Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 878 del 20 ottobre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 878/XII - Realizzazione di un impianto funiviario nell'alta Valle del Lys. (Interrogazione)

Interrogazione

Osservato che, recentemente, il progetto di realizzazione di una nuova funivia che dovrebbe collegare, nell'alta valle del Lys, il Passo dei Salati alla Cresta Rossa (posta a circa 3700 mt di altitudine) nel Gruppo del Monte Rosa ha suscitato le perplessità di note associazioni ambientalistiche che operano nel mondo alpino;

Creduto opportuno, temendo per l'impatto ambientale che un'opera del genere può provocare, avere ulteriori informazioni al riguardo;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

L'Assessore competente per sapere:

1) a quali finalità risponderebbe la realizzazione dell'impianto funiviario fra il Passo dei Salati e la Cresta Rossa, nell'alta Valle del Lys; e se, fra le finalità, ci sia anche quella della pratica dello sci estivo;

2) quale giudizio dà in riferimento all'impatto ambientale dell'opera;

3) in quale stato è l'iter progettuale in questione.

F.to: Curtaz

Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce, aux transports et aux affaires européennes, Caveri.

Caveri (UV) - Questa è una lunga storia ed è una storia interessante, perché è inutile dire quale sia l'insieme di tradizioni che legano la comunità di Alagna Valsesia con la comunità dei due Gressoney, perché siamo di fronte alla medesima cultura Walser, da una parte, e, dall'altra, delle valli del Monte Rosa. Personalmente c'ero all'inizio degli anni '90 - credo che fosse il 1991 -, quando venne realizzato il primo skilift che conduceva al colle della Bettaforca e oggi, dopo aver venduto per anni il comprensorio del "Monterosa Ski", comprensivo anche di Alagna Valsesia, ci troviamo di fronte alla quasi realizzazione. Con l'apertura del primo "Funifor" in partenza da poco sopra Alagna - che credo avverrà il 3 o 4 dicembre -, comincia a realizzarsi quel collegamento intervallivo che, fino ad oggi, era nel rientro verso la Valle d'Aosta, reso problematico da un itinerario fuori pista, con componenti tecniche piuttosto accentuate, come sanno bene i colleghi consiglieri regionali sciatori.

La prima domanda riguarda l'impianto funiviario fra Passo Salati e Cresta Rossa. L'impianto ha lo scopo di dare definitiva attuazione al protocollo di intenti fra la Regione Valle d'Aosta e la Regione Piemonte, approvato dalla Giunta regionale nel febbraio 2000 e finalizzato a realizzare un collegamento funiviario permanente fra la Valsesia e la Valle d'Aosta, provvedendo, fra l'altro, a sostituire la vecchia funivia dell'Indren ormai del tutto obsoleta.

La soluzione individuata prevede, in primo luogo, la realizzazione di un impianto di collegamento fra Pianalunga, in corrispondenza della stazione motrice della telecabina nuova proveniente da Alagna, al Passo Salati, all'altezza dell'arrivo della telecabina proveniente dal Gabiet; tale soluzione prevede, inoltre, una fermata intermedia alla Cimalegna, in modo da poter sfruttare il vallone in quota come pista di facile percorrenza. Il secondo intervento prevedeva in origine il collegamento fra il Passo Salati e la Punta Indren; successivamente, dopo attento studio e anche grande dibattito, che avevo personalmente seguito, visto che, come il collega Fosson - che è qui vicino a me - siamo anche frequentatori di queste piste di sci e di queste località, è stato scelto di allungare l'impianto fino alla Cresta Rossa con una stazione intermedia a Punta Indren.

Questa ultima soluzione consente infatti diversi vantaggi, fra i principali: possibilità di raggiungere tutti gli itinerari previsti attualmente dal vallone della Salsa, tutte le altre discese verso il Gabiet e verso la Bocchetta delle Pisse, incrementati dalla discesa sul ghiacciaio del Bors; smantellamento delle sciovie in considerazione della scomparsa quasi totale del ghiacciaio dell'Indren e quindi dell'impossibilità di effettuare lo sci estivo, tenuto anche conto del fatto che nel periodo invernale il tratto alto dell'impianto in progetto li sostituirà, incrementando anche il dislivello disponibile. Tale aggiornamento, che differisce in parte da quanto previsto dal protocollo di intenti, è stato comunicato da parte della Regione in data 9 giugno 2003 con una lettera dell'Ufficio di presidenza, prot. n. 103.555 del Gabinetto, a firma del Presidente Louvin, e a tale lettera il Presidente della Regione Piemonte, Ghigo, ha risposto per esprimere il parere positivo ai nuovi aggiornamenti, dando formale assenso a procedere negli atti amministrativi e tecnici necessari, affinché l'iniziativa potesse procedere nei tempi e nelle modalità auspicate.

In ogni caso, si ribadisce che l'impianto non ha in alcun modo la funzione di consentire la pratica dello sci estivo; non è infatti prevista la realizzazione di alcun ulteriore impianto sostitutivo delle sciovie che verranno smantellate, anzi tengo a precisare che non solo non si praticherà più lo sci estivo sul ghiacciaio dell'Indren, ghiacciaio in via di esaurimento, ma anzi va fatto un lavoro di bonifica al quale la Regione collabora da alcuni anni. Lo scorso anno sono state date 10 ore di elicottero dalla Protezione civile, con intervento dell'Assessore Vicquéry, e queste servono ad una serie di associazioni ambientaliste della zona in collaborazione con il Monte Rosa, per bonificare detto ghiacciaio, ridotto a livelli del tutto scandalosi. Personalmente sono stato in zona, esistevano vecchie funi, tracce di olio, di grasso... tutto era peggiorato dal ritirarsi del ghiacciaio!

Quale giudizio si dà in riferimento all'impatto ambientale dell'opera? La gestione di questo collegamento non prevede solo il venir meno dello sci estivo, ma intende ridare dignità al ghiacciaio dell'Indren, che si trova in Valle d'Aosta, e a quello del Bors, che si trova in Valsesia, mediante lo smantellamento delle 3 sciovie esistenti, oltre allo smantellamento della funivia Bocchetta-Indren, che è una vecchissima funivia risalente agli anni '50, costruita da questa specie di "mecenate" che era un personaggio curiosissimo della Valsesia, il quale aveva costruito a sue spese tale funivia; era proprietario di miniere un po' dappertutto, anche nella zona del Monte Rosa. La gestione invernale dei ghiacciai non prevede la battitura delle piste, in modo da eliminare qualsiasi inquinamento acustico proveniente dal passaggio delle macchine battipista.

Altro motivo di recupero ambientale è la previsione di costruire una linea elettrica parzialmente interrata, Salati-Indren, in modo da eliminare l'uso dei generatori per il funzionamento della struttura ricettiva esistente a Punta Indren. Non c'è niente di più fastidioso dell'andare al bar di Punta Indren, bersi un caffè, spostarsi di qualche metro e vedere un motore diesel che fa l'energia elettrica!

È previsto, infine, un sistema di raccolta in tale zona dei liquami con trasporti fino al collettore di Gressoney-La-Trinité, con utilizzo del costruendo impianto e di una linea fognaria Salati-Gabiet che si collegherà alla condotta che il Comune di Gressoney-La-Trinité sta realizzando nel tratto Gabiet-Staffal: questo evita una serie di liquami che in quota non sono un granché. Quando ero membro del Parlamento europeo, avevo avuto il piacere di illustrare tutte queste novità della zona del Monte Rosa all'allora Parlamentare europeo Messner che, come sapete, è molto legato alla comunità Walser - è stato autore di un bel volume sui Walser - e, all'epoca, mi chiese delle notizie su questo progetto complessivo.

Per quanto riguarda invece l'iter autorizzativo, mi permetterò di lasciare al Consigliere Curtaz una tabella riassuntiva delle diverse esigenze di tipo burocratico, perché in quell'area agiscono 2 Amministrazioni regionali (quella della Valle d'Aosta e quella del Piemonte), vi sono 2 Comuni interessati (Gressoney-La-Trinité e Alagna Valsesia); in più, a complicare le cose, una serie di incombenze burocratiche nella parte piemontese che, per la particolarità dell'ordinamento piemontese, ricadono sulla comunità montana della Valsesia. L'iter autorizzativo è stato quindi particolarmente complesso, in quanto l'opera si trova a cavallo delle 2 regioni, la stazione di partenza e l'intermedia sono in Piemonte, la stazione di arrivo è in Valle d'Aosta; inoltre vengono interessate aree "SIC", dove l'analisi dell'impatto ambientale è effettuata con maggiore attenzione ed è soggetta ad autorizzazione più significativa. Trattandosi di un impianto di trasporto persone, oltre alle autorizzazioni normalmente previste per le opere nel settore edilizio, necessitano anche specifiche autorizzazioni previste dalle attuali normative per garantire la sicurezza e la regolarità dell'esercizio dell'installazione.

Per quel che riguarda l'iter della Regione, il 24 maggio 2004 è stata data la valutazione di impatto ambientale di incidenza per le aree "SIC", è passato in Giunta con deliberazione n. 1679 del 24 maggio; è stato siglato il 15 aprile 2004 un protocollo di intesa fra il Servizio funivie della Regione - che dipende dal mio assessorato - con la comunità montana Valsesia per definire le competenze in merito alla sicurezza e alla vigilanza in esercizio, mentre si è ancora in attesa di una serie di determinazioni burocratiche che incombono alla nostra Regione, in particolare l'inizio delle opere che avverrà fra pochi mesi; è stato approvato il piano di gestione della sicurezza previsto da un decreto ministeriale dello Stato che riguarda i fenomeni valanghivi.

Per quanto riguarda il Comune di Gressoney, siamo di fronte a tutte le necessarie autorizzazioni: destinazione urbanistica, vincoli di inedificabilità, concessione edilizia per la teleferica di servizio, concessione edilizia per le opere civili della stazione Aimonte e concessione edilizia per la costruzione di teleferiche di servizio per il trasporto persone. Per quanto riguarda la Regione Piemonte, la comunità montana della Valsesia e il Comune di Alagna, lascerò al Consigliere tutto l'elenco delle diverse approvazioni fatte, per cui tengo a dire che, dal punto di vista burocratico, ci troviamo di fronte all'insieme di una procedura che è stata seguita con viva attenzione e che porterà, alla fine, alla realizzazione di un comprensorio sciistico molto interessante, con caratteristiche poco impattanti e che ha consentito, con la realizzazione di nuovi impianti, lo smantellamento di una serie di impianti preesistenti molto grandi.

Ripeto, il comprensorio, soprattutto nella zona di Alagna, sarà un comprensorio selvaggio, in cui la battitura delle piste non sarà uno degli elementi probanti, ma saranno piste che raccolgono l'attenzione dei grandi appassionati dello sci fuori pista (anche se si svolgerà in strutture che sono simili alle piste). Il fatto che il 90% dei frequentatori di Alagna Valsesia sia di provenienza scandinava dà il senso di un certo tipo di turismo che verrà coperto da questa nuova infrastruttura.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta fornita in riferimento a questa opera. Farò un'osservazione generale, una proposta e manifesterò una riserva.

L'osservazione generale che emerge dal contenuto dell'intervento dell'Assessore è che inevitabilmente, in questi ultimi anni, c'è una maggiore attenzione rispetto all'impatto ambientale che una opera nuova comporta, quindi anche in questo caso se verranno rigorosamente seguite le indicazioni date oggi dall'Assessore, dovremmo constatare una maggiore attenzione che va dall'interramento delle linee elettriche al recupero dei liquami e alla scelta - peraltro obbligata, visto lo stato attuale dei ghiacciai - di non operare lo sci estivo nella zona. Un'osservazione, quindi, sotto questo profilo, che prende atto di una maggiore attenzione complessiva.

Questa maggiore attenzione complessiva però è carente su un punto - è questa la proposta di carattere generale che intendo fare, non è una proposta nuova, ma bisognerebbe valutare in riferimento a tutte le funivie che vengono costruite nella regione -: credo che dovremo concentrare maggiore attenzione sull'architettura delle stazioni di partenza. Oggi le stazioni di partenza e di arrivo delle funivie vengono progettate da ingegneri, il cui lavoro consiste nel far andare su e giù delle persone attraverso delle scatole che viaggiano su funi, ma non c'è un minimo di sensibilità estetica per quanto riguarda le stazioni di partenza e di arrivo delle funivie!

Credo che nel futuro andrebbe immaginata una condizione progettuale in riferimento alle società concessionarie: che allo studio ingegneristico si accompagni uno studio architettonico di livello, in modo che, con poca spesa rispetto alla realizzazione dell'opera, si abbia un'attenzione particolare per quanto riguarda l'aspetto edilizio, architettonico, estetico delle stazioni, in quanto si possono ottenere dei risultati di una maggiore compatibilità di carattere visivo. Questa proposta potrebbe prestarsi a delle controindicazioni, che sono quelle degli architetti particolarmente estrosi, e sarebbero da evitare, per non fare sì che a 3.000 metri ed oltre si realizzino opere prive del senso di compatibilità con l'ambiente, con l'intento di far ricordare ai postumi l'estrosità dell'architetto: infatti o si è bravissimi, oppure, per farsi ricordare, bisogna fare qualche estrosità, altrimenti si rischia di passare nel dimenticatoio! Credo che una maggiore attenzione sotto tale profilo potrebbe poi qualificare anche l'offerta complessiva della Valle d'Aosta, perché si potrà sostenere a ragion veduta che si è posta una particolare attenzione su questo tipo di opera.

Un'ultima osservazione: è una riserva di carattere generale. Credo che, pur con tutti gli sforzi che possono essere fatti in ordine all'impatto ambientale, sia discutibile fare una funivia che arrivi a 3.700 metri... e questa è una questione culturale, di approccio alla montagna. Con quella funivia ci saranno non solo gli alpinisti, ma qualsiasi escursionista della domenica che arriverà ad una altitudine maggiore dei rifugi, i quali sono numerosi nella zona, quindi si potrà fare "un 4.000" con 3/4 d'ora di camminata. Non so se questo sia un modo giusto per concepire il turismo di alta montagna, oppure sia un modo per incentivare un turismo di massa, culturalmente e fisicamente poco preparato a questo tipo di imprese! Consentire a tutti di andare a 4.000 metri può sembrare democratico; in realtà, è una cosa che non va molto bene, perché per andare a certe quote bisogna essere preparati, sotto ogni profilo!

Si dà atto che dalle ore 10,46 presiede il Vicepresidente Lanièce.