Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 814 del 22 settembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 814/XII - Problemi concernenti il calendario venatorio 2004/2005. (Interpellanza)

Interpellanza

Preso atto del contenuto della deliberazione della Giunta regionale n. 2298/04, avente per oggetto "l'approvazione del calendario venatorio per la stagione 2004/2005", adottata in data 5/07/2004;

Osservato che detta delibera contiene un dato falso: nelle premesse si dichiara infatti come acquisito, fra gli altri, il parere favorevole dell'Istituto Nazionale per la fauna selvatica, che, in effetti è stato redatto e sottoscritto dal Dirigente dell'Istituto solo in data 6/07/2004 e quindi successivamente trasmesso all'Assessorato regionale competente;

Sottolineato che, a tacere di altri discutibili profili, l'indicazione dell'acquisizione di un parere che non esiste, rende l'atto deliberativo illegittimo;

Tenuto conto che il Calendario venatorio, così come tardivamente approvato, presenta diversi aspetti discutibili, andando nel senso di ampliare la possibilità di caccia e di deresponsabilizzare i cacciatori;

Considerato che anche l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, nel citato parere, elenca una serie di perplessità e di carenze, che suggerisce di eliminare fin dalla prossima stagione;

Ritenuto necessario ottenere alcuni primi chiarimenti sul tema;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere:

1) perché il calendario venatorio è stato approvato in ritardo e con l'inveritiero riferimento ad un parere dato già per acquisito;

2) perché sono stati allungati i periodi di caccia di alcune specie animali e le ore di caccia durante la giornata (con qualche pericolo per l'incolumità pubblica);

3) se si intende tener conto, per il prossimo futuro, dei "suggerimenti" forniti dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica.

F.to: Curtaz

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - L'interpellanza iscritta all'ordine del giorno n. 25 e rivolta all'Assessore Vicquéry, riguarda il calendario venatorio per la stagione 2004/2005. Devo dire che, in ordine a tale calendario venatorio, sarebbero state assai più numerose le questioni che avrei voluto trattare nell'iniziativa, ma - buon per l'Assessore! - il Regolamento prevede dei limiti, quindi ho dovuto limitare l'iniziativa alle solite 3 o 4 domande.

A noi sembra che questo calendario venatorio sia assai discutibile, soprattutto per due ordini di ragioni. La prima, perché è costellato di una serie di illegittimità; nella narrativa ne abbiamo segnalata una, quella più clamorosa. Infatti, nella deliberazione si fa riferimento a un dato che è palesemente falso, perché si dichiara come acquisito agli atti, fra gli altri, un parere, quello dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, che è stato redatto e sottoscritto dal dirigente di tale istituto in data successiva alla deliberazione. Attenzione, non solo è pervenuto alla Regione in data successiva alla deliberazione, ma è stato redatto, sottoscritto e protocollato dall'istituto il giorno successivo alla deliberazione! Nel momento in cui è stata predisposta la deliberazione, ovviamente questo parere non poteva essere già stato acquisito, non poteva essere neppure conosciuto, perché è stato redatto, sottoscritto e protocollato solo il giorno successivo! Questo è l'esempio più clamoroso.

Vi sono tutta una serie di piccole illegittimità che danno il senso di una normativa un po' "raffazzonata", che persegue una logica - ed è la seconda osservazione critica che faccio - di un progressivo ampliamento della possibilità di cacciare, un progressivo allargamento che avviene in ogni campo, in ogni situazione, in ogni ambito: nell'ambito temporale, riferito sia al periodo in cui è possibile l'esercizio della caccia, che viene enormemente ampliato soprattutto per alcune specie animali, sia ad un ambito temporale giornaliero, a cui si aggiungono una serie di agevolazioni, per esempio quelle relative all'utilizzo delle strade poderali, in riferimento alle quali mi si deve spiegare cosa c'entra la caccia con le strade poderali... non c'entra niente! Se andiamo a vedere le leggi che disciplinano l'utilizzo delle strade poderali, lo scopo è tutt'altro, e invece ogni anno c'è un piccolo passo in avanti che ha, come obiettivo, quello di allargare le possibilità di caccia e di rispondere ad una "lobby" potente, perché di questo si tratta!

Ho detto tante volte di avere delle riserve di carattere generale nei confronti della caccia. Non riesco a concepire - ma è una cosa mia, non voglio demonizzare nessuno - che una persona possa provare piacere ad uccidere un animale, sarà pure un istinto primordiale, ma ritengo che in una società civile questo divertimento sia poco sano. Cosa diversa era la caccia che tradizionalmente si è svolta in Valle d'Aosta, in cui credo che l'elemento "necessità" di procurarsi un po' di carne fosse di molto prevalente rispetto al desiderio di divertimento. Ad esempio, i miei nonni erano entrambi cacciatori, ma non penso che si divertissero molto ad andare a caccia; ripeto, era piuttosto l'esigenza, e camminavano molto più di adesso, di trovare un animale da mettere sotto sale ed utilizzare nel periodo invernale. Tuttavia, laicamente, cerco di non demonizzare questo esercizio; ognuno può avere delle passioni malsane, ne ho qualcuna anch'io, come il tifo calcistico ad esempio.

Il fatto che però vi siano delle regole e che queste debbano essere rispettate, secondo me è un principio assolutamente da tenere in considerazione. Negli ultimi anni, invece, "petit à petit" - come direbbe l'Assessore Vicquéry - si sta allargando questa possibilità, tra l'altro in totale controtendenza rispetto a quanto avviene in tutti gli ambiti, in cui le regole per la caccia sono sempre più severe.

Evidentemente qui, in Valle d'Aosta, la "lobby" dei cacciatori conta ancora qualcosa, è potente dal punto di vista elettorale c'è accondiscendenza da parte del Governo regionale, che fa calendari venatori compiacendo alla categoria. L'interpellanza si occupa delle irregolarità e delle illegittimità di questo dato molto spiacevole da rilevare, perché quando casualmente l'ho scoperto sono rimasto di stucco, e poi riguarda alcune domande a cui l'Assessore potrà rispondere agevolmente, sul perché sono stati allungati i periodi di caccia per alcune specie animali e le ore di caccia durante la giornata. Peraltro, questo parere che viene citato e che non c'era al momento della deliberazione, è, sì, in linea di massima positivo, però contiene anche tutta una serie di suggerimenti, come per dire: "guardate che quest'anno vi diamo il parere favorevole, ma cercate negli anni prossimi di fare attenzione su certi ambiti".

Scopo dell'interpellanza è anche di capire se questi suggerimenti vengono ritenuti accoglibili e se il prossimo calendario sarà più rigoroso o se, invece, andrà nel senso di un ampliamento delle opportunità.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Inizio con il dire che - come tutti sanno - la caccia in Valle d'Aosta è disciplinata dalla legge n. 64/1994, che demanda, all'articolo 31, al calendario venatorio - che si predispone annualmente - la disciplina specifica dell'esercizio della caccia stessa. Rispetto al calendario venatorio, l'articolo 31 dice che: "la Giunta regionale, entro il 15 giugno di ogni anno, su proposta dell'Assessore competente, sentiti il Comitato regionale per la gestione venatoria, la Consulta regionale faunistica e l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, approva il calendario venatorio".

Il primo momento di riflessione è la data del 15 giugno, che riveste un carattere ordinatorio, e l'eventuale approvazione del calendario venatorio successivamente a quella data non è mai stata considerata pregiudizievole della validità dell'atto, tanto che il calendario è stato approvato con deliberazione di Giunta del 5 luglio, come è successo altri anni.

Il secondo elemento da valutare è questo "sentito il Comitato regionale", di cui poi parlerò. Rispetto alla data del 15 giugno, questa scadenza era stata fissata per assicurare il corretto svolgimento delle istruttorie tecniche e amministrative, il tesseramento dei cacciatori, la predisposizione dei piani di abbattimento, l'assegnazione dei capi da abbattere necessari all'attuazione della stagione di caccia nei termini previsti, che, di norma, è inizio settembre: questo è il primo elemento, un po' la fretta nel deliberare rispetto a una problematica che, sotto un certo punto di vista, si poneva in termini innovativi.

Nel merito, quando abbiamo cominciato a lavorare sulla stesura del calendario venatorio, fin dalle prime bozze dello stesso l'Assessorato ha provveduto a sentire l'Istituto nazionale della fauna selvatica di Bologna, che è la struttura tecnica riconosciuta a livello nazionale, deputata a fornire alle regioni la consulenza specialistica in materia di gestione faunistica venatoria. Proprio l'istituto ha fornito alcune indicazioni tecniche che hanno portato all'approvazione dei nuovi periodi di caccia previsti dal calendario venatorio.

C'è stato un lavoro istruttorio molto dettagliato e ho voluto personalmente chiedere un incontro al responsabile dell'Istituto faunistico di Bologna, incontro avvenuto solo in data 7 giugno 2004 per problemi di reciproci impegni e che ha ritardato la stesura dell'atto deliberativo. A detto incontro con il dr. Toso, Direttore dell'Istituto faunistico, e il dr. Riga, un suo collaboratore che ha partecipato alla consulta, ho potuto chiedere quali sono le indicazioni strategiche di questa struttura tecnica del ministero e il calendario che ne è uscito è, di fatto, l'espressione delle strategie dell'Istituto faunistico, perché ogni punto del calendario è stato attentamente dibattuto in quell'incontro e poi esaminato in sede di organi competenti. Subito dopo questo incontro, la bozza tecnica ai sensi della legge regionale è stata posta all'attenzione del Comitato regionale per la gestione venatoria in data 9 giugno e della Consulta regionale faunistica in data 11 giugno 2004, sperando di poter rispettare questi termini del 15 giugno.

Alla riunione della Consulta regionale faunistica ha partecipato - dicevo - anche il dr. Riga, che con i suoi interventi tecnici contribuiva alla redazione del testo finale del calendario ed esprimeva, in qualità di rappresentante dell'Istituto della fauna selvatica, il proprio parere consultivo - favorevole - sullo stesso, articolo per articolo. Tali consulte durano ore ed ore, è peggio che partecipare ad una commissione consiliare, perché si analizza analiticamente ogni punto dell'articolato e la partecipazione del dr. Riga, che non è usuale, è stata richiesta dal sottoscritto per avvalorare maggiormente i contenuti del calendario; è stata molto importante sotto molti aspetti: in particolare, sulla divisione dei comprensori nella zona dell'Envers.

La presenza del dr. Riga è motivo quindi di soddisfazione per l'Amministrazione, perché è il primo anno che si realizza una presenza così qualificata ed autorevole di un tecnico designato dall'Istituto faunistico, a dimostrazione di un rapporto di collaborazione ottimo fra la Regione, l'istituto stesso e il suo direttore, dr. Toso, che ha partecipato mesi prima ad un incontro in Valle d'Aosta, avente lo scopo di mostrargli "de visu" la situazione dei cervi ad Etroubles, ed è stato un incontro molto proficuo. La presenza del funzionario secondo i miei uffici assicura la corrispondenza dell'articolo 31 della legge n. 64, là dove prevede che la Giunta approvi il calendario regionale sentito il Comitato regionale, la Consulta regionale e l'Istituto della fauna selvatica.

Non voglio nascondermi dietro la forma, non sosterrei questa tesi in sede amministrativa all'infinito; devo dire che c'è stato un errore materiale da parte del dirigente responsabile, che dopo l'incontro con la consulta tecnica aveva più volte sentito telefonicamente e incontrato nuovamente, in un convegno, il dr. Riga, dal quale aveva avuto assicurazione che nel merito del calendario di quest'anno non c'era alcun problema. I suggerimenti di cui parla il Consigliere Curtaz si riferiscono al calendario dell'anno dopo, ma ci ritornerò.

Il provvedimento è stato pertanto messo all'ordine del giorno con le procedure della Giunta regionale, cioè il martedì precedente, avendo l'assicurazione che il parere formale sarebbe pervenuto il venerdì, 3 giorni prima dell'esame del provvedimento in Giunta. Il provvedimento è andato avanti così, per inerzia, senza che nessuno il venerdì sera avvisasse l'Assessore che il parere formalmente non era pervenuto; per cui, non posso che prendere atto dell'osservazione corretta del Consigliere Curtaz, scusarmi con lo stesso perché è un fatto non voluto e affermare che gli uffici si sono assunti, loro, la responsabilità di questo, pur sostenendo i funzionari dell'Assessorato che non si tratta di illegittimità per i motivi da me prima sostenuti, in quanto il calendario venatorio potrebbe essere approvato senza il parere scritto, formale, da parte dell'istituto, in presenza del funzionario alla Consulta regionale... però non voglio insistere su questa tematica.

Rispetto al merito della questione e alla seconda domanda devo rispondere che, a seguito dell'approvazione del piano regionale, da alcuni anni, in Valle d'Aosta, il prelievo venatorio degli ungulati è effettuato mediante l'attuazione della caccia di selezione, che si fonda sulla definizione dei piani di prelievo, commisurati alle reali consistenze faunistiche esistenti sul territorio, indicanti numero, sesso e classi di età degli animali da prelevare. Al fine del raggiungimento di un corretto equilibrio fra fauna selvatica e territorio, è fondamentale che i piani di prelievo vengano rispettati, sia qualitativamente sia quantitativamente, con particolare attenzione ai territori caratterizzati da eccessive densità faunistiche quali, ad esempio, il comprensorio dell'alta Valle del Gran S. Bernardo per quanto riguarda la specie cervo e l'intero territorio regionale per il cinghiale.

Rispetto all'allungamento del periodo del cervo, questa è stata una specifica domanda posta al direttore, perché aveva personalmente potuto constatare il numero degli incidenti stradali, i danni che provocava al territorio e ha consigliato di tentare il prolungamento nei mesi di gennaio e febbraio, in un periodo in cui la caccia al cervo sembrerebbe più agevole che in altri periodi. Rispetto ai periodi di caccia al cervo e al cinghiale, previsti dal calendario venatorio, gli stessi rispecchiano le condizioni di cui parlavo prima della caccia di selezione e sono stati, anche questi, concordati con l'istituto nazionale.

Devo dire che strategicamente l'Istituto di Bologna sostiene che l'attività di caccia della fase del controllo dovrebbe essere residuale rispetto alla logica della caccia di selezione, perché quando si dice: "aumentiamo il periodo della caccia di controllo per la specie cinghiale", la risposta è che si deve ragionare in termini più a regime rispetto a situazioni provvisorie e di emergenza come quelle che stiamo vivendo. Questa è strategicamente la loro posizione che, devo dire - essendo profano della materia - mi ha interessato molto, mi ha sorpreso in parte - se devo dire qual è stata la mia reazione -, ma dal punto di vista tecnico è inoppugnabile. L'Istituto faunistico da anni sostiene su riviste del settore la necessità assolutamente provata dal punto di vista biologico di aprire la caccia allo stambecco e ad altre specie, perché il rapporto popolazione e territorio nel Gran Paradiso e in altre zone è fuori dal rapporto ottimale della densità prevista: tale proposta è già attuata nella provincia del Trentino, mentre per noi, per altri motivi, non si è ancora attuata.

Per quanto riguarda gli orari di caccia, gli stessi orari si riferiscono alla caccia al camoscio, al cervo, al capriolo, che possono essere cacciati da un'ora prima del sorgere del sole ad un'ora dopo il tramonto; qui non abbiamo fatto altro che ricopiare l'articolo 18, comma 7, della legge quadro nazionale, la n. 157, il cui predetto articolo dà questa possibilità. Dal punto di vista di pura legittimità del calendario venatorio, che è un atto amministrativo, era addirittura fuori luogo prevedere un orario diverso, e tale orario era stato oggetto di innumerevoli polemiche fra cacciatori e Corpo forestale, perché è successo - anche se raramente - che si controllasse al minuto/secondo l'apertura della caccia, per poter intervenire e dire: "hai iniziato a sparare un secondo prima o un secondo dopo".

Così come previsto dall'articolo 18, che stabilisce che la caccia è consentita un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, la caccia di selezione agli ungulati è consentita fino ad un'ora dopo il tramonto, il problema non si porrà più, perché è di tutta evidenza che prima delle effemeridi e dopo le effemeridi non si può sparare in quanto non si vede l'animale, è notte generalmente. Questo elimina il problema rispetto al controllo al secondo del sistema precedente, che non è in linea con la normativa nazionale; non succederà più perché ci sarà un margine di un 1/4 d'ora, 20 minuti, ma non un margine di un minuto, a discrezione dell'orologio o del cronometro del Corpo forestale piuttosto che del cacciatore. Era una situazione addirittura in contrasto con la normativa nazionale, per cui non ci siamo posti problemi più di tanto. Tale indicazione è adottata da tutte le regioni e province d'Italia; l'unica che non l'adottava rispetto all'orario era la Valle d'Aosta... non si sa perché! Il motivo per cui si consente la caccia al camoscio, al cervo, al capriolo un'ora prima del sorgere del sole a un'ora dopo il tramonto risiede - dice il mio funzionario - nelle abitudini di vita molto schive e prettamente crepuscolari di questi animali, in particolare per quanto riguarda i cervi, che fanno sì che durante il resto del giorno siano difficilmente contattabili.

Passo al terzo punto dell'interpellanza: "se si intende tener conto, per il prossimo futuro, dei "suggerimenti" forniti dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica", per dire che, in linea di massima, sì. Prima, nel suo intervento, il collega Curtaz parlava di "illegittimità", ma non si tratta di illegittimità perché l'Istituto faunistico in 3 punti ci dà dei suggerimenti: uno, riguarda l'assegnazione dei cacciatori nei comprensori alpini, là dove dice: "Pur comprendendo le difficoltà di carattere sociale che si oppongono al raggiungimento di questo obiettivo, cioè di legare il territorio al cacciatore, e concordando sulla necessaria gradualità dei tempi di attuazione, si osserva che limitare il cosiddetto legame "cacciatore e territorio" alla sola prima settimana di caccia vanifica uno dei principi basilari in materia di disciplina dell'attività venatoria". Aggiunge: "Si invita pertanto codesta amministrazione a predisporre tutte le iniziative necessarie affinché, a partire dall'approvazione del prossimo piano faunistico, si possa estendere all'intera stagione venatoria il legame fra cacciatore e comprensorio alpino".

Alcuni mesi fa abbiamo dato incarico ad un tecnico faunistico, il dr. Martinet, di consegnarci entro il mese di ottobre una o più proposte di simulazione, per verificare il numero dei cacciatori, sezione per sezione, rispetto al censimento della fauna selvatica e verificare nel prossimo anno se riusciamo ad uscire da questa logica dei 3 comprensori alpini. Cercheremo pertanto di andare incontro a questo suggerimento.

Personalmente sono dell'idea che sia sufficiente un comprensorio a livello regionale, fermo restando l'individuazione delle competenze delle singole sezioni, perché i 3 comprensori riguardano solo aspetti di tipo burocratico e non gestionale. Come sapete, i 3 comprensori non sono mai stati attivati proprio per tali motivi, perché costerebbero e sarebbero a carico dei cacciatori stessi.

La seconda osservazione dell'istituto riguarda le classi di tolleranza del prelievo selettivo del camoscio e dice: "Si suggerisce pertanto di effettuare una revisione critica delle classi di tolleranza per il prelievo del camoscio prima della stagione venatoria 2005-2006". Qui concordo in pieno, lo avevo suggerito al Comitato caccia che ha bocciato questa proposta, perché le classi di tolleranza sono troppo difficili da capire, è facile confondersi e incorrere in sanzioni amministrative. Il Comitato caccia aveva già predisposto tutti i piani di caccia per la stagione, così come aveva fatto per gli anni passati e non si è potuto per ora modificare questo, ma una revisione si impone.

Una terza ed ultima osservazione riguarda il prelievo del fagiano; l'istituto dice: "Si suggerisce, per la condizione del fagiano..." - che in Valle d'Aosta non risulta tale da consentire la realizzazione di un carniere massimo giornaliero pari a 15 capi e vi è la mancanza di qualsiasi limite stagionale - "... di prevedere un carniere giornaliero di 2 capi e una quota stagionale di 15 capi". Questo lo faremo, la caccia al fagiano non costituisce un problema di rilevanza in alcun senso.

Rispetto alle strade interpoderali, devo dire che l'articolo 8 del calendario venatorio ha sempre parlato di strade interpoderali, noi lo abbiamo ripreso e lo abbiamo modificato dicendo: "fermo restando i disposti della legge 17/85, il transito dei cacciatori con veicoli a motore su strade non classificate regionali o statali è vietato tra la mezz'ora antecedente l'inizio e la mezz'ora antecedente la fine dell'orario di caccia giornaliero, comunque..." - questa è la novità - "... fino al termine dell'esercizio venatorio da parte del singolo cacciatore". In quest'ultimo caso, il cacciatore che decide di terminare la sua giornata di caccia deve annotare in modo indelebile negli appositi carnieri... Questo dice solo che abbiamo corretto un'anomalia, poi si parla dei disabili e del ritiro del cervo, quando viene cacciato il cervo che pesa quintali, a volte, gli si dà la possibilità di salire con il mezzo per trasportare a valle; era un problema che era stato evidenziato anche da turisti i quali vedevano male il fatto di trasportare in modo approssimativo questi cervi a valle.

La disposizione nuova dice: "là dove il cacciatore è già in altitudine, non deve rientrare alla stazione forestale a timbrare il "carnet de chasse" per poter risalire il giorno dopo". Finito il periodo di caccia, il cacciatore può fermarsi nel casotto di caccia e visitare i suoi vicini cacciatori negli altri casotti di caccia, mentre finora questo non era consentito. Era assolutamente fuori luogo dare disposizioni, perché aumentava il transito sulle strade interpoderali anziché diminuirlo.

Rispetto ad un ultimo tema, anche se non ha attinenza con il calendario venatorio, informo che non più tardi di venerdì 17, a Roma, nel corso della presentazione del secondo rapporto sulla gestione della fauna in Italia, realizzato a cura di "Legambiente" e "Arcicaccia", la Valle d'Aosta è stata premiata per l'impegno concreto dimostrato nel costruire conoscenza, partecipazione e competenza nella gestione del patrimonio faunistico. Sono stato personalmente contattato per andare a Roma a ritirare il premio; ho ritenuto non opportuno, data la situazione politica, allontanarmi dalla Regione, ma ha partecipato il mio dirigente per ritirare tale premio: questa è la dimostrazione di una serietà che ci contraddistingue da anni.

Non è vero che la Regione è ostaggio della "lobby" dei cacciatori, perché i risultati di questi anni di caccia di selezione dimostrano che c'è un buon rapporto di collaborazione fra i cacciatori, l'Istituto faunistico e le strutture dell'Assessorato e i risultati ci stanno dando ragione. Vi sono ancora aspetti problematici che riguardano il cervo, il cinghiale e anche le ghiandaie che stanno falcidiando i frutteti della Regione. Rispetto alle ghiandaie, l'Istituto faunistico ha dato parere contrario alla nostra proposta, andrà bene alla Consigliera Squarzino, ma non va bene a chi produce meli e frutteti, perché non riescono ad avere una produzione sufficiente per il reddito, per cui la società non è mai divisa in bianco e in nero, ma talvolta c'è anche il grigio; cerchiamo di guardare, da una parte, gli aspetti economici e, dall'altra, gli aspetti di applicazione della normativa.

Si può dire, in via definitiva, che è un buon calendario, i risultati li vedremo a consuntivo; come tutti i calendari è passibile di modificazione, a seconda dei risultati che otterremo.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Sono, a dire poco, insoddisfatto della risposta dell'Assessore, perché è lacunosa, per certi versi è pasticciata e soprattutto non adeguata alle problematiche sollevate.

In punto illegittimità, prendo per buona la versione dell'Assessore, che è anche onesta quando dice: "la cosa ci è sfuggita dalla vista perché siamo andati in Giunta, c'era all'ordine del giorno questa deliberazione, non ci siamo accorti che non c'era il parere, l'abbiamo approvata, abbiamo commesso un errore". Questa ricostruzione fino a quel punto è onesta, però lei, Assessore, è persona intelligente e ha anche una laurea in giurisprudenza... non mi può dire che la presenza di un funzionario dell'istituto a una riunione equivale ad emissione del parere!

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

... ha anche detto che non avrebbe insistito in una sede amministrativa su questa cosa. Non dico che ci si debba vergognare a ripetere queste argomentazioni, ma un po' di pudore forse dovrebbe sentirlo! Ovviamente la presenza del funzionario ad una riunione è del tutto irrilevante.

Bisogna riconoscere che qui c'è stato un errore clamoroso. La cosa che più ci preoccupa non è tanto il fatto in sé ... il problema è sempre il solito, ogni tanto lo evidenziamo, soprattutto da questi banchi, ma non viene risolto: è il problema dei controlli, è il problema di come vengono stilate queste deliberazioni. Continuo a dire che gran parte delle deliberazioni predisposte dalla Giunta è piena di vizi di legittimità... poi, è chiaro che non succede niente, i cittadini non si mettono tutti i giorni ad impugnare deliberazioni di Giunta... però, un po' di orgoglio amministrativo da parte di un Governo regionale presupporrebbe una migliore qualità degli atti amministrativi! Il problema del controllo e della qualità degli atti amministrativi deve essere affrontato e noi - per l'ennesima volta -, poniamo al centro dell'attenzione della Giunta tale problematica: questo non è che un esempio, perché il calendario venatorio è a mio parere una successione di illegittimità, quindi la difesa d'ufficio dell'atto da parte dell'Assessore non è stata affatto convincente!

Sul merito del calendario, è impossibile nel poco tempo a disposizione replicare alle osservazioni dell'Assessore. Rilevo solamente che queste innovazioni, che di anno in anno vengono approvate, vanno tutte in una sola direzione: avvantaggiare i cacciatori! Ripeto, questo va in totale controtendenza con quanto avviene nelle altre regioni e nel resto d'Europa, in cui si cerca di mettere delle limitazioni al lavoro dei cacciatori.

Sulla questione delle strade interpoderali... questi signori, che vanno a caccia, non si definiscono degli sportivi? Allora, se sono degli sportivi, è possibile che debbano andare in auto fino davanti... nulla impedisce che si vada con il fuoristrada a metà costa, ci si fermi, si tiri giù il finestrino, si prenda il fucile e si spari! Ma come no! L'importante è che non ci siano degli ostacoli...

(proteste in aula)

... bisogna uscire dall'auto? No, non vengo a caccia...

Sul discorso dell'ora prima dell'alba e l'ora dopo il tramonto, l'Assessore citava la legge nazionale... e allora? Se fino a ieri avevamo una legislazione più restrittiva, credo che un motivo ci fosse, invece anche questa è una innovazione che va ad incentivare chi deve sparare. Allora, non raccontiamoci storie sul fatto del buio che dà un termine naturale, è una incentivazione, perché chi è a caccia ha più possibilità di cacciare e ha maggiori probabilità di incontrare un animale davanti al suo fucile, soprattutto in quelle ore, sappiamo che gli animali in genere sono più in basso perché devono alimentarsi!

Il discorso del secondo in più o in meno... mi sembra un'argomentazione priva di significato, perché anticipiamo o ritardiamo di un'ora il problema del secondo in più o in meno. Se è vero che è buio, allora bisogna riconoscere che questa normativa può creare dei problemi di incolumità; come no? Se è consentito sparare quando non si vede più, significa che ci sono dei problemi di incolumità, questa è una normativa molto discutibile.

Per il futuro, sui suggerimenti dell'Istituto per la fauna selvatica l'Assessore ha fatto una promessa vaga, dicendo che se ne terrà conto; dà poi una sua opinione, seppure rispettabile, che è in totale controtendenza con le indicazioni per una caccia sana - come dovrebbe avvenire su tutto il territorio - ed è il comprensorio unico, che piace molto ai cacciatori, ma stride con un principio essenziale della caccia: il rapporto fra "cacciatore" e "territorio". Dire: "noi vorremmo andare verso un comprensorio unico" è il contrario di quello che dicono tutti gli esperti, tant'è che l'Assessore ricorderà che nella scorsa legislatura si è fatta una grossa discussione in quest'aula, perché il suggerimento dei tecnici era quello di fare 8 o 9 comprensori per la Valle d'Aosta, invece se ne fecero 3...

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

... non va bene, a nostro giudizio.

Prendiamo atto che rispetto a tale problematica si sta tirando la corda; ho visto su qualche giornale che anche qualche cacciatore è abbastanza critico nei confronti di queste novità, c'è qualcuno che si sta rendendo conto che si sta tirando troppo la corda!

Chiediamo all'Assessore che, a partire dal prossimo piano venatorio, ci sia una maggiore considerazione degli interessi della collettività, perché gli animali non sono dei cacciatori e i cacciatori - per quanto siano tanti - sono l'1% della popolazione, ma quegli animali sono di proprietà anche del 99% di popolazione che non ama andare a caccia! Allora teniamo conto delle esigenze di tutti e i cacciatori cerchino di rispettare delle regole più precise, perché il sistema che avete adottato negli ultimi anni è unidirezionale e oggi la risposta dell'Assessore è andata, ancora una volta, nel senso di estendere le possibilità di caccia!

Président - C'est sur ce point 25 que, pour ce soir, nous terminons nos travaux.

La séance est levée.

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La séance se termine à 19 heures 57.