Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 628 del 26 maggio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 628/XII - Negoziazione per l'acquisizione del Grand Hôtel Billia. (Interpellanza)

Interpellanza

Considerato che a pochi giorni dalla scadenza del periodo di negoziazione, indicato dalla delibera n° 858 del 24/03/04 per l'acquisizione del Billia, verrà discussa la presente interpellanza;

Evidenziate le difficoltà espresse tra le parti per il raggiungimento di tale obiettivo;

Espresse le preoccupazioni dei 143 dipendenti dell'Hôtel Billia frastornati da uno "scarica barile" sotto il profilo delle responsabilità;

allo scopo di fare chiarezza il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

L'Assessore competente al fine di conoscere:

- gli intendimenti della Giunta circa la proposta fatta alla società proprietaria dell'Hôtel Billia per il complesso alberghiero e le annesse pertinenze;

- come mai con la deliberazione n° 3998 del 27/10/03 la Giunta ha accantonato la proposta base e i suoi valori di riferimento per la negoziazione dell'acquisto e se tali cifre non potevano o possono essere considerate, in quanto già definite congrue dalla deliberazione n° 2256 del 30/05/03 da parte di Finaosta;

- quali difficoltà si sono riscontrate dalla Casinò S.p.A. per la definizione del contratto di locazione stabilito in una cifra compresa tra 3.800.000,00 di Euro e 4.000.000,00 di Euro per 18 anni;

- quali considerazioni esprime circa la trattativa in fase di conclusione.

F.to: Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Qualche tempo fa un collega diceva: "sarebbe bello poter trascorrere un Consiglio regionale, senza dover parlare di argomenti che si ripetono, fra i quali quelli del casinò, di cui abbiamo dovuto purtroppo parlarne ancora, e anche dell'argomento di cui stiamo per andare a trattare, ovvero l'acquisto del "Billia"". Condivido questa riflessione; mi piacerebbe molto poter smettere di parlare di argomenti che purtroppo cominciano ad essere datati anche nelle loro "non soluzioni" e che ci impongono, per il peso di queste problematiche, di doverne parlare ancora. Ricordo che sono passati dei tempi in cui si parlava di altro: mi ricordo, per l'acquisto dell'ENEL, che per molto tempo si parlò di quell'argomento fino a che non fu definita una scelta politica, dopodiché era inutile tornarci. Spero che molto presto soprattutto la "questione casinò" a cui è legata la "questione Billia", si possa smettere di trattare in questo Consiglio!

L'interpellanza vuole portare un po' di chiarezza e spero che l'Assessore apprezzi l'opportunità di poter... a pochi giorni dalla scadenza di un negoziato, che dovrebbe portare all'acquisizione delle pertinenze e del "Billia", così come la deliberazione aveva indicato, la n. 858/2004, nel dare mandato a Finaosta di negoziare fino alla fine di maggio per l'opportunità di comprare gli immobili del "Billia", le sue pertinenze... e negoziare anche una serie di contenziosi per addivenire a quella che è stata definita la fine di un "accerchiamento" attorno ad un'azienda che potrebbe avere bisogno di quelle risorse per un suo rilancio o piano industriale. Più volte, anche l'Assessore, parlando di "piano industriale di rilancio", ha segnalato l'opportunità di definire tale questione, in quanto la definizione o meno di detta questione porterebbe evidentemente a sviluppi totalmente diversi. La deliberazione n. 858 della Giunta del 24 marzo di quest'anno dava proprio questo mandato a Finaosta.

Non sappiamo come siano, a pochi giorni dalla scadenza, le questioni di negoziazione; abbiamo letto - purtroppo dai giornali! - che c'è stato un rimbalzare sulle cifre, sulle valutazioni, su quelle che sono state le perizie interne ed esterne all'Amministrazione su una serie di cifre che, a seconda di chi le legge, vengono approvate o contestate. Non mi sono mai addentrato in questa valutazione, perché non ritengo - insieme al mio gruppo - di avere gli elementi sufficienti per una perizia di questa portata; però, prendendo atto dei documenti che Finaosta ha elaborato, delle deliberazioni e dell'ultima perizia esterna formulata, si è sentito parlare di cifre molto importanti.

L'interpellanza fa una riflessione molto semplice. Mi scuso con l'Assessore per la banalità della domanda, ma il "balletto delle cifre" che, per quanto ci riguarda, essendo esterni, diventa difficile da valutare... in un certo senso cifre simili erano state già approvate e ritenute congrue da questa Amministrazione in precedenti deliberazioni. Mi riferisco a 2 deliberazioni: una, di presa d'atto e, una, di approvazione di una parte di queste cifre, quando si parlava non dell'acquisto, ma dell'affitto dell'azienda "Billia", e in funzione di una proposta fatta dal rappresentante legale avvocato dell'azienda SAAV, si parlava della cessione di alcune pertinenze (terreni, parcheggi, Villa Marega, immobili "Cucciolo Uno", "Cucciolo Due", capannoni e depositi) per una cifra pari a circa 10 milioni di euro, e poi si negoziava su un affitto per 18 anni con una indicizzazione pari al 100%, su una cifra che oscillava per i 18 anni fra i 68 e i 72 milioni di euro per affittare l'azienda. Si otteneva anche un'opportunità di riscatto per ulteriori 10 milioni di euro, portando la negoziazione su una quantità di danaro oscillante fra i 78 e gli 82 milioni di euro per l'affitto ed eventuale riscatto. Oltretutto, faceva anche una proposta l'azienda cedente, una proposta di negoziazione dei contenziosi - che non ho mai capito quanti fossero! - per chiudere la partita dei contenziosi fra Amministrazione e SAAV per una cifra intorno ai 3,5 milioni di euro. Sommando queste cifre, si arriva a cifre molto importanti per le quali non si riesce bene a capire se erano sopravvalutate le cifre dell'epoca, quando si parlava di affitto, o se sono sottovalutate le stime che oggi anche la società ultima - mi pare che sia la Rothschild - ha identificato intorno ai 70-74 milioni di euro.

Non so quale sia "okay, il prezzo è giusto" di questa operazione, però mi chiedo come mai un'amministrazione e una giunta, che continua politicamente la precedente, non si basi - e se lo fa, sarebbe importante saperlo! - su queste cifre e su questi rilievi, perché se tali cifre erano totalmente sballate, mi stupisco vi siano deliberazioni che le citino come "congrue" e qui faccio riferimento alla deliberazione del 30 maggio 2003. Ricordo che la questione affitto o acquisto del "Billia" iniziò qualche mese prima della scadenza del dicembre 2002, quando noi, con un'interpellanza nel novembre 2002, esprimevamo la preoccupazione all'Amministrazione e al Presidente della Giunta, Dino Viérin che, essendoci questo contratto in scadenza da 20 miliardi all'anno o anche più, in assenza del rinnovo del contratto o di una negoziazione per l'acquisto sarebbero dovute andare a casa circa 140 persone; sollecitavamo quindi l'Amministrazione a prendere una decisione.

Al 30 maggio 2003 l'allora "Giunta Louvin" emanò una deliberazione, nella quale si riconosceva intanto la proposta ricevuta dalla SAAV - quindi le cifre che vi ho detto - e si riceveva da Finaosta la congruità del corrispettivo richiesto per quanto concerneva la validità delle garanzie offerte in ordine all'acquisto dei seguenti beni, e seguiva l'elenco delle pertinenze per 10 milioni di euro. Non faceva più riferimento alla proposta di affitto a 18 anni; anzi, in una deliberazione c'è un passaggio molto generale, dove si prende atto che la casa da gioco non riteneva opportuno l'affitto e si accantonava, per cui sono rimaste un po' queste cifre in ballo.

Noi vorremmo capire, intanto - visto che siamo a pochi giorni - se l'Assessore può anticiparci l'eventuale positiva risoluzione di questa cosa, comunque una soluzione che possa dare alla casa da gioco l'opportunità di utilizzare ancora, come è avvenuto per molti anni, il "Billia", le sue pertinenze e i suoi servizi accessori, oppure se entriamo in un'altra "fase di stallo", nella quale purtroppo ci siamo infilati da 1 anno a questa parte, quasi 2! È evidente che non c'è soltanto in ballo la questione importante e prioritaria dei 140 dipendenti del "Casinò Billia", ma è in ballo - come diceva giustamente l'Assessore nel precedente Consiglio - la definizione di un progetto industriale di rilancio, a cui l'utilizzazione del "Billia" è fortemente legata.

Vorremmo più chiarezza sulle cifre, sulle valutazioni, sugli atti amministrativi che, da una parte, ritengono congrue alcune cifre; dall'altra, non le ritengono congrue e si stanno verificando degli stalli. Sappiamo tutti che essendo un'azienda a gestione pubblica, perché questa è stata la scelta dell'Amministrazione precedente che abbiamo fortemente contestato, sappiamo che il suo futuro, la nomina del Direttore generale - mai avvenuta, ne parleremo dopo -, le recenti nomine dei vicedirettori, le scelte e le strategie, la definizione dell'acquisto o meno delle pertinenze, sono diventate non solo dei fattori aziendali, ma anche dei fattori politici all'interno dell'"Union Valdôtaine", e lo sanno tutti! Tutti quelli che si occupano di politica sanno che il casinò è vittima di uno stallo politico all'interno dell'"Union Valdôtaine", nella quale i "DS" sono silenti comparse!

In questo senso vorremmo più chiarezza su tale aspetto, quindi chiediamo all'Assessore di illustrarci gli intendimenti del suo Assessorato in merito a dette questioni.

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Premetto che non sarò breve e che cercherò di ripercorrere con una lettura, spero, organica dei documenti e degli atti che sono in possesso dei consiglieri, i quali ovviamente possono anche confondere un certo tipo di percorso, anche per l'assenza di documenti che, nel frattempo, possono essere a disposizione degli organi competenti.

La deliberazione assunta dalla Giunta regionale il 24 marzo, che è l'ultima, credo dia delle indicazioni precise su qual è il percorso e quali sono gli intendimenti. La Giunta dice - acquisita la "perizia Rothschild", acquisite le valutazioni di Finaosta - di procedere affinché entro il 31 maggio si addivenga ad un contratto, tenendo conto che per completare il quadro si dovranno acquisire gli elementi che permetteranno o permetterebbero di chiudere anche il contenzioso; quindi abbiamo questi 2 elementi che compongono un po' il mosaico, per definire la questione dell'acquisto. Acquisto che in alcun modo viene messo in discussione: come Giunta, siamo in attesa di risposte da parte di Finaosta, la quale, nel frattempo, ha intrattenuto rapporti con la proprietà, rappresentando sulla base dei "dossier" istruiti qual è il valore che potrebbe essere messo a disposizione per definire l'intera operazione.

È chiaro che l'Amministrazione deve operare secondo i dati e le valutazioni date dai tecnici, perché la Giunta non può fare delle valutazioni, e a quel punto si inserisce il discorso del "balletto delle cifre". Vorrei ripercorrere nel tempo, a beneficio di tutti, come si è articolata fino ad oggi la situazione. Abbiamo avuto una serie di valutazioni e ovviamente le valutazioni devono provenire "in primis" dagli enti e dai soggetti che sono preposti a gestire la casa da gioco, perché abbiamo detto che il "Billia" è funzionale all'attività del casinò. Dell'interesse dell'Amministrazione regionale per l'acquisizione se ne parla fin dall'inizio della XI legislatura, c'è una deliberazione del 1999.

Volendo andare a ripercorrere e chiedendo anche dei documenti, trovo che il Comitato di gestione, in data 30 luglio 2002, quando vi erano tutta una serie di richieste, fornisce degli elementi a Finaosta deliberando al suo interno qualcosa di specifico. Leggo dal verbale: "il presidente riferisce che la trattativa della Regione per l'acquisizione dei beni SITAV e SAAV è a un punto avanzato e che la Gestione straordinaria ha elaborato un documento, già fatto pervenire anche a Finaosta, che nel rappresentare l'importanza strategica dell'offerta alberghiera possibile con l'utilizzo del "Grand Hôtel Billia", ha nel contempo escluso che lo stesso sia indispensabile per il prosieguo dell'attività".

Il 12 agosto 2002, dieci giorni dopo, perviene una proposta dell'allora proprietà che offre il complesso a 67.139.396 euro - grosso modo sono 130 miliardi - ed ecco che successivamente tutte le pertinenze, tutto il discorso immobiliare, con una indicazione che il contenzioso si sarebbe risolto non con un pagamento, ma con un ritiro delle cause. Il contenzioso, sulla base di questa proposta, avrebbe dovuto cessare, perché con la cessione delle proprietà non ci sarebbe stato motivo per proseguire nello stesso. Venti giorni dopo circa, il 5 settembre 2002, il Comitato di gestione riscrive a Finaosta e, rispetto alla comunicazione di 30 giorni prima, dice: "il Comitato di gestione della Gestione straordinaria "Casino de la Vallée", in relazione alla ventilata ipotesi di chiusura del "Grand Hôtel Billia", esprime la propria preoccupazione in quanto, come da prospetto allegato redatto dal Direttore generale d'intesa con la dirigenza e che viene adottato e confermato nella sua interezza, oltre a rilevanti danni di immagine, potrebbero verificarsi cali di introiti lordi in misura significativa, che pur valutando l'incertezza dell'elemento aleatorio, potrebbe risultare probabilmente superiore a 25 milioni di euro l'anno". Se un mese prima era esclusa la necessità di avere la disponibilità dell'albergo, un mese dopo avremmo avuto circa 25 milioni di euro di minori introiti all'anno.

Il 9 settembre 2002 la Giunta delibera di procedere, sulla base della valutazione di "Mazars", all'acquisizione al valore ritenuto a questo punto congruo, perché sia il Comitato di gestione sia i valutatori (Finaosta) dicono che il prezzo è congruo. Tuttavia, in questa deliberazione condiziona l'operazione ad una serie di condizioni sospensive senza le quali l'operazione non avrebbe dovuto aver luogo. Sapete che queste condizioni sospensive erano le "due diligence" legali, che attenevano alla sfera delle garanzie e al rischio di revoca dell'operazione, sia per le revocatorie fallimentari, sia per le revocatorie ordinarie. In data 30 gennaio 2003 Finaosta definisce la "due diligence" sulla base delle valutazioni della "KPMG Morgan", che dice che non ci sono delle condizioni, quindi l'operazione si conclude senza un nulla di fatto.

Vi ho definito il quadro perché è importante. Il 27 marzo 2003 si introduce una nuova proposta, che viene formulata dall'avv. Tasco a nome della proprietà e che si contraddistingue per 3 proposte: la prima, è la chiusura del contenzioso a 3,5; la seconda, l'acquisto delle aree pertinenziali a 10,7 milioni; la terza, il contratto di locazione.

A questo punto "nulla quaestio" per quel che attiene la chiusura del contenzioso, "nulla quaestio" sull'acquisto delle aree pertinenziali, e lì si introduce subito quello che è stato introdotto nella richiesta; si chiede: ma perché c'è un valore? Non è così! La deliberazione della Giunta non fa una valutazione sulla "proposta Tasco", ma solo sulle aree pertinenziali, quindi non esprime una valutazione complessiva dell'operazione, e quindi l'operazione non viene effettuata perché il Consiglio di amministrazione di Finaosta, in data 2 giugno 2003, dice: "prendiamo atto della deliberazione del 30 maggio e noi concluderemo l'operazione congiuntamente alle altre due". Finaosta accoglie quindi il mandato della Giunta ovviamente dicendo: "concluderemo quanto voi ci dite, se ci sono le altre due". A fronte di questo potremmo leggere quanto definito dal Consiglio di amministrazione di Finaosta, ma credo che perdiamo tempo, per cui l'operazione di fatto non si è conclusa, non perché è intervenuta la Giunta regionale, ma già il 2 giugno 2003 il Consiglio di amministrazione di Finaosta dà indicazioni molto precise, d'altra parte in linea con la proposta fatta dall'avv. Tasco, il quale dice che quelle 3 proposte sono inscindibili.

Ricordo che questo tipo di ragionamento non è un ragionamento strano, perché anche quel tipo di operazione, l'acquisto delle aree pertinenziali, le aree accessorie, era soggetto a rischi di revocabilità, quindi se non si chiudeva il contenzioso, colui che effettuava un tipo di operazione anche parziale, si sottoponeva ad un rischio notevole. Il Consiglio di amministrazione dice (cito): "di accettare all'unanimità il mandato conferito dalla Giunta regionale con deliberazione 2256 del 30 maggio, con l'intesa che l'acquisto meglio precisato nelle premesse avverrà subordinatamente al perfezionamento delle opere facenti capo alla società "Casinò de la Vallée S.p.a." e al liquidatore della gestione straordinaria della casa da gioco. Ecco perché l'operazione non si è conclusa.

A questo punto andiamo alla vera domanda che viene posta all'interno dell'interpellanza: quali difficoltà si sono riscontrate dalla "Casinò S.p.a."... perché non si è concluso. Quell'operazione effettivamente ripartiva il rischio, ma per evitare fraintendimenti vorrei leggere alcuni passi dei pareri legali e dei pareri dei professionisti della società. Questo è il parere dello "Studio Rossotto" a firma di Caveri, in cui si dice: "Alla luce di quanto sin qui esposto, non può negarsi l'astratta possibilità che nell'ipotesi in cui SAAV venga assoggettata a fallimento, il curatore o un terzo creditore in assenza di fallimento, decida di tentare l'azione di simulazione sulla base degli elementi sopraindicati, che ovviamente non può essere interamente esclusa, dal momento che in linea teorica un eventuale curatore fallimentare o un creditore terzo potrebbe pur sempre decidere di provare ad agire contro l'affittuario, allo scopo di ottenere il coinvolgimento nei debiti facenti capo all'azienda e relativi al periodo antecedente l'esercizio di affitto".

Cosa si dice? Si dice che prevale la sostanza rispetto alla forma, tanto che, anche nell'ambito della discussione del Consiglio regionale, la proposta articolata in 3 parti è sempre stata assimilata ad una proposta di acquisto, quindi con una fase preventiva di affitto con l'opzione di acquisto, ma la sostanza qual era? La sostanza era uno strumento giuridico, ma finalizzato all'acquisto e quindi questo tipo di discorso, così come viene inteso nel dibattito politico e come viene inteso nella documentazione, non può non apparire evidente nei confronti di qualcuno che può avere interesse a far prevalere la sostanza sulla forma e quindi mettere in discussione.

I legali, correttamente, rilevano questo tipo di discorso, ma lo rileva peraltro anche un commercialista, il dr. Iguera, dello studio "Bracco-Ceresa-Bruno-Iguera", dove si dice (cito): "Non si può escludere il rischio che una sostanziale divergenza degli stessi rispetto ai rispettivi valori di mercato..." - sta parlando del prezzo - "... in particolare nel caso di un valore eccessivo del canone di affitto e di un valore troppo contenuto del prezzo di acquisto a termine" - ricordo che il valore di affitto era 3,8-4 milioni e il valore di acquisto era 10; va da sé che se il valore effettivo fosse 10 milioni, avremmo una resa dell'affitto del 38-40%, un'operazione immobiliare di questo genere la farei anch'io e quindi è di tutta evidenza che questo, se dovessimo mutuare ad un altro contratto, è un "leasing", una formula di acquisto - "... possa indurre i verificatori fiscali..." - sta facendo una verifica di ordine fiscale - "... a negare la deducibilità di parte dei canoni di affitto stessi considerandoli, per effetto del collegamento dei due atti, quali meri anticipi del prezzo di affitto e dunque come tali da contabilizzare nei crediti irrilevanti ai fini reddituali fino al momento dell'acquisto. A tale riguardo, pur senza entrare in questa sede nel dettaglio dell'analisi delle norme e della interpretazione delle eventuali difese, va considerato che in forza di quanto previsto dall'articolo 37bis del DPR 600 l'amministrazione finanziaria, fermi restando gli effetti giuridici propri dei negozi, può disconoscere gli effetti fiscali degli stessi se ritenuti elusivi e ciò senza dover provare la simulazione o la frode alla legge, ma solo dimostrando che sussistono i requisiti indicati da tale norma fiscale: assenza di valide ragioni economiche per un canone superiore a quello di mercato..." - ricordo che il canone di affitto va da 3,8 a 4 milioni e ricordo che nell'operazione era previsto un sub-affitto a 2,4 milioni - "... aggiramento di obblighi tributari, risparmio di imposta, inclusione della fattispecie fra quelle nominate".

Credo che i professionisti incaricati abbiano fatto il loro lavoro con la diligenza del caso e abbiano evidenziato in modo puntuale i rischi, così come nel Consiglio di amministrazione del 4 giugno 2003 un componente del Collegio sindacale evidenziava la necessità di evitare un'opzione di acquisto, per evitare i problemi che abbiamo indicato. Ora, il contratto di affitto poteva essere sottoscritto dal Consiglio di amministrazione, perché lo stesso ha la facoltà e, qualora faccia dei contratti in danno alla società, l'azione in assemblea è la revoca e la richiesta di risarcimento, ma il Consiglio di amministrazione non ha fatto alcunché. Non solo, per completare e sottoscrivere il contratto di affitto, vi era un aspetto che non è stato definito dal Consiglio di amministrazione per assenza di accordo con la controparte, perché nella proposta di affitto la proprietà doveva farsi carico delle manutenzioni per la messa a norma dell'immobile, come previsto dal Codice civile.

Ricordo, e anche questo è nei verbali del Consiglio di amministrazione, che erano stati individuati più di 5 milioni di interventi sul "Billia", di cui 2,361 obbligatori, e il Consiglio di amministrazione allora, prima di sottoscrivere, avrebbe voluto definire in un disciplinare questi lavori, in modo da non avere un ulteriore contenzioso con la proprietà, su cosa doveva essere fatto e per cosa si intendeva per "messa a norma", anche se purtroppo la concezione di messa a norma dovrebbe essere chiara, ma voi sapete bene che in una litigiosità estesa potrebbe non esserlo. Nelle valutazioni dei tecnici incaricati dalla "Casinò S.p.a." si diceva quindi 2,361, poi si definiva in 2,5 milioni gli interventi di priorità elevata e in quasi 1 milione di euro priorità meno elevata, che però vuol dire comunque necessario per un albergo a 4-5 stelle che vuol essere dichiarato di lusso. Si voleva perciò definire con chiarezza questo aspetto, cosa che non è mai avvenuta per mancanza di accordo con la proprietà.

A fronte di questo ragionamento la situazione non è stata interrotta... tant'è che, giustamente, il Consiglio di amministrazione nella seduta del 26 agosto dice (cito): "È opportuno verificare il consenso del socio di riferimento anche con riguardo alla trattativa con SAAV per acquisto e affitto del Billia e del centro congressi, la cui disponibilità è determinante per la realizzazione del piano di sviluppo ed anche perché la durata di detto contratto impegnerà l'azienda per 17 anni". Voi capite che nessuno si è sentito di fare un contratto del genere con dei dubbi, anzi, non sono dubbi, sono dei macigni, anche perché in allora la situazione sociale era identica a quella che aveva portato Finaosta a dire, nella sua "due diligence" che non c'erano le condizioni; per cui, se non c'erano le condizioni per fare l'acquisto a 67, capite che anche in questo dominio... e qui devo fare un passaggio perché vi sono delle leggende metropolitane, che portano a dire che quel tipo di contratto era conveniente.

Non ci sono problemi per quel che attiene l'acquisto delle aree di Finaosta, di cui alla deliberazione regionale: 10,7 milioni è un dato puntuale da pagare a vista, così come era da pagare a vista 3,5 milioni, ma per quel che attiene il pagamento dilazionato vi rappresento solo un dato che non è da mettere in discussione perché è puntuale, dopodiché le definizioni fatele voi! Pagare... qui, alla fine, il Consiglio di amministrazione era di 3,950 milioni annui... pagare 3,950 milioni all'anno considerando di rivalutare con l'indice ISTAT al 100% come richiesto dall'avv. Tasco, portava nei 17 anni a versare 82.415.685, versare 10 milioni per l'opzione di acquisto per il riscatto - il termine corretto è "riscatto" perché ci rifacciamo al "leasing", ha ragione il Consigliere Lattanzi - rivalutati all'indice ISTAT, 2,5%, dopo 17 anni, voleva dire pagare 15.216.000, quindi la somma dei due era 97.631.000. Questo è un dato a cui vanno sommati 10 milioni che paghiamo subito, più 3,5 milioni che pagavamo anche questi subito.

Dopodiché, se volete definire un numero, ditemi il numero e io, alla rovescia, vi identifico il tasso di interesse che mi permette di trovare il valore attuale. Per definire qual è il valore esatto applico il 2,5, che è l'indice ISTAT, nel momento in cui voglio definire il valore attuale, se voi mi dite: "guarda, devi farlo il più basso possibile", applico il tasso del 15%, se voglio applicare un dato reale, perché questa è un'operazione finanziaria, applico degli indici che siano riferibili al "prime rate", alla redditività dei BOT, EURIBOR, perché questa è un'operazione di ordine finanziario, e non vado a fare riferimento ad altri tassi. Il dato puntuale è che il canone di affitto nel tempo sarebbe costato 97 milioni, più i 10 milioni, più i 3,5 milioni; per converso, voi applicate a seconda dello strumento che volete un tasso di interesse e trovate un valore attuale, per definire convenienze o meno.

A fronte di questo, aggiungo che il quadro si è definitivamente modificato a settembre, quando la proprietà ha comunicato tardivamente che i beni oggetto di trattativa non erano più della SAAV, ma erano di altre società, quindi faceva venir meno tutta l'impostazione data precedentemente, perché SAAV aveva ceduto ad una società di Roma parte dei suoi beni, aveva conferito parte di altri beni nella società di Alessandria, e questo è stato determinante per riconsiderare anche l'aspetto legale, perché a quel punto, ad esempio, le moratorie fiscali cambiano, in quanto le società, essendo dei nuovi soggetti, anche se da riferire al gruppo, assumevano definizioni diverse.

Nel frattempo si erano inserite anche perizie di esperti nominati dal Tribunale di Alessandria, ed ecco che, a fronte di una situazione di questo genere, la Giunta non ha potuto far altro che prendere atto di questo e decidere di riconsiderare, visto che comunque gli intendimenti erano identici a quelli di 3-4-5 anni fa, acquistare, per cui la formula era una formula che voleva superare certi vincoli, ma non risolveva la questione. A fronte di questo, che è un "excursus" puntuale di quanto accaduto fino ad oggi, per comprendere anche il "balletto delle cifre" perché è fondamentale per la comprensione, riteniamo che l'acquisizione sia più che mai condivisa e in linea con il nostro programma di maggioranza; ovviamente ci devono essere le condizioni e sono le solite due: quella della valutazione e quella delle garanzie, che è il vero problema.

Anche oggi, se ci fosse qualcuno disponibile a farci un "leasing", fermo restando il valore, noi siamo nella condizione di dire... attendiamo con ansia risposte da parte di Finaosta. I valori in gioco sono importanti, ma se vogliamo trovare una coerenza, la vera proposta legittimata dal Consiglio regionale complessivamente dei 67 milioni credo sia un punto di riferimento, perché quello era un discorso omnicomprensivo, indipendentemente dal fatto che il contenzioso si chiudeva a zero: noi stiamo parlando di "definizione complessiva". Credo che quello possa essere un valido punto di riferimento, fatte le considerazioni, la svalutazione, l'indice ISTAT... poi, fate il ragionamento, quello fa parte di una trattativa; credo che la parte venditrice, se vuole porsi in modo fattivo nei confronti di una trattativa, non possa disconoscere questo punto, che ha un suo significato per il dibattito in Consiglio regionale.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Dovrei chiedere la modifica del regolamento, perché a questa risposta "alluvionale" rispondere con "un tubo da 2 pollici" diventa dura! Ci proveremo. Certo, non risponderò a tutta la cronistoria perché è storia, siccome sono fatti, diamo per acquisito. Ha fatto bene l'Assessore a ricordare a tutti i Consiglieri - si fossero persi qualche passaggio - che questa è una storia lunga e che i primi dati iniziamo ad averli da una presunta volontà del 1999, ma con una serie di deliberazioni che dal 30 luglio 2002 cominciano a trattare questo punto così delicato.

Non voglio commentare tutti i passaggi perché non ne ho il tempo, ma credo non sia neanche utile per i colleghi, che sono già stati sufficientemente "bombardati" da tale questione, e pur ritenendo la questione così importante, vorrei andare al nocciolo della risposta che non posso neanche dire essere soddisfacente o insoddisfacente. È una risposta tecnica, dunque tecnicamente non potremmo che prendere atto di quanto l'Assessore ci ha proposto.

Mi permetto, invece, di commentare i due fatti centrali che questa cronistoria ha evidenziato. Innanzitutto, tutta la volontà politica di acquistare il "Billia" si incentra sulle due questioni su cui l'Assessore ha chiuso il suo intervento, e sono: la centralità della sicurezza dell'acquisto, cosa assolutamente condivisibile. Lo dicemmo già al Presidente Viérin in tempi non sospetti, quando ci disse: "la volontà politica c'è, ma dobbiamo metterci nelle condizioni di poter fare un acquisto di queste dimensioni con l'assoluta certezza di non doverci trovare in un contenzioso fallimentare, perché questa non è la volontà". Condividevamo allora, non possiamo non condividere la stessa preoccupazione, la stessa attenzione che l'Assessore Marguerettaz oggi pone su questa centralità della sicurezza dell'operazione, che io mi permetto di dire che deve rimanere, anche se i proprietari del "Billia" sono cambiati, perché lei mi insegna che per il diritto fallimentare uno può cambiare la scatola nella quale pone il bene, ma se la casa madre ha dei problemi, è giustificato avere tutti i pareri di questo mondo per far sì che l'acquisto possa essere sicuro!

Sulla questione dei pareri mi permetto di fare una piccola riflessione, che non vuole essere polemica, ma solo di correttezza politica. Quando si chiedono pareri a chi, anche indirettamente come il fratello dell'Assessore Caveri, è coinvolto, credo che non sia cosa utile; chiedere allo studio legale dell'avv. Alberto Caveri un parere sull'acquisto di una negoziazione nella quale il suo partito è coinvolto non mi sembra una cosa carina, lo dico soltanto così. Poi mi rendo conto che si danno talmente tanti di quei giudizi e di quei mandati di consulenza, che magari questo è scappato ed è andato nello studio sbagliato. Non mi sembra carino, non mi sembra onesto politicamente chiedere un parere al fratello di un politico coinvolto in una negoziazione, perché il suo partito è in una fase cruciale di questa negoziazione, quindi farei attenzione a questi pareri, che hanno un risvolto anche politico!

Ribadisco la nostra assoluta condivisione dell'attenzione alla garanzia dell'acquisto, mentre mi permetto di segnalare all'Assessore, e poi anche al Consiglio, una fortissima perplessità per quanto riguarda le valutazioni, lo ammetto con la più totale consapevolezza dell'ignoranza con la quale sto affrontando questo argomento, ma mi sembra, da uomo della strada, "straordinariamente imbarazzante" - uso questo termine per non usarne altri, volendo approcciare la questione con estrema delicatezza - considerare fra i 3,8 e i 4 milioni di affitto/leasing/possibilità tecnica di acquisto caro, per 18 anni, per 10 anni, per 20 anni - poi il tempo uno lo mette -, mi sembra imbarazzante non solo tecnicamente, ma anche politicamente venire a sostenere che dai 3,8 ai 4 milioni è caro, quando abbiamo pagato, fino al 2002, 20 miliardi e oltre l'anno del "vuoto per pieno"! Soprattutto quando si viene a sostenere che il Comitato di gestione, che prima giocava "al gatto e alla volpe", a volte dice che è strategico e a volte non lo dice, ma quando capisce che la trattativa è in una situazione di non conclusione, si preoccupa di scrivere - ed è già grave dirlo! - che l'eventuale non possibilità di chiusura di questa negoziazione creerebbe un danno di circa 25 milioni di euro (50 miliardi l'anno): se fossi proprietario, passerei dai 60 ai 200 milioni di euro di richiesta! Siccome prima producevano 50 miliardi di introiti diretti o indiretti, per cui quello era il valore, si giustificava il "vuoto per pieno" a 20 miliardi; adesso /leasing/acquisto/affitto, 4 milioni sono un po' cari!

Parlatene, decidetevi: o prima abbiamo buttato nel "cesso" i soldi per un po' di anni oppure prima, come io considero, quella cifra era giustificata perché - come sostiene il Comitato di gestione - se non c'era quello strumento, il "Billia", e tutti gli annessi e connessi, non si poteva fare un lavoro e quindi venivano a mancare introiti per 5 miliardi l'anno - e calcoli un po' per 18 anni quanto fa -, allora è giustificato fare il "vuoto per pieno" per 20 miliardi! È questo che non si capisce: quando leggo il giornale, io non solo Consigliere, ma "uomo della strada", non capisco, perché o abbiamo pagato tanto prima ed è una cosa da Corte dei conti, oppure oggi siamo qui, a negoziare un affitto che è convenientissimo, perché con 4 milioni abbiamo una struttura - leasing/affitto/acquisto, me la metta come vuole tecnicamente! - che ci produce 50 miliardi all'anno di introiti. Decidetevi!

Finaosta ci dia una risposta, perché come lei giustamente diceva le pertinenze sono quantificate in 10 milioni e una volta che si hanno le garanzie degli eventuali rischi fallimentari va bene, i 3,5 milioni sono una negoziazione di contenzioni va bene, c'è 1,6 milione che rimane sotto sequestro, per cui chi ne avrà diritto... ma quando si va a parlare dell'opportunità dell'acquisto/affitto, la metta come vuole... e si discute di una cosa che fino a ieri abbiamo pagato 20 miliardi e oggi è cara a 4 milioni, cioè 8 miliardi, mi sembra che ci sia qualcosa che non quadra!

Mi sembra che ci sia qualcosa che non quadra non in lei e probabilmente neanche in chi lo ha preceduto, ma in chi, fino a ieri, ha gestito il casinò, il famoso Direttore generale "surgelato" che fa la normale amministrazione a stipendio pieno, ma ha delle idee un po' confuse, in quanto un momento dice che 20 miliardi l'anno va bene perché sennò ne perdiamo 50, e un altro momento dice che non è poi così strategico, possiamo anche chiuderlo, ma quando si sta per chiudere dice che è strategico, dobbiamo chiuderlo subito... a questo punto decidetevi!

Noi denunciamo la mancanza di responsabilità e, come il mio collega Tibaldi prima lo diceva sui furti, io lo dico sulle scelte strategiche del piano di sviluppo: abbiamo un piano di sviluppo che continua a rimbalzare da un cassetto all'altro, di cui si parla, ma non si può attuare perché fattore centrale di quel piano è l'acquisto o meno del "Billia"; allora decidiamoci, o è fattore di sviluppo, e se fossi proprietario del "Billia" dopo quello che ho sentito oggi, 50 miliardi mi mancano all'anno se io chiudo? Perfetto, allora fa 200 milioni all'anno, fa 200 milioni per acquistare...

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

... lo ha detto nel 2002? Figuriamoci con gli interessi!

Vediamo di darci una regolata, perlomeno di non prenderci in giro, di non farci rimbalzare fra una perizia e l'altra, cosa che, alla fine, non ci fa capire dove stiamo andando! Mi fa piacere sentire la volontà politica dell'acquisto di quello strategico sito per poter dare un progetto futuro a quella casa, perché le cose che abbiamo sentito: la possibilità di far chiudere il "Billia" perché tanto noi ce ne freghiamo, dei 140 ne mettiamo 40 in cassa integrazione, qualcuno in mobilità, qualcuno lo mettiamo in un albergo e qualcuno in un altro, tanto noi con i sindacati facciamo un accordo e li distribuiamo... mi sembrano cose "da delirio" e sono cose che si sono dette; io credo, invece, che si debbano affrontare le cose seriamente!

Fra qualche giorno dovremo purtroppo sapere la risposta - o per fortuna - la risposta di... che a me risulta ancora molto in alto mare, non solo per le garanzie legali, che forse mi sembrerebbero la scusa più giusta per poter negoziare, ma siamo in alto mare sulle cifre! Io dico: attenzione, perché questo Consiglio ha dovuto prendere atto che qualcuno diceva che era congruo 20 miliardi l'anno! Allora 8 miliardi non è più congruo? Parliamone!