Oggetto del Consiglio n. 672 del 10 giugno 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 672/XII - Disegno di legge: "Interventi per il patrimonio immobiliare regionale destinato ad attività produttive e commerciali".
Articolo 1
(Oggetto)
1. La Regione disciplina con la presente legge il conferimento ad una società di capitali di beni facenti parte del patrimonio immobiliare regionale destinato ad attività produttive e commerciali.
Articolo 2
(Modalità di intervento)
1. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare conferimenti ad una società di capitali, a totale capitale regionale, esistente o ad una società per azioni da costituire mediante apposito mandato a Finaosta s.p.a., ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 28 giugno 1982, n. 16 (Costituzione della società finanziaria regionale per lo sviluppo economico della Regione Valle d'Aosta), come modificato dall'articolo 4 della legge regionale 16 agosto 1994, n. 46.
2. In caso di costituzione di nuova società, il capitale iniziale della stessa è stabilito in euro 500.000.
3. La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere aumenti di capitale della società di cui al comma 1, mediante versamenti in denaro, ai sensi della l.r. 16/1982, per un importo massimo di euro 500.000 per l'anno 2004 e per un importo massimo di euro 1.000.000 annui per gli anni 2005 e 2006.
4. La società di cui al comma 1 provvede, in particolare, ad acquisire in proprietà il patrimonio immobiliare regionale destinato ad attività produttive e commerciali, nonché gli impianti e le attrezzature correlati, curandone la valorizzazione, la gestione e l'eventuale alienazione.
Articolo 3
(Conferimento dei beni regionali)
1. La Giunta regionale è autorizzata a conferire, entro il 31 dicembre 2005, anche in più soluzioni, alla società di cui all'articolo 2, comma 1, beni facenti parte del patrimonio immobiliare regionale destinato ad attività produttive e commerciali, nonché gli impianti e le attrezzature correlati, ad un valore determinato da un perito estimatore indipendente e a sottoscrivere, a tal fine, i relativi aumenti di capitale.
2. La valutazione peritale si basa sul criterio misto patrimoniale-reddituale.
3. Gli oneri inerenti al conferimento dei beni, a carico della Regione, sono valutati in complessivi euro 15.000.000, di cui euro 5.000.000 nell'anno 2004 e euro 10.000.000 nell'anno 2005.
4. La Giunta regionale è autorizzata, inoltre, a trasferire le proprie quote di partecipazione della società di cui all'articolo 2, comma 1, a Finaosta s.p.a., ai sensi dell'articolo 5 della l.r. 16/1982.
5. Restano comunque fermi i diritti di godimento spettanti a terzi, sino al termine di scadenza previsto nel corrispondente titolo.
6. La società di cui all'articolo 2 assicura l'adempimento degli obblighi posti a carico della Regione dai contratti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge e provvede a finanziare gli interventi sui beni immobili alle condizioni previste nei medesimi contratti.
Articolo 4
(Indirizzi strategici)
1. Il Consiglio regionale approva, su proposta della Giunta regionale, gli indirizzi strategici e gli eventuali programmi di dismissione dei beni della società che la Regione intende presentare in assemblea per il tramite del rappresentante di Finaosta s.p.a..
2. Il Presidente della Regione, entro trenta giorni dall'approvazione del bilancio della società, relaziona al Consiglio regionale sull'attività della società e sull'attuazione dei programmi di cui al comma 1.
Articolo 5
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere derivante dall'applicazione della presente legge è determinato complessivamente in euro 5.500.000 per l'anno 2004, in euro 11.000.000 per l'anno 2005 e in euro 1.000.000 per l'anno 2006.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004 e di quello pluriennale per il triennio 2004/2006:
a) nell'obiettivo programmatico 1.3.3. (Oneri fiscali, legali, assicurativi e contrattuali) al capitolo 33100 (Spese per tributi fondiari, imposte e tasse);
b) nell'obiettivo programmatico 2.1.4.02. (Partecipazioni azionarie e conferimenti) al capitolo 35620 (Spese per la costituzione del fondo di dotazione della Finaosta s.p.a. per gli interventi della gestione speciale);
c) nell'obiettivo programmatico 2.1.6.01. (Consulenze e incarichi) al capitolo 21820 (Spese per incarichi di consulenza).
3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante utilizzo:
a) dello stanziamento iscritto nell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) per l'anno 2004 per euro 500.000 e per gli anni 2005 e 2006 per annui euro 1.000.000 previsto al punto B.1.2. (Gestione immobili industriali) dell'allegato n. 1 ai bilanci annuale e pluriennale;
b) degli stanziamenti iscritti nell'obiettivo programmatico 3.2. (Altri oneri non ripartibili) al capitolo 69300 (Quota interessi per ammortamento di mutui e prestiti da contrarre) per euro 5.000.000 per l'anno 2005 e al capitolo 69320 (Quota capitale per ammortamento di mutui e prestiti da contrarre) per annui euro 5.000.000 per gli anni 2004 e 2005.
4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio, ivi comprese quelle necessarie per l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 3, comma 4.
Président - Je rappelle que la IVe Commission ainsi que la IIe a donné son avis favorable. Nous votons sur le texte présenté par la IIe Commission.
La parole au Conseiller Frassy sur l'article 1er.
Frassy (CdL) - Pensiamo che sia il caso, dopo la discussione generale e dopo la replica conclusiva alla discussione generale effettuata dall'Assessore, soffermarci puntualmente sui vari articoli di questo disegno di legge, per evidenziare in maniera puntuale come le affermazioni generiche fatte dall'Assessore a commento della legge nel suo complesso siano smentite dagli articoli che andiamo a votare.
Dice l'Assessore che questa legge individua un oggetto e non trova differenza fra il fatto che si possa costituire una società "ex novo", al fatto che si possa utilizzare una società già costituita. Le dico che l'articolo 1 è di una indeterminatezza che sarà foriera di problemi applicativi e gestionali, una volta che sarà costituita la società o sarà affidata la società al conferimento dei beni. Voi dite che conferite una società di capitali; ma io evidenzio "in primis" che società di capitali, come lei sa, ce ne sono di diversi generi: potrebbe essere una S.r.l. con un socio unico o una S.p.a., e non è dissertazione accademica perché nell'ambito delle società regionali partecipate, "Vallée d'Aoste Structure" mi sembra di ricordare che sia una S.r.l.; perciò non tutte necessariamente sono state costituite nella forma della S.p.a.. Questo implica già delle differenze di tipo gestionale in seno alla società stessa che dovesse essere costituita o alla quale dovrebbe essere conferito il patrimonio.
Al di là di questa definizione forse sottile e di diritto economico, c'è una definizione ben più preoccupante, che è "il conferimento di beni facenti parte del patrimonio immobiliare regionale destinato alle attività produttive e commerciali". Allora qui dovremmo capire qual è la logica, perché se aveste scritto che il conferimento sarà di tutti i beni del patrimonio immobiliare, quanto meno potevamo dedurre che avevate fatto una scelta di campo netta, ed era quella di non gestire più, come Amministrazione regionale, i beni destinati ad attività produttive e commerciali. Nella maniera in cui è stato scritto questo capoverso, avete utilizzato una formula ambigua che consentirà all'Amministrazione regionale di decidere che alcuni beni andranno conferiti su valutazioni, che potranno essere relative ai beni stessi o forse relative addirittura a chi occupa o dovrà occupare quei beni. Non avete individuato un criterio univoco e, di conseguenza, pretendete che con questa legge il Consiglio vi dia una delega in bianco, delega in bianco non solo per la gestione del patrimonio immobiliare, ma anche per i criteri a monte di conferimento dei beni stessi.
E le altre attività, Assessore? I locali di altre attività, che non rientrano in attività prettamente produttive e commerciali? Nell'avere esaminato le varie problematiche inerenti il patrimonio regionale, siamo stati sommersi di dati relativi ad associazioni, relativi ai soggetti più disparati, che occupano locali regionali. Allora, se il problema era strategico di dire: "non ce la facciamo con le nostre strutture a gestire il patrimonio", avreste dovuto quanto meno adottare una conclusione che fosse coerente con il problema evidenziato, anche perché lei, Assessore, ha evidenziato che il problema sta in questo. Lei ha detto: "il problema del patrimonio sta nell'impossibilità dell'Amministrazione regionale di poterlo gestire e farlo fruttare". Se questa era la filosofia che doveva stare alla base di questa legge, l'oggetto doveva essere precisato in maniera più puntuale e consentire chiarezza su quelli che sarebbero stati i cespiti da dismettere dal patrimonio immobiliare.
Una società di capitali "a totale capitale regionale", si legge poi nel prosieguo dell'articolato; noi, più volte, abbiamo enunciato la suggestione anche sulla "Casino S.p.a." di una scelta diversa, che potesse essere quella di coinvolgere i privati o che potesse essere quella di coinvolgere la comunità valdostana attraverso quel meccanismo virtuoso dell'azionariato diffuso, per cui i cittadini che dovessero acquisire una partecipazione azionaria in quella società saranno tanto più propensi a dare un giudizio positivo della gestione pubblica, tanto più le quote detenute di quella partecipazione azionaria gli conferiranno un utile in termini di cedola annuale da staccare a vantaggio dei soci della società stessa.
Chiudendo questa riflessione su questo primo articolo del disegno di legge n. 21, pensiamo di aver evidenziato dalla lettura dell'articolo 1 un'indeterminatezza che lascia un'ampia discrezionalità politico-amministrativa nel gestire e nell'avviare il trapasso di tutti i beni patrimoniali dalla gestione diretta regionale alla gestione che verrà affidata a questa società. Pensavamo che questa riflessione andasse fatta, soprattutto per evidenziare come - al di là delle affermazioni generiche - quello che lei ha detto non trovi riscontro nella legge, che lei chiede a questo Consiglio e alla sua maggioranza di votare e che sembrerebbe che lei non abbia scritto e che comunque non abbia approfondito!
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Intanto voglio ringraziare l'Assessore per la sua risposta fiume. Spero che questa risposta fiume porti dell'acqua limpida, tale che possa rinfrescare un sistema che, invece, pare sia un po' rigido; spero che quest'acqua non vada a mescolarsi con del fango, che rischierebbe di creare del pantano e, quindi, delle difficoltà superiori!
L'Assessore ha ripreso l'osservazione mossa sull'urgenza: sappiamo benissimo che questo provvedimento è all'attenzione delle commissioni da mesi, ma non è da parte nostra che ci sono stati eventuali ritardi. Sappiamo bene che sono state presentate delle proposte, anche da parte di componenti della maggioranza, su un'impostazione diversa rispetto a quella che oggi andiamo ad approvare: questo, forse, ha un po' frenato l'iter; quindi non è da imputare sicuramente a noi, se c'è del ritardo.
L'Assessore ha detto - ma non ci ha convinti - che oggi la burocrazia, le norme, impongono, anche negli enti privati, un aumento di personale, quindi rientrando nel nostro caso il personale indicato e che oggi ha il compito di svolgere queste attività, domani sarà sicuramente impiegato per altre mansioni. Non vorrei che questa fosse una strategia da parte dell'Amministrazione la quale, non potendo o non volendo aumentare il personale, trasferisce tutte le competenze ad altri soggetti, chiaramente aumentando i costi per la Regione.
Come ho espresso nel mio intervento precedente, non ci ha convinto la risposta dell'Assessore. In modo particolare, la legge che abbiamo abrogato prima era una legge su cui sia gli industriali sia gli enti che facevano parte di cooperative non hanno dichiarato la loro insoddisfazione; hanno detto invece che quel testo legislativo era per loro valido, ma che il sistema burocratico non permetteva di applicarlo. Allora, anziché abrogare la legge, si doveva guardare qual era il meccanismo che non portava l'Amministrazione regionale a dare delle risposte ai vari soggetti! Per questi motivi non possiamo dare il nostro appoggio a questa legge.
Président - La parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) - Assistiamo sovente al fatto che una iniziativa consiliare venga utilizzata per riflessioni su tutti gli aspetti della politica regionale... riflessioni sicuramente utili, però qualche volta questo esercizio ci fa perdere di vista gli obiettivi veri, concreti delle iniziative stesse.
Il disegno di legge n. 21 è stato pensato per superare una situazione di gestione problematica del patrimonio immobiliare della Regione e credo che sia da questa considerazione che dobbiamo partire. La Regione è proprietaria di aree, di strutture, di infrastrutture con finalità produttive, che sono state strumenti strategici per la programmazione di politiche economiche e per rendere operative scelte di indirizzo a supporto dello sviluppo produttivo della nostra realtà; quindi mi pare che questo patrimonio abbia un significato di peso nella politica regionale.
Sono emersi problemi, come dicevo, nella gestione della locazione di questi beni. La legge n. 1/1998, checché se ne dica, ha determinato una situazione di fatto di grande precarietà:ha evidenziato difficoltà di applicazione che mi pare sia estremamente semplicistico addebitare, come è stato fatto anche nelle audizioni, solo alle rigidità dei funzionari. Il problema vero è che molti contratti non erano in essere per difficoltà di applicazione di tale legge per difficoltà, di interpretazione, checché ne dica "Forza Italia". "Forza Italia" sta dicendo, insieme all'Associazione industriali: "bellissima legge", ma che di fatto ha creato difficoltà tali per cui abbiamo tutta una serie di locazioni non definite. Credo che, di fronte a questo, si dovesse intervenire. La legge n. 1/1998 poteva anche essere in contraddizione con le normative europee, cosa di cui ci dobbiamo preoccupare.
Altro elemento di difficoltà: il rapporto diretto Regione/aziende nella contrattazione delle locazioni ha più volte messo la Regione in situazioni di ricatto (la "vicenda Billia" di questi giorni insegna, anche se su un altro piano). La minaccia: "se mi chiedi l'affitto, licenzio, metto in cassa integrazione", è uno strumento discutibile e che è stato messo in atto parecchie volte. Superare queste "impasse" ha richiesto di mettere insieme due esigenze, che sono contemplate in questo disegno di legge: la prima, mantenere in capo alla Regione tutte le decisioni relative all'utilizzazione dei beni, ai fini della promozione dello sviluppo economico e produttivo - (questo era un punto fondamentale) -; l'altra, era relativa all'individuazione di strumenti più snelli nella definizione dei contratti di locazione, che non fossero in conflitto con le normative europee e non alla mercé di momenti di pressione estranei alla definizione dei contratti legittimi.
Una società che funzioni con le regole del diritto privato nel gestire la parte contrattuale, ma di proprietà interamente regionale, dovrebbe garantire questi due aspetti: da un lato, la società deve funzionare con le regole delle società, quindi secondo il Codice civile (pertanto da questo punto di vista siamo coperti); dall'altro, la proprietà interamente regionale della società e il mantenimento in capo alla Regione delle competenze relative agli indirizzi e ai programmi garantisce le finalità programmatorie di tali beni. Qualche perplessità posso esprimerla sul "passaggio Finaosta" per costituire la società, non per disconoscere la validità di questo strumento operativo che è "Finaosta", ma non vorrei che questo diventasse un filtro per gli indirizzi che spettano al Consiglio: qualche altra volta "Finaosta", da questo punto di vista, ha rappresentato qualche "impasse".
Ripeto: mi sembra che così risolviamo sia la preoccupazione di definire chi ha in mano gli indirizzi, sia la preoccupazione di una gestione snella delle questioni patrimoniali. Qui mi pare anche risolta una preoccupazione sollevata dal Consigliere Curtaz in merito all'attività ispettiva. In questo senso: il Consiglio mantiene le sue prerogative, le sue competenze, che sono quelle di indirizzo, ed è lì che dobbiamo esercitare l'attività ispettiva del Consiglio. Il controllo sull'attività della società, che va avanti in termini privatistici, è regolato dal Codice civile.
Termino con una battuta sulle risorse umane: credo che questa sia una preoccupazione di cui dobbiamo farci carico, nel momento in cui sempre più utilizziamo strumenti di esternalizzazione di attività, quando riteniamo che questa esternalizzazione abbia senso e validità. Per andare incontro anche a questa preoccupazione, credo che, nel momento in cui verrà ripensato tutto il ruolo e il funzionamento della "macchina", si vada anche a fare ragionamenti sull'adeguatezza delle piante organiche relative ai vari settori, in base a ciò che questi settori tengono in mano e gestiscono.
Président - La parole au Conseiller La Torre.
La Torre (FA) - È evidente che gli interventi che mi hanno preceduto su questo argomento - mi rivolgo in particolare agli interventi del Consigliere Frassy e Comé - evidenziano che su questo tema ci sono due visioni politiche diverse.
Sebbene posso anche comprendere, sotto il profilo personale, alcune delucidazioni che mi data il Consigliere Comé, non comprendo sotto quello politico l'atteggiamento, il senso degli interventi che hanno svolto, perché se è chiaro che esiste una situazione di difficoltà del comparto industriale, artigianale e commerciale, è altrettanto chiaro che dobbiamo avere la capacità di analizzare questi problemi con obiettività, su una base di calma e di ragionevolezza. Se ci muoviamo su questo terreno, comprendiamo immediatamente che questa legge può avere dei risvolti positivi su un settore che - come abbiamo detto - attraversa un momento di particolare difficoltà.
Certo, è più facile affrontare la questione sul piano critico, perché esistono degli elementi che possono rinforzare anche una visione critica, il comparto non funziona; però io credo sia più giusto e più utile e, in questo caso - raccogliendo l'invito dell'Esecutivo -, anche più responsabile, ragionare in termini costruttivi su questa legge. È una legge che - pur riconoscendo che la legge precedente non ha raggiunto gli scopi pienamente - cerca di proporre e di sostenere delle soluzioni, anche contrattate con le parti sociali, forse non sempre in accordo, ma diversi sono i ruoli di un ente pubblico e diversi sono i ruoli e gli obiettivi che si danno le altre parti sociali, in questo caso le associazioni di categoria. D'altronde, parliamo delle associazioni di categoria, che so che è un argomento che interessa.
Qualcuno ha parlato di "agevolazioni"; io preferisco parlare di "incentivazioni", credo che non sia sbagliato parlare di incentivazioni. Allora, che incentivazioni vogliono le aziende valdostane? Le aziende valdostane vogliono meno vincoli, vogliono più semplificazione e questa è una legge che va in tale direzione, se affrontiamo con calma il ragionamento. Queste sono incentivazioni legittime, sono agevolazioni legittime; poi, possiamo aggiungere che forse vorremmo che questa legge favorisse totalmente le aziende valdostane, perché anche le esperienze che abbiamo fatto negli ultimi anni - vedi Zincocelere - non sono state positive. Bisogna prendere atto di queste cose, ma questa è una legge che cerca di andare verso quelle semplificazioni, che sono necessarie.
Apprezziamo il ringraziamento da parte dell'Assessore riferito ad alcune forze politiche; in questo caso, siccome in commissione siamo stati gli unici che abbiamo approvato la legge, crediamo che l'apprezzamento sia stato fatto nei nostri confronti; ma raccogliamo soprattutto l'indirizzo dell'Esecutivo a questo senso di responsabilità e, proprio perché raccogliamo questo indirizzo, vogliamo dare detto sostegno. Questo è il motivo per cui, pur contravvenendo al contraddittorio che abbiamo fatto io e lei prima, quindi comprendendo le sue ragioni personali, sotto un profilo politico riconosciamo l'importanza di questa legge e la voteremo.
Président - Une résolution concernant la Convention européenne est parvenue à la Présidence, à la signature de l'Assesseur Caveri et de tous les Chefs de groupe du Conseil.
La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Chiediamo l'iscrizione di 2 risoluzioni, che vi consegniamo.
Président - Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 33
Votants: 30
Pour: 24
Contre: 6
Abstentions: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
Président - A l'article 2 il y a l'amendement n° 1 de "La Casa delle Libertà", dont je donne lecture:
Emendamento
"Dopo il primo comma dell'articolo 2 è inserito il seguente:
1.bis Sia nell'ipotesi di costituzione di nuova società sia nell'ipotesi di società a totale partecipazione regionale già esistente, lo statuto sociale e ogni successiva modificazione del medesimo sono approvati con deliberazione del Consiglio regionale".
La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Si demanda la futura gestione del patrimonio immobiliare regionale ad uso produttivo ad una costituenda società o ad una società costituita, naturalmente con tanto di presentazione dell'Assessore, che ci ricorda quella che è la missione della Regione, di una Regione che vuole essere più leggera, una missione che deve essere programmatica, deve essere diversa rispetto ad un passato che lui sembra disconoscere o al quale non ha quasi mai partecipato.
In certe occasioni, Assessore, mi sembra un po' come "Eta Beta", quell'alieno che piove da un altro pianeta, dal cosmo, ed è cascato lì, su quella poltrona, come se nulla fosse, nulla conoscesse del passato. Dall'8 luglio 2003 Marguerettaz si è seduto lì e di tutto ciò che appartiene al passato cosa ne sa lui, mica è appartenuto a nessun movimento, mica ha mai avuto un ruolo politico in passato! Un alieno piovuto dal cosmo su quella poltrona, che ignora completamente ciò che è accaduto negli anni precedenti, magari dimenticando che lei è stato Presidente del partito di maggioranza relativa, allora, quindi ha condiviso scelte con l'allora Giunta nella programmazione economica regionale.
Per tornare alle sue dichiarazioni, lei dice che questa S.p.a. va a risolvere il problema di certe rigidità introdotte dalla legge n. 1/1998 e pensa di risolverle togliendo al Consiglio regionale - come è già stato ribadito da più parti - la competenza e la conoscenza della gestione del patrimonio. Lei, in realtà, sa bene che sta fingendo di alleggerire la Regione di questo "peso", perché lo trasferisce in maniera consistente a questa S.p.a. che sarà dominio esclusivo di pochi, non più di un'Assemblea legislativa e politica regionale, ma un dominio esclusivo solo di alcuni di voi, "in primis" lei, che regge le sorti di quel super-assessorato dall'8 agosto scorso!
È naturale che dal nostro punto di vista vorremmo introdurre dei correttivi a questa proposta di legge! Voi avete fatto un tentativo molto blando in commissione; noi vorremmo mettere un correttivo più marcato, come peraltro ha fatto un predecessore del Presidente Perrin, il Presidente Viérin, quando venne costituita la "Casino S.p.a.". Quando venne costituita la "Casino S.p.a.", una società che ha una valenza particolare sotto il profilo economico nel panorama regionale, vennero stabilite alcune limitazioni ad uno strapotere che poteva crescere e costituirsi all'interno di questo ente privato: uno di questi, è che la nuova società doveva avere uno statuto sociale - e poi anche un disciplinare - che fosse definito dal Consiglio regionale; questo, in primo luogo, per non espropriare il Consiglio di qualsiasi funzione e, in secondo luogo, per evitare degli eccessi di potere nella costituenda società.
Attraverso questo ragionamento introduciamo, dopo il 1° comma dell'articolo 2, un comma 1 bis, che riassume questo principio e lo trasferisce nella legge regionale n. 21, ovvero sia nell'ipotesi di costituzione di nuova società, sia nell'ipotesi di società già esistente, lo statuto sociale e ogni successiva modificazione del medesimo sono approvati con deliberazione del Consiglio regionale. Ci sembra un primo emendamento di garanzia necessario e migliorativo di questa impostazione giuridica, contenuta nel disegno di legge n. 21, che appare alquanto lacunosa e genera non poche perplessità.
Président - Je soumets au vote l'amendement:
Conseillers présents: 31
Votants: 4
Pour: 4
Abstentions: 27 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Curtaz, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Riccarand, Rini, Salzone, Sandri, Squarzino Secondina, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'article 2:
Conseillers présents: 31
Votants: 29
Pour: 24
Contre: 5
Abstentions: 2 (Curtaz, Riccarand)
Le Conseil approuve.
Président - La parole au Conseiller Frassy, sur l'article 3.
Frassy (CdL) - Sull'articolo 3 vorremmo un supplemento di risposta a quanto l'Assessore ci ha detto relativamente agli oneri complessivi, valutati in 15 milioni di euro, perché riteniamo che ci sia qualcosa che non quadra in questa combinazione di tipo finanziario.
La lettura combinata degli articoli 2 e 3 evidenzia che il capitale della società è stimato in 500.000 euro, con possibilità della Giunta regionale di sottoscrivere aumenti di capitale negli anni 2005-2006 per complessivi 2 milioni di euro. Ci troviamo di fronte a una società di capitali che nel 2006 dovrebbe avere, come capitale sociale, al massimo 2,5 milioni di euro.
Lei dice che i 15 milioni di euro sono una stima degli oneri tributari generati dal conferimento, nel senso che ipotizza che le varie tasse - catastali e quant'altro - relative alle operazioni di compravendita - perché immaginiamo che vengano venduti dalla Regione alla società di capitali questi beni - diano un onere per l'Amministrazione regionale di 15 milioni di euro; ci domandiamo con quali risorse la società di capitali costituenda o esistente possa far fronte agli acquisti stimati in milioni e milioni di euro, anche perché, se la stima dell'incidenza fiscale è quantificata in 15 milioni di euro, immaginiamo che il valore di quel patrimonio sia di gran lunga maggiore! Non pensiamo che questo sia un aspetto di poco conto, perché è snodale nel capire i meccanismi e, di conseguenza, le risorse che verranno impegnate per gestire questa operazione.
Gradiremmo perciò avere un supplemento di risposta rispetto a quanto da lei detto in sede di replica conclusiva.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - A tale quesito ne aggiungo un secondo, la cui risposta probabilmente l'Assessore l'ha già data nella sua replica, però non mi è parso di sentirla.
Qui si fa riferimento al comma 3 di oneri inerenti al conferimento dei beni a carico della Regione complessivi in euro 15 milioni, poi suddivisi nel biennio 2004-2005. Se ho capito bene, si tratta di oneri inerenti i tributi sul trasferimento della proprietà... da un cenno del capo dell'Assessore deduco che ho capito bene. Allora, nell'articolo 1 si fa riferimento alla Regione che conferisce i beni ad una società di capitali - si presume gratuitamente - e si accolla l'onere di pagare i tributi per 15 milioni di euro.
Vorremmo capire questo meccanismo: noi, Regione, conferiamo il patrimonio immobiliare a questa società costituenda o costituita, da un lato; dall'altro, paghiamo gli oneri fiscali conseguenti. Non mi è parso che nel suo intervento lei abbia approfondito in maniera particolare tale passaggio.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - L'alieno cercherà di fare un po' di ordine nella confusione dei Consiglieri della "Casa delle Libertà".
L'affermazione che ho sentito prima mi porta ad immaginare che forse ci sono alcuni passaggi non inutili sulle società di capitali. Ora, dire che una S.p.a. o una S.r.l. modificano la loro gestione in virtù della loro forma giuridica, mi pare che sia una forzatura. Può darsi che sia una nuova dottrina, perché poi la dottrina è in continua evoluzione, ma in realtà la differenza fra una S.p.a. e una S.r.l. la vediamo nei rapporti che ci sono fra soci, e qui non c'è un particolare problema perché il socio è unico, dopodiché ci sono dei problemi nell'ambito della gestione amministrativa e delle situazioni esattamente comparabili fra di loro; quindi, assolutamente pretestuosa, dal punto di vista di parte del patrimonio precedente, ma semplicemente perché non può essere trasferito tutto il patrimonio industriale. Vi sono zone industriali che sono gestite direttamente dalla Regione: se lei va nell'area di Chavonne, troverà che il mio collega Vicquéry ha tutta un'area industriale che viene gestita per le esigenze istituzionali della Regione, quindi dicendo che noi conferiamo tutto il patrimonio regionale avremmo fatto una fesseria! La conforto: non c'è disattenzione.
Nel momento in cui si parla di "conferimento", lì, si sarebbe dovuto fare un ragionamento puntuale. Quando vi è un conferimento, questo si compone di un conferimento di beni per avere una contropartita in quote o azioni, a seconda se è una S.r.l. o una S.p.a.; il capitale sociale con un conferimento va quindi ad incrementarsi esattamente per il valore del conferimento. Non sono delle vendite, ciò nonostante il conferimento dà origine alle imposte indirette di registro ipotecarie e catastali, che sono in capo al conferente, mentre la società conferitaria ha, all'interno del suo bilancio, un aumento del capitale sociale e il conferente ha un aumento del suo patrimonio in virtù delle quote. Il capitale sociale, 500.000 euro, piuttosto che 1 milione di euro, va quindi per il finanziamento delle attività, questo è il conferimento in numerario; per il resto, invece, parliamo di un conferimento che viene gestito in modo diversificato, ecco perché ci sono due poste diverse...
(interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)
... però non posso mettermi a fare delle lezioni di diritto commerciale: il conferimento non avviene a titolo gratuito, ma con una contropartita, che sono le quote! Il proprietario del bene si priva del bene e, in cambio, ha una partecipazione in una società. Ora, se questo è un conferimento gratuito, devo dire che non so come risponderle!
Président - Je soumets au vote l'article 3:
Conseillers présents: 27
Votants: 25
Pour: 20
Contre: 5
Abstentions: 2 (Curtaz, Riccarand)
Le Conseil approuve.
Président - A l'article 4 il y a deux amendements de la "Casa delle Libertà", dont je donne lecture:
Emendamento
"Il secondo comma dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
2. Al fine di garantire analoghe condizioni di accesso agli immobili oggetto di locazione da parte delle imprese private, siano essere di natura industriale, artigianale o commerciale, la società di cui all'articolo 2 predispone, entro 90 giorni dall'avvio dell'attività, uno specifico regolamento da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale".
Emendamento
"Dopo il secondo comma dell'articolo 4 è inserito il seguente:
3. Il Presidente della Regione presenta annualmente, entro 30 giorni dal deposito del bilancio d'esercizio della società di cui all'articolo 2, una relazione al Consiglio regionale sull'andamento della gestione, sull'aggiornata consistenza degli immobili appartenenti al patrimonio sociale, sul loro stato di manutenzione e di obsolescenza, sui beni che sono oggetto di dismissione e sui ricavi preventivati o conseguiti, sui contratti di locazione in essere e sulla regolarità della loro esecuzione".
La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Li illustro congiuntamente, visto che si innestano sullo stesso articolo.
L'articolo 4, nella nuova formulazione del disegno di legge, contiene quei correttivi che apprezziamo anche, ma che sono, a nostro avviso, insufficienti. Il 1° comma dell'articolo 4, che demanda al Consiglio regionale l'approvazione degli indirizzi strategici e degli eventuali programmi di dismissione dei beni, è comunque un punto fermo che va conservato, peraltro evidenziato dallo stesso Assessore. Noi riteniamo però che il 2° comma sia blando nella sua formulazione, perché si limita a far sì che il Presidente della Regione, entro 30 giorni dall'approvazione del bilancio, relazioni al Consiglio sull'attività generica della società e sull'attuazione dei programmi di cui al comma precedente.
Vorremmo inserire un comma più preciso, ovvero: lasciamo al Presidente della Regione - che comunque rappresenta l'ente pubblico e quindi anche la proprietà dei beni, in questo caso conferiti alla società - l'onere e l'onore di presentarci annualmente, entro 30 giorni dal deposito del bilancio di esercizio, una relazione al Consiglio regionale, ma non sull'andamento generico di una gestione, bensì anche sulla consistenza degli immobili che appartengono al patrimonio sociale, al loro stato di manutenzione ed obsolescenza, ai beni che sono oggetto di dismissione sulla base del programma approvato al comma precedente, sui ricavi preventivati o conseguiti, sui contratti di locazione in essere, sulla regolarità della loro esecuzione. Sono tutti punti importanti, in alcuni casi "dolenti", di cui abbiamo visto negli anni precedenti che è necessario un monitoraggio costante e continuo: ecco perché chiediamo che il Presidente della Regione relazioni su questi punti e, naturalmente, sull'attività nel suo complesso, ma non tralasci tali passaggi.
Il secondo comma poi è ancora più importante. L'Assessore diceva che per superare l'eccessiva rigidità della legge n. 1/1998 occorre una gestione più flessibile dei rapporti di locazione con i vari imprenditori. Non vorremmo che questa "gestione flessibile" fosse poi una gestione non paritaria, che crea disparità di trattamento fra i vari soggetti che possono accedere alla locazione di un immobile; ovvero: magari un soggetto imprenditoriale ha un trattamento di un certo tipo, magari più favorevole, e un altro soggetto imprenditoriale, a parità di condizioni, si trova invece in situazione di svantaggio.
Per garantire un po' di equità, sia nell'accesso alla locazione, sia nella regolare esecuzione del contratto, vorremmo che fosse definito uno specifico regolamento da sottoporre all'approvazione del Consiglio: questa è una condizione di garanzia irrinunciabile - a nostro avviso -, viste le vicissitudini della legge regionale del 1998 che è stata applicata in maniera discontinua e con le criticità evidenziate anche dagli imprenditori industriali, e per far sì che - come richiedevamo nella nostra legge - artigiani, imprenditori commerciali e imprenditori industriali siano trattati su un medesimo piano e non vi siano quelle iniquità che potrebbero sorgere a seguito di favoritismi non disciplinati, ma che possono emergere durante le varie fasi di trattativa.
Noi chiediamo un regolamento chiaro. Voi non avete previsto una regolamentazione; demandate genericamente alla società questi poteri, ma sappiamo bene che poi un soggetto privato può trattare medesime situazioni in maniera diversa, e non ci sembra questa quella condizione di equità che, peraltro, abbiamo chiesto con il progetto di legge n. 18 in maniera molto chiara!
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 2:
Conseillers présents: 28
Votants: 6
Pour: 6
Abstentions: 22 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 3:
Conseillers présents: 28
Votants: 6
Pour: 6
Abstentions: 22 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'article 4:
Conseillers présents: 29
Votants: 27
Pour: 23
Contre: 4
Abstentions: 2 (Curtaz, Riccarand)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 5:
Conseillers présents: 29
Votants: 27
Pour: 23
Contre: 4
Abstentions: 2 (Curtaz, Riccarand)
Le Conseil approuve.
Président - La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote.
Frassy (CdL) - A conclusione del dibattito su questi 3 disegni di legge, vogliamo evidenziare alcune situazioni contraddittorie che sono emerse; in particolare, vorremmo dare una risposta all'affermazione dell'Assessore Marguerettaz sul fatto che la legge n. 1/1998 non fosse stata una legge di tipo agevolativo.
Premettendo che richiamo per intero il ragionamento svolto dal collega Tibaldi sulla base della lettera di Confindustria, in cui si dice in maniera chiara che la legge non ha funzionato, ma non si dice che era una legge destinata a non funzionare, si prende atto che il livello politico non è stato in grado di gestire quello strumento legislativo che aveva predisposto. Premesso questo, vorrei ricordare che la legge n. 1/1998 non nasce dal niente, nasce proprio sulla necessità di definire quelle stipulazioni contrattuali che, in base all'applicazione delle convenzioni stipulate all'atto dei singoli insediamenti industriali, non avevano ancora trovato modo di concretizzarsi; perciò la legge n. 1/1998 nasce per una esigenza di far chiarezza, se l'Assessore rifiuta il termine "agevolazione".
Bisogna però considerare anche l'articolo 30 della legge n. 13/2003, che viene comunque citato nelle norme da noi esaminate; in maniera inequivocabile dice che il meccanismo della legge n. 1/1998 era agevolativo, perché si dice che il canone di locazione applicabile alle imprese - nell'aprile 2003 si dice questo - è stabilito nella misura indicata dall'articolo 2 della legge n. 1/1998 e, di conseguenza, si lascia intendere che si fa riferimento a quel valore di patrimonio aggiornato solo al 31 dicembre 2000: perciò è l'evidenza che la legge n. 1/1998 era una legge di tipo agevolativo! Ancor di più lo è il comma 2, che dice che le indennità per l'occupazione inerenti periodi antecedenti la sottoscrizione del contratto - perché i contratti non erano sottoscritti - avranno, come riferimento, il valore del conto di patrimonio al 31 dicembre 1997; è quindi evidente che la legge n. 1/1998 era una legge di agevolazione!
Il collega La Torre dice: "non è una legge di agevolazione, è una legge di incentivazione". Forse è un sofisma inutile, ma per certi versi è l'evidenza di come la volontà politica della maggioranza politica, che si era costituita nel periodo storico in cui è stata adottata la legge n. 1/1998 e la modifica dell'articolo 30 della legge n. 13/2003, aveva l'intendimento di individuare dei parametri oggettivi per quanto possibile, di tipo incentivante per alcuni, agevolativi per altri. Questo è innegabile ed è significativo fra l'altro che il collega La Torre, nel suo doppio ruolo di amministratore, ma anche di rappresentante di quel mondo industriale, abbia sottolineato in aula tale aspetto!
Incentivazioni per l'uno, agevolazioni per l'altro? Sicuramente una legge che cercava di andare a definire con criteri oggettivi. Il problema è questo, Assessore: avete fatto tabula rasa dei criteri oggettivi! Con questa legge i criteri li andrà a decidere, avendo abrogato gli emendamenti sul regolamento, il Consiglio di amministrazione, ma non il mercato, perché il mercato della politica è quello che voi praticate, che è cosa diversa dal mercato dell'economia, sono due concetti diversi! Stamani ne abbiamo avuto ancora l'evidenza con la vicenda della "Casino S.p.a.", "Billia" e... dintorni! Il mercato della politica è la negazione del mercato dell'economia e con queste S.p.a. voi perseguite questa strada!
È una strada al massacro, Assessore! La "Casino S.p.a.", a distanza di 2 anni, ci sta dando ragione nei fatti del giorno per giorno di come le nostre critiche fossero fondate, perché i fatti sono quelli che tutti noi conosciamo leggendo sui giornali quello che accade, avendo le relazioni che lei, in maniera avara, porta all'attenzione delle commissioni! Questa vicenda finirà nella stessa maniera; qui, porterà qualcuno con responsabilità politiche a rispondere di danno erariale in capo alle responsabilità di tipo economico che gli competono per gli incarichi che svolge! Questa è la verità che voi vi rifiutate di voler riconoscere!
Con questa legge avete effettuato una fuga dalle responsabilità politiche, avete deciso che il patrimonio pubblico può essere gestito ad uso politico, al di fuori dei sistemi di controllo che la politica impone per una questione di trasparenza, per una questione di equità! Avete deciso che su un settore così importante come quello produttivo, le regole le volete gestire voi, giorno per giorno: questo, per noi, Assessore, è inconcepibile! Se aveste ipotizzato effettivamente di far riferimento all'economia del mercato, avreste fatto ciò che è stato fatto ad altre latitudini politiche, dove certi servizi sono stati affidati in gestione a soggetti che hanno natura privatistica; qui giochiamo, ancora una volta, sul concetto di S.p.a., dunque di privato, ma il 100% di questo capitale è pubblico!
Allora mi deve spiegare - ma non lo ha detto e non può dirlo - qual è il senso, se il capitale è pubblico al 100% della Regione, che vi porta a gestire con un capitale interamente pubblico i beni patrimoniali. È evidente! È la "deregulation", è l'assenza di leggi, di criteri, di regolamenti, di controlli che l'ente pubblico è obbligato ad accettare! Questa è stata l'operazione, caro Assessore! Non ha avuto il coraggio di dichiararlo lei, non ha avuto il coraggio di dichiararlo il relatore del disegno di legge, ma questa è l'evidenza che si appalesa su detta materia!
Le preannuncio fin d'ora che torneremo su questa problematica nel prossimo Consiglio regionale con delle iniziative ispettive, per capire alcuni passaggi che non voglio inserire sulla dichiarazione di voto, anche perché il tempo non me lo consente e perché lei non mi darebbe delle risposte, ma le faremo delle domande precise, sulle quali vorremmo avere delle risposte precise!
Président - Je soumets au vote la loi dans son ensemble:
Conseillers présents: 30
Votants: 28
Pour: 23
Contre: 5
Abstentions: 2 (Curtaz, Riccarand)
Le Conseil approuve.
Président - Sur ce point nous terminons nos travaux de la matinée.
Le Conseil est convoqué à 15 heures 30.
La séance est levée.
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La séance se termine à 13 heures 3.