Oggetto del Consiglio n. 404 del 11 febbraio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 404/XII - Reiezione della proposta di legge: "Riduzione delle indennità e della diaria dei consiglieri regionali. Sostegno alla comunicazione politica".
CAPO I
PRINCIPI
Articolo 1
(Politica come servizio alla comunità)
1. La Regione sostiene finanziariamente l'impegno politico inteso come servizio alla collettività; garantisce agli eletti in Consiglio regionale ed ai membri della Giunta regionale le risorse necessarie per l'espletamento del loro mandato; rifiuta una concezione della politica come mezzo di arricchimento finanziario personale.
CAPO II
RIDUZIONE DELLE INDENNITÀ E DELLA DIARIA DEI CONSIGLIERI
Articolo 2
(Riduzione dell'indennità di carica)
1. Il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 21 agosto 1995, n. 33 (Norme sulle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta e sulla previdenza dei consiglieri regionali), è sostituito dal seguente:
"1. L'indennità mensile di carica dei consiglieri regionali è stabilita nella misura del 50 per cento dell'indennità mensile lorda di carica percepita dai componenti della Camera dei Deputati.".
2. Il comma 2 dell'articolo 2 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:
"2. Le variazioni dell'indennità di carica percepita dai componenti della Camera dei Deputati determinano una variazione proporzionale delle indennità dei consiglieri regionali ad essa ragguagliate. L'ammontare della variazione è accertato con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.".
Articolo 3
(Riduzione dell'indennità di funzione)
1. Il comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:
"1. Ai consiglieri regionali che svolgono particolari funzioni compete, in aggiunta alla indennità prevista all'articolo 2, un'indennità di funzione commisurata alle seguenti percentuali dell'indennità mensile lorda percepita dai membri della Camera dei Deputati:
a) al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Regione: indennità di funzione pari al 55 per cento;
b) ai componenti della Giunta regionale: indennità di funzione pari al 30 per cento;
c) ai vicepresidenti del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 10 per cento;
d) ai Presidenti delle Commissioni consiliari, istituite a norma dello Statuto e del Regolamento interno del Consiglio regionale, nonché ai segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 5 per cento.".
Articolo 4
(Riduzione della diaria)
L'articolo 6 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:
"Articolo 6
(Diaria mensile)
1. L'ammontare della diaria mensile spettante ai consiglieri, senza distinzione di carica, per spese inerenti all'espletamento del mandato, è determinato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio, sulla base di quindici giorni di presenza per ogni mese, in misura comunque non superiore al 70 per cento di quella spettante ai membri del Parlamento.".
CAPO III
SOSTEGNO ALLA COMUNICAZIONE POLITICA
Articolo 5
(Sostegno pubblico alla comunicazione politica)
1. I partiti e i movimenti politici operanti in Valle d'Aosta, nonché i comitati promotori di referendum popolari a livello regionale, hanno diritto ad adeguati spazi e strumenti di comunicazione. A tal fine la Regione, interviene finanziariamente nelle seguenti misure:
a) copertura delle spese eventualmente sostenute per l'utilizzo di sale pubbliche per iniziative pubbliche;
b) copertura del 50% delle spese sostenute per sale o spazi di proprietà privata per iniziative pubbliche;
c) copertura del 70% delle spese sostenute per affissioni di manifesti e per spedizioni postali.
2. La Regione garantisce, inoltre, tramite apposite convenzioni con le principali radio e televisioni operanti a livello locale, adeguati e gratuiti spazi di confronto fra le forze politiche sui principali temi politici regionali.
Articolo 6
(Regolamento attuativo)
1. La Giunta regionale, sentito il parere della commissione consiliare competente in materia di affari generali, approva, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il regolamento attuativo delle disposizioni di cui all'articolo 5.
CAPO IV
DISPOSIZIONI FINANZIARIE
Articolo 7
(Disposizioni finanziarie)
1. I minori oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono determinati con la legge di bilancio.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Grazie, signor Presidente, anche per gli auguri precedenti.
L'articolo 25 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, riprendendo un analogo articolo della Costituzione, l'articolo 69 che recita: "I membri del Parlamento ricevono un'indennità stabilita con legge", precisa che "I consiglieri regionali ricevono un'indennità fissata con legge della Regione"; questo in base al principio democratico per cui tutti i cittadini devono poter accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza.
Nei primi anni di vita del Consiglio regionale, forse perché vi erano problemi molto gravi da risolvere, tra cui il reperimento delle risorse necessarie per governare, non si legiferò in materia. Solo nel 1971 si definì, con la legge n. 11 del 1971, l'entità delle indennità mensili, della diaria - chiamata allora "medaglia di presenza" - e dell'indennità di carica. Per la definizione del "quantum" si prese come punto di riferimento l'indennità mensile lorda spettante ai membri del Parlamento e si indicò nel 20% il rapporto tra l'indennità parlamentare e quella regionale; da allora, il Consiglio regionale ritornò periodicamente a ridefinire con leggi l'indennità dei consiglieri.
Nel 1976 (legge regionale n. 48), nel 1979 (legge regionale n. 76), nel 1980 (legge regionale n. 56) scelse come punto di riferimento lo stipendio lordo iniziale dei magistrati della Corte di Cassazione e fissò nel 30% il rapporto tra tale stipendio e l'indennità dei consiglieri regionali. Non entro nel merito delle altre modifiche che ogni legge apportò, limitandomi al solo aspetto dell'indennità. Nel 1982 (legge regionale n. 69) si ritornò a considerare come parametro di riferimento l'indennità spettante ai membri del Parlamento nazionale, definendo percentuali diverse a seconda dell'incarico svolto dall'eletto - presidente, assessore, e via dicendo - che andavano dal 40% per il consigliere al 100% per il Presidente della Giunta. Nel 1995 (legge regionale n. 33) all'interno di una ridefinizione dell'intera normativa riguardante lo "status" del consigliere, si intervenne anche sul rapporto percentuale tra l'indennità del deputato e quella del consigliere, portandola da 40% a 70%. Questo breve "excursus" storico solo per ricordare come su questo tema la riflessione è continua e periodicamente si ritorna sulle decisioni prese, per rivederle alla luce di fatti nuovi o in conseguenza ad una mutata percezione del problema.
Rispetto all'ultima legge regionale, la n. 33/1995, va registrato un fatto nuovo: l'estensione dell'indennità per la carica di amministratore anche a sindaci, presidenti di comunità montane, assessori, e via dicendo, calcolata sulla base dell'indennità di consigliere regionale. Si veda, a tal proposito, la legge regionale n. 23 del 4 settembre 2001, che determina la percentuale della soglia da non superare per il calcolo delle indennità per le diverse funzioni, soglia che si attesta: per i sindaci, sul 100% o 60% dell'indennità del consigliere regionale, a seconda della grandezza del comune; per il vicesindaco, sul 70% o 40% dell'indennità del consigliere regionale, a seconda della grandezza del comune; per gli assessori, sul 60% o 30% dell'indennità del consigliere regionale, a seconda della grandezza del comune; per i presidenti e assessori di comunità montana rispettivamente sul 60% e 30% dell'indennità del consigliere regionale; per i presidenti e componenti degli organi esecutivi delle aziende speciali e delle istituzioni rispettivamente sul 45% e 20% dell'indennità del consigliere regionale; per il presidente del "BIM" e dell'organo esecutivo delle associazioni di comuni sul 20% dell'indennità del consigliere regionale.
Basta questo elenco - che, fra l'altro, non è esaustivo - per cogliere quanto sia vasta la ricaduta dell'indennità del consigliere regionale sui 74 comuni e 8 comunità montane in termini di persone interessate, oltre che di finanze locali impegnate. Sappiamo che in molti casi l'indennità è stata calcolata su percentuali inferiori alla soglia e che, in alcuni casi, gli amministratori hanno rinunciato all'indennità per finanziare progetti ritenuti vitali per il comune, ma questo incide in misura minima sulla massa critica di risorse impegnate.
Esiste poi un secondo dato di cui tener conto, proprio in applicazione della succitata legge: si sta facendo strada una tendenza alla "professionalizzazione della politica" o, meglio, del mestiere di amministratore. Ora, che occorra riconoscere anche in termini monetari il lavoro del politico-amministratore a favore della collettività è condivisibile: che tale riconoscimento raggiunga certe cifre, è per lo meno discutibile!
Un terzo dato va infine preso in considerazione: il politico-amministratore trova la forza e la giustificazione del suo operato dal consenso dei cittadini alle sue scelte. In questo frangente storico, per motivi che sarebbe troppo lungo analizzare, è diffusa l'idea che i politici siano dei privilegiati, e questa percezione si rafforza sempre più, specie a fronte delle difficoltà che famiglie cosiddette "normali" incontrano quotidianamente per arrivare alla fine del mese. Riprendo a tal proposito un passaggio della relazione introduttiva.
"Dal giusto ed equo stipendio, indispensabile per consentire a tutti di svolgere le funzioni di consigliere regionale, si è progressivamente passati ad una situazione che configura uno "status" di privilegio con stipendi mensili sproporzionatamente più alti della stragrande maggioranza dei lavoratori valdostani". La proposta di legge ribadisce, nel Capo I, tali principi, ricordando la funzione della politica come servizio alla collettività.
Nel Capo II si interviene per modificare, al ribasso, il calcolo dell'indennità del consigliere regionale. Lo stipendio del consigliere ha 3 voci fondamentali: l'indennità di carica, uguale per tutti: attualmente è calcolata sul 70% dell'indennità del parlamentare; la legge ne propone la riduzione al 50% (si veda l'articolo 2); l'indennità di funzione, diversa a seconda della funzione svolta, che si propone di diminuire del 30% per tutte le funzioni, eccetto che per quella di presidente (si veda l'articolo 3); la diaria, uguale per tutti, calcolata ora non oltre il 100% rispetto a quella dei parlamentari; la legge propone la riduzione della soglia al 70% (si veda l'articolo 4). L'applicazione congiunta delle disposizioni di cui ai precedenti articoli 2, 3 e 4 ha come effetto di ridurre l'indennità mensile netta del consigliere di 1.273,67 euro, passando infatti dagli attuali 5.976.58 euro a 4.702,81 euro. Il risparmio complessivo annuo è di euro 647.191,11. Certo, potrebbe apparire poca cosa se raffrontata con l'intero bilancio regionale, ma si tenga conto che esso rispecchia il risparmio nel 2004 su solo 35 persone. Tuttavia, la diminuzione dell'indennità del consigliere regionale avrà ricadute significative a cascata, sulle centinaia e centinaia di amministratori di cui alla legge regionale n. 23/2001.
Il Capo III affronta la questione delle spese per la comunicazione politica. L'entità dello stipendio del consigliere regionale è spesso giustificata con il fatto che, chi più, chi meno, tutti sottraggono parte della loro indennità (dal 10% al 50%) per finanziare e sostenere l'attività politica delle rispettive formazioni politiche di appartenenza, ma questo avviene in una situazione di non trasparenza, mentre sarebbe possibile prevedere forme di sostegno alla comunicazione pubblica, come indicato nell'articolo 5: sostegno per far fronte alle spese per l'utilizzo di sale pubbliche o alle spese per l'affissione manifesti o, ancora, per utilizzare spazi a pagamento su radio e televisioni operanti a livello locale. Per tali interventi si prevede una spesa di 200.000 euro all'anno, 1/3 delle risorse risparmiate. Dei restanti 2/3, la legge non indica la destinazione: credo che vi siano risorse sufficienti, circa 800 milioni di vecchie lire, per potenziare progetti a favore delle fasce più deboli; in questo senso, tale legge non è demagogica, ma democratica.
Due annotazioni finali: un ringraziamento e un'informazione.
Ringrazio i membri della II Commissione i quali, con le loro osservazioni, hanno consentito di cogliere alcuni aspetti non sufficientemente chiari nella prima formulazione e che ho recepito nell'emendamento che propongo e che illustrerò quando sarà messo in votazione.
Un'informazione: alla Camera dei Deputati è stata depositata, a settembre 2003, una legge a firma di Parlamentari "DS", "Verdi", "Comunisti Italiani" che propone, a livello parlamentare, la stessa logica di maggior trasparenza e minori privilegi cui tende la nostra proposta di legge.
Président - Je déclare ouvert le débat.
La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Per sottolineare alcuni elementi, anche di forte segno politico, che ha questa proposta di legge, peraltro già bene indicati dalla relazione della Consigliera Squarzino.
Pensiamo che questa proposta di legge colga un problema reale esistente: uno stipendio di 6.000 euro netti in busta al mese per i consiglieri regionali è uno stipendio eccessivo. È un eccesso, va al di là di quello che abbiamo definito "un giusto ed equo stipendio", che riteniamo ci debba essere, ma fa sì che spesso i consiglieri regionali siano considerati dei privilegiati, soprattutto sotto l'aspetto finanziario. Questa critica dell'opinione pubblica e dei cittadini si rivolge in primo luogo a noi, in quanto pubblici amministratori e consiglieri, ma poi ha delle ricadute rispetto al modo complessivo di valutare la vita politica e l'impegno politico e, sicuramente, tale giudizio critico sui consiglieri, che "si danno degli stipendi troppo alti", contribuisce a favorire questa crisi rispetto alla percezione del ruolo della politica intesa come arte nobile, come impegno per una migliore organizzazione della società.
Del resto, la nostra situazione non è anomala, siamo ben inseriti nel sistema italiano, però dobbiamo renderci conto che il sistema italiano è un sistema anomalo in Europa, perché generalmente gli stipendi dei nostri parlamentari e dei consiglieri regionali in Italia sono mediamente molto più elevati di quelli che abbiamo nei Paesi limitrofi, in altri Stati europei: questo è sicuramente un elemento che dobbiamo tenere presente.
A noi sembra che questo livello di stipendio sia un eccesso, è in contrasto anche in modo molto evidente con il principio di sobrietà, che sempre affermiamo e dovrebbe caratterizzare la pubblica amministrazione; lo diciamo più volte, però poi quando si tratta di operare nel concreto spesso si dimentica! È un eccesso che ricade pesantemente su tutta la pubblica amministrazione, perché il problema non riguarda solo gli stipendi dei consiglieri regionali: a questi stipendi sono agganciati gli stipendi dei consiglieri comunali, degli amministratori delle comunità montane, di molti amministratori di società pubbliche o partecipate da capitale pubblico. È un sistema "a catena", che coinvolge un migliaio di persone in Valle d'Aosta e il costo complessivo sulla pubblica amministrazione è molto elevato e dà un riflesso di aggravio dei costi pubblici notevole: questo è un altro elemento che dovremo tenere ben presente.
Citato questo lato della medaglia, ve ne è poi anche un altro, quello che abbiamo voluto affrontare con la proposta di legge: mentre c'è un eccesso di stipendio rivolto ai consiglieri, abbiamo poi una carenza notevole degli strumenti e dei servizi per la comunicazione politica; anche in questo siamo diversi da altri Paesi, perché da noi mancano molto questi servizi per favorire la vita politica intesa non solo a livello istituzionale, ma nella vita quotidiana, l'impegno politico. Chi di noi fa politica e vive le vite dei partiti, delle associazioni e dei movimenti, sa quanto è difficile a volte riuscire a trovare una sala per riunioni, quanto costano queste cose, quanto è difficile organizzare tali iniziative e quanto costose sono; sa quanto costa pubblicare un giornale, diffonderlo, stamparlo, trasmetterlo, farlo arrivare alle persone; sa le difficoltà che vi sono ad accedere ai mezzi di comunicazione di massa, in particolare alla televisione, se non pagando delle cifre molto alte per chi ha la possibilità di pagare queste cifre! C'è quindi un problema di democrazia, di strumenti di partecipazione, di strumenti per fare politica dal basso.
La nostra proposta di legge vuole intervenire proprio su questa contraddizione. Il discorso è molto semplice, noi diciamo: "diamo un po' meno ai consiglieri regionali, ma aiutiamo un po' di più, in modo sostanzioso, la comunicazione politica, discorso che a noi sembra ineccepibile, perché poi è vero quello che si diceva, a questa contraddizione si cerca di ovviare con il fatto che ogni consigliere versa una quota della propria indennità al partito di appartenenza! Questo avviene in percentuali molto diversificate, in un modo che non è trasparente, che non funziona, perché fra l'altro fa sì che siano agevolati solo i partiti aventi una rappresentanza in Consiglio regionale e fa sì che i consiglieri regionali diventino, in un certo senso, determinanti rispetto alla sopravvivenza finanziaria delle forze politiche, quindi alimenta un sistema politico distorto rispetto all'organizzazione politica. È così che abbiamo voluto intervenire con questa proposta di legge.
Abbiamo presentato una proposta che ci sembra essere, da una parte, prudente, perché non abbiamo messo in discussione tutto il sistema su cui si regge la legislazione regionale in materia di indennità di carica, di funzioni; abbiamo fatto una proposta che va a ridurre alcune indennità con una percentuale di circa il 30%, senza andare a mettere in discussione tutto il sistema, perché si può anche fare quello ovviamente, però - ci rendiamo conto - sarebbe un passo che richiederebbe una riflessione ancora più ampia. Riteniamo perciò di aver fatto una proposta prudente e sostenibile, nel senso che non mette sul lastrico nessuno; dall'altra parte, a noi sembra di aver fatto anche una proposta coraggiosa: guardate, il Consiglio regionale della Valle d'Aosta si deve porre la problematica della comunicazione politica, altrimenti ci nascondiamo dietro un dito e ignoriamo una questione reale.
Noi non crediamo di aver dato la ricetta esaustiva e migliore di tutte; abbiamo fatto una proposta: destinare una quota che abbiamo quantificato anche in quei 200.000 euro, che ci sembra già significativa per sostenere quella che chiamiamo "la comunicazione politica". Ci rendiamo conto che può essere integrata, modificata; è una proposta che indica una strada da cui non dobbiamo nasconderci, perché in questa materia abbiamo competenza primaria come in tante altre materie, quindi dobbiamo intervenire se non vogliamo che rimanga tutto come adesso, in una situazione confusa, poco trasparente, vischiosa, in cui poi paga chi non ha risultati, chi poi fa la vera politica, quella nobile!
A noi sembra che questa proposta non debba essere lasciata cadere così, con un clima di indifferenza o di contrapposizione, per principio; è una proposta aperta, ci rendiamo conto che pone dei problemi, anche notevoli, che va a toccare degli equilibri di un certo tipo; non l'abbiamo posta dicendo che non avremmo accettato modifiche, però vorremmo che su tale problematica vi fosse una riflessione seria, con proposte integrative o alternative.
Non è la prima volta che discutiamo di detti temi in questa legislatura, perché nelle prime riunioni di questo Consiglio avevamo già portato tale questione con un paio di mozioni che abbiamo discusso in questa sede, quando si trattò di valutare l'opportunità o meno di procedere all'applicazione dell'aumento dell'indennità di carica, adeguandosi all'aumento che era stato fatto a Roma, in sede di Parlamento. Ricordo bene, in quell'occasione ci venne fatta una critica puntuale, si disse: "va bene, il problema esiste, però non è questo il momento di affrontarlo, potremo affrontarlo quando e se ci sarà una proposta di legge che giungerà in Consiglio e al cui interno potremo andare a rimeditare e valutare tutto quanto; adesso non possiamo andare a modificare un meccanismo previsto dalla normativa". È anche per questo che abbiamo presentato una proposta e abbiamo lasciato tutto il tempo necessario affinché maturassero altre proposte; in commissione abbiamo accettato anche una proroga di ulteriori 30 giorni perché vi fosse tutto il tempo.
Oggi ci auguriamo che vi siano delle proposte integrative o alternative alla nostra proposta di legge, e non una semplice opposizione senza proporre alcunché su temi che, secondo noi, sono molto reali!
Président - La parole au Conseiller Borre.
Borre (UV) - Mi dispiace, dovrò deludere il Consigliere Riccarand, perché senz'altro non porterò degli emendamenti o una soluzione alternativa; questo è un argomento sul quale non è certo simpatico dover intervenire - basta guardarsi intorno? -, perché si presta alla demagogia e alla strumentalizzazione, perché è un intervento che potrà sempre essere letto in difesa di privilegi anziché come un chiarimento sull'indennità a persone che ricoprono un ruolo di prestigio, ma anche di grande responsabilità, nei confronti di chi li ha eletti.
Non voglio ripetere quanto ho già detto su come la penso riguardo alla congruenza, alla correttezza e anche alla moralità delle nostre indennità. Voglio solo aggiungere, a tal proposito, che la professionalizzazione della politica non passa per l'indennità, passa per la permanenza di più legislature in Consiglio. C'è gente che dalla culla fino alla? quindi è chiaro che quella diventa professionalizzazione: questo è un momento che il nostro movimento ha saputo cogliere, ha posto un limite ai mandati.
Confrontare le indennità degli eletti con gli stipendi della stragrande maggioranza dei lavoratori valdostani è ancora una volta un metodo scorretto, di basso taglio; il raffronto deve essere fatto fra i consiglieri regionali e provinciali delle regioni italiane e anche con altre amministrazioni europee, con altre professioni sul mercato. Non va dimenticata la nostra prerogativa di regione a statuto speciale, che ci vede Assemblea legislativa con un grande numero di competenze e anche compiti e responsabilità che sono aumentate per i sindaci e gli amministratori degli enti locali. Se vogliamo veramente colpire l'attenzione della gente, dobbiamo risalire alla fonte della nostra indennità; in parte l'ha fatto la Consigliera Squarzino, quindi si dovrebbe anche avere il coraggio di partire dai giudici della Corte di Cassazione in giù, per arrivare a noi!
Venendo alla proposta di legge, mi fa piacere che la Consigliera abbia ringraziato la II Commissione, in effetti vedo qui gli emendamenti, ma la II Commissione ha bocciato la proposta di legge in commissione, in cui vi è stato un solo favorevole (il proponente) un astenuto (un membro dell'opposizione): una bocciatura che è frutto di un corretto ragionamento, la proposta di legge non farà risparmiare molto all'Amministrazione regionale!
La proposta vuole ridurre l'indennità dei consiglieri regionali per giustificare un altro obiettivo: infatti, nella sostanza, con l'articolo 5 la legge prevede il sostegno pubblico alla comunicazione politica, spese per movimenti e partiti politici nonché per comitati di referendum popolari fino ad una copertura del 50% e una copertura del 70% per affissioni e spedizioni postali. Sono convinto che tutti noi, qui, possiamo capire il quantitativo di spesa che comporta questo articolo e sono altrettanto convinto che, anche coloro che sono al di fuori di quest'aula, saranno in grado di capire la portata e la finalità di questa legge! Ringrazio per il modo pacato con cui sia la Consigliera Squarzino che il Consigliere Riccarand hanno voluto esporci di nuovo questo loro pensiero, perché - lo devo dire! - è un pensiero che continua ad essere portato in quest'aula dalla campagna elettorale ad oggi!
Noi riteniamo, come ho già detto, di ricoprire un incarico che non ha da essere messo alla gogna, quindi nessuna paura per l'indennità che riceviamo; è però importante che, a fronte di questa indennità, ognuno di noi faccia il proprio lavoro all'interno del Consiglio e sul territorio, la gente si aspetta questo da noi; non cerca di diminuire l'indennità obbligandoci a dover lavorare anche all'esterno di quest'aula, prestando meno impegno all'interno dell'aula stessa, oppure di limitare la partecipazione solo a coloro che hanno dei lavori o sono già in pensione e quindi possono sedere ed accumulare il reddito all'interno di questa aula!
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Condivido sostanzialmente il giudizio espresso dal Capogruppo dell'Union Valdôtaine, però mi piaceva aggiungere alcune considerazioni più ampie per arricchire - spero - il dibattito, facendo anche qualche paragone più preciso di quanto non sia stato fatto in modo populista dai presentatori del disegno di legge.
Intanto bisogna ricordarsi quella che è la situazione delle altre regioni italiane: la stragrande maggioranza delle regioni italiane riconoscono ai propri consiglieri regionali un'indennità del 70%, così come è fatta dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, e qui non voglio entrare nei meriti e nelle competenze che ha la Regione Valle d'Aosta rispetto alle altre regioni. Dico semplicemente che più della metà delle regioni italiane riconosce questo livello di indennità; le altre, a parte una che è al 65%, hanno tutte percentuali molto maggiori, 75-80% e perfino il 100%, la Regione autonoma della Sicilia.
Esistono molti sistemi, si è citato che in tutto il mondo, non si sa dove, ci sono prebende meno significative; credo che al Consigliere Riccarand e alla Consigliera Squarzino farebbe piacere far parte di un consiglio regionale della Gran Bretagna, perché nel sistema politico inglese il finanziamento pubblico ai partiti e le prebende ai rappresentanti vengono date soltanto ai rappresentanti dell'opposizione, mentre quelli della maggioranza non prendono neanche un soldo. Ogni Paese ha quindi il suo sistema politico, ha il suo sistema di finanziamento, e fare di tutta un'erba un fascio è il modo meno pregevole di riuscire a trovare una posizione comune, che renda dignità a questo Consiglio senza penalizzare o colpevolizzare nessuno.
Vorrei affrontare 2 temi in particolare, che mi interessano: il primo, è quello della professionalizzazione della politica. Io sono per fare nomi e cognomi, non sono così "sopra le righe" dal punto di vista della qualità del discorso come ha fatto il Consigliere Borre. Credo che darci lezioni di professionalizzazione della politica da chi è entrato per la prima volta in Consiglio regionale nel 1978, 26 anni fa, e che da allora ha sempre fatto il politico - anche se non sempre è riuscito ad entrare in Consiglio regionale, ma ci ha sempre provato - credo sia qualcosa di irritante, perché vuol dire - come giustamente diceva il Consigliere Borre - che la professionalizzazione della politica non è legata alla prebenda, ma a qualcos'altro. Noi abbiamo 2 mandati, non 3, Consigliere Borre; abbiamo un'eccezione quando ci sono situazioni particolari, come per esempio la possibilità di essere in Giunta, e credo che questo sia quello che vogliono i cittadini: il ricambio. Allora, se vogliamo fare una lotta alla professionalizzazione della politica, credo che bisogna cominciare a capire il ricambio e non trovarsi di fronte a chi, teorizzando per esempio la rotazione in Consiglio regionale, poi un giorno che fu eletto nel 1988 si dimenticò di fare quella rotazione a metà della legislatura, ma queste sono cose del passato!
Un altro punto che bisogna aver presente è questo atteggiamento ambivalente sul problema della comunicazione. Credo che finanziare i partiti sia un modo corretto e dignitoso di rispettare l'articolo 49 della Costituzione italiana, che indica nei partiti lo strumento democratico principe con cui il popolo può esprimere le proprie convinzioni politiche. Dire che poi questo finanziamento deve essere indirizzato o si deve favorire la presenza in tivù e radio, quando proprio sui mezzi di comunicazione dai banchi dell'opposizione viene spesso e volentieri una vergognosa campagna nel momento in cui qualcuno della maggioranza appare su quegli stessi mezzi di comunicazione, rende più chiaro qual è il problema! Il problema è che forse non hanno la stessa visibilità sui giornali e questo gli dà molto fastidio; io credo che la visibilità non porti bene a nessuno, ma porti bene quello di lavorare per il nostro Consiglio Valle, per la nostra regione e per fare il nostro dovere di eletti. Penso che questo sia quello che ci chiede la gente: l'efficienza.
Mi chiedo allora se non dobbiamo, per dare più forza e credibilità anche ai soldi che portiamo a casa, avere un atteggiamento diverso in questo Consiglio: quando questo Consiglio si trova di fronte a difficoltà dal punto di vista regolamentare, vedere anche nei consiglieri di opposizione che presentano queste proposte di legge, la stessa determinazione per arrivare a un regolamento che renda più dignità a questo Consiglio e non ritrovarsi, come ci siamo ritrovati nel caso del bilancio, ad utilizzare in modo strenuo i cavilli di un regolamento per bloccare l'attività del Consiglio regionale! C'è un bisogno di chiarezza.
Queste proposte di legge, poste così in modo strumentale, senza una volontà di confronto con le altre forze politiche, a di là delle professioni di ringraziamento della II Commissione, non aiutano il dialogo fra maggioranza e opposizione, perché noi siamo assolutamente convinti dell'esistenza di alcune questioni che devono essere messe a posto su questo sistema - è stato più volte ricordato anche in questa sede -, vale a dire che una parte del finanziamento ricevuto dai consiglieri regionali va a sostenere l'attività dei partiti e l'attività delle organizzazioni politiche partecipanti a queste elezioni regionali e che portano all'elezione dei consiglieri regionali. Questo è un problema vero e deve essere affrontato.
Ritengo altresì che debba essere visto il problema di un controllo, di una trasparenza: quando i cittadini valdostani, una decina di anni fa, si erano espressi contro il finanziamento pubblico ai partiti, tenendo conto anche del periodo storico in cui eravamo, certamente indicavano la volontà di una maggiore chiarezza e trasparenza; per cui, ad esempio, bisogna prendere atto che a livello nazionale i rimborsi elettorali - di cui credo molti dei partiti qui rappresentati stanno ottenendo benefici - richiedono la presentazione di bilanci certificati. Credo che questa sia la chiarezza che la gente vuole, perché tutti credono nella politica, tutti credono che i partiti debbano esistere, che gli amministratori debbano fare il loro compito, che ci debbano essere i finanziamenti, ma questo non deve essere coperto da mancanza di chiarezza e neppure deve esserci il tentativo di strumentalizzare!
Per queste motivazioni non crediamo che questa legge debba andare più avanti di qua e penso che ai consiglieri proponenti si possa chiedere di tornare ad un confronto con le altre forze politiche, smettendo di cercare di fare banalmente i primi della classe, ma cercando di contribuire, anche loro, al benessere della nostra regione!
Président - S'il n'y a pas d'autres collègues qui souhaitent intervenir, je ferme la discussion générale.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ho cercato di dire tutto quello che avevo da dire nella relazione, però vorrei rispondere all'ultima osservazione fatta dal collega Sandri, che ha insistito sull'assenza di volontà di confronto da parte nostra.
Ho ringraziato la commissione proprio perché si è fatto un lavoro, si è discusso, tant'è vero che c'era da parte di alcuni membri della commissione la presentazione di una serie di problemi. Da parte mia, ho fatto una proposta molto chiara, ho detto alla commissione: "sentite, noi non abbiamo la verità in tasca su questo problema, siamo disposti, nel momento in cui la legge arriva in aula per decorrenza di termini, a chiedere all'aula di riportarla in commissione per riformulare un testo nuovo condiviso". La commissione mi ha risposto di no; per cui, a questo punto, la volontà di confronto, la volontà di porre un problema e di cercare in commissione una risposta, da parte mia è chiaramente venuta, ma c'è stato un diniego e questo mi spiace veramente, perché il nostro intento era proprio quello di affrontare una questione e di affrontarla insieme agli altri!
Président - La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) -Con un breve intervento voglio manifestare la mia delusione per le argomentazioni utilizzate dai nostri interlocutori; peraltro, mi dispiace anche non vederli presenti nel momento in cui si cerca di rispondere alle loro argomentazioni, perché mi sembrerebbe più corretto, dal momento che siamo stati ad ascoltare attentamente sia il Consigliere Borre, sia il Consigliere Sandri, che gli stessi fossero presenti ad ascoltare le nostre contro osservazioni, anche se capisco che c'è gente che è molto impegnata, mentre noi, "professionisti della politica", stiamo qui a sentire tutti!
Rispetto alle argomentazioni utilizzate dal Consigliere Borre, il quale ha fatto una difesa? vi ringrazio per la presenza, perché avevo lamentato di dover interloquire con assenti? dicevo, il Consigliere Borre ha fatto un riferimento che già in altra occasione ho avuto modo di contestare. Premettendo che ho apprezzato il tono pacato delle sue argomentazioni, non accetto, caro Consigliere Borre, il teorema: "prestigio della carica, impegno della carica, responsabilità della carica, uguale tanti soldi"! È un'equazione che non mi convince, e mi convince ancora di meno dopo che ho appreso, a seguito dell'indagine storica fatta dalla Consigliera Squarzino, quello che è successo nella storia di questa regione: se non ho capito male, fino al 1971 non c'era alcuna indennità!
Ora non mi sembra che i consiglieri, i presidenti del Consiglio, i presidenti della Giunta, gli assessori di quell'epoca assolvessero il loro compito con minore dignità di quanto non lo assolviamo noi; qualche volta avrei piuttosto l'intenzione di sostenere il contrario: forse erano più disinteressati, forse c'era meno "attaccamento alla poltrona", forse facevano le cose più per passione. Non c'erano tanti soldi allora, come ci ricordò quando festeggiammo il 50° anniversario della prima riunione del Consiglio regionale il vecchio Consigliere Valleise, e si riferiva proprio alle nostre indennità, non solo alle disponibilità finanziarie. L'associare - anche il Consigliere Borre credo possa essere d'accordo - la dignità di un lavoro in un'istituzione con i soldi è una equazione che, ripeto, non ci convince. Noi lo abbiamo già ribadito, non stiamo proponendo una rivoluzione che azzera le indennità, perché non siamo d'accordo neppure su questo. Pensiamo anche noi che sia giusto che i consiglieri possano, in tutta libertà, svolgere il proprio mandato, utilizzando tutto il tempo necessario e avendo una giusta retribuzione per quello che fanno.
Secondo noi è tuttavia necessaria un'inversione di tendenza, perché su questo tema si sta esagerando. Poco mi importa che si stia esagerando - come ci ha ricordato il Consigliere Sandri - in tutte le altre regioni, forse anche in qualche regione d'Europa, non è questo il punto! Il punto è che si sta esagerando, e basta. Perché sarà pur vero che, venendo alla Valle d'Aosta, il 70% dell'indennità parlamentare è una retribuzione media rispetto a tutti i consiglieri regionali, ma noi abbiamo un'anomalia tutta nostra che non possiamo nasconderci: quella del meccanismo che viene mutuato a tutte le amministrazioni comunali e alle comunità montane, e questo non c'è da nessuna parte d'Italia, in questa misura! Posso anche condividere, in linea di principio, che la professionalizzazione della politica è data anche dalla durata dei mandati, ma non solo. È data da due fattori: dalla durata dei mandati e dal denaro che viene pagato, almeno questi due fattori devono essere messi sullo stesso piano, non possiamo dire uno piuttosto che l'altro!
Il Consigliere Borre ricordava, giustamente, che il primo movimento a percepire tale problema forse è stato "Union Valdôtaine", credo per altri motivi piuttosto che quelli della professionalizzazione, ma facciamo finta di vedere il bicchiere mezzo pieno e diciamo "bravo!" al movimento "Union Valdôtaine" che ha messo nel proprio statuto il limite dei 3 mandati! Il Consigliere Sandri ricordava che anche il suo movimento ha questa cosa, ma l'abbiamo anche noi nel nostro statuto, ormai è una cosa che si va diffondendo! Questo è importante perché se si è fatto riferimento a un fattore della professionalizzazione della politica e si è cercato di porre rimedio interno già a partire dalle forze politiche, non si capisce perché non si possa affrontare lo stesso problema sull'altro fronte, quello dell'indennità, che riteniamo esagerata! È più difficile, anche perché c'è il fatto dei contributi che ciascuno di noi dà ai partiti.
Io vorrò poi fare - devo prima studiarmela - una proposta, perché anche su questo c'è molta confusione; sembra che qui si contribuisca tutti allo stesso modo, che tutti i consiglieri finanzino i propri movimenti allo stesso modo, mentre sappiamo tutti che non è assolutamente vero, quindi sarebbe interessante che ognuno, a fine anno, come deposita la dichiarazione dei redditi, depositasse un'autodichiarazione - questa è la proposta che mi riservo di studiare meglio - in cui si dice che il consigliere al proprio movimento ha dato tanto, durante il 2002-2003-2004?
(proteste in Consiglio)
? ma figuriamoci! Se ogni tanto qualcuno, invece che interrompere, ascoltasse, forse eviterebbe di fare brutte figure! Sto parlando di un'autodichiarazione "ad hoc" rispetto a tale problematica, che finora non esiste assolutamente? non ho detto se c'è la "ricevuta", me ne infischio se c'è la "ricevuta", è che gli organi di stampa e l'opinione pubblica non sanno qual è l'importo della tua "ricevuta" o della mia! È vero che quella "ricevuta" serve per la dichiarazione dei redditi e per altre cose, ma io propongo un'autodichiarazione, in cui ciascun Consigliere dica quanto effettivamente versa al movimento; se, poi, c'è qualcuno che già lo fa, ce lo dica, perché non lo sapevamo che lo facesse!
Devo dire la verità, mi ha messo un certo imbarazzo, per i toni, l'intervento del "diessino" Sandri. Può darsi che il Consigliere Sandri su questo punto abbia un nervo scoperto, può darsi che sia irritato perché in Parlamento, ma anche in qualche regione, sono i suoi stessi compagni di partito a proporre le cose che proponiamo noi, e soprattutto è stata una "caduta di stile" quella di metterla sul piano personale, ricordando di mancate rotazioni a chi le rotazioni le ha fatte due volte in questo Consiglio e, se non ricordo male, una volta anche a favore del Consigliere Sandri!
Questo modo di personalizzare l'argomento denota una difficoltà, che è tutta politica. Qual è? Lo hanno già ricordato i miei colleghi: quando siamo venuti in aula con le mozioni, con le quali chiedevamo di "stoppare" l'aumento della diaria, ci è stato detto che facevamo "demagogia", e noi questo lo avevamo già messo in conto! Poi ci è stato detto che non era con una mozione che si poteva affrontare questo problema, che occorreva affrontarlo con una legge, riprendendo tutto il discorso, confrontandosi, discutendo. Noi abbiamo allora preso la palla al balzo: ma che bravi, come sono costruttivi, come ci invitano ad andare avanti a discutere, proponiamo un disegno di legge! Mi ricordo che questo invito era venuto dallo stesso Consigliere Sandri, era venuto dal Consigliere Salzone, e allora noi abbiamo fatto e depositato la proposta di legge, abbiamo lasciato il tempo per discutere, abbiamo consentito ad un rinvio dei tempi in commissione.
Arriviamo ad oggi e le proposte? Noi vogliamo confrontarci? ma con che cosa, con chi, quali sono le proposte alternative? È questo che contesto al Consigliere Sandri: ha girato su vari argomenti andando spesso fuori tema, come il discorso del regolamento, e non abbiamo sentito una proposta complessiva, una proposta più intelligente della nostra! Può darsi che la nostra non sia sufficientemente intelligente, può darsi che ve ne siano di migliori, può darsi che si debba distinguere fra chi fa il consigliere a tempo pieno e chi non lo fa a tempo pieno, può darsi che si debba distinguere a proposito della produttività, ma che ne so! Ci possono essere tanti criteri per stabilire delle indennità, ma ne fosse stato indicato uno alternativo al nostro, anche solo uno, un consigliere che si fosse alzato e avesse detto: "non la penso come voi, la penso così"! Oggi quel consigliere non si è fatto vivo, quindi noi andremo al voto su questa legge, ma, visto che siamo degli inguaribili ottimisti, immaginiamo che tutti coloro che oggi ci hanno formulato le loro critiche avranno tutto il tempo, dato che la legislatura è ancora lunga e che non sono leggi che richiedono anni, volendo, fra due o tre mesi, potranno tornare in Consiglio con una proposta di legge, migliore, meno demagogica e più intelligente che affronti questi due problemi: il problema dell'indennità che, a nostro giudizio, è troppo alta e, l'altro, della comunicazione politica.
Stiamo bene attenti, e con questo chiudo, che tali problematiche vanno affrontate, non si può fare come gli struzzi e dire che non ci sono! Questi sono problemi reali che abbiamo inteso affrontare in maniera trasparente, in modo per niente demagogico - a differenza di quello che ci viene detto -, perché abbiamo addirittura proposto uno storno ancorché parziale di questi soldi, non abbiamo messo le bandierine per dire che la Regione così risparmia, perché in effetti risparmierebbe poco. Nella nostra proposta, al consigliere viene tagliata una fetta consistente della sua indennità, ma non c'è nessuno che morirà di fame, e una parte dei soldi che vengono risparmiati li mettiamo per la comunicazione politica. In questa proposta, nelle modalità perfettibili, non c'è niente di demagogico. C'è però l'esigenza di affrontare un problema: da un lato, consentire alle forze politiche di fare la loro attività politica in una condizione di maggiore equità, perché sappiamo che vi sono forze politiche che hanno risorse immense e altre che non ne hanno alcuna; dall'altra, dare un segnale ancorché modesto di un'inversione di tendenza rispetto a questa deriva, che sembra senza fine. Perché riprenderemo ancora questo tema per gli enti locali, c'è una legge in discussione, ormai tutti vogliono indennità, la richiesta è in crescita. Questa legge può dare un segnale di inversione di tendenza.
Se la maggioranza dei consiglieri dirà "no" a tale proposta di legge, dirà che non è necessario - e noi rispetteremo la loro opinione, pur non condividendola - dare un'inversione di tendenza perché le indennità sono adeguate e il problema della comunicazione politica e dei suoi costi non è un problema significativo.
Président - La parole au Conseiller Salzone, pour déclaration de vote.
Salzone (SA) - Solo per dichiarazione di voto e per non ripetere ciò che avevo detto nell'altra discussione, sempre su questo argomento.
Su questo disegno di legge ci asterremo, ma, al di là delle considerazioni già fatte, è il meccanismo di questa legge che non mi convince nella maniera più assoluta. Detto in sintesi, voi non dite di far risparmiare l'Amministrazione regionale, ma dite che una parte degli emolumenti dati ai consiglieri devono finire ai partiti: questo è un ritorno secondo me al finanziamento pubblico ai partiti! Ricordo che abbiamo votato un referendum e, nella misura del 80-87%, abbiamo detto "no" al finanziamento pubblico ai partiti: tale disegno di legge mi pare ricalchi questo.
Al di là delle considerazioni fatte dai Consiglieri Borre e Sandri, che condivido, abbiamo già avuto occasione di dire che la vostra proposta di legge ci pare davvero strumentale, per cui non diciamo che non ritorneremo all'esame di questa problematica, è un dibattito che abbiamo anche al nostro interno. Ognuno di noi, è stato detto, fa dei versamenti, ognuno di noi utilizza una buona parte come è meglio - ritiene utile -, a volte anche per finalità assolutamente lodevoli, non lo dico per me, ma so che vi sono consiglieri che lo fanno.
Il modo di presentare questo disegno di legge a noi pare veramente strumentale; detto ciò, ribadisco la nostra astensione.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour déclaration de vote.
Squarzino (Arc-VA) - Naturalmente voto a favore di questo disegno di legge. Mi interessava rispondere all'osservazione del collega Salzone, perché credo sia importante chiarire fino in fondo i dubbi.
Prendo sul serio le cose da lei dette e proprio perché anche in commissione sono emerse tali osservazioni, le abbiamo prese sul serio, ci siamo detti: "è vero, non vogliamo che la diminuzione dell'indennità dei consiglieri si trasformi in un finanziamento ai partiti', e infatti qui diciamo una parte soltanto, 1/3 del risparmio, va alla comunicazione politica, che non è utilizzata per sostenere le spese delle sedi, non è sostegno per il compenso delle segretarie, non rappresenta la grossa spesa di un partito, ma è un segnale! Noi abbiamo pensato a 200.000 euro (400 milioni) in un anno per spese di affissione, stampa, locali, affitto per tutti i movimenti presenti in Consiglio; lei capisce che non è un finanziamento vero ai partiti, ma è un segnale, è un tentativo per dire che una parte delle nostre risorse le mettiamo in modo trasparente per la comunicazione politica.
Nel nostro caso, risparmieremmo 800 milioni all'anno di vecchie lire calcolate attualmente. Ora, questa cifra non è così indifferente, si tratta di 800 milioni di vecchie lire che il Consiglio può decidere a chi destinare. Il Consiglio può dire: "benissimo, con questi soldi risparmiati dalle indennità dei consiglieri intendiamo fare questo e quest'altro". Tali risorse vanno destinate non ai partiti, ma ad iniziative della collettività, e qui ci si può sbizzarrire finché si vuole: si possono finanziare i beni culturali, si possono finanziare le scuole di montagna, c'è tutta una serie di progetti già presenti per i quali non ci sono abbastanza fondi: facciamolo!
Président - Je rappelle que la IIe Commission a donné son avis contraire à cette proposition de loi.
Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 31
Votants: 3
Pour: 3
Abstentions: 28 (Borre, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Sandri, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je rappelle qu'aux termes de l'article 77 du Règlement intérieur au cas où le 1er article de projet de loi ou de règlement soit refusé, la proposition toute entière est refusée.
Il Consiglio
respinge la proposta di legge n. 4: "Riduzione delle indennità e della diaria dei consiglieri regionali. Sostegno alla comunicazione politica".