazione del relativo provvedimento. Con il provvedimento di revoca sono fissate le eventuali condizioni di rateizzazione della somma da restituire, in un periodo comunque non superiore a dodici mesi.

4. La revoca dell'intervento può essere disposta anche in misura parziale, purché proporzionale all'inadempimento riscontrato.

5. La mancata restituzione dell'intervento entro il termine di cui al comma 3 comporta il divieto per il soggetto inadempiente di beneficiare di ogni altra agevolazione prevista dalla presente legge, per un periodo di cinque anni decorrente dalla comunicazione del provvedimento di revoca.

CAPO IV

INTERVENTI A SOSTEGNO DELL'INFORMAZIONE ASSOCIATIVA, POLITICA E SINDACALE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

Articolo 17

(Sostegno all'informazione dell'attività associativa, politica e sindacale)

1. Al fine di sostenere la pubblicazione degli organi di informazione regionali di associazioni o enti senza finalità di lucro, di partiti o movimenti politici e di organizzazioni sindacali, sono concessi, nei limiti della disponibilità di bilancio, contributi nella misura massima del 50 percento delle spese documentate, inerenti all'acquisto della carta, alla stampa, alla distribuzione del periodico e ai servizi di impaginazione, e, comunque, per un importo non superiore a euro 30.000 annui per ogni organo di informazione.

2. Gli organi di informazione di cui al comma 1 devono essere pubblicati e distribuiti con cadenza almeno bimensile e con una tiratura minima di tremila copie per numero.

3. Per ottenere i contributi, i beneficiari di cui al comma 1 presentano trimestralmente le domande, formulate su appositi moduli predisposti dalla struttura competente e approvati con provvedimento del dirigente della stessa struttura. I contributi sono concessi con deliberazione della Giunta regionale, previa istruttoria tecnica effettuata dalla struttura competente.

Articolo 18

(Formazione e aggiornamento professionale)

1. La Regione, nell'ambito dei programmi regionali di formazione professionale, promuove la realizzazione di specifici corsi per gli operatori del settore, anche in collaborazione con altri enti, pubblici e privati, nonché di iniziative di aggiornamento professionale da effettuarsi d'intesa con l'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta.

CAPO V

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINANZIARIE

Articolo 19

(Disposizioni transitorie)

1. In sede di prima applicazione, la Giunta regionale, entro un mese dall'entrata in vigore della presente legge, adotta con propria deliberazione il programma di cui all'articolo 11, valevole per gli anni 2004 e 2005.

2. Le domande per l'ottenimento dei contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10, per gli anni 2004 e 2005, sono presentate alla struttura competente entro trenta giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della deliberazione di cui al comma 1. L'istruttoria, condotta con le modalità di cui all'articolo 13, è conclusa nei trenta giorni successivi alla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle domande.

3. Le domande di agevolazione in materia di valorizzazione e sviluppo dell'informazione locale per le quali non siano ancora stati adottati i relativi provvedimenti di concessione o di diniego dell'agevolazione conservano, fatte salve le necessarie integrazioni, validità ed efficacia e, sussistendone i presupposti, possono essere ammesse a fruire dei benefici previsti dalla presente legge.

4. Per l'applicazione del presente articolo, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 20

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione degli articoli 8, 9, 10 e 17 è determinato complessivamente in annui euro 500.000 a decorrere dall'anno 2004.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004 e di quello pluriennale per il triennio 2004/2006 nell'obiettivo programmatico 2.1.6.03. (Partecipazione ad altre iniziative) e si provvede mediante utilizzo dello stanziamento iscritto nell'obiettivo programmatico 3.2. (Altri oneri non ripartibili) al capitolo 69320 (Quota capitale per ammortamento di mutui e prestiti da contrarre).

3. Per l'applicazione della presente legge la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 21

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Presidente - Il Consigliere relatore ha già fatto la sua relazione.

La parola al Presidente della Regione, Perrin.

Perrin (UV) - Avant tout pour me féliciter avec le rapporteur et la commission pour le grand travail qui a été fait autour de ce projet de loi; un travail qui a permis un débat serein, qui a permis de pouvoir écouter toutes les instances ayant un intérêt à ce projet de loi.

Le projet de loi que nous examinons aujourd'hui se présente comme une révision technique de la réglementation en vigueur en matière d'information et de communication. Cependant, puisqu'il s'agit d'une matière particulièrement complexe et délicate dont l'impact social, culturel et politique, et pas seulement économique, prend une importance considérable, le fait d'intervenir sur une réglementation - en redéfinissant, entre autres, les bénéficiaires des aides économiques, ainsi que la procédure d'attribution desdites aides - revient à faire des choix de fond qui vont bien au-delà des simples modifications techniques. Qu'il me soit donc permis de faire une considération d'ordre général. Même en Italie, le marché de l'édition, qui est lié à l'information, est en pleine évolution sur le plan économique et financier. Il subit en effet une tendance à la concentration progressive qui a pour conséquence la formation de groupes éditoriaux d'envergure continentale. Le phénomène auquel nous assistons va donc dans le sens d'une globalisation de l'information et cela c'est inévitable et a tous ses côtés positifs, mais avec le risque de s'éloigner du terrain et d'être de moins en moins proche des communautés locales, qui risquent à leur tous de ne plus correspondre aux intérêts des éditeurs, du fait de leurs petites dimensions et de leur moindre importance. Nous avons célébré lundi à Rome la manifestation pour le "Prix Saint-Vincent de journalisme" et ces concepts ont été très bien remarqués de la part des intervenants. L'autre changement, qui concerne la sphère culturelle et sociale, s'oppose heureusement au phénomène précédent. Il s'agit de la demande croissante d'information locale exprimée par l'opinion publique, c'est-à-dire de la manifestation d'un besoin d'outils d'information et de débat sur les thèmes qui concernent les milieux sociaux et économiques les plus proches.

La reformulation et le renforcement de la réglementation régionale en matière de communication et d'information locale se fondent exactement sur cette situation et naissent de la prise de conscience de l'importance, pour le contexte économique et social valdôtain, de disposer de son propre système d'information, susceptible d'offrir un certain pluralisme politique et culturel, de soutenir la croissance économique et sociale et de défendre sa propre identité territoriale. Ce projet de loi a donc pour objectif de proposer, à travers une révision de la réglementation en vigueur, des règles et des occasions de développement de ce que l'on appelle "le système de communication et d'information régionale". Ces règles doivent porter avant tout sur l'exercice des fonctions de communication et d'information qui sont propres à l'Administration régionale. Ce projet de loi élargit en effet la définition des activités qui englobent également la communication interne et réglemente les messages publicitaires de la Région.

Il s'agit de règles et d'occasions qui concernent aussi et surtout les opérateurs économiques locaux du monde de l'information qui attendent que l'on réponde à leurs exigences. La logique que la Région se propose de suivre dans ses rapports avec cet important secteur économique consiste en la proposition de nouvelles possibilités et ce en échange d'une certaine responsabilité et de la transparence. La responsabilité découle avant tout de la concertation de la Région avec les sujets concernés - Ordre et Syndicat des journalistes et des éditeurs - lors de l'élaboration de cette loi, puis, lors de son application, pour la définition des critères d'octroi des aides et d'admissibilité des demandes. La procédure prévue pour le versement desdites aides exige un changement de mentalité de la part des éditeurs, étant donné que ceux-ci seront tenus de faire des efforts en matière de programmation et de conception, ce qui, à mon avis, donnera un nouvel élan aux entreprises de ce secteur. Cette loi entend donc non seulement donner des réponses claires et efficaces aux éditeurs, mais également répondre de manière appropriée aux attentes de la société civile et de toutes les composantes de la scène politique en ce qui concerne les garanties de transparence du système éditorial local.

Lors des phases qui ont précédé la discussion au sein de cette Assemblée, et, notamment, au cours des auditions de la IIe Commission du Conseil, ce thème a fait l'objet d'un débat politique qui a contribué à améliorer la procédure d'octroi des aides aux éditeurs. Comme cela était souhaitable et nécessaire, celles-ci ne pourront plus être accordées qu'aux maisons d'édition dont les propriétaires sont clairement identifiés. Je suis très satisfait de ce résultat et je tiens à remercier les conseillers de la majorité et de l'opposition qui ont contribué à la réussite d'un débat sérieux et serein. Comme l'a déjà rappelé le Conseiller Fiou dans son rapport, le projet de loi que nous soumettons aujourd'hui à l'approbation du Conseil régional est le fruit, d'une part, de la concertation intense avec les journalistes et les éditeurs et, d'autre part, du débat politique qui a eu lieu au sein de la commission du Conseil compétente.

Ce projet prévoit plusieurs mesures de soutien et d'encouragement au développement du secteur de l'information locale et de l'édition. Ce dernier saura trouver sa place dans les nouveaux scénarios technologiques et il saura adopter les nouvelles modalités de diffusion des informations qui, au cours de ces dernières années, ont profondément transformé les processus et les produits éditoriaux et ce même à l'échelon local.

Je voudrais conclure sur quelques éclaircissements au sujet des amendements que nous présentons et en premier lieu du point de vue des dispositions transitoires et financières. Compte tenu des délais d'approbation et de publication de la loi, les articles 19 et 20 doivent être modifiés pour que ce texte puisse entrer en vigueur en 2005 et non plus avant la fin de cette année, comme cela était initialement prévu. Reste la disposition selon laquelle les demandes qui n'ont pas été formellement approuvées, ni rejetées doivent être traitées selon les dispositions introduites par la nouvelle loi et financées par l'utilisation des fonds du chapitre 21430 du budget prévisionnel de la Région pour l'année 2005. Bien entendu, le Gouvernement régional veillera avec la plus grande attention à l'utilisation des ressources disponibles et à la satisfaction des demandes déjà présentées, assurant, le cas échéant, les fonds nécessaires pour ce faire.

Venons-en maintenant à l'aspect du problème qui a soulevé je crois le plus ample débat: la transparence et la structure des sociétés d'édition. Je crois à ce propos que les prises de position ont été en partie idéologiques, en partie démagogiques. Il ne fait aucun doute que dans un domaine tel que l'information la transparence est une nécessité que nous percevons tous parfaitement et dont je n'ai certes pas l'intention d'en minimiser l'importance, bien au contraire. Je peux même vous dire que, lorsque nous avons entrepris - comme cela nous était demandé de toutes parts - de modifier la législation régionale en la matière, la transparence a été l'un de nos principaux objectifs. Cet objectif nous l'avons concrétisé dans la phase des rencontres avec les divers opérateurs de ce secteur, ensuite dans l'établissement des nouvelles procédures pour l'octroi et le versement des aides et aussi dans les mesures de contrôle y afférentes. Le deuxième amendement que nous présentons aujourd'hui vient encore renforcer cette démarche puisqu'il concerne la transparence de la forme et de la structure des sociétés, dans le respect de la législation en vigueur et de l'action concrète de l'Administration. Les lois nationales en vigueur, et notamment les délibérations de l'Autorité garante de la communication, obligent les opérateurs de ce secteur à être immatriculés au "Registre des opérateurs en communication" qui a été créé en 2001. Il s'agit d'une obligation prévue au sens des dispositions nationales qui détaillent les procédures que lesdits opérateurs sont tenus de respecter et les déclarations qu'ils doivent produire aux fins de leur immatriculation et qui indiquent également les sanctions qu'ils encourent en cas de manquement. Il ne s'agit donc pas d'une condition requise susceptible de conditionner la recevabilité des demandes d'aides visées à la loi régionale, mais d'une obligation prévue par les dispositions nationales auxquelles les opérateurs du secteur sont soumis, tout comme ils sont soumis aux sanctions prévues en cas de non exécution de ladite obligation, en particulier pour ce qui est des déclarations afférentes au capital social, à la liste des associés titulaires et au nombre des actions ou du montant des parts que ceux-ci détiennent. De cette façon, l'Administration régionale s'assure du fait que les bénéficiaires des aides possèdent bien les conditions requises prévues par les dispositions nationales en la matière et elle dispose d'un critère de comparaison afin de vérifier les informations qui sont réclamées aux entreprises, conformément au 2e alinéa de l'article 12, quant à la composition de leur société.

Un autre point a été soulevé par l'amendement présenté par le groupe "Arcobaleno", à savoir celui des financiers ou des garants financiers. Au sens du Code civil, le garant est celui qui "obbligandosi verso un creditore, garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui". C'est là une relation à laquelle l'Administration est étrangère, puisqu'il s'agit d'une relation privée, qui n'a aucun effet sur l'octroi ou le refus des aides prévues et, même si l'Administration recevait une déclaration allant dans ce sens, si l'exigence est bien celle de la transparence, entendue comme publicité de cette information, cette exigence perdrait immédiatement tout son sens du fait que l'Administration n'aurait aucun moyen ni de la vérifier, ni de la rendre publique, puisqu'il s'agirait d'une information privée, soumise aux dispositions en matière de protection des informations nominatives. Nous nous trouverions donc, ou plutôt la structure compétente de l'Administration se trouverait en possession d'une information non vérifiable et qui serait donc inutile aux fins de la procédure d'octroi de l'aide et, dans tous les cas, privée. Par conséquent, je crois qu'avec les corrections qui lui ont été apportées, la loi qui nous est soumise garantit la plus grande transparence possible, dans le respect des lois nationales en la matière.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Pensiamo che su questo provvedimento vada fatta più di una riflessione. La legge che il Consiglio oggi si appresta a discutere e poi a votare è una legge attesa non tanto perché il settore non fosse regolamentato, ma perché questo settore già regolamentato dalla legge regionale n. 41/1998 era ritenuto a giudizio unanime delle forze politiche che nella scorsa legislatura avevano composto l'Assemblea regionale... una regolamentazione insufficiente e carente sotto molteplici punti di vista. La Commissione di inchiesta proprio sull'editoria ebbe modo di esprimersi in maniera netta, chiara ed unanime sulle carenze della legge n. 41, una legge che probabilmente innovava nel settore, perché per la prima volta cercava di fare una regolamentazione organica che sfuggisse alla logica del contributo a pioggia, ma che, alla luce dell'esperienza, ma soprattutto alla luce dei fatti, ha dimostrato lacune e una carenza in tema di principi e in tema di controlli; tant'è che in quella relazione conclusiva della Commissione di inchiesta tutti i commissari ebbero modo di evidenziare che quanto prima si sarebbe dovuto riscrivere il testo della legge n. 41.

Il Presidente Perrin nel suo intervento ha detto che questo disegno di legge è una revisione tecnica, è una riformulazione della legge n. 41; noi avevamo qualche dubbio su tale affermazione e anche alla luce dell'intervento del Presidente continuiamo a mantenerlo. Intanto, da un punto di vista formale - e la forma molte volte diventa anche sostanza -, questa non è una revisione tecnica, è una riformulazione, ma al momento - e su ciò presenteremo un ulteriore emendamento rispetto a quelli che abbiamo già presentato - è un provvedimento che affianca la legge n. 41/1998, in quanto quella legge non viene assolutamente abrogata dal testo che stiamo esaminando, e i problemi legati ai capitoli di bilancio avrebbero potuto essere risolti in maniera diversa.

Voglio ricordare ai colleghi dei gruppi di maggioranza che una legge recente approvata questa estate dal Consiglio, mi riferisco alla determinazione dei canoni di locazione degli immobili ad uso produttivo, innovando la materia, prevedeva che dal 1° gennaio 2005 la vecchia legge cessasse di avere efficacia e questa previsione di abrogazione a scadenza era anche in questo caso dettata da una serie di situazioni di tipo gestionale. Nulla avrebbe di conseguenza vietato che, nell'ambito delle norme transitorie, venisse reso chiaro che la legge n. 41/1998 veniva abrogata, anche perché, non essendo abrogata la legge n. 41/1998, oggi come oggi, creiamo sicuramente un grosso problema alle strutture, perché vi sono due "binari" per ottenere finanziamenti fintanto che la legge n. 41/1998 non verrà abrogata; questo pertanto è un dato che non depone a favore della chiarezza del percorso di tecnica legislativa che viene seguito nell'affrontare tale argomento.

La legge n. 41/1998 aveva per titolo: "valorizzazione e sviluppo dell'informazione locale" ed erano due concetti positivi: valorizzare e fare sviluppare. Il provvedimento che noi ci apprestiamo a votare cambia la definizione del percorso e le funzioni di questa legge: coordinamento, promozione e sostegno del sistema della comunicazione. Colleghi, non vorrei che qualcuno pensasse che questa sia una semplice analisi semantica, ma noi riteniamo che nell'analisi dell'oggetto del titolo della legge si possa già intuire che tale provvedimento forse più che un passo avanti rischia di farci fare due passi indietro. "Coordinamento": quando mai un'amministrazione pubblica si deve occupare di coordinare l'informazione regionale? Sappiamo benissimo che il coordinamento dell'informazione è una delle peculiarità di quei sistemi illiberali che utilizzano l'informazione a proprio uso e consumo con la pretesa di coordinarla, se non di gestirla.

L'altro dato evidente è che si è consapevoli che esiste un sistema delle comunicazioni e il problema sta proprio nel capire che tipo di sistema vogliamo in questa Regione. Voglio allora ricordare che su un altro argomento delicato tale maggioranza - perché quella di questa legislazione è la continuazione della maggioranza della scorsa legislatura - aveva adottato una soluzione "salomonica" in materia di comunicazione con la legge sul CO.RE.COM.. Tale legge, che si occupa di un settore delicato: appunto quello televisivo, è arrivata ad un compromesso fra le due Presidenze, rispettivamente Giunta e Consiglio, al fine di gestire una serie di adempimenti nodali per il funzionamento dell'organismo del CO.RE.COM. stesso. Perché riteniamo che quell'esempio debba essere oggi oggetto di considerazione e di riflessione? Perché è evidente che la Presidenza del Consiglio, piaccia o non piaccia, è un organismo che è più rappresentativo di quanto non possa essere la Presidenza della Regione, non fosse altro per il fatto che vede per norma regolamentare coinvolte anche le minoranze. È evidente che il ruolo dell'informazione è un ruolo talmente importante nella civiltà moderna che non può essere delegato in via esclusiva alla gestione del potere esecutivo, ma questo non solo in punto teorico, anche dal punto di vista pratico le vicende che sul finire della scorsa legislatura abbiamo potuto constatare con mano avvalorano quanto mai questo nostro convincimento. La legge che ci apprestiamo a licenziare da un punto di vista ottimale, se la funzione era quella non del coordinamento, ma della promozione intesa come valorizzazione, doveva avere il coraggio di assegnare alla Presidenza del Consiglio la gestione di una serie di aspetti procedurali, che invece in tale norma sono appannaggio esclusivo della Presidenza della Regione e della Giunta stessa.

Al di là di queste prime considerazioni, emerge comunque la sensazione che l'insieme di questo articolato non tenga in conto tutta una serie di problematiche che in passato avevamo analizzato come questioni che dovessero essere affrontate, dal modo in cui devono essere evidenziati i messaggi pubblicitari dell'Amministrazione regionale al modo in cui devono essere effettuate le istruttorie al fine di ottenere i finanziamenti da parte delle strutture regionali. Abbiamo assistito nell'applicazione della precedente legge, la n. 41/1998, a situazioni che erano in frode alle previsioni legislative, ossia abbiamo assistito ad editori che in maniera disinvolta riuscivano ad acquistare con contributi regionali sempre freschi e sempre nuovi gli stessi beni, beni che spesso venivano passati da una società all'altra, beni che venivano venduti e poi ricomprati. Ora, su questo aspetto il disegno di legge che ci apprestiamo ad esaminare non dà garanzie affinché tali "giochini" possano essere evitati e non dà neppure garanzie affinché questi "giochini" possano essere controllati e di conseguenza stroncati. Su questi argomenti abbiamo presentato ulteriori emendamenti, che avevamo già depositato nello scorso Consiglio, quando era iniziato il dibattito sul provvedimento.

È evidente che il modo in cui il confronto si è bruscamente interrotto nello scorso Consiglio denota anche un certo imbarazzo che, in alcuni settori più sensibili e più disinteressati rispetto a vicende privatistiche, l'impostazione di questo disegno di legge può aver suscitato e auspico che continui a suscitare, perché, vedete, qui stiamo normando una legge di contributi e non vi è nessun obbligo da parte di un imprenditore di accedere a dei contributi, che non sia la volontà di "percorrere" un'opportunità che lo possa agevolare nella sua attività imprenditoriale. Noi, come pubblici amministratori, abbiamo invece l'obbligo di dettare un minimo di principi a coloro ai quali offriamo dei contributi e tali principi e tali paletti devono essere a maggior ragione chiari e seri in un settore delicato e connesso alla politica come quello dell'informazione.

Questa è una regione piccola, dove la comunicazione potrebbe anche non esistere, perché le notizie si veicolano da sole, si veicolano con il "tam-tam" delle conoscenze, dei gruppi; ciononostante è una Regione dove esiste un'editoria significativa anche per il fatto che è un'editoria che, tolte forse pochissime eccezioni, è nella stragrande maggioranza sovvenzionata dall'Ente Regione. Dobbiamo anche dire che forse il ruolo che gioca l'editoria e l'informazione in questa Regione è un ruolo un po' strano rispetto al ruolo che gioca l'editoria in tutte le altre realtà (locali, nazionali, internazionali). In tutte le realtà dove esiste una democrazia consolidata vi è giocoforza un'editoria filogovernativa e poi vi è sempre lo spazio per un'editoria incarnante il "quinto potere": quel "quinto potere" che ha la capacità di fare del giornalismo investigativo, che ha la capacità di "mettere il dito nell'occhio" anche a chi governa, svolgendo senza remore il suo mestiere giornalistico. Nella nostra Regione tutto ciò non esiste, l'editoria più che al ruolo di "quinto potere" - abbiamo avuto modo di scriverlo e lo ribadiamo in quest'aula - aspira al ruolo più comodo di "primo maggiordomo del Palazzo". L'editoria è il megafono del Palazzo; è sicuramente più comodo stare in redazione e aspettare il comunicato stampa o velina proveniente dall'Esecutivo regionale o dall'autorità locale ed amplificare la notizia piuttosto che andare sul terreno, verificare la notizia e cercarsela. È evidente perciò che questo rapporto, sicuramente di comodo per il potere politico, è un rapporto che alla fine è comodo anche per un'editoria che non ha bisogno di fare della qualità e dell'informazione la sua bandiera, perché non sono tanto i riscontri del grande pubblico che le danno soddisfazione, quanto spesso sono le convenzioni o le contribuzioni che vengono erogate dai pubblici poteri. Ora, questo tipo di impostazione a noi non piace, perché è l'esatto opposto di libera informazione che dovrebbe essere la carta di identità di chiunque voglia fare del giornalismo una professione autonoma e non una professione di tipo dipendente o para-subordinata; questo è il rischio che viviamo nella nostra Regione e tale rischio non lo superiamo con questo tipo di normativa. Non si vuole di conseguenza staccare il "cordone finanziario" dal "cordone politico", perché l'insieme delle scelte, istruttorie, criteri, rimane saldamente ancorato alla Giunta e al potere esecutivo attraverso le deliberazione che l'Esecutivo andrà ad adottare per dare attuazione a questo tipo di norma, e non ci si preoccupa neppure di creare quei presupposti di trasparenza che riteniamo doverosi in un contesto di civiltà e di democrazia, che devono essere imposti a tutti quelli che percepiscono dei contributi pubblici. A maggior ragione, se può esserci anche il minimale sospetto che in questo caso... a differenza di quello che accade nell'industria, dove il contributo può andare anche a favore della "lobby" di turno o dell'amicizia di turno... comunque si inserisce in un meccanismo produttivo, in un meccanismo di tipo industriale o commerciale... la finalità ultima dell'informazione è fare la notizia ed è evidente che molte volte la notizia può condizionare o perlomeno creare una realtà più o meno difforme rispetto alla realtà oggettiva.

L'insieme di tali motivazioni - che poi riprenderemo in maniera più puntuale durante l'illustrazione dei nostri emendamenti - ci porta ad esprimere un primo giudizio negativo sul percorso che ha portato a scrivere questa legge e a riportarla all'esame dell'aula a distanza di 15 giorni dall'interruzione della scorsa adunanza consiliare. Auspicavamo che fra le due adunanze consiliari vi fosse lo spazio per un approfondimento in commissione degli emendamenti che erano stati presentati dai vari gruppi politici e per un esame oggettivo sugli stessi, considerando che di questi alcuni erano prettamente politici, ma altri erano - lo dimostreremo nell'illustrazione puntuale - emendamenti tecnici che andavano a beneficio di una legge più chiara e trasparente, di una legge più obiettiva. Tutto questo non è accaduto, perché ha prevalso su quella che doveva essere una legge tecnica - perché, ripeto, questa è una legge di finanziamento, è una legge che dà dei contributi a dei soggetti che dovrebbero fare il loro mestiere - la valutazione di tipo politico. "Questa legge non si tocca, questa legge è blindata", qualcuno ha mormorato, altri hanno urlato nei corridoi 15 giorni fa; di conseguenza, il nostro giudizio politico non può che essere negativo, perché questa è una legge politica e non vi è cosa peggiore in una democrazia di voler gestire in termini politici l'editoria, l'informazione. Sappiamo bene qual è il ruolo che giocano i media nella nostra società e sappiamo bene che quel ruolo soprattutto nella politica è un ruolo importante, è un ruolo che molte volte arriva a condizionare le scelte e a creare degli scenari che spesso vengono "venduti" per quello che non sempre sono.

Prendiamo atto che il provvedimento in questione è una "parafrasi" della legge n. 41/1998, che peraltro permane; ci confronteremo sui nostri emendamenti piuttosto che su quelli degli altri gruppi, ma anticipiamo fin d'ora un giudizio negativo su come è stata costruita l'impostazione di questo disegno di legge.

Si dà atto che dalle ore 16,38 presiede il Presidente Perron.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Scopo del mio intervento è quello di ottenere un chiarimento su quello che rischia di essere un equivoco, in riferimento al punto "clou" di questa legge e del dibattito sviluppatosi in parte durante lo scorso Consiglio, più nelle sale adiacenti che in aula, e in parte oggi nel corso della discussione che si è appena avviata. Qual è il punto "clou" della legge che ha individuato anche il Presidente nella sua esposizione? È il problema della trasparenza. Il Presidente si è dichiarato soddisfatto del testo elaborato in commissione e la maggioranza, in accordo con la Giunta, avrebbe via via rettificato questa "proposizione" per aumentare il grado di trasparenza contenuto in tale normativa. Questo tipo di ragionamento può indurre ad un equivoco e noi vogliamo che tale equivoco venga subito dissipato, affinché non vi siano dei fraintendimenti e affinché non vi siano delle riserve mentali da parte dei consiglieri: ogni consigliere oggi deve sapere cosa vota. Qual è l'equivoco? L'equivoco è che si dica: "attraverso gli emendamenti proposti abbiamo ottenuto la massima trasparenza possibile". Non è vero, per le argomentazioni che vado ad esporre.

Possiamo consentire che, rispetto al vecchio testo in vigore, in ordine alla proprietà delle testate giornalistiche si fa un passo in avanti: effettivamente l'emendamento proposto va nella direzione giusta e di questo non possiamo che compiacerci, però l'emendamento presentato, che oggi viene integrato con un ulteriore emendamento che va nella stessa direzione, regolamenta la questione relativa alla proprietà, all'assetto azionario, ma nulla dice e assolutamente nulla regolamenta in ordine ai finanziatori della testata e ai garanti finanziari. L'equivoco che può essere indotto da tale impostazione un po' farraginosa è che con la legge emendata si ottenga una trasparenza totale. Niente di più falso. Si regolamenta - ripeto - quanto si riferisce all'aspetto della proprietà editoriale, ma nulla si dice in riferimento ai finanziatori; ne consegue una normativa che ottiene maggiore trasparenza in riferimento alla proprietà, ma nessuna trasparenza, anzi l'oscurità più totale rispetto ai finanziatori delle testate e ai garanti finanziari. Questo perché lo diciamo? Perché non venga utilizzata un'argomentazione tecnica o comunque un atteggiamento poco chiaro per nascondere una scelta politica. Il Presidente non può dire: "abbiamo ottenuto il massimo della trasparenza"; ci potrà dire: "otteniamo con questa legge una maggiore trasparenza, ma solo su un aspetto, tutto il resto non viene toccato".

Le motivazioni che portano la maggioranza regionale ad eludere tale aspetto possono essere le più diverse. Noi abbiamo un sospetto: che questa sia una materia talmente delicata ed "infiammabile" all'interno della maggioranza, in particolare all'interno del maggiore partito, che è bene accantonarla, non parlarne. Il nostro emendamento va invece nella direzione di una trasparenza totale: quest'ultima si ottiene ampliando la conoscenza ai finanziatori delle testate e ai garanti finanziari delle testate, altrimenti è una trasparenza a metà. Questo lo diciamo per chiarezza, affinché non vi sia qualcuno, magari in buona fede, che ritenga che, votando quella sfilza di adeguamenti da voi proposti, si sia fatta chiarezza sulla materia; ciò non è. Si farà chiarezza sulla materia votando a favore o in senso contrario dell'emendamento che noi abbiamo proposto. Quella è una scelta politica, vi prendete la responsabilità di dire ai Valdostani, ai lettori, agli utenti, ai cittadini: "noi vogliamo una trasparenza totale, noi vogliamo invece una trasparenza parziale e non vogliamo sapere chi finanzia i giornali cosiddetti "indipendenti" e chi garantisce i finanziamenti dei giornali cosiddetti "indipendenti"". Questo deve essere chiaro: si tratta di una scelta politica, non si tratta di un "palliativo tecnico". Il nostro emendamento nulla ha a che fare con gli emendamenti che vengono presentati dalla maggioranza. Chiarito questo, poi ciascuno voti come crede secondo coscienza, secondo le indicazioni del partito, cercando di non far andare in crisi la maggioranza e la Giunta... queste sono valutazioni politiche, che sono nella disponibilità di ciascuno, ma a patto che non vi sia un equivoco sulla questione.

Vengo al merito. Di fronte al nostro emendamento il Presidente si è soffermato con un'argomentazione debolissima, ha detto: "cosa chiediamo a fare un'autodichiarazione su chi sono i finanziatori o i garanti finanziari se poi non abbiamo gli strumenti per accertare se la dichiarazione è veritiera o meno?". Questa è un'argomentazione debolissima per almeno tre ragioni: perché anche nella vostra ipotesi è prevista una comunicazione esattamente come la prevediamo noi, quindi se la Regione non ha gli strumenti per accertare quanto si riferisce ai garanti finanziari, non ha gli strumenti per accertare la proprietà o eventuali interposizioni fiduciarie. Perché vi voglio vedere ad accertare le interposizioni fiduciarie, ovvero i soci occulti, chi è che dichiara il socio occulto? E la Regione cosa può fare? Quali strumenti ha di indagine? Vero... esattamente come nell'altro caso. Eppure perché l'autodichiarazione è importante? È importante sotto due profili. E veniamo al primo profilo, la seconda argomentazione. Perché ormai siamo abituati a una serie di autodichiarazioni, dove la sanzione per una dichiarazione falsa non è solo la sanzione eventualmente penale o amministrativa prevista in altri casi: vi è anche una sanzione morale o politica. Del resto, non siamo noi consiglieri annualmente ad autodichiarare i nostri redditi, i nostri beni? Forse che la Regione ha la possibilità di contestare o di accertare le proprietà che vengono dichiarate? Forse sì, forse no, non lo so, so che non lo fa; però siamo tenuti, dal punto di vista etico, morale, come consiglieri, a fare una dichiarazione veritiera. Potremmo fare come esempio - le conosciamo tutti - altre autodichiarazioni, che vanno dalla dichiarazione antimafia al modo di sostituire i certificati dello stato civile, anagrafici, ecc. e nessuno si sogna di discutere che questo è un metodo non efficace; è tanto efficace che vi è un'estensione di questo metodo, che presuppone - è chiaro - l'onestà del cittadino. Noi non dobbiamo per forza dubitare dell'autodichiarazione circa un finanziatore di un giornale o di un garante o di un socio azionista. Perché si dovrebbe dichiarare il falso? Terza motivazione: ... è vero la Regione non può controllare, ma vi è qualcun altro che può controllare ed è l'autorità penale, perché se io utilizzo una falsa dichiarazione per ottenere un contributo pubblico, credo che questo fatto configuri una truffa, o sbaglio? Quindi altro che dichiarazione inefficace, priva di sostanza, priva di possibilità di verifica come è stata presentata dal Presidente della Regione! Autodichiarazione efficacissima sotto ogni profilo! Anche in riferimento alle argomentazioni che vengono usate, non "nascondiamoci dietro un dito": intorno a questa vicenda vi sono delle ragioni politiche, vi sono delle ragioni di delicatezza, vi sono delle questioni di equilibrio all'interno della maggioranza e della Giunta, ma non diciamo che è per una ragione tecnica che questo nostro emendamento non può essere accolto! E menomale che non ho sentito - di questo ringrazio il Presidente - altre sciocchezze tipo il ricorso alla "privacy" o cose del genere, perché se io chiedo un contributo regionale e autodichiaro delle funzioni oppure delle mie qualità, non violo nessuna "privacy", tranne la mia. Penso quindi che sarebbe del tutto fuorviante il riferimento alla "privacy", anche perché nessuno è obbligato a chiedere un contributo regionale e, se la legge impone certi requisiti, mi dispiace ma, se si vuole il contributo regionale, si devono avere. Se non si vuole dichiarare quali sono le caratteristiche dell'amministrazione, della propria finanza, dei garanti, è sufficiente non chiedere i contributi regionali e si potrà continuare ad operare nell'anonimato come l'ordinamento generale consente, però se si chiede un contributo pubblico, per ottenere dei soldi pubblici bisogna che vi sia la massima trasparenza. E questo non è uno "slogan", perché qui sentiremo ancora nel corso della discussione tutti invocare la massima trasparenza, ma quest'ultima bisogna ricondurla a degli atteggiamenti normativi concreti, altrimenti non otteniamo, come in questo caso, la massima trasparenza, otteniamo la minima trasparenza qual è quella prevista nel disegno di legge della Giunta e dagli emendamenti che ci vengono proposti.

Termino il mio intervento dicendo che mi auguro che su tale tema vi sia discussione, che vi sia in questa materia una certa libertà di giudizio in quanto stiamo parlando di beni preziosi quali la democrazia, la libertà di stampa, la necessità che per dare dei soldi pubblici si sappia a chi vengono dati. Vi è la necessità di capire se vi sono dei conflitti di interesse, perché in ipotesi oggi sarebbe possibile che la Giunta deliberi un contributo a favore di una testata editoriale di cui un singolo Assessore è il garante. Parliamo di ipotesi fantasiose, ovviamente, con tutte le conseguenze di vario carattere, forse anche contabile. Se fossi un Assessore, ci penserei un attimo. Cosa mi garantisce di più: sapere tutto quello che vi è dietro una testata o sapere solo una parte, rischiando magari di dare un contributo a qualcuno che sarebbe meglio non lo ottenesse? Mi sembra che queste siano delle argomentazioni talmente ovvie che dovrebbero essere oggetto di discussione, non dico di accoglimento, perché è legittimo che vi sia qualcuno che la pensi diversamente da noi e che ritenga sia giusto che i finanziatori e i garanti finanziari siano "all'oscuro"... non si sappia niente, che quindi si possa operare in Valle d'Aosta con un'editoria meno trasparente. L'importante è che non vi siano equivoci e che al momento del voto del nostro emendamento, che noi ovviamente manterremo, vi sia da parte di tutti la piena consapevolezza di quello che si va a votare; fino adesso non è stata presentata nessuna alternativa al nostro emendamento. O si vota affinché la trasparenza sia totale, o si vota un'altra cosa, ma ciascun consigliere, di fronte all'opinione pubblica e ai cittadini, deve assumere le proprie responsabilità!

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Chiederei una sospensione di 5 minuti per mettere a punto un emendamento di natura finanziaria.

Presidente - Il Consiglio è sospeso per 10 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,00 alle ore 17,10.

Président - Nous reprenons nos travaux. L'Assesseur Marguerettaz vient de présenter à la Présidence 2 amendements concernant les dispositions financières et transitoires à l'article 19 et à l'article 20, les copies sont en train d'être prédisposées. Je rappelle qu'il y a aussi les amendements qui avaient été déposés lors du précédent Conseil de la part du Président Perrin (un amendement), des Chefs de groupe Sandri, Salzone, Viérin Marco, Riccarand et Borre (un amendement), du groupe "Arcobaleno" aux articles 6 et 12 et des Conseillers Frassy et Tibaldi (17 amendements).

La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Solo per annunciare la presentazione di altri 3 emendamenti alla luce anche dell'emendamento presentato dalla maggioranza poco fa, di cui abbiamo preso visione e al quale vorremmo apportare alcune migliorie. Mi limito ad annunciare la presentazione di 3 emendamenti che verranno illustrati in corso d'opera.

Président - S'il n'y a pas d'autres conseillers qui veulent intervenir, je ferme la discussion générale.

Je rappelle que nous nous exprimons sur le nouveau texte qui a été approuvé à la majorité de la part de la IIe Commission.

Je soumets au vote l'article 1er:

Conseillers présents: 33

Votants: 27

Pour: 27

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 2:

Conseillers présents: 33

Votants: 27

Pour: 27

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 3:

Conseillers présents: 33

Votants: 27

Pour: 27

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 4:

Conseillers présents: 33

Votants: 27

Pour: 27

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 5 il y a l'amendement n° 1 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 5, comma 1, lett. b) inserire, dopo "comunicazione": "istituzionale".

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - L'emendamento che presentiamo alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 5 è un emendamento tecnico ed auspichiamo che non venga considerato di tipo politico, perché, quando leggiamo alla lettera b) che la Regione assicura: "la programmazione, l'organizzazione ed il coordinamento..." - e sottolineo il concetto di coordinamento sul quale ritornerò a breve - "... delle attività di informazione e comunicazione disciplinate dalla presente legge", immaginiamo che la comunicazione a cui si fa riferimento sia l'informazione istituzionale perché, se così non fosse e se il nostro emendamento non venisse considerato di tipo tecnico, ma vi fosse una valutazione politica sull'emendamento, esprimeremmo una fortissima preoccupazione per quanto è scritto in questa lettera b), perché non è sicuramente compito della Regione, come ente pubblico, gestire programmazione, organizzazione e coordinamento delle attività di informazione. L'insieme di queste funzioni... se si riferisce alla comunicazione istituzionale, cioè alle comunicazioni interne all'amministrazione... esemplificando: i vari assessorati ormai hanno tutti esigenze di comunicazione, vi è quello che ha testate proprie, vi è quello con uffici di pubbliche relazioni o stampa propri, al di là degli uffici presso la Presidenza della Regione; noi intendiamo che tale "insieme" di comunicazione venga programmato, organizzato e coordinato, ossia si eviti di mandare in sovrapposizione dei messaggi che potrebbero essere gestiti in maniera più ottimale, ma tutto questo ovviamente deve essere afferente alle problematiche interne all'amministrazione.

Senza questo emendamento vi è l'affermazione di un principio - poi difficilmente potrà essere gestito, ma è grave il fatto stesso che esso venga posto in legge - che, non essendoci più il limite istituzionale, che noi chiediamo di inserire, vi sia l'evidenza che la Regione debba gestire tutto quanto riguarda l'informazione al di fuori della comunicazione istituzionale e che vi sia un'interferenza pesante del potere politico sull'attività della libera informazione. Ribadisco perciò che dal nostro punto di vista è una precisazione tecnica, perché sarebbe paradossale che l'interpretazione potesse essere diversa. Certo è che se questo emendamento non venisse accolto, vi sarebbe una valutazione politica da parte di chi lo respinge, con la presunzione di estendere la gestione del coordinamento e della programmazione anche a quella comunicazione non necessariamente istituzionale e a tentare di condizionare l'informazione in generale.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Je propose de ne pas accepter l'amendement, parce qu'il s'agit d'une précision superflue, étant donné qu'il s'agit d'activité d'information et communication de l'administration qui ne peut qu'être une communication institutionnelle. À mon avis c'est clair: c'est un amendement technique qui n'a pas raison d'être.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Prendo atto di quello che lei ha detto, Presidente, però certe volte è meglio una parola superflua in più che un dubbio. La legge ha per titolo, come avevo avuto modo di dire in discussione generale: "Disposizioni per le attività di coordinamento, promozione e sostegno del sistema della comunicazione e dell'informazione regionale". Le disposizioni di tale provvedimento riguardano il sistema della comunicazione e dell'informazione regionale... se l'interpretazione del Presidente è corretta, dovrebbe smentire il senso stesso del titolo della legge, perché a questo punto anche il sistema della comunicazione e dell'informazione regionale dovrebbe essere afferente soltanto alla comunicazione istituzionale, ma così non è, Presidente, perché il titolo della legge fa riferimento al sistema della comunicazione e dell'informazione regionale ai fini di gestire i finanziamenti, perciò il sistema della comunicazione e dell'informazione regionale non è quella istituzionale. Di conseguenza, questa lettera b) riprende il titolo della legge, ma è insostenibile che tale titolo possa riferirsi alla comunicazione istituzionale, proprio perché noi andiamo a finanziare non la comunicazione istituzionale, ma gli operatori dell'editoria; quindi, ammesso che sia pleonastico, penso che sia forse una ripetizione che giovi a chiarire certi meccanismi o perlomeno ad evitare certe confusioni.

Président - La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Il nostro gruppo voterà a favore di questo emendamento perché, anche se può essere considerato implicito - perché qui siamo all'interno del capo II che si occupa d'informazione e comunicazione dell'Amministrazione regionale -, non arreca alcun danno, anzi è un elemento di chiarezza; quindi non abbiamo alcun motivo per non condividere e votare a favore di questo emendamento.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 1 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 8

Contre: 22

Abstentions: 3 (La Torre, Lavoyer, Salzone)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 5:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 27

Contre: 3

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 6 il y a le premier amendement du groupe "Arcobaleno", présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Comma 1, sostituire la frase "derivante dalla presente legge", con la frase: "derivante dall'applicazione del presente Capo II".

La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Anche questo è un emendamento prettamente tecnico, è un po' il ragionamento che è stato fatto sull'articolo precedente: qui si parla di un unico capitolo su cui imputare tutte le spese derivanti dall'applicazione della presente legge; in realtà, non è giusto perché questo unico capitolo si riferisce alla comunicazione istituzionale ed è afferente all'applicazione solo delle spese di cui al capo II di tale provvedimento, perché per il capo III vi è un altro capitolo. Siccome lo abbiamo già illustrato nelle varie riunioni che sono state fatte... c'è stato chiarito che l'interpretazione è che questo capitolo si riferisce solo al capo II e non avrà un'applicazione estensiva; ritiriamo il nostro emendamento.

Président - Je soumets au vote l'article 6:

Conseillers présents: 32

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 7 il y a les amendements n° 2, n° 3, n° 4 et n° 5 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présentés lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 7, comma 1

Sostituire il primo cpv con: "È istituita, con deliberazione della Giunta regionale adottata di concerto con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, la Commissione tecnica per l'informazione composta da:".

Emendamento

Articolo 7, comma 1

Aggiungere dopo la lettera f): "g) un rappresentante delle agenzie pubblicitarie aventi sedi legale e/o operativa sul territorio regionale".

Emendamento

Articolo 7, comma 1

Aggiungere dopo la lettera f): "h) un esperto in materia di comunicazione-informazione indicato dalle forze di minoranza presenti in Consiglio regionale.".

Emendamento

Articolo 7

Sostituire il comma tre con:

"3. La Giunta regionale di concerto con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio stabilisce le modalità di funzionamento della Commissione.".

La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 2.

Frassy (CdL) - Ho avuto già modo di fare alcune considerazioni in sede di discussione generale sul principio contenuto in questo emendamento. L'intero impianto di tale provvedimento, ripercorrendo l'impianto della legge n. 41/1998, accentra nella Giunta regionale le procedure gestionali inerenti il percorso istruttorio e rogatorio dei contributi stessi. Noi abbiamo fatto una considerazione diversa: quella di cercare di coinvolgere anche la Presidenza del Consiglio, che vede rappresentate anche le forze non di maggioranza; fra l'altro, questo ragionamento che abbiamo fatto in passato aveva trovato applicazione nel CO.RE.COM.. Adesso non so se guardando al passato dobbiamo dire che avevamo una Presidenza del Consiglio più attenta, o forse più forte, o forse più determinata, però è evidente che nel recente passato - e mi riferisco alla scorsa legislatura - tale Presidenza, retta sempre dal partito di maggioranza, allora relativa e oggi assoluta, aveva evidenziato come sulle problematiche della comunicazione non ci potesse essere una delega cieca alla maggioranza e all'Esecutivo in particolare e come fosse opportuno che questi delicati "elementi" - che possono incidere e turbare la vita istituzionale e politica - fossero gestiti il più possibile in un sistema condiviso. Non capiamo per quale motivo ciò che andava bene per il CO.RE.COM. per questa maggioranza non possa andare bene per la legge sull'editoria; tenete presente che la vecchia legge sull'editoria - la n. 41/1998 - era antecedente a quella sul CO.RE.COM., nel senso che quest'ultima, come legge innovativa che andava a modificare una normativa pre-esistente, aveva proprio inserito questa cogestione fra le due Presidenze. Auspicherei che su questo aspetto il Presidente del Consiglio esponesse una posizione, ma a salvaguardia del concetto di rappresentanza di tutta l'Assemblea, perché non vogliamo espropriare la Giunta; prendiamo atto che comunque bisogna "fare i conti" con l'Esecutivo, però chiediamo che su questo argomento, che è "l'equazione" riproponibile della "vicenda CO.RE.COM.", la Presidenza del Consiglio, in quanto rappresentativa di tutte le forze politiche, o perlomeno rappresentativa anche delle minoranze, possa essere coautrice delle decisioni da seguire.

Non capiamo - e gradiremmo che qualcuno ce lo spiegasse - perché per il CO.RE.COM. "sì" e per l'editoria "no", tenendo presente fra l'altro che sull'editoria vi è una maggior possibilità di interferire ed incidere sulla pluralità di quanto non accada poi nel settore radiotelevisivo, dove sappiamo che vi è una situazione pressoché di monopolio o comunque di oligopolio. Nell'ambito dell'editoria vi è una maggior pluralità, di conseguenza vi è anche una maggiore necessità di garantire degli atteggiamenti di particolare attenzione e garanzia rispetto al rischio di una gestione che possa essere condizionata da un'eccessiva connotazione politica, che rappresenta ovviamente una parte dello schieramento complessivo delle forze politiche che rappresentano questo Consiglio.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Seulement pour une précision: il ne faut pas confondre le rôle du CO.RE.COM. avec le rôle de cette commission, qui est une commission technique et donc c'est un organisme qui est de support à la structure, qui s'occupe de l'instruction des pratiques; donc c'est une fonction surtout technique qui n'a rien à voir avec celle du CO.RE.COM..

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 2 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 33

Votants: 29

Pour: 8

Contre: 21

Abstentions: 4 (Curtaz, Riccarand, Rini, Squarzino Secondina)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 3.

Frassy (CdL) - Se l'emendamento precedente era evidentemente di tipo politico... fra l'altro, non di parte: era un emendamento politico che cercava di evidenziare la centralità del Consiglio come supremo organo rappresentativo e che non ha trovato la convergenza dei partiti di maggioranza che, soprattutto in relazione ai propri consiglieri, sono consapevoli di quanto marginale sia il loro ruolo rispetto al ruolo predominante dei loro colleghi di Giunta... questo emendamento è nuovamente di tipo tecnico. "Tecnico", perché la commissione per l'informazione è definita fra l'altro "commissione tecnica" dall'articolo stesso ed individua una serie di figure che dovrebbero apportare le professionalità necessarie al fine dei lavori della commissione stessa, vi sono: il dirigente della struttura con funzioni di presidente, il dirigente competente in materia di comunicazione, il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, il Presidente dell'Associazione della stampa valdostana, un rappresentante degli editori della carta stampata, delle agenzie e delle testate giornalistiche telematiche - e sul rappresentante degli editori, pur convenendo che sia sicuramente una rappresentanza che porta un contributo inerente alla materia, non posso non evidenziare che si tratti di una rappresentanza "interessata", perché non dimentichiamoci che tale commissione ha il compito di effettuare l'istruttoria e la valutazione dei finanziamenti che vengono erogati all'editoria, ma su ciò non facciamo nessuna questione, se non evidenziare tale fatto -, proseguendo vi è un rappresentante degli editori delle imprese radiotelevisive: vale la stessa riflessione fatta per gli editori della carta stampata.

Non vi è un rappresentante delle agenzie pubblicitarie e qualcuno mi dirà: "ma che c'entrano le agenzie pubblicitarie?". No, Signori consiglieri, c'entrano, perché alla lettera a) del comma 2 di tale articolo si prevede che la commissione esprima "valutazioni sul riepilogo analitico delle spese di pubblicità della Regione". Le spese di pubblicità della Regione sono quelle che la Regione ha sostenuto e penso che nessuno più di chi sta nel mondo della pubblicità sia professionalmente abilitato ad esprimere un giudizio coerente e professionale, cioè non possiamo mettere in piedi una commissione tecnica, fare un elenco di soggetti tecnici e dimenticare un importante attore del processo della comunicazione. Le agenzie pubblicitarie possono piacere o non piacere, ma sono parte integrante del processo della comunicazione e diventano ancora più importanti nella loro rappresentanza - qui dimenticata ed omessa - quando il primo dei compiti a cui è preposta la commissione è la valutazione delle spese di pubblicità, ma non di quelle che dovessero essere finanziate agli editori che fanno domanda per ottenere i finanziamenti ai sensi di questa legge, ma la valutazione delle spese di pubblicità fatte dalla Regione! Come facciamo noi a dire che la valutazione delle spese di pubblicità fatte dalla Regione sia demandata alla commissione tecnica che... due funzionari regionali, che è ovvio che andranno a difendere le scelte che la struttura regionale ha effettuato, perciò direi che in questo contesto ricoprono un po' quella parte interessata che svolgono i rappresentanti degli editori della carta stampata e della televisione sul settore dei finanziamenti all'informazione privata. I rappresentanti dell'Ordine dei giornalisti e dell'Associazione della stampa valdostana, colleghi consiglieri, non penso che possano avere un "polso", se non approssimativo, della congruità delle spese di pubblicità; sono convinto che in questa formulazione della commissione tecnica - e sottolineo "tecnica" - vi sia stata una dimenticanza tecnica. Auspico perciò che, a fronte di questa dimenticanza tecnica e dell'evidenza dei ragionamenti che ho fatto, vi sia da parte dei colleghi di maggioranza la consapevolezza che tale emendamento è un emendamento tecnico che serve a dare funzionalità alla commissione tecnica. Perché la commissione tecnica, colleghi di maggioranza che avete avuto modo di partecipare nella scorsa legislatura al dibattito sull'informazione, è stata uno di quegli elementi che ha dimostrato - proprio per il modo in cui era stata costituita - di essere uno dei "ventri molli" della fase dell'istruttoria, ai fini di tutta una serie di adempimenti a cui era preposta la commissione stessa. Andiamo a ripercorrere i medesimi errori della legge n. 41/1998? Noi auspichiamo che se, come dice il Presidente, il testo in esame è una revisione e un adeguamento della legge n. 41/1998, vengano considerati gli errori contenuti in quest'ultima e soprattutto vengano risolti con delle proposte modificative.

Penso di non avere da aggiungere null'altro, se non l'auspicio - ma nell'interesse dell'Amministrazione regionale, non del nostro gruppo - che questa dimenticanza tecnica non sia stata oggetto invece di una valutazione politica perché, se per il primo emendamento, Presidente Perrin, lei ha detto che è pleonastico in riferimento alla "delimitazione" di comunicazione al concetto di istituzionale, credo che integrare questa commissione con un rappresentante delle agenzie pubblicitarie non sia pleonastico perché si tratta di un'integrazione; ritengo che essa sia necessaria non nell'interesse di una parte politica, ma nell'interesse del funzionamento della commissione stessa e dunque dell'Amministrazione regionale.

Président - La parole au Conseiller La Torre.

La Torre (FA) - Tutti sappiamo che oggi stampare un giornale o occuparsi di editoria costa e sappiamo quanto sia importante un collegamento diretto con la pubblicità, perché la pubblicità è uno di quegli strumenti che permette ai giornali di andare avanti. Credo anch'io che questo sia un emendamento sensato, anche perché mi pare essere una dimenticanza: non posso immaginare cosa possa "impedire" la partecipazione delle agenzie pubblicitarie all'interno di tale commissione, a meno che in effetti vi sia una prevenzione, allora in questo caso vorrei almeno capire il perché. Tra l'altro, a sostegno del fatto che vi sia stata una dimenticanza vi è addirittura l'articolo 4, che tratta della disciplina dei messaggi pubblicitari: nel provvedimento si dedica un intero articolo a tale disciplina, dando ai messaggi pubblicitari un'importanza estrema; poi si va all'articolo 7, relativo alla Commissione tecnica per l'informazione, e ci si dimentica che prima vi è l'articolo 4 dove il messaggio pubblicitario sembra fondamentale, addirittura occupa una pagina intera della legge. Sicuramente quindi si è dimenticato di inserire nell'articolo 7 tale partecipazione, altrimenti mi sembra che veramente vi sia una prevenzione. Sono convinto che questa prevenzione non sussista e penso che oggi con molta serenità possiamo... non ho letto tutto l'emendamento, non so come lo ha redatto, spero che non sia scritto male, però sono sicuro che, se è scritto male, lo riscriviamo e, se è scritto bene, possiamo anche tenerne conto ed approvarlo. Questa è una proposta, quindi mi sento di votare l'inserimento di tale rappresentante nella Commissione tecnica per l'informazione.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Per una brevissima osservazione: non è una dimenticanza. Innanzitutto vorrei riconfermare che il testo è stato oggetto di condivisione e di confronto con tutti gli organismi e come tale rappresenta un equilibrio, anche di rappresentatività. Il ragionamento fatto è questo: i soggetti che fanno parte della commissione tecnica o che vi partecipano a titolo consultivo, sono soggetti con una competenza diretta in materia di informazione. Le agenzie pubblicitarie generalmente sono appaltatrici della raccolta pubblicitaria per conto delle testate giornalistiche. Nella sostanza credo che la commissione abbia recepito le esigenze delle diverse istanze che hanno partecipato alla formazione di questo disegno di legge.

Président - La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote sur l'amendement n° 3.

Frassy (CdL) - Non riteniamo che questa motivazione possa essere accoglibile, soprattutto per quello che avete scritto voi nel prosieguo dell'articolo 7, perché vorremmo capire come fa tale commissione ad esprimere delle valutazioni sul riepilogo analitico delle spese di pubblicità. Noi cioè abbiamo la sensazione che questa legge faccia un gran "fumo" per cambiare molto poco, perché le spese di pubblicità sono state uno di quegli argomenti sui quali ad inizio di tale legislatura abbiamo avuto più di qualche momento di difficoltà nel dialogo politico per capire certi "meccanismi" di spese come venivano effettuati, come venivano fatturati, come venivano contabilizzati e quel poco che siamo riusciti a capire a seguito di quell'indagine conoscitiva che era stata avviata dalla II Commissione è stato proprio grazie all'apporto dei rappresentanti di diverse agenzie pubblicitarie. Non capiamo come si possa sostenere che in questa commissione tecnica, con le funzioni che le avete dato voi... perché, se non vi fosse per tale organismo la necessità di fare valutazioni sulle spese di pubblicità, le agenzie di pubblicità potrebbero essere ritenute superflue. Voi fate finta di sottoporvi a un giudizio di revisione senza mettere in commissione un tecnico che abbia le capacità analitiche di poter garantire la professionalità di questo giudizio; avete messo in piedi un meccanismo che sapete che non vi creerà nessun problema di controllo, perché la valutazione delle spese di pubblicità chi la fa? La commissione, d'accordo, ma chi in tale organismo ha le professionalità per poter fare delle riflessioni sulle quali poi la commissione nella sua autonomia si confronta? Chi può dare l'"input" di certi meccanismi di mercato? Nessuno.

Se lo avessimo saputo prima, avremmo presentato un altro emendamento per abrogare la lettera a) del comma 2, perché la conclusione che traiamo alla luce della dichiarazione fatta dal Presidente Perrin - e ce ne rammarichiamo - è che egli ha operato una scelta politica: la Giunta del Presidente Perrin, caro collega La Torre, ha operato la scelta politica - non è una dimenticanza tecnica - di non far funzionare un organismo tecnico su delle questioni che nel passato recente e nel passato recentissimo hanno dato più di un elemento di preoccupazione in relazione alle varie vicende che hanno caratterizzato in negativo questa Amministrazione regionale. Il collega Fiou, che è stato abile Presidente di quella Commissione di inchiesta, perché è riuscito a terminare con una relazione unitaria, è consapevole come su certi meccanismi dell'editoria e della pubblicità vi siano stati in più di un passaggio delle carte che abbiamo visto delle "zone d'ombra" e io invito i colleghi consiglieri, se hanno il testo d'aula, a raffrontarlo con quello della legge n. 41/1998 per vedere quali sono le novità che vengono introdotte nella Commissione tecnica per l'informazione. Presidente, il dato che emerge questa sera perciò è che, dopo una Commissione di inchiesta, dopo un'indagine conoscitiva commissionata a una commissione consiliare, avete fatto la scelta politica di non voler applicare un "meccanismo" di chiarezza e di controllo delle spese di pubblicità. Sulle spese di pubblicità vi sono dei procedimenti penali tuttora in corso, vi sono state una serie di operazioni fraudolente nel passato, prendiamo atto che tale maggioranza, tale Esecutivo ritiene che sia "acqua passata" e che quell'"acqua" possa continuamente "ripassare" in questa Amministrazione.

Ci ricrediamo perciò e "facciamo ammenda" della nostra ingenuità, perché l'illustrazione che ho dato di questo emendamento è un'illustrazione tecnica e penso che anche il collega La Torre avesse il convincimento che vi fosse un fraintendimento tecnico, invece è molto grave che vi sia la pervicacia politica di voler evitare di creare degli strumenti di controllo che vanno al servizio dell'Amministrazione regionale, perché quest'ultima ha bisogno di organismi tecnici al di sopra di ogni sospetto. Non servono commissioni tecniche "addomesticate", tale organismo non sarà "addomesticato"... perché saranno tutte persone degnissime, ma sarà una commissione tecnica che su questo punto, su questa materia non avrà le risorse tecniche per fare il suo lavoro. La responsabilità politica dei consiglieri che si appresteranno a votare questo articolo 7 così com'è allora è quella di non aver voluto mettere in piedi uno strumento tecnico degno della sua funzione tecnica, ma di condizionare a una volontà politica quella che solo a parole risulta essere una commissione tecnica.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 3 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 8

Contre: 22

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi sur l'amendement n° 4.

Tibaldi (CdL) - Nel novero delle persone che sono chiamate a comporre la commissione tecnica figurano 6 esperienze diverse, 2 amministrative e 4 di categoria, alle quali noi, oltre ad aggiungere, come peraltro finora illustrato dal mio collega, un rappresentante delle agenzie pubblicitarie, vorremmo aggiungere anche un esperto, sempre tecnico per non mutare la natura e la dimensione tecnica di tale commissione, indicato dalle forze di minoranza presenti in Consiglio regionale. Perché questa scelta? Tale scelta mutua la sua origine dall'articolo fondante del disegno di legge in questione, dove ai commi 1 e 2 si sottolinea l'importanza del concetto di pluralismo dell'informazione. Come può essere garantito il concetto di pluralismo, il rispetto di questo principio quando la Commissione tecnica per l'informazione è unicamente composta da 2 dirigenti di struttura amministrativa - senza nulla togliere alla loro professionalità ed imparzialità -, che comunque sono rappresentanti dell'apparato amministrativo politico della Regione, e dai seguenti 4 soggetti: il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, il Presidente dell'Associazione stampa valdostana, il rappresentante degli editori della carta stampata e quello degli editori delle imprese radiotelevisive? Questi ultimi, come è stato sottolineato dal mio collega nel corso dell'intervento in discussione generale, ma come è stato anche evidenziato in passato durante l'analisi delle conclusioni della Commissione di inchiesta presieduta dal Consigliere Fiou, rappresentano categorie, ordini od enti che sono fortemente dipendenti dal sistema politico locale. Finora abbiamo detto che occorre che i giornalisti e gli editori delle varie categorie qui rappresentate, oggi fortemente suscettibili di dipendenza dal sistema politico locale, possano esprimere una valutazione libera ed imparziale a fronte di questa impostazione prevista dall'articolo 7. Chiediamo che un'esperienza professionale aggiuntiva, naturalmente tecnica, ma di indicazione politica delle forze di minoranza, venga inclusa in tale commissione a garanzia di imparzialità, naturalmente di pluralismo: è una garanzia che può essere solo qualificata con l'introduzione di un componente di questo tipo.

Avevamo peraltro già chiesto con un emendamento, purtroppo cassato dalla maggioranza, una concertazione fra la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio nel definire la composizione di questa commissione; ci ha fatto specie vedere che tutta la maggioranza abbia votato contro a fronte di una più volte reiterata centralità dell'Assemblea, di pluralismo, di equilibrio fra le parti, di imparzialità di determinati organi come questo... e cito un organo parlamentare come la Commissione di vigilanza per quanto riguarda l'attività svolta dal servizio pubblico radiotelevisivo, che è presieduta da un componente dell'opposizione. Di fronte a certi esempi di democrazia reale, efficace, la Valle d'Aosta come si comporta? Vuole recepire esempi di questo tipo per tutelare il pluralismo o lo vuole solo annunciare, ma di fatto costruire degli apparati che sono esclusiva espressione di una parte politica? Qui si parla di informazione e di pluralismo nell'informazione. Vorremmo quindi sottolineare l'importanza dell'emendamento da noi proposto per far sì che questa composizione venga "nutrita", "farcita" di quella componente di garanzia istituzionale oggi mancante, che tale previsione non ha considerato. Questo settimo membro di cui chiediamo l'inserimento quindi ha una funzione di garanzia e di imparzialità che oggi ci sembrano negate, stante tale impostazione.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 4 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 29

Votants: 27

Pour: 6

Contre: 21

Abstentions: 2 (Riccarand, Salzone)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 5 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 32

Votants: 25

Pour: 3

Contre: 22

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 7:

Conseillers présents: 32

Votants: 24

Pour: 21

Contre: 3

Abstentions: 8 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 8 il y a l'amendement n° 6 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 8, comma 2: abrogare la lett. b).

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Il capo III, in cui rientra l'articolo 8, è dedicato agli interventi a sostegno dell'informazione locale; tale articolo in particolare prevede interventi di tipo finanziario per adeguamento logistico, strumentale e tecnologico delle attività informative, in sintesi sono i contributi che vengono erogati a vantaggio dell'editoria. Nell'ambito dell'articolo 8 vengono evidenziate le situazioni meritevoli di contribuzione: acquisto, ristrutturazione, adeguamento dei locali, tecnologie, arredi, "software" e quant'altro.

La lettera b), della quale chiediamo l'abrogazione, fa riferimento all'acquisto di "automezzi esclusivamente funzionali e dimensionati all'attività informativa". Abbiamo più di una perplessità su tale lettera: sul fatto che gli automezzi siano funzionali e debbano essere dimensionati all'attività informativa, perché probabilmente questi automezzi potrebbero essere intesi come pulmini: le cosiddette "stazioni mobili", dai costi non dico proibitivi, ma sicuramente impegnativi sia per chi li acquista, sia per chi li finanzia, cioè per le casse regionali. Sulla questione degli automezzi, colleghi di maggioranza, in particolare quelli di voi che hanno un "occhio di attenzione" per le attività sportive, voglio ricordarvi quello che non avete fatto nella legge per lo sport: dopo un infinito dibattito in commissione, è stato licenziato un testo vergognoso che prevede contributi fino a un tetto massimo di 5.000 euro per l'acquisto di pulmini nuovi, quando...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... è stato approvato l'emendamento, comunque alla fine la percentuale in termini assoluti non eroga un contributo di molto superiore rispetto alla cifra fissa inizialmente preventivata. Possiamo andare a riprenderlo e fare due conti sul costo del pulmino nuovo rispetto alla percentuale, ci renderemmo conto che quella percentuale non si discosta da una cifra molto vicina al tetto dei 5.000 euro, che era stato previsto nel disegno di legge originario. Quella era la legge che faceva riferimento allo sport e nella legge inerente alle attività sportive... sappiamo che il pulmino è essenziale per poter portare le squadre ai vari incontri. Ora, in una legge dell'informazione noi invece, senza tetto alcuno, né assoluto, né in percentuale, prevediamo la possibilità dell'acquisto di automezzi che siano funzionali all'attività informativa. Riteniamo che sia una forte sperequazione rispetto all'altra previsione normativa; di conseguenza, ne chiediamo l'abrogazione.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 6 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 31

Votants: 31

Pour: 10

Contre: 21

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 8:

Conseillers présents: 31

Votants: 24

Pour: 21

Contre: 3

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 9 il y a les amendements n° 7 et n° 8 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présentés lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 9, comma 1

Abrogare la lett. c).

Emendamento

Articolo 9, comma 1

Abrogare la lett. d).

La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 7.

Frassy (CdL) - Chiediamo l'abrogazione della lettera c), perché in tale lettera si legge che vi è un contributo "nella misura massima del 30% e, comunque, per un importo non superiore a euro 10.000 per abbonamento ad agenzie giornalistiche di informazione regionale valdostana". È quanto meno curiosa l'impostazione di questa lettera c) per due motivi: perché l'abbonamento ad agenzie giornalistiche di informazione esclusivamente regionale limita anche delle sinergie transfrontaliere che possono essere interessanti, ma nella misura in cui viene limitata per una scelta immagino che la maggioranza avrà valutato... vorremmo capire quali sono le agenzie giornalistiche di informazione regionale valdostana. Cosa vuol dire, Presidente? Che danno notizie solo sulla Regione? O vuol dire che hanno sede legale in Valle d'Aosta? O forse vuol dire che hanno sede operativa nella nostra regione? O forse ci rendiamo conto che alla fin fine le notizie delle agenzie che danno comunque notizie in regione sono già disponibili in maniera gratuita tramite il sito "web" dell'Amministrazione regionale.

Diventerebbe allora difficile capire quale sia la logica di dare un contributo a delle agenzie non meglio definite, perché la legge, così come è scritta, è sicuramente equivoca, perché "agenzie giornalistiche di informazione regionale valdostana" dirà forse tutto ma, in realtà, non dice assolutamente nulla e lascia più di un dubbio, ma è assodato che andando sul sito "web" della Regione vi è un'agenzia - che ritengo essere la più importante, perlomeno nell'ambito della gerarchia dimensionale dell'agenzia di stampa -, mi riferisco all'ANSA, che, in virtù di una convenzione onerosa, cioè di soldi che l'Amministrazione regionale le riconosce, mette "on line" notizie sulle vicende regionali. È vero che molte volte l'ente pubblico è distratto e altre volte è molto generoso, ma pagare due volte la stessa cosa non mi sembra corretto definirlo né distratto, né ingeneroso, ma forse con un altro aggettivo, per il quale, facendo riferimento ai richiami del Vicepresidente Nicco, mi autocensuro.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Abbiamo parlato tanto di sostegno alle aziende valdostane e quant'altro, credo che si vada nella direzione di agevolare le agenzie giornalistiche che danno informazione regionale e ciò nel rispetto delle norme comunitarie e altre nel settore; questo è il senso di tale specificazione.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Volevo evidenziare che la risposta del Presidente Perrin, oltre ad essere una risposta ad una questione da noi posta, è una risposta dovuta a chiarezza della norma di legge, perché nell'indeterminatezza della lettera c), comma 1, dell'articolo 9 è evidente che, quando domani la struttura competente dovrà andare a capire che tipo di agenzie giornalistiche sono considerate ai sensi di tale lettera, non essendo specificato in legge, dovrà far riferimento, se non agli atti preparatori, che non ci sono, quanto meno al dibattito generale. Riassumendo, se non abbiamo capito male, perciò non vi è una limitazione alla sede legale piuttosto che alla sede operativa, ma semplicemente al concetto che vi sia divulgazione di notizie regionali. Su questo presupposto qualsiasi agenzia che faccia divulgazione di notizie attinenti la Regione Valle d'Aosta può essere oggetto di abbonamento, al quale viene riconosciuto il sostegno ai sensi dell'articolo 9. È un chiarimento che per certi versi era opportuno.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 7 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 29

Votants: 25

Pour: 6

Contre: 19

Abstentions: 4 (Comé, La Torre, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 8.

Frassy (CdL) - Questo emendamento è abrogativo, in realtà avrebbe dovuto essere riscritta la lettera d), perché riteniamo che vi siano tanti strumenti per valorizzare o tutelare le lingue minoritarie di questa Regione, fra cui il francese, il franco-provenzale, il walser, ma andare a codificare un contributo risibile a fronte di una produzione altrettanto risibile, quantificata nel 10%, reputiamo che sia più una mortificazione di tali lingue che non una valorizzazione.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 8 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 28

Votants: 24

Pour: 6

Contre: 18

Abstentions: 4 (Comé, La Torre, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 9:

Conseillers présents: 27

Votants: 20

Pour: 17

Contre: 3

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 10:

Conseillers présents: 27

Votants: 20

Pour: 17

Contre: 3

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 11 il y a l'amendement n° 9 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 11, comma 1, dopo "Giunta regionale" inserire: "di concerto con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio".

Je le soumets au vote:

Conseillers présents: 30

Votants: 27

Pour: 8

Contre: 19

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 11:

Conseillers présents: 30

Votants: 22

Pour: 19

Contre: 3

Abstentions: 8 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 12 il y a les amendements n° 10, n° 11, n° 12 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présentés lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 12, comma 1, dopo la lettera b) aggiungere: "b-bis) siano iscritte al registro di cui all'articolo 11 della legge 5 agosto 1981, n. 416 e successive modificazioni;".

Emendamento

Articolo 12, comma 1, lett. b) sostituire il punto 4 con:

"4) di periodicità almeno settimanale per le attività editoriali della carta stampata e di periodicità quotidiana per le radio, per le televisioni, le agenzie di stampa e le testate giornalistiche telematiche;".

Emendamento

Articolo 12

Aggiungere il seguente comma:

"3. L'erogazione dei contributi è preclusa alle aziende i cui amministratori o direttori responsabili di testata siano stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione.".

Il y a aussi les amendements n° 18 et n° 19 du groupe "La Casa delle Libertà", présentés aujourd'hui; j'en donne lecture:

Emendamento

All'alinea del comma 2 dell'articolo 12, dopo le parole "Le imprese di cui al comma 1 sono tenute" sono aggiunte le seguenti: "a iscriversi al registro degli operatori di comunicazione di cui alla legge 31 luglio 1997, n. 249 e successive modificazioni, nonché".

Emendamento

Dopo il comma 2 dell'articolo 12 è aggiunto il seguente:

"3. Le imprese editoriali che intendono accedere alle provvidenze di cui alla presente legge sono tenute a produrre alla struttura regionale competente copia dei dati e dei documenti periodicamente inoltrati all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Tale obbligo sussiste anche ogni qualvolta intervengano mutamenti nell'assetto proprietario delle medesime imprese.".

Il y a aussi l'amendement présenté par le Président Perrin aujourd'hui; j'en donne lecture:

Emendamento

All'alinea del comma 2 dell'articolo 12, dopo le parole "Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare" sono aggiunte le seguenti "l'iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori di comunicazione, di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 236/01/CONS e successive modificazioni ed integrazioni, nonché".

Il y a enfin le deuxième amendement du groupe "Arcobaleno", présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 12

(Soggetti beneficiari)

Aggiungere in fondo al comma 2: "Le imprese devono altresì comunicare i dati anagrafici dei finanziatori o dei garanti finanziari della loro attività editoriale.".

La parole au Conseiller Tibaldi sur l'amendement n° 10.

Tibaldi (CdL) - L'emendamento n. 10 presentato dal nostro gruppo viene ritirato, in quanto è riassunto in modo più comprensibile e organico nell'emendamento n. 18; quindi, quando si tratterà di quest'ultimo, daremo le spiegazioni.

Président - L'amendement n° 10 est retiré.

La parole au Conseiller Tibaldi sur l'amendement n° 11.

Tibaldi (CdL) - Se si vuole veramente favorire il pluralismo, e lo abbiamo già affrontato nella scorsa seduta in sede di dibattito generale, poi l'interruzione dei lavori ha impedito di approfondire l'essenza di questa proposta fatta dal nostro gruppo... innanzitutto qui si vogliono erogare i contributi ad iniziative editoriali di vario tipo e il punto n. 4 del comma 1 dell'articolo 12 va ad individuare una categoria di soggetti operanti nel settore della carta stampata estremamente vasta, l'individuazione potrebbe essere un pochino più settorializzata, più specifica, più selettiva e naturalmente più qualificante per i soggetti che possono diventare percettori di contributi dimostrando una certa attività, una certa professionalità nella stessa e noi fra i vari criteri che stanno a qualificare o meno la professionalità di una testata presente sul territorio... è quello del tempo, la periodicità.

Se con questa legge con le risorse disponibili andiamo ad erogare contributi a tutte le testate con periodicità almeno mensile, capite che includiamo attraverso tale accezione un novero di testate effettivamente ampio; chiederemmo con l'emendamento che vi proponiamo una periodicità almeno settimanale per le attività editoriali della carta stampata, anche perché - sempre al punto n. 4 - per le radio, le televisioni, le agenzie di stampa e le testate giornalistiche telematiche si domanda una periodicità notevole: quotidiana, cioè ogni giorno queste testate devono trasmettere notizie relative all'attualità valdostana, quindi si chiede un certo impegno di risorse, di mezzi, di professionalità. Non capiamo come mai per le attività editoriali della carta stampata tale periodicità sia così blanda: la mensilità; sarebbe invece opportuno, proprio per far crescere il tessuto editoriale locale, andare a premiare con una maggior fetta di contributi - perché la "torta" verrebbe suddivisa fra meno testate - quelle che a livello di carta stampata hanno una cadenza almeno settimanale. Viene cioè riproposta tale e quale la norma già prevista nella legge n. 41/1998, nei confronti della quale non vediamo modifiche sostanziali neppure in questo caso; per quello ci piacerebbe capire la ragione per la quale è stata indicata una periodicità così blanda per la carta stampata, cioè mensile, e così "stretta" per le televisioni, le radio, le agenzie di stampa e le testate giornalistiche telematiche.

Chiederemmo quindi con questo emendamento una periodicità settimanale per le attività editoriali della carta stampata, il che permetterebbe un indirizzo delle risorse disponibili in maniera più selettiva, mirata e qualificata nei confronti di quegli operatori del settore che si dedicano professionalmente all'attività editoriale e non a quelli che occasionalmente fanno delle pubblicazioni, i cui esponenti troviamo a mendicare alle porte di qualche ufficio del Palazzo per un'inserzione pubblicitaria di un tipo o di un altro tipo, che non hanno una particolare valenza per quanto riguarda né l'informazione, né la cultura, né la crescita editoriale del settore. Pensiamo che, se si vuole andare verso un'ottica di promozione e qualificazione dell'attività editoriale, si dovrebbe fare un ragionamento in questo senso. È strano peraltro che la commissione non abbia orientato le sue attenzioni in una direzione più selettiva e tenda a disperdere le risorse a destra e a manca, purché vi sia tale cadenza mensile... e chiunque venga a bussare alla porta abbia diritto di ottenere le provvidenze regionali. Noi, quindi, vi chiediamo una riflessione più approfondita su questo punto e di indicare la periodicità in termini settimanali e non mensili.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Je partage même quelques réflexions faites par le Conseiller Frassy, mais je voudrais réaffirmer que les modalités d'attribution des aides, aussi quant à la périodicité, sont le fruit d'une concertation avec tous ceux qui expriment le monde de l'information: la ligne du mensuel a été une ligne partagée et qui, compte tenu aussi de la nécessité de la pluralité de l'information, donne la possibilité même à ceux qui sortent de façon mensuelle de pouvoir disposer des aides que cette loi prévoit; donc ça va dans le sens surtout de favoriser la diffusion de l'information et de valoriser toutes les possibilités que l'information peut avoir dans notre Région...

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Solo per precisare una cosa. La concertazione è importante con gli operatori e i destinatari di tale norma, peraltro in questo settore non è sempre stata fatta un'azione concertativa e ricordiamo solo la legge n. 31/2000 giusto per citare un esempio ma, come avete dimostrato anche in altre porzioni dell'articolato finora esaminato, quando volete, siete capaci di compiere una scelta politica netta, chiara, determinata. In questo caso mi sembra un po' banale il volersi rifugiare in una logica di concertazione, quando qui si poteva operare una scelta: "io, Ente Regione, voglio promuovere e qualificare l'informazione destinando le risorse a chi le merita di più e non disperderle in più rivoli". Non penso quindi che anche in quel passaggio... che addirittura risuona nel titolo: disposizioni per le attività di coordinamento e promozione, e mi soffermo su tale accezione... in questo passaggio la promozione venga tenuta in considerazione. Qui si continua a reiterare ciò che è stato fatto finora, dove si va a riconoscere la qualifica di editore anche a chi si improvvisa produttore di un qualunque foglio; purtroppo abbiamo visto che esempi - che peraltro sono costati non poco al contribuente - si sono verificati non solo con testate di periodicità mensile, ma addirittura con periodicità quotidiana, perché vi è chi si è improvvisato editore mettendo in piedi un quotidiano, che ha resistito giusto il tempo di consumare i contributi pubblici percepiti. Non vi è quindi stato in questo caso, Presidente, un salto di qualità rispetto alla legge n. 41/1998 e di ciò ce ne rammarichiamo, perché lei oggi poteva dare un segnale di cambiamento rispetto al passato anche in questo caso: "noi vogliamo che l'informazione cresca in Valle d'Aosta", invece no avete decretato: "vogliamo che l'informazione resti allo stato di "palude" in cui si trova, di conseguenza diamo un po' a tutti, le "briciole" a tutti". Noi preferiremmo invece che, piuttosto che disperdere le "briciole" in questa molteplice direzione, fossero veramente premiati coloro che perlomeno tentano di fare un'informazione con una maggiore costanza, con una presenza più assidua a livello temporale, che non la larga e blanda cadenza mensile.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 11 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 31

Votants: 27

Pour: 6

Contre: 21

Abstentions: 4 (La Torre, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi sur l'amendement n° 18.

Tibaldi (CdL) - L'emendamento n. 18 migliora l'impostazione che già avevamo voluto imprimere con l'emendamento n. 10, poi ritirato: la migliora nel senso che il vecchio emendamento ritirato faceva riferimento alla legge n. 416/1981, che non è stata abrogata, ma è stata semplicemente modificata e poi integrata dalla "legge Maccanico" del 1997. Quali novità ha apportato la "legge Maccanico" che qui ci interessano? La "legge Maccanico" introduce una nuova modalità di catalogazione degli operatori della comunicazione, istituendo un apposito registro: il registro degli operatori della comunicazione, che va a sostituire i registri fino allora esistenti, ovvero il registro della stampa e il registro degli operatori radiotelevisivi. Entra in funzione questo nuovo registro al quale sono tenuti ad iscriversi tutti coloro che vogliono accedere a provvidenze pubbliche; questo è un passaggio importante, perché l'articolo 27 di una deliberazione dell'"Authority" per le comunicazioni regolamentante il funzionamento di tale registro degli operatori per la comunicazione stabilisce che l'iscrizione in questo registro costituisce requisito per l'accesso a benefici, agevolazioni e provvidenze nei casi previsti dalla normativa vigente. Cosa significa questo? Significa che i soggetti editori operanti su tutto il territorio nazionale che vogliono accedere alle provvidenze previste dalle leggi dello Stato devono essere obbligatoriamente iscritti in tale registro, pena la mancanza di accesso ai benefici stessi. Naturalmente le comunicazioni che devono essere trasmesse all'"Authority" sono di carattere soggettivo ed oggettivo e tra le comunicazioni di carattere soggettivo figura l'assetto proprietario delle imprese editrici, i dati anagrafici generali di coloro che compongono l'assetto proprietario, gli organi amministrativi e la rappresentanza legale e le attività svolte in maniera rilevante o parziale. Questo articolo ci sembra molto importante o, meglio, ci pare importante l'iscrizione in tale registro e ci pare altrettanto rilevante che questa norma, che ha valenza a livello nazionale, venga "replicata" nelle leggi regionali: ecco perché tale emendamento ne ripropone un recepimento nel nostro disegno di legge, quindi coloro che intendono avvalersi dei contributi previsti da questa legge devono essere iscritti in tale registro. Secondo noi, ciò è importante, è un principio anche questo di carattere nazionale: sarebbe opportuno che chi pretende qualcosa si presenti e dica chi è, chi vuole percepire i contributi regionali in materia di informazione e di editoria deve presentarsi con le "carte in regola", essere regolarmente iscritto, presentare quel requisito di trasparenza che viene richiesto a livello nazionale per tutte le imprese editrici - siano esse di carta stampata, radiotelevisive o telematiche, o addirittura agenzie pubblicitarie, perché la legge parla anche di agenzie pubblicitarie - che vogliono beneficiare di contributi o erogazioni finanziarie da parte della Regione. È un principio importante che ribadiamo con questo emendamento, che ha sostituito quello che abbiamo ritirato poc'anzi.

Président - Pas d'autres collègues qui veulent intervenir?

Tibaldi (CdL) - ... posso intervenire? Vorrei fare un'osservazione: questo emendamento è nella sostanza simile a quello che è stato presentato dalla maggioranza, nella forma è differente in una parte... l'emendamento al secondo comma dell'articolo 12 presentato dalla maggioranza prima che cominciassero i lavori prevede che le imprese editoriali siano tenute a comunicare "l'iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori della comunicazione...", allora la sostanziale analogia è che si chiama in causa il registro degli operatori della comunicazione. Voi qui chiedete che le imprese valdostane che vogliono accedere ai benefici siano tenute a comunicare, noi domandiamo che siano iscritte, questa è la prima differenza sostanziale. In secondo luogo voi, parlando di registro, fate riferimento a una deliberazione dell'"Authority" delle comunicazioni, citandola, ed è quella che ci avete allegato. Qui il "difetto" è evidente, perché il registro non è stato istituito con una deliberazione dell'Autorità delle comunicazioni ma, come dicevo prima, con la legge n. 249/1997: appunto la "legge Maccanico". Sarebbe opportuno che modificaste, perché vi è un errore materiale evidente e non si può far riferimento a una deliberazione che è applicativa di quella legge che regolamenta l'organizzazione di questo registro, registro che è stato istituito con una legge dello Stato del 1997. La differenza qui è di forma, ma la forma in molti casi è anche sostanza. Voi poi chiedete solo che sia fatta una comunicazione - alla struttura regionale competente? Non si dice a chi -, noi domandiamo invece che siano iscritte, ovvero che le imprese che accedono ai benefici siano a tutti gli effetti presenti in tale registro che giace presso l'"Authority" delle comunicazioni. Chiedo ai presentatori di questo emendamento un attimo di approfondimento sulle questioni testè sottoposte alla vostra attenzione.

Président - D'autres collègues qui veulent intervenir? Je soumets au vote l'amendement n° 18 du groupe "La Casa delle Libertà":

Conseillers présents: 32

Votants: 27

Pour: 6

Contre: 21

Abstentions: 5 (Comé, La Torre, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin, sur l'amendement qu'il vient de présenter.

Perrin (UV) - Seulement pour réaffirmer que cet amendement va définir de façon plus précise l'exigence de transparence qui avait déjà été exprimée par les prescriptions contenues à l'article 12, point c)... 2e alinéa... et, s'il y a une disposition de loi, M. Tibaldi, je crois qu'elle doit être retenue. Ici on fait référence de façon particulière aux modalités, étant donné que la délibération en question donne de façon très précise les modalités pour l'inscription au registre des opérateurs de la communication. C'est dans ce sens que l'amendement est bien formulé, allant à indiquer soit les sujets qui ont l'obligation de s'inscrire au registre, je cite: "i soggetti esercenti l'attività di radiodiffusione, le imprese concessionarie di pubblicità, le imprese di produzione e distribuzione di programmi radiotelevisivi, le imprese editrici di giornali quotidiani, periodici o riviste, le agenzie di stampa di carattere nazionale, i soggetti esercenti l'editoria elettronica e digitale, le imprese fornitrici di servizi di telecomunicazione e telematici...", soit les données qu'on doit indiquer: "... l'indicazione del capitale sociale, l'elenco dei soci e delle titolarità delle rispettive partecipazioni..." et ainsi de suite. Il y a donc toute une série de données que les titulaires doivent indiquer pour l'inscription dans le registre.

Président - La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Il nostro gruppo voterà a favore di tale emendamento, perché ci sembra contribuisca a rendere ancora più dettagliato il comma 2 aggiunto all'articolo 12 e che sia mirato a far emergere la composizione societaria. Sotto questo aspetto, quindi, condividiamo l'emendamento; ripetiamo però che non riteniamo tale soluzione esaustiva, sufficiente e adeguata rispetto all'altro problema da noi posto sui finanziatori delle testate editoriali: su quell'argomento manteniamo il nostro emendamento, perché si tratta di due aspetti diversi.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - L'emendamento proposto dalla maggioranza dà una soluzione parziale alle problematiche connesse alla trasparenza dell'editoria locale, perché le imprese sono tenute a comunicare il loro assetto societario, operativo e funzionale, mentre noi chiedevamo che fossero iscritte al registro degli operatori della comunicazione... e qui l'iscrizione è solo prevista in alcuni casi. Ci dispiace poi che su una questione di tecnica legislativa si sia sorvolati; forse anche la Presidenza del Consiglio avrebbe potuto dirci qualcosa in più, perché è vero che la deliberazione citata dal Presidente è applicativa della legge del 1997, però il registro è istituito con tale legge, quindi se la deliberazione un domani cambia o decade, noi abbiamo un "aggancio" normativo debole, mentre la "legge Maccanico" è uno dei capisaldi dell'evoluzione nel settore editoriale, radiotelevisivo... della carta stampata... e di concentrazione delle proprietà... che non può essere ignorata. Mi sembra strano quindi che una legge regionale prenda a riferimento un atto amministrativo di una "Authority" e ignori, anche se da un punto di vista formale - ed ecco qui il difetto di tecnica legislativa -, una legge dello Stato. Non so se il Presidente ha sufficientemente ponderato la questione... no, scuote il capo, evidentemente il problema è troppo complesso a quest'ora. A prescindere da tali valutazioni, non sappiamo se considerare un passo avanti l'emendamento proposto dal Presidente Perrin, ma in ogni caso permetterà una minima visuale più ampia sulle varie proprietà più o meno palesi presenti nelle testate che verranno a chiedere i soldi a "mamma Regione" per la loro attività.

Président - Je soumets au vote l'amendement présenté par le Président Perrin:

Conseillers présents et votants: 31

Pour: 31

Le Conseil approuve à l'unanimité.

Président - La parole au Conseiller Riccarand sur l'amendement du groupe "Arcobaleno".

Riccarand (Arc-VA) - Proponiamo di aggiungere in fondo al comma che abbiamo adesso emendato - il comma 2 dell'articolo 12 - una riga e mezza che però è molto importante. La parte di cui abbiamo discusso finora riguarda la composizione societaria - la quale è molto rilevante a livello nazionale nella dimensione di grandi aziende, ma nella nostra piccola dimensione è meno significativa, perché si tratta di piccole imprese -, quello che è importante sono i finanziatori, quindi chiediamo di aggiungere:"le imprese devono altresì comunicare i dati anagrafici dei finanziatori o dei garanti finanziari della loro attività editoriale". Tale dichiarazione consente di avere un'effettiva trasparenza rispetto alle testate giornalistiche e di sapere chi vi è effettivamente dietro, chi finanzia un settimanale o un quotidiano... questo, a nostro avviso, è un elemento fondamentale di trasparenza e le motivazioni le ha già illustrate bene prima nell'intervento il Consigliere Curtaz.

Qui noi rivolgiamo un appello ai consiglieri regionali e a tutti i gruppi perché, secondo noi, non è in gioco una questione di maggioranza o di minoranza, un problema di equilibri politici, ma un principio di trasparenza. Su questo emendamento quindi chiediamo, d'accordo anche con i Consiglieri della "Casa delle Libertà", il voto segreto e domandiamo a tutti i gruppi di garantire la possibilità a tutti i consiglieri di esprimersi in totale libertà nel voto segreto, ossia di non fare uso dell'astensione, perché l'astensione - che, fra l'altro, non è stata utilizzata nelle votazioni precedenti dalla maggioranza - in questo caso, su una richiesta di voto segreto, esprimerebbe solo una volontà di "aggirare" tale tipo di votazione. Se voto segreto ci deve essere, che ogni Consigliere abbia la possibilità di esprimersi liberamente, poi ci sarà chi si esprimerà a favore e chi contro, questa è una scelta libera di ogni Consigliere. Siccome sappiamo di avere un sistema che non garantisce la segretezza, siccome è in discussione una modifica di tale sistema... oggi, se si dichiara l'astensione, non è garantita la segretezza... chiediamo che vi sia un voto libero su questo punto che - ripeto - non investe questioni di maggioranza, questioni di equilibri politici, ma solo una questione di trasparenza rispetto ai finanziatori. Domandiamo che ogni consigliere possa, nel segreto dell'urna, liberamente esprimersi al di là di equilibri politici, di giochi di correnti... chiediamo che si possa procedere con una votazione segreta su una questione che è una questione anche di libertà.

Président - La parole au Conseiller Borre.

Borre (UV) - Ritengo che noi consiglieri siamo liberi di votare come crediamo senza che sia qualche forza di minoranza ad indicarci come dobbiamo votare, se finora abbiamo votato contrari, è per facilitare la lettura...

(ilarità dell'Assemblea)

... ma è questo, ci siamo sempre astenuti, cara Consigliera... oggi volevamo accelerare le pratiche e abbiamo votato contro, ma non per mancanza di rispetto alle vostre richieste di emendamento, alcune sono state addirittura condivise anche da noi. Allora questa lezione di libertà non l'accettiamo perché ci sentiamo liberi di votare come crediamo!

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Il mio intervento affronterà solo marginalmente l'oggetto dell'emendamento, ma esprime un forte disagio, perché diversi emendamenti tecnici, o che perlomeno pensavamo fossero emendamenti tecnici, sono stati respinti dai partiti di maggioranza per delle decisioni politiche; atteggiamenti politici che si sono evidenziati non solo per le parole di replica del Presidente Perrin, ma anche per il voto politico netto di contrarietà. L'emendamento che hanno presentato i colleghi del gruppo "Arcobaleno" all'articolo 12 è un emendamento che implica delle scelte di sensibilità non dico personale, ma comunque delle scelte di sensibilità. Penso che l'intervento effettuato dal Capogruppo dell'"Union Valdôtaine", Borre, sia di una gravità inaudita, perché non è mai accaduto che un capogruppo si alzasse senza dare un'indicazione di voto, ma dando un segnale con un linguaggio che tutto può essere fuorché politico! Il tuo non è stato un intervento politico, ma un intervento che mira a mantenere il controllo su un gruppo che non stai più controllando! Caro Consigliere Borre, tu probabilmente stai cercando con molta fatica di fare il Capogruppo di un gruppo che sta andando in mille direzioni ed è grave che in questa Assemblea vi sia il tentativo di condizionare la libera determinazione dei colleghi non ad un ragionamento politico, ma ad un messaggio che ad altre "latitudini" viene definito in maniera più pesante.

Siamo perciò veramente sorpresi da questo modo di gestire una legge importante come quella sull'editoria; come hanno annunciato i colleghi del gruppo "Arcobaleno", sosteniamo volentieri la richiesta di votazione segreta, perché riteniamo che sulla vicenda oggetto dell'emendamento vi sia più di una riflessione da fare, non solo su tale emendamento, ma su dei fatti accaduti recentemente e che forse hanno turbato il sonno di alcuni vostri amici, caro Consigliere Borre. Il fatto che tu non abbia voluto fare un ragionamento politico, ma dare un segnale perciò è doppiamente negativo; di conseguenza, pur accettando la votazione segreta, non abbiamo segreti per dire che accoglieremo questo emendamento in votazione segreta.

Président - Je soumets au vote, à travers procédure secrète, l'amendement présenté par le groupe "Arcobaleno":

Conseillers présents: 31

Votants: 10

Pour: 10

Abstentions: 21 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 12.

Frassy (CdL) - Mi diventa difficile illustrare il nostro dodicesimo emendamento dove si chiede di aggiungere all'articolo 12 un ulteriore comma a quelli scritti nel disegno di legge, comma che vado a leggere testualmente salvo poi illustrarlo brevemente. L'articolo 12 fa riferimento ai soggetti beneficiari, noi con il comma 3 aggiuntivo domandiamo che l'erogazione dei contributi sia preclusa alle aziende "i cui amministratori o direttori responsabili di testata siano stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione". Crediamo che questa sia una clausola etica, anche perché sapete bene che amministratori condannati per reati contro la pubblica amministrazione non hanno potuto varcare l'aula consiliare e, nonostante il risultato elettorale, hanno dovuto prendere atto di una norma di carattere etico e "ritornarsene a casa". In questo caso andiamo ad erogare dei finanziamenti che dovrebbero garantire la valorizzazione, la promozione e il sostegno di un'informazione libera, pluralistica e noi riteniamo che un'informazione di tale tipo non possa essere garantita da chi, per situazioni che siano state attestate da una condanna definitiva, sia incorso in reati contro quella pubblica amministrazione alla quale va a chiedere finanziamento.

Ci rendiamo conto che parlare di clausola etica a fronte delle intimidazioni che il Capogruppo Borre ha fatto al suo gruppo, ma alla maggioranza tutta e ad offesa dell'autonomia non tanto del Consiglio, che è un'astrazione, quanto a quel mandato non imperativo che dovrebbe essere un bene costituzionalmente tutelato di qualsiasi assemblea elettiva... ci rendiamo conto che forse è un po' "grossa" la considerazione di parlare ancora di etica della politica e di etica su una norma che eroga dei denari... e che eroga dei denari non per iniziative imprenditoriali fini a sé stesse, ma per delle iniziative imprenditoriali che sono finalizzate a contribuire alla diffusione di una certa verità: la verità dei fatti... la cosiddetta "libertà di stampa". Penso che in una Regione come questa una clausola di tale tipo sia forse ancora più necessaria di quanto non possa esserlo in astratto in altre latitudini. Su questa clausola etica chiediamo ai colleghi che hanno una sensibilità etica la votazione segreta.

Président - La requête est appuyée par le groupe "Arcobaleno", donc je soumets au vote, à travers procédure secrète, l'amendement n° 12 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 31

Votants: 10

Pour: 10

Abstentions: 21 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi sur l'amendement n° 19.

Tibaldi (CdL) - Questo emendamento era connesso all'emendamento n. 18, che non è stato accolto dal Consiglio, tuttavia ha una sua valenza autonoma anche se il n. 18 è decaduto, perché si collega all'emendamento proposto dalla maggioranza e che è stato invece accolto. L'emendamento proposto dalla maggioranza prevede che le imprese editoriali siano tenute a comunicare determinati dati inerenti il loro assetto proprietario, con tale emendamento aggiuntivo chiediamo che si specifichi cosa si intende per "comunicare". Noi con questo "passaggio normativo" specifichiamo che "le imprese editoriali che intendono accedere alle provvidenze di cui alla presente legge sono tenute a produrre alla struttura regionale competente copia dei dati e dei documenti periodicamente inoltrati all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni...". La comunicazione può anche esaurirsi in una mera dichiarazione, noi invece chiediamo che venga specificato cosa si intende per "comunicazione", quindi una produzione cartacea dei dati e dei documenti che periodicamente sono stati inoltrati all'"Authority". Questo obbligo non sussiste solo con una cadenza periodica normalmente annuale, dopo l'approvazione dei bilanci da parte delle imprese editoriali di volta in volta interessate, ma sussiste ogni qualvolta intervengano mutamenti nell'assetto proprietario delle imprese. Riteniamo che questo emendamento dia senso a quello presentato dalla maggioranza.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 19 du groupe "La Casa delle Libertà":

Conseillers présents: 28

Votants: 26

Pour: 6

Contre: 20

Abstentions: 2 (Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 12 dans le texte ainsi amendé:

Articolo 12

(Soggetti beneficiari)

1. Possono accedere ai contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10 le microimprese e le piccole imprese, come definite dalla normativa comunitaria vigente, che esercitano attività editoriali e radiotelevisive e che:

a) hanno sede operativa in Valle d'Aosta;

b) editano una testata giornalistica:

1) regolarmente registrata presso il tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di stampa e di editoria;

2) prevalentemente dedicata all'informazione sulla realtà sociale, economica e culturale valdostana;

3) diffusa prevalentemente nel territorio regionale;

4) di periodicità almeno mensile per le attività editoriali della carta stampata e di periodicità quotidiana per le radio, le televisioni, le agenzie di stampa e le testate giornalistiche telematiche;

5) presente sul mercato regionale da almeno dodici mesi antecedenti la data di presentazione della domanda di concessione dei contributi di cui all'articolo 13;

6) nel cui organico redazionale risulta personale giornalistico assunto con regolare contratto di categoria.

c) si impegnano a rispettare le norme vigenti in materia di trasparenza pubblicitaria.

2. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare l'iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori di comunicazione, di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 236/01/CONS del 30 maggio 2001, e successive modificazioni, nonché qualora siano costituite in forma societaria, l'elenco dei soci titolari con il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute, ovvero l'elenco dei soci delle società alle quali sono intestate le azioni o le quote della società che esercita l'impresa giornalistica o delle società che comunque la controllano direttamente o indirettamente, nonché il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute.

Conseillers présents: 30

Votants: 23

Pour: 20

Contre: 3

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 13:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 26

Contre: 3

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 14 il y a les amendements n° 13 et n° 14 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présentés lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 14, comma 4, dopo "Giunta regionale" inserire: "di concerto con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio".

Emendamento

Articolo 14, comma 6: abrogazione.

Je soumets au vote l'amendement n° 13:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 8

Contre: 21

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 14.

Frassy (CdL) - L'emendamento che proponiamo è abrogativo del comma 6. L'articolo 14 fa riferimento all'alienazione, al mutamento e alla sostituzione dei beni oggetto di finanziamento, il comma 6 pone una deroga al divieto contenuto in legge di andare a smobilizzare prima di un certo periodo i beni che sono stati oggetto di contribuzione e questa deroga è consentita in base a tale comma, di cui chiediamo l'abrogazione, se la sostituzione dei beni è effettuata con altri beni della stessa natura. Riteniamo che il comma 6 sia discutibile alla luce anche dell'esperienza passata della legge n. 41/1998, perché è evidente che il divieto di sostituzione dei beni derogato dalla previsione di tale comma consente quel giochino, che in passato si è realizzato, di far girare dei beni vetusti in sostituzione dei beni nuovi finanziati e di poter quindi veicolare su altri soggetti i beni acquistati con dei finanziamenti, che invece erano vincolati a determinate situazioni. È vero che questa sostituzione deve essere preventivamente autorizzata dal dirigente, ma la valutazione discrezionale della struttura competente sul concetto di equivalenza del bene sostituito ci sembra uno di quei concetti che si prestano a grossi equivoci. Se il fine di questo provvedimento, fra gli altri fini, era quello di evitare che si potessero riprodurre situazioni come quelle che abbiamo potuto constatare nella legge n. 41/1998, non vi è motivo... anche perché non mi sembra di ricordare a memoria quando è stata inserita una clausola come questa, che pone il vincolo al bene finanziato... che vi sia una clausola che consenta la sostituzione con un oggetto equivalente; anche perché oggettivamente tale tipo di clausola non ha nessuna ragione pratica, in quanto se quel bene è stato comprato perché era funzionale all'azienda - e questo è uno dei requisiti che viene posto a premessa dei finanziamenti -, non si capisce per quale motivo quel bene possa essere sostituito con un altro bene equivalente della stessa natura. Facciamo attenzione, colleghi, che il concetto di "stessa natura" è un concetto che si presta ad un'ampia interpretazione, ma anche a sostituire delle tecnologie nuove, dei computer nuovi con dei computer vecchi, perché il computer nuovo è della stessa natura del computer vecchio e di conseguenza rientrerebbe in questa previsione. Chiediamo per chiarezza, che non è frutto di una preoccupazione teorica, ma di un'esperienza recente che abbiamo riscontrato sempre durante i lavori della Commissione di inchiesta, che questo tipo di deroga non sia concessa, perché riteniamo che non abbia nessuna funzione rispetto alla norma di legge che ci apprestiamo a votare.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Seulement pour deux considérations. L'éventuelle substitution doit être avant tout autorisée par le directeur ayant l'avis aussi de la commission technique, donc il y a des passages qui garantissent quand même qu'on ne peut pas substituer n'importe comment, je crois que c'est là la clé de lecture de cette possibilité qui est donnée surtout pour adapter les structures d'un point de vue technologiques, étant donné qu'il y a là une évolution très évidente. La raison pour laquelle ce point a été inséré va dans cette direction, mais avec toutes les garanties de l'avis du directeur soutenu par l'avis de la commission technique.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Prendiamo atto della convinzione del Presidente, però non è la nostra convinzione perché, ripeto, il passato recente ci ha fatto capire che vi è più di un meccanismo elusivo per poter aggirare queste previsioni e vanificare il vincolo dei beni. Non capiamo che funzionalità possa avere la previsione del comma 6. Riteniamo però che tale comma, così come alcuni altri emendamenti che ritenevamo tecnici, rischino di essere respinti per valutazioni che, più che tecniche, ancora una volta sono politiche.

Avendo la convinzione che, chiedendo una votazione non segreta, la maggioranza si deresponsabilizzi attraverso il voto indistinto contrario, domandiamo su tale emendamento - da noi ritenuto importante ai fini dell'assunzione di una responsabilità su eventuali disfunzioni della commissione tecnica e di tutto l'impianto legislativo, e di una responsabilità anche relativamente al prestarsi a reiterare nel futuro situazioni del passato - un'assunzione di responsabilità ai colleghi che si apprestano a votare; perciò chiediamo, con l'avallo dei consiglieri che condividono la nostra sensibilità, il voto per appello nominale.

Président - Est-ce qu'il y a d'autres groupes qui soutiennent cette requête? ... oui.

Je soumets au vote, à travers la procédure par appel nominal, l'amendement n° 14:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 9

Contre: 20

Abstentions: 2 (La Torre, Salzone)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 14:

Conseillers présents: 31

Votants: 24

Pour: 22

Contre: 2

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, La Torre, Riccarand, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 15 il y a l'amendement n° 15 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 15, comma 2

Aggiungere: "l'eventuale rifiuto all'accesso opposto dal beneficiario determina la sua decadenza dal diritto al contributo con conseguente revoca totale ex art. 16 comma 3".

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Questa è una legge che, man mano arriviamo alla sua conclusione, risulta sempre più essere strana, incompleta rispetto agli intendimenti che, perlomeno a parole, anche voi colleghi di maggioranza avevate espresso in commissione. L'articolo 15 è dedicato ai controlli, ma essi, al di là di quello che si può scrivere sulla carta, devono essere efficaci, devono produrre un risultato che sia quello di poter garantire la verifica del rispetto di determinate procedure; pertanto dei controlli che non abbiano una loro efficacia sono controlli fini a sé stessi. Il comma 2 dell'articolo 15 prevede: "per consentire lo svolgimento delle attività di controllo di cui al comma 1, i soggetti incaricati..." - e di conseguenza i funzionari dell'amministrazione - "... hanno libero accesso alla sede e agli impianti delle imprese interessate, nonché ad ogni documentazione necessaria".

Ebbene non possiamo non considerare che questi non sono funzionari che hanno possibilità di accedere, come potrebbe accadere per organi di polizia giudiziaria, che possono accedere attraverso procedure predeterminate alle sedi e i domicili aziendali; di conseguenza, a fronte di un rifiuto all'accesso, scopriamo che tale controllo è vanificato, perché manca una previsione nell'articolato di questa norma che dica: "non mi fai accedere per controllare, ne traggo la conseguenza che il controllo è negativo, perciò tu decadi dai contributi". L'emendamento che noi abbiamo presentato integra il comma 2 dell'articolo 15, dandogli concretezza: si prevede il controllo ma, nell'ipotesi in cui esso non sia possibile, automaticamente decade il diritto al contributo; di conseguenza, il contributo viene revocato ai sensi del comma 3 dell'articolo 16. È un emendamento - sottolineo nuovamente - tecnico, funzionale a far sì che la legge possa conseguire gli obiettivi di controllo che sono stati scritti nella norma; perciò è un emendamento che dà completamento alla previsione del comma 2, che altrimenti rischia di rimanere una previsione vuota. Sul presupposto che i colleghi siano consapevoli che i controlli servono se hanno delle conseguenze, penso che su tale emendamento vi sia poco altro da aggiungere, se non l'auspicio che possa essere accolto per dare effettiva efficacia all'ipotesi qui prevista del controllo.

Président - Afin qu'il soit correct le procès verbal, je précise que la votation par appel nominal précédente - se référant à l'amendement n° 14 présenté par les Conseillers Frassy et Tibaldi et qui n'a pas été approuvé - a été effectivement la suivante:

Conseillers présents: 32

Votants: 30

Pour: 9

Contre: 21

Abstentions: 2 (La Torre, Salzone)

La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote.

Frassy (CdL) - Avevamo posto una questione che non ci sembrava né strumentale, né politica: era una questione tecnica. Ribadiamo la nostra sensazione: man mano che si procede nella votazione stiamo acquisendo la convinzione che vi sia il disegno politico di rendere la legge sull'editoria una legge "spuntata" e una legge a gestione politica. Di conseguenza, riteniamo grave non solo il modo in cui si sta procedendo, ma anche il silenzio, perché non abbiamo la pretesa di avere nessuna "verità in tasca", ma su alcune questioni tecniche o voi ci date delle risposte tecniche, altrimenti siamo legittimati a credere che avete messo in piedi in maniera abile, ma non troppo, un meccanismo che crea un gran "fumo", ma alla fine non porta assolutamente a nulla. Siamo convinti allora che vi sia un disegno politico, del quale vi chiediamo nuovamente di assumervi la responsabilità, perché è evidente che il silenzio su questo emendamento è il disegno politico di far sì che i controlli siano solo sulla carta e non abbiano conseguenza alcuna; pertanto domandiamo di nuovo che vi sia la votazione per appello nominale e chiediamo ai gruppi che la vogliono sostenere di darci il loro apporto.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Je crois que l'article 16 pose toutes les conditions pour la révocation des interventions, donc ce n'est pas qu'on veuille se soustraire, absolument: la volonté politique est celle du contrôle et celle de mettre en acte, à travers l'article 16, toutes les dispositions qui prévoient les modalités de contrôle. Cela pour tranquilliser M. Frassy face à une juste préoccupation que nous partageons, mais nous estimons que dans l'article 16 il y a tous les passages nécessaires pour ce faire.

Président - Est-ce qu'il y a d'autres groupes qui soutiennent cette requête? Non? Pas d'appel nominal.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 15 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 33

Votants: 28

Pour: 6

Contre: 22

Abstentions: 5 (Comé, La Torre, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 15:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 27

Contre: 3

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 16:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 27

Contre: 3

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 17 il y a l'amendement des Chefs de groupe Sandri, Salzone, Viérin Marco, Riccarand et Borre, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 17

I primi due commi sono sostituiti dai seguenti:

"1. Al fine di sostenere la pubblicazione degli organi di informazione regionali associativi, politici e sindacali, sono concessi, nei limiti della disponibilità di bilancio, contributi nella misura del 50 percento delle spese documentate, inerenti all'acquisto della carta, alla stampa, alla distribuzione del periodico e ai servizi di impaginazione, e, comunque, per un importo non superiore a euro 30.000 annui per ogni organo di informazione.

2. Gli organi di informazione di cui al comma 1 devono:

a) essere pubblicati e distribuiti con cadenza almeno bimensile, per almeno venti numeri all'anno, e con una tiratura minima di tremila copie per numero, se organi di informazione di associazioni o enti senza finalità di lucro, o di organizzazioni sindacali;

b) essere pubblicati e distribuiti con cadenza almeno mensile, per almeno dodici numeri all'anno, e con una tiratura minima di tremila copie per numero, se organi di partiti o movimenti politici."

La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Vorremmo chiedere alcune spiegazioni su questo emendamento.

Président - La parole au Conseiller Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Credevo che il testo fosse chiaro nella lingua italiana. In pratica si amplia il sostegno alle pubblicazioni di carattere sociale non a scopo di lucro, perché tutte le categorie previste sono associazioni, in base alla normativa nazionale, non a scopo di lucro. Tale provvedimento consente non solo di dare questo contributo, nel limite di 30.000 euro annui per ogni organo di informazione, non solo come è successo fino ad oggi con la vecchia legge con i quindicinali... ma anche prevedendo, nel caso di partiti e movimenti politici, per il risvolto informativo che si ritiene opportuno valorizzare, la cadenza mensile, quindi 12 numeri all'anno.

Président - Je soumets au vote l'amendement:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 29

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 17 dans le texte ainsi amendé:

Articolo 17

(Sostegno all'informazione dell'attività associativa, politica e sindacale)

1. Al fine di sostenere la pubblicazione degli organi di informazione regionali associativi, politici e sindacali, sono concessi, nei limiti della disponibilità di bilancio, contributi nella misura del 50 percento delle spese documentate, inerenti all'acquisto della carta, alla stampa, alla distribuzione del periodico e ai servizi di impaginazione, e, comunque, per un importo non superiore a euro 30.000 annui per ogni organo di informazione.

2. Gli organi di informazione di cui al comma 1 devono:

a) essere pubblicati e distribuiti con cadenza almeno bimensile, per almeno venti numeri all'anno, e con una tiratura minima di tremila copie per numero, se organi di informazione di associazioni o enti senza finalità di lucro, o di organizzazioni sindacali;

b) essere pubblicati e distribuiti con cadenza almeno mensile, per almeno dodici numeri all'anno, e con una tiratura minima di tremila copie per numero, se organi di partiti o movimenti politici.

3. Per ottenere i contributi, i beneficiari di cui al comma 1 presentano trimestralmente le domande, formulate su appositi moduli predisposti dalla struttura competente e approvati con provvedimento del dirigente della stessa struttura. I contributi sono concessi con deliberazione della Giunta regionale, previa istruttoria tecnica effettuata dalla struttura competente.

Conseillers présents: 31

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 18 il y a l'amendement n° 16 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 18

Sostituire "promuove" con "sostiene, anche finanziariamente,".

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Questo emendamento si ricollega al primo emendamento che avevamo presentato all'articolo 5, dove si diceva che la promozione e il coordinamento avrebbero dovuto essere limitati alla comunicazione istituzionale. Il Presidente ci aveva risposto, nel rigettare la proposta di emendamento, che era pleonastico, in quanto era scontato che quel tipo di regolamentazione prevista dalla lettera b), comma 1, dell'articolo 5 fosse riferita alla comunicazione istituzionale.

All'articolo 18, dal titolo: formazione e aggiornamento professionale, si dice che "la Regione, nell'ambito dei programmi regionali di formazione professionale, promuove la realizzazione di specifici corsi per gli operatori del settore...". Questo concetto della promozione ovviamente implica anche un sostegno finanziario, ma anche un'attivazione dei corsi stessi. Non mi sembra di ricordare altre categorie professionali che, come i giornalisti professionisti, siano sotto l'egida e la tutela formativa dell'Amministrazione regionale. Capisco che il sogno di ogni Presidente di regione, e il sogno dell'Assessore Caveri magari, che è lui stesso giornalista, è quello di avere tanti giornalisti formati a loro immagine e somiglianza e che possano diffondere il "verbo" e la verità dell'Esecutivo, però è fuori di paradosso il concetto "promuove la realizzazione di specifici corsi": lascia intendere che questo "input" stia in capo all'Amministrazione regionale; auspichiamo che non sia così. Come accade per altre situazioni professionali, ci può essere il sostegno anche finanziario, ma è auspicabile che siano le categorie interessate ad attivarsi per gestire i propri programmi formativi; di conseguenza, questo emendamento tende a recuperare alla categoria dei giornalisti quella dignità professionale, che spesso li porta ad essere indicati come "quarto potere" e a dismettere la livrea di "primo maggiordomo di Palazzo".

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Qui vi sono due locuzioni: "... per gli operatori del settore, anche in collaborazione con altri enti, pubblici e privati, nonché di iniziative di aggiornamento professionale da effettuarsi d'intesa con l'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta". Questo per dire che la promozione può avvenire, però d'intesa e secondo dei programmi regionali, che potranno trovare copertura finanziaria - giustamente sono ricordati anche corsi organizzati con i fondi sociali europei e quant'altro -, quindi vi sono tutti gli elementi affinché questa formazione professionale venga concordata e fatta in collaborazione.

Président - La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote.

Frassy (CdL) - Prendo atto di quello che lei ha detto, ma conferma il testo legislativo perché "promuove la realizzazione di specifici corsi... anche in collaborazione"; di conseguenza, non necessariamente, ma "anche in collaborazione" e il "nonché" ovviamente è la congiunzione "e anche", perciò tutto quello che viene dopo si aggiunge a quello che viene prima e quello che viene prima, come ha avuto modo di evidenziare, possono essere anche progetti regionali.

Dico solo una cosa: a memoria gli ultimi corsi di formazione giornalistica venivano fatti durante il Fascismo, quando era richiesta anche un'adesione ideologica al Partito fascista per poter svolgere la professione giornalistica e la stessa cosa era chiesta anche agli insegnanti. Ora, mi rendo conto che qui partiamo dai giornalisti e mi auguro che ci si fermi a loro, anche perché sono quelli più funzionali al mantenimento di una certa comunicazione; però, Presidente, lei converrà con me che non vi è un precedente a livello nazionale, ma oserei dire anche a livello di democrazie occidentali, di un'istituzione pubblica che si occupi di fare della formazione professionale e in particolar modo della formazione professionale di una categoria che è in un ruolo delicato rispetto al potere politico.

Prendiamo atto che, fra le tante cose che andrà a fare, questa amministrazione metterà in piedi dei corsi di formazione dove chiamerà i giornalisti, dove gli spiegherà come bisogna presentarsi a una conferenza stampa indetta dalla Giunta, come rimediare alle "gaffe" che certe volte l'Esecutivo e la maggioranza fanno in aula, perché verrà spiegato che vi è un codice di comportamento forse non professionale, né etico... ma sarà un codice di comportamento "finalizzato" ai punteggi della formazione, per cui bisognerà avere grande comprensione nei confronti degli "incidenti di percorso" delle maggioranze... noi prendiamo atto, però è lontano anni luce dalla nostra concezione di giornalismo libero questo tipo...

(interruzione dell'Assessore Caveri, fuori microfono)

... Assessore Caveri, basta prenotarsi e poi può parlare di Mentana e di quant'altro, ma non vi è bisogno di andare lontano da qui, dove peraltro Mentana mi risulta sia stato promosso. È sufficiente andare molto più vicino, in quella "culla" in cui lei è nato, che si chiama "RAI Valle d'Aosta", per capire come si fa il giornalista professionista in Valle d'Aosta. Se andiamo a vedere come sono entrate in "RAI" tutta una serie di figure professionali, capiamo che forse questa promozione si riferisce anche a determinate "entrature", una volta si chiamavano raccomandazioni. Ad ogni buon conto, è un concetto lontano non solo dalla nostra concezione, collega Caveri, ma collega a questo punto... perché tu sei professionista, io sono più modestamente pubblicista... tu sai benissimo che nel nostro codice deontologico vi è un concetto di libertà nel fare l'informazione che molte volte in questa Regione viene mortificato. Tale legge - e questo passaggio lo dimostra - non va in quella direzione di valorizzazione e di promozione del sistema della comunicazione, ma crea un sistema che è il sistema della libera comunicazione... non è il nostro sistema.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 16 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 31

Votants: 27

Pour: 6

Contre: 21

Abstentions: 4 (La Torre, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 18:

Conseillers présents: 31

Votants: 26

Pour: 23

Contre: 3

Abstentions: 5 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 19 il y a un amendement du Président Perrin présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi); j'en donne lecture:

Emendamento

All'alinea del comma 4 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 36 dopo le parole "le occorrenti variazioni di bilancio" sono aggiunte le seguenti parole "al fine dell'utilizzo delle risorse disponibili sul capitolo 21430 del bilancio di previsione della Regione per l'anno 2004 e di quello pluriennale per il triennio 2004-2006".

Je précise que l'amendement du Président Perrin que je viens de lire est considéré comme remplacé par l'amendement présenté aujourd'hui par l'Assesseur Marguerettaz; j'en donne lecture:

Emendamento

L'articolo 19 è sostituito dal seguente:

"Articolo 19

(Disposizioni transitorie)

1. In sede di prima applicazione, la Giunta regionale, entro un mese dall'entrata in vigore della presente legge, adotta con propria deliberazione il programma di cui all'articolo 11, valevole per l'anno 2005.

2. Le domande per l'ottenimento dei contributi di cui agli articoli 8, 9 e 10, per l'anno 2005, sono presentate alla struttura competente entro trenta giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della deliberazione di cui al comma 1. L'istruttoria, condotta con le modalità di cui all'articolo 13, è conclusa nei trenta giorni successivi alla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle domande.

3. Le domande di agevolazione in materia di valorizzazione e sviluppo dell'informazione locale per le quali non siano ancora stati adottati i relativi provvedimenti di concessione o di diniego dell'agevolazione conservano, fatte salve le necessarie integrazioni, validità ed efficacia e, sussistendone i presupposti, possono essere ammesse a fruire dei benefici previsti dalla presente legge al fine dell'utilizzo delle risorse disponibili sul capitolo 21430 del bilancio di previsione della Regione per l'anno 2005, del bilancio pluriennale per il triennio 2004/2006 e per l'anno 2005 del bilancio pluriennale per il triennio 2005/2007.

4. Per l'applicazione del presente articolo, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.".

Il y a aussi l'amendement n° 17 des Conseillers Frassy et Tibaldi, présenté lors de la séance du Conseil du 3 décembre 2004 (après-midi), et l'amendement n° 20 du groupe "La Casa delle Libertà", presenté aujourd'hui; j'en donne lecture:

Emendamento

Articolo 19, comma 1

Aggiungere dopo "Giunta regionale": "di concerto con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio".

Emendamento

Articolo 19, aggiungere il seguente comma:

"5. La legge regionale 26 maggio 1998, n. 41 è abrogata dal 1/1/2005.".

La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Gli emendamenti presentati, che sostituiscono gli articoli 19 e 20, sono relativi a disposizioni finanziarie che si sono rese necessarie, in quanto il disegno di legge nella sua formulazione originaria prevedeva un'entrata in vigore antecedente all'approvazione del bilancio 2005 e del triennale 2005-2007. Questi emendamenti tengono conto sia del bilancio vigente, cioè il triennale 2004-2006, sia del bilancio che abbiamo approvato nell'ultima seduta: 2005-2007.

Président - Je soumets au vote l'amendement présenté par l'Assesseur Marguerettaz:

Conseillers présents: 31

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 17 des Conseillers Frassy et Tibaldi:

Conseillers présents: 32

Votants: 25

Pour: 3

Contre: 22

Abstentions: 7 (Curtaz, La Torre, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 20.

Frassy (CdL) - Dopo aver discusso ed esaminato questo provvedimento ci rendiamo conto arrivando in fondo che esso affianca la legge n. 41/1998, nel senso che quella legge non risulta essere stata abrogata. Riteniamo che l'argomento vada affrontato per chiarezza rispetto al rischio di mantenere due procedure istruttorie aperte, anche perché, come dicevo, vi è il precedente della legge sulle locazioni degli immobili produttivi che, innovando la materia, prevedeva dal 1° gennaio 2005 l'abrogazione della normativa in corso. Ci domandiamo allora quali siano le ragioni che non hanno portato a seguire il medesimo percorso in questa materia e ci chiediamo anche qui se sia una svista di tipo tecnico, o se sottenda delle valutazioni di altra natura. Confidiamo in una risposta.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Je veux assurer le Conseiller Frassy qu'on n'a pas oublié et je veux aussi m'engager à ce que l'abolition de la loi sera un acte à faire, lorsqu'on a conclu les dernières procédures de 2003, qui sont en liquidation, et la loi a une disponibilité financière qui permet ces liquidations, donc l'abrogation de la loi sera faite dès qu'on n'aura plus ces engagements.

Président - La parole au Conseiller Frassy sur l'amendement n° 20.

Frassy (CdL) - Da un punto di vista procedurale di tecnica legislativa, esprimiamo alcune perplessità, perché bisognerà intanto mettere in piedi magari una legge di un solo articolo per andare ad abrogarne un'altra. Sull'"omnibus" mi sembrava vi fossero degli impegni diversi, poi...

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

... ah, l'"omnibus", è come l'autobus, ne passa uno ogni tanto... perciò vi è l'autobus fuori dal palazzo e l'"omnibus" dentro, è sempre un bus, l'importante è prenderlo al momento che serve!

Rileviamo che, pur mantenendo fermo il ragionamento che condividiamo dei capitoli di bilancio degli impegni, nulla vietava dal 1° gennaio 2005 di chiudere la vigenza di quella legge, anche perché i finanziamenti immagino che siano sui bilanci 2004 e 2003, perché se andavamo a chiudere dal 1° gennaio 2005 voleva dire che non vi erano più istruttorie, non vi era più la possibilità di andare ad attivare quel meccanismo... così come è posto, sicuramente non è il massimo della chiarezza, di conseguenza manteniamo l'emendamento.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 20 du groupe "La Casa delle Libertà":

Conseillers présents: 32

Votants: 25

Pour: 3

Contre: 22

Abstentions: 7 (Comé, Curtaz, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote l'article 19 dans le texte amendé:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 26

Contre: 3

Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 20 il y a le deuxième amendement que l'Assesseur Marguerettaz a présenté aujourd'hui; j'en donne lecture:

Emendamento

L'articolo 20 è così sostituito:

"Articolo 20

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione degli articoli 8, 9, 10 e 17 è determinato complessivamente in annui euro 500.000 a decorrere dall'anno 2004.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura, ai sensi dell'articolo 14, comma 3, della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione autonoma Valle d'Aosta), nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione, sia per l'anno finanziario 2004 e di quello pluriennale per il triennio 2004/2006 sia per l'anno finanziario 2005 e di quello pluriennale per il triennio 2005/2007, nell'obiettivo programmatico 2.1.6.03. (Partecipazione ad altre iniziative).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede:

a) con riferimento agli anni 2004, 2005 e 2006 dei bilanci per l'anno finanziario 2004 e per il triennio 2004/2006, mediante l'utilizzo, per pari importo, dello stanziamento iscritto nell'obiettivo programmatico 3.2. (Altri oneri non ripartibili) al capitolo 69320 (Quota capitale per ammortamento di mutui e prestiti da contrarre);

b) con riferimento agli anni 2005, 2006 e 2007 dei bilanci per l'anno finanziario 2005 e per il triennio 2005/2007, mediante l'utilizzo, per pari importo, dello stanziamento iscritto nell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti), a valere sugli accantonamenti previsti al punto A.2 (Informazione regionale) dell'allegato 1 ai bilanci stessi.

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.".

S'il n'y a pas d'interventions, je fais une votation unique étant donné que l'amendement va substituer l'article 20:

Conseillers présents: 32

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi sur l'article n° 21.

Lattanzi (CdL) - Su questo articolo vorrei fare un piccolo commento sull'urgenza non del dispositivo che stiamo esaminando, ma del professionista dell'ente pubblico "RAI", che ha avuto alle ore 18,00 la bella idea di abbandonare tale audizione, evidentemente impegnato in altre cose più importanti; lo dico in riconoscenza anche di quei professionisti che sono rimasti. Lei oggi mi permetterà, Presidente, siccome nel corso del Consiglio precedente avevamo già stigmatizzato la qualità del lavoro della redazione "RAI 3" riferito a questa istituzione, di stigmatizzare l'urgenza con la quale il professionista alle ore 18,00, come qualunque impiegato statale, si rivolge alla sua famiglia, giustamente... invece che a tale istituzione, che credo meriti qualcosa di più. La invito pertanto a convocare al più presto una Conferenza dei Capigruppo per avere un incontro con i responsabili della redazione di "RAI 3", perché tale atteggiamento non può continuare né per la qualità della comunicazione espressa ai Valdostani sui lavori di quest'aula, né per la quantità del tempo dedicato a questa istituzione. Se l'inviato di "RAI 3" lavora e alle ore 18,00 timbra e va a casa, quando vi è un'aula che sta riunita magari fino a mezzanotte... qui i Valdostani non sono tenuti a sapere qualunque fatto politico, se non fosse per la professionalità invece dei professionisti - non voglio sottolinearlo: dell'editoria privata - che rimarranno fino a notte inoltrata...

Président - La parole au Conseiller Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Invito il Presidente a continuare nell'approvazione di questa legge importante e di non tener conto del fatto che "La Casa delle Libertà" non sa che, per informare sull'attività del Consiglio, i giornalisti della "RAI" sono obbligati ad andare in "RAI" per montare il pezzo che poi sarà trasmesso nei prossimi minuti. Credo che lezioni di professionalità dal gruppo "La Casa delle Libertà" e dal modo che ha Emilio Fede di esprimere quello che succede in Parlamento... penso che potevano evitarsele, quindi buon lavoro a tutti, terminiamo nel miglior modo possibile l'esame di questa legge.

Président - Je soumets au vote l'article 21:

Conseillers présents: 32

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote sur le projet de loi dans son ensemble.

Frassy (CdL) - Penso che la dichiarazione di voto da parte del nostro gruppo possa essere scontata, perché il giudizio negativo che abbiamo espresso in discussione generale su questa legge permane e, oltre a permanere, rimane "aggravato" da tutte quelle situazioni che abbiamo avuto modo di discutere in discussione generale, ma soprattutto in corso di votazione dei singoli articoli e dei vari emendamenti che sono stati presentati a questa legge.

L'auspicio che avevamo fatto era di arrivare a un testo che innovasse rispetto alla legge n. 41/1998, eliminando quelle carenze, quelle omissioni che avevano caratterizzato la difficile gestione di tale legge del 1998 e dobbiamo dire, alla luce del dibattito, che questo provvedimento è la fotocopia, in alcuni casi in peggio, della legge n. 41/1998. È una legge che dovrebbe promuovere la comunicazione; la sensazione che traiamo alla fin fine è che questo provvedimento, più che promuovere e valorizzare, cerchi di tenere ad un "guinzaglio" stretto e molto serrato la comunicazione di questa Regione. Questo lo diciamo a ragion veduta perché alcuni dei nostri emendamenti, che erano privi di qualsiasi connotazione politica, sono stati da voi respinti con una considerazione politica. La considerazione politica che avete posto sulle questioni tecniche denota una volontà politica di non far funzionare tale provvedimento perché, quando si costituiscono delle commissioni tecniche che prescindono da capacità tecniche necessarie - perché lo avete scritto voi nel prosieguo della legge stessa -, quando si mettono in piedi dei meccanismi di controllo che sono dei meccanismi "spuntati" perché non possono controllare, in quanto sono dei controlli inefficaci, abbiamo il legittimo sospetto che questa alla fine sia, come tante altre, una legge di erogazione di contributi, ma non sia una legge che voglia valorizzare la stampa che voglia fare dell'informazione.

Abbiamo la ferma convinzione, colleghi di maggioranza, che abbiate ritoccato quello strumento che era la legge n. 41/1998, la quale ha consentito in questa Regione di far crescere, più che l'informazione... in termini correnti si intende quella informazione di professionisti che dell'informazione fa un mestiere... abbiamo il convincimento che tale legge abbia la finalità di far crescere a fianco all'informazione quella "corte dei miracoli" che edita "una tantum", ma sempre puntualmente alla vigilia di ogni elezione, i numeri che normalmente sono semestrali e stranamente diventano settimanali, perché questi giornali patinati, alcuni all'ombra, altri al sole e altri ancora con i nomi più fantasiosi, sono quei giornali che beneficiano in maniera più esclusiva di contributi necessari alla loro stessa esistenza, sono quei giornali che pubblicano quelle interviste costruite sul niente, perché spesso sono personaggi che vengono costruiti "ad hoc" per quel tipo di pubblicazione, ma sono anche quei personaggi che consentono a quelle pubblicazioni di esistere, perché gli consentono di percepire i finanziamenti. Questa è la "corte dei miracoli" che tale legge consentirà di perpetuare. Secondo il nostro punto di vista, la "corte dei miracoli" è un concetto differente e distante dall'informazione professionale, libera, puntuale, investigativa che in Valle purtroppo stenta ad esistere, e sicuramente non sarà con questo provvedimento che si riuscirà a promuovere.

Penso che la cosiddetta "ciliegina sulla torta" sia emersa dalla considerazione che ha fatto il Presidente Perrin sul concetto di formazione giornalistica, sul quale non mi soffermo ulteriormente anche perché ne abbiamo parlato poco fa, prendiamo atto che la maggioranza con tale legge è riuscita ad accontentare le esigenze di comunicazione che le tante anime, i tanti gruppi, le tante "lobby" che compongono questa maggioranza pretendevano. La Giunta ha dato risposte a tali istanze, non ha dato risposte a quella voglia di informazione che la comunità valdostana ancora oggi cerca e la dimostrazione sta nel fatto che, ogni qualvolta si affaccia sul mercato dell'editoria valdostana una qualche testata che ha il "sapore della verità", per i primi numeri, fin quando non si capisce che magari dietro vi è un disegno politico di una certa natura, queste testate colgono l'opportunità di quella richiesta di informazione che di norma non riusciamo a percepire in Regione.

Il nostro giudizio, di conseguenza, è negativo e rispetto a quello che ho detto... lo voglio riassumere perché su tale punto, colleghi di maggioranza, saremo veramente "draconiani", perché se questa è una valutazione politica che vi può lasciare indifferenti... e lo capiamo, perché il vostro disegno politico in tale fase è diverso dal nostro, dunque la "corte dei miracoli" fa parte del vostro "armamentario politico" di raccogliere anche il consenso e, probabilmente, è una di quelle "armi" che l'opposizione non può gestire... l'altro aspetto non riguarda soltanto la questione degli amici e di testate amiche, ma la questione dell'etica, del modo in cui verranno erogati i contributi, del modo in cui verranno fatte funzionare le strutture tecniche e di come verranno spesi i soldi pubblici. Su questo vi possiamo garantire che saremo molto attenti e vigili e, ogni qualvolta vi saranno situazioni equivoche e dubbie, torneremo su tale argomento e vi chiederemo conto di quelle disfunzioni a cui oggi, nel momento in cui si stava operando in sede legislativa, avete ritenuto che non fosse necessario apportare correttivo alcuno.

Président - La parole au Conseiller Riccarand, pour déclaration de vote.

Riccarand (Arc-VA) - Questo disegno di legge ha avuto un iter molto lungo, è stato presentato dalla Giunta il 1° luglio e arriva solo ora, a metà dicembre, in aula per la votazione finale. Abbiamo dato un contributo affinché tale provvedimento, soprattutto in commissione, venisse approfondito e migliorato, perché abbiamo potuto tutti constatare i difetti che sono emersi rispetto alla precedente normativa; quindi vi era sicuramente l'esigenza di riformare la normativa e di introdurre una nuova legislazione in materia nella nostra Regione. Dobbiamo anche riconoscere che su alcuni aspetti vi sono miglioramenti, cioè su alcune procedure e su alcune documentazioni che vengono richieste vi è all'interno di questo provvedimento maggiore puntualità. Vi sono però anche vari aspetti che non funzionano, li avevamo già evidenziati in commissione, li abbiamo ribaditi; in particolare, il punto debole è proprio il capo II di questa legge e ci dispiace che su tale capo - fra l'altro, in un momento in cui sono emersi tutta una serie di problemi legati alla trasparenza rispetto agli editori della carta stampata in Valle - non vi sia stato il coraggio di arrivare a una normativa effettivamente nuova e in grado di garantire quella trasparenza che credo sia nelle esigenze di tutti.

Ci dispiace poi che, rispetto a un emendamento su cui avevamo incontrato delle grandi disponibilità anche all'interno della maggioranza, vi sia stata una chiusura difensiva per salvaguardare equilibri, che non erano fra l'altro in discussione, e con un uso di un meccanismo di voto tale da "imbavagliare" la libera espressione da parte dei consiglieri in una votazione segreta. Tutto questo ci fa dire che vi sono troppi aspetti che non funzionano all'interno di questa normativa, il nostro giudizio complessivo è negativo, ci riserviamo ovviamente nell'applicazione di tale legge di vigilare per vedere quali saranno i risultati, soprattutto per quanto riguarda il capo II di questo provvedimento. Il nostro voto sul complesso della legge sarà un voto negativo.

Président - La parole au Conseiller Borre.

Borre (UV) - Prima di approfondire il tema della legge sull'editoria, vorrei chiarire in modo inequivocabile quanto affermato nella seduta del 4 novembre. Dopo aver detto che eravamo d'accordo a modificare la legge, rispondendo alla mozione del gruppo "Arcobaleno"... ricordo quanto avevo affermato: "nous partageons l'exigence de connaître la composition précise des maisons d'édition valdôtaines de la presse, de la télé et de la radio, mais... tout approfondissement doit être fait dans le respect des compétences de cette Assemblée, tout en évitant de tomber dans des analyses démagogiques ou idéologiques...". In conclusione avevo sostenuto che: "... nous sommes d'accord à approfondir au niveau des commissions compétentes et, si nécessaire, au niveau de l'Assemblée régionale, les points de cette loi qui préoccupent les signataires de la motion; nous sommes disponibles à vérifier..." - je souligne: "à vérifier" et non "à modifier" - "... avec eux la possibilité d'apporter des modifications éventuelles aux textes normatifs...".

Certo, su questa proposta di legge si è costruito un "casus belli" dentro e fuori dell'aula; certo, tale proposta ha fornito lo spunto per attacchi più o meno corretti e più o meno leciti, non ultime alcune dichiarazioni de "La Casa delle Libertà" che, attraverso gli organi di informazione prima e oggi in quest'aula, accusa tale maggioranza di favorire il servilismo nei suoi confronti, invece di favorire il pluralismo. Il voto contrario agli emendamenti del gruppo "La Casa delle Libertà" è anche dovuto alla vostra mancata collaborazione al lavoro di commissione, per poi venire in quest'aula con 20 emendamenti, emendamenti che hanno messo anche a disagio il funzionamento del Consiglio, perché è impossibile stare qui a discutere emendamento dopo emendamento, dopo che abbiamo passato quasi 3 mesi in commissione a lavorare! Per quanto riguarda l'etica politica, non accetto lezioni dalla vostra forza politica che "viaggia" a forza di voti di fiducia al Governo italiano.

Siamo convinti della bontà delle nostre scelte e della validità del cammino intrapreso per favorire la crescita dell'informazione e, nel contempo, della comunicazione istituzionale sia interna che esterna. Così siamo convinti che la commissione tecnica, istituita dalla legge in quanto composta da esperti del settore individuati per posizione ricoperta e non nominalmente, non necessiti dell'apporto dei pubblicitari, che in questo caso sì andrebbero a confondere l'ambito informativo con quello promozionale. Parimenti riteniamo che, affinché si possa parlare di informazione a livello radiofonico, televisivo, di agenzia di stampa, sia indispensabile prevedere una periodicità quotidiana, in modo da garantire una continuità e una frequenza tali da adeguare l'informazione ai tempi e ai ritmi di tali mezzi di comunicazione. A tal riguardo e visto il tipo particolare di pubblicazione, invece che settimanale, si è prevista una cadenza mensile per gli organi di partito e sindacali con una tiratura di 3.000 copie per 12 numeri all'anno.

Chiarito questo punto, vorrei entrare nel merito della legge, innovativa ed efficace. Se una libera informazione è il "sale" della democrazia, allora dobbiamo dire che con tale provvedimento diamo una grande autonomia ai giornalisti, si deve infatti non perdere di vista l'obiettivo principe di questa legge: permettere di applicare il contratto giornalistico di tali praticanti e soprattutto vincolare ad attenersi alle regole deontologiche cui sono sottoposti i giornalisti. Si tratta di una nuova legge che guarda avanti alle nuove tecnologie, ai nuovi giornalismi, così come è stato più volte affermato al Congresso della Federazione nazionale della stampa, svoltosi a Saint-Vincent dal 22 al 26 novembre. Non voglio entrare nei tecnicismi o nei contenuti specifici dell'articolato, ma mi sembra responsabile sottolineare che, a più di 5 anni dalla legge n. 18/1998, ci troviamo ad aggiornare un provvedimento che ha dato un grande impulso all'editoria regionale; in generale possiamo dire che la vecchia legge ha segnato un nuovo modo di rapportarsi all'editoria e all'informazione. Certo, si poteva forse far meglio e di più, ma mi rendo conto che, quando si parla di giornalisti e di editori, si apre un dibattito che ha un pari interesse a quando si affrontano le tematiche della casa da gioco. Dal 1998 ad oggi nel campo dell'editoria sono cambiate molte cose e lo scenario valdostano è mutato conseguentemente, la stessa definizione di "prodotto editoriale" non è più la stessa: al cartaceo si è affiancato l'informatizzato, il digitale e la legge oggi in discussione ha il merito di prendere in considerazione tali aspetti, così come di predisporre degli articoli che dettino norme di trasparenza sulla comunicazione e sulla pubblicità istituzionale. È questo il modo per meglio tracciare le linee guida, che consentiranno ad editori, pubblicitari, giornalisti e committenti di operare senza confondere i rispettivi ruoli professionali. Un occhio di riguardo è stato posto ancora una volta sugli organi di informazione e più in generale su quanti decidono di valorizzare la particolarità linguistica della comunità valdostana e quindi il patrimonio culturale che contraddistingue la ricchezza storica del Pays d'Aoste.

Come ho detto in precedenza, e senza false modestie, si poteva forse far meglio; una legge sull'editoria non può che essere concepita come un cantiere aperto, come un cantiere in continua produzione nel quale le novità sono quasi all'ordine del giorno. Il mondo della comunicazione e delle telecomunicazioni è in continua evoluzione e necessariamente anche gli strumenti che lo governano devono essere agili e facilmente aggiornabili. I progressi tecnologici accorciano i tempi, le distanze fra fonti ed informati; gli informatori sono sempre più spesso le stesse fonti e l'amministrazione pubblica ha l'obbligo di adeguarsi e proporsi come modello nell'applicazione delle nuove tecnologie per promuovere, sviluppare e accrescere sempre più la cultura, le conoscenze e naturalmente la crescita democratica della nostra Regione. Concludo dichiarando il voto favorevole del mio gruppo.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Nel confermare il voto contrario che ha annunciato il nostro Capogruppo, è necessario dare una risposta alle illazioni poco fa pronunciate dal Consigliere Borre. Lei non può umiliare ed offendere l'attività istituzionale fino a tale punto, accusandoci del fatto che vogliamo allungare i tempi portando in aula 20 emendamenti e del fatto, falso anche questo, che nel corso dei lavori di commissione non abbiamo proposto degli emendamenti. Primo: siamo degli organi istituzionali pagati per questa missione, forse lei lo ha dimenticato; in commissione abbiamo partecipato e fatto determinate proposte che sono state cassate. Come lei ben sa, i gruppi consiliari possono proporre in commissione degli emendamenti che poi possono essere riproposti in aula o possono decidere di proporli direttamente in Assemblea, quindi non vedo nulla di strano di fronte al fatto che un gruppo consiliare venga qui a fare delle proposte, fra l'altro tutte supportate da spiegazioni alle quali piuttosto molti di voi avete nicchiato e neppure ascoltato di cosa si trattava, siamo a questi livelli, Capogruppo! Lei deve piuttosto guardare cosa fa il suo gruppo consiliare e quanto è presente ai lavori di commissione e ai lavori in aula perché, prima di guardare la "pagliuzza" negli occhi del vicino, guardi prima quale "trave" immensa si trova nel suo! Secondo: il rinvio a questa seduta non è certo causa nostra, ma vostra perché, a seguito di una sospensione, mentre in maggioranza si stava cominciando ad esaminare gli emendamenti proposti dall'opposizione, qualcuno qui fuori si azzuffava; forse si è dimenticato che lei era partecipe di un sostenuto e vistoso scambio di idee, per non dire quasi rissa, che si consumava nel corridoio qui fuori! Piuttosto che fare degli interventi di questo tipo, cercando di motivare un vostro comportamento difficoltoso, di imbarazzo, perché non vi era l'unanimità di accordo su alcuni passaggi di tale legge... che è stata "violentata" questa volontà attraverso il voto segreto manifestato poi palesemente per quanto riguarda le astensioni, e voi lo sapete: avete utilizzato ancora una volta il Regolamento per costringere chi non era perfettamente d'accordo ad astenersi, quando in realtà su tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione avevate espresso voto contrario.

Non venite a dare lezioni di moralità su fiducia, su comportamenti in aula, sul fatto che la legge n. 41 ha dato un grande impulso all'editoria locale che abbiamo visto essere stata utilizzata in maniera indecente da chi aveva delle responsabilità importanti, come il Capoufficio stampa allora, non venite a dire che tale provvedimento cambia rispetto al passato, perché gli articoli sono stati riprodotti pedissequamente, non avete cambiato molto, anzi quasi niente. Si poteva far meglio, lo viene a dire adesso dopo che la legge è dal 1° luglio che dimora in commissione! Vi siete dimenticati che nel 2002, a seguito delle vicende del famoso "affaire Maccari", è stata istituita una commissione di inchiesta e tutti quanti, all'indomani di una relazione unanimemente condivisa e sottoscritta, avete detto che bisognava cambiare 2 leggi: la n. 41 e la n. 45. La legge n. 41, di fatto, è stata fotocopiata, ha un altro numero, ma la sostanza è la stessa; la legge n. 45 è ancora lì che attende di essere modificata. Cosa avete fatto in 2 anni, dove siete stati? Non venga quindi a dire certe eresie in aula, perché poi fuori ne paga le conseguenze: fra di voi vi fate del male!

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Abbiamo fatto ostruzionismo o abbiamo fatto delle proposte? Certamente su qualche emendamento forse ci siamo ripetuti, certamente ai Consiglieri della maggioranza che avevano fretta di far passare tale provvedimento in pochi minuti potrà essere sembrato un dibattito lungo, può darsi che lo sia stato anche, ma cosa avremmo dovuto fare? Consigliere Borre, lei che stigmatizzava il lavoro in commissione che è stato fatto, già il mio collega ne ha parlato e non lo riprendo, ma cosa avremmo dovuto fare in aula? Avremmo dovuto assistere all'approvazione di una legge sull'editoria in pochi minuti, una legge sulla quale non solo voi avete avuto un confronto politico durissimo, ma siete arrivati perfino al confronto personale, lei per primo, o no? Una legge che ha creato nuove procedure di confronto, così come è avvenuto nell'ultimo vostro diverbio; una legge che dovrebbe sostenere l'editoria, avremmo dovuto approvarla in pochi minuti solo per non disturbarvi nel vostro bisticciare, perché state facendo questo da un anno e mezzo.

Che questa sia una legge delicata lo prova il fatto che l'Assessore Caveri non sa più quale giornale leggere oggi, li ha letti tutti ed è imbarazzante che lei abbia voluto fare il dibattito generale in dichiarazione di voto, lei ha fatto anche questo fuori tempo, ma per avere l'occasione di dare a noi le "patenti" di come si deve fare l'opposizione, ma cosa intendete per "opposizione"? Siamo in 6 a fare l'opposizione: 3 di Sinistra, 3 di Centro-Destra, contro 29; ma cosa volete che facciamo? Che vi facciamo anche passare le leggi sull'editoria, dove voi elargite i soldi in pochi minuti, quando vi siete scannati sullo stesso provvedimento? Voi cioè vi scannate, ma noi non possiamo fare il dibattito, non dovremmo disturbarvi mentre voi vi scannate? E, quando riuscite a trovare non un accordo politico, perché l'accordo politico su questa legge non c'è - vi è un accordo di "desistenza", perché ne va a "catafascio" la maggioranza -, vi presentate con un voto di astensione per dimostrare la vostra debolezza.

Presidente, dissi già in occasione dell'altra votazione segreta su l'"affaire Marguerettaz": se vi è stata una crisi e la crisi è finita, è giusto che con una votazione segreta l'Assessore "in primis" chieda - se non lo fa lui, lo deve fare il Presidente della Regione - di sapere se vi è la fiducia da parte di tale maggioranza. Questo era un altro provvedimento per poterlo fare, ma non avete avuto il coraggio di farlo, non solo, avete avuto la necessità di "blindare" l'astensione, dopo aver votato contro a tutti gli altri emendamenti; una cosa che ha scritto una pagina deplorevole nella storia del Consiglio in 50 anni! Tale aula deve averne già viste tante, io, che sono qui da 7 anni, questo non l'avevo ancora visto; se devo dare merito a una Giunta precedente, perlomeno vi era qualcuno che aveva poche idee molto chiare, non condivise, ma sulle quali riusciva a portare almeno la maggioranza dei suoi. Voi non riuscite ad essere neanche maggioranza fra di voi e vi costringete ad umiliarvi per fare delle astensioni in votazione segreta, per dimostrare che nessuno fa il franco tiratore. Se questa è la vostra maggioranza, credo che non avrete molta vita lunga, non perché noi avremo la forza di "buttare giù" tale Giunta, ma perché vi "buttate giù" da soli, state facendo tutto da soli!

Concludo annunciando la votazione contraria su questo provvedimento, ma vorrei auspicare un voto favorevole alla correttezza politica istituzionale. Qui ce le possiamo dire di tutti i colori, ma almeno la correttezza politica istituzionale dovrebbe essere riconosciuta. Fino a quando non sarà corretto il sistema informatico in modo da prevedere l'opportunità vera della votazione segreta, chiedo a tale maggioranza di avere almeno la dignità e l'onore come uomini di concedere a ogni singolo consigliere la libertà di espressione e di non umiliarla... non con dei voti di fiducia palesi come si fa alla Camera, perché è il Governo che chiede il voto di fiducia e i deputati possono anche non dargliela, ma costringendo la gente ad evidenziare il loro allineamento. È una "porcheria" morale sotto l'aspetto politico! Vi chiedo per correttezza politica l'impegno a non ricorrere mai più, fin quando tale sistema informatico non sarà modificato per permetterci la reale votazione segreta, a questo sistema. Naturalmente domando al Presidente del Consiglio di addivenire al più presto alla modificazione, per permettere una corretta espressione della libertà personale che qui, oggi, è stata umiliata.

Président - Je soumets au vote le projet de loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 31

Votants: 31

Pour: 25

Contre: 6

Le Conseil approuve.

Président - Collègues, comme convenu, le Conseil est suspendu pendant une heure.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 20,30 alle ore 21,56.