Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 396 del 11 febbraio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 396/XII - Modalità di pagamento di una vincita al Casinò di Saint-Vincent. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso:

- che un giocatore del Casinò di Saint-Vincent ha recentemente incassato una vincita di circa 125 mila € in denaro contante;

- che la normativa antiriciclaggio impone che le vincite di importo superiore ai 12.500 € possano essere pagate solo mediante assegni non trasferibili;

- che un fatto analogo accadde lo scorso anno in occasione di un errato pagamento di una vincita;

- che, rispondendo a un cronista di un organo di informazione locale, un dirigente della Casa da gioco ha escluso - in ogni caso - la violazione della normativa in questione;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore delegato per sapere:

1. se è a conoscenza di tale fatto e se lo stesso corrisponde a verità;

2. a chi è attribuibile la responsabilità di tali operazioni, con quali limiti e, nella fattispecie, chi ha autorizzato il pagamento in contanti di cui in Premessa;

3. se ritiene veritiere le dichiarazioni del dirigente;

4. se l'azienda si attiene scrupolosamente alle prescrizioni della normativa antiriciclaggio.

F.to: Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Nell'interrogazione vi sono una serie di premesse e io ho acquisito, da parte della casa da gioco, una serie di riflessioni a fronte di queste premesse, che sembrerebbero non corrispondere alla realtà.

La questione - come riportato da un organo di informazione locale - nasce dalle dichiarazioni di un cliente che afferma aver incassato presso la nostra casa da gioco una somma in contanti per diversi milioni di lire. Ricordo che questo tipo di eventuale ipotetico accadimento è riferito al 1993, anzi ancora in Gestione straordinaria (si riferisce fra il 22 e il 24 aprile 2001), tant'è che una serie di informazioni erano già state date dal liquidatore della Gestione straordinaria al comando della Guardia di finanza. Questo liquidatore, nella sua risposta alla Guardia di finanza comunicava che la casa da gioco non teneva, e non tiene tuttora, le registrazioni delle vincite dei pagamenti effettuati entro il limite stabilito dalla legge n. 197/1991 che, all'epoca, era fissato in 20 milioni di lire, mentre oggi è 12.500 euro: quindi, tutte le vincite pagate in contanti entro questi limiti non sono rendicontate. Oltre tale soglia, le vincite venivano e vengono corrisposte esclusivamente con assegni bancari non trasferibili e pertanto l'affermazione del cliente è infondata: questo è quello che è già stato trasmesso in modo ufficiale al comando della Guardia di finanza, la quale sta avviando l'istruttoria per conto degli organi competenti.

Nel 3° punto delle premesse si dice che un fatto analogo accadde lo scorso anno, in occasione dell'errato pagamento di una vincita; il fatto richiamato, già oggetto di un'interrogazione dei Consiglieri Tibaldi e Lattanzi, datata 23 gennaio 2003 - quindi sto parlando della scorsa legislatura - non ha analogie con quello della presente: in quell'occasione un assegno emesso dal casinò, a seguito di una vincita, era stato successivamente cambiato in fiches di gioco e non in contanti. Tale operazione fu considerata lecita e infatti solo il cambio dell'assegno per cassa denaro oltre il limite di 12.500 è operazione illecita sotto il profilo della normativa antiriciclaggio.

Al 4° punto, sempre delle premesse, si cita - ormai la stampa locale la fa da padrona nelle interrogazioni! - che rispondendo a un cronista di un organo di informazione locale, un dirigente della Casa da gioco ha escluso - in ogni caso - la violazione della normativa in questione; le dichiarazioni del dirigente risultano veritiere, infatti ricordiamo che al personale è fatto divieto di trasferire in contanti somme superiori al limite di legge di 12.500 euro. In questo senso, ho una circolare che è stata trasmessa a tutti i responsabili. Tuttavia, vi fu una precisazione sugli organi di stampa: quell'articolo, che era stato riportato da "La Vallée" il 22 gennaio 2004 con il titolo "La finanza al casinò", contiene una grave inesattezza quando afferma che, in ogni caso, gli accertamenti fin qui svolti dalla Guardia di finanza non hanno consentito di risalire agli assegni, che, secondo il casinò, sarebbero stati regolarmente consegnati al fortunato giocatore; perché? Perché nessun assegno risulta stato emesso in capo a questo nominativo. A tutela dell'azienda si è quindi provveduto a chiedere al direttore del giornale una rettifica, che è stata puntualmente pubblicata, ai sensi della legge n. 47/1948…

(interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)

… non risultano, la risposta è molto chiara, non risultano vincite in capo a questo nominativo, o comunque, se vi sono delle vincite, sono al di sotto della soglia dei 12.500 euro! Ho avuto una copia della comunicazione che è stata trasmessa alla Guardia di finanza in data 13 novembre 2003 da parte della Gestione straordinaria in liquidazione, da cui si evince che in riferimento a quel nominativo non risulterebbero pagamenti con assegni effettuati a suo favore dal periodo 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2002. Nella risposta il liquidatore comunica quindi alla Guardia di finanza che non c'è stato alcun pagamento con assegni, nei documenti contabili e amministrativi della casa da gioco nulla risulta, soprattutto in termini di assegni, a beneficio di questo nominativo.

Tornando all'interrogazione, possiamo concludere che...

(nuova interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)

"a chi è attribuibile la responsabilità di tali operazioni, con quali limiti e, nella fattispecie, chi ha autorizzato il pagamento in contanti di cui in premessa…", ho risposto che entro i 12.500 euro si fanno i pagamenti in contanti e di questi pagamenti non vi è rendicontazione specifica, mentre oltre vi è il rispetto della norma antiriciclaggio: questo è quanto assicura l'amministrazione della casa da gioco...

"se ritiene veritiere le dichiarazioni del dirigente": ho risposto in merito.

Infine, "se l'azienda si attiene scrupolosamente alle prescrizioni della normativa antiriciclaggio…", ho detto di nuovo di sì. Evidentemente abbiamo verificato le comunicazioni che ci sono state trasmesse dalla casa da gioco, e queste vanno in tal senso. Se qualcuno ha informazioni diverse, è chiaro che queste trovano un'ottima sede per essere trasmesse, che propriamente non è il Consiglio regionale.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Assessore, la ringrazio della risposta fornitaci e non posso far altro che prenderne atto, perché lei ha confermato che il fatto, così come elencato in premessa, non corrisponde a verità sulla base delle informazioni da lei assunte presso gli amministratori della casa da gioco o il liquidatore, in quanto, anche lui, è stato chiamato a rendere notizia presso gli organi competenti di questo fatto.

Prendiamo altresì atto che le dichiarazioni del dirigente sono veritiere, sono state pubblicate anche da "La Vallée Matin" in un articolo del 22 gennaio scorso, ovvero che si tratta di un'evenienza impossibile, secondo il capoufficio stampa della casa da gioco, che la direzione del casinò non rispetti la legge sulla valuta, in particolare la legge antiriciclaggio.

Lei ha ricordato un'interpellanza analoga - e "analoga" non significa "identica", sono 2 concetti differenti, come abbiamo scritto qui - dello scorso anno in cui, effettivamente, secondo le nostre risultanze, anche lì, la casa da gioco ha permesso che l'assegno fosse convertito successivamente in fiches, fra l'altro, assegno non trasferibile: affermazioni, anche lì, che sono state smentite dall'allora Presidente Louvin. Ripeto, abbiamo informazioni differenti però non possiamo far altro che prenderne atto.

Devo dire che questa è una delle tante doglianze che si aggiungono già alla lunga lista della casa da gioco, in cui non sempre la legge viene rispettata, ma sovente viene interpretata. L'interpretazione della norma n. 197/91, normativa antiriciclaggio, a noi risulta sia alquanto elastica presso i tavoli verdi. È una risultanza che non spetta a noi confermare o smentire e, ad oggi, la ringrazio delle risposte rese, di cui prendiamo atto.