Oggetto del Consiglio n. 816 del 23 settembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 816/XII - Revoca da parte dell'Amministrazione regionale di un'area concessa al Circolo culturale sportivo Cogne di Aosta in Comune di Villeneuve. (Interrogazione e interpellanza)
Interrogazione
Considerata la D.G. n. 1626 del 28 aprile 2003 con la quale la Regione Valle d'Aosta concedeva in comodato a tempo indeterminato al Circolo Culturale Sportivo Cogne Aosta dei terreni situati in comune di Villeneuve, loc. Chavonne;
Evidenziato che il provvedimento prevedeva la sottoscrizione di un contratto di comodato (la cui bozza era parte integrante del deliberato), mai sottoscritto;
Preso atto che la Giunta con provvedimento n. 1884 del 7 giugno 2004 revoca tale disponibilità e trasferisce in comodato a tempo indeterminato al comune di Villeneuve tale area;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta regionale per conoscere:
1) le motivazioni che hanno indotto l'Amministrazione a revocare l'area al C.C.S. Cogne;
2) i motivi della mancata sottoscrizione del contratto di comodato;
3) le motivazioni dell'affido al comune di Villeneuve di tale area.
F.to: Lattanzi
Interpellanza
Preso atto dello scontro che si è aperto fra il Comune di Villeneuve ed il Circolo Culturale Sportivo Cogne, relativo all'utilizzo di un'estesa area verde di proprietà della Regione sita in località Chavonne, comune di Villeneuve;
Richiamata la deliberazione n. 1626 del 28 aprile 2003 con cui la Giunta regionale aveva deciso di cedere in comodato al CCS Cogne la citata area di Chavonne al fine di consentire al CCS Cogne di proseguire la sua attività ventennale a carattere sociale e ricreativo;
Constatato che lo scorso 7 giugno, capovolgendo le decisioni di un anno prima, la Giunta regionale ha deliberato di revocare il comodato a favore del CCS Cogne per affidare la citata area, sempre in comodato, al comune di Villeneuve;
Viste le dichiarazioni dei responsabili del CCS Cogne che hanno espresso stupore ed amarezza per il comportamento della Regione e del comune di Villeneuve;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:
1) per quale motivo non è stato, a suo tempo, firmato il contratto di comodato fra Regione e CCS Cogne previsto dalla Deliberazione della Giunta regionale n. 1626/2003 del 28 aprile 2003;
2) per quale motivo, ad un anno di distanza dalla Deliberazione 1626/2003, la Giunta regionale ha cambiato totalmente impostazione per quanto riguarda l'affidamento in comodato dell'area verde di Chavonne;
3) che cosa si intende fare per porre fine allo scontro apertosi fra CCS Cogne e Comune di Villeneuve e per consentire al CCS Cogne di proseguire le sue attività presso l'area di Chavonne;
4) quali iniziative sono state assunte o si intendono assumere a tal proposito.
F.to: Riccarand - Squarzino Secondina
Président - La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Il quotidiano "La Stampa" del 3 settembre 2004 così scriveva: "Due ricorsi al TAR, un esposto alla Procura della Repubblica e una denuncia penale è quanto hanno deciso i legali del "CCS Cogne" in merito alla gestione dell'area Chavonne a Villeneuve". Si è aperto uno scontro molto duro fra il Comune di Villeneuve e il "CCS Cogne" rispetto a un'area che è di proprietà della Regione, che dovrebbe avere il diritto-dovere di garantire un utilizzo che non dia luogo a questi contrasti e a questi ricorsi in sede giudiziaria. La vicenda è tanto più deplorevole dal momento che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 1626 dell'aprile 2003 - la data non è casuale perché siamo ad un mese dal rinnovo del Consiglio regionale, quindi in periodo pre-elettorale -, aveva deciso di cedere in comodato al "CCS Cogne" quell'area verde e poi un anno dopo, senza motivazioni significative, decide di revocare tale comodato. Il 28 aprile 2003, fra l'altro, vi furono due deliberazioni: la n. 1626 per il comodato dell'area al "CCS Cogne" e la n. 1625 per il comodato di un'area attigua al "Rafting Adventure"; il comodato con il "Rafting Adventure" è stato siglato ed è andato avanti, quello con il "CCS Cogne" non è stato formalizzato. Un anno dopo si revoca quel comodato e nasce questo contenzioso molto grosso, di cui accennavo prima alcuni risvolti.
A noi pare deplorevole questa vicenda; fra l'altro, il "CCS Cogne", la sua sezione campeggio che gestisce tale area fa un'azione anche di interesse sociale, quindi ci sembra che detta situazione non vada assolutamente bene, che vi sia stata un'assenza di comunicazione, di concertazione ed è compito della Regione, visto che questa è un'area di sua proprietà, evitare che tale situazione di conflitto si protragga, in modo da trovare una soluzione che sia nell'interesse di tutti, ma in particolare della Regione. Vorremmo capire con questa deliberazione... quali sono i motivi per cui un anno fa, prima delle elezioni, si decide una certa cosa, che poi non si fa, si revoca questo provvedimento e adesso che si è aperto uno scontro pesantissimo anche a livello giudiziario cosa si intende fare.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Dall'esposizione dei fatti e dall'interpellanza sembra che il Consigliere Riccarand abbia già le risposte; al contrario io ho dovuto ricostruire tutta una serie di "cose", perché erano "cose" nate nella precedente legislatura e poi protrattesi nell'attuale. Ora, la deliberazione che ha evidenziato il Consigliere Riccarand... e anche l'interrogazione del Consigliere Lattanzi fa emergere un quesito. Nell'aprile 2003 la Giunta dispone una serie di contratti di comodato e successivamente alcuni vengono sottoscritti, altri no. Tra la deliberazione e la sottoscrizione dei contratti vi è una serie di fatti che vorrei rappresentare. Mi corre l'obbligo di fare una premessa e cioè che la situazione di confusione e di disordine nell'area di Chavonne non nasce alla vigilia delle elezioni, ma è una situazione che viene evidenziata dalle strutture regionali ben prima.
Ho una serie di comunicazioni del Dipartimento legislativo nel dicembre 2002 indirizzate al Comune di Villeneuve, che allora era il comodatario di tutta l'area e che concedeva al "CCS Cogne" un sub-comodato. I nostri dirigenti in un sopralluogo rilevavano un disordine importante, scrive il nostro dirigente:
"È stato inoltre segnalato che tutta l'area risulta caratterizzata dalla presenza di manufatti abusivi, che dovranno essere rimossi ad opera dell'amministrazione in indirizzo in virtù del contratto di comodato sottoscritto nel 1995. Nel dettaglio: capannone prefabbricato posto in opera dal "CCS Cogne" insistente sull'area destinata al "Rafting Adventure", alcune baracche fatiscenti prospicienti il fabbricato contraddistinto al catasto terreni con particella..." eccetera "... alcuni pollai e baracche sul muro di confine, due box in lamiera posti in opera dal "CCS Cogne"..."; insomma vi è un elenco che dà il significato.
Con questo non voglio sottostimare la funzione di un'importante associazione, ma il problema è cercare di armonizzare l'utilizzo di un'area significativa all'interno del Comune di Villeneuve che ha una vocazione multipla, nel senso che l'area di Chavonne ha una vocazione turistico-sociale ricreativa, una vocazione industriale artigianale e addirittura delle altre aree che vengono utilizzate per funzioni abitative. Ora, la filosofia con la quale si era affrontato il problema nell'aprile 2003 era quella di individuare un "modus vivendi" dove tutte queste attività trovassero una loro ragion d'essere. Questo tipo di discorso era nelle previsioni, dopodiché, come sapete, il disegno viene fatto a colori e a volta rischia di diventare un disegno in bianco e nero, tant'è che, prima ancora della sottoscrizione, abbiamo una comunicazione del Presidente della Regione Louvin, che il 29 maggio 2003 scrive al Direttore della Direzione attività contrattuale e patrimoniale, al Sindaco del Comune di Villeneuve e al Presidente del "CCS" per dire che l'utilizzo di quest'area così come era stato previsto era completamente disatteso. Produce poi una comunicazione della parrocchia di Villeneuve, che aveva rivolto rispettosa domanda al "CCS" al fine di essere autorizzata ad usufruire con precedenza dell'area verde di Chavonne e del campo sportivo adiacente, in particolare nei pomeriggi di tutti i sabati dalle ore 15,00 alle ore 17,00. La parrocchia per l'attività dell'oratorio aveva chiesto l'utilizzo dell'area Chavonne e il "CCS Cogne", di fronte a questa richiesta, aveva negato la possibilità. Il Presidente Louvin scrisse al direttore:
"Si trasmette in allegato la nota del 26 maggio con cui il Sindaco del Comune di Villeneuve ha chiesto la disponibilità dell'area verde, denominata "Parco Chavonne", per il periodo dall'11 al 18 giugno, in relazione ad una manifestazione organizzata dalla stessa amministrazione comunale per tutti i sabati, dalle ore 14,30 alle ore 17,00 per l'attività dell'oratorio parrocchiale di Villeneuve. Dalla predetta richiesta sembra di poter rilevare un'obiettiva difficoltà di utilizzo dell'area nella prospettiva del perfezionamento del contratto di comodato con il "CCS Cogne"".
Tutto questo quindi è nato ancora prima della sottoscrizione dei contratti, perché, se è vero che la deliberazione è quella del 28 aprile, è anche vero che i contratti sono stati tutti sottoscritti dopo, per cui alla domanda che mi viene posta dal Consigliere Riccarand: "perché gli uni sì e gli altri no", la risposta è che prima della sottoscrizione è intervenuta una comunicazione del Presidente della Regione che dice che, ai fini di quella sottoscrizione, tutto "quell'impianto" sembra non funzionare. Perché? A questo riguardo cerco di dare una risposta congiunta ai Consiglieri Riccarand e Lattanzi. L'utilizzo di quell'area socio-ricreativa deve permettere a tutta la comunità di svolgere un certo tipo di attività, nessuno nega che il "CCS Cogne" abbia l'utilizzo di quell'area, ma non può essere un utilizzo esclusivo: l'area deve essere a disposizione di tutti, in quanto è incompatibile che i cittadini, l'oratorio o chicchessia siano privati dell'uso di un'area così importante all'interno del comune. Bene, si svolga l'attività dell'associazione, di quella e di altre associazioni, perché all'interno del comune più si incrementa l'attività meglio è, ma non può esserci un uso privativo, per cui "quell'area è mia e, quando non ci sono io, ci metto i lucchetti": questo è incompatibile e il Presidente Louvin lo scrive molto chiaramente. Da lì sono stati fatti gli approfondimenti, dopodiché cambia la Giunta, cambiano le strutture, purtroppo questi momenti di passaggio nessuno li vuole: l'attività, nel momento in cui vi sono i passaggi di consegne, viene di fatto rallentata, poi arriva la stagione invernale, periodo in cui la tensione sul problema potrebbe anche calare, ma dalla primavera iniziano gli incontri e da lì emerge che nessuno manifesta una contrarietà per quel che attiene l'attività del "CCS Cogne", ma il comodato che verrebbe fatto in modo esclusivo con il "CCS Cogne" non viene ritenuto compatibile da parte del comune con un utilizzo pubblico. Non vi è quindi una revoca di un comodato, non concesso, ma vi è una revoca di una deliberazione, perché, se torniamo ad una situazione antecedente, il comodato è sempre stato dato al comune su quell'area, era il comune che lo subconcedeva al "CCS Cogne".
Ora, in una logica di questo genere, la Regione ha cercato di risolvere amichevolmente una questione che è approdata nelle aule giudiziarie molto prima di tali contratti, che si è deteriorata sui contenuti e sui rapporti umani e credo ci debba essere un po' di buon senso da parte di tutti. Dal punto di vista istituzionale, la Regione non può disconoscere un interesse legittimo di un comune, di una collettività che, ovviamente, nell'ordine degli interlocutori viene prima di qualsiasi altro soggetto, pur meritevole come un'associazione... ma anche perché il comune ha interesse a che le associazioni con un'attività sul territorio svolgano la loro missione, quindi le due cose fra di loro non sono antitetiche.
Per dare una costruzione logica, quando è stata redatta la deliberazione, sono stati immaginati alcuni tasselli: alcuni si sono perfezionati perché erano coerenti - e lo sono tuttora -, altri non si sono perfezionati perché negli intendimenti tutto è saltato. A fronte di questo l'Amministrazione regionale, nel revocare la precedente deliberazione, ha formulato una deliberazione successiva individuando il comune e richiedendo a quest'ultimo un regolamento che permettesse al "CCS Cogne" di svolgere la sua attività. Negli incontri verbali è emersa una possibilità da parte del "CCS Cogne" di interloquire con il comune all'inizio dell'anno per definire un calendario di attività, in modo da opzionare tutta una serie di attività sicuramente meritevoli; il comune non ha assolutamente negato questa possibilità. Ci sembrava di aver trovato una "quadra" con il comune responsabile, anche perché su questo tipo di discorso vi sono degli aspetti non percepiti: ma se qualcuno si fa male nell'area, chi è il responsabile? Chi interviene dal punto di vista assicurativo? Se delle strutture dovessero essere rispondenti a certe normative, creeremmo delle confusioni incredibili. L'utilizzo da parte di un'associazione è compatibile con un utilizzo pubblico oppure le assicurazioni coprono solo i soci? Nel momento in cui va il bambino dell'oratorio, chi eventualmente coprirà dal punto di vista assicurativo il bambino che dovesse farsi male perché gli viene giù la traversa della porta di calcio? Chi paga le utenze, l'energia elettrica, l'acqua? Ovviamente le situazioni di confusione sono situazioni che devono essere evitate.
Ora, all'interno di questo quadro il comune, essendo rappresentativo di tutta una comunità e nella condizione di poter gestire l'area, poteva assicurare la copertura di tali servizi e essere nella condizione di stabilire delle convenzioni, degli accordi e dei programmi specificatamente con tutte le associazioni: fosse l'associazione "CCS", l'oratorio e quant'altro. Da questo punto di vista, quindi riteniamo che tutti gli sforzi del caso siano stati retti da una logica, dopodiché è ovvio che non possiamo sostituirci alla potestà del singolo di fare causa o di non fare causa, di ritenersi leso o di non ritenersi tale, quello è un altro discorso; tutta la buona volontà con sopralluoghi è stata messa in opera.
Ricordo infine che su quell'area vi sono anche tutta una serie di interessi regionali riguardanti vari dipartimenti: il Dipartimento dell'industria, piuttosto che il Dipartimento dell'agricoltura. Finisco il mio intervento facendo presente che il comune, oltre a formulare espresse richieste, che poi hanno dato origine a questo contratto, ha chiesto il trasferimento della proprietà di una parte di quell'area, per cui, qualora l'Amministrazione regionale non ritenesse che una parte di quell'area è utile per le proprie finalità in virtù della legge regionale, bisognerà prendere in esame la possibilità di trasferire la proprietà dell'area al comune, che reputa quell'area particolarmente strategica per la sua attività.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Assessore, devo dire con franchezza che, se vi era della nebbia e confusione, non è che lei mi abbia aiutato molto a chiarire il panorama. È una questione che, oltre a tutte le deliberazioni e a tutte le posizioni da lei citate, è caratterizzata anche molto da "personalismo umano", da conflitti personali, tutta una serie di situazioni che sugli atti non si leggono, ma che fanno la storia di una certa realtà.
Partiamo da alcuni punti fermi. Posi già all'ex Presidente Viérin il quesito: cosa ne facciamo noi di quell'area visto che, dopo 20 anni di gestione del "CCS Cogne", si mette in discussione questa situazione? Mi sentii rispondere che era volontà del proprietario dell'area non più accettare tutto quell'abusivismo, quella confusione in quel luogo, perché vi era da parte del comune un interesse, per cui si doveva andare come proprietari a favorire una soluzione che mettesse in condizione quell'area di essere utilizzata da tutti. Già all'epoca dissi che non vedevo in conflitto la necessità di riordinare eventuali situazioni anomali di confusione createsi inevitabilmente quando vi sono dei volontari nella gestione di un'area, per cui suggerivo di trovare una "quadra" attorno ad un tavolo con il sindaco, con il "CCS Cogne" e con il proprietario dell'area, che siamo noi, per fare in modo che tutte le istanze potessero trovare soddisfazione.
Credo che citare la relazione del dirigente del 2002, dove dice che vi era abusivismo, baracche fatiscenti e box in lamiera, sia quanto meno errato, ma perché pone la questione in una forma errata, perché questo era conosciuto anche quando pochi mesi dopo il Presidente Louvin e la Giunta che lo sosteneva firmarono una deliberazione che autorizzava il "CCS Cogne" ad utilizzare quell'area, quindi un passo di buona volontà era stato tentato. I contratti poi qualcuno è riuscito a firmarli, a qualcun altro non è stato permesso di firmarli e lei fa bene a citare l'evento un po' scatenante del conflitto che oggi porta in tribunale le persone, questo mi dispiace quando si parla di sport e di ricreazione, perché i momenti di aggregazione dovrebbero essere momenti di amicizia e solidarietà.
Sappiamo anche del parroco che si è presentato per poter utilizzare il campo e che qualcuno del "CCS Cogne" ha fatto "viaggiare" perché riteneva quell'area ad uso esclusivo, mettendo il lucchetto... tutto vero, infatti il "CCS Cogne" è fatto di persone e vi può essere qualcuno che interpreta, io dico in maniera errata, la gestione di quell'area, che è un'area pubblica e che deve essere a disposizione di tutti, ma che deve trovare un gestore. Qui vorrei aprire una riflessione su quello che lei ha detto, cioè l'ultima parte quando ha asserito: "ma adesso stiamo andando nella direzione di lasciare al comune la gestione di quest'area, perché riteniamo sia più consono al concetto di pubblica utilità". Faccio solo rilevare che tutte le strutture e le aree sportive e ricreative stanno oggi seguendo una logica totalmente diversa, cioè dalla gestione comunale si sta andando verso l'affido della gestione delle strutture ricreative e sportive alle associazioni che prevalentemente utilizzano quelle sportive, come è giusto che sia. Mi farebbe strano che il comune volesse gestire l'area del "Rafting", perché ritengo che il "Rafting" riesca a gestire l'area e ad utilizzarla meglio di quanto non possa fare il comune, quindi mi "suona" stonato il concetto che oggi il comune dovrebbe essere il gestore di quell'area, togliendola ad un'associazione che, sbagliando, facendo degli errori, con qualche personalismo di troppo... mi risulta fra l'altro che si sia anche dimesso... quindi avrebbe anche risolto il suo problema... crea però la condizione per mettersi attorno a un tavolo e chiarire gli eventuali presupposti della gestione di quell'area, cioè che il "CCS Cogne" può essere punto di riferimento gestionale, che naturalmente deve farlo con tutti quei presupposti di sicurezza che rispondono a tutti gli interrogativi che lei poneva in termini di responsabilità.
Guardi, Assessore, a tutte le sue domande vi sono delle risposte: il gestore di quell'area deve mettersi in condizione di sapere che lui ha la responsabilità della gestione e di tutto quanto succede in quell'area. Io vedo la soluzione molto evidente, perché, se si tolgono i personalismi e si mette il buon senso, si può venire incontro a tutte le istanze: sia di chi da 20 anni gestisce quell'area, sia da parte di coloro che, come il "Rafting", fanno con la cooperativa un servizio di turismo e di sport importante per la nostra Regione, attivando una sinergia che metta in condizioni l'area di essere messa a posto. Mi permetta, siamo totalmente contrari a che l'area vada in mano al comune, quando prima si fanno le azioni contrarie, poi si danno le autorizzazioni e, infine, perché uno bisticcia si va in tribunale a discutere... comunque, noi siamo i proprietari, quindi non "laviamocene le mani", noi di quell'area dobbiamo poter dire la nostra e allora non dica che è il comune che ha deciso, è lei che sta decidendo!
Président - La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Non siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore, mi rendo conto che deve barcamenarsi in un contesto di conflittualità, ma la situazione, a nostro avviso, è abbastanza chiara. L'area di Chavonne è molto vasta, vi è spazio per tutti, in gran parte è un'area in stato di abbandono; io, prima di fare l'interpellanza, sono andato a vederla per rendermi conto della situazione. Ora, di tutta questa vasta area, in gran parte in stato di abbandono, vi è solo una piccola parte inutilizzata e il "CCS" storicamente ormai da molti decenni utilizza una parte di tale area, perché prima l'aveva avuta in uso dalla "Cogne", essendo un circolo aziendale, poi, quando la proprietà dell'area è passata dalla "Cogne" alla Regione, l'ha avuta in uso da quest'ultima. Si tratta quindi di un'attività ormai tradizionale, radicata, che ha avuto anche il merito con il volontariato di ripulire un'intera area, di sistemarla, non hanno fatto delle costruzioni, cioè quella costruzione a cui si riferisce la relazione non era neanche nell'area che gestisce attualmente il "CCS", ma in quella che è passata alla gestione del "Rafting"; quindi non hanno fatto delle costruzioni, ma è un'area gestita per quest'attività ricreativa in modo corretto.
Negli ultimi anni quest'area che gestiva il "CCS" è stata ridotta sia ad est, sia ad ovest: ad ovest perché è stata ceduta una porzione al "Rafting" per le sue attività - e il "CCS" ha concordato con questa scelta -, mentre ad est è stata assunta in gestione diretta dal comune che l'ha affidata ad una società inglese che porta dei giovani a fare delle colonie di vacanze e lì sì viene costruito, che hanno messo su tutta una serie di prefabbricati! Quella è l'area che gestisce direttamente il comune; è molto discutibile l'intervento che è stato fatto, lì sì che mi sembra vi sia un uso più privatistico, perché quell'area rimane abbandonata 10 mesi e mezzo all'anno, viene sottoutilizzata e non si presenta con il massimo dell'estetica e del decoro. In questo contesto non si capisce per quale motivo, dopo che è stato deciso di regolarizzare la situazione facendo un comodato con il "CCS", un anno dopo si torna indietro dicendo che sono sorti dei problemi perché la parrocchia aveva chiesto di utilizzare l'area per il suo oratorio e il "CCS" ha detto "no". Può anche darsi che siano nati dei conflitti, però queste sono tutte cose che nel comodato si possono chiarire, si possono benissimo inserire e, da quello che mi risulta, il "CCS" non è affatto contrario, tant'è vero che mi hanno fatto anche vedere che loro trasmettono al comune all'inizio dell'anno l'elenco di tutte le loro attività e sono disponibili a "mettere dentro" quelle che il comune richiede di inserire, quindi non vi è alcuna difficoltà ad andare a precisare in un comodato che tale area deve poter ospitare attività del comune, attività ricreative di altro genere, attività compatibili con l'attività che fa il "CCS", ma aperte a tutti. Andare a definire un comodato di tale tipo quindi è necessario, regolarizza la situazione, consente di mantenere un'attività e di aprirla ulteriormente ad altre esigenze, ma non fare questa "cosa", tornare indietro... perché già in passato la Regione aveva dato in comodato tali aree al comune e poi quest'ultimo le ha restituite alla Regione...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... sì, perché prima ce le aveva già in comodato. Il comune ad un certo punto, vi sono le lettere, ha detto che non voleva più gestire queste aree e voleva che la Regione le riassumesse nella sua gestione. Vi sono le lettere che dimostrano questo, tanto che poi la Regione ha fatto tale deliberazione con cui decideva di dare in comodato quest'area. È chiaro che lì è spiacevole... perché è nato un conflitto con l'ente locale, con il comune, però la Regione è proprietaria di quell'area, è la Regione che deve guidare le scelte! Non possiamo accettare che lì vi sia un'amministrazione comunale che va con il suo personale a togliere i lucchetti e a mettere i suoi lucchetti, poi arriva il "CCS" che chiama le forze dell'ordine per lamentarsi che le hanno portato via delle cose, denunciare... su un'area di proprietà della Regione questa cosa non è assolutamente accettabile!
Riteniamo che da parte dell'Amministrazione regionale vi debba essere una scelta chiara, reputiamo che non vi debba essere una penalizzazione nei confronti del "CCS" che ha fatto un'azione utile in quell'area che, se si va a vedere, è molto ben tenuta, quindi non vi è motivo per... se non vi sono esigenze di carattere più generale... sembra strano che ci si "punti" su quella piccola area quando lì intorno ve ne è una estremamente estesa in totale stato di abbandono, tutto intorno è un proliferare di nuove cose che bisogna tutte quante regolamentare, perché mi pare che lì vi è anche vicino una struttura dove è stato fatto... come si chiamano questi percorsi di avventura... un "percorso vita", vi è il "rafting"... tutto quanto va bene, a parte quello che fa il "CCS", questa è una lettura che non è accettabile! Riteniamo che la Regione debba riassumere in mano questa "cosa", debba rivedere tale deliberazione che toglieva il comodato al "CCS" e lo dava al comune, in modo da andare a definire con un comodato al "CCS" l'utilizzo di quest'area e da risolvere il problema nell'interesse collettivo.
Si dà atto che dalle ore 10,09 presiede il Vicepresidente Nicco.