Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 836 del 6 ottobre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 836/XII - Comportamento del Presidente del Consiglio permanente degli enti locali in occasione delle elezioni europee 2004. (Reiezione di due mozioni)

Mozione

Accertato che, lo scorso 7 giugno, il Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali, Diego Empereur, ha invitato i Sindaci di sedici Comuni valdostani ad inviare, ai proprietari di seconde case presenti in tali Comuni, una lettera di propaganda elettorale a sostegno della lista "Federalismo in Europa";

Evidenziato che tale iniziativa a sostegno di una Lista elettorale è stata assunta utilizzando la sede e le strutture di enti pubblici quali il CPEL ed il BIM;

Rilevato che l'utilizzazione di attrezzature di enti pubblici per il sostegno ad una Lista elettorale costituisce una grave violazione di legge e dell'obbligo di imparzialità che deve caratterizzare la pubblica amministrazione;

Rilevato altresì che la richiesta del Presidente del CPEL, rivolta ai sedici Sindaci, costituisce un invito ad utilizzare, a fini di propaganda elettorale, dati personali e sensibili in possesso del Comune, violando le disposizioni del Decreto Legislativo 196/2003, Codice in materia di dati personali;

Evidenziato che il comportamento del Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali ha determinato una turbativa del regolare svolgimento della campagna elettorale per le elezioni europee;

il Consiglio regionale

biasima il comportamento

dell'attuale Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali;

Lo invita

a rassegnare le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali;

Impegna

il Presidente della Regione ad assumere le iniziative opportune nei confronti di chi, utilizzando la propria carica pubblica, ha turbato la campagna elettorale ed ha istigato alla violazione delle norme sulla privacy;

Impegna

il Presidente del Consiglio regionale a trasmettere copia della presente mozione a tutti i sindaci della Valle d'Aosta.

F.to: Riccarand - Curtaz - Squarzino Secondina

Mozione

Premesso che:

il Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali, Diego Empereur, abusando del suo ruolo istituzionale ha scritto alla vigilia del voto europeo a diversi Sindaci valdostani invitandoli a spedire lettere ai possessori di seconde case residenti nel collegio elettorale Nord Ovest a sostegno di un candidato da lui indicato;

Ritenuto che:

- tale comportamento è particolarmente grave, poiché denota un'inopportuna commistione tra ruoli istituzionali ed interessi di parte;

- la missiva del Presidente CPDL rivolgendosi direttamente ad altre figure istituzionali, i Sindaci, invitandoli a tale promozione, prefigura una grave ed evidente violazione di norme di legge;

Il Consiglio regionale

Depreca e stigmatizza

il comportamento tenuto dal Presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali, Diego Empereur;

Invita

lo stesso Presidente a svolgere il suo ruolo nell'ambito delle sue funzioni istituzionali e nel rispetto delle norme di legge.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président - On procède à la discussion conjointe des deux motions.

La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Cari colleghi, sono passati 4 mesi dalle elezioni europee e dalla campagna elettorale che ha preceduto quell'appuntamento elettorale. In questi 4 mesi sono successe tante cose, nuove e clamorose vicende politiche hanno occupato la prima fila della scena politica e la faccenda di cui oggi torniamo ad occuparci può sembrare lontana e non più attuale. Anzi direi che forse nelle intenzioni di qualcuno questo è un episodio che si può considerare liquidato, tant'è vero che abbiamo tutti ricevuto un po' di tempo fa un comunicato stampa, datato 14 luglio 2004, dell'Assemblea degli enti locali - di cui il Sig. Diego Empereur è Presidente - che ha espresso piena solidarietà a quest'ultimo affermando che "al Presidente Empereur viene imputato dal nostro gruppo e dalla "Casa delle Libertà" l'abuso delle sue funzioni istituzionali per aver promosso, in qualità di Vicepresidente del proprio movimento politico, l'invio di missive elettorali"; cosa che non corrisponde assolutamente a verità, perché l'accusa è completamente diversa, ma che ben indica questa volontà assolutoria e liquidatoria rispetto a un episodio che, secondo noi, invece rimane di notevole rilevanza. Non solo, abbiamo tutti notato, venendo a date più recenti, che proprio l'ultimo numero del "Peuple Valdôtain" ci propone in prima pagina una foto sorridente del Sig. Diego Empereur con un editoriale, con una riflessione sugli organi di informazione che "suona" come avallo, come sostegno, come copertura totale rispetto al comportamento del Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", nonché Presidente de CELVA. Noi invece non consideriamo affatto liquidata questa vicenda che, a nostro avviso, anche se sono passati 4 mesi da quando il "fattaccio" si è verificato, merita un dibattito e una riflessione attenta da parte di questo Consiglio regionale, perché la questione è molto semplice e molto chiara, limpida, però richiede una risposta da parte di questo Consiglio.

Il problema è questo: se Diego Empereur, come Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", utilizzando la sede e gli strumenti del gruppo, avesse scritto, telefonato, indirizzato messaggi di posta elettronica ai Milanesi, Lombardi, Piemontesi, Liguri che hanno la seconda casa nei comuni turistici della Valle d'Aosta per invitare a votare la lista "Federalismo in Europa" non ci sarebbe stato nulla di male; quindi, se lui avesse fatto quello che viene detto nel comunicato stampa del CELVA, nulla ci sarebbe da dire. Il fatto inaccettabile - e di cui discutiamo in questo Consiglio - è che il Sig. Empereur ha fatto la propaganda elettorale non come Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", ma come Presidente del CELVA, usando la sede, l'attrezzatura e gli indirizzi di posta elettronica di un ente pubblico, utilizzando la rete di relazioni e contatti che gli deriva dall'essere Presidente del CELVA e non dall'essere Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine": i messaggi di posta elettronica del Sig. Empereur non sono stati inviati dal Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine" alle sezioni unioniste sul territorio e nelle varie realtà comunali; i messaggi di posta elettronica sono stati inviati dal Presidente del CELVA - qui guardo dall'indirizzario - all'Anagrafe del Comune di Ayas, all'Ufficio protocollo del Comune di La Salle, alla Segreteria del Comune di Antey, all'Ufficio amministrazione del Comune di Gressan, eccetera, e nei vari comuni cosa è successo? Che vi sono stati dei dipendenti comunali, dei dipendenti "pubblici" che hanno stampato questo messaggio, lo hanno fotocopiato, protocollato e trasmesso al sindaco per gli adempimenti che venivano richiesti dal Presidente del CELVA. Si sono quindi utilizzati canali e strumenti e dipendenti pubblici per organizzare una propaganda elettorale di una lista, mentre l'atteggiamento dell'ente pubblico, come ben sappiamo, avrebbe dovuto essere di totale e assoluta imparzialità rispetto al momento e allo scontro elettorale in corso.

Vi è anche di peggio, perché il Presidente del CELVA ha invitato i colleghi sindaci a commettere dei reati, in particolare li ha istigati ad utilizzare degli indirizzari riservati, cioè i dati personali costituiti dai turisti che hanno la seconda casa nei 16 comuni elencati e che pagano l'ICI... quindi ad utilizzare tali indirizzi riservati, che non potevano essere forniti, per mandare queste lettere di propaganda elettorale. Nel messaggio di posta elettronica il Sig. Empereur inizia il messaggio dicendo: "Gentile collega, come da accordi, trasmetto la bozza di lettere destinate...", eccetera; quindi vi è stato tutto un lavorio, un andare a definire una strategia, un cercare degli accordi finalizzati ad un'operazione che è in contrasto con le normative di legge, perché la legge n. 196/2003, il Codice in materia di protezione dei dati personali, vieta questo tipo di utilizzazione degli indirizzi e il Presidente del CELVA ha chiesto a 16 sindaci di commettere un illecito penale che, fra l'altro, è sanzionato dall'articolo 167 con una previsione di pena da 6 a 18 mesi di reclusione. La questione, anche se risale a 4 mesi fa, quindi rimane di notevole rilevanza e i "conti" su questa vicenda, a nostro avviso, devono ancora essere fatti.

Cosa sia successo dopo il messaggio del Sig. Empereur ai 16 sindaci non lo sappiamo, questa è forse anche l'occasione per avere un'informativa dal Presidente della Regione rispetto all'indagine che ha condotto tramite l'Ufficio enti locali e i risultati che essa ha portato. Non sappiamo se poi i sindaci hanno inviato ai possessori di seconde case nel territorio la lettera come richiesto dal Sig. Empereur, oppure se i sindaci si sono limitati a fornire a quest'ultimo gli indirizzi e poi è stato lui ad inviare le lettere; sappiamo che è stata comunque organizzata e attuata una campagna di propaganda elettorale in violazione degli obblighi di imparzialità degli enti pubblici e di chi ricopre cariche in tali enti. Questo dei sindaci è un altro profilo di responsabilità di cui non parliamo nelle mozioni: nell'iniziativa che abbiamo presentato, così come in quella del gruppo "Casa delle Libertà", di cui condividiamo l'impostazione, si pone l'accento sul ruolo del Presidente del CELVA, perché la sua iniziativa in violazione delle norme di legge è un'iniziativa certa, documentata, che necessita e richiede una reazione da parte di questo Consiglio. Nella mozione da noi presentata chiediamo vi sia un voto di biasimo nei confronti del comportamento dell'attuale Presidente del Consiglio permanente degli enti locali e che quest'ultimo venga invitato a rassegnare le dimissioni da tale carica, domandiamo inoltre un impegno del Presidente della Regione "ad assumere le iniziative opportune nei confronti di chi, utilizzando la propria carica pubblica, ha turbato la campagna elettorale ed ha istigato alla violazione delle norme sulla "privacy"".

Vorrei fare un'ultima riflessione, che si intreccia con il dibattito di queste ultime settimane, partendo dalla recente dichiarazione già citata prima dal Consigliere Curtaz intervenendo, dall'intervista che il Presidente della Regione ha fatto a "La Stampa" il 25 settembre scorso e che ha attratto l'attenzione di molti proprio perché in quella intervista si parla di etica politica. È un riferimento all'etica che è stato favorevolmente commentato anche sugli organi di informazione e che in un certo senso ha anche sorpreso, perché non è frequente sentire degli esponenti del gruppo "Union Valdôtaine" usare questo termine, che è un po' in disuso soprattutto nell'ultimo decennio... ma forse un po' di più all'interno del gruppo "Union Valdôtaine", quindi la cosa ci ha favorevolmente colpiti.

Credo però che proprio questa vicenda del Sig. Empereur ci permetta di fare chiarimento. Non vorremmo vi fosse un equivoco, perché il Presidente, quando parla di etica politica del gruppo "Union Valdôtaine", non è molto chiaro, cioè i concetti, a mio avviso, sono differenti: un conto è l'etica politica, che sono i principi generali del buon comportamento, del buon costume, della buona morale; altra cosa forse è l'etica del gruppo "Union Valdôtaine". Non vorremmo che vi fossero due concezioni dell'etica: una è quella della base dei valori comuni; l'altra, l'etica propria di un partito politico e delle sue logiche, perché ci chiediamo se il comportamento del Sig. Empereur sia corrispondente ad un principio di etica politica. Secondo noi, assolutamente no, perché usa in modo distorto una funzione pubblica e questo è contrario ai principi dell'etica, perché vuol dire sottomettere un ente pubblico ad una funzione che non è sua. Non so se questo è conforme o meno all'etica del gruppo "Union Valdôtaine", perché, se l'etica del gruppo è che quello che va bene per il partito va bene in generale, è un'altra cosa; quindi qui bisogna chiarire se si vuole affermare un principio generale o un principio particolare.

Farei anche un secondo appunto alla dichiarazione del Presidente, perché sono rimasto colpito anche quando egli ha detto: "il dissenso ha disturbato l'etica politica del gruppo "Union Valdôtaine", perché una costante di comportamenti si è incrinata", se il problema è il voto contro dei 7 franchi tiratori, se è questo che ha rotto l'etica... a me non sembra una lettura corretta: può darsi che questo abbia infranto delle regole interne al gruppo "Union Valdôtaine", ma l'etica politica è stata spezzata ben prima di questo episodio! Abbiamo una sequela di episodi gravissimi in cui questo comportamento etico non è stato rispettato! Cito solo l'esempio più clamoroso, perché vi è stato un ex Presidente della Giunta del gruppo "Union Valdôtaine" che quando era Presidente era anche socio occulto della principale società dei trasporti in Valle d'Aosta, società che finanziava a suon di miliardi come Presidente, se non c'era una violazione dell'etica in quel caso... è clamoroso, eppure non mi sembra che il gruppo "Union Valdôtaine" rispetto a quel caso abbia ravvisato una rottura dell'etica, tant'è vero che questa persona è stata "portata" a fare il Senatore. Attenzione quindi, non confondiamo, se usiamo il termine "etica", se vogliamo fare un discorso di etica, dobbiamo farlo nella sua pienezza di significato e non distorcerlo rispetto a finalità di lotta interna, oppure confondendo quella che può essere una regola di partito con un "costume" di comportamento di carattere generale che dovrebbe appartenere a tutti.

Qui torno alla questione della mozione che discutiamo oggi, perché noi vi chiediamo coerenza e rigore sulle grandi cose come sulle piccole cose. È probabile che per il gruppo "Union Valdôtaine" questa vicenda del Sig. Empereur possa sembrare un peccato veniale, uno scivolone che si poteva evitare, ma che è andato nell'interesse del partito, anche se il successo del Sig. Grimod non è stato eclatante. Qui però è un problema di principio, quindi, evidentemente, un comportamento etico non può essere ravvisato nell'atteggiamento tenuto dal Presidente del CELVA.

Ci auguriamo che il Consiglio voti la mozione da noi presentata e quella presentata dal gruppo "Casa delle Libertà", del resto i contenuti sono simili, oppure, se si vuole, si concordi un nuovo testo, però sarebbe grave se questo Consiglio non dicesse niente, non arrivasse a porre un punto fermo, ad esprimere un giudizio di biasimo rispetto a una violazione così grave dei doveri e dei compiti di un pubblico amministratore.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - L'illustrazione della mozione da parte del nostro gruppo è agevolata dall'introduzione che ha fatto il collega Riccarand, che ringraziamo per avere "sviscerato" nel dettaglio non solo la sostanza dei fatti in quanto tali, ma per aver evidenziato quelle che lui ha individuato essere delle fattispecie che potrebbero concorrere a configurare anche ipotesi di reato. Nel ringraziarlo per questa esposizione, lo ringrazio anche doppiamente, perché mi evita di correre il rischio di fare un intervento più professionale che consiliare, nel senso che eviterò di tornare su quegli argomenti giuridici che sono stati espressi in maniera chiara da chi mi ha preceduto.

Devo dire che su questa vicenda, Presidente Perrin e colleghi consiglieri, forse non si è sufficientemente approfondito l'aspetto e le implicazioni di quella che qualcuno ha definito "una semplice ingenuità" o una "e-mail". Ci ricordiamo che lei, Presidente Perrin, si era preso un impegno e aveva portato le conclusioni di quell'impegno con una breve comunicazione all'aula, nella quale confermava che, da parte dei sindaci dei comuni oggetto di quella "e-mail", non risultavano essere partite lettere all'indirizzo di cittadini e comunque lettere che avessero come provenienza le amministrazioni comunali che erano state oggetto della sua verifica. Noi di questo non possiamo non prenderne atto, ma l'aspetto che è stato frutto del suo approfondimento sostanzialmente è un fatto collegato, ma diverso rispetto all'oggetto di questa mozione, perché l'oggetto di tale iniziativa è il modo in cui sono state espletate delle funzioni che, fino a prova del contrario, sono funzioni pubbliche e si tratta di capire, colleghi consiglieri, se in questo caso ci possa essere l'indifferenza sostenendo che, tutto sommato, si è trattato di un'ingenuità.

La presa di posizione dell'assemblea del CELVA su questa vicenda è quanto meno curiosa, perché nella consapevolezza che il problema potrebbe sussistere se fosse... e noi riteniamo che sia documentato... sostengono che alcuna forma di abuso è stata attuata, in quanto non è stato utilizzato il ruolo pubblico che il Sindaco del Comune di Sarre ricopriva ed è proprio questo il problema, perché il CELVA - o Consiglio permanente degli enti locali - è un organismo che è istituito con un decreto del Presidente della Regione e utilizza risorse pubbliche ed è innegabile che, comunque sia, quel messaggio di posta elettronica è partito dagli strumenti che sono in uso a quello che, per sintesi, continuiamo a chiamare CELVA. Se in effetti questo è accaduto, non possiamo limitarci a dire che è stata un'ingenuità! Sarà stata anche un'ingenuità, ma rimane un'ingenuità da stigmatizzare, perché qui a forza di non dare rilievo ai fatti che qualcuno definisce "piccoli vizi di ingenuità" o "piccoli errori di percorso"... se ci guardiamo indietro, vediamo che la politica valdostana è segnata da una serie infinita di situazioni che hanno come filo dominante la violazione delle regole sostanziali poste vuoi da questa Amministrazione, vuoi da norme più cogenti dello Stato.

Possiamo discutere se sia spropositato chiedere le dimissioni o se sia spropositato fare certe premesse, ma ritengo che questo Consiglio oggi debba prendere atto che, in base ai documenti che sono stati prodotti e visti da tutti i colleghi, è stata utilizzata una "infrastruttura" con un "vestito" pubblico e che utilizza risorse pubbliche per invitare a sostenere un candidato, che in quanto tale non ha nessun ruolo pubblico, ma ha semplicemente il ruolo di rappresentante di una parte politica che è una parte privata.

Se oggi noi acclariamo questo fatto, e penso che per negarlo qualcuno si debba alzare nel corso del dibattito e debba dirci che vi è una serie di situazioni che smentiscono quello che le apparenze invece sembrano certificare... ma se il fatto di conseguenza è acclarato come riteniamo, non si può far finta di niente, colleghi! Penso si debba arrivare ad una presa di posizione, che sia minimale o massimale, ma una presa di posizione che, richiamando il fatto in quanto tale e concludendo sull'inopportunità di quel fatto, quanto meno arrivi a stigmatizzare e a biasimare quel tipo di comportamento disinvolto. Non è sufficiente sostenere che i sindaci non hanno aderito e non hanno colto l'invito che il Sig. Empereur nella sua duplice veste di Sindaco e di Presidente del CELVA aveva rivolto ai suoi colleghi sindaci, perché, se vi fosse la convinzione che nulla è accaduto, sarei legittimato a pensare che il dibattito che facciamo in questo Consiglio sia un dibattito falsato da pregiudizi di tipo ideologico che arrivano al punto tale di negare la realtà dei fatti. Inviterei perciò i colleghi di maggioranza, prima ancora di "entrare" nelle conclusioni della nostra mozione, ad "entrare" nelle premesse, perché, se quei fatti in qualche maniera sono effettivamente accaduti, penso che lei per primo, Presidente Perrin, debba prendere una qualche posizione. Non vogliamo qui - anche se può essere un'espressione forte di questi tempi - la testa di nessuno, ma vogliamo che vi sia una parola chiara su ciò che è lecito fare e su ciò che è inopportuno fare; altrimenti, se si continua con la politica che gli occhi vanno chiusi uno alla volta o spesso entrambi, penso che non facciamo un gran servizio a quell'etica alla quale più volte il partito "Union Valdôtaine" in questi tempi si è richiamato.

Presidente - Prima di aprire il dibattito voglio solo informarvi che la deliberazione di revisione della macrostruttura organizzativa dell'Amministrazione regionale di cui si parlava al punto n. 2, "Comunicazioni del Presidente della Regione", è pervenuta alla Presidenza; coloro che fossero interessati ad averne una copia, possono richiederla, è a disposizione. È aperta la discussione generale sulle due mozioni di cui ai punti nn. 3 e 4.

La parola al Presidente della Regione, Perrin.

Perrin (UV) - Afin de contribuer à la discussion relative aux deux motions présentées, je voudrais apporter quelques éléments utiles à la réflexion. Tout d'abord il me semble important, pour ce qui est de l'aspect formel de ces deux motions, de remarquer qu'elles font référence à M. Diego Empereur en sa qualité de Président du Conseil permanent des collectivités locales. Il faut préciser que M. Empereur est à la fois Président de cet organisme - qui représente les collectivités locales - et du Consortium des collectivités locales valdôtaines (CELVA), qui est une société coopérative relevant du droit privé, mais il est aussi Syndic de la Commune de Sarre et Vice-Président de l'"Union Valdôtaine".

Je ne voudrais pas entrer ici dans une discussion sur l'éthique qui a été rappelée dans cette Assemblée, j'avais déjà eu l'occasion d'affirmer que cette méthode vous l'avez déclarée pour le moins inopportune, mais je voudrais me tenir aux faits pour avoir tous les éléments de discussion et de réflexion sereine. Pour venir aux événements en question, comme je l'ai déjà dit lors de la séance du 14 juillet dernier suite à la résolution présentée le 10 juin 2004 par les Conseillers régionaux du groupe "Casa delle Libertà", les structures compétentes du Département des collectivités locales, des sanctions administratives et des fonctions préfectorales de la Présidence de la Région ont été immédiatement interpellées; une demande d'informations - et là aussi il faut être clairs sur la signification de la procédure, ce n'est pas une enquête qu'on a ouvert - c'est une demande d'informations qui a été envoyée aux syndics des communes concernées pour savoir si effectivement ils avaient donné suite à l'invitation de M. Empereur et, si tel était le cas, si pour ce faire ils avaient utilisé les ressources de leurs communes. Quant aux résultats de cette vérification, je vous donne lecture du rapport que j'ai reçu, vendredi 29 juillet, du Département des collectivités locales, des sanctions administratives et des fonctions préfectorales:

"Con riferimento alla Sua nota del 17 giugno 2004, con la quale si chiedeva ai sindaci dei comuni interessati dalla comunicazione del Sig. Empereur di conoscere se, in occasione delle recenti elezioni europee, avessero comunicato o diffuso dati personali di cittadini proprietari di seconde case e, in caso affermativo, di conoscere la fonte e la tipologia dei dati comunicati e l'eventuale utilizzo a tal fine di risorse umane e finanziarie del comune, si comunica che tutti i 16 comuni interessati alla nota hanno risposto alla data del 29 luglio, quindi si è chiusa questa fase di verifica.

I Comuni di Antey-Saint-André, Ayas, Cogne, Courmayeur, Gressan, Gressoney-La-Trinité, Pré-Saint-Didier, Sarre e Saint-Vincent hanno dichiarato di non aver diffuso o comunicato alcun dato. I Comuni di Brusson, Gressoney-Saint-Jean, La Salle, La Thuile, Morgex, Torgnon e Valtournenche hanno invece aderito, in forme diverse, all'invito del Presidente del CELVA. Precisamente i su indicati comuni dichiarano..." - e proprio per chiarezza vorrei leggere le dichiarazioni dei comuni - "... Comune di Brusson: il Sindaco informa di aver ricevuto comunicazione (non acquisita al protocollo), tramite fax, da parte del Sig. Diego Empereur, contenente una bozza di lettera da inviarsi ai proprietari di seconde case nel comune e dichiara di non avere dato alcun seguito a tale richiesta. Precisa inoltre che, in seguito ad ulteriori contatti informali con il Sig. Empereur, nella sua qualità di Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine" e a nome del raggruppamento politico presente nella competizione elettorale europea, ha autorizzato, a scopo di propaganda elettorale, l'estrazione da parte del gestore di dati non sensibili - nominativi e indirizzi - tratti da pregressi elenchi di contribuenti ed il loro successivo inoltro al richiedente. Conclude infine dichiarando che la scelta di operare in tal senso è avvenuta tenendo conto della normativa vigente e delle indicazioni contenute in materia di elenchi pubblici nel provvedimento a carattere generale ("Privacy" e propaganda elettorale, Decalogo elettorale) del 12 febbraio 2004 emanato dal Garante per la protezione dei dati personali e che per dette operazioni non sono state impegnate risorse umane e finanziarie del comune.

Gressoney-Saint-Jean: il Sindaco precisa che, in evasione alla richiesta del Sig. Empereur - rappresentante del movimento politico "Union Valdôtaine" - di ottenere l'elenco di persone non residenti, ma proprietarie di seconde case nel comune, ha fornito esclusivamente informazioni provenienti da pubblici registri - nominativi ed indirizzi di contribuenti del ruolo acquedotto - senza alcuna ulteriore indicazione di dati personali o sensibili. Nella nota si afferma inoltre che tale operazione è avvenuta nel rispetto della normativa vigente e delle indicazioni contenute nel provvedimento a carattere generale del 12 febbraio 2004, emanato dal Garante per la protezione dei dati personali e che non si sono registrati oneri a carico dell'amministrazione comunale.

Comune di La Salle: il Sindaco, su richiesta del Sig. Diego Empereur tendente ad ottenere i nominativi e gli indirizzi di persone non residenti nel Comune di La Salle e proprietari di seconde case nel territorio comunale ai fini dell'invio di comunicazioni di propaganda in occasione delle recenti consultazioni elettorali europee, dichiara di aver fornito esclusivamente nominativi ed indirizzi ricavabili da pubblici registri, senza alcuna ulteriore indicazione di dati personali o sensibili. Nella nota si afferma inoltre che la scelta di operare in tal senso è avvenuta tenendo conto della normativa vigente e delle indicazioni contenute nel provvedimento a carattere generale del 12 febbraio 2004, emanato dal Garante per la protezione dei dati personali. Precisa inoltre di non aver dato corso all'invio di missive di propaganda elettorale e che non si sono registrati oneri di alcun genere a carico dell'amministrazione comunale per la prestazione richiesta.

Comune di La Thuile: il Sindaco allega memoria del Segretario comunale. Nella stessa si precisa che in data 7 giugno 2004 il Sindaco ha inoltrato istanza all'Ufficio Tributi per un elenco di nominativi e relativi indirizzi su supporto informatico dei contribuenti della TARSU ed il Segretario comunale, in qualità di Responsabile del servizio, ha provveduto al rilascio di tali nominativi e indirizzi estrapolandoli dall'ultimo ruolo reso esecutorio e pertanto a suo parere utilizzabile senza il consenso degli interessati. Nella nota si afferma inoltre che l'utilizzo degli indirizzi del su indicato elenco per l'invio di propaganda elettorale da parte della lista "Federalismo in Europa" è avvenuto senza coinvolgere risorse umane e finanziarie del comune o il Sindaco stesso in veste di amministratore. Il segretario comunale conclude inoltre dichiarando di essersi espresso in merito alla questione favorevolmente in quanto ritiene che i dati contenuti in un ruolo comunale costituiscono una fonte pubblica e, quindi, sono liberamente accessibili e conoscibili da chiunque senza limitazioni.

Comune di Morgex: il Sindaco, su richiesta del Sig. Diego Empereur tendente ad ottenere i nominativi e gli indirizzi di persone non residenti nel Comune di Morgex e proprietari di seconde case nel territorio comunale ai fini dell'invio di comunicazioni di propaganda in occasione delle recenti consultazioni elettorali europee, dichiara di aver fornito esclusivamente i nominativi e gli indirizzi ricavati dagli elenchi dei contribuenti del comune, senza alcuna ulteriore indicazione di dati personali e sensibili, di non aver registrato oneri di alcun genere a carico dell'amministrazione e precisa che la scelta di operare in tal senso è avvenuta tenendo conto della normativa vigente e delle indicazioni contenute nel provvedimento a carattere generale del 12 febbraio 2004 emanato dal Garante per la protezione dei dati personali. Conclude inoltre dichiarando di non aver proceduto all'invio di nessun tipo di lettera a sostegno di candidati alle elezioni europee.

Comune di Torgnon: il Sindaco dichiara di aver ricevuto una comunicazione, tramite fax, da parte del Sig. Empereur, non acquisita al protocollo, con una bozza di lettera da inviarsi ai proprietari di seconde case e che tale richiesta non ha avuto seguito; tuttavia, in seguito ad ulteriori contatti informali con il Sig. Empereur, nella sua qualità di Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", a scopo di propaganda elettorale, ha autorizzato la ditta che affianca l'Ufficio Tributi per il controllo delle imposte e tasse comunali ad inviare dati, non sensibili - nominativi ed indirizzi -, di contribuenti ICI tramite posta elettronica alla sede del gruppo "Union Valdôtaine". Precisa che tale scelta è avvenuta tenendo conto della normativa vigente e delle indicazioni contenute in materia di elenchi pubblici nel provvedimento a carattere generale del 12 febbraio 2004 emanato dal Garante per la protezione dei dati personali e che non state impiegate risorse umane e finanziarie del comune.

Comune di Valtournenche: il Sindaco allega memoria del Segretario comunale. Nella stessa si precisa che, al fine di corrispondere all'iniziativa del Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine" Diego Empereur rivolta a tutti i sindaci dei comuni turistici della Valle d'Aosta a scopo di propaganda elettorale presso gli stessi e su esplicita raccomandazione del Sindaco, il Segretario comunale dichiara di aver operato nei termini di legge e pertanto con l'implicita richiesta di esprimere parere di legittimità sui comportamenti e le operazioni assunte, di aver legalmente agito tenendo ben presenti le norme e le direttive emanate in materia dal Garante per la protezione dei dati personali con provvedimento del 12 febbraio 2004 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 45/2004. Precisa di aver trasmesso al Sindaco dati tratti da elenchi pubblici quali quelli desunti dal ruolo RSU aggiornati con l'elenco ICI, ipotesi prevista al punto 2 lettera a) del citato provvedimento. Conclude dichiarando di non aver utilizzato risorse umane e finanziarie del comune e ribadisce che tali informazioni sono state trasmesse al Sindaco nella consapevolezza che sarebbero state utilizzate per propaganda elettorale e assicurando lo stesso, nell'ambito delle funzioni di segretario comunale, della legalità e correttezza delle operazioni.

Dal tenore delle risposte pervenute si evidenzia pertanto che tutti i Sindaci che hanno in qualche modo dato seguito alla richiesta del Sig. Empereur hanno dichiarato di non avere usato risorse umane e finanziarie del comune e di aver tenuto conto della normativa vigente in materia di "privacy" e delle indicazioni contenute nel provvedimento del Garante in data 12 febbraio 2004, recante: "Disposizioni in materia di comunicazione e di propaganda politica"." Questo è il rapporto che mi è stato inviato dagli uffici competenti.

En synthèse, donc, de la vérification effectuée il ressort qu'aucune commune n'a donné suite au courrier expédié le 7 juin par M. Empereur, ni entrepris directement ou indirectement d'initiatives relevant de la propagande électorale; les différentes communes n'ont supporté aucune dépense et aucune de leurs ressources n'a été utilisée dans le cadre de cette affaire; les communes qui ont communiqué à des tiers des données destinées à permettre l'acheminement de communications électorales n'ont en aucun cas divulgué des données sensibles, mais seulement des noms et des adresses, conformément aux dispositions approuvées par le Garant du respect de la vie privée en matière de communication des listes et registres publics.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - I chiarimenti forniti dal Presidente della Regione mi suggeriscono di fare alcune osservazioni, anche se sarà interessante poter avere copia - lo chiedo fin d'ora - dal Presidente di quanto ci ha letto in merito a questa vicenda. Di positivo devo dire che - accontentandomi di poco - il Presidente Perrin ha dichiarato inopportuna questa iniziativa e che dopo le prime resistenze tutti i 16 comuni interpellati hanno dato risposta ai solleciti di chiarimento e di informazione.

Venendo poi al merito della faccenda, emergono alcune cose curiose, che dimostrano la difficoltà dei sindaci nel giustificare questo tipo di comportamento; ad esempio, mi ha colpito molto il fatto che diversi sindaci hanno voluto precisare che la richiesta non era stata protocollata e questo è quanto meno curioso, perché dei due l'uno: o questa richiesta è legittima come tutti si affrettano a dire, e allora questo documento andava protocollato e andava protocollata anche la risposta; oppure sapevano della "stranezza" della richiesta che era ai confini dell'illegalità, e si sono premurati di non protocollarla.

Un'altra cosa che appare di tutta evidenza è che i sindaci, e mi compiaccio per quei pochi che hanno cestinato la richiesta, che hanno dato seguito alla risposta, hanno sostanzialmente anche concordato la risposta da dare al Presidente della Regione, perché, al di là della forma, al di là che qualche volta sia stato il segretario comunale e qualche altra il sindaco, è facile osservare che la linea difensiva è sempre la stessa: "non abbiamo fatto campagna elettorale, ci siamo limitati a dare seguito a una richiesta di dati che compaiono su pubblici registri, quindi non sarebbe in violazione della "privacy"... - questa è la curiosità più grande, che dimostra che la cosa è assolutamente concordata, ma non la trovo strana visto che anche l'accordo per avere quei dati era concordato perché avvenuta - "... a una richiesta del Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine"". Questa è veramente la cosa più strana e più risibile di tale vicenda.

È la cosa più preoccupante anche sotto il profilo dell'etica, sulla quale ha insistito molto il collega Riccarand, perché qui non si fa più distinzione fra un ente pubblico e una sede di partito. Se un vicepresidente di partito invia le sue missive indifferentemente dalla sede del partito, cosa che sarebbe legittima, oppure dalla sede di un ente pubblico, finisce che non conosciamo neanche più "l'abc" dell'istituzione della politica, non sappiamo più distinguere! La stessa cosa avviene a livello locale. Se il Presidente del CELVA voleva fare una richiesta di questo tipo come Vicepresidente dell'"Union Valdôtaine", la doveva spedire alle sezioni del partito territoriali, sappiamo bene che il partito dell'"Union Valdôtaine" è molto ben organizzato sul territorio... ma allora doveva spedirla al Presidente della sezione del movimento in quel comune e non al sindaco! Cosa c'entra il sindaco? Il sindaco che riceve l'invito a volte è preoccupato, tanto che quel fax o quella "e-mail" si guarda bene dal protocollarla e la mette da parte, perché sa bene che la cosa potrebbe comportare dei problemi.

Ripeto: può darsi che questo sia un fatto di relativa importanza, ma la cosa è grave secondo me, ancora prima che dal punto di vista politico, dal punto di vista della cultura politica, perché se in una Regione come in uno Stato non si distingue più l'attività di un partito dalle attività delle istituzioni, andiamo verso una "deriva" pericolosa. Non voglio fare dei paragoni azzardati perché, lo dico subito io, sarebbero fuori luogo, però questa commistione è tipica dei regimi dittatoriali, dove il partito e l'istituzione coincidono, uno è compenetrato nell'altro. Qui la mentalità è la stessa. Non sto dicendo che siamo in un regime totalitario, però dico che vi è una "deriva" culturale talmente forte da far ritenere questa cosa normale... E poi le risorse pubbliche, ma qui sono spiccioli! È chiaro che non stiamo parlando di risorse pubbliche ingenti! Fra l'altro, questi sindaci dichiarano tutti una cosa falsa riguardo agli spiccioli: "non abbiamo investito risorse del comune", ma come "no"? Non paghi forse l'impiegato che cerca i dati, che li deve ritrasmettere al Presidente del CELVA? Non avranno certo speso dei milioni, ma sono comunque delle risorse pubbliche che sono state sviate rispetto ai fini istituzionali, perché i fini istituzionali non sono quelli di dare elenchi elettorali al Vicepresidente dell'"Union Valdôtaine" e men che meno al Presidente del CELVA; quindi, secondo me, è importante che da questo Consiglio vi sia un richiamo fermo a rispettare i ruoli istituzionali, anche per dignità delle istituzioni, per dignità di noi stessi!

Non possiamo tapparci occhi e orecchi di fronte a una "deriva" culturale sul piano politico, che permette confusioni di ruoli che poi portano a tali atti, definiti dal Presidente Perrin, con qualche difficoltà, inopportuni, ma non contrastanti con la legge. Ho molti dubbi su questa seconda definizione, sicuramente condivido che questi atti sono inopportuni.

Président - La parole au Conseiller Borre.

Borre (UV) - Credo che gli elementi forniti dal Presidente Perrin ci permettano di mettere fine a questo "tormentone" estivo, a tale "fattaccio", come è stato chiamato prima dal collega Riccarand, che i colleghi dell'opposizione hanno voluto di nuovo proporci. Si è cercato nuovamente di attribuire a questa Assemblea ruoli e funzioni che non ha: ruoli di tribunale popolare, di soggetto inquirente e giudicante di comportamenti altrui.

Voglio anch'io ricapitolare alcune considerazioni ormai assodate. Il Sindaco di Sarre, Diego Empereur, come è noto e come ha già detto il Presidente della Regione, riveste una carica amministrativa, di sindaco appunto, ed è presidente di un consorzio di diritto privato che opera a sostegno delle autonomie locali valdostane; è anche esponente politico del movimento "Union Valdôtaine", ne è in questo momento Vicepresidente. Credo di poter dire che tanto in Valle d'Aosta, come altrove, questa duplicità di funzione sia non solo lecita, ma anche abbastanza frequente. La comunicazione tanto discussa dal Presidente Empereur è una comunicazione non ufficiale, non fatta come Presidente del CELVA, né come sindaco. Questa comunicazione, sottoscritta con nome e cognome senza qualifica, è indirizzata ai "cari colleghi" con una "e-mail" come ne partono a centinaia al giorno da tutti i nostri "computer" connessi con la rete "internet". L'invito rivolto ai "cari colleghi" è quello di aderire personalmente ad un'iniziativa politica a sostegno di un candidato alle elezioni europee mediante l'invio di una lettera di sostegno con carta intestata dalla lista. Un invito da mandarsi - ed è sottinteso - ad opera del raggruppamento elettorale che sosteneva il candidato; alcune lettere sono state effettivamente mandate anche se non a firma dei colleghi sindaci, ma dallo stesso candidato.

È quanto meno curioso che tale procedura susciti scandalo nei Consiglieri del gruppo "Casa delle Libertà", che nulla hanno avuto da dire su un analogo comportamento adottato da qualche parlamentare del loro partito nelle stesse elezioni ma, visto che di questa comunicazione se n'è fatto un caso politico, è anche giusto parlarne. Sta nel vostro ruolo considerare che questo gesto possa essere considerato discutibile, inopportuno, ma resta un fatto: non si tratta, come avrò modo di spiegare dopo, di un'azione illegittima, dunque ogni richiesta che vada oltre l'espressione di un disappunto è senza dubbio eccessiva e demagogica. Ha già detto prima il collega Frassy... è esagerata la richiesta di dimissioni del Sindaco Empereur.

Veniamo poi ai sindaci. Se ho ben inteso dalla relazione del Presidente, nessuno di loro ha mandato lettere elettorali, né autorizzato beni o strumenti o risorse del comune per la campagna elettorale; quindi che spreco, che interesse privato c'è stato? Quanto alla "privacy", vediamo di capire di cosa si tratta: cosa significa quel "grido" usato dai firmatari della mozione del gruppo "Arcobaleno", "grido" che vuole "tuonare" alla difesa della riservatezza dei cittadini, ignari destinatari di terribili missive dell'oscura e potente "lobby" della lista "Federalismo", lista che vedeva il gruppo "Union Valdôtaine" alleato ed apparentato ad altre forze politiche? Alcuni sindaci avrebbero comunicato, su richiesta del Sig. Diego Empereur, nominativi e indirizzi di persone proprietarie di seconde case in Valle d'Aosta. Prima di gridare al sacrilegio, sarebbe meglio approfondire le questioni; o si fa finta, oppure non si è a conoscenza, ma prima di screditare e "gettare fango", di chiedere le dimissioni di qualcuno, sarebbe bene informarsi per venire a sapere che questi dati sono accessibili da chiunque in qualsiasi momento. Il "ruolo Tarsu", ad esempio, è un documento pubblico, regolarmente vidimato dal segretario comunale, da cui si possono estrarre tutti i dati che possono servire ad identificare la persona proprietaria di abitazioni in una certa località. Per quanto ho avuto modo di leggere, documentandomi sulla questione, lo stesso Garante della "privacy" aveva dichiarato la possibilità di mandare comunicazioni elettorali nelle recenti consultazioni europee prescindendo dal consenso, quando i destinatari fossero scritti in registri o elenchi pubblici, come chiarito nel decalogo elettorale del 12 febbraio 2004 dal Garante della "privacy".

Non sono un esperto in materia, ma la sola cosa di cui sono certo - e la recente campagna scandalistica che avete condotto contro l'Assessore Cerise me lo ha ampiamente confermato - è che state di nuovo cercando di sollevare polveroni, di montare dei processi di piazza contro esponenti politici della maggioranza regionale in Consiglio e fuori. È un gioco dal quale il nostro gruppo politico e la maggioranza tutta si tira fuori. Mi auguro che i colleghi dell'opposizione non firmatari delle mozioni, che non fanno della demagogia un "tanto al chilo" evitino ogni strumentalizzazione; pertanto, voteremo contro questa manovra con convinzione.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Penso che qualche breve considerazione debba essere fatta, perché l'intervento del Presidente è stato interessante in quanto ha apportato maggiore chiarezza nel contorno di questa vicenda. Anche il Capogruppo Borre nel suo intervento ha portato elementi di valutazione che riteniamo interessanti.

Prima considerazione. Diversi comuni hanno dato parzialmente seguito alla richiesta, nel senso che non hanno gestito in prima persona l'inoltro di queste comunicazioni, ma hanno fornito a chi domandava loro di inoltrare le comunicazioni gli elenchi di quei cittadini non residenti nelle seconde case. È innegabile che nella comunicazione che tutti voi avete potuto vedere vi era una provenienza certa: il CELVA e una firma altrettanto certa: quella del Sig. Diego Empereur. Non capiamo per quale motivo strano nelle numerose risposte che il Presidente ha fornito all'aula, risposte pervenute dai sindaci interpellati, tutti definiscano la richiesta pervenuta dal Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine". Alcuni avrebbero potuto dire: "richiesta del Presidente CELVA", altri avrebbero potuto dire: "richiesta del Presidente del Consiglio permanente degli enti locali", ma il fatto che vi sia questo "fil rouge", dove la richiesta viene attribuita al Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", ci lascia perplessi per due ordini di motivi: il primo è che ci sembra che, a seguito della vicenda da noi sollevata, vi sia stato un momento di confronto fra le varie amministrazioni, per capire quale fosse la linea da tenere; poi la richiesta non è stata fatta come Vicepresidente del partito "Union Valdôtaine", perché non risulta assolutamente dai documenti in nostro possesso, salvo che quelle risposte si riferiscano ad altre richieste.

È evidente però che il voler cambiare "l'abito" di chi faceva quella richiesta ha una sua importanza, perché, al di là di quello che lei, Presidente Perrin, ha dichiarato, il collega Capogruppo del movimento "Union Valdôtaine" ha detto una cosa molto importante dal punto di vista dell'etica della politica: ha argomentato dicendo che forse la richiesta del gruppo "Arcobaleno" era esagerata e ha evidenziato che il nostro gruppo aveva fatto una richiesta diversa. Dopo aver fatto questo raffronto - me lo sono appuntato testualmente -, ha dichiarato che tale atteggiamento può essere inopportuno, ma non illegittimo e che tutt'al più può comportare un disappunto. Mi sembra perciò di cogliere in questo intervento del Capogruppo del partito "Union Valdôtaine" una situazione evidente di imbarazzo rispetto a tale vicenda e devo anche dire che il percorso logico seguito dal Capogruppo di tale partito è quello che abbiamo noi in premessa, dove denotiamo un'inopportuna commistione fra ruoli istituzionali ed interessi di parte e allora, per cercare di arrivare ad una conclusione, voglio solo evidenziare questo. Il CELVA è un consorzio che opera con fondi pubblici, il finanziamento di tale consorzio non è fatto dai sindaci come privati cittadini, il CELVA utilizza fondi pubblici derivanti da enti locali, derivanti in parte anche da fondi regionali. È evidente allora che le azioni messe in atto come Presidente del CELVA, utilizzando fra l'altro gli strumenti di tale consorzio, perché "l'e-mail" da lì parte, denotano comunque un utilizzo quanto meno disinvolto del ruolo pubblico rispetto al legittimo ruolo privato di Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine".

Dire che non è successo niente non è vero, possiamo dire che non è successo nulla di particolarmente grave; possiamo dire che, rispetto alle pretese di tale lettera, alla fine il tutto si è concretizzato nella comunicazione da parte dei sindaci di questi elenchi, e qui apro una piccola parentesi. Sappiamo tutti che per aggregare dei dati servono delle operazioni di tipo manuale, perciò, quando in quelle risposte si sottolinea che non sono state impiegate risorse finanziarie e personale per espletare quelle richieste, mi domando di quali potenti tecnologie dispongono i nostri enti locali, perché è evidente che un certo tipo di lavoro sulla riaggregazione dei dati è stato effettuato. Non chiediamo le dimissioni perché non le abbiamo chieste nel nostro documento, perché, rispetto all'evento, le dimissioni sarebbero una pena spropositata; però, colleghi del gruppo "Union Valdôtaine" soprattutto, non potete dire che non è accaduto nulla, perché questo si chiama "atteggiamento omertoso". Non è vero che non è accaduto nulla ed è vero che comunque il CELVA attinge a fondi pubblici, fondi pubblici che sono stati utilizzati per un'iniziativa di parte, al di là del riflesso che può essersi o meno verificato sul fronte dei comuni coinvolti, i quali hanno dato le risposte che abbiamo sentito. È normale? Secondo me, no. La nostra risoluzione è "pesante"? Modifichiamola, ma questo Consiglio in qualche maniera deve "mettere" come fine di questa vicenda un atto formale di disappunto, come lo ha chiamato il Capogruppo Borre, altrimenti penso che veniamo meno ad una delle nostre funzioni. Non so su quali altri ragionamenti si possa chiudere questa discussione e questa vicenda, affermando e sostenendo che non è accaduto nulla. Non è accaduto forse nulla di grave, lo ribadiamo, ma sicuramente è accaduto - e il collega Borre lo ha detto - qualcosa di inopportuno. Nel momento in cui questo "qualcosa" di inopportuno è stato evidenziato, penso sia corretto sottolinearlo e chiudere questa vicenda, ma chiuderla nella chiarezza. Chiuderla facendo finta che nulla sia accaduto non fa onore a quanti sono intervenuti nel dibattito per difendere delle situazioni indifendibili e, soprattutto, non fa onore a quanti, non essendo intervenuti nel dibattito, dovessero poi esprimersi con un voto contrario rispetto a queste mozioni, come se i fatti da noi indicati fossero frutto della nostra fantasia e non di accadimenti reali.

Président - La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Intervengo perché il rapporto del Dipartimento enti locali, che ha illustrato e letto il Presidente, aggrava sensibilmente la posizione del Presidente del CELVA, ma anche Presidente del Consorzio permanente degli enti locali, perché si sovrappongono queste due figure. Fra l'altro - lo dico per inciso -, l'indirizzo di posta elettronica utilizzato è lo stesso che viene utilizzato sia per il Consorzio del CELVA, sia per il Consiglio permanente degli enti locali, il quale è un organismo pubblico a tutti gli effetti; qui non usciamo fuori da questa funzione di ente pubblico. Dicevo, questo rapporto aggrava sensibilmente la posizione del Presidente del CELVA e del Consiglio permanente degli enti locali, che non solo ha promosso questa sollecitazione ai sindaci, ma ha coordinato con tutta evidenza tutta l'operazione fino a raccogliere gli indirizzi e a curare l'invio di tali missive di propaganda elettorale.

Ci si dice: "ma questi indirizzi si potevano avere legittimamente". Abbiamo già detto: se agiva come Vicepresidente del gruppo "Union Valdôtaine", perché non si è rivolto alle sezioni unioniste? Non solo, ma se agiva come Vicepresidente di tale partito, perché non ha fatto richiesta come Dirigente del gruppo "Union Valdôtaine" ai comuni di avere questi indirizzi? Faceva domanda, sappiamo come si fa. Se abbiamo bisogno di elenchi, facciamo domanda al comune, che viene protocollata e ci viene data risposta. Il problema è che questi elenchi non si potevano avere, perché l'unico elenco che possono avere le forze politiche è quello degli iscritti alle liste elettorali, quindi, se si faceva domanda, ci davano solo tale elenco; quindi, invece di agire secondo un principio di correttezza e trasparenza, si è agito usando dei canali che non sono quelli legittimi. Il fatto che questi indirizzi non si potessero avere, che erano dati sensibili, lo conferma il diverso comportamento dei comuni: più di metà dei comuni non hanno dato seguito a questa richiesta, per quale motivo? Non hanno dato seguito perché questi elenchi non si potevano dare, mentre vi sono altri comuni che hanno dato seguito a questa domanda, perché non hanno valutato, perché si sono fatti "prendere la mano" da questa richiesta e non hanno osato dire "no", però hanno commesso un atto che è contrario ai loro doveri di ufficio. Tutta la procedura qui è scorretta e anomala, quindi, a nostro avviso, questo comportamento non è assolutamente accettabile.

Ci rendiamo conto che da parte del Capogruppo del partito "Union Valdôtaine" vi sia un atteggiamento di difesa di ufficio, però queste argomentazioni che sono state portate avanti non solo assolutamente valide, non sono in grado di giustificare questo tipo di comportamento. Manteniamo quindi la mozione da noi presentata, ci sembra ancora una volta, come è già successo... il collega Borre ha richiamato la vicenda dell'Assessore Cerise e di quella propaganda elettorale in contrasto con la normativa regionale che era stata fatta, anche in quel caso abbiamo indicato un problema e da parte della maggioranza vi è stato un atteggiamento di difesa del comportamento senza un minimo di riflessione e di proposta, senza avere il coraggio di venire con un atto consiliare a fare alcune considerazioni. Qui è la stessa cosa: ci troviamo di fronte ad un comportamento che è assolutamente inaccettabile, lo stesso Presidente lo ha definito inopportuno, il Consigliere Borre ha usato un'espressione diversa per esprimere anch'egli questo tipo di disagio, però poi questo non si formalizza con un atto da parte del Consiglio; così quello che rimane agli atti è il comunicato stampa dell'Assemblea degli enti locali, che dicono: "va tutto bene, quello che è stato fatto adesso lo possiamo rifare domani, perché va tutto bene così". Manteniamo la nostra mozione, perché ci sembra che una votazione da parte del Consiglio su questa vicenda sia necessaria.

Président - Je ferme la discussion générale. Pas de collègues pour déclaration de vote?

Je soumets au vote la motion présentée par le groupe "Arcobaleno":

Conseillers présents: 29

Votants: 21

Pour: 3

Contre: 18

Abstentions: 8 (Comé, Frassy, Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Stacchetti, Tibaldi, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je soumets au vote la motion présentée par le groupe "Casa delle Libertà":

Conseillers présents: 31

Votants: 26

Pour: 6

Contre: 20

Abstentions: 5 (Comé, Lanièce, Lavoyer, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.