Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 923 del 3 novembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 923/XII - Soppressione del servizio di continuità assistenziale in Comune di Cogne. (Interpellanze)

Interpellanza

Appreso che l'Amministrazione regionale e l'USL della Valle d'Aosta hanno deciso di chiudere definitivamente la Sede di Continuità Assistenziale di Cogne, con conseguente utilizzo, per gli abitanti della località turistica, della sede di Saint-Pierre;

Osservato che tale decisione è giustamente contestata dalla popolazione di Cogne, che ha inviato agli organi competenti una petizione sottoscritta da oltre 1000 cittadini;

Ritenuto che il provvedimento di chiusura appare del tutto inopportuno, togliendo un servizio di primaria importanza ad una comunità di montagna, disagiata geograficamente;

Creduto che non possa essere condivisa la scelta di alternativa fra l'apertura di una sede a Morgex e di un'altra a Cogne, visto che entrambe le comunità interessate necessitano del servizio di "guardia medica";

Sottolineato che è compito della pubblica amministrazione assicurare i servizi primari, specie quelli di natura sanitaria, a tutti i cittadini e ai turisti presenti nella nostra regione;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quali sono le ragioni che hanno determinato l'inopportuna soppressione del servizio di "guardia medica" a Cogne;

2) cosa pensa delle osservazioni critiche contenute nella petizione popolare consegnata alle autorità competenti dai cittadini di Cogne penalizzati dal provvedimento;

3) se non intenda rivedere le proprie posizioni, disponendo il mantenimento della Sede di Continuità Assistenziale a Cogne.

F.to: Curtaz - Riccarand

Interpellanza

Considerata la decisione che prevede la chiusura definitiva della sede di Continuità Assistenziale di Cogne, mediante l'utilizzo della sede di Saint-Pierre;

Evidenziata la disagiata posizione geografica della comunità di Cogne che vede nella sola strada regionale n. 47 l'unica via di comunicazione con il fondo valle e il suo alto indice di pericolosità per caduta massi e valanghe;

Considerato che la comunità di Cogne fa del turismo la propria attività principale ed è quindi indispensabile garantire alle molte migliaia di turisti presenti nella stagione invernale ed estiva un adeguato servizio di assistenza medica continuativa;

Preso atto della petizione contro la chiusura definitiva di tale sede presentata agli organi istituzionali in data 18/10/2004 per mano del Comitato per la Difesa del Mantenimento della sede di Continuità Assistenziale di Cogne;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per conoscere gli intendimenti risolutivi di tale grave problematica.

F.to: Lattanzi

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Direi che il fatto è noto, anche perché ne hanno parlato diffusamente gli organi di stampa. L'Amministrazione e l'USL della Valle d'Aosta avrebbero deciso di chiudere definitivamente la sede di continuità assistenziale di Cogne - dietro questo nome un po' burocratico vi è l'istituzione della cosiddetta "guardia medica" -, con conseguente utilizzo per gli abitanti di Cogne della sede di Saint-Pierre. Questo è il fatto che ha originato una protesta piuttosto dura e solidale da parte della popolazione di Cogne, la quale ha diffuso una petizione firmata da 1.040 residenti nella località. Un primo dato da sottolineare è quello di una presa di posizione molto condivisa ed è un fatto che mi fa piacere: non c'entra niente né l'Assessore Fosson, né la vicenda in sé ma, dopo le vicende note dell'omicidio del bambino a Cogne e delle conseguenze che ha avuto questo episodio sulla tenuta sociale della comunità, mi sembra che involontariamente l'USL e l'Amministrazione regionale abbiano contribuito a rinsaldare questa comunità, facendo prevalere lo spirito del Dr. Grappein rispetto a quello dell'Avvocato Taormina (tanto per parlare di personaggi noti).

La petizione contiene una serie di osservazioni che ad un lettore non esperto della materia, ma che cerca di essere sensibile sia alle problematiche della montagna, sia a quelle delle popolazioni che in montagna devono vivere, popolazioni disagiate dal punto di vista geografico... tali osservazioni appaiono piuttosto convincenti, perché vi sono delle argomentazioni di carattere politico generale che mi sembrano condivisibili, soprattutto laddove si sottolinea come, dal punto di vista politico generale, questa decisione sia in contraddizione con una politica dell'Amministrazione regionale che vorrebbe essere attenta al territorio, in particolare al territorio montano, attenta alle popolazioni che vivono in montagna. Aggiungerei: attenta all'offerta turistica, perché possiamo discutere - e lo facciamo spesso con l'Assessore competente - di servizi per i turisti, di qualità dell'offerta, auspicando che vi siano altri servizi di qualità per il cliente, ma il fatto che poi manchi la guardia medica mi sembra anche questa una contraddizione da sottolineare.

Con tutta umiltà, quindi, il nostro approccio a questa vicenda è quello di capire quali sono le ragioni che hanno indotto l'USL e la Giunta regionale ad assumere una decisione che appare a quasi tutti gli abitanti di Cogne - per non dire a tutti - non condivisibile. A questo proposito, voglio dire che non voglio entrare - l'ho anche scritto - nel "gioco" ... dell'alternativa Morgex-Cogne... perché mi sembra una questione mal posta: credo che, se ci deve essere un servizio che deve raggiungere tutte le popolazioni che hanno necessità di averlo, la pubblica amministrazione - uso tale accezione in senso lato - debba garantire le strutture, le risorse professionali, umane ed economiche per far arrivare il servizio laddove esso è necessario.

Credo di aver esaurito questa breve presentazione dell'interpellanza. Vorremmo capire dall'intervento dell'Assessore: "quali sono le ragioni che hanno determinato l'inopportuna soppressione del servizio di "guardia medica" a Cogne; cosa pensa delle osservazioni critiche..." - e anche piuttosto pesanti - "... contenute nella petizione popolare consegnata alle autorità competenti dai cittadini di Cogne..." e poi "se non intenda rivedere..." - alla luce di queste osservazioni e delle proteste - "... le proprie posizioni, disponendo il mantenimento della sede di continuità assistenziale a Cogne".

Ieri abbiamo ricevuto una lettera - e l'avrà ricevuta prima di noi l'Assessore - in cui si comunica un'ulteriore presa di posizione da parte di un gruppo di abitanti di Cogne: i rappresentanti dell'Associazione dei volontari del soccorso, i quali garantivano comunque un'attività forse essenziale per il trasporto dei malati attraverso un'ambulanza. Costoro si associano alla richiesta, in occasione dell'assemblea che hanno svolto il 26 ottobre 2004 hanno approvato un documento in cui esprimono il loro dissenso alla soppressione della guardia medica e comunicano di sospendere il servizio dei volontari del soccorso del "118" il giorno stesso in cui verrà chiusa definitivamente la sede di continuità assistenziale di Cogne. Direi quindi che anche questa presa di posizione così decisa, così rilevante sottolinea bene quale sia lo stato d'animo di una comunità che si sente privata di un servizio che, secondo le loro stesse affermazioni, durava ininterrottamente da circa 80 anni.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Le argomentazioni, evidentemente, sono comuni nella presentazione dell'interpellanza, cioè la preoccupazione espressa anche dagli abitanti di Cogne, oltre che dai firmatari anche da quelli che non hanno firmato - magari per motivi contingenti -, che condividono la preoccupazione della venuta meno di un servizio esistente su quel territorio da 80 anni. Volevo aggiungere una considerazione nella presentazione di tale iniziativa, anche perché, per quanto ci riguarda, la domanda è molto semplice: "quali sono gli intendimenti risolutivi della problematica", perché possiamo immaginare che l'Assessore abbia preso questa decisione avendo delle soluzioni alternative, che vorremmo conoscere per capire se Cogne può trarre da esse una soddisfazione alle proprie esigenze di continuità assistenziale e sanitaria.

La riflessione era tutta politica, mi permetto di aggiungerla a quelle che possono essere considerazioni meramente tecniche, perché il primo firmatario di questa petizione, che ha trascinato un po' tutti i cittadini che l'hanno sottoscritta, è l'ex Sindaco Ruffier, nonché adesso Presidente del "Centro Sviluppo", nonché autorevole esponente dell'"Union Valdôtaine", che si presuppone abbia approvato il programma sanitario dell'Assessore Fosson e anche che non solo lo condivida, ma lo sostenga.

Mi rendo conto che a distanza delle elezioni comunali, che si terranno la prossima primavera, possano nascere delle situazioni anomale in questo senso, però una critica così dura ad un programma di legislatura - che non credo si sia inventato l'Assessore Fosson - mi è parsa politicamente strana, perché se l'avessero sottoscritta dei semplici cittadini, uno potrebbe dedurne che vi è il malessere di una comunità, ma qui vi è anche un fatto politico, perché, oltre all'ex Sindaco Ruffier, nonché Presidente del "Centro Sviluppo", nonché autorevole esponente dell'"Union Valdôtaine", anche il Sindaco dell'"Union Valdôtaine" sottoscrive questa petizione. I casi allora sono due: o l'"Union Valdôtaine" ha perso una parte di comunità - e questo potrebbe essere anche ai nostri occhi un fatto positivo -, oppure su tale questione, che potrebbe sembrare un problema tecnico-sanitario di riorganizzazione del servizio sanitario sul territorio geografico della Valle d'Aosta, si sta innescando un'operazione politica.

Mi sono permesso, conoscendo la comunità di Cogne, di sollevare alcune perplessità rispetto a questa petizione, non tanto perché non ne condivida i contenuti - perché ho detto sinceramente che l'avrei sottoscritta (non ero però presente) e probabilmente l'avrebbe fatto anche l'Assessore, perché non è facile non sottoscrivere una petizione di questo tipo -, ma perché è evidente che su tale questione si sta innescando un gioco politico, sul quale ho espresso una serie di perplessità alla comunità di Cogne. Non vorrei che un fatto contingente pienamente condiviso venisse da qualcuno invece utilizzato "pro domo sua" in proiezioni comunali. Lo dico perché conosco la buona fede di chi ha firmato immaginando di vedersi privare di un servizio importante - pensate al cittadino che alle 3,00 del mattino ha un problema cardiocircolatorio e che non può immediatamente vedere soddisfatto il suo servizio di assistenza sanitaria immediata - e non vorrei che su questa "cosa" invece si "cavalcasse" una situazione anomala. Lo dico per il bene della comunità di Cogne, perché è condivisibile la battaglia per mantenere un servizio, non è condivisibile che questo servizio diventi il campo di battaglia di un'operazione politica che con Cogne ha poco a che vedere, perché ha più a che vedere con fatti personali. Vorrei che l'Assessore fosse tranquillizzante anche sotto tale punto di vista, perché mi aspetto che egli rappresenti non solo sé stesso e le decisioni che lui e la Giunta stanno prendendo, ma anche chi lo ha votato e il partito che lo ha votato per realizzare un programma di questo tipo.

Altra problematica: è veramente disdicevole che la questione sia stata posta in malo modo, perché è quanto mai sbagliato mettere comunità valdostane diverse contro per un singolo fatto, nel senso che è profondamente non condivisibile dire che la riorganizzazione - e quindi la soppressione di un servizio a Cogne - deve essere utilizzata per favorire un'altra comunità dell'alta Valle, cioè quella della Valdigne. Lo trovo profondamente sbagliato perché, pur essendo bacini geografici che si possono anche compensare, vi sono realtà ed esigenze sul territorio che si devono tenere in considerazione, perché se fosse solo il numero degli abitanti da tenere in considerazione, immagino che la Valle d'Aosta avrebbe poco da pretendere dallo Stato italiano, ma sappiamo che così non è. Trovo quindi la motivazione che la riorganizzazione debba andare a favore di una comunità più numerosa profondamente in contraddizione con quello che da sempre l'"Union Valdôtaine" sostiene e cioè che il particolarismo e il numero degli abitanti non è un criterio oggettivo.

Mi aspetto quindi dall'Assessore delle risposte che possano dare serenità alla comunità di Cogne, ma che chiariscano anche sotto l'aspetto politico se lui sta governando la sanità della Valle d'Aosta con l'appoggio politico della Giunta - questo mi pare ovvio -, ma anche della maggioranza non solo dei consiglieri regionali, ma anche dell'"Union Valdôtaine".

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Sicuramente è un'interpellanza giusta, anche perché il fatto è noto, però forse non è stato posto nei termini giusti e tecnicamente, se uno non studia l'argomento, può darsi che le sensazioni arrivino in modo strano e diverso. Non dico quindi di essere un esperto in materia, però in questi 6 mesi - perché la "cosa" non è improvvisa né è stata fatta per mettere una comunità contro l'altra - abbiamo ragionato, pertanto darò una risposta con tutta umiltà seguendo la logica da noi tenuta.

Questa interpellanza si presta ad un poco di demagogia dei fatti politici: "siamo sotto le elezioni comunali"... vorrei dire che, quando ci siamo prestati a riorganizzare la sanità insieme alla Giunta, non lo abbiamo fatto secondo il criterio - che può essere di qualcuno - di dare tutto a quelli che ci votavano e niente a quelli che non ci votavano, abbiamo cercato di seguire un criterio di equità. Di fronte a questi fatti che obbligano a una riorganizzazione, è necessario avere una responsabilità... che è di tutti, la Consigliera Squarzino l'altra volta diceva come su certi argomenti occorra governare insieme... non voglio richiedervi un'adesione su cose da noi proposte con un lavoro e con una logica, però è chiaro che queste scelte difficili si prestano a strumentalizzazioni che nessuno vorrebbe fare, ma che è tentato di fare.

Questa scelta di ottimizzare un rapporto non è e non sarà la prima: se vogliamo riorganizzare la Valle d'Aosta dovremo operare delle scelte in alcune cose, per cui forse in tale interpellanza vi dovrebbe essere la seguente domanda: "con premesse logiche si può cambiare qualcosa in Valle d'Aosta? Esistono interessi sovracomunali, indipendentemente da chi sia sindaco e dall'orientamento politico, che sono prioritari?".

Quando vogliamo riorganizzare... vorremmo dire due cose: in primo luogo ottimizzare non nel senso di mettere delle "bandierine" un po' dappertutto, perché è vero che siamo una realtà di montagna, ma è anche vero che una realtà di montagna esige qualità; per cui possiamo fare una medicazione con un giro di cerotto, oppure possiamo fare qualcosa di più. Con i mezzi di trasporto che abbiamo a disposizione, riteniamo di dover dare anche sul territorio dei servizi efficienti, non delle "bandierine", e in questo va tutto il nostro lavoro: non solo mio, ma della Giunta. Il punto di partenza è proprio questo: la continuità assistenziale di Cogne era la meno utilizzata di tutta la Valle d'Aosta, era un servizio così importante per la comunità di Cogne che veniva utilizzato 2 o 3 volte la settimana, ripeto: 2 o 3 volte la settimana! Attraverso questo tentativo di riorganizzarla, soprattutto vorremmo rendere la sanità più equa, perché non è giusto dare a 16.500 abitanti lo stesso servizio che da un'altra parte viene dato a 1.400 abitanti, cioè la sproporzione è evidente! Questo da cosa è partito? È un fatto conosciuto da 7-8 anni, ma il tutto è partito da una lettera inviatami nel mese di ottobre 2003 dal servizio della Direzione del "118", che mi segnalava una distribuzione anomala della guardia medica dell'alta Valle, cioè tale guardia medica aveva 2 postazioni: una a Saint-Pierre che serve Saint-Pierre, Val di Rhêmes, Valgrisenche, Valsavarenche, Pré-Saint-Didier, La Salle, Morgex, Courmayeur, La Thuile: 16.500 abitanti; un'altra che serve Cogne: 1.400 abitanti. La guardia medica di Saint-Pierre viene chiamata con una media... e io parlo di medie prima di questo periodo, perché è chiaro che nell'ultimo periodo si è avuto un aumento enorme delle chiamate della continuità assistenziale di Cogne; prima, quando non eravamo in "tempi sospetti", la guardia medica di Saint-Pierre usciva 6-7 volte per notte e quella di Cogne 2-3 volte la settimana. È da questa osservazione che siamo partiti, perché la continuità assistenziale di Cogne era la meno utilizzata di tutta la Valle d'Aosta.

I chilometri di percorrenza da Saint-Pierre a La Thuile sono 36, da Saint-Pierre a Cogne sono 20. Mi si parla di una realtà turistica di Cogne, avete ragione, ma mi sembra che la realtà turistica di La Thuile o di Courmayeur sia una realtà maggiore. Mi si dice che la strada è la peggiore, questa è una motivazione che può essere accettata, però l'analisi che studia tale "discorso" è del 1996, dopodiché sulla strada di Cogne sono stati spesi tanti soldi, avete visto ieri che è stata chiusa la strada di Gressoney, non quella di Cogne...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... nel senso che anche le altre strade presentano un pericolo, poi esiste l'elicottero, fra un anno avremo il trenino, cioè sarà il comune della Valle d'Aosta raggiungibile in auto, in treno e in elicottero, quindi sarà il più servito. Proprio per questa situazione di Cogne e della strada, abbiamo "percorso" tutto un itinerario con il sindaco e il comune, itinerario che prevedeva dei servizi sostitutivi. Il servizio sostitutivo che era previsto - e ve lo spiegherò dopo - si chiamava "MediCogne" e poteva consentire un aumento di qualità del servizio sanitario di Cogne - ricordatevi che il servizio di continuità assistenziale a Cogne veniva richiesto 2 volte la settimana -; per cui il nostro progetto non è la chiusura del servizio di continuità assistenziale a Cogne, ma è lo spostamento dello stesso da Cogne a Saint-Pierre e da Saint-Pierre a Morgex: la Valle d'Aosta veniva divisa in 2 gruppi di circa 8.000 abitanti l'uno, il servizio diventava più equo, tutti i cittadini avevano lo stesso servizio.

Permettetemi però di precisare cos'è la continuità assistenziale, perché l'evoluzione di questo servizio nel tempo è stata notevole. Da un decreto ministeriale del 2000 la continuità assistenziale non ha più alcuna funzione di emergenza, in varie regioni - e noi lo prevediamo nel nostro Piano sanitario - la continuità assistenziale è un servizio territoriale, è la continuità assistenziale con il medico di famiglia, cioè il medico di famiglia che non fa più servizio dalle 8,00 di sera alle 8,00 del mattino e il sabato e la domenica. Mi permetto poi di dire che la continuità assistenziale è stata penalizzata dagli ultimi contratti, perché prima aveva un accesso prioritario alle graduatorie del medico di famiglia: quando facevo la guardia medica, avevo dei punteggi per diventare il medico di famiglia, con il nuovo contratto le 2 strade sono state separate completamente, per cui chi fa la continuità assistenziale non ha un accesso privilegiato per essere il medico di famiglia. Su questa ultima figura farei solo un appunto: l'anomalia di Cogne è proprio quella che 2 dei 3 medici in funzione nella comunità di Cogne non sono residenti lì; con il prossimo contratto nazionale e con il contratto regionale si imporrà la residenza a Cogne, perché si tratta di un servizio da avere in sede. Lei ha parlato del Dr. Grappein, io parlerei del Dr. Merlot, tradizione di un medico presente lì che risolveva tutte le situazioni medicali che si presentavano in quella regione.

La continuità assistenziale pertanto non serve all'emergenza, ma a dare continuità al servizio del medico di famiglia; questo, anche per i motivi contrattuali che vi ho detto, rende poco appetibile fare la guardia medica. Il 70% dei medici che vengono a fare continuità assistenziale in Valle arriva da lontano, fa diversi turni, lo scorso anno 35-36 turni di 12 ore nello stesso mese. Fra l'altro, non vi è rapporto fra il medico di famiglia e chi fa la continuità assistenziale; ecco perché - a mio avviso molto giustamente - il Ministro Sirchia, nell'ultimo incontro di presentazione del nuovo accordo con i medici di famiglia, ha proposto che la continuità assistenziale tornasse nelle mani del medico di famiglia e, quando noi gli abbiamo chiesto se si sarebbe ritornati al vecchio medico condotto, ha risposto che si deve responsabilizzare i medici di famiglia, è questa la grande "cosa" che dobbiamo "giocare" nella nostra realtà. Lui invita - e noi abbiamo già iniziato - a promuovere la medicina di gruppo, le cooperative, infatti adesso nell'alta Valle è nato un associazionismo fra medici, perché il contratto prevede che alla continuità assistenziale possano accedere i medici di famiglia. Il medico di famiglia formando lui delle cooperative dovrà prevedere nel suo gruppo una continuità assistenziale, il medico di famiglia ha un contatto sul territorio... per cui noi andiamo in questo senso. Apro solo una parentesi: il medico di famiglia che attualmente non è residente a Cogne deve essere disponibile, come da contratto nazionale, il sabato mattina dalle 8,00 alle 10,00 e, se viene chiamato, deve andare: non si può pensare a un servizio sostitutivo di un servizio non effettuato... questa è la grossa anomalia.

Ho fatto questo discorso per la continuità assistenziale perché voi mi dite: "siamo in un paese ricco, mettiamo una postazione in più, cosa contano i numeri!". Giusto, però purtroppo noi non troviamo medici per la continuità assistenziale: il 70-75% dei medici che fanno continuità assistenziale vengono da lontano e questo nonostante gli importanti incentivi regionali; dal punto di vista contrattuale, tali figure non si trovano. Sapete quanti turni scoperti di continuità assistenziale abbiamo avuto lo scorso anno perché il medico deve venire da lontano, si ammala e non viene? Ecco perché non si può fare una terza continuità assistenziale, sarebbe ovvio... avrei dei discorsi sulla qualità, perché preferirei sicuramente che in un paese di montagna vi fosse il medico di famiglia che mi garantisce una reperibilità la notte, il sabato e la domenica, perché mi dà una qualità maggiore, ma non potendo fare questo... non si riescono a trovare degli altri medici per la continuità assistenziale. I Valdostani, che "fanno specialità" per entrare in Ospedale, durante la settimana lavorano, per cui danno disponibilità per la continuità assistenziale solo il sabato e la domenica; gli altri medici per i discorsi contrattuali sopraesposti non vogliono entrare in tale circuito della continuità assistenziale, per cui in questo momento non riusciamo a coprire i turni. Gaby, ad esempio, che è una delle sedi di continuità assistenziale, è stata 10 giorni senza un turno perché non vi era un medico.

Volevo solo rispondere ad un'osservazione giusta fatta dal Consigliere Lattanzi, che ha detto: "non era il caso mettere contro delle comunità". Lei ha previsto che vi fosse un itinerario politico in questo, su cui non vorrei addentrarmi, però volevo descrivere l'itinerario che è stato fatto: quando ho ricevuto questa lettera ad ottobre dello scorso anno, non siamo "partiti" subito, ma abbiamo convocato l'attuale sindaco, ne abbiamo parlato; ho convocato i medici di famiglia per sapere se erano disposti con un incentivo a fare questo... mi hanno risposto: "assolutamente no, per questo e per quest'altro motivo". Non solo, abbiamo fatto un "passaggio" - vi è il verbale che lo attesta - con la Comunità montana del Grand Paradis a Villeneuve, dove si è discusso di tutto questo ed è stata offerta a Cogne la possibilità di fare quello che succede fra Antey e Cervinia, cioè di posizionare la continuità assistenziale a Saint-Pierre 5 giorni la settimana e i giorni festivi a Cogne, come avviene fra Antey e Cervinia. Cervinia non ha continuità assistenziale durante la settimana, ce l'ha solo il sabato e la domenica; questo è stato rifiutato, ci è stato detto: "no, noi la continuità assistenziale la vogliamo sempre". Siamo andati avanti, avevamo previsto un servizio sperimentale - da discutere quindi - che si chiama "MediCogne"; questo servizio andava proprio nell'ottica di dare qualcosa in più ai comuni e prevedeva l'assunzione di 3 medici, di cui uno addirittura di Cogne, uno specializzando di Torino che avrebbe lavorato a Cogne e avrebbe garantito la reperibilità nel periodo di neve, di turismo - fra l'altro, vi è anche la guardia turistica d'estate che è un'altra figura medica -, comunque questo servizio prevedeva 3 medici pagati da noi che facevano 3 giorni di reperibilità e un'attività di piccolo ambulatorio, cosa che non esiste perché la continuità assistenziale - ripeto - continua a fare quello che fa il medico di famiglia. Tutto questo non è stato discusso, perché questa raccolta di firme è partita indipendentemente da noi, è stato detto a me e all'azienda riunita con il Consiglio comunale di Cogne che era meglio sperimentare questo servizio di "MediCogne" in altre zone per vedere come andava. È partita questa raccolta di firme, che avrà delle implicazioni politiche che non riesco a vedere... ma avviene durante tutto un itinerario che si era percorso. Era chiaro che l'abitante di Cogne avrebbe firmato... la mia considerazione è che, di fronte a un problema che è sì di Cogne, ma anche della Valle d'Aosta, si può ragionare in altri termini, perché se continuiamo a ragionare solo nel termine del mio "campanile", forse non sappiamo fare qualche passo avanti. È vero che molti si sono dissociati da queste firme e ci hanno telefonato per dare la loro solidarietà; mi permetto di dire - e lo giudicherà anche lei - che attraverso queste motivazioni, alcune giuste, vi erano riferimenti a filosofi, cioè mi sono sembrate perfino eccessive, però non credo che la sanità in Valle venga "distribuita" attraverso raccolte di firme, cioè che non venga dato un presidio a chi raccoglie più firme... altrimenti giustamente i sindaci di altre zone sono stati molto più responsabili... non si può dare a chi raccoglie firme, è vero che è un segno di unità del paese, ma unità per cosa? Perché mi vogliono portare via una parte di "qualcosa" e rendere il servizio più equo?

Per quanto riguarda il vicesindaco - che sta facendo la sua campagna, ed è anche Presidente dei volontari del "118" -, che mi ha detto: "se ci togli la guardia medica, non facciamo più servizio di emergenza", preciso che il "118" è tutto un altro "piano": quello è un servizio di emergenza. Egli ci ha minacciato affermando che, se gli togliamo la guardia medica, lui toglierà il servizio di emergenza; ora, io non so cosa volesse dire, ma tutti i centri di volontari del "118" firmano una convenzione con la federazione con cui si rendono disponibili a fare un servizio. Cosa voglia dire lui con "se mi togli la guardia medica, non faccio più servizio di emergenza"... mi lascia perplesso, perché dal punto di vista del volontariato del "118" che è disponibile a trasporti... porsi in una posizione di questo genere non mi sembra giusto.

Mi permetto di fare ancora solo due considerazioni, che sono quelle per cui avevo chiesto non dico un consenso, ma un governare insieme. In Valle d'Aosta vi sono due logiche: una logica della maggior parte dei sindaci, la Giunta ha appena ricevuto i Sindaci della "Plaine" che parlano di viabilità e di trasporti non in un'ottica del proprio comune e la logica di altri sindaci, con a capofila il mitico Sig. Ruffier, che dice: "no, tutto a Cogne". Credo che, per promuovere Cogne, la Val d'Ayas o La Thuile, prima bisogna promuovere la Valle d'Aosta, altrimenti possiamo richiedere tanti servizi, come è stato fatto a Cogne, ma poi non li riusciamo a gestire. Togliere non è sempre facile; l'altra volta, quando parlavamo di personale infermieristico, il Consigliere Frassy mi diceva che si doveva togliere del personale ad alcuni primari - ed ha ragione in un certo senso -, ma questi ultimi non sono contenti, magari sono anche Unionisti... però obiettivamente bisogna ridistribuire la cosa... oppure no? Qui non si tratta di togliere, ma di cercare di cambiare per rendere più equo un servizio, pensando sicuramente alle difficoltà che questo paese può incontrare; però non è ristabilendo lì una continuità assistenziale - che veniva utilizzata 2 volte alla settimana - e rinunciando ad un servizio come "MediCogne", che gli dava, dal punto di vista qualitativo, molto di più... non penalizziamo nessun cittadino. Come agiremo? Non è nostra intenzione fare battaglie "testa contro testa", perché non servono a niente, cerchiamo invece di ragionare e mi sembra importante un passaggio in questo caso: dobbiamo rivedere non solo il problema della continuità assistenziale, pensate a cosa sono le microcomunità per anziani, sta emergendo il discorso che i numeri devono essere cambiati, che la qualità deve essere cambiata, quindi che qualche microcomunità deve chiudere e qualcun'altra deve essere aumentata di numero, ma chi lo deve decidere: io? No, noi possiamo dare i nostri indirizzi e i soldi, però non siamo noi a dover decidere se farla a La Thuile o a Pré-Saint-Didier. Così i consultori: vi sono dei consultori che sono aperti una volta la settimana, bisognerà chiuderne qualcuno e aprire l'altro... non si può aprire un consultorio per un giorno la settimana in tutti i comuni. In questa riorganizzazione, che vogliamo fare in termini seri, penso che il CELVA, con cui collaboriamo, sia un "passaggio" fondamentale, affinché il gruppo di sindaci si esprimano su scelte e su localizzazioni sanitarie, perché crediamo che tutti i cittadini, non solo quelli di Cogne, abbiano diritto a un servizio; per cui siano loro, che conoscono il territorio meglio di noi, ad indicarci dove posizionare un servizio. In conclusione credo sia necessario riorganizzare i presidi sanitari e la sanità e riorganizzare non per togliere, ma per ottimizzare e non togliere per dire: "a te non lo do più", ma per dire: "te lo darò magari da un'altra parte, ma ti do un servizio migliore". Questo è un procedimento non facile, che si presta a diverse influenze e a diverse possibilità di intervento, però richiede da parte di tutti una responsabilità maggiore.

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Ho apprezzato lo sforzo dell'Assessore nell'argomentare questa decisione ma, per quanto mi riguarda, non mi è sembrato molto convincente e cercherò di spiegarlo... l'Assessore ha impiegato una buona parte del suo tempo a cercare di dimostrare che tale decisione si basa su valutazioni tecnico-organizzative; questo tipo di discorso svia l'oggetto della nostra iniziativa perché, a nostro giudizio, si tratta di esaminare tale vicenda da un punto di vista politico. Non mi riferisco alla "politichetta", a cui si è fatto cenno con riferimento alle elezioni del 2005, tutte cose di cui non mi può importare di meno e che personalmente penso abbiano poco a che fare con questa vicenda; capisco di più il fatto che, di fronte a una petizione in cui il cittadino viene chiamato a dire la sua sulla soppressione di un servizio che ha da 80 anni, questi manifesti la propria protesta indipendentemente da chi è in quel momento Assessore...

(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... non voglio neanche addentrarmi su questo, perché sono questioni vostre, tenetevele all'interno del vostro partito, me ne sto volentieri fuori! Il problema è politico sotto due profili: un profilo generale, e qui riprendo quello che ho detto nella mia introduzione, ovvero questa Regione fa degli sforzi per garantire certi servizi in montagna, per mettere le persone in condizione di vivere in media montagna, nelle zone più disagiate, e in alta montagna. Qui i riferimenti sono facili, pensiamo agli esempi della scuola o dell'agricoltura: abbiamo tutta una serie di incentivazioni di carattere economico-finanziario e sociale per permettere che la gente resti in montagna. La decisione su Cogne, che l'Assessore lo voglia o no, è in totale controtendenza rispetto a questa esigenza, e si fa scudo con lo "slogan" dell'ottimizzazione. Vengo al caso specifico. Capisco il discorso dell'Assessore quando dice: "noi abbiamo due risorse e quindi non va bene impiegare una risorsa per 16 mila persone e un'altra risorsa per 1.400 persone", però il problema non è di distribuire due risorse in questo modo; il problema, probabilmente, è di istituire una terza risorsa...

(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... non si può? È che non si vuole politicamente adottare le misure che consentano... non si può probabilmente con la normativa attuale, perché sono state fatte scelte certe politiche inerenti a questo servizio, ma nulla vieta che tale servizio venga riorganizzato in maniera diversa e che venga aggiunta una risorsa.

Non ho altro da dire, se non che le giustificazioni addotte possono essere anche teoricamente valide sotto certi profili; ad esempio, accolgo volentieri l'appello di un Assessore che invita a superare il "campanilismo", ma non vorrei vi fosse un duplice atteggiamento, nell'incentivare queste cose quando fa comodo..., scaricando invece al CELVA le decisioni, che peraltro non competono a questo organismo. Il Consorzio degli Enti locali potrà pure dare dei suggerimenti e fare delle proposte, ma mi sembra che la responsabilità politica di una decisione del genere sia tutta dell'Amministrazione regionale! Accolgo quindi con perplessità le argomentazioni, a mio giudizio non convincenti, che l'Assessore ha dato. Prendiamo atto che su questa posizione l'Assessore è allo stato abbastanza rigido, avendo indicato che vi sarà comunque il confronto per verificare se vi sono soluzioni. Mi pare però, visto lo stato di cose, che le posizioni ad oggi - forse è auspicabile una minore rigidità da parte di tutti - siano lontane. Forse altri più di me saprebbero dire come le soluzioni prospettate non sono ritenute adeguate dalla comunità di Cogne; certo che dietro la sperimentalità di un progetto vi è l'incertezza, vi è l'esito non scontato dell'esperimento, quindi soluzioni non definitive potrebbero sembrare una parentesi per "tacconare" un'assenza di servizio, per poi abbandonarla definitivamente. Credo siano queste le ragioni che hanno indotto la comunità di Cogne a dire: "no, se molliamo su questo punto fra tre anni siamo di nuovo a "zero" e avremo fatto sulla nostra "pelle" un esperimento che non ha risolto i problemi". Domando all'Assessore su questa vicenda una minore rigidità, chiedo di attivarsi affinché, laddove necessario, siano predisposti gli strumenti normativi adeguati, affinché vengano messe a disposizione delle collettività delle maggiori risorse.

Mi sembra poco convincente il discorso che non si trovano persone disponibili a fare questo servizio, perché è fatto notorio che l'Italia pullula di medici disoccupati; sulla proposta sperimentale vi erano addirittura tre medici disponibili ad attivarsi. Credo, in definitiva, sia compito dell'Assessore cercare una soluzione di carattere normativo e professionale, affinché si possa rispondere ad un'esigenza che non è solo della comunità di Cogne, perché oggi stiamo decidendo per Cogne ma, per quanto ci riguarda, diremmo le stesse cose se la comunità interessata fosse quella di Gressoney, o di Valtournenche, o di La Thuile. L'importante è garantire ai cittadini valdostani, proprio per quella equità da lei evocata all'inizio del suo intervento, una qualità dei servizi primari che sia ugualmente beneficiabile da parte di tutti i cittadini.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Mi dispiace che il Consiglio non segua con attenzione questa vicenda e le spiego perché: credo che, malgrado la propria intenzione, l'Assessore Fosson stia diventando, inconsapevolmente, il protagonista di un momento importante della politica valdostana e lo dico perché io sono qui dal 1998 e più di una volta, parlando di bilanci, di capitoli di spesa, di scelte di priorità, la nostra parte politica aveva sollevato la questione che prima o poi la "coperta" sarebbe diventata corta e che prima o poi sarebbe arrivato il momento delle scelte. Credo che, suo malgrado, l'Assessore Fosson oggi "paghi lo scotto" di essere il primo a dover operare questa scelta; anche se devo dire che è imbarazzante, altresì in un certo modo strano, dover discutere una vicenda che solleva sostanzialmente due tematiche: la prima, quella di una ragionevole ottimizzazione di un servizio, che ha tutta una sua logica assolutamente razionale - e, per certi versi, anche condivisibile - se si ragiona come cittadino della Valle d'Aosta, perché non ha grande incoerenza... sentir parlare del fatto che, dovendo scegliere, si debba garantire al più alto numero di cittadini valdostani il miglior servizio, quello più ottimale... credo che su questo ogni consigliere non abbia alcun "imbarazzo", però contestualmente l'"emozione" nasce dal fastidio di dover fare delle scelte che, in un certo modo, diventano quasi incoerenti con lo stesso modello di società che noi ci siamo costruiti, anzi mi permetto di dire che "voi" ci avete costruito. Perché, quando sento parlare della logica della razionalizzazione rispetto ai numeri, è il tracollo di un'ideologia: quella che avete sostenuto per 40 anni, cioè che una "minoranza di numeri" di popolazione non doveva essere strettamente "legata" alla quantità di denaro consegnata; per cui stride sentir dire per la prima volta: "vi è la necessità di fare delle scelte geografiche per bacino d'utenza", ma non stride perché lo faccio io, che sono della "Casa delle Libertà", perché il mio Ministro qualcosa ha detto in questi tempi - e fa bene l'Assessore Fosson a citarlo -, ma vi è un aspetto che lo differenzia da lei, Assessore: il Ministro Sirchia deve fare i conti con un bilancio italiano della sanità in rosso, che chiude con spaventosi "baratri" di assenza di denaro, cosa che a lei non è... o non è stato fino ad oggi... e non è stato fino ad oggi... noi spendiamo per la sanità più di qualunque altra regione di Italia, noi riceviamo dallo Stato per la sanità, l'assistenza sociale più di chiunque in Italia, pro capite, eppure oggi siamo qui con la "coperta" che è diventata troppo corta. Io allora mi permetto di fare tre riflessioni sulle tre questioni che ho percepito essere emerse: la prima, una situazione esclusivamente pragmatica, si parla di continuità assistenziale che deve far posto ad un nuovo modello di assistenza sanitaria sul territorio, un medico di famiglia che torna ad essere importante e una soluzione sperimentale che è stata proposta e non accettata del "MediCogne". Io allora mi permetto - non di entrare nel merito di tale tecnicità, perché non ne sono all'altezza - di dire che, se questo è il tema, come minimo lei ha sbagliato a comunicare, perché se 1.000 persone - e io invece lo sottolineo - strumentalizzate politicamente - e non da "politichetta", ma da politica pesante - vanno a firmare in buona fede... la previsione di un'assenza di servizio... il percepito è che, chiuso il centro assistenziale sanitario, vi è un'assenza di servizio. Assessore, se così non è, lei ha sbagliato a comunicare e allora vada a parlare con la comunità di Cogne, tolga di mezzo gli "avvoltoi" della politica! Parli con la comunità e spieghi che razionalizzare il sistema sanitario in Valle d'Aosta non significa far venire meno il servizio, perché questo non è stato percepito. Qui vi è un problema di comunicazione, siete bravi a fare, come l'USL, delle grandi conferenze stampa, scrivete giornali, fate di tutto per comunicare e poi, quando vi sono delle decisioni importanti... mi permetta di suggerirle una comunicazione maggiore.

Secondo aspetto: se inizia la logica dei bacini di utenza... attenzione a come ci comportiamo, perché allora questo vale per tutto: per l'agricoltura, per il Casinò, per il turismo, per gli investimenti per quanto riguarda l'industria; attenzione a questa logica, perché vale per la nostra autonomia.

Terzo aspetto: lei non è stato poco convincente, lei è stato incoerente, totalmente incoerente! Non per colpa sua, ma perché lei lì rappresenta un movimento politico - e un programma politico - che non aveva detto queste cose quando si è candidato, anzi avete sostenuto: "vota "Union" che, diventando più grandi noi, sarete più sentiti voi". Questa è l'incoerenza politica, non mi citi il Ministro Sirchia, perché il Ministro dice le stesse cose che dice lei, ma da un punto di vista totalmente, politicamente, diverso; "mi consenta!" direbbe qualcun altro. Stiamo entrando in una fase nuova della politica; è da 10 anni che noi stiamo dicendo che saremmo entrati prima o poi nella fase della "coperta corta" e delle scelte delle priorità.

In una società, quella del nord, e in maniera più puntuale quella della Valle d'Aosta, che sta invecchiando più degli altri, fortunatamente, che ha un'età media più elevata degli altri e che ha delle necessità forti... vi sono due cose a cui la popolazione italiana e valdostana non vuole rinunciare, non vi sono abbassamenti e tagli di tassi che tengano: l'assistenza sanitaria e l'assistenza sociale per gli anziani e per i bambini, scuole nido per le donne che vanno a lavorare. Vi sono delle priorità nella società che bisogna saper cogliere oggi, perché i soldi non bastano più e in futuro saranno ancora meno!

Bisogna dare una risposta agli abitanti di Cogne, non gli si può dire: "io ti mando l'assistenza da Saint-Pierre", perché non è una risposta! Ci vuole un programma che possa permettere ai cittadini della montagna... e il Senatore Rollandin, venerdì, in quel bellissimo convegno sulla montagna si è "riempito la bocca" un'ennesima volta dicendo che la comunità di montagna ha bisogno assolutamente che non vengano minacciati i servizi: dalle poste alle assicurazioni, dalle banche ai servizi primari, dall'assistenza agli anziani all'assistenza ai bambini e, guarda caso, ha citato - non so se vi siete parlati - l'assistenza sanitaria, che non può venire meno nelle valli! Bisogna allora fare una scelta di programma, è chiaro che questo magari poi significa tagliare qualche consulenza, che a "Finaosta" 1.000 miliardi non si tengono per fare gli "affari propri", ma si mettono a disposizione della comunità; che le consulenze per il Casinò - e spendere centinaia di miliardi per avere consulenti che ci dicono che il Casinò deve essere rilanciato - non si fanno più! Assessore, significa che in Giunta bisogna battersi per quelli che si considerano dei valori assoluti, cosa che il suo partito non sta facendo, tutto per tutti non c'è più! Non si possono avere liste di centinaia di geometri che aspettano di poter avere una consulenza per poter vivere nella nostra Regione! Perché questa è la logica dell'assistenzialismo che voi avete generato e che oggi permette alla gente di non accettare queste riforme, perché vi sono valori su cui la gente non è disposta a fare economia! La sanità, gli anziani e i bambini sono intoccabili! Certo, in una Regione che spende 4.000 miliardi delle vecchie lire per 120.000 abitanti è un insulto fare questa discussione oggi in Consiglio, perché se vi fosse una scelta coerente, politica: di politica a favore della montagna, noi non staremmo discutendo di questo: "o" La Thuile "o" Cogne. "E" La Thuile "e" Cogne, Antey, Cervinia, perché noi scegliamo un modello di sviluppo... ma voi volete scegliere un modello di sviluppo montano che però dia soldi anche a tutte le industrie che vengono a venderci qualcosa... che fallisce regolarmente, un modello di assistenzialismo elettorale per cui tutte le consulenze che voi portate avanti servono per "portare a casa" i voti. La festa è finita Signori!

Stamattina abbiamo parlato di corsi di formazione, Fondo sociale europeo; la "festa" sta finendo anche su quello! L'"ammortizzatore sociale mascherato" è finito! Dovete fare un modello di sviluppo economico sostenibile in montagna! Questa è l'incoerenza Assessore, lei non è fuori tema, lei è perfettamente in tema con quello che succede in Europa, in Italia, però è nel partito sbagliato, mi consenta! Perché dice delle cose che sono fuori dalla logica del suo partito, che è l'assistenzialismo elettorale! Qui non vi è nessuna scelta, ha ragione lei: questa non è una scelta di assistenzialismo elettorale, anzi è una scelta che la penalizza pure sotto l'aspetto elettorale, ma è una scelta! Il problema è che forse prima di tagliare alla sanità avremmo dovuto guardare nei "portafogli" dei suoi Assessori e vedere se vi erano dei soldi da tirar via, e ve ne sono! Basta andare a vedere il conto alle Finanze, basta andar a vedere quello dei Lavori pubblici, dove facciamo chilometri di strade inutili! Cementifichiamo mezza Valle d'Aosta inutilmente, sono vent'anni che non si fanno le grandi opere, ma di piccole quante ne abbiamo fatte! Ne abbiamo fatte per centinaia di miliardi e poi non abbiamo i soldi per tenere in piedi 2 medici a Cogne, 2 ad Antey e 1 a Cervinia? Ma state scherzando!

Lei è solo in una battaglia che ha già perso, perché non ha l'"esercito" dietro questa politica! Lei non ha una squadra dietro tale politica! Io non so come il Presidente abbia potuto permettere una situazione di disequilibrio di questo tipo, perché egli dovrebbe essere garante di un programma; non mi sembrava che nel vostro programma alla parola "sanità" vi fosse: "razionalizzazione dei servizi sanitari territoriali di montagna"! Non mi è sembrato di vederlo, perché "con il cavolo" che a Cogne prendevate i voti!

La "coperta", purtroppo, è corta, addirittura si sta sfilacciando e sta finendo! Noi diciamo da mesi ormai che dobbiamo saper fare delle scelte di investimento strategico, di assistenza strategica, che sostengano un progetto di sviluppo della montagna coerente! Lei è nel posto sbagliato e al momento sbagliato, ma a Cogne lei deve dare una risposta, che sia "MedCon" o qualche cosa... lassù da soli di notte non si può stare... con 8.000 persone! Se a un bambino viene una crisi asmatica, si deve chiamare l'elicottero, ma di notte l'elicottero non viene, Assessore!