Oggetto del Consiglio n. 696 del 23 giugno 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 696/XII - Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali a seguito del fallimento della Piemonte Costruzioni. (Interrogazione)
Interrogazione
Venuti a conoscenza della dichiarazione di fallimento della "Piemonte Costruzioni", una delle più grandi aziende edili del nord-ovest;
Tenuto conto delle conseguenti ricadute occupazionali ed economiche che il fallimento potrà comportare, soprattutto in Bassa Valle;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
La Giunta regionale per conoscere:
1) quali iniziative, di concerto con le organizzazioni sindacali , sono state o possono essere intraprese al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della "Piemonte Costruzioni";
2) le valutazioni in merito alle conseguenti ripercussioni economiche sull'indotto collegato con l'azienda, indicando le eventuali azioni che possono essere intraprese a tale sostegno.
F.to: Lanièce - Stacchetti - Comé - Viérin Marco
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Credo che questo argomento sarà successivamente oggetto di un approfondimento in sede di discussione della mozione; in ogni caso darò in questa occasione alcune risposte per quello che ci è dato conoscere in tale fase. Il fallimento dell'azienda edile "Piemonte Costruzioni" è stato pronunciato dal Tribunale di Aosta il 4 u.s. e sappiamo che induce gravi preoccupazioni tanto dal punto economico, finanziario ed occupazionale, che per le situazioni di disagio e in qualche caso di pericolo che potrebbero verificarsi in alcuni cantieri non più presidiati. L'Amministrazione regionale ha fin da subito manifestato alla procedura fallimentare la propria disponibilità ad assumere, pur con tutti i limiti delle proprie competenze, un ruolo attivo nella ricerca di possibili soluzioni di questa vicenda. Lo ha fatto prima con contatti verbali attraverso il sottoscritto, ma anche i colleghi Marguerettaz e Ferraris, poi, a seguito di questi contatti, ha inviato ai soggetti titolati per gestire il problema - cioè il curatore fallimentare, il presidente del tribunale, il giudice delegato - una nota per richiedere tutti gli elementi necessari alle valutazioni più opportune.
L'impresa "Piemonte Costruzioni" è titolare di numerose commesse di lavori assunte sia in appalto, sia in subappalto con gli enti pubblici della Regione, nonché con i consorzi di miglioramento fondiario, come si desume da una ricerca condotta nei giorni scorsi presso l'Osservatorio regionale dei lavori pubblici. Credo sia interessante riassumere questo quadro: i lavori assunti direttamente in appalto sono circa 40, di cui 10 in corso; 17 conclusi, ma non collaudati e 13 lavori assunti dai consorzi di miglioramento fondiario; i lavori assunti parzialmente in subappalto sono 29, di cui 19 in corso e 10 conclusi, ma non collaudati. Con l'Amministrazione l'impresa ha in corso solo 3 lavori assunti direttamente in appalto.
L'importo dei diversi contratti di appalto e subappalto in questa fase è un dato poco significativo, in quanto ciò che finanziariamente rileva è il valore economico della quota parte dei lavori ancora da eseguire, fermo restando le valutazioni in ordine alle condizioni alle quali i singoli contratti sono stati assunti. Per le stesse ragioni a sua volta il cosiddetto "portafoglio dell'impresa", che ricomprende tutti i lavori eseguiti o in corso di esecuzione al di fuori del territorio regionale o a favore di privati, è un dato di per sé aleatorio fino a quando non sarà operata un'approfondita ricognizione e analisi di questi... e, di conseguenza, sia tenuto riservato dal curatore fallimentare.
Quanto alla sorte dei contratti di appalto pubblici, richiamo qui la normativa vigente, che prevede lo scioglimento in conseguenza del fallimento, a meno che il curatore fallimentare, con l'autorizzazione del giudice delegato, non dichiari di voler subentrare nel rapporto, dandone comunicazione nel termine di 20 giorni dalla dichiarazione di fallimento; ricordo che questo termine scade domani. Ad oggi la procedura fallimentare si è limitata a comunicare ufficialmente l'intervenuto fallimento, allegando la relativa sentenza, né peraltro abbiamo avuto riscontro alla nota che abbiamo inviato.
Quanto ai cantieri nei quali tale impresa opera e investe dei subappaltatori o cottimisti, non può essere sottaciuta la situazione di parziale stallo che è determinata dalle cautele adottate dalla procedura fallimentare, che almeno temporaneamente impedisce l'impiego dei materiali giacenti di proprietà del subappaltatore o lo spostamento dei mezzi d'opera; anche qui abbiamo preso visione oggi, perché è stato assentito l'intervento di rimozione dei cantieri che sono pericolosi.
In questa situazione è chiaro che lo spazio di manovra dell'Amministrazione è modesto; al momento l'unica via di uscita possibile appare l'affitto o la cessione del ramo di azienda in capo ad un soggetto privato. Infatti la procedura, stante la complessità della situazione aziendale, non ritiene possibile un esercizio provvisorio in via diretta e reputa nell'immediato praticabile solo l'affitto del ramo aziendale, "in primis" l'affitto degli impianti di produzione del conglomerato bitumoso o del calcestruzzo. Dal punto di vista operativo, il curatore ha disposto unicamente la messa in sicurezza dei cantieri in senso stretto, posa di reti e recinzioni, rimozione di mezzi o di materiali, senza alcuna attività d'opera. È noto che il curatore fallimentare ha pubblicato un avviso tendente a raccogliere le manifestazioni di interesse, a trattare l'affitto o l'acquisto del ramo di azienda, in esito al quale sono pervenuti poco meno di una ventina di adesioni, che sono al vaglio del curatore. Domani con l'Assessore Ferraris avremo un incontro con i sindacati, sarà una giornata cruciale anche in relazione alla vicenda dell'attività di impresa. Questo è il quadro della situazione, dalla quale si evince come vi sia molta attenzione per la vicenda, ma i condizionamenti derivanti da una situazione di fallimento, che "liquefa" un'attività imprenditoriale preesistente, non consentono di fare di più.
Président - La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) - Prendiamo atto della risposta dell'Assessore. In effetti la situazione non è delle più rosee, anzi proprio per questo abbiamo presentato questa iniziativa: per avere maggiori informazioni e per sollecitare l'azione del Governo nell'ambito delle sue possibilità. Oggi, fra l'altro, discuteremo una mozione "dell'Arcobaleno" che va in questa direzione, e quindi penso che questo sia positivo, perché si tratta non solo di dimostrare la solidarietà del Consiglio regionale nei confronti dei lavoratori, ma anche di cercare di impegnare, nell'ambito delle proprie possibilità, il Governo a fare qualcosa, per dare soluzione a questa vicenda che ha colpito 190 operai con le rispettive famiglie, oltre al valore economico di questa grande impresa edile e in modo particolare per le ripercussioni che avrà per tutto l'indotto collegato con questa azienda.
Dalla risposta che ci ha dato l'Assessore si evidenziano alcuni aspetti importanti, che purtroppo si verificheranno domani, giorno in cui scade la possibilità del curatore di scegliere se subentrare in questi contratti pubblici o farli andare allo scioglimento come previsto dalla legge e, soprattutto, giorno di incontro con i sindacati. Ne approfitto per chiedere di portare nella commissione le risultanze di questi incontri, in modo da comunicare ai consiglieri quanto accaduto. Per quanto riguarda il resto, abbiamo sollecitato la massima attenzione per quanto riguarda questo problema, alla luce non solo delle ricadute occupazionali ed economiche, ma perché l'azienda ha molti cantieri aperti nella nostra regione e volevamo capire come era possibile agire per mettere in sicurezza i cantieri più pericolosi e per subentrare agli appalti in essere.
L'Assessore ci ha elencato i numerosi cantieri aperti sia per quanto riguarda l'Amministrazione regionale, sia per quanto concerne i consorzi di miglioramento fondiario. Sono numerosi, e quindi occorre prestare molta attenzione, come mi sembra vi sia la disponibilità da parte dell'Assessore. Possiamo pertanto solo invitare il Governo a prestare molta attenzione e, in occasione della discussione della mozione, ritengo opportuno che l'intero Consiglio possa approvarla, per dimostrare la solidarietà ai lavoratori e per fare qualcosa per salvaguardare gli occupati e l'indotto cresciuto intorno a questa grande azienda edile. A quanto risulta, solo 160 di questi 190 lavoratori possono usufruire della cassa integrazione straordinaria, mentre per 30 lavoratori non vi è questa possibilità, e quindi occorre porsi il problema per questi lavoratori che non possono utilizzare il meccanismo della cassa integrazione; anche qui è importante un interessamento di concerto con i sindacati e con gli enti preposti per far sì di trovare una soluzione anche per questi 30 lavoratori, tenendo anche presente che il 17 giugno vi è stata un'asta per l'affitto dell'azienda nel corso della quale sono state presentate 20 domande. Ci auguriamo che fra queste 20 aziende che hanno presentato domanda ve ne sia qualcuna che voglia subentrare nell'attività dell'azienda in modo da anche assorbire i lavoratori della "Piemonte Costruzioni".