Oggetto del Consiglio n. 390 del 11 febbraio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 390/XII - Disfunzioni lamentate presso il reparto "malattie infettive" dell'Ospedale regionale. (Interrogazione)
Interrogazione
Visto quanto lamentato da un paziente ricoverato presso il reparto "malattie infettive" dell'ospedale di Aosta in una lettera apparsa su La Stampa del 29 gennaio u.s.;
Appreso che in tale reparto sarebbe mancata l'erogazione dell'acqua calda e questo per un periodo non breve;
Considerato che se questo fosse vero sarebbe un disagio grave per i degenti;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) se sono vere le informazioni riportate in premessa e, in tal caso, quali ne sarebbero le cause;
2) quale valutazione dà di tali episodi di disfunzione del servizio ospedaliero.
F.to: Squarzino Secondina
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - È vero, vi sono state delle disfunzioni; in particolare, per diverse settimane, non è arrivata l'acqua calda al reparto di malattie infettive, creando dei disguidi.
A cosa è dovuto questo difetto? È dovuto al fatto che il reparto di malattie infettive è fornito di acqua calda da una lunga tubazione che nasce dalla vecchia centrale termina, che è in fase di dismissione; presto entrerà in funzione la nuova centrale termica che provvederà a fornire l'acqua alle malattie infettive con un'altra temperatura. In questo periodo, proprio perché il tubo era lungo e partiva da una sede lontana, partiva a 45° e nonostante fosse coibentato, lungo il tragitto perdeva di calorie, per cui arrivava al reparto di malattie infettive con una temperatura di 30-32°, quindi percepita come acqua fredda dagli ospiti delle malattie infettive. Purtroppo, benché verificato, questo difetto, questa incongruità non è stata segnalata all'Ufficio tecnico dell'USL, che non ne sapeva nulla; l'ho appresa anch'io dai giornali. La bellezza della nostra realtà politica è proprio questa comunicazione diretta fra utente che non riceve l'acqua calda, e lo scrive sui giornali, e la cosa diventa… ecco…
È un disguido che c'è stato, me ne faccio carico e chiedo sicuramente scusa, e comunque il nostro ufficio tecnico non dovrà soltanto attivarsi per dei disguidi segnalati, ma fare una manutenzione più attenta. Cosa dire d'altro? So benissimo dove lei ci porterà con il suo ragionamento! Mi viene in mente un cartello stradale che dice: "stiamo lavorando per voi". È chiaro che, in attesa prossima che entrino in funzione le nuove centrali termiche, qualche disagio vi sarà. È anche vero - bisogna darne atto a tutta la Giunta, non solo a me - che, proprio per questi ragionamenti, per questi disguidi, abbiamo fatto una "mise à jour" di tutto il problema dell'edilizia sanitaria e, come lei sa, ci stiamo lavorando.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - È chiaro che il confronto che avviene fra il nostro gruppo e la sottoscritta, in particolare, e l'Assessore alla sanità quando si parla di "ospedale", si inserisce in un contesto in cui - ci siamo detti con molta chiarezza, quindi nessuno bluffa - ciascuno svolge il suo ruolo fino in fondo. Prendo atto che con onestà intellettuale lei ha preso atto dei disguidi.
Mi fa sorridere il fatto che nessuno, per questi 2-3 mesi, si sia accorto che all'interno del reparto c'era qualcosa che non andava e ha dovuto essere un paziente a rendere pubblica la notizia, a segnalarla pubblicamente; allora, mi sembra strano non sia stata segnalata prima in 2-3 mesi, questo mi sembra strano! Ora mi chiedo se questo non faccia parte di un atteggiamento di rassegnazione degli operatori, che sono al corrente dei lavori.
Chiederei all'Assessore di farsi promotore di un "libro bianco", in cui vengono raccolti accanto a tutti i lavori svolti anche tutti i disguidi non segnalati, oppure che dipendono da non attenzione tecnica, oppure che veramente mettono in luce il disagio di tutti di essere curati in una struttura in continua evoluzione. Ne ricordo alcuni, solo così, a memoria: il soffitto che cade in "Ortopedia" sui letti degli ammalati (per fortuna non c'era alcun degente in quel momento!); la controsoffittatura che cade nella zona di accesso ad "Oncologia" (e per fortuna non passava alcun inserviente in quel momento!); le proteste dei pazienti e dello stesso Primario di "Neurologia" rispetto al rumore impossibile. Non faccio l'elenco di tutte le disfunzioni… allagamenti vari al 4° piano di anni fa… però sarebbe interessante fare un "libro bianco" anche per altre USL che vogliono intervenire in una vecchia struttura, per capire tutti gli inconvenienti cui si va incontro.
Ho letto con interesse la risposta del Direttore generale dell'USL, che dice: "La Direzione si scusa con gli utenti per i comprensibili disagi tecnicamente non prevedibili". Allora, rispetto all'elenco di quei pochi esempi che ho fatto, per ognuno di questi c'era una giustificazione: non era tecnicamente prevedibile! È chiaro che il singolo episodio non è tecnicamente prevedibile, ma sappiamo bene che operare in una vecchia struttura implica tutta una serie di conseguenze!
Nelle linee di indirizzo dell'USL ho visto la volontà, ogni 6 mesi, di fare una verifica dei lavori; spero si faccia anche una verifica dei disagi perché possiamo fare l'elenco degli inconvenienti tecnici, ma l'elenco del costo del disagio per operatori e per utenti, questo nessuno credo è in grado di quantificarlo!