Oggetto del Consiglio n. 922 del 3 novembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 922/XII - Affidamento a enti privati dell'organizzazione di corsi di formazione professionale da parte dell'Agenzia del lavoro. (Interrogazione e interpellanza)
Interrogazione
Premesso che:
- l'Agenzia del lavoro avrebbe organizzato dei corsi di formazione professionale che ricalcherebbero gli indirizzi di corsi svolti all'ISIP;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
Il Presidente della Regione e l'Assessore delegato per conoscere:
1. se quanto riportato in premessa corrisponda a realtà e, in caso affermativo, quale ne siano le ragioni e qual è l'impegno finanziario di tale iniziativa;
2. quali riflessi determineranno tali corsi sull'ISIP.
F.to: Frassy
Interpellanza
Vista la Delibera di Giunta n. 3392 del 4 ottobre 2004 con cui vengono approvati i progetti relativi alla realizzazione di percorsi di formazione professionali sperimentali per l'assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione per il triennio 2004/2007;
Preso atto delle osservazioni critiche esplicitate dai docenti dell'ISIP di Aosta circa la scelta del governo regionale di affidare a soli enti privati di formazione professionale l'incarico di svolgere tali corsi professionali sperimentali;
Preso atto altresì del Comunicato Stampa delle Organizzazioni sindacali della Scuola nel quale viene dichiarato lo stato di agitazione dei docenti dell'istruzione professionale della Regione, in attesa di avere risposte circa la problematica sollevata dai docenti dell'ISIP;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Giunta, l'Assessore alle Attività Produttive e l'Assessore all'Istruzione per sapere:
1) quali decisioni intendono prendere per rispondere alle osservazioni e preoccupazioni espresse dai docenti.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - In questi giorni gli organi di stampa si sono soffermati su un episodio riguardante corsi di formazione professionale, leggo un titolo a caso, ma ce ne sono tanti analoghi: "In palese concorrenza con quelli della scuola pubblica", vi è un disappunto da parte dei docenti dell'Istituto d'istruzione professionale di Aosta che denunciano un grave attacco alla scuola pubblica, mettendo in luce una questione che il nostro gruppo nel 2003 ha affrontato a più riprese. Mi riferisco, all'indomani della "riforma Moratti", al momento in cui sorge l'esigenza di dare corpo al diritto-dovere dell'istruzione e formazione: in quel contesto il Ministero fa delle proposte alle regioni per attivare in modo sperimentale alcuni corsi di integrazione, tra istruzione e formazione professionale. Vi è un "taglio" nuovo che costringe a ripensare in modo diverso tutta la formazione professionale e il sistema dell'intera formazione professionale e il collegamento con l'istruzione.
Ricordo chiaramente che nell'ottobre 2003 la Giunta ha approvato le proposte di un protocollo d'intesa, fra gli Assessorati regionali e il Ministero del lavoro, in cui si afferma che, in attesa che vengano definite per decreto legge le linee dell'intero sistema di istruzione superiore e formazione professionale, si parte con corsi sperimentali. La Regione firma questo accordo. Ricordo tra parentesi che noi avevamo sollevato questioni di non opportunità da parte della Regione di firmare un accordo con il Ministero per farsi dire dal Ministero come doveva essere la formazione professionale quando noi siamo autonomi in tale settore. Comunque, al di là di questo particolare, viene concordato tra la Regione e il Ministero che bisogna attivare dei "percorsi sperimentali di formazione professionale integrati con il sistema dell'istruzione, oppure percorsi di istruzione integrati con il sistema della formazione professionale". All'interno della deliberazione vi è anche un accordo molto importante fra l'Agenzia del lavoro e la Sovrintendenza agli studi, proprio per attuare questo diritto-dovere all'istruzione in cui l'obiettivo principale è realizzare azioni sperimentali condivise, insieme alla costituzione di presidi organizzativi per coordinare e monitorare le sperimentazioni.
Vi è quindi un contesto molto interessante da costruire, tanto che per un anno questi studi vengono fatti sia dalle scuole, sia dai gruppi tecnici attivati per giungere a delle conclusioni; per un anno quasi i gruppi studiano, tant'è vero che in Valle d'Aosta questi modelli sperimentali partono un anno dopo, non nel 2003-2004, ma nel 2004-2005. L'accordo tra Sovraintendenza ed Agenzia del lavoro è il primo accordo importante con cui confrontarci, la prima "pietra miliare". Vi è una seconda "pietra miliare", un altro accordo importante con cui confrontarci: l'accordo fra i sindacati scuola e l'Assessorato della pubblica istruzione in cui le parti si impegnano reciprocamente , prima di qualunque decisione, ad esaminare insieme i problemi riguardanti il recepimento o meno della "riforma Moratti". Ricordiamoci che questi modelli sperimentali di integrazione fra formazione professionale e istruzione sono un modello sperimentale di attuazione di quella parte della "riforma Moratti" che parla del diritto-dovere di istruzione e formazione.
Nel 2004 partono questi primi corsi sperimentali e partono privilegiando un aspetto solo: quello della formazione. Delle due tipologie di modelli che erano stati previsti nell'accordo con il Ministero, cioè "percorsi di formazione professionale anche integrati con l'istruzione" o "percorsi di istruzione anche integrati con il sistema della formazione", viene privilegiato il primo, cioè percorsi di formazione professionale. Sono questi che vengono privilegiati e vengono attuati questi percorsi per i ragazzi che, finita la scuola media, non si sono iscritti nella scuola media superiore, per cui sono in attesa di trovare delle proposte per poter esercitare il loro diritto-dovere all'istruzione.
Viene emanato un bando a regia regionale, bando che mette come indicazione che solo "gli enti di formazione professionale con sede operativa, accreditata, che abbiano gestito nell'ultimo triennio almeno un corso di formazione professionale rivolto alla fascia di età dell'obbligo formativo" possono accedere. Quindi anche il bando è molto chiaro: il bando a regia regionale indica come soggetti che possono partecipare e presentare progetti per questi corsi professionali solo gli enti di formazione professionale. Il bando viene espletato, vengono definiti i corsi attuati e questa volta la scuola si accorge del problema; paradossalmente, finché ne parliamo noi qui in aula, nessuno si accorge di niente, perché tutto rimane all'interno del Consiglio; quando però la gente si accorge dei problemi, allora finalmente il problema emerge e viene percepito come importante. Questo è il motivo per cui io sollecitavo di fare in modo che i docenti affrontino il problema prima che si decida sulla loro "testa". L'istituto professionale fa l'assemblea: i docenti dichiarano lo stato di agitazione perché, secondo la loro lettura, le ingenti risorse stanziate per questi corsi di formazione professionale vanno ad enti privati e non vanno anche alle scuole, che potevano teoricamente presentare progetti. Tanto più che forse non per tutti, ma per diversi di questi corsi - penso, ad esempio, ai corsi riguardanti gli elettricisti e i meccanici - la scuola ha esperienza, competenze, laboratori, anche docenti che, proprio per come è organizzata la scuola, hanno ore a disposizione che potrebbero mettere a disposizione per questi corsi. Fra l'altro, alla fine di questi 3 anni di corsi di formazione professionale i ragazzi hanno un attestato di qualifica, ma non hanno un diploma di qualifica; ciò vuol dire che se anche volessero tornare nell'ambito dell'istruzione professionale, ad esempio, iscriversi al quarto anno, dovrebbero sostenere un esame di Stato. Di fronte a questa situazione si voleva sapere - possiamo dire il passato è passato - cosa in futuro intende fare la Giunta. Non per niente avevamo interrogato il Presidente della Regione, l'Assessore alle attività produttive e l'Assessore all'istruzione, perché pensiamo che siano decisioni da prendere collegialmente e non lasciate al singolo Assessorato.
Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) - Preciso intanto che rispondo io a nome della Giunta e anche della collega Charles. Credo che sulla questione vadano fatte alcune precisazioni, prima di dire cosa si intende fare. I corsi in discussione, che vengono definiti corsi sperimentali, sono corsi che la Regione ha gestito dal 1983 prima direttamente tramite l'Agenzia del lavoro: erano i corsi della scuola "Cogne" che venivano realizzati a Chavonne, quelli per elettricisti, termoidraulici, quelli che sono stati gestiti dalla "KNOS FAP", quelli gestiti dalla Fondazione per la formazione turistica e alberghiera di Châtillon - dopo il 2001, momento in cui l'Agenzia del lavoro è diventata autorità di gestione del Fondo sociale europeo, non ha più gestito direttamente questi corsi, ma li ha gestiti come corsi della formazione professionale attraverso delle agenzie formative, che sono le 3 da me citate prima: "Consorzio progetto formazione", "KNOS FAP", "Fondazione per la formazione turistica e alberghiera"; questo per dire che non ci troviamo di fronte a una scoperta, ma che è attività che la Regione ha fatto in tutti questi anni.
Qui veniamo additati di due cose: la prima è di aver privatizzato la formazione professionale e non credo che sia questo il tema; la seconda è di essere gli antesignani e gli applicatori della "riforma Moratti". A tale proposito vorrei chiarire una cosa: il sistema di integrazione fra sistema della formazione e dell'istruzione deriva da un quadro normativo che ha le sue origini nella legge n. 196/1997, la cosiddetta "legge Treu", che ha poi trovato applicazione nella legge n. 144/1999, in particolare l'articolo 68, che era il collegato lavoro della legge finanziaria del 1999 ed è il provvedimento che prevedeva l'obbligo di frequenza per i giovani che avessero compiuto i 15 anni e fino al 18° anno di età, cosa che successivamente la "riforma Moratti" ha chiamato diritto-dovere alla formazione ed istruzione. Nella sostanza ci si sta muovendo in un quadro legislativo che ha questo tipo di origini e anche tutti gli accordi che sono stati raggiunti a livello nazionale fanno riferimento a questo tipo di normativa, in particolare anche al regolamento n. 257/2000 che all'articolo 6 definisce quale deve essere il passaggio fra i sistemi. Possiamo semmai dire una cosa: che il Ministro Moratti ha portato avanti un discorso che era stato ampiamente tracciato e definito e in questo "binario" non ha fatto altro che muoversi sia l'istruzione in Valle d'Aosta, sia la formazione professionale per quanto riguarda l'agenzia. Quindi noi stiamo applicando delle norme che hanno origini precedenti alla "riforma Moratti".
Qui va fatta anche un'altra precisazione: se di integrazione bisogna parlare, è altrettanto vero che, per integrare due sistemi, i sistemi devono essere due. Quindi non può esserci solo il sistema della formazione, ma non può neppure essere tutto ricondotto al sistema dell'istruzione, sapendo che noi ci muoviamo in un ambito in cui, per quanto riguarda il sistema dell'istruzione professionale, il cosiddetto "progetto 92" ha fortemente licealizzato il percorso formativo e quindi evidenziato la necessità di un'integrazione con il sistema della formazione professionale. D'altronde, la collega Charles lo ha dichiarato recentemente in un incontro con le organizzazioni sindacali, e lo ha dichiarato anche stamani per quanto riguarda l'adattamento della "riforma Moratti" alle peculiarità della nostra Regione, è intenzione dell'Amministrazione affrontare il tema della riforma dell'istruzione professionale.
La preoccupazione del Consigliere Frassy era di sapere se le iniziative formative ricalchino gli indirizzi dell'ISIP e se quindi vi sia una sommatoria di iniziative che mettono in concorrenza i due sistemi. Direi che questo assolutamente non è così, in quanto siamo di fronte ad un'offerta formativa rivolta ad utenze di tipo diverso. Sono intervenuti su questa materia diversi protocolli di accordo, prima di tutto un accordo fra l'Agenzia del lavoro e l'Assessorato dell'istruzione e della cultura, che ha preceduto l'accordo a livello nazionale, proprio perché volevamo dare un'impostazione collegata alla nostra strutturazione della scuola nell'accordo che è stato fatto il 30 ottobre fra Sovrintendenza degli studi e Agenzia del lavoro e successivamente vi è stato l'accordo con il Ministero dell'università e della ricerca scientifica. Questo ha portato alla realizzazione di un nucleo tecnico integrato, che ha definito un modello sperimentale integrato; il nucleo si è riunito più volte ed è giunto alla definizione di un modello sperimentale, che però non si è potuto realizzare a partire dall'attuale anno scolastico, perché vi sono alcune questioni sul piano tecnico e giuridico che devono essere ulteriormente definite. Preciso pertanto che è intenzione dell'Amministrazione - oggi avremo un ulteriore incontro con le organizzazioni sindacali - andare avanti su questa strada dell'integrazione fra i due sistemi, perché quello della formazione professionale ha un livello di flessibilità che è maggiore rispetto a quello dell'istruzione, però è necessario trovare soluzioni a questioni di carattere tecnico che non sto a spiegare in questa sede.
Per quanto riguarda il modello che si sta utilizzando, è un modello che va ad ampliare l'offerta e non certo a duplicarla. Alcuni dati sono abbastanza significativi, i corsi riguardano una settantina di ragazzi; di questi, coloro che fuoriescono dal sistema scolastico e hanno scelto il percorso formativo non essendo stati precedentemente bocciati sono 20 e fra di essi 17 hanno optato per la scuola alberghiera di Châtillon, 2 hanno optato per fare corsi di parrucchiera ed estetista e un ragazzo ha scelto di non percorrere alcuna strada formativa, quindi si è ritirato. Questo significa che sovrapposizione non c'è, perché il tipo di proposta che viene data dalla scuola alberghiera di Châtillon è cosa diversa da quanto viene fornito dall'ISIP e i rimanenti ragazzi hanno un percorso scolastico particolarmente travagliato, tanto che alla formazione professionale gestita dalle agenzie formative provengono dei cosiddetti "drop-out" scolastici con un'età intorno ai 16 e 17 anni.
Con questa iniziativa noi recuperiamo questi ragazzi, perché altrimenti le alternative, stante l'attuale legislatura, sarebbero quelle di usufruire di percorsi formativi esclusivamente nell'ambito dell'apprendistato, mentre questi vengono recuperati alla formazione professionale e semmai c'è da rammaricarsi di una cosa. Noi riusciamo a raggiungere una settantina di soggetti, le banche dati apprendistato e la banca dati che gestisce i giovani in obbligo formativo nell'Agenzia del lavoro ci dicono che a giugno 2004 i ragazzi che sono soggetti all'obbligo formativo e non sono iscritti a un'istituzione scolastica sono circa 240 e sono ragazzi anche che non sono occupati in aziende con contratti di apprendistato; di conseguenza, ci troviamo di fronte ad una popolazione di oltre 200 giovani, di cui riusciamo a raggiungerne una settantina. Semmai quindi il problema è come raggiungere gli altri, che sono ragazzi che non si sono più iscritti e non si iscriveranno più al sistema dell'istruzione.
Quali sono le questioni da definire? I corsi che vengono fatti quest'anno non sono nient'altro che una ripetizione di corsi già fatti come tipo di impostazione; le novità di quest'anno sono legate al fatto che le agenzie formative, sulla base del modello di integrazione, istruzione e formazione, hanno formalizzato degli accordi specifici con le istituzioni scolastiche superiori di secondo grado finalizzate allo studio e alla definizione di possibili riconoscimenti di crediti formativi per il passaggio fra sistemi. Gli enti interessati hanno aderito all'ipotesi di lavorare per i passaggi verso l'istruzione e viceversa attraverso la sottoscrizione di alcune intese; questa era una delle priorità previste nel bando, cioè la disponibilità a collegare i due sistemi. Non solo, per quanto riguarda il "Consorzio progetto formazione", è stata presentata una lettera di adesione al progetto formativo presentato anche da parte delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e SAVT. Devo sottolineare una cosa: siccome ho ribadito più volte che stiamo ripetendo un sistema di formazione che già si è fatto negli anni scorsi, la volontà nostra è quella di realizzare un sistema integrato nel più breve tempo possibile; pertanto la nostra volontà è di ricostituire il Nucleo tecnico integrato, vedere se necessario di costituire questo nucleo con ulteriori professionalità e far sì che a partire dal prossimo anno scolastico - visto che i corsi sono triennali, ma non sono triennali rigidi - si possa, nel momento in cui abbiamo risolto i problemi giuridico-legali legati all'integrazione, procedere immediatamente all'integrazione. Teniamo altresì conto del fatto che non è vero che le risorse del Fondo sociale europeo finanziano i corsi della formazione professionale, ma possiamo dire che ci sono risorse per circa 6 milioni di euro, di cui in gran parte questi sono stati utilizzati negli anni dall'ISIP e dagli istituti omologhi, anche per percorsi collegati al recupero scolastico. Perché un altro problema che dobbiamo affrontare è quello della forte dispersione scolastica che si realizza negli istituti professionali, dispersione che negli anni è passata da un 40% nel primo anno dell'ISIP ad un attuale 30%, ma è un dato comunque molto elevato: per cui questa istituzione scolastica si è preoccupata di realizzare progetti contro l'abbandono scolastico.
"Nulla di nuovo sotto il sole" quindi; semmai si sta definendo un sistema integrato fra istruzione e formazione, si sta lavorando affinché questo si realizzi nel più breve tempo possibile; il modello che è stato messo in campo dalla deliberazione in discussione è un modello che consente l'integrazione avendo già a monte un documento condiviso fra l'istruzione e la formazione professionale, e necessita la soluzione di alcune questioni di carattere tecnico... ci stiamo adoperando per questo, abbiamo già avuto una riunione con le organizzazioni sindacali il 15 ottobre, ne avremo un'altra oggi pomeriggio. Infine, per quanto riguarda i corsi relativi alla formazione professionale iniziale, questi vengono finanziati con il Fondo sociale europeo; tali fondi termineranno nel 2006 e con la nuova programmazione 2007-2013 i corsi di prima formazione non verranno più finanziati dal Fondo sociale europeo. Quindi pensare che questo sia un surrettizio modo per sottrarre risorse alla scuola pubblica non risponde allo stato delle cose.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Una breve replica a seguito dei dati che l'Assessore ci ha fornito sull'oggetto dell'interrogazione. La replica parte dalla battuta finale che ha fatto l'Assessore, cioè una proiezione nel futuro: 2007-2013.
L'Assessore giustamente ha detto che il Fondo sociale europeo nella prospettiva 2007-2013 non finanzierà più tali percorsi di formazione, allora penso che una prima riflessione vada fatta su questa prospettiva, perché l'Assessore ha evidenziato come tale corso, pur non essendo un'innovazione perché ha le sue radici nel 1983, si innesta sulle previsioni della "riforma Moratti". Sarebbe allora opportuno che, nel momento in cui questo meccanismo, nato nel 1983, si innesta sulle previsioni della "riforma Moratti", individui anche dei canali di finanziamento che diano certezza sul prosieguo della messa a regime di tale riforma. Vorrei solo fare una considerazione al riguardo: non abbiamo ancora capito come sarà applicata in questa Regione la "riforma Moratti" e penso che questo tipo di provvedimento, che è stato oggetto di tali valutazioni, denoti la frammentarietà con cui ci si approccia alla gestione della riforma della scuola italiana.
Mi sembra che dimentichiamo due cose essenziali: la prima che è abbiamo delle competenze che dobbiamo gestire al di là delle consulenze tecniche che l'Assessorato dell'istruzione ha fornito, ma sui cui risultati non c'è stato ancora un confronto in termini politici, e io penso che siamo in ritardo rispetto a quello che accade in altre regioni, incluse quelle a statuto speciale. Per quanto riguarda in particolare la formazione, abbiamo delle competenze, che ci sono conferite dall'articolo 2, lettera r) dello Statuto in materia di formazione professionale e che ci avrebbero potuto portare forse al di là di questo avvio di tipo sperimentale... ovvero avremmo potuto pensare dei percorsi che dessero attuazione all'articolo 4 della "riforma Moratti" in considerazione delle nostre competenze statutarie; questo ad oggi non si è ancora concretizzato. La nostra perplessità era quella di impiegare ingenti risorse su dei corsi che non danno delle risposte molto diverse rispetto alle risposte che dà la scuola pubblica e il paradosso è che questi corsi sono gestiti sì da soggetti di tipo privatistico, ma sono poi gestiti con risorse pubbliche, perché, andando a leggere la percentuale di cofinanziamento privato, noi leggiamo sempre zero, zero euro, zero risorse. È evidente di conseguenza che la differenziazione rispetto al servizio che dà la scuola pubblica è un'esigenza dovuta anche dal fatto che sono comunque finanziamenti pubblici, vuoi dello Stato, vuoi della Comunità europea, vuoi regionali, e, quando leggo nei progetti idonei e finanziati dell'allegato 2 della deliberazione qui citata e leggo "meccanici" ed "elettricisti" come corsi, mi sembrano che siano corsi che abbiano già nell'ambito ISIP una loro "cittadinanza" scolastica. Lei ha detto che, tutto sommato, i soggetti sono diversi - anche se probabilmente sono coincidenti i settori di istruzione e formazione -, perché andiamo a recuperare la dispersione scolastica che nell'indotto ISIP è elevata, perché sfiora il 40%. Io dico che questa forse è teoria, perché, se andiamo a leggere chi può accedere a questi corsi, scopriamo che possono accedervi i giovani fra i 14 e i 17 anni, e perciò rimangono nella fascia dell'obbligo, ma che hanno priorità coloro che hanno conseguito licenza media inferiore nell'anno scolastico 2003-2004. Se fosse vera la sua considerazione, che mi sentirei di sottoscrivere, che tali corsi hanno come obiettivo primario quello di recuperare la dispersione scolastica, sicuramente questa clausola di priorità per coloro che sono regolari rispetto al percorso scolastico è contraddittoria. Con queste considerazioni rispetto alla sua risposta alle preoccupazioni che erano contenute nella nostra interrogazione, auspichiamo che in un futuro prossimo si possa affrontare in maniera più organica la complessa riforma della scuola italiana.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ripercorro brevemente le osservazioni fatte dall'Assessore. Egli ha detto: "questi sono corsi che la Regione ha sempre gestito in tutti questi anni"; è vero, ma non per niente nella mia presentazione ho parlato di due "pietre miliari", vi sono stati due atti ufficiali, importanti da rispettare che avrebbero dovuto far ripensare le esperienze pregresse. Non credo che gli accordi che sono "carta straccia" e che servono solo per avere alcuni finanziamenti da parte dello Stato. Se gli accordi sono stati fatti, vuol dire che si voleva da quel momento iniziare una nuova programmazione o continuare in modo diverso il lavoro fino ad allora fatto.
È vero che si parla di sistema integrato, è vero che abbiamo anche una legge regionale che parla di sistema integrato fra formazione ed istruzione; è anche vero però che adesso in modo cogente ci viene chiesto di realizzarlo ed è anche vero che in modo cogente la scuola è chiamata a partecipare. Vi sono questi accordi, per cui credo che la prima cosa da fare sia attuare i protocolli finora non attuati. Può darsi... prendo per buone le giustificazioni fatte per cui la scuola è un sistema non ancora pronto, lei mi dice "no", però, di fatto, in questa occasione non è stata data alla scuola la possibilità di cimentarsi. Lei sa bene che gli insegnanti dell'ISIP di Aosta hanno fatto una proposta di modelli, l'hanno fatta pervenire il 15 giugno all'Assessorato competente, che è l'istruzione. Dopo 6 giorni vi è stata la deliberazione di Giunta in cui si decide il bando, non tenendo neanche conto di tale proposta; allora lei capisce che la scuola ha l'impressione di essere inascoltata, di non essere interlocutori precisi. Questo problema dovrebbe essere gestito congiuntamente da settori dell'Amministrazione: l'Assessorato dell'Istruzione, l'Assessorato dell'Attività produttive e anche l'Assessorato del Turismo è coinvolto indirettamente. Dovrebbe pertanto essere il Presidente a prendere in mano la questione del coordinamento. Spero che si instauri in tempi brevissimi un tavolo di lavoro in cui si affronti in modo coordinato questo problema. Lei dice che è già stato fatto...
(interruzione dell'Assessore Ferraris, fuori microfono)
... bene, ne prendo atto con piacere, ma è stato fatto dopo che la scuola si è resa conto che si trattava di un problema che la riguardava direttamente e ha chiesto spiegazioni. Io dico che ben venga la reazione della scuola, se questa riesce a far fare un passo avanti all'Amministrazione nel suo insieme. E non sempre c'è questa consapevolezza. Ad esempio, lei, Assessore, ha detto che con i progetti finanziati l'Assessorato non fa altro che portare avanti il sistema integrato, deciso già nel 1999. E poi aggiunge, entrando in contraddizione con se stesso: "adesso stiamo lavorando per realizzare questo sistema integrato, che poi la "riforma Moratti" ha ripreso". Ecco, io spero che in questo lavoro i vari soggetti siano coinvolti in modo tale che i progetti che vengono presentati siano condivisi, perché - e qui mi riallaccio ad un'ultima considerazione - il problema dell'integrazione tra i due sistemi e della scelta del modello di sistema professionale dovrà essere affrontato; finora la Regione ha glissato sul problema di quale sistema di formazione professionale vuole attivare. Ricordo ogni volta in sede di bilancio che si affrontava tale questione, emergeva che i corsi di formazione professionale erano proposti dai singoli assessorati, quindi rispondevano a logiche di singoli assessorati e non a logiche più complessive; la Regione ha sempre snobbato questo problema, adesso credo che sia costretta ad affrontarlo in modo sistemico, insieme alle scuole e anche insieme agli enti di formazione professionali presenti - quali ad esempio l'IPRA, Don Bosco... - che sono chiamati a partecipare a questo sistema integrato...
(nuova interruzione dell'Assessore Ferraris, fuori microfono)
... Vanno chiariti bene i ruoli delle istituzioni e delle formazioni e vanno chiarite anche le risorse, a chi si danno e in che modo, altrimenti si rischia che la scuola pubblica, che ha al suo interno competenze e risorse, non sia considerata nel momento in cui si affronta il problema della formazione e questo a vantaggio di altri enti di formazione che poi fanno ricorso agli stessi docenti, magari pagandoli di più.
Aspettiamo in tempi brevi che ci sia il risultato del tavolo di lavoro attuato. L'assenso gestuale del Presidente della Regione mi fa sperare che avremo in tempi brevi una risposta chiara, che tale risposta venga comunicata nelle sedi opportune a tutti i soggetti interessati, senza che dobbiamo tutte le volte presentare interpellanze per sapere cosa la Giunta pensa.
Président - Pour ce matin nous terminons nos travaux sur ce point. Les travaux reprendront à 15 heures 30. Je rappelle qu'à 15 heures la Conférence des Chefs de groupe est convoquée.
La séance est levée.
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La séance se termine à 13 heures 2.