Oggetto del Consiglio n. 999 del 14 dicembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 999/XII - Storno di beni mobili nel bilancio 2003 della Casinò S.p.a.. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che
nel bilancio 2003 della Casinò spa sono stati stornati 810.000,00 euro di beni mobili in quanto non rinvenuti ad inventario;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
Il Presidente della Regione per conoscere:
1. l'elenco dei beni mobili stornati;
2. se tali beni risultavano tra quelli acquisiti dalla Gestione Straordinaria;
3. quali siano la situazione e le procedure relativamente all'inventario dei beni mobili;
4. le cause e le responsabilità dell'omessa presenza in inventario di tali beni.
F.to: Frassy
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Nell'interrogazione si fa riferimento a 810.000,00 euro di beni mobili non rinvenuti, in realtà questi 810.000,00 euro non sono solo riferibili a beni mobili, ma più propriamente ad immobilizzazioni materiali, come è evidenziato nel bilancio, quindi i beni mobili stornati o - per meglio dire - svalutati, al netto della quota di ammortamento dell'esercizio 2003, ammontano a 479.926,16 euro, e sono così riferiti: 299.224,00 sono impianti vari, attrezzature, mobili ed arredi, macchine elettroniche... Se il Consigliere Frassy lo consente, eviterei il dettaglio; ho predisposto degli allegati, quindi l'allegato 1 è riferito a questa tipologia, l'allegato 2 è riferibile a 150.266,00 euro che sono impianti generici, non facilmente individuabili e inventariabili, e 30.435,00, che sono indicati nell'allegato 3, sono relativi a svalutazioni di automezzi.
Per quanto attiene la seconda domanda, si tratta esclusivamente di beni provenienti dall'acquisto del ramo di azienda da gestione straordinaria.
Per quanto attiene il punto 3, mi consta di precisare che nel mese di aprile 2004 è stato stipulato un contratto con il Dipartimento di economia aziendale dell'Università degli studi di Torino, per avere un supporto esterno, al fine di effettuare una verifica fisica in collaborazione con il personale della società di tutti i beni di proprietà della "Casinò" e della Regione. Non è escluso che, al termine delle operazioni, qualcosa possa essere rinvenuto o recuperato: questo perché, nell'incertezza, i criteri di redazione del bilancio che sono improntati alla prudenza portano ad avere i comportamenti più prudenti. Il lavoro non si è ancora concluso, si conta di terminarlo nel mese di gennaio 2005.
Per la gestione dei cespiti aziendali nel mese di agosto 2004 è stata emanata un'apposita procedura. In merito alle cause e alle responsabilità dell'omessa presenza di inventario di tali beni, gli amministratori hanno voluto effettuare un riscontro fra i dati contabili della cessione del ramo di azienda e l'inventario fisico; i beni immobili di cui sopra, ad una prima verifica, non sono stati rinvenuti e pertanto si è deciso di andare ad una svalutazione, in attesa del completamento dell'inventario. Al termine di questa operazione si potrà compiutamente, e con un riscontro fisico, decidere sul da farsi. Aggiungo che, rispetto a questa procedura, esiste ancora un altro tipo di ragionamento che si riferisce alla conservazione di tutta una serie di beni, in qualche modo obsoleti o non più utilizzabili, in un magazzino a disposizione della "Casinò"; quindi questo tipo di svalutazione è supportato ulteriormente anche dal ragionamento che, qualora comunque si rinvenisse il bene, il bene sarebbe in stato di non più utilizzo e quindi con un valore economico non più rappresentabile in bilancio. Al termine dell'inventario capiremo anche se questi beni sono inutilizzati e inservibili.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Assessore, abbiamo ascoltato la sua risposta sintetica ad un'interrogazione altrettanto sintetica, nel senso che la premessa era in un dato di bilancio e le domande erano a spiegazione di quello stesso dato.
A noi sembra che la sua risposta, in sintesi, faccia riferimento ad una procedura di "routine", dalla sua spiegazione ci sembra di cogliere tale considerazione: è una normale procedura che accade in tutti i bilanci di tutte le società, che ci possano essere dei beni mobili che vengono svalutati, dato che il tempo crea una vetustà dovuta all'usura e ad altre situazioni; di conseguenza, diminuisce il valore del bene mobile.
Non so se da un punto di vista contabile il concetto di "storno" o di "svalutazione" sia analogo... dal punto di vista civilistico, sicuramente no, perché la svalutazione ha un riferimento al valore, lo storno ha un riferimento al bene in quanto tale, perciò lo storno di un bene può coincidere con la svalutazione quando il valore di quel bene è andato a zero. Ora, l'ipotesi che il valore sia andato a zero per la bella cifra di 810.000,00 euro in un esercizio penso che sia difficile da percorrere come realistica, perciò è evidente che nell'ambito di 810.000,00 euro ci saranno state delle svalutazioni, le quali possono anche aver azzerato il valore dei beni, ma, anche qui, l'azzeramento del valore dei beni comporta la cancellazione dei beni dal libro inventario?
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... ecco: "qualora non rivenuti", perché dal libro inventario i beni rimangono seppur con valore zero! Da quello che abbiamo invece dedotto, lo storno riguarda l'assenza fisica di beni per 810.000,00 euro; il fatto già che si debba terminare l'inventario ci crea qualche preoccupazione per due ordini di motivi che voglio sintetizzarle. Il primo, la Gestione straordinaria chiude la sua attività, ma non chiude il casinò, passa invece la mano alla "Casinò S.p.a.". La "Casinò S.p.a." si trova a dover decidere come gestire anche il trapasso dei beni funzionali all'esercizio dell'attività. Scopriamo, a distanza di un anno da quel passaggio di consegne, che non vengono fuori beni per 810.000,00 euro.
Quali sono le nostre perplessità? Le perplessità sono che nella Gestione straordinaria c'era un direttore generale, che sicuramente doveva, per incombenze, occuparsi anche di questo tipo di gestione e vediamo fra l'altro che il direttore generale della "Casinò S.p.a." era il medesimo direttore generale che si era passato i beni, nel senso che cambiando la società, non cambiavano le figure dirigenziali!
Abbiamo letto con attenzione la relazione al bilancio 2003 del nuovo Consiglio di amministrazione e abbiamo anche letto come in quel bilancio si evidenzino forti perplessità sul modo in cui veniva gestito - o peggio: non veniva gestito - il meccanismo dell'inventario dei beni. L'inventario dei beni, soprattutto in una grande società che ha beni di valore significativo in termini funzionali, ma anche in termini assoluti - mi riferisco a tutto quello che è attinente alla gestione e alla funzione del "software" - ha dell'incredibile; apprendiamo - ma lei, forse, la notizia l'ha un po' edulcorata - che da agosto 2004 vi è un'apposita procedura. A noi risulterebbe che ci fosse un'altra procedura, ma che venisse disattesa nel pregresso.
Non possiamo non rimanere perplessi dal fatto che ad aprile il nuovo Consiglio di amministrazione, quando ha chiuso la parentesi della direzione verticistica e ha congedato il direttore generale, abbia dovuto ricorrere a una convenzione che riteniamo onerosa con l'Università di Torino, Dipartimento di economia, per la verifica fisica di presenza o meno dei beni. Noi siamo perciò allibiti di fronte a questa risposta, ma penso che interpretiamo anche il suo stato d'animo, quando ha preso coscienza e conoscenza di questa situazione.
Su questo argomento torneremo, perché vorremmo capire se, a gennaio 2005, verrà fatto il punto sulla situazione inventario, beni, Gestione straordinaria, "Casinò S.p.a.": in quella occasione, ci riserveremo di esprimere dei giudizi più compiuti e, forse, anche delle richieste più precise.