Oggetto del Consiglio n. 892 del 20 ottobre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 892/XII - Progetto per la prevenzione delle complicanze diabetiche. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso:
- che, per prevenire le complicanze diabetiche, è stato avviato nella nostra regione il progetto "Piede diabetico";
- che il progetto, realizzato in collaborazione con l'USL e l'Università di Torino, mira a identificare tutti i residenti in Valle d'Aosta affetti da lesioni, fornendo loro un corso individuale d'educazione sanitaria al fine di attivare le dovute procedure diagnostiche, terapeutiche e di controllo;
- che le prenotazioni per lo screening registrano tempi d'attesa piuttosto lunghi;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore delegato per sapere:
1) quali sono i tempi e le modalità di realizzazione del programma;
2) quali motivi impediscono una programmazione più efficace delle procedure diagnostiche;
3) quali iniziative intende attivare per ridurre il disagio sopra evidenziato.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Nelle settimane scorse è stata lanciata, con una campagna di stampa su larga scala, un'iniziativa indubbiamente meritevole da parte dell'USL valdostana, dell'Assessorato, insieme alle Unità operative di Diabetologia e di Chirurgia vascolare, che si riferisce al controllo, alla prevenzione del piede diabetico. Parlo con un esperto del settore, quindi mi avvalgo come ausilio di alcuni appunti e di alcune situazioni che ci sono state riferite nel corso di questo periodo.
Come l'Assessore sa, i piedi sono fra le parti più vulnerabili per le complicanze diabetiche e la mancata prevenzione e cura di tali complicanze può portare in casi estremi all'amputazione di parte o dell'intero arto. Per contrastare queste complicanze si interviene con questo progetto di prevenzione denominato "Piede diabetico", realizzato in collaborazione con l'USL, con l'Università di Torino, e che mira ad identificare tutti i residenti in Valle d'Aosta affetti da lesioni del piede e fornire loro un corso di educazione sanitaria. Numerosi cittadini sono stati raggiunti da una lettera, a firma congiunta dei Responsabili della Chirurgia vascolare, della Diabetologia, del Direttore generale dell'USL, dello stesso Assessore, nella quale vi è un invito a prendere un appuntamento per un controllo. Si legge tra le righe che il giorno dell'appuntamento il paziente: farà una visita diabetologica, in cui saranno raccolti dei dati della sua malattia e saranno valutati i suoi piedi; avrà dalle infermiere dell'Unità di Diabetologia delle informazioni di educazione sanitaria e per la prevenzione delle lesioni che siano in atto; successivamente farà una visita dal chirurgo vascolare, che misurerà la pressione arteriosa ed effettuerà un esame "doppler" per valutare la circolazione sanguigna nelle arterie. Al termine della visita sarà rilasciato un certificato da esibire al medico di fiducia per gli opportuni provvedimenti.
Evidentemente la campagna di prevenzione in questo senso ha avuto una larga adesione, perché le richieste sono state numerose, tanto che le dilazioni a livello di tempi per numerosi utenti sono state procrastinate addirittura al dicembre 2005 o al giugno 2006: ecco la ragione per la quale abbiamo proposto questa interpellanza: perché, se le dilazioni temporali sono così estese, sfuggono alla logica della prevenzione che ispira tale lodevole iniziativa. Rivolgiamo di conseguenza all'Assessore tre semplici domande: "quali sono i tempi e le modalità di realizzazione del programma; quali motivi impediscono una programmazione più efficace delle procedure diagnostiche; quali iniziative intende attivare per ridurre il disagio sopra evidenziato". Ascoltiamo volentieri la risposta dell'Assessore e ci riserviamo di replicare.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Rispondo volentieri questa volta alla sua interpellanza, che ci permette di pubblicizzare ulteriormente un'iniziativa da lei definita meritevole e che ha raccolto un grande favore. Vorrei però fare una precisazione tecnica: un conto è una visita per una patologia in corso, un conto è uno "screening". In questo mese abbiamo affrontato il problema della prevenzione, abbiamo fatto 8 serate su tanti argomenti, è una cosa a cui crediamo molto, perché diffondere la prevenzione è una delle occasioni più importanti che abbiamo per migliorare la salute, all'inizio, senza spendere tanti soldi e senza far affrontare al malato diverse sofferenze. Dobbiamo però metterci bene d'accordo su cosa vuol dire "screening": lo "screening" non si rivolge a chi ha una patologia in atto, a chi ha male al piede, una lesione ischemica, un disturbo di sensibilità al piede, perché questo è il campo della patologia, è il campo per cui il malato, affetto da questi disturbi, va dal suo medico e, se vi è una prestazione di urgenza, in 3 giorni la raccoglie; lo "screening" è quello che chiediamo alla donna di fare per il tumore del seno, quando non ha nessuna patologia e nessun disturbo, le diciamo: "ogni 2 anni è conveniente che tu ti sottoponga all'esame mammografico, perché esso identifica delle lesioni prima che tu le avverta". Ecco cos'è successo: abbiamo pubblicizzato uno "screening", cioè una procedura non diagnostica, quindi ci rivolgiamo a dei pazienti che sono a casa senza disturbi. È chiaro che questa campagna di informazione dà delle notizie, ma genera anche delle paure, per cui una persona sente dei disturbi che magari prima non aveva.
Faccio anche una breve storia su questo progetto, perché mi preme definire meritevole tale iniziativa e di grande attenzione, nel senso che esistono due nuove realtà emergenti del nostro Ospedale: da un lato, l'Unità semplice di Diabetologia, istituita da poco, un'unità autonomizzata - nell'ambito del Reparto della Medicina, anche per una forte spinta di un'associazione di diabetici, abbiamo autonomizzato una sezione della Medicina affinché si occupi in modo particolare di questa patologia -; così un'altra realtà emergente come quella della Chirurgia vascolare, che è sicuramente un reparto di punta del nostro Ospedale. Le 2 unità sono venute da noi e ci hanno presentato, unitamente all'Università degli studi di Torino, un progetto di "screening" di questo tipo, cioè di rivolgersi a tutti i malati diabetici dicendo che ipoteticamente potevano andare incontro a tale tipo di lesioni anche se non avevano ancora dei disturbi. Le dico che questo progetto, a differenza di tanti progetti di "screening", come quello della patologia mammaria, non ci costa nulla, cioè è un'attività meritevole che tali reparti si sono caricati in più sulla "schiena" proprio per diffondere questa attenzione alla prevenzione.
È stato previsto un percorso, come lei ha detto, che ha soprattutto un senso informativo, però - ripeto - ci stiamo rivolgendo a dei malati che in questo momento non hanno una patologia, cioè hanno una malattia diabetica che però non ha dato ancora delle complicanze e non è detto che la dia nei prossimi anni. Vi è stata una grande risposta a tale iniziativa che non poteva essere pensata al momento della campagna, nel senso che 1.155 diabetici su 3.300 hanno telefonato chiedendo di essere visitati. Lei sa che, di fronte a una campagna di "screening" di queste dimensioni effettuata per la prima volta, il fatto che quasi il 50% delle persone risponda positivamente è un grandissimo risultato. L'affluenza che abbiamo avuto non era prevedibile, però - ripeto - è per uno "screening", per cui il prevedere una visita a un anno e mezzo di distanza ci sembra, per il bisogno di salute dei nostri malati, estremamente dilazionato, anche se nell'ottica dello "screening"... lei sa che nello "screening" mammario si effettua una mammografia ogni 2 anni. Fatte tutte queste premesse, ci stiamo attivando per creare dei meccanismi che permettano di far rientrare nel 2005 tutti i prenotati nel 2006, cioè di concludere lo studio nel 2005, potenziando le visite, che sono già di 15 persone ogni venerdì. In queste campagne di informazioni il bisogno di salute della gente deve essere "governato" e noi dobbiamo lavorare tutti assieme, per far capire che vi sono dei tempi giusti di attesa per le malattie e giusti per gli "screening", cioè in un foglio bianco non andare a vedere il "puntino nero", che pure c'è, anche perché non potevamo prevederlo... stiamo cercando di dare una nuova organizzazione, facendo rientrare tutti nel 2005.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Non stiamo "cercando il pelo nell'uovo", in realtà rischiamo di "perdere l'uovo", il problema è più questo e mi spiego. Lei, giustamente, ha detto che lo "screening" non si rivolge a tutta la popolazione, ma solo ai diabetici. Questa precisazione doverosa da parte sua allora fa perdere quel carattere di eccezionalità o di straordinarietà che lei voleva dare nel momento in cui ha illustrato il progetto, perché? Perché è un carattere di eccezionalità che viene meno, perché è naturale che i diabetici debbano essere sottoposti periodicamente a dei controlli di "routine", ma non solo per quanto riguarda gli arti...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... ho letto, la Valle d'Aosta è una regione pilota in tal senso - e poi ci torno -, però sono controlli di "routine" che tutti i diabetici devono fare e riguardano non solo i piedi, ma possono riguardare gli occhi, i reni, il cuore e altri organi che vengono colpiti da questa malattia, che è in notevole diffusione. Ecco perché questo "screening", che è lodevole, perde la sua efficacia straordinaria se si dice che è rivolto a persone che già devono essere sottoposte a controlli di questo tipo, tanto che un medico di un'altra regione italiana con cui ne ho parlato, quando ha saputo che la Valle d'Aosta si cimentava in un'impresa così ardua, mi ha chiesto come si riesce a programmare questa campagna di prevenzione, quando gli ho accennato alcune date delle visite previste (fine 2005-giugno 2006), mi ha detto: " questo è uno scherzo!". Questa non è prevenzione, Assessore, è un controllo aggiuntivo che si aggiunge a quelli medicali di "routine" che sono previsti per i singoli pazienti, perché il fattore tempo è indispensabile sulla prevenzione: nel piede diabetico il processo degenerativo può essere estremamente rapido. Conosco una persona in Valle d'Aosta che nell'arco di un anno è passato dall'amputazione della parte anteriore del piede alla parte fin sopra al ginocchio. Lei capisce che se la dilazione dei tempi va da un anno a un anno e mezzo... sono tempi esagerati!
Ci fa piacere che l'Assessore abbia preso atto con attenzione del problema sollevato, che peraltro penso conoscesse già; evidentemente l'adesione di 1.155 persone sta a segnalare che vi è da parte dei singoli pazienti la volontà di avere cura del proprio corpo e l'attenzione nei confronti dei processi evolutivi della malattia.
Abbiamo visto con piacere che vi è una folta rassegna stampa sull'argomento, specie a livello locale, e che il progetto del piede diabetico è stato lanciato nelle dovute maniere, però diciamo che questo è non un "puntino nero" su un foglio bianco, ma forse un fattore che poteva essere esaminato con più attenzione da parte di chi lo ha istituito. I progetti di prevenzione di questo tipo - e non è il primo progetto di prevenzione oggetto di una nostra interpellanza, perché l'Assessore si ricorderà che già lo abbiamo fatto sulle mammografie, peraltro lo "screening" mammografico è un tema che è stato sollevato anche dai colleghi dell'"Arcobaleno" - sono progetti che devono essere certamente avviati, ma con delle metodiche che devono essere valutate con maggiore attenzione. Non si può pretendere di far "cadere dall'alto" l'iniziativa come qualcosa di straordinario e di "pilota" in tutta Italia, quando questa campagna su larga scala è circoscritta a quelle persone che dovrebbero essere sottoposte a controlli periodici. Pensiamo di tornare sull'argomento "diabetologica", anche perché vi sono altre situazioni che vorremmo portare alla conoscenza dell'Assessore, per il momento raccogliamo le sue dichiarazioni, lo esortiamo a far sì che vi siano tempi più stretti in queste prenotazioni e naturalmente a vigilare su quell'importante aspetto della sanità pubblica costituito dalla prevenzione.