Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 677 del 10 giugno 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 677/XII - Elaborazione di una proposta operativa per il controllo dei sistemi di sicurezza in fase di ridefinizione. (Reiezione di mozione)

Mozione

Premesso che:

- la Giunta ha recentemente assegnato un incarico di consulenza finalizzato a migliorare gli interventi volti alla sicurezza di uffici e sedi dell'Amministrazione regionale;

- la gestione operativa della materia, riguardante sia le persone, sia gli ambienti, sia i documenti, sia le procedure, si presta ad usi impropri e distorti, che potrebbero deviare le condivisibili finalità di garantire maggiore sicurezza a tutela dell'interesse pubblico e dei vari livelli di operatività dell'Amministrazione regionale;

- a livello nazionale tali problematiche sono affrontate in organismi ove è garantita la rappresentatività di tutte le forze politiche presenti in Parlamento e la Presidenza degli stessi è affidata a garanzia della trasparenza delle procedure ad esponenti della minoranza;

Il Consiglio regionale

Impegna

la Giunta a elaborare una proposta operativa nella supervisione e controllo dei sistemi di sicurezza in fase di ridefinizione che coinvolga tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e a riferire entro 90 giorni in Commissione Affari Generali.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Abbiamo chiesto che non ci fosse la discussione congiunta con la mozione presentata dal gruppo "Arcobaleno" e poc'anzi discussa proprio perché volevamo evitare che su questo argomento ci potessero essere delle risposte parziali e che si evitasse di andare sugli argomenti che in maniera puntuale erano sollevati nelle due mozioni. L'iniziativa che è stata firmata dai colleghi "dell'Arcobaleno" ha come riferimento la procedura degli incarichi e si incentra sulla vicenda dell'incarico al Generale Inzerilli; noi invece nella nostra mozione facciamo una questione di principio, che parte dalla discussione che vi è stata lo scorso Consiglio fra il nostro gruppo e l'Assessore quando abbiamo affrontato alcune questioni legate a questo incarico.

L'Assessore ha ricordato, anche nel dibattito sulla mozione che ho ora citato, che vi sono due aspetti: di tipo tecnico e di tipo politico. Potrei dire che sono due aspetti complementari, perché questa è una sede politica, la problematica è tecnica, ma è indubbio che alla fine acquista un "vestito politico". Vorrei partire dalla conclusione della nostra impegnativa, cioè la richiesta all'Esecutivo di elaborare una proposta operativa; di conseguenza demandiamo alla Giunta l'onere di definire questa proposta come meglio crede, salvo poi andarla a discutere ed esaminare nell'ambito del principio per cui le questioni inerenti i sistemi di sicurezza sono problemi di noi tutti. Noi riteniamo che le problematiche della sicurezza non siano giocoforza un aspetto dei programmi di legislatura, un aspetto delle questioni che hanno un fondamento e un vizio di natura ideologica per cui si prestino a diverse ottiche a seconda di chi le esamina. La sicurezza è un problema comune che coinvolge anche il livello politico e riteniamo sia un problema interno all'Amministrazione, non un problema esterno che ha riferimento alle iniziative dell'Esecutivo. Con questa mozione, allora, affermiamo un principio politico: che il Consiglio - intendendo tutti e 35 i Consiglieri regionali, ma poi anche il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza come istituzione che rappresenta il Consiglio - su questa materia non può essere messo sotto tutela, perché quando è accaduto in un passato recente, che è durato ben 2 lustri, ci siamo trovati nella situazione della quale stiamo discutendo; allora non possiamo far finta di partire dall'anno "zero", oggi, 2004, ci troviamo di fronte ad un bilancio fallimentare delle politiche di sicurezza attuate nell'ultimo decennio, nel corso del quale la Giunta con incarichi annuali e sistematici ha affidato la gestione delle politiche di sicurezza a strutture esterne a quest'aula. Nel disciplinare di incarico professionale si diceva in maniera esplicita che alla fine del periodo, dunque alla fine di ogni annualità, doveva essere consegnata alla Giunta una relazione scritta sulle risultanze dell'attività svolta; allora, dopo 10 anni di attività e di relazioni scritte, siete arrivati alla conclusione che qualcosa non funziona e avete di conseguenza commissionato questo incarico per fare il punto della situazione.

Assessore, lei non lo dirà mai, perché non può dirlo, ma spesso gli atti amministrativi si leggono anche nel contesto e quello in cui si sviluppa la vicenda della "consulenza Inzerilli" è "l'inquinamento politico" a cui sono stati assoggettati i sistemi di sicurezza e il loro controllo. Vi siete resi conto in questo Esecutivo che nel passato vi era una deviazione del livello istituzionale della sicurezza, garantita con questi incarichi all'interno del Palazzo. Se questa è la matrice da cui promana l'incarico al Generale Inzerilli, penso che in maniera franca dobbiamo riconoscere che questo problema va impostato diversamente, perché se al fiduciario della precedente Giunta sostituiamo quello di questo Esecutivo, non stupitevi colleghi di maggioranza se vi troverete nelle condizioni e nelle situazioni nelle quali alcuni vostri colleghi di maggioranza - mi riferisco a colleghi "dell'Union Valdôtaine" - si sono trovati nella scorsa legislatura, con un forte imbarazzo personale, perché attività istituzionali e personali svolte da questi colleghi Consiglieri erano state oggetto di intercettazione e di uso improprio. Noi avevamo già denunciato questa vicenda nel corso della scorsa legislatura, ci fa piacere che l'Assessore abbia condiviso la nostra preoccupazione, ma ci preoccuperebbe assai se volesse gestire come nel passato, ma a suo vantaggio, questa problematica.

Nelle premesse di questa mozione prendiamo spunto dalla realtà istituzionale nel panorama parlamentare. È vero, sono questioni differenti, parliamo di SISMI, di SISDE, di tutta una struttura, ma il principio è lo stesso. È stata interessante la riflessione del collega Sandri, anche se sarebbe interessante che la esplicitasse meglio nella sua conclusione, perché ha "lanciato il sasso nello stagno", ma non è arrivato alla conclusione. Collega Sandri, l'autonomia non è l'autonomia dell'Esecutivo, è l'autonomia della sede istituzionale che rappresenta per antonomasia la popolazione valdostana: il Consiglio; allora questa materia va sì gestita in autonomia, ma va gestita coinvolgendo tutte le forze politiche. Mi auguro che su questa riflessione anche il Presidente Perron possa dare un contributo, perché qui non stiamo a dividerci sulle appartenenze politiche e i relativi vizi ideologici che ogni appartenenza politica implica, ma stiamo solo facendo una valutazione oggettiva, ovvero la sicurezza è un problema, un problema comune, un problema interno all'amministrazione, che deve essere gestito in autonomia, nessuno deve essere posto sotto tutela, anche perché il Consiglio regionale è sovrano ed è composto da diverse sensibilità e su questa materia, Presidente Perron, mai è più azzeccato dire che tante teste forse possono dare più garanzie di quante non possano venirne da una sola testa.

Penso allora che questa proposta vada incontro alle sue disponibilità, Assessore, espresse a "mezza voce" quando io stesso nello scorso Consiglio ho illustrato la questione "dell'incarico Inzerilli". Ci auguriamo che quelle mezze disponibilità espresse sotto voce fossero delle disponibilità senza "se" e senza "ma". Non abbiamo volutamente scritto nulla sul meccanismo, perché riconosciamo all'Esecutivo l'onere di articolare questa proposta, ma mi auguro che il principio sia condiviso e su quel principio il confronto dovrebbe poter continuare. Queste sono le motivazioni che ci hanno portato a scrivere questo documento, auspico che vi sia un minimo di dibattito al di fuori delle posizioni e degli arroccamenti politici, affinché si eviti di gestire questo problema di tipo oggettivo nella maniera soggettiva, che sarebbe la maniera più deleteria per gestire i problemi della sicurezza.

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Devo riconoscere che il Consigliere Frassy ha rappresentato in modo molto onesto il contenuto della mozione della "Casa delle Libertà", perché ha evidenziato sin da subito che le premesse indicate nella mozione si riferiscono a situazioni completamente estranee rispetto al tema che oggi trattiamo. La costituzione di una commissione, che coinvolgesse tutti i partiti e i raggruppamenti politici all'interno di un consesso, è relativa a servizi segreti, servizi particolari, che sono preposti ad un'attività particolare (sicurezza dello Stato, tutta una serie di attività di "intelligence"). Noi più modestamente affrontiamo temi che sono e dovrebbero essere temi quotidiani, che non sono una riserva dell'Esecutivo, ma sono una prerogativa di tutte le istituzioni.

Quando nella mia risposta ho parlato di sicurezza, non mi sono limitato a parlare della gestione delle telecomunicazioni, ho parlato di tutto. Il trattamento della documentazione... qui probabilmente si sottostima questo problema, noi produciamo... non so quale unità di misura citare, quintali, tonnellate, se parliamo di peso, se invece parliamo di superficie, non so quanti metri quadri di documenti, ma non sono documenti anonimi, sono documenti particolari. Probabilmente, vista la nostra funzione di politici, immaginiamo che la sicurezza sia rivolta esclusivamente alle nostre discussioni politiche e giustamente questo tipo di discorso credo sia un interesse di tutti, ma poi abbiamo anche altre questioni. Certi ragionamenti che facciamo in merito a progetti e ad obiettivi hanno dei riflessi; la fuga di notizie può provocare delle distorsioni all'interno della nostra comunità, il fatto di sapere o non sapere alcune cose può portare a speculazioni, ad inquinamenti del regolare andamento. Tutto questo deve essere ricondotto all'interno di un regolamento che vada a stabilire quali sono le procedure atte. Voi mi direte: "ma queste sono cose che la legge già disciplina", ma certo che le disciplina! Il segreto di ufficio è disciplinato, così come tutta una serie di notizie non solo sui documenti, ma anche sulle conversazioni. Se qualche funzionario dovesse ascoltare delle conversazioni fatte da un suo superiore, da un suo collega o un politico in merito a determinate questioni e riportasse questo all'esterno, violerebbe il segreto d'ufficio. Questo non vuole dire banalizzare il problema perché, se vogliamo banalizzare, siamo tutti bravi; ha detto: "ma avete preso delle professionalità di livello elevato per sapere se funziona o non funziona il sistema elettrico, ho visto anche alcune pubblicazioni", non è così, non è banalizzando che miglioriamo e portiamo un accrescimento al dibattito, il dibattito è un altro! Questo tipo di problema va affrontato dotando la Regione di una struttura autonoma e questo passaggio è stato fatto successivamente all'8 agosto 2003, non quando è stato dato l'incarico al Generale Inzerilli. Questa scelta di campo di costituire un servizio interno dell'ADSI preposto a questo tipo di attività è una scelta che discende dall'8 agosto 2003, da cui sono scaturite alcune decisioni. In merito al presidio dei luoghi sensibili, dobbiamo provvedere con risorse interne, ecco qual è la garanzia.

Credo che, volendo confrontarci in modo onesto, da parte delle strutture, da parte dell'Esecutivo vi sia il diritto-dovere di elaborare il manuale che dettagli qual è il comportamento da tenere e quali sono le procedure da utilizzare e quali sono le figure responsabili all'interno dell'Amministrazione. A fronte di questo documento, che avrà un suo iter e dovrà essere approvato, credo si possa fare questo ragionamento che lei ha fatto in modo molto trasparente all'interno delle commissioni che già sono costituite. Mi viene difficile all'interno di questo impegno immaginare di costituire una commissione ad hoc per gestire questo problema; quello che possiamo fare - ed è sicuramente quello che faremo - è immaginare un percorso dove le strutture e i dirigenti, previo confronto, proporranno all'Esecutivo un documento che riguarderà la sicurezza in generale; dopodiché, se vi saranno delle attività illecite, non è certo con una Conferenza dei Capigruppo che potremo evitare un illecito, in quanto un illecito è un illecito: se qualcuno mette una cimice sotto la scrivania di qualcuno di noi, compie un reato, un reato grave peraltro, lei me lo confermerà, Avvocato Frassy; se qualcuno punta un microfono direzionale sulla vostra finestra, non possiamo impedirglielo dal punto di vista politico, perché è una cosa già vietata e definita fuori legge dal nostro ordinamento. Quello che dobbiamo fare è presidiare in modo che, dal punto di vista metodologico, non vi siano vuoti, ma vi sia sempre la certezza e la certezza la dobbiamo avere gestendo direttamente questo aspetto; quindi io l'ho dichiarato, come l'ho dichiarato nella prima mozione: l'intendimento è quello di avere una gestione diretta. È chiaro che questo tipo di discorso non sarà immediatamente effettuabile, perché vi saranno una serie di investimenti anche da fare all'interno delle procedure.

Avete visto che abbiamo già modificato in parte le procedure, non so se avete fatto caso ma, oggi come oggi, per entrare nel Palazzo regionale vi è un processo di identificazione che fino ad ieri non esisteva. Abbiamo all'interno della procedura un rilascio di "pass" a fronte di una consegna di un documento e dell'identificazione per avere la certezza sull'ora di entrata e sulla destinazione dichiarata. Non dobbiamo poi eccedere perché, per blindare tutto il Palazzo, rischieremmo di creare delle disfunzioni notevoli e vi faccio l'esempio. Il cittadino, che ha necessità di rivolgersi all'ufficio dell'Assessorato delle finanze al primo piano e ha il "pass" per il primo piano, qualora si distribuiscano barriere su tutto il Palazzo regionale, non potrà salire al terzo piano o al quarto piano senza tornare in portineria e modificare il suo "pass". Bisognerà quindi fare una mediazione, ma non sarà con una commissione di tipo politico che potremo impedire al cittadino con finalità illecite di non farlo, perché questo tipo di divieto è già presente nel nostro ordinamento. La procedura non ha nulla a che fare con l'istituzione di servizi segreti, non vi è alcuna intenzione di mettere sotto controllo nessuno, vi è solo l'intenzione di definire un manuale che verrà distribuito nelle commissioni competenti, sarà patrimonio di tutti perché è corretto che così sia, è un documento che eventualmente potrà essere modificato perché, come tutti gli atti umani, è perfettibile, la commissione competente in tale materia potrà dare il suo contributo e credo che così facendo facciamo il bene di tutti, minoranza, maggioranza, Esecutivo perché, nel momento in cui stabiliamo delle procedure e siamo efficienti nel farle, facciamo il bene di tutti, indipendentemente dai ruoli.

Credo che questo tipo di mozione, a fronte delle dichiarazioni, possa essere ritirata.

Président - S'il n'y a pas d'autres collègues, je ferme la discussion générale.

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Mi dispiace constatare che questo argomento, che è stato riconosciuto anche dall'Assessore essere un problema comune e interno all'Amministrazione regionale, rimanga in questo "ping pong" dialettico fra me e l'Assessore, così come accade con le interrogazioni e le interpellanze. Vi è qualcosa che non ci permette una piena comprensione delle nostre posizioni, che sono molto vicine, ma che poi nella parte finale si allontanano creando un divario incolmabile e faccio un esempio: la Commissione di inchiesta. La Commissione di inchiesta, che è stata istituita sul finire della scorsa legislatura, vedeva il coinvolgimento di tutte le forze politiche e rispetto alle commissioni ordinarie aveva una caratteristica in più: quella di avere accesso diretto agli atti senza l'intermediazione dei vari livelli politici e di disporre liberamente delle varie audizioni. Lei fa riferimento all'inopportunità di costituire una commissione ad hoc, ma noi non lo scriviamo; se legge attentamente l'impegnativa, diciamo di riferire entro 90 giorni in commissione, ma la suggestione potrebbe essere quella di individuare o nell'Ufficio di Presidenza, o nella Conferenza dei Capigruppo l'organismo al quale sono demandate le problematiche della sicurezza quali che esse siano: dalla sicurezza della gestione in autonomia della rete elettrica alla sicurezza di certe apparecchiature più sofisticate, eccetera. Il problema allora è nella programmazione, nell'individuare dei principi comuni e condivisi, nell'evitare in una parola quel concetto che riteniamo negativo di monopolio, che ha caratterizzato la gestione della sicurezza nelle scorse legislature.

Mi stupisce allora, Assessore, che lei, dopo aver toccato con mano, scoperto le pecche - e ci torneremo sulle pecche, perché se vi sono due relazioni, una riservata e una pubblica, ci torneremo sulle pecche, anche perché qualche "rumor" già circola -, pensi di poter gestire in maniera similare quella problematica. Con questa mozione la invitiamo a fare una proposta, ma il principio deve essere quello di condividere i principi, la programmazione, di consentire l'accesso diretto ai documenti, intendo per "documenti" le procedure per garantire la sicurezza.

Lei prima - non so se fra l'ironico o il serio - ha fatto riferimento alla questione delle intercettazioni, ma si tratta di un problema che nella politica di questa Regione ha connotato la storia politica ed ha fatto la fortuna o la sfortuna di suoi precedenti colleghi Assessori! Questa non è la fantasia del Consigliere Frassy, ma sono dati documentali che risalgono alle cronache politico giudiziarie degli ultimi decenni! Vogliamo far chiarezza una volta per tutte? Vogliamo una volta per tutte che il Consiglio si riappropri di questo problema comune? Mi stupisce che il gruppo di maggioranza assoluta di questo Consiglio non senta l'esigenza di tutelarsi in questa materia, alla luce fra l'altro dei patimenti che ha sopportato nella scorsa legislatura! Mi stupisce, colleghi "dell'Union", che abbiate il convincimento di poter demandare ancora una volta a livello di Esecutivo una problematica che ci riguarda tutti. È la sicurezza dell'Amministrazione, ma è la sicurezza nostra, della nostra "privacy", del nostro diritto ad avere determinate garanzie che non vengano violate da un uso improprio di strumenti e procedure, che altrimenti rimangono nella disponibilità esclusiva dell'Assessore di riferimento.

Penso di non dover aggiungere altro, Assessore, salvo evidenziare con un certo rammarico come quella sua disponibilità enunciata a mezza voce nello scorso Consiglio durante la nostra interpellanza, nel momento in cui si concretizza con un atto di indirizzo, che vi dà carta bianca nell'articolare la proposta, si tramuti in un'indisponibilità e addirittura nel tentativo di banalizzare la materia dicendo: "non è il coinvolgimento dei colleghi consiglieri che impedisce ai cittadini di mettere in atto azioni che vanno contro la legge", ma non è questo il problema! Il collega Sandri faceva riferimento ai servizi deviati, cioè ad un uso improprio di servizi che sono impostati per un fine istituzionale e che poi in alcuni casi vengono gestiti con un fine di parte. Le dico su questo che sarei a questo punto molto più sereno e tranquillo se, nell'indisponibilità di coinvolgere tutte le componenti politiche in questa materia, evitassimo di creare una struttura interna, perché creare una struttura interna su questa materia vuol dire creare una polizia privata al servizio dell'Esecutivo; sarei molto più tranquillo che ogni anno venisse affidato ad un soggetto esterno la gestione di queste problematiche. Le ho detto con franchezza quali sono le nostre preoccupazioni; mi auguro di non dover tornare su questo argomento con delle evidenze, come era accaduto nella scorsa legislatura.

Président - Je soumets au vote la motion:

Conseillers présents: 33

Votants: 3

Pour: 3

Abstentions: 30 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Curtaz, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Lanièce, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Riccarand, Rini, Salzone, Sandri, Squarzino Secondina, Stacchetti, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.