Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 597 del 12 maggio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 597/XII - Adesione della Regione all'Associazione "Amici dell'Università di scienze gastronomiche" con sede a Bra. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che:

- la Giunta, su proposta dell'Assessore all'Agricoltura, Risorse Naturali e Protezione Civile, ha deliberato lo stanziamento di € 15.000,00 per l'adesione della Regione quale socio benemerito dell'associazione "Amici dell'università di Scienze Gastronomiche" con sede a Brà e al relativo progetto di creazione dell'Università di Scienze Gastronomiche;

- obiettivo dichiarato dell'iniziativa è "la formazione di qualificati esperti di gastronomia";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione e l'Assessore all'Agricoltura, Risorse Naturali e Protezione Civile per conoscere:

1. se gli obiettivi dell'iniziativa non siano potenzialmente concorrenziali con l'attività svolta dalla scuola alberghiera della Fondazione Turistica di Châtillon;

2. quali siano gli oneri futuri in capo alla Regione;

3. quali siano i presupposti istituzionali sui quali si basa tale adesione;

4. nel caso in cui l'iniziativa universitaria sia da considerarsi seria e non goliardica, quali sono i motivi per i quali non è stata valutata l'opportunità di avviarla tramite l'ateneo valdostano.

F.to: Frassy -Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Con questa interpellanza il nostro gruppo si pone alcune domande sugli obiettivi di questa iniziativa - di cui abbiamo appreso dalla lettura di una deliberazione di Giunta - in base alla quale l'Amministrazione regionale avrebbe aderito ad un'associazione fra le tante denominata "Amici dell'Università di scienze gastronomiche". Ora, noi rileviamo come l'Assessore Vicquéry si sia ultimamente incentrato su quel filone enogastronomico, che rappresenta uno dei piaceri della vita in generale, ma non sappiamo fino a qual punto rientri nelle sue funzioni istituzionali. Passando dal semiserio al serio, rileviamo che su questo argomento la Regione Valle d'Aosta non è completamente impreparata, perché immagino che il suo collega di Giunta, Assessore Caveri, l'abbia coinvolta nelle proposizioni futuribili della Fondazione turistica e dell'annessa scuola alberghiera.

Devo dire, parafrasando la presentazione che l'Assessore Caveri fa di cucina di tradizione in Val d'Aosta, che come affermava Leon Dodé: "Les seules ententes internationales possibles pour la Junte régionale ce sont les ententes gastronomiques", perché sulle intese gastronomiche l'Assessore Caveri compra i libri e li divulga, l'Assessore Vicquéry organizza convegni enogastronomici. Sul Casinò invece la Giunta non riesce a quagliare, perciò solo sulle questioni gastronomiche è riuscita a trovare un'intesa.

Tornando ad aspetti più seri della questione, evidenzio che su questa cosa forse sarebbe stato opportuno fare delle riflessioni diverse perché, al di là della deliberazione, dove ho letto che come Amministrazione regionale alla modica cifra di 15.000 euro abbiamo aderito ad un'associazione, vorremmo capire quali sono gli obiettivi di questa fondazione, quali saranno i ruoli e gli oneri della Regione nei mesi e negli anni a venire. Vorremmo anche capire quali sono i motivi per i quali non si è pensato di gestire queste valorizzazioni, a cui fate riferimento nella deliberazione, con le strutture valdostane, vuoi con la citata scuola alberghiera, vuoi con la stessa università, anche perché, andando ad approfondire la notizia, abbiamo appreso che è la prima università - come nome, in senso non solo goliardico, ma anche formativo - che si occupa di una formazione culturale universitaria inerente le arti gastronomiche.

Sono rimasto perplesso quando ho letto i numeri e i protagonisti, perché la nostra Università della Valle d'Aosta al confronto non è niente: 480 domande di pre-iscrizione da tutto il mondo, quando abbiamo al quarto anno di vita dell'Università della Valle d'Aosta sì e no 400 studenti, di cui l'80% valdostani, e la cosa più sorprendente è che solo 60 saranno ammessi al primo anno di corso. La cosa più incredibile è che tutta l'iniziativa nasce "dall'Agenzia di Pollenzo S.p.A." che conta 316 azionisti, di cui 308 privati, e mi fa sorridere la cosa quando leggo che il capitale privato, fra cui tre banche, rappresenta il 74%, per cui il paragone con la nostra Università libera della Valle d'Aosta, che è capitale pubblico, non può non essere fatto.

Vorremmo dei chiarimenti su come mai gli enti pubblici coinvolti sono la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, i Comuni di Bra e di Alba e non sembrerebbe che la Valle d'Aosta c'entri; perciò, se abbiamo capito bene, anziché partecipare ad un'iniziativa istituzionale e culturale, Assessore, lei ha aderito all'associazione, agli "amici", a quelli che fanno le bisbocce e le feste. Questa è la sensazione che abbiamo tratto dalla deliberazione, comparandola con l'avvio di questa iniziativa. Se così fosse, rientriamo in quella concezione turistica che forse compete alla delega di un suo collega di Giunta e non direttamente alle materie inerenti il territorio e la protezione civile.

Alla luce di quanto scritto nell'interpellanza e di quanto illustrato testé, perciò vorremmo avere un chiarimento sui presupposti istituzionali che stanno alla base di questa iniziativa.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Vorrei anzitutto rassicurare il Consigliere Frassy che l'iniziativa non è assolutamente goliardica, tanto che ha avuto il patrocinio e forse il sostegno di tutto l'arco istituzionale politico, perché è stata fortemente voluta ed appoggiata dal Governo di Centro Destra della Regione Piemonte e dal Governo di Centro Sinistra della Regione Emilia Romagna. Assicuro il Consigliere che mai o raramente all'inaugurazione a cui ho partecipato si è visto un parterre di politici trasversale, plaudente al vate Carlin Petrini!

Mi ha stupito il fatto - apro una parentesi - che fra il "parterre" plaudente non vi fosse il clero, ma è un dettaglio, perché nel Consiglio di amministrazione dell'associazione, che è lo strumento giuridico istituito per far decollare l'associazione, vi sono personalità del mondo politico - l'Onorevole Costa per fare un nome che mi viene in mente -, del mondo imprenditoriale, soprattutto viti-vinicolo, di assoluto prestigio italiano e mondiale. Abbiamo aderito all'Associazione "Amici dell'Università di scienze gastronomiche" appena in tempo per poter versare la quota prevista dei 15.000 euro per il 2004 - e qui rispondo ad un punto -, quota che verrà rifinanziata nel 2005 per scendere a 10.000 euro nel 2006. Questo è l'impegno per aderire ad un'iniziativa alla quale non potevamo mancare, pena l'emarginazione da tutto un settore importantissimo come quello della biodiversità, come quello dei prodotti tipici e della difesa dei prodotti del nostro "terroir".

Rivendichiamo come Giunta di aver operato una scelta di altissima valenza, perché siamo sicuri di essere nelle mani di professionisti di alto livello, di professionisti che hanno saputo raccogliere finanziamenti fondamentalmente dal settore privato, e questa non è cosa di poco conto... il settore prevalentemente viti-vinicolo, ma anche il piccolo imprenditore, anche il piccolo azionista. Vi è una presenza minoritaria del pubblico che è costituito dai soci fondatori, cioè la Regione Piemonte e la Regione Emilia: la prima ha versato le sue quote, che mi pare pareggiano 300.000 euro, oltre ad un finanziamento con la Finpiemonte, finanziamento ordinario per gli investimenti; mentre la seconda si appresta a mettere in piedi la struttura per il biennio di "master" post-universitario nella stessa sede dove decollerà "l'Authority" europea per la sicurezza alimentare.

È un'associazione che non ha fini di lucro, ma di promozione di iniziative culturali nel settore dell'istruzione che rispondono all'esigenza di incrementare la conoscenza scientifica - questo è uno dei motivi per i quali abbiamo aderito e ci collegheremo poi su questo aspetto -, la preparazione manageriale, per cui tutta la formazione, l'azione imprenditoriale, tutto il "marketing", tutto il settore della commercializzazione dei nostri prodotti che è assolutamente carente, lo sviluppo culturale nelle scienze gastronomiche, il tutto - come viene detto nello Statuto - sia a livello nazionale che internazionale. A questo fine l'associazione pone come proprio obiettivo particolare la formazione di un'università per lo studio delle scienze gastronomiche, la sua costituzione, la redazione del relativo statuto... oltre che tutti i dettagli, "workshop" e via dicendo; pertanto i motivi dell'adesione residuano principalmente in quanto ho appena riferito.

Per rispondere a quanto ha chiesto il Consigliere Frassy, cioè "perché avete aderito avendo già in Valle la Fondazione turistica di Châtillon", voglio riconfermare che l'impegno della Giunta regionale rispetto alla Fondazione turistica di Châtillon è totale, direi al 101% e che non vi è alcun problema di sovrapposizione rispetto al ruolo di quella fondazione e alla Università di Pollenzo. Prendo "Le Figaro" di sabato 8, che risponde puntualmente alla domanda che il Consigliere pone; dopo aver parlato dell'alta valenza dell'iniziativa, si dice che:

"Petrini a conçu l'idée de former non des chefs, mais des vulgarisateurs et des experts en art de la bouche, nulle part on étudie l'éducation de l'alimentation; l'université se veut une rupture et un point de départ, on y enseignera l'histoire de l'alimentation, de l'environnement et du paysage agricole, la nutrition et la diététique, le système de restauration, le marketing, la gestion des entreprises agroalimentaires et des consortiums de production de la distribution. Bref, une variété de disciplines visant à mieux organiser la filière agroalimentaire et à aborder gestion, critique et vulgarisation gastronomique, en ayant acquis les connaissances de base nécessaires. Les cours seront ouverts à une soixantaine d'étudiants en majorité étrangers, le premier cycle durera 3 ans, Carlo Petrini justifie le prélevé des frais de scolarité, 19.000 euros par an, par le nombre de stages organisés sur le terrain, la durée des études (11 mois par an) et la venue d'enseignants de haut niveau, d'experts renommés comme les spécialistes de "terroir", Claude et Lydia Bourguignon, ou encore des chefs de premier ordre. Une fois conclu leurs études à Pollenzo, les étudiants pourront suivre un cycle post-universitaire de 2 ans à Colorno, à 15 kilomètres de Parme, la ville toscane, où vient de s'installer l'agence européenne sur l'alimentation" et cetera.

Questa è la risposta: non vengono formati degli chef, tanto che nel Piano triennale di studi le tecniche culinarie costituiscono solo un semplice corso del terzo anno, ma si insegna nel primo anno viticoltura, storia dell'alimentazione I, storia della cucina e gastronomia I, chimica, valutazione sensoriale, microbiologia, igiene, statistica, zoologia e botanica; al secondo anno l'enologia e la storia dell'alimentazione II, storia della cucina e gastronomia II, l'architettura del paesaggio, la valutazione sensoriale II, l'istituzione di tecnologie alimentari, la geografia delle risorse e dei sistemi agroalimentari, la chimica degli alimenti, l'informatica; al terzo anno economia aziendale, comunicazione alimentare, diritto agrario, antropologia dell'alimentazione, fisiologia, sociologia dell'ambiente e del territorio, semiotica, tecniche culinarie - è il corso che dicevo - e ingegneria economico-gestionale. Tralascio le materie insegnate nei due bienni di specializzazione e nei 4 "stages" tematici, perché qui andiamo ad ulteriormente approfondire tutta una serie di problemi. Semmai rischi di sovrapposizione potrebbero esserci con la Facoltà di agraria, tanto che "resistenze per l'istituzione di questa università privata..." - ha detto il Presidente Ghigo nel suo intervento - "... sono pervenute dall'Università di Torino", che poi ha aperto le porte ed ha autorizzato l'apertura di questa università di tipo privato, che è la prima e unica per ora università della gastronomia al mondo.

La nostra adesione ci permette fin dall'anno accademico 2004-2005 di inserirci in un percorso di formazione degli "stages" territoriali di alto livello, perché già nella primavera 2005 ospiteremo i 60 studenti del primo corso di laurea in Valle d'Aosta per uno "stage" di 15 giorni. Questo è importante perché gli altri "stages" verranno fatti, oltre che in alcune regioni d'Italia, anche in: primo anno accademico, Francia (côte du Rhône), Portogallo, Austria, Irlanda; secondo anno accademico, Slovenia, Giappone, Scozia, Usa, Germania, Francia (Champagne); terzo anno accademico, Spagna, Sudafrica, Francia (Borgogna), Marocco, Svizzera e Cina. Noi ci siamo inseriti in un circuito internazionale al costo di 15.000 euro l'anno, perché nel primo anno vi è la Valle d'Aosta, e non era un dato di fatto scontato. In Valle d'Aosta, nella sede che, presumibilmente, sarà quella di Bard, saranno ospitati questi studenti per 15 giorni e la cosa importante di questi "stages" è che ferma volontà da parte dell'università è organizzarli in una logica diversa, perché si va sul territorio per far conoscere il territorio, per studiare la cultura enogastronomica del territorio e per permettere alle sedi scelte di indicare dei docenti di storia della cultura locale, per cui saranno anche docenti nostri ad accompagnare questi studenti durante il loro soggiorno, nel quale visiteranno i nostri alpeggi, il nostro sistema produttivo. Il nostro sistema produttivo avrà la possibilità a costo bassissimo di farsi conoscere a questi studenti provenienti da tutto il mondo.

Il Consigliere Frassy giustamente ha detto che vi è stata un'adesione altissima, segno di per sé della serietà del corso di studi. Fra i docenti che sono stati contattati vediamo la Professoressa Vandana Shiva, ecoscienziata e scrittrice indiana direttrice di una fondazione per la scienza e per la tecnologia e le risorse naturali; Massimo Montanari dell'Università di Bologna, storico dell'alimentazione; Françoise Sabban, Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi, alimentazione e cucina cinese; Hugh Johnson, giornalista e scrittore, grande esperto di vini; Alice Waters, massima interprete della cultura alimentare statunitense; quindi siamo fieri di essere stati inseriti in questo circuito. Questo è quanto posso riferire, ovviamente in termini puramente obiettivi perché, se si legge la rassegna stampa dell'università, tralascio la rassegna stampa italiana, abbiamo testimonianze di stampa giapponese - non chiedetemi la traduzione di quanto dicono i Giapponesi! -, di stampa svedese, vedo se c'è anche la stampa cinese, per quella delegheremo il Capogruppo Borre... la stampa svizzera, la stampa tedesca. Questa è la rassegna stampa del giorno dell'inaugurazione, una rassegna che fa invidia a tante istituzioni; per cui tranquilli, siamo assolutamente convinti di aver fatto una buona scelta. Assieme a noi - ed è questo il motivo per cui non siamo citati, perché abbiamo aderito dopo la pubblicazione dei comunicati stampa assieme al Piemonte e all'Emilia Romagna - vi sono le Province del Piemonte, Bra e Asti e via dicendo, gli assessori e i rappresentanti istituzionali che hanno partecipato con me alla prima votazione del consiglio di amministrazione.

Rispetto all'ultima domanda: "perché non si è utilizzato l'ateneo valdostano", siamo i primi a difendere e tutelare il ruolo dell'ateneo valdostano, ma obiettivamente non era il caso di avventurarci in un'iniziativa di questo genere che essendo unica al mondo... un po' di buon senso e un po' di "piedi per terra" bisogna sempre "intraprendere" in qualunque iniziativa... e obiettivamente il mandato che è stato affidato all'Università della Valle d'Aosta è di tutt'altro genere.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Assessore, siamo perplessi e le nostre perplessità partono e si rafforzano dalla conclusione del suo intervento, perché, quando lei dice che: "noi siamo i primi a difendere l'ateneo valdostano", scusi Assessore, ma i fatti, le cronache giornalistiche, le polemiche nell'ambito dell'ateneo valdostano dimostrano che, se quel "noi" si riferisce alla vostra Giunta, quanto meno siete i secondi, perché, se siete i primi a difendere l'ateneo valdostano, forse vi è qualcosa che non funziona!

Non mettiamo in discussione la bontà - non solo dal punto di vista gastronomico - del progetto di questa Università di Pollenzo, il problema è un altro: è capire qual è il ruolo istituzionale che questa Regione può giocare in quella iniziativa. Le considerazioni allora sono due e la prima è che, se vi fosse un interesse regionale ad aderire a quella iniziativa... perché potrebbe anche non esserci, in quanto da più parti si è detto che così com'è la nostra Fondazione turistica è sottovalutata e l'Assessore Lavoyer nel corso della passata legislatura ha invano rivendicato un rilancio di quella struttura, che è passata attraverso una serie di fasi difficili, prima di tipo logistico, gestionale, che sono sfociate nel commissariamento che tutt'ora perdura. Ricordo di aver partecipato a una visita ad una scuola alberghiera svizzera, che era stata presa a modello per poter gemellare la Fondazione turistica di Châtillon, ma anche lì non successe nulla. In quella realtà svizzera, di cui mi sfugge il nome, c'erano Arabi, Cinesi, c'era il mondo, non c'erano gli Svizzeri, c'erano gli Italiani, ma c'era il mondo! Il problema della Valle d'Aosta allora è che tutte le volte che mettiamo in piedi qualcosa non riesce a "bucare" i confini di Pont-Saint-Martin. Sull'Università della Valle d'Aosta a più riprese l'allora Assessore Pastoret all'avvio di quel progetto disse: "dobbiamo inventare qualcosa che sia unico, perché non possiamo concorrere con le università italiane che hanno già un nome". Fino a prova del contrario, a bilancio del terzo anno accademico chiusosi non abbiamo inventato molto in quella università, dove l'80% degli studenti sono valdostani; un'università a dimensione regionale così piccola come quella valdostana è un non senso, il concetto di "universitas" ci dovrebbe portare a vedere più in là.

Ipotizziamo vi sia l'interesse ad aderire a questa iniziativa, è qui che ci scontriamo: sulla visione che avete rispetto a noi dell'istituzione regionale. Voi avete una visione regione-centrica, ma perché "tarpare le ali" alle varie fondazioni, quella turistica, all'Institut agricole? Perché non mandare nella prima linea gli operatori che, per mestiere e legge istitutiva, si occupano di queste cose? Assessore, non ha senso che la Regione continui a voler fare tutto e alla fine di tutto faccia male quasi tutto. L'iniziativa può essere interessante, bene; mandate avanti quelle fondazioni che comunque manteniamo in piedi con finanziamenti e con sforzi non indifferenti.

Queste sono le nostre perplessità, non sono i 15.000 euro, che sono tanti e sono pochi. Se sono il prezzo di una mangiata, sono tanti; se sono il prezzo di un disegno turistico, sono sicuramente pochi, ma la nostra perplessità si riassume in questo: che dovete iniziare a ragionare non solo in termini di amministrazione, ma con le strutture che a suo tempo sono state messe in piedi in questa Regione.