Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 443 del 25 febbraio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 443/XII - Ritiro di mozione: "Interventi per contrastare l'introduzione di normative che consentano l'ammissione degli O.G.M. nel territorio regionale".

Mozione

Tenuto conto del dibattito in corso, a tutti i livelli (Europeo, Statale e regionale), sui prodotti "O.G.M." e sulle tematiche della possibile contaminazione delle produzioni "O.G.M." con quelle indicate come "O.G.M.-free";

Preso atto favorevolmente della presa di posizione di tutte le Regioni italiane, in sede di conferenza Stato/Regione, in ordine all'affermata contrarietà all'introduzione di normative che, ammettendo gli O.G.M., consentano la coltivazione di prodotti geneticamente modificati o contaminazioni accidentali, che comprometterebbero in modo irreversibile la competitività delle produzioni tipiche e di qualità della nostra Regione;

Sottolineata l'importanza del settore agricolo per l'economia della nostra Regione e per la salvaguardia del territorio valdostano;

Considerate le particolari caratteristiche ambientali, culturali e fondiarie dell'agricoltura montana;

Il Consiglio regionale

Ritiene

che la Valle d'Aosta debba perseguire una politica agricola basata sulle proprie peculiarità agro-alimentari, fondate sulla tradizionalità, tipicità e genuinità delle lavorazioni e dei prodotti della terra;

Chiede

che le Autorità europee, statali e regionali, ciascuna nell'ambito delle proprie competenze, promuovano l'approvazione di normative che consentano alla Regione di perseguire i propri obiettivi di politica agricola, anche attraverso l'istituzione di un'area rurale "O.G.M.-free", che coincida con l'intero territorio della Valle d'Aosta;

Riafferma

la propria contrarietà nei confronti degli organismi geneticamente modificati, il cui uso in agricoltura è incompatibile con l'esigenza di coltivare tradizionalmente e commercializzare convenientemente i prodotti di un'agricoltura di montagna.

F.to: Curtaz - Riccarand - Squarzino Secondina

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Il problema degli "OGM", come abbiamo chiarito in occasione di un dibattito avvenuto qualche mese or sono in quest'aula, è all'ordine del giorno delle tematiche europee statali e regionali. Sappiamo che anche a livello di Governo centrale si sta dibattendo e si sta prendendo atto di una sorta di "braccio di ferro" che, da una parte, vede le regioni e il Ministro Alemanno e, dall'altra, il Governo italiano e la CE che chiede al Governo italiano di adempiere alle direttive riguardanti la possibilità di coesistenza fra "OGM" e prodotti "OGM-free" (per dirla con un termine alla moda!). Questo tema apre tutta una serie di questioni di carattere tecnico sulla possibilità di contaminazione delle sementi, soprattutto per quanto riguarda aree in cui, per ragioni fondiarie, climatiche e geografiche questa contaminazione è maggiormente favorita.

Riteniamo che le produzioni "OGM", al di là degli aspetti di carattere ideale che non sono da trascurare, abbiano un limite di carattere economico ben evidente rispetto alla realtà regionale valdostana, ma credo tutte le realtà regionali italiane, che sono tutte schierate indipendentemente dal proprio orientamento politico, contro le direttive europee; tanto che, finora, il Ministro Alemanno ha congelato questa problematica, non è riuscito ad emanare normative che impongano alle regioni di fissare queste zone in cui è possibile la coltivazione "OGM". Riteniamo pertanto di condividere le argomentazioni fatte proprie da tutte le regioni italiane che vedono intaccate le proprie peculiarità agroalimentari dall'avanzata degli "OGM".

Le regioni italiane, la Valle d'Aosta in particolare, sono ricche di una cultura agricola alimentare particolare, che ha delle sue caratteristiche di tradizionalità, di genuinità, di modo particolare di produzione e, a mio giudizio, è incompatibile con il sistema di produzione che l'utilizzo degli "OGM" impone. Da qui, la nostra richiesta di un pronunciamento del Consiglio regionale, nel senso di ribadire la nostra scelta per una politica agricola basata sulle nostre peculiarità fondate sulla tradizionalità, tipicità, genuinità della lavorazione dei prodotti della nostra terra; una richiesta, quindi, rivolta alle autorità europee statali e regionali - ciascuna nell'ambito delle proprie competenze - tendente a promuovere, a tutti i livelli, l'approvazione di normative che consentano alle regioni, alla nostra in particolare, di perseguire i propri obiettivi di politica agricola, anche attraverso l'istituzione di aree rurali "OGM-free" che, nel nostro caso, potrebbe coincidere con l'intero territorio della Valle d'Aosta.

La nostra mozione conclude chiedendo che la Regione riaffermi la propria contrarietà nei confronti dell'utilizzo degli "OGM" in agricoltura, il cui uso è incompatibile con le esigenze di coltivare tradizionalmente e di commercializzare convenientemente i prodotti di un'agricoltura di montagna. Questo è il senso della nostra mozione: non è di un impegno imperativo, ma una traccia sulla quale muoversi, affinché questo Consiglio si orienti attraverso quello che, secondo noi, deve e può essere un futuro caratterizzante e conveniente dal punto di vista economico per la nostra agricoltura di montagna.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola all'Assessore all'agricoltura, risorse naturali e protezione civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Voglio ringraziare il Consigliere Curtaz, perché ha posto all'ordine del giorno un tema che è a cuore della Regione Valle d'Aosta da anni e questo è dimostrato da una serie di iniziative, prive dell'etichetta "OGM", che vanno nella logica di difendere i prodotti tradizionali, di puntare sulla qualità dei prodotti e, in fondo, sulla qualità del territorio della regione.

Oggi parliamo di "OGM" e devo dire che condivido "in toto" quanto affermato dal Consigliere nelle sue premesse e non voglio ripetermi; la situazione si potrebbe definire una situazione di "stand-by" a livello nazionale, in virtù delle prese di posizioni energiche degli assessori regionali all'agricoltura e condivise dal Ministro Alemanno, il quale si è però trovato in minoranza all'interno del Consiglio dei Ministri rispetto all'impugnativa della Corte costituzionale della Regione Puglia. È una situazione di "stand-by" anche a livello europeo, perché il decreto ministeriale di recepimento della direttiva europea non è stato ancora approvato dal Consiglio dei Ministri, con una situazione pertanto indefinita perché l'intenzione del ministro era quella di far emanare questo decreto prima della prossima campagna di semina, ormai imminente.

Il dibattito sugli "OGM" è interessantissimo; io intervengo, in parte, a titolo personale e nel farlo devo dire che, se mi si parla di "OGM" e di ricerca scientifica, sono assolutamente favorevole alla sperimentazione e alla ricerca scientifica in senso lato, ricerca che punta essenzialmente sul settore della medicina, il quale, a mio parere, deve progredire. Altra cosa - ed è questo l'argomento di cui trattiamo oggi - è il dibattito sugli "OGM" nel settore dell'agricoltura, rispetto al quale ho già avuto modo di intervenire nel convegno di Napoli alla presenza del ministro, in cui abbiamo dichiarato, come Regione, di essere assolutamente contrari al principio della coesistenza; per cui distinguiamo gli argomenti, non entriamo in un dibattito ideologico perché vorremmo tradurre in atti concreti quanto noi intendiamo dire.

Sotto questo punto di vista è nostra intenzione - non mi riferisco al Governo regionale, ma ai gruppi consiliari - lavorare per la predisposizione di una normativa che vada al di là dell'ideologia, una normativa che definisca l'argomento da trattare, argomento non così scontato dal punto di vista tecnico, perché quando mi si dice - come mi è stato detto nel Salone delle manifestazioni del Consiglio regionale, in un convegno non organizzato dall'assessorato, ma a cui hanno partecipato anche funzionari dell'assessorato -, che per fare la battaglia ai maggiolini sono necessarie anche delle proteine le quali, innestate nelle radici, possono combattere autorevolmente i maggiolini - vero disastro per l'agricoltura valdostana! -, mi si pongono dei problemi che, dal punto di vista tecnico, devono essere esaminati con molta attenzione.

Nel momento in cui mi si parla di "lieviti" per il discorso degli enzimi o mi si parla di "batteri" per il discorso delle insuline, confesso la mia incapacità, ad oggi, di dare risposte risolutive. Noi abbiamo l'obbligo morale di tutelare gli agricoltori valdostani, i quali devono poter produrre in una logica di redditività, ma abbiamo un obbligo morale sicuramente superiore: dare delle risposte al consumatore che ha diritto di mangiare dei prodotti nostri, garantiti sotto tutti i punti di vista.

Dobbiamo pertanto metterci attorno ad un tavolo con un supporto tecnico, per poter predisporre una normativa tendente ad evidenziare che la Valle d'Aosta non è una regione "OGM-free", perché saremmo perdenti, ma evidenziando che la Valle d'Aosta persegue gli obiettivi del principio della "non coesistenza" fra prodotti "OGM" e prodotti tradizionali biologici e che, per poter raggiungere questi obiettivi, mette in atto una serie di politiche che andremo a declinare nel testo. Sto ipotizzando una normativa "ad hoc", mirante a fare la "mise à jour" della normativa già esistente sui prodotti biologici che rischiano di essere confinati in una logica di pura ideologia, perché "certificazione del biologico" cosa significa? La polenta che mangiamo tutti i giorni è un prodotto "OGM-free"? Vi sono grossi dubbi in proposito e la polenta è un prodotto tradizionale valdostano da secoli e, così, potremmo continuare all'infinito!

Di certo il prodotto tradizionale e quello biologico necessitano di una ulteriore spinta, non solo in Valle d'Aosta, ma ovunque, e dobbiamo dare loro la possibilità di presentarsi sul mercato con tutti i requisiti di serietà richiesti, requisiti oggi molto confusi, al di là e al di sopra delle normative sulla certificazione, che sono ancora appannaggio dei gruppi di potere più che del cittadino consumatore! È una materia delicata e importante; per questo ringrazio nuovamente il Consigliere per averla posta; materia che necessita di una normativa "ad hoc" dopo un attento approfondimento tecnico, richiesto anche ultimamente da molte regioni italiane al Ministro dell'agricoltura. Allo stesso è stato richiesto di istituire un comitato scientifico di alto livello per dirimere le questioni, sia nei rapporti interni - potestà delle regioni di legiferare in materia -, sia soprattutto nei confronti dei rapporti Stato-Parlamento.

Ripeto, è importante avere il supporto, in questo caso sì, ideologico, del Ministro Alemanno, che è totalmente allineato sulla posizione delle regioni e degli istituti a carattere scientifico i quali sono abbastanza schierati; mi riferisco solo al settore dell'agricoltura, per cui vi sono i presupposti per predisporre una normativa specifica che definisca dei criteri generali a cui dare applicazione con provvedimenti amministrativi, a seconda che si parli di prodotti tradizionali o di prodotti biologici.

Per il motivo sopraesposto, invito il Consigliere Curtaz a ritirare la mozione, con l'impegno non del Governo regionale, ma dei gruppi consiliari, di mettersi attorno ad un tavolo per trovare un'intesa trasversale e ragionare con una normativa di iniziativa consiliare su questa materia.

Presidente - Se non vi sono altri consiglieri che intendono intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Abbiamo ascoltato con attenzione le argomentazioni dell'Assessore competente e accogliamo il suo invito a ritirare la mozione.

Condividiamo anche il fatto che l'Assessore inviti i gruppi consiliari, in primo luogo credo il gruppo consiliare del suo partito - è quello che conta di più dal punto di vista numerico in questa Regione -, ad attivarsi per analizzare questo tema ed arrivare a una proposta di legge il più possibile condivisa, che affronti i problemi della tipicità dei nostri prodotti dell'agricoltura biologica e possa quindi indirettamente risolvere anche i problemi delle produzioni geneticamente modificate.

Benché l'impegno non sia stato preso dal Governo, come correttamente l'Assessore ha sottolineato, prendiamo atto del peso politico della sua proposta, ad opera del massimo rappresentante in questo consesso in materia di agricoltura: da qui, il ritiro della nostra mozione e la nostra disponibilità totale a lavorare per un testo il più possibile condiviso in materia.

Presidente - Diamo atto del ritiro della mozione, sulla base dell'invito ai gruppi consiliari ad operare nel senso indicato dall'Assessore.

Il Consiglio prende atto.