Oggetto del Consiglio n. 998 del 14 dicembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 998/XII - Situazione degli interventi finalizzati alla delocalizzazione di immobili in zone a rischio idrogeologico. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso
- che la Regione ha disciplinato con propria legge una serie di interventi finalizzati alla delocalizzazione di immobili siti in zone a rischio idrogeologico;
- che con un provvedimento di variazione al bilancio previsionale 2004 sono stati stralciati 582.000 euro dal capitolo di competenza;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore delegato per sapere:
1. quali comuni hanno approvato un piano di delocalizzazione ai sensi della Legge 11/2002 e quali ne hanno poi concretizzato l'attuazione o, quanto meno, ne hanno dato avvio;
2. qual è stato l'intervento finanziario sostenuto dalla Regione per la predisposizione e per lo studio dei suddetti piani, quanti sono gli immobili (pubblici e privati) oggetto di rilocalizzazione e quali sono le aree interessate;
3. quanti soggetti privati hanno richiesto di accedere alle agevolazioni di cui alla medesima legge e quali sono gli importi liquidati;
4. per quali ragioni, a due anni dall'entrata in vigore della legge, si procede allo stralcio di una somma così importante dal capitolo di competenza.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.
Cerise (UV) - Je répondrai à la première et à la deuxième question qui m'ont été posées en disant qu'à ce jour, aucune commune n'a approuvé de plan de délocalisation aux termes de la loi régionale n° 11/2002.
En ce qui concerne les initiatives individuelles, l'article 8 de la loi régionale n° 11/2002 prévoit que dans les communes ne possédant pas de plan de délocalisation, les particuliers peuvent trouver et acheter eux-mêmes l'immeuble ou le terrain constructible où ils pourront relocaliser leur habitation située sur des zones à plus haut risque. Ledit article prévoit également la possibilité, pour ces particuliers, de bénéficier de financements spéciaux pour la mise en sécurité des immeubles situés dans des zones moyennement dangereuses. Pour que les possibilités dont nous avons dit soient réalisables, il est indispensable que la commune ait approuvé la cartographie des espaces inconstructibles et que ces derniers soient définis même sur le plan cadastral.
La procédure de délocalisation effectuée par un particulier est prévue par la loi, mais elle a également été définie dans ses moindres détails par la délibération du Gouvernement régional n° 1278 du 7 avril 2003. Elle prévoit qu'un particulier envoie au Département du territoire, de l'environnement et des ressources hydriques une demande spéciale assortie d'un rapport où est indiqué le bâtiment à délocaliser et sont illustrées les conditions de risque et les coûts prévus pour la délocalisation ou la mise en sécurité pour les zones évidemment moyennement dangereuses. Les résultats des données techniques et les conclusions de la Conférence des services sont ensuite soumises au Gouvernement régional qui accorde les aides.
Pour ce qui est de la troisième question, pour le moment, nous n'avons reçu qu'une seule demande de financement, provenant d'un particulier de Chambave, pour la mise en sécurité de son habitation principale. Un habitant de Perloz a aussi pris contact avec les bureaux compétents afin de délocaliser sa résidence secondaire, mais dans ce cas précis aucune demande n'a encore été présentée car la commune concernée, c'est à dire Perloz, ne possède pas encore de cartographie des espaces inconstructibles.
Enfin, en ce qui concerne la dernière question, je tiens à mettre en évidence le fait qu'il n'y a pas, pour l'instant, de dossiers en cours d'instruction: c'est pourquoi les ressources qui étaient initialement prévues pour la délocalisation ont-elles été destinées à la réalisation de cartographies qui sont strictement en rapport avec le problème des risques hydrogéologiques que nous traitons aujourd'hui et au soutien des communes qui procèdent à l'adaptation de leurs plans régulateurs au Plan territorial et paysager régional.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Assessore, ci dipinge una fotografia alquanto triste dell'attuazione di questa legge; una legge che è molto importante, una legge definita da tutti "indispensabile" per recuperare e salvaguardare delle aree che sono state oggetto di devastazione dopo la tragica alluvione del 2000.
Oggi abbiamo una risposta ufficiale da parte dell'Assessore delegato che, in 2 anni, nessun comune non solo non ha approvato alcun piano di delocalizzazione ai sensi di questa legge, ma non ha neppure predisposto un'elaborazione primaria per addivenire poi all'approvazione di un piano; quindi, di fatto, i comuni che più hanno subito l'effetto dannoso e devastante delle acque, tipo Pollein, tipo Nus, tipo Donnas per citarne 3, ma non sono gli unici, o anche Pont-Saint-Martin, non abbiano ancora provveduto o a perimetrare le zone a rischio, quelle ad alta intensità e quelle a media intensità, o a farsi parte attiva e a definire un piano di delocalizzazione degli immobili distrutti. Eppure di immobili distrutti non ce ne sono stati pochi, ce ne sono stati veramente tanti, e questa legge - se andiamo a vedere un attimo gli interventi fatti in quest'aula - doveva essere veramente un qualcosa che procedeva "a tambur battente", senza vincoli, senza rigidità, senza burocrazia che inciampasse o facesse inciampare le varie iniziative o comunali, quindi degli enti pubblici, o dei privati che andavano a richiedere o avrebbero diritto di richiedere l'attenzione di una regione nei confronti delle case andate distrutte.
È pazzesco che la legge n. 11/2002 prevedeva un impegno di finanziamento di 3 milioni di euro nel triennio 2002-2004; mi pare di capire che neanche un euro è stato utilizzato a tal fine, né dagli enti pubblici, né - ancor peggio - dai privati. Abbiamo quindi una legge che di fatto è rimasta inattuata, che doveva permettere una grande discrezionalità da parte dei comuni di governare il territorio - e di governo del territorio se ne parla a più riprese in quest'aula -, una legge che doveva alleggerire il peso della burocrazia e non introdurre vincoli rigidi per l'accesso a questi finanziamenti da parte e dei comuni nella predisposizione dei piani e dei privati per delocalizzare e rilocalizzare le loro abitazioni; una legge che, purtroppo, è rimasta assolutamente inattuata! Quindi una fotografia grigia, cupa, come d'altronde è stata l'alluvione del 2000, e non dimentichiamo che secondo un censimento ricordato in quest'aula la Valle d'Aosta, negli ultimi 100 anni, ha subito ben 14 esondazioni.
Pensiamo che se di "governo del territorio" vogliamo occuparci, essendo una regione che ha anche una competenza primaria in materia, potremmo farlo con gli strumenti che adottiamo e dovremmo anche applicare. Direi che una tirata d'orecchie notevole bisogna farla senz'altro agli enti locali, i quali non hanno ancora provveduto ad attivarsi in questo senso, e credo che lei, Assessore, in quanto responsabile di questa materia, dovrebbe farlo presente con una certa energia ed efficacia ai vari sindaci, perché è anche penoso sapere che solo un abitante - lei ha detto di Chambave - ha fatto richiesta ai sensi della legge. I privati, qui, potrebbero venire in Regione, chiedere l'intervento di delocalizzazione qualora si segnali l'inerzia da parte del comune; un solo abitante di Chambave ha fatto richiesta ai sensi della legge n. 11 e un abitante di Perloz ha chiesto notizie sull'applicabilità di questa legge, però purtroppo il suo comune non ha ancora predisposto la cartografia. Io mi chiedo allora come si viene incontro ai cittadini che hanno accumulato questi danni; qui c'è l'ex sindaco di Perloz che potrebbe forse fare mente locale: il suo comune non ha predisposto la cartografia del territorio, ma ce ne sono anche altri di sindaci in quest'aula!
È con estremo rammarico e con gravi perplessità che noi apprendiamo queste informazioni sulla non applicazione della legge e chiediamo all'Assessore di farsi parte attiva; dopo un anno e mezzo che regge questo dicastero, diciamo che non solo dobbiamo stralciare i soldi dal capitolo di competenza, come è stato fatto recentemente con una variazione al bilancio - 582.000,00 euro che sono stati tolti e sui quali non abbiamo sentito una risposta convincente - ma soprattutto dobbiamo informare la popolazione dei diritti che abbiamo normato con una precisa legge regionale, purtroppo inattuata in tutte le sue parti.