Oggetto del Consiglio n. 1013 del 15 dicembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 1013/XII - Destinazione degli utili ottenuti dalla C.V.A. S.p.a. (Interrogazione)
Interrogazione
Osservato che la Regione Autonoma Valle d'Aosta è azionista della C.V.A. s.p.a. (Compagnia Valdostana delle Acque), società che produce l'energia elettrica nella nostra Regione;
Creduto interessante conoscere la destinazione degli utili, che si presumono assai cospicui, di detta società;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) a quanto ammontano gli utili ottenuti negli ultimi anni dalla C.V.A. S.p.A.;
2) quali indicazioni ha dato al Consiglio di amministrazione di detta società l'Amministratore regionale, in riferimento alla destinazione degli utili di bilancio;
3) come sono stati effettivamente destinati detti utili.
F.to: Curtaz
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - L'interrogazione presenta due questioni, una molto puntuale: "a quanto ammontano gli utili ottenuti negli ultimi anni dalla C.V.A. S.p.A.". Questo tipo di richiesta ha una risposta molto puntuale, dove gli utili portati a nuovo della "Compagnia Valdostana delle Acque", quindi dopo l'approvazione del bilancio e dopo l'accantonamento a riserva legale, ammonta a 97.760.176.
Per evitare che vi siano discrepanze fra questo dato e un dato che è stato comunicato dagli organi di stampa, posso fare il raccordo fra questi 97 milioni e rotti con i 140 milioni che sono comparsi sugli organi di stampa, in quanto questi 140 milioni tengono conto dell'utile presunto del 2004 che avrà una sua determinazione all'atto dell'approvazione del bilancio. Queste previsioni hanno un carattere di certezza perché siamo alla fine dell'anno, quindi presumibilmente con l'esercizio 2004 gli utili accantonati e disponibili ammonteranno a circa 140 milioni. Il 1997 è poi confluito nella fusione fra "Compagnia Valdostana delle Acque" e "GEVAL", però questa è la situazione attuale della "CVA". Ad oggi troverete, se avete modo di consultare la documentazione contabile, 97,760 milioni a riserva disponibile; riserva disponibile che è il dato che può permettere all'azionista di decidere delle distribuzioni di dividendo, quindi questi 97 milioni oggi sono disponibili per essere utilizzati come meglio crede l'Assemblea.
Passo alla seconda domanda: "quali indicazioni ha dato al Consiglio di amministrazione di detta società l'Amministratore regionale, in riferimento alla destinazione degli utili di bilancio". Già in sede di discussione della finanziaria regionale abbiamo avuto modo di individuare una logica nella strategia di non distribuzione, strategia che è valida fino ad oggi; nulla vieta che possano esserci riconsiderazioni. Volevo condividere con voi solo alcune riflessioni. La società, al 31 dicembre 2003, per dare omogeneità ai due dati, quindi i 97 milioni che vengono comparati con la situazione contabile al 31 dicembre 2003, riportava un debito a lungo termine di 372 milioni. In una situazione di questo genere la "CVA" aveva al suo interno un debito di 372 milioni.
Cosa potrebbe accadere in una situazione del genere? Vista la disponibilità di una certa liquidità, l'azionista potrebbe anche decidere di rimborsare parte di questo debito; ovviamente la decisione è, da un lato, strategica, cioè sulla distribuzione dei dividendi, mentre sulla restituzione del debito è una considerazione prettamente economica. La valutazione di ordine economico è la seguente: la liquidità, ad oggi, per il 2003, ha un rendimento medio, viste anche le dimensioni, che è intorno al 4,5%, e il debito ha un tasso di interesse che è leggermente inferiore al 3%, diciamo il 3%, quindi questa liquidità rende 1 punto e 1/2 in più rispetto al costo del debito. Ecco perché questo tipo di operazione permette una certa gestione economica.
Vi rappresento anche che, a fronte di questa situazione contabile - e vi anticipo un qualcosa che non è stato ancora definito, ma che gli amministratori sono in attesa di ricevere -, è stato possibile rinegoziare lo "spread" applicato a quel tipo di debito; lo "spread" è quel margine che viene applicato rispetto a un parametro definito, quindi oggi i debiti a tasso variabile hanno un riferimento che è l'"Euroribor" a 6 mesi, a questo si aggiunge uno "spread": lo "spread" è fisso e l'"Euroribor" è variabile a seconda delle condizioni di mercato. Le ho detto il 3% perché il tasso definito era l'"Euroribor" a 6 mesi, più uno "spread" di 0,9; oggi, grosso modo, abbiamo un 2%, con lo 0,9 siamo alle soglie del 3%. La rinegoziazione ha permesso di contenere lo "spread" a 0,45, quindi abbiamo l'"Euroribor" a 6 mesi più 0,45, e questo su un debito di 370 milioni porta un vantaggio notevole di alcuni miliardi per il sistema economico.
A fronte di questo, dobbiamo tenere conto del piano degli investimenti della società, che attualmente ha investimenti per oltre 35 milioni di euro per la costruzione di centrali già autorizzate sulla Dora di La Thuile, quindi questo tipo di società, oggi come oggi, ha in una logica aziendale un suo equilibrio e una sua dimensione. Nulla toglie che l'azionista di riferimento possa riconsiderare questo tipo di ragionamento, però vi voglio fare una considerazione, che non vuole fare polemiche. Sotto alcuni aspetti alcuni ragionamenti non credo di poterli condividere appieno, e... quali sono questi ragionamenti? Siccome, lì, abbiamo un patrimonio importante, distribuiamolo, perché in una logica del genere, e qualcuno ha fatto delle considerazioni in passato parlando del casinò, dicendo che lo stesso deve essere gestito con criteri aziendali, farei tesoro di queste affermazioni dicendo che anche la "CVA" continui ad essere gestita con criteri aziendali. Questo non vuol dire che non si possono fare delle riconsiderazioni, ma tenendo presente una cosa: la produzione della "CVA" all'interno del contesto elettrico italiano rappresenta l'1%, in una logica di liberalizzazione questo 1% con dei "competitor" come "ENEL" e "EDISON", rischia anche di essere schiacciata e ha quindi la necessità di mantenere un livello aziendale di una certa efficienza. Detto questo, è nostro preciso diritto, ma dovere - e lì, concordo - nell'analizzare tutte le possibilità che possono essere utilizzate per creare un volano positivo onde creare un certo tipo di ritorno sul territorio.
Quando vi ho fatto il ragionamento, il debito che ho citato ho detto che è a medio-lungo, quindi oggi non siamo neanche nel primo quinquennio; ecco che attività che portassero eventualmente ad azioni importanti di impoverimento patrimoniale sarebbero, a dir poco, audaci!
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Intanto alcune osservazioni bonarie, che non vogliono essere polemiche, circa il modo con cui l'Assessore usa rispondere alle interrogazioni.
C'è da diffidare quando dà molti numeri, questa volta un po' ne ha dati, perché in genere dà tanti numeri quando vuole eludere le domande essenziali e questa volta un po' lo ha fatto. Poi mi ha molto stupito l'uso del tempo verbale, perché lei ha sempre usato il condizionale: l'azionista potrebbe, l'azionista dovrebbe, ma l'azionista è lei, sì, l'azionista è la Regione, allora non possiamo immaginare che l'azionista sia qualcun altro che dovrà decidere! È la Giunta regionale, in primo luogo, che deve decidere, quindi di fronte a domande che mi sembravano semplici e circostanziate, forse sarebbe stato interessante sentire qualche presente e qualche futuro piuttosto che il condizionale con riferimento alla terza persona! Mi sembrava di sentir parlare Maradona... che quando parlava, intervistato, diceva sempre: "Maradona ha fatto questo", "Maradona ha fatto quello"... ma parlava di sé stesso!
A parte questo, ho ascoltato con attenzione la risposta dell'Assessore e le sue argomentazioni, che saranno, per quanto ci riguarda, oggetto di riflessione. Certo è che un utile di questo tipo, pur in presenza di un debito consistente a lungo termine - come lo ha definito -, qualche problema lo pone, perché stiamo parlando di cifre molto consistenti. Parlare di 97 milioni di euro in riferimento al 2003 e di un potenziale utile di 140 milioni di euro in riferimento a fine 2004 significa, per l'azionista, dover risolvere un problema - ce ne fossero di problemi di questo tipo! - della destinazione di tali utili e questo è un tema particolarmente interessante non solo per tutte le osservazioni fatte dall'Assessore che potranno essere oggetto di confronto dopo un approfondimento anche da parte nostra, ma perché c'è in ballo una proposta di una forza politica, proposta che non è ancora arrivata alla discussione del Consiglio regionale, per una riduzione del costo delle bollette elettriche. Il ragionamento che fa quella forza politica - condivisibile o meno - è: se la "CVA" fa tutti questi utili, li fa perché i cittadini valdostani pagano un certo costo di energia elettrica, pagano le bollette: tale entrata costituisce quanto meno una delle fonti più significative. La proposta di ridistribuire questi soldi a favore delle persone che pagano le bollette può essere oggetto di discussione, su cui deve cominciare il confronto politico.
Per quanto mi riguarda, ma è un'osservazione del tutto personale, così com'è la proposta del gruppo della "Stella Alpina", desta qualche perplessità, perché rischia di essere un po' demagogica... ma non è questo che mi preoccupa... invece, mi preoccupa di più il fatto che porterebbe a un beneficio indiscriminato, a favore di tutti; questa, almeno dal mio punto di vista, mi pare sia un'ipotesi discutibile. Mi sembrerebbe più corretto, invece, un approccio che consenta uno sconto significativo del costo dell'energia elettrica per le famiglie meno abbienti e per chi ha maggiori difficoltà, soprattutto in un momento di grande crisi economica, anche ad affrontare i costi di energia elettrica. Come primo contributo a un dibattito che andrà fatto, proporrei che si affrontasse anche questa tematica, sotto il profilo di un aiuto consistente ai ceti meno abbienti e alle famiglie più bisognose.