Oggetto del Consiglio n. 919 del 3 novembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 919/XII - Risultanze dell'attività di un gruppo di lavoro per l'adattamento alla Regione della riforma della scuola. (Interpellanza)
Interpellanza
Vista la Delibera di Giunta n. 777 del 22 marzo 2004 con cui vengono istituiti due gruppi di lavoro, uno per la scuola secondaria di primo grado e uno per la scuola secondaria superiore, con il compito di effettuare uno studio tecnico, preparatorio all'attuazione e all'adattamento per la Valle d'Aosta delle norme introdotte con la Riforma Moratti;
Essendo scaduti i termini entro cui i gruppi dovevano presentare il risultato del loro lavoro ed essendo disponibili tali documenti;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interpella
l'Assessore competente per sapere:
1) quale divulgazione si intende dare a tali documenti;
2) quali soggetti si intendono interpellare su tali contenuti;
3) quale rapporto tra tali documenti e le scelte politiche che si intendono introdurre nella eventuale normativa regionale di adattamento della riforma al sistema scolastico della Valle d'Aosta.
F.to: Squarzino Secondina
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Con questa iniziativa il nostro gruppo intende tornare sulla questione della "riforma Moratti" della scuola e vogliamo farlo seguendo, passo passo, le azioni e le decisioni che l'Assessorato ha via via preso.
Sappiamo che la Giunta ha deciso di nominare dei gruppi tecnici per studiare gli aspetti relativi ai vari ordini di scuola e per predisporre dei documenti preparatori all'attuazione della riforma; nella stessa deliberazione si dice che l'obiettivo è quello di fornire un supporto tecnico alla Sovrintendenza per consentire la "mise au point" dei problemi riguardanti l'attuazione e l'adattamento per la Valle d'Aosta delle norme generali della legge n. 53/2003, vale a dire la "riforma Moratti".
Abbiamo già avuto occasione di parlare dei risultati dei gruppi tecnici della scuola materna e della scuola elementare; adesso vorremmo sapere quali sono i risultati dei gruppi tecnici della scuola media inferiore e della scuola media superiore. I tempi sono scaduti, i tempi erano giugno 2004; lo stesso Assessore, in audizione in V Commissione, ne ha annunciato la conclusione. Sappiamo che questi documenti sono stati prima dati ai dirigenti, ma in modo "riservato", e non si capisce bene cosa vuol dire questo; poi, sono stati distribuiti ai componenti del Consiglio scolastico regionale e qui credo che i soggetti siano molto più estesi... si vuole capire, anche qui, con quali finalità.
Ricordiamo che si tratta di documenti tecnici, non politici, quindi sono documenti di studio in cui dovrebbe essere fatto un elenco dei problemi, delle questioni da affrontare e da esaminare con i soggetti interessati alla riforma. Sappiamo che le scelte politiche avvengono su orientamenti politici condivisi, però credo sia importante poter avere sottomano un documento tecnico, perché questo è uno strumento di discussione, uno stimolo alla presentazione di problemi, a suggerimenti da parte di docenti, collegi docenti, da parte delle forze sociali; credo che questi documenti siano utili come stimolo alla discussione perché presentano un elenco di questioni, forse non esaustivo, ma su cui poi le scelte politiche vanno fatte e tradotte eventualmente in una norma.
Volevamo perciò capire come si vogliono utilizzare questi documenti e anche come avviene la scelta politica, quale rapporto c'è fra la scelta politica e questi documenti tecnici: se per esempio anche le scuole, i docenti, sono interpellati... probabilmente sì. Vorremmo saperlo, perché fra l'altro nell'audizione avuta in V Commissione l'Assessore ha fatto riferimento ai sindacati, ai gruppi tecnici per avere suggerimenti, ma crediamo che il mondo della scuola, nel suo complesso, vada interpellato.
Si dà atto che dalle ore 11,19 presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - La loi n° 53, mieux connue sous le nom de "réforme Moratti", ne peut être appliquée en Vallée d'Aoste de manière automatique et sans tenir compte de l'originalité du système scolaire valdôtain, tel qu'il s'est formé dans ces dernières décennies d'autonomie.
L'objectif, pour le Gouvernement régional, est celui de promulguer une loi originale qui puisse préserver cette spécificité. Il est nécessaire que l'opération d'adaptation ne tombe pas d'en haut - vous l'avez dit, par ailleurs, je suis parfaitement d'accord - mais qu'elle se fasse en impliquant le plus possible le monde de l'école et le monde des opérateurs scolaires en particulier. L'institution et le travail des groupes techniques s'inscrivent dans cette logique de processus et d'implication des sujets intéressés. Dans ces documents des thèmes de grande importance ont été affrontés: ils sont cohérents par ailleurs avec les grandes lignes des accords signés le 30 avril avec les organisations syndicales de l'école.
Je pense que le Conseil régional, au moment de la discussion de la proposition de loi - qui est en cours de préparation, mais que nous n'avons pas encore - sera dans la situation de travailler en partant d'une base d'étude solide et importante, parce que, d'une part, les critères de démocratie qui sont garantis par la représentativité syndicale sont respectés et, d'autre part, parce que la proposition a le soutien des conseils techniques qui en témoignent la faisabilité: ce sont des professeurs, très souvent des dirigeants scolaires.
L'année scolaire en cours n'est pas une année de mise en attente. Elle se place plutôt comme une année de transition sur le plan juridique et riche de développements concernant l'organisation didactique. L'Administration est consciente que l'adaptation au particularisme régional ne peut pas ne pas tenir compte de ce qui est prévu par la réglementation en matière de respect de ce qu'on appelle les "niveaux essentiels de prestation".
Ce que la réforme propose en termes de services, la Région l'assure amplement et depuis longtemps. Je citerai deux cas: une couverture adéquate et une attribution des postes scolaires - il suffit de penser à la présence massive sur le territoire de l'école maternelle - et une offre de formation qualifiée; l'exemple, dans ce cas, est donné par l'horaire traditionnel des heures de classe le matin et l'après-midi à l'école élémentaire. A côté de ces apports, d'autres niveaux de prestations doivent être assurés: c'est le cas de l'enseignement de l'anglais. Son enseignement est désormais assuré obligatoirement à partir de toutes les classes premières, à travers l'utilisation d'enseignants de l'école élémentaire déjà en service qui ont été formés pour cet enseignement. En absence de ces enseignants, l'anglais est professé par des enseignants externes qualifiés. Pour d'autres matières, le "tutor" et le "portfolio" des compétences qui caractérisent la réforme sur le plan de l'organisation didactique, des indications ont été fournies aux écoles qui vont dans la direction de l'autonomie scolaire, prévue par l'institution actuelle, et que parfois la réforme nationale elle-même oublie.
L'Administration a envoyé aux écoles une circulaire, à ce propos, qui souligne l'importance de la fonction du "tutor" (sans pour cela la prévoir comme une qualification particulière, n'étant pas prévue par le contrat des enseignants). Elle invite les dirigeants et les enseignants à en faire l'expérience en valorisant et en intensifiant, de cette manière, les activités de coordination, d'évaluation et les rapports avec les familles.
La centralité de l'école autonome nécessite pourtant d'une forte connaissance de la part de l'Administration régionale des processus mis en œuvre au niveau de chaque institution scolaire et c'est pour cette raison que seront conduites, au cours de l'année scolaire, des actions spécifiques de monitorage, au cours desquelles seront recueillis les éléments les plus significatifs des expériences faites par l'école. Avec cette méthode - que je trouve prioritaire et qualifiante -, les choix de politique scolaire que ce Conseil voudra adopter ne seront pas imposés, mais ils pourront respecter les volontés et les propositions manifestées par ceux qui se trouvent sur le terrain tous les jours.
Je n'ai pas répondu à qui ont été données les rapports, parce que vous me l'avez déjà anticipé, vous le connaissez autant que moi à qui ont été données et avec quel ordre.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ho condiviso l'"incipit" della sua risposta, sono convinta anch'io che nessun processo di cambiamento può essere fatto senza il coinvolgimento del mondo della scuola e sono anche convinta che quei documenti tecnici hanno posto all'attenzione dei temi importanti. Da quel punto in avanti ho cominciato ad individuare alcune lacune, per quanto mi riguarda; ciascuno ha il suo modo di pensare, ma questo è anche un momento in cui ci si confronta su modalità diverse di procedere in merito al coinvolgimento della scuola.
Lei ha parlato del Consiglio scolastico regionale come il momento di discussione della legge, vale a dire il momento in cui la Giunta ha già fatto le sue scelte politiche e le propone. Io credo che prima ci debba essere un momento di dibattito e coinvolgimento del mondo della scuola, che sono i collegi docenti: per questo ho ricordato con un po' di dubbio il fatto che il documento sia stato dato ai dirigenti in modo "riservato".
Penso che la scuola attenda di conoscere come la Giunta intende procedere e vorrebbe essere anche ascoltata, interpellata in proposito, vorrebbe conoscere i tempi in cui il politico intenda agire. La scuola sa che ci sono delle questioni tecniche, oltre a quelle che ha indicato l'Assessore - "tutor", "portfolio", certamente -, ma anche il problema del tempo prolungato - si fa, non si fa e in che modo nella riforma -, il problema dell'orario in cui sembra che prevalga l'aspetto linguistico sull'aspetto scientifico. Ma sottesi a queste ci sono orientamenti politici. C'è da chiedersi, ad esempio, se quella del tempo prolungato è una scelta politica che si vuole portare avanti.
Vi è poi il problema del riconoscimento o meno nell'orario degli insegnanti del tempo dedicato alla programmazione, per esempio; su tutte queste cose i docenti sono stati interpellati oppure no? È previsto un momento in cui il collegio docenti esamina questi documenti e fa le sue proposte? È vero che i sindacati organizzano gli insegnanti, ma lei sa benissimo che non tutti i docenti si riconoscono nei sindacati, quindi deve essere data la possibilità anche a chi non si riconosce in un sindacato di esprimere il proprio parere in una sede istituzionale che è il collegio docenti. Non dobbiamo neanche sostituire la rappresentanza sindacale con il mondo della scuola nella sua complessità: è importante, ma non sufficiente, come pure non è sufficiente sapere cosa pensano i dirigenti, se i dirigenti non hanno interpellato il proprio collegio docenti, non hanno sentito il parere degli insegnanti!
Ce n'est pas un devoir présenter le document aux enseignements, si vous dites que c'est un document réservé, Mme l'Assesseur; alors, si c'est un document réservé, le dirigeant n'a pas le devoir de transmettre, de discuter dans le collège des enseignants! È questo che voglio dire: occorre anche chiarire quali sono i soggetti che si vogliono interpellare; giustamente, c'è il Consiglio scolastico regionale, giustamente ci sono i sindacati, ma il mondo della scuola... anche questo va interpellato! Questo è il suggerimento che vorremmo fornire, altrimenti si rischia che alcuni dirigenti hanno contribuito ad elaborare i documenti tecnici, ma molti altri no, quindi ci deve essere il momento in cui le singole istituzioni riflettono sulle proposte tecniche ed esprimono le loro osservazioni probabilmente arricchendole di ulteriori specificazioni. Credo che questo vada fatto.
È chiaro che ci sarà il momento delle scelte politiche, e questo è un momento politico che lei giustamente deve rivendicare a sé e alla Giunta di cui fa parte; è il momento in cui lei, la maggioranza, prenderà atto di tutte le osservazioni, di tutti i temi posti sul tavolo e poi sceglierà a quali problemi dare una risposta, a quali non darla; sulla base di queste scelte politiche infatti viene poi elaborata una legge.
Va consentito, alla scuola nel suo complesso, di discutere di questi temi, prima che i docenti siano chiamati a rispettare le scelte pattuite, perché saranno poi i singoli docenti che dovranno adeguare il proprio comportamento alle nuove norme. Lei parla di un "monitoraggio", molto bene, ma il monitoraggio viene fatto sulle esperienze che le singole scuole hanno fatto. Forse le scuole sono in grado di esprimere una riflessione anche sulle realtà che non hanno sperimentato. Infatti c'è il monitoraggio per quanto riguarda il "tutor", l'inglese, il "portfolio", ma per quanto riguarda gli altri aspetti, su questo non c'è monitoraggio perché non si è ancora sperimentato!
Credo sarebbe opportuno che ci fosse questo momento in cui lei chiede, la Giunta chiede di conoscere cosa pensano gli insegnanti, chiede ai singoli collegi docenti di esprimersi, perché probabilmente possono emergere problemi che sono importanti da affrontare. Ritengo che convenga che l'iter procedurale da lei ora descritto, il gruppo tecnico, i sindacati, queste azioni di monitoraggio, tutto questo... prima di tradursi in una legge da portarsi al Consiglio scolastico regionale, sia arricchito dalla riflessione dei collegi docenti!