Oggetto del Consiglio n. 424 del 25 febbraio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 424/XII - Assistenza ai soggetti psichiatrici e loro inserimento nel mondo del lavoro. (Interrogazione)
Interrogazione
Preso atto delle informazioni emerse sia in sede di un apposito convegno svoltosi recentemente a Pollein, sia in sede di dibattito consiliare, relativamente al Dipartimento della salute mentale e alle esigenze dei cittadini assistiti;
Constatato che esiste una programmazione di molti e differenziati interventi che dovrebbero concretizzarsi nell'attivazione sia di un servizio territoriale psico-socio-educativo che nell'avvio di strutture residenziali e non, collocate sul territorio;
Rilevato che alcuni di tali progetti richiedono ancora tempi lunghi per la loro attuazione, per cui in molti casi il disagio profondo degli utenti non trova oggi una risposta,
Verificato, ad esempio, che i locali del reparto di Psichiatria, rinnovati secondo un progetto da tempo definito, non sono ancora tutti agibili, e questo comporta un grave disagio agli utenti, specie per quelli che sono ricoverati nel Day Hospital;
Ricordato che, al di là delle strutture, esiste anche la questione dell'inserimento lavorativo per i soggetti psichiatrici;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per sapere:
1) per quando sarà agibile nella sua totalità il nuovo reparto di Psichiatria: quando sono stati programmati i lavori e quali le cause dell'eventuale ritardo;
2) se, in attesa dell'attivazione delle diverse strutture e servizi territoriali, è stato previsto un piano per rispondere, almeno in parte, ai bisogni degli utenti;
3) quali sono, a suo avviso, gli ostacoli che rendono difficile, se non impossibile, l'inserimento lavorativo dei soggetti psichiatrici.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Ho risposto lo scorso Consiglio ad un'interpellanza analoga, però sono contento di tornare sull'argomento e ritorno anche facendo i complimenti e ringraziando la Consigliera Squarzino di essere stata presente al convegno di Pollein che avevamo indetto su questo problema. Come si è evinto da questa riunione, è chiaro che la psichiatria valdostana è partita da una situazione sfavorevole, nel senso che, non essendo mai stata sede di un nosocomio, ma, avendo sempre trasferito i malati con questa patologia in altre regioni, siamo partiti in ritardo. Questo non vuol dire che non si sia fatto e si stia facendo molto; ormai non si può più parlare di struttura in ritardo, ma direi che il livello - lo ha dimostrato il convegno di Pollein - della nostra psichiatria sia, se non innovativa, almeno allineata sulle linee nazionali.
Lei l'altro Consiglio ha parlato di Libro bianco, io parlerei piuttosto di Libro nero per raccogliere in questo le note negative e di Libro bianco per raccogliere le note positive. Una delle note negative su questo argomento è proprio la non avvenuta attivazione di tutto il Reparto di Psichiatria; qui ci si può "lacerare le vesti" e fare diverse cose, purtroppo i meccanismi degli appalti della realizzazione delle opere sono soggetti a tante variabili, ogni tanto non si riesce ad ottenere quello che si vorrebbe ottenere, nonostante vi sia una piena intesa con chi sta facendo i lavori. Come è risaputo, non è l'Assessorato della sanità che governa i lavori, ma è l'Assessorato dei lavori pubblici che ha mandato per fare questo, su questo vi è un completo accordo e un continuo confronto; purtroppo, non sempre le nostre iniziative riescono a sortire l'effetto voluto.
Qui ho tutto un elenco di lettere, ho visitato più volte la Psichiatria e mi sono stupito del fatto che il reparto fosse tutto finito, ma non ancora in funzione. Abbiamo scritto diverse lettere, in questa di febbraio dell'ingegnere collaudatore si dice: "In riscontro alla vostra, vi evidenzio che, per quanto riguarda i collaudi tecnici, allo stato attuale, risultano effettuati i collaudi dell'impianto a gas, dell'impianto antincendio e dell'impianto idrico; per quanto attiene invece il collaudo degli impianti elettrico e speciali, vi ribadisco che, allo stato attuale, detti impianti non sono collaudabili". Le potrei far vedere le lettere di risposta alle lettere che ho inviato ai Lavori pubblici, l'ultima è del 13 febbraio 2004, in cui i Lavori pubblici scrivono al collaudatore, alla ditta, al Direttore dei lavori e a me dicendo: "Facendo seguito alle ripetute sollecitazioni pervenute allo scrivente Assessorato, in particolare quella del 9 febbraio a firma dell'Assessore alla sanità, si ordina di assumere con la massima sollecitudine, ognuno per quanto di competenza, i provvedimenti necessari al fine di concludere le operazioni di collaudo derivanti dai lavori di ristrutturazione dei locali della Psichiatria...", poi dice: "… affinché la struttura sia garantita all'ASL della Valle d'Aosta entro e non oltre il mese di aprile 2004…", termina dicendo: "… gli eventuali ritardi saranno motivo di applicazione delle penali e sanzioni connesse agli adempimenti contrattuali".
Ci troviamo, purtroppo, di fronte a una direzione lavori con dei ritardi che sono indipendenti dalla nostra volontà e che, nonostante tutte le nostre sollecitazioni, direi quasi mensili, non sono ancora arrivati ad una risoluzione. Con questo però non vuol dire che non si sta facendo nulla per la Psichiatria e per il Dipartimento di salute mentale, come ho già detto lo scorso Consiglio e come ribadisco volentieri adesso… cioè come vi sia una progettualità che è partita da una ristrutturazione di tutto il Dipartimento di salute mentale, riformulando un'organizzazione dello stesso, da cui derivano tutte le altre funzioni.
Per non ripetere tutte le strutture in prossima apertura - e, fra l'altro, quella di Donnas è previsto che entri in funzione nel giugno di quest'anno -, vorrei dire come è in fase di espletamento una gara di appalto - la scadenza per la presentazione delle offerte è il 4 marzo 2004 - per l'affido di un servizio territoriale psico-socio-educativo per utenti con problematiche psichiatriche, il cui intento è rispondere all'esigenza di dare una risposta innovativa non solo di tipo assistenziale agli interventi rivolti agli utenti, recuperando e rinforzando le risorse presenti nel nucleo familiare. La moderna psichiatria, come si è evinto dal convegno di Pollein, non prevede solo delle strutture di ricovero, ma un'assistenza territoriale di tipo psico-socio-educativa di aiuto alle famiglie che stiamo mettendo in atto. Questa mi sembra sia la grande novità, in accordo con le associazioni familiari, e la grande possibilità della psichiatria in Valle.
L'inserimento lavorativo dei soggetti psichiatrici - l'ultimo punto -, è una cosa non facile da affrontare e su cui a tutti i livelli stiamo lavorando molto. Il problema di trovare lavoro non riguarda solo la persona disabile psichiatrica, ma soprattutto la persona disabile. Come è risaputo, l'ammortizzatore sociale, che era costituito dalle assunzioni in amministrazioni regionali, per una diminuzione della percentuale prevista dalla legge, è ormai saturato di molto, per cui per diversi anni non si potrà pensare - a meno che non si cambino le percentuali - all'assunzione in amministrazioni regionali o comunali. A fronte di questo, il problema dell'assunzione di una persona disabile diventa uno dei più grossi problemi della Valle d'Aosta e ne abbiamo parlato spesso in Giunta, ne stiamo parlando adesso che è in studio il Piano delle politiche del lavoro. Per il malato psichiatrico è chiaro che il problema è ancora più grave, perché tale ammalato non assicura una continuità di lavoro, per cui bisogna pensare a "strutture" agili e temporanee. Come ha potuto ascoltare, a Pollein avevamo invitato una cooperativa piemontese che ha esperienza su questo e che ci ha suggerito qualcosa; abbiamo portato a termine il progetto "Copernico", che era uno studio con lo scopo di costituire corsi riabilitativi in tale materia; sono stato a Milano la scorsa settimana alla Fondazione dell'Associazione ASPI, che ha come scopo quello di agevolare la disabilità con la tecnologia, una grossa realtà nata dall'IBM che si occupa di queste fasce di disabilità. Abbiamo messo in piedi tutto un progetto su laboratori occupazionali, che può essere un'opportunità per malati di questo tipo; penso che per il dicembre di quest'anno un laboratorio occupazionale di pasticceria potrebbe già essere attivo e questo, per il disabile fisico, ma soprattutto per il disabile psichico, perché prevede delle occupazioni temporanee, può essere una grossa realtà. Certo che su questo, che è un problema molto grave, non è facile trovare una soluzione, soprattutto in un momento in cui la nostra imprenditoria non è molto rilevante. Siamo disponibili ad esaminare progetti seri presentati da chiunque e a confrontarci su quanto di positivo su questo argomento ci verrà fornito.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ringrazio l'Assessore per la risposta esaustiva che ha dato.
Abbiamo voluto in questa interrogazione sottolineare due aspetti, prescindendo da tutto quell'insieme di organizzazioni di servizi sia residenziali, sia non residenziali che si intendono attivare sul territorio. A noi è sembrato che in questo momento vi siano due problemi a cui non si è prestata abbastanza attenzione nell'organizzazione complessiva del Dipartimento di salute mentale. Il primo riguarda il Reparto di Psichiatria, perché vede, Assessore, ho sentito tutto l'elenco dei problemi, ma la mia attenzione è rivolta alle persone che, per esempio, sono costrette in spazi molto ristretti, penso a coloro che accedono per cure giornaliere - day hospital -, per cui tutta l'opera di socializzazione e di relazione, che, come abbiamo sentito al convegno, è alla base di una prevenzione e di un inizio di cammino di uscita dalla malattia, tutto quel lavoro così importante non è possibile farlo. Tre anni fa ero andata a vedere e mi avevano fatto vedere i lavori e i possibili spazi e, quando qualcuno mi veniva a dire: "ma lì il day hospital è ristretto", io dicevo: "ma no, ricordo nel progetto il grande spazio che è stato riservato a queste persone"; invece no, sono andata a verificare e l'unico spazio per la socializzazione è lo stesso spazio che serve per prendere i pasti. Quindi non vi è un ambito - al di là della buona volontà degli operatori, che do per scontata -, non vi sono le condizioni per la socializzazione, perché uno dei fattori più importanti per far uscire queste persone dall'isolamento, dallo smarrimento, dall'impotenza che hanno di fronte alla propria malattia, uno di questi strumenti più importanti lì non è possibile realizzarlo. Per questo ho voluto sottolineare in particolare quest'aspetto. Lei parla di un Libro nero in cui annotare le situazioni critiche, come questa. Le sembra credibile che in un reparto nuovo alcuni impianti non siano collaudabili? Vuol dire che dobbiamo rifare ex novo gli impianti? Mi sono stupita e spaventata quando ho sentito che vi sono alcuni impianti che non sono collaudabili. Vuol dire che sono fatti male e che bisogna rifarli? È drammatica la cosa, per le conseguenze che ha sulle persone. In questo senso sollecito la sua attenzione su questo problema, perché non si può far pagare a decine di persone, con la loro sofferenza e il loro disagio, gli incidenti di percorso di ditte appaltatrici o subappaltatrici e qui non le faccio un discorso del vecchio e del nuovo, lo ha già fatto lei, è più che sufficiente.
Rispetto al lavoro, il tempo forse è troppo poco, per poterlo approfondire: avremo tempo e modo di parlarne. Ma forse sarebbe opportuno che lei provasse ad attivare un tavolo di lavoro di confronto tra tutti i soggetti interessati, perché lei avrà capito che sia i pazienti, sia le famiglie si trovano impotenti di fronte a tutta una serie di leggi, di regolamenti, di norme, di percorsi obbligati, che non capiscono. Siamo arrivati all'assurdo che giovani donne laureate per poter lavorare sono state assunte come operaio, come uno stradino che pulisce i tombini. Lei capisce che se siamo arrivati a queste conseguenze, è perché le stesse possibilità di lavoro non sono così chiaramente delineate.