Oggetto del Consiglio n. 607 del 12 maggio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 607/XII - Rinvio di risoluzione: "Condanna delle violazioni dei diritti umani in Iraq e ripristino delle regole di democrazia".
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che tutti noi siamo rimasti colpiti in questi ultimi giorni dalle immagini terribili che la televisione e i vari quotidiani hanno continuato a presentarci rispetto alle torture che sono avvenute, sembra anche da parecchio tempo, nelle prigioni irachene, laddove vi sono dei militari o dei civili statunitensi e britannici. Molti hanno cercato di descrivere l'orrore di queste immagini e di questi comportamenti, noi la descrizione più efficace l'abbiamo trovata nelle parole del Presidente della Repubblica, che solo ieri ha parlato di "comportamenti disgustosi", di "atti intollerabili per una democrazia", di "episodi lesivi della dignità della persona umana", "atti che minano la nostra democrazia stessa", "minano l'immagine che i Paesi islamici hanno della democrazia"; per cui queste sono "azioni barbariche che rischiano di far crescere l'avversione verso la cultura occidentale". Abbiamo visto, purtroppo, come questo genera altrettanti episodi orribili, come la decapitazione di un cittadino americano... non che uno sia la conseguenza dell'altro, ma effettivamente si ha l'impressione che la violenza non possa generare che altra violenza. Crediamo che il Consiglio sia chiamato proprio dalla sua coscienza morale ad esprimere un giudizio netto e chiaro di condanna della tortura, di indignazione di fronte a questi metodi che sono condannati da tutte le costituzioni, dalla stessa Carta di Ginevra.
Riteniamo che questo episodio, purtroppo, abbia fatto emergere con maggior chiarezza come in Iraq vi sia una guerra che la nostra Costituzione non ci consente di fare: la nostra Costituzione dice che l'Italia ripudia la guerra. Eravamo fin dall'inizio consapevoli che andare in Iraq era andare a fare la guerra e non ad essere operatori di pace e, al di là delle intenzioni soggettive dei singoli militari, dei singoli operatori di pace, che hanno cercato di aiutare la popolazione, i nostri soldati - che, tra l'altro, sono non autonomi nel comando, ma sono sottoposti al comando di altre forze britanniche e americane - sono percepiti come occupanti e come rappresentanti di quel mondo culturale che si è reso responsabile di quelle simili atrocità. Pensiamo che le forze militari italiane debbano andarsene dall'Iraq e che all'ONU debba essere attribuita la responsabilità unica di accompagnare tale Paese nel processo di democratizzazione. Crediamo sia opportuno discutere e confrontarci su questi avvenimenti e sugli atti politici da assumere di conseguenza.
Ci rendiamo conto che probabilmente questo testo è arrivato molto tardi all'attenzione del Consiglio, forse è difficile per i colleghi intervenire, questo è un argomento molto delicato e va trattato con particolare attenzione, forse è meglio rinviare la discussione al prossimo Consiglio. Questa è stata la richiesta che è venuta da alcuni colleghi di maggioranza e io, senza aspettare che il Capogruppo "dell'Union" si alzi e faccia questa richiesta, la anticipo, per far vedere che vi è la volontà di approfondire la questione, di valutare con attenzione, in modo che le decisioni che vengono prese non siano frutto del momento o dell'improvvisazione, ma che il confronto possa avvenire in modo più meditato e concorde se possibile. Chiediamo che questa risoluzione sia rinviata al prossimo Consiglio.
Presidente - Ringraziamo la Consigliera Squarzino. La risoluzione è rinviata.
Essendo stato espletato l'intero ordine del giorno, dichiaro conclusi i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.
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La réunion se termine à 20 heures 59.