Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1015 del 15 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 1015/XII - Situazioni finanziarie ed occupazionali di industrie valdostane, con particolare riguardo alla CST Net di Pont-Saint-Martin. (Interrogazioni)

Interrogazione

Venuti a conoscenza, anche attraverso gli organi di informazione, degli ennesimi sviluppi della crisi industriale valdostana che sembra aver colpito anche altre ditte, quali la CST NET (ex. Zincocelere) e la Meridian;

Richiamate le vicende riguardanti il fallimento della Feletti e della Piemonte Costruzioni, già oggetto in passato di precedenti nostre iniziative consiliari;

Sottolineate le pesanti e negative ricadute occupazionali ed economiche che tali situazioni stanno comportando e comporteranno soprattutto in Bassa Valle;

Ribadita la necessità di avere un quadro reale e attuale delle diverse situazioni in essere, onde poter individuare le opportune e possibili azioni da intraprendere al fine di tutelare e sostenere i lavoratori e di permettere, ove possibile, la prosecuzione dell'attività produttiva;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

L'Assessore competente per sapere:

1. quali sono le reali e attuali situazioni economiche e occupazionali in cui si trovano l'ex Zincocelere, la Meridian, la Feletti e la Piemonte Costruzioni, indicando per ognuna di esse le iniziative che possono ancora essere intraprese a sostegno di esse e dei loro lavoratori.

F. to: Lanièce - Viérin Marco - Comé - Stacchetti

Interrogazione

Premesso:

- che il Tribunale di Biella ha autorizzato, il 26 maggio scorso, il concordato preventivo per la Zincocelere e la conseguente cessione dell'azienda alla società CST Net di Trezzo d'Adda;

- che, rispondendo a una nostra interpellanza del giugno scorso, l'Assessore regionale delle Attività produttive precisava "che l'acquisizione da parte di CST Net della Zincocelere fa sì che questo diventi il primo gruppo per la produzione di circuiti stampati a livello europeo" e che "i livelli occupazionali dello stabilimento di Pont-Saint-Martin saranno mantenuti";

- che la CST Net ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura definitiva dello stabilimento di Pont-Saint-Martin entro la metà di gennaio 2005, preferendo concentrare l'attività nell'insediamento di Cavaglià;

- che è immaginabile la preoccupazione della cinquantina di dipendenti che operano presso l'unità di Pont-Saint-Martin;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore delegato per sapere:

1) quali considerazioni esprime sull'ennesima chiusura dello stabilimento Zincocelere di Pont-Saint-Martin, alla luce dell'annuncio fatto a suo tempo in Consiglio regionale sulla conclusione positiva della vicenda;

2) quali ragioni hanno indotto l'imprenditore ad abbandonare la Valle d'Aosta per concentrare l'attività produttiva nel solo Piemonte;

3) chi (strutture dell'assessorato regionale, Finaosta, Centro Sviluppo o altri) aveva analizzato, per conto della Regione Valle d'Aosta, l'affidabilità della proposta imprenditoriale inoltrata da CST Net.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - La mia sarà una risposta molto sintetica, tenuto conto del fatto che su questi temi vi sarà un Consiglio straordinario, per cui prevengo quello che potrebbe essermi obiettato. Le interrogazioni riguardano quattro realtà diverse: la "Zincocelere", la "Meridian", la "Feletti" e la "Piemonte Costruzioni"; parto dall'iniziativa della "Stella Alpina".

Per quanto riguarda la "Feletti", stamani vi è stata l'asta al Tribunale di Aosta, vi è stato l'aggiudicamento dello stabilimento alla società "Sorini" di Cremona per 1,7 milione di euro. È una società che produce cioccolato, quindi è una società del settore e questo presuppone che vi sarà una continuità nell'attività produttiva. Posso solo aggiungere che sarà... non appena l'aggiudicazione dell'asta verrà perfezionata... voi sapete che vi è ancora la possibilità teorica per altri che hanno partecipato all'asta di rilanciare, ma in ogni caso l'asta ha avuto esito positivo. Abbiamo avuto in passato 2 aste con esito negativo, questa volta si è presentata una società, di cui mi riservo di portare ai consiglieri un profilo rispetto alla sua consistenza ma, dai dati in nostro possesso, è un'azienda che occupa circa 200 addetti a Cremona. L'Amministrazione regionale comunque ha intenzione di avere un confronto con l'azienda per capire qual è il piano industriale, quali saranno gli investimenti che verranno fatti, quali tipologie di produzione si realizzeranno, quali saranno i livelli occupazionali, perché la richiesta del tribunale era di almeno 8 addetti... oggi gli addetti sono 32, ma sappiamo che è impossibile fare funzionare uno stabilimento delle dimensioni della "Feletti" con 8 addetti, soprattutto se si pensa di produrre cioccolato come dovrebbe essere nelle intenzioni del nuovo acquirente della società.

Per quanto riguarda la "Piemonte Costruzioni", i lavoratori in forza al momento del fallimento erano 185: 75 di essi hanno presentato le dimissioni dopo il fallimento, questo fa presupporre che abbiano trovato occupazione in altre società del settore; 44 avevano un contratto a termine e 16 erano collocati in mobilità; attualmente sono state poste in cassa integrazione straordinaria 50 persone. In relazione all'affitto di due rami di azienda - impianto di calcestruzzo e impianto di conglomerato bituminoso - la società "IVS" del gruppo "Bertino" ha assorbito 8 dipendenti. Alcune figure quali geometri e capisquadra sono state ricollocate in imprese del settore; maggiori difficoltà incontrano gli operai con qualifiche più basse, al riguardo avevo chiesto all'Agenzia del lavoro che attivasse un intervento specifico per monitorare la situazione e per vedere la possibilità di riutilizzo dei dipendenti in altre realtà del settore.

La "Magnesium", società che appartiene al gruppo "FIAT" tramite la casa madre, "Meridian Technologies", effettua produzioni in lega di magnesio per il settore delle auto e i principali clienti sono "FIAT", "Jaguar", "Opel" e "Mercedes". Il settore delle auto in questo momento non incontra, insieme a molti altri, particolari difficoltà; il gruppo "Opel" è interessato a un processo di riorganizzazione a livello europeo che comporta riduzioni di quasi 12.000 addetti, quindi nel corso del 2003 ha dovuto far fronte a una contrazione degli ordini per quanto riguarda i propri clienti. Contemporaneamente la società ha avviato un processo di riorganizzazione volto alla riduzione dei costi fissi, quindi ad un contenimento delle perdite. Per quanto riguarda questa situazione, la società ha fatto ricorso alla cassa integrazione per circa 1.448 ore. L'azienda occupa a Verrès 235 addetti, di cui 191 sono residenti in Valle d'Aosta, rispetto ai 265 addetti che erano stati rilevati nel corso del 2002; quindi vi è stata una riduzione di circa una trentina di addetti. L'azienda ha attivato e sta sviluppando dei progetti di ricerca sulla base della legge n. 84. Sulla base della deliberazione di agosto di quest'anno, è stato approvato un contributo a fondo perduto di 1.550.000 euro per un progetto di ricerca industriale della durata di 36 mesi relativo alla ricerca e allo sviluppo di materiali per schiumatura e rivestimenti superficiali di leghe di magnesio e all'identificazione di leghe e processi adatti ad impieghi ad alte temperature. Vista la situazione del mercato delle auto, l'azienda cerca anche di allargare la propria produzione non solo al settore auto in senso stretto, ma anche al settore dei veicoli di trasporto, quindi di una gamma di produzione più ampia.

Per quanto riguarda lo stabilimento "ex Zincocelere", oggi "CST Net", si chiede quali considerazioni si possono fare sulla vicenda. Qui le considerazioni sono abbastanza ovvie: questo è un periodo rispetto al quale le considerazioni sul settore industriale sono di grande preoccupazione, abbiamo letto oggi sui giornali dichiarazioni del Presidente di Confindustria, che si presuppone conosca l'andamento del settore, che dice: "mai così male dal dopoguerra", quindi non possiamo che associarci a questa considerazione.

"Quali ragioni hanno indotto l'imprenditore ad abbandonare la Valle d'Aosta...", abbiamo avuto occasione di seguire sia la vicenda nella fase del suo sviluppo nei primi 6 mesi di quest'anno, sia in un recente incontro con il Dott. Botti, Amministratore della "CST", il quale ci ha comunicato di voler concentrare tutta l'attività a Cavaglià, con la conseguenza della chiusura del sito industriale di Pont-Saint-Martin, motivandolo con il fatto che il piano industriale, che era stato presentato al Tribunale di Biella - che aveva gestito il concordato preventivo che poi si è trasformato in fallimento di "Zincocelere" -, non aveva trovato risposta, nel senso che i volumi che erano stati previsti non hanno trovato gli ordinativi corrispondenti. Ci ha comunicato che vi era stato un crollo negli ultimi 6 mesi del fatturato causato prevalentemente da un ulteriore incremento della competitività dei produttori del "Far East", in particolare la Cina, che riescono a produrre a prezzi inferiori del 50% rispetto a dei concorrenti europei. Secondo l'imprenditore il fatto di concentrare a Cavaglià questo tipo di attività consente di ridurre i costi fissi. L'imprenditore ci ha anche detto che, qualora lo stabilimento avesse avuto un ciclo completo (voi sapete che viene effettuata solo una prima parte di lavorazione a Pont-Saint-Martin), sicuramente la concentrazione della produzione sarebbe stata a Pont-Saint-Martin, perché reputava più idoneo questo stabilimento; non essendoci tale ciclo completo, egli ha ritenuto di doverlo chiudere. Aggiungo che questo è un settore in particolare difficoltà, tanto che proprio in questi giorni il più grande produttore italiano, che è il gruppo "Lares" della famiglia Cozzi è passato in amministrazione controllata, quindi "legge Prodi bis". La situazione del personale è attualmente questa: l'impegno che l'azienda si era assunta nei confronti del Tribunale di Biella era di assumere 85 dipendenti, ne ha assunti 51 sui 110 che erano operativi a Pont-Saint-Martin, i restanti dipendenti sono in cassa integrazione. Ai 51 dipendenti che sono stati assunti è stato offerto il trasferimento a Cavaglià e proprio in questi giorni - oggi vedrò l'azienda nel pomeriggio insieme alle organizzazioni sindacali - ha aperto una trattativa sulla questione.

Si chiede poi se l'Assessorato avesse analizzato l'affidabilità della "CST Net". Rispetto a questo il rapporto contrattuale con la "CST Net" si è sviluppato non nei confronti della Regione, ma del Tribunale di Biella, che ha autorizzato l'acquisto di tale azienda alla "CST Net". La valutazione dell'affidabilità del gruppo, quindi, è stata effettuata dal tribunale, che ha verificato la consistenza delle garanzie fornite da tale impresa. Questa è un'impresa che ha posto a garanzia dell'operazione circa 5 milioni di euro, consentendo così di sbloccare la situazione. Nella trattativa, che ho seguito personalmente anche con l'Assessore Picchetto presso la Regione Piemonte, questa era - stante la situazione - l'unica possibilità per offrire una continuità produttiva, anche se ridotta per lo stabilimento di Pont-Saint-Martin. La "cosa" non ha potuto concludersi, si è interrotta, ma è dovuta a fattori che l'imprenditore ha ritenuto fossero tali da impedire la continuità. Ci ha detto che, rispetto ai programmi che loro avevano fatto: quelli di avere continuità di rapporti con "Alcatel", che attualmente sta spostando le proprie attività in Cina soprattutto per quanto riguarda l'approvvigionamento dei prodotti... il fatto di poter approvvigionare in tempo più rapido i mercati europei... non si è verificata una strategia che poi ha tenuto alla prova dei fatti. Va tenuto conto che quello dei circuiti stampati è un settore che vede l'Europa come un'area in cui vi è un sostanziale smantellamento dello stesso; pensate che il più grosso produttore di impianti per circuiti stampati: la "Hitachi", non ha più un proprio rappresentante in Europa, in quanto la produzione si è trasferita nel "Far East", in particolare in Cina, ma questo è un tema che approfondiremo in una riunione consiliare specifica, visto che è stato convocata, sarà quella la sede.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Non possiamo che condividere il fatto che vi sarà un Consiglio straordinario su questo argomento, anche perché noi l'abbiamo già richiesto con una nostra interpellanza e mozione. Ringrazio comunque l'Assessore per i dati che ci ha fornito oggi, perché anche per noi forze di opposizione è sempre difficoltoso reperire alcuni numeri sia sul personale, sia sui finanziamenti e anche sugli accordi presi. Questa nostra iniziativa ha consentito al Consiglio di sapere qualche novità, ad esempio, per quanto riguarda la "Feletti", dove, dopo 2 aste andate a vuoto, questa terza asta ha dato qualche risultato che dovrà essere ancora però definito in un incontro che si terrà a breve con tale azienda di Cremona.

Per quello che risulta invece sulle altre 3 aziende: "Piemonte Costruzioni", "Magnesium"-gruppo "FIAT" e "CST Net", possiamo solo dire che siamo molto preoccupati, perché le notizie che sono state date confermano questo "trend" di abbandono della Valle d'Aosta. Sarà nella sessione straordinaria del Consiglio che analizzeremo il perché, le problematiche sorte, ma soprattutto, secondo noi, dovrà essere un consiglio in cui si dovrà analizzare cosa si potrebbe fare per cercare di dare ancora un senso all'industria in Valle.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Se ogni tanto l'Assessore dà delle risposte soddisfacenti, questa volta ci lascia esterrefatti, perché noi abbiamo fatto un'interrogazione puntuale sulla "CST Net" di Pont-Saint-Martin, consapevoli del fatto che il tema industriale in tutta la sua vastità verrà affrontato in una riunione consiliare tematica apposita. Ho notato però come le risposte siano state evasive o, meglio, come lei abbia cercato di glissare, perché vi sono situazioni di imbarazzo che non sono facilmente affrontabili.

Sulla prima risposta lei ha elegantemente glissato, perché non sono state chieste unicamente delle banali considerazioni su quello che sta accadendo nella "CST Net", ma gliele abbiamo domandate alla luce di un annuncio che lei stesso ha fatto a suo tempo in Consiglio regionale su una conclusione positiva della vicenda. All'indomani del momento in cui il Tribunale di Biella il 26 maggio scorso, a seguito di concordato preventivo, permetteva la cessione dell'azienda alla società "CST Net", lei diceva: "L'acquisizione da parte di "CST Net" della "Zincocelere" fa sì che questo diventi il primo gruppo per la produzione di circuiti stampati a livello europeo e che i livelli occupazionali dello stabilimento di Pont-Saint-Martin saranno mantenuti". Dopo 6 mesi a tali solenne affermazioni dell'Assessore fa seguito l'uscita di scena di questo nuovo imprenditore, quanto meno uscita dalla scena valdostana. Sulla base delle sue considerazioni, sembrava che Pont-Saint-Martin potesse essere addirittura preferito a Cavaglià; oggi invece sappiamo che il Dott. Botti, l'imprenditore, ha preferito Cavaglià alla Valle d'Aosta e questo è il secondo fenomeno preoccupante, in quanto è l'ennesimo imprenditore che lascia la Valle d'Aosta per andare al di fuori ad insediare le sue attività. Tale fenomeno sarà sì oggetto di un approfondimento tematico doveroso, però è un fenomeno che si sta replicando da tempo e per numerose realtà produttive, che vedono all'"abbandono" il vuoto occupazionale che viene lasciato da queste aziende, che preferiscono altri lidi al posto della Valle d'Aosta.

Sulla terza risposta poi è una presa in giro non nei confronti del nostro gruppo consiliare, ma di 51 persone che hanno un futuro occupazionale in forse, ai quali è stata sì offerta l'alternativa di recarsi a Cavaglià a lavorare... ma è una presa in giro perché il Tribunale di Biella avrà fatto delle valutazioni di affidabilità finanziaria per quanto riguarda la proposta che poneva termine al concordato preventivo, però è immaginabile che un Assessorato come il suo, che presiede al comparto industriale, dotato di una struttura regionale autonoma, con l'ausilio di un "Centro sviluppo", con l'ausilio di una "Finaosta", cioè enti che hanno apparati monumentali al loro servizio, non abbia fatto un'indagine - e noi non lo crediamo - di affidabilità finanziaria e di prospettiva di questo imprenditore; se così non fosse, è veramente da rivoluzionare tutto il sistema, perché questi enti altrimenti altro non fanno che certificare i "decessi" aziendali che accadono nella nostra Regione. Se un ente come "Finaosta", che ha una marea di dipendenti per erogare dei fondi di rotazione, mutui casa o mutui alle imprese, non fa analisi di affidabilità - "Finaosta" o "Centro sviluppo" che venne voluto nel 1992 proprio per questo fine - e ci limitiamo ad ascoltare ciò che ha detto il Tribunale di Biella nell'affidare l'ex "Zincocelere" a un nuovo imprenditore bergamasco, siamo veramente "alla frutta". Vuol dire che non abbiamo più neppure la coscienza di affrontare e di inserire nel nostro sistema produttivo imprenditori che sappiano fare il loro mestiere e che ci diano un minimo di prospettiva di esistenza nel territorio e di occupazione della nostra popolazione. Tale risposta è veramente drammatica, io vedo che lei la prende un po' "sottogamba", sogghigna a queste considerazioni che vogliamo fare, però è inammissibile che, con tutte le strutture che sono state create in questa Regione, non siamo in grado di affrontare preventivamente un'analisi compiuta e alle sue affermazioni solenni di 2 mesi fa faccia seguito il tracollo dell'ennesima industria valdostana. Ne approfitteremo per approfondire tale argomentazione nel momento opportuno, però non possiamo dichiararci soddisfatti delle risposte che lei oggi ha dato.