Oggetto del Consiglio n. 624 del 26 maggio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 624/XII - Situazione del personale scolastico docente di sostegno per alunni portatori di handicap. (Interpellanza)
Interpellanza
Visti gli organici del personale docente per l'anno scolastico 2004/2005, da cui risulta che è rimasto immutato negli anni il numero di docenti di sostegno, pur a fronte di un aumento considerevole di alunni in situazione di handicap;
Considerato che da anni a tale carenza di personale educativo viene sopperito con il ricorso alla figura dell'educatore che accompagna e integra l'azione degli insegnanti (di classe e di sostegno);
Preso atto che il personale educativo è assunto ogni anno con contratto a tempo determinato e che la tipologia di tale contratto, ivi comprese le modalità di sostituzione in caso di assenze temporanee, comporta risvolti negativi circa la continuità educativa di cui necessita l'alunno in situazione di handicap;
Visto che sono state intraprese sperimentazioni di affidamento a cooperative di tale tipologia di servizio nelle scuole delle Comunità montane "Monte Rosa" e "Walser", finalizzate anche a superare tali elementi di criticità;
Ritenuto opportuno che venga affrontato nel suo complesso il ruolo dell'assistente educatore nella scuola al fine di individuarne con chiarezza le funzioni e il relativo profilo professionale, così da definirne lo status lavorativo più idoneo a rispondere alle esigenze degli alunni in situazione di handicap;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta e l'Assessore competente per sapere:
1. quanti sono gli educatori che lavorano presso le scuole della regione;
2. quale ruolo svolgono gli educatori nelle scuole della regione e se il loro status lavorativo è funzionale al servizio loro affidato;
3. se si intende superare l'attuale situazione di precarietà che caratterizza tale personale e il relativo servizio, in che modo e in quali tempi;
4. quale valutazione viene data della sperimentazione intrapresa circa l'affidamento a cooperative di tale ruolo assistenziale ed educativo.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Noi seguiamo in genere attentamente tutte le decisioni che vengono prese nell'ambito scolastico; analizzando gli organici relativi al personale docente per l'anno scolastico 2004-2005 abbiamo visto che il numero degli insegnanti di sostegno è rimasto immutato, mentre in questi ultimi anni sono aumentati - e stanno aumentando in modo considerevole - gli alunni handicappati presenti nelle scuole materne, elementari e medie.
Sappiamo che nelle scuole medie soprattutto si è verificato un grande aumento di alunni con situazioni di handicap. Sappiamo bene che aumentando il numero degli alunni da seguire e mantenendosi inalterato il numero dei docenti a disposizione, il rapporto docenti-alunni in situazione di handicap viene ad essere stravolto, per cui ci sono docenti di sostegno che dovrebbero eseguire un numero sempre maggiore di alunni.
In questi anni, l'Amministrazione regionale ha cercato di sopperire a tali difficoltà e ha individuato come supporto il ricorso alla figura dell'educatore, un educatore che accompagna ed integra l'azione degli insegnanti, sia di classe, che di sostegno. Il numero di questi educatori è aumentato di anno in anno, mano a mano che aumentava il "gap" fra le esigenze di seguire questi alunni in situazione di handicap nelle scuole e la carenza degli insegnanti di sostegno. A prima vista sembra che teoricamente questa soluzione - che ormai va avanti da una decina di anni - possa aver risolto il problema, ma in questi anni sono emerse alcune difficoltà, alcuni elementi critici.
Innanzitutto questo personale educativo ha un contratto a tempo determinato: questo vuol dire che ogni anno viene assunto e poi viene licenziato, quindi è un personale docente precario. Tale precarietà ha 3 conseguenze negative nei confronti del lavoro che svolgono. La prima, è un personale che, proprio perché è precario, nel momento in cui per motivi di malattia o altri motivi è assente, deve essere sostituito con altro personale precario e, dato che nelle graduatorie di coloro che hanno superato il concorso, nell'arco dei 2 anni, non sempre c'è personale, perché le graduatorie sono esaurite, bisogna ricorrere all'Ufficio di collocamento, e l'Ufficio di collocamento risponde a "input" che vengono dati dalla Regione... allora, se dalla Regione, ogni mese, si presentano all'Ufficio di collocamento le esigenze di supplenza, è chiaro che per un mese la scuola rimane senza questo personale! Questo è un esempio, ma ve ne sono anche altri. Qui non si tratta di pratiche che sono lì e che sono in ritardo di un mese - il che è già grave -, ma si tratta di alunni che sono in classe senza un sostegno adeguato, per cui mettono in difficoltà l'intero gruppo classe!
Altro problema. Non è assicurata, proprio perché sono precari, la continuità didattica da un anno all'altro rispetto allo stesso alunno. Ancora: queste persone, proprio per la loro situazione precaria, non hanno diritto ad una formazione, non è possibile inserirli in progetti di formazione, per cui sono persone apprezzabili, che si sono fatta una loro formazione sul campo e quindi sono diventate competenti, pagando di persona e con la propria esperienza, ma non hanno avuto una formazione né è possibile, neanche volendo, garantire loro una formazione. Ci sono questi aspetti problematici.
Sappiamo che l'Assessorato all'istruzione ha cercato anche un altro tipo di risposta, provando ad affidare a cooperative esterne tutto il servizio. In questo senso è stata fatta una sperimentazione per 2-3 anni e credo che a questo punto sia possibile fare una valutazione dell'esperienza delle cooperative, quindi dell'esperienza della gestione indiretta di questo servizio confrontata con la gestione diretta. Credo che ci siano elementi ormai per riflettere sulla funzione di questa figura di educatore, quindi ci si chiede se questo ruolo se è importante, debba essere sempre mantenuto nella precarietà, così come è adesso. Poi abbiamo chiesto quanti sono tali educatori, per avere il senso del problema, per capire se si tratta di pochi numeri o di diverse decine, perché la situazione si differenzierebbe ulteriormente.
Ancora - questa domanda non è stata fatta, la pongo adesso -: vorremmo sapere se si è riflettuto eventualmente sul fatto di mantenere queste figure di educatori oppure se si preferisce in prospettiva puntare sulla figura dell'insegnante di sostegno.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - Commençons par les chiffres. Au cours de cette année scolaire, nous comptons 68 éducateurs engagés en gestion directe qui travaillent dans les écoles de tout grade et ordre de la région, et qui suivent au total 134 élèves. Par les coopératives ont été engagés 13 éducateurs diplômés et 3 "ADEST", c'est-à-dire assistants à domicile et des services de tutelle dans les institutions scolaires de l'expérimentation.
Seconde question: pour favoriser l'intégration scolaire des élèves handicapés en situation grave, nous nous servons de la collaboration de personnes qui ont un professionnalisme avec une valence éducative. En effet, à partir des besoins et des potentialités mis en évidence par le PEI (Plan Educatif Individualisé, article 3 DPR n° 242/1994) nous pouvons réaliser des interventions complémentaires avec les objectifs suivants: favoriser l'intégration scolaire et sociale de l'élève handicapé, encourager l'autonomie personnelle et sociale, maintenir et développer les potentialités résiduelles et garantir les interventions dirigées vers la satisfaction des besoins primaires. Ces objectifs, partagés et déclinés avec les opérateurs scolaires, socio-sanitaires et la famille, peuvent être développés par les assistants-éducateurs, dont le rôle concerne le développement d'habilités sociales et de liaisons avec le territoire.
Pour ce qui est des fonctions du personnel auxiliaire d'intégration scolaire non titulaire, la collaboration en commun des projets de vérification: rédaction du PEI, programmation didactique, rencontres avec l'équipe du territoire et avec les familles, projet et réalisation des activités scolaires et extra-scolaires, finalisées au renforcement des autonomies personnelles et sociales, recherche de ressources et de contacts avec des agences présentes sur le territoire, finalisées à l'orientation, au temps libre et à la formation, repérage d'initiatives d'intégration entre élèves handicapés et contexte scolaire dans l'optique des classes ouvertes et de la flexibilité de l'organisation, soutien dans les apprentissages en collaboration avec les enseignants et assistance directe en cours de besoins primaires.
Troisième question: si on veut dépasser l'actuelle situation de précariat, pour l'année scolaire 2004-2005 les auxiliaires d'intégration scolaire auront un contrat en gestion directe avec une épreuve de sélection, qui aura lieu au mois de juillet.
Pour ce qui est du "GIPIS" (Groupe Inter-institutionnel Pour l'Intégration Scolaire) constitué par les dirigeants du service social, auxquels est confiée la coordination du groupe, le référant pour le domaine handicaps de l'Assessorat de la santé et des politiques sociales, les membres du bureau de l'insertion des élèves en difficulté de handicap de l'Assessorat de l'éducation et de la culture, et encore les dirigeants scolaires des institutions impliquées dans l'expérimentation, c'est-à-dire "Mont Rose A", "Walser" et "Mont Rose B", "Evançon I et II", "ISITIP" Verrès et institutions scolaires d'instruction scientifique et magistrale de Pont Saint-Martin, et directeur du domaine territorial de l'USL de la Vallée d'Aoste ou bien à l'un de ses délégués, tous ces membres se sont exprimés sur les propositions, dont on parlera à la dernière question sur l'évaluation.
Vous demandez aussi pour le futur. Pour le futur nous prendrons naturellement en considération - nous en avons déjà parlé sans réussir à le compléter, pour cette année - la possibilité de pouvoir assumer de manière définitive bon nombre au moins de ces professionnalités, nous espérons à partir de 2005 - comme vous l'avez dit - pour avoir plus de garantie. Garantie dans les deux sens: garantie pour le personnel, qui a la sûreté, mais aussi garantie pour l'Administration, parce qu'elle peut, de cette manière, continuer... elle pourrait continuer à avoir les mêmes professionnalités. Au contraire, comme ça, il est possible que quelqu'un choisisse un travail définitif entre temps, et donc nous, on perdrait un quelqu'un qui est déjà en quelque manière prêt pour faire cette activité.
Quant à la dernière question, à propos de l'évaluation qui est donnée à l'expérimentation entreprise au sujet de la consignation à des coopératives d'un tel rôle d'assistance et d'éducation, le "GIPIS" s'est exprimé dans des considérations conclusives, qui disent cela: "les deux typologies de gestion n'ont pas mis en évidence des résultats qui se différencient de manière substantielle entre elles; le problème apparu semblerait ne pas consister dans la typologie différente de la gestion, mais plutôt dans l'interprétation du rôle lui-même du personnage qui travaille pour l'intégration scolaire et sociale, et enfin, en effet, quelques membres du groupe pense que l'auxiliaire de l'intégration scolaire doit être une figure transversale, établie sur la base du projet global de vie de l'élève, donc articulée dans le temps et dans l'espace, non pas seulement l'école, mais école, domicile, temps libre, finalisée à l'insertion totale scolaire et sociale de la personne handicapée".
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ho preso atto delle risposte dell'Assessore; mi sembra che abbiano individuato alcune strategie di azione rispetto a questo problema. Credo che tale problema vada visto forse in modo più integrato; non per niente avevo interpellato anche la Giunta, oltre all'Assessore all'istruzione, perché forse bisogna riflettere sulla figura dell'operatore che accompagna l'alunno in situazione di disabilità e chiedersi se bisogna avere 2 figure separate: una, che segue l'alunno nel tempo extrascolastico e, una, che lo segue in tempo scolastico.
Se si vuole una figura che lo segua in tempo scolastico, e sappiamo che effettivamente c'è questo bisogno di sostegno alle attività scolastiche, allora forse bisogna dare una risposta di un certo tipo, e nelle ultime osservazioni dell'Assessore credo che emergesse questa tipologia di problemi. Vogliamo un operatore che sia dedito essenzialmente a seguire l'attività scolastica, che è poi quello che i docenti chiedono? Mi chiedo allora: è proprio necessario un educatore in questo senso o non sarebbe sufficiente potenziare i docenti di sostegno? Anche questo è un aspetto da vedere, lo pongo come uno dei punti critici su cui riflettere: forse occorrerebbe ripensare al numero dei docenti di sostegno, adeguandolo al numero degli alunni. Abbiamo visto che dal 2001 al 2004 sono raddoppiati gli alunni portatori di handicap nelle scuole, si passa da 83 alunni nel 2001 a 160 nel 2003, quindi in 2 anni c'è stato un raddoppio; qui non sto dando alcun giudizio di merito, dico che essendo raddoppiati bisogna che la scuola si predisponga a far fronte a tale cambiamento: questo è l'obiettivo della mia osservazione.
O tutto il problema va collocato all'interno della scuola, e in questo caso forse ci si dovrebbe chiedere se non bisogna puntare più sul docente di sostegno rispetto all'operatore, oppure - qui riprendo quello che dicevo prima - si intravedono anche esigenze di sostegno extrascolastiche, e in questo secondo caso ci si chiede se bisogna andare verso operatori che seguono la persona nella scuola e fuori scuola, quindi una figura di educatore che svolge, da una parte, un lavoro di sostegno educativo, dall'altra, un lavoro di sostegno assistenziale. Per certi aspetti questo dovrebbe essere più un referente della sanità rispetto al docente di sostegno, referente dell'istruzione. Credo che questo sia uno dei temi, in cui l'integrazione fra le 2 tipologie di servizio vada studiata, in modo da dare una risposta che non moltiplichi le figure accanto alle persone, ma che sia mirata a far fronte alle esigenze del soggetto, perché questo è quanto dobbiamo prendere in esame.
Prendo atto con soddisfazione, Assessore, del fatto che lei si è posta la questione del tipo di contratto di lavoro per questo personale. Credo come lei che bisogna assolutamente pensare ad un'assunzione. È chiaro che per il 2004-2005 ormai c'è stato questo bando, ci sarà una selezione come avviene tutti gli anni, quindi probabilmente questo è un anno ancora secondo "la vecchia logica", fra virgolette. Però quest'anno va assolutamente utilizzato, inclusi questi primi mesi, per cominciare a pensare a questi 2 problemi: uno, l'assunzione di questo personale, forse la metà, una parte, per essere sicuri di garantire almeno un minimo di base; poi, in base all'esperienza, si può di anno in anno definire qual è il bisogno effettivo e quindi adeguare l'assunzione di altro personale, ma bisogna comunque cominciare a partire con almeno una metà, quindi avere una base sicura.
Occorrerebbe riflettere poi su che tipo di personale mettiamo in organico: è un personale dipendente dall'istruzione, quindi una figura di educatore professionale inserito nell'organico dell'istruzione e, come tale, avente diritto di partecipare a tutte le riunioni, alla formazione del progetto educativo e che ha come referente il dirigente scolastico, oppure è un altro personale che ha come referente la sanità, la dirigenza socio-assistenziale, quindi entra quasi in punta di piedi nella scuola... in questo secondo caso si ripropone un elemento di gestione quasi indiretta, nel senso che sarebbe la sanità che ha questo personale che impresta in gestione indiretta all'istruzione.
Credo che il problema vada posto. Non ho soluzioni, ritengo che nessuno fra di noi ne abbia in questo momento, ma il problema va posto. Bisogna capire - anche al di là dei singoli compiti che lei ha elencato e che sono affidati a questo personale in questo momento educativo che opera nelle scuole - la priorità della sua funzione e del suo ruolo e quindi capire la sua collocazione.