Oggetto del Consiglio n. 373 del 29 gennaio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 373/XII - Relazione della II Commissione consiliare permanente sull'indagine conoscitiva finalizzata ad approfondire le presunte violazioni della legge 28/2000 in relazione alla comunicazione su organi di informazione sull'attività svolta dall'Assessorato del turismo. (Inizio della discussione generale)
Président - Nous reprenons nos travaux en examinant le point n° 29 à l'ordre du jour.
Il Consigliere Frassy, fuori microfono, chiede la parola per mozione d'ordine e successivamente ritira tale richiesta.
Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Rini.
Rini (UV) - Come previsto dal comma 4 dell'articolo 24 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale, al termine di un'indagine conoscitiva "le commissioni riferiscono al Consiglio con apposito documento le acquisizioni e le conclusioni delle indagini". La relazione che sto per presentarvi è stata approvata all'unanimità dei commissari, ciò è stato possibile in quanto si è cercato di fare un'analisi oggettiva dei fatti, evitando di trarre delle valutazioni politico-amministrative, come pure dei commenti sui vari contenuti, consapevoli che il nostro compito non era quello di trarre delle conclusioni, ma piuttosto di cercare il più possibile di acquisire notizie, informazioni e documentazione, che in quest'aula potranno servire per un confronto politico che spero possa essere svolto con serenità e, soprattutto, nel rispetto delle regole, senza strumentalizzazione e con il solo scopo di ricercare la verità. Ritengo che l'essere arrivati in quest'aula con un documento condiviso da tutti i componenti sia un risultato significativo e questo è stato possibile mettendo da parte il facile gioco delle parti; per questo voglio ringraziare i commissari per il lavoro fatto e per il comportamento corretto tenuto in commissione.
Credo che, prima di passare alla presentazione della relazione, sia mio dovere ringraziare, anche a nome dei Commissari della II Commissione, chi ci ha supportato - e a volte sopportato - con la massima disponibilità e professionalità: mi riferisco al Caposervizio delle commissioni Silvana Cerise, al funzionario Paolo Norbiato, al Direttore dell'Ufficio Affari legislativi del Consiglio Dott. Fabrizio Gentile, oltre a quanti nei vari uffici si sono resi disponibili.
La promozione di un'indagine conoscitiva nasce dal dibattito consiliare del 1° ottobre 2003 a seguito della presentazione di due mozioni sottoscritte rispettivamente dai Consiglieri dei gruppi consiliari de "La Casa delle Libertà" e "dell'Arcobaleno-Vallée d'Aoste". Le mozioni intendono fare chiarezza in merito a ricorrenti informazioni pubblicitarie sulla politica dell'Assessorato regionale del turismo comparse, sotto forma di intervista all'Assessore Cerise, su alcune testate giornalistiche locali nel mese di aprile 2003. I sottoscrittori delle mozioni sostengono che tale forma di comunicazione è in violazione dell'articolo 9 della legge n. 28/2000 che sancisce: "Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni".
Sull'argomento il gruppo consiliare de "La Casa delle Libertà" aveva già presentato un'interpellanza nella seduta consiliare del 23 luglio 2003 per conoscere: "Le motivazioni che hanno determinato la scelta di fare pubblicare interviste a pagamento e in violazione delle norme per l'accesso ai mezzi per l'informazione durante le campagne elettorali" e per sapere: "Per quali importi gli oneri delle pubblicazioni sono gravati sui bilanci regionali".
L'Assessore Cerise nella sua risposta ha affermato che tali informazioni pubblicitarie non sono state commissionate dall'Assessorato ed ha espresso la sua personale estraneità.
Al fine di chiarire le dinamiche e le responsabilità dell'episodio, il sottoscritto ha assunto, nel corso dell'adunanza consiliare del 1° ottobre 2003, l'impegno di richiedere all'Ufficio di Presidenza, come II Commissione, l'autorizzazione per lo svolgimento di un'indagine conoscitiva.
Il 6 ottobre 2003 la II Commissione consiliare permanente ha deliberato di disporre un'indagine conoscitiva per approfondire le presunte violazioni della legge n. 28/2000 (Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica) in relazione alla comunicazione su organi di informazione dell'attività svolta dall'Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti nel periodo elettorale ed i rapporti intercorrenti tra l'Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti e la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l.".
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha autorizzato, in data 6 ottobre 2003, la II Commissione ad effettuare l'indagine conoscitiva.
La commissione ha affrontato la problematica seguendo due filoni: il rapporto delle inserzioni pubblicitarie oggetto dell'indagine e le norme che regolano la comunicazione politica istituzionale in periodo pre-elettorale; il rapporto tra l'Agenzia "Sanguinetti" e il cliente Assessorato/Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti.
La commissione ha audito in data 13 ottobre: l'Assessore Cerise; il Sig. Sanguinetti, titolare della "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l."; il Sig. Barbero, Direttore del settimanale "La Vallée Notizie" e del quotidiano "La Vallée Matin"; in data 21 ottobre: il Dott. Gentile, Direttore della Direzione Affari legislativi, studi e documentazione del Consiglio regionale; il Dott. Truc, Presidente del CORECOM Valle d'Aosta; il Sig. Gianni Marchiano, Presidente della "Gedirama Agenzia pubblicitaria S.r.l."; il Sig. Mauro Baccega, Presidente della "Pubblimedia S.r.l."; la Dott.ssa Bovo, in qualità di Dirigente dell'Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti, che ha curato i rapporti tra l'Assessorato e la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l." nell'anno 2002; il Dott. Boglione che per l'intera legislatura ha ricoperto la carica di Coordinatore del Dipartimento del turismo, dello sport, del commercio e dei trasporti; la Dott.ssa Cazaban, in qualità di Dirigente dell'Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti, che ha curato i rapporti tra l'Assessorato e la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l." nel periodo febbraio/giugno 2003.
La commissione ha deliberato di acquisire, oltre agli atti già in possesso della commissione concernenti i seguenti redazionali:
- "Dal golf all'ombra del Cervino alle discese in canoa all'eliski - Nuove frontiere del turismo" (edizione del 5 aprile 2003 del settimanale "La Vallée Notizie");
- "Quattro i tavoli sui quali giocare il futuro. Tra questi il Corrado Gex e l'Aosta/Martigny - Settore trasporti, le nuove strategie" (edizione del 12 aprile 2003 del settimanale "La Vallée Notizie");
- "Le politiche dello sport" (edizione del 17 aprile 2003 del quotidiano "La Vallée Matin");
- "Turismo, si chiude la stagione invernale. Bilanci e prospettive secondo l'Assessore Cerise" (edizione del 19 aprile 2003 del settimanale "La Vallée Notizie"),
anche i seguenti redazionali:
- "Le nuove frontiere del turismo" (edizione dell'11 aprile 2003 del quotidiano "La Vallée Matin");
- "Turismo/La stagione presentata a Milano - È l'acqua l'elemento trainante della prossima stagione estiva" (edizione dell'11 aprile 2003 del quotidiano "La Vallée Matin"),
e la sottoriportata documentazione:
- la deliberazione della Giunta regionale n. 184 del 27 gennaio 2003 concernente: "Approvazione di una campagna pubblicitaria da attuarsi in Italia a sostegno dell'offerta turistica valdostana per il 2003, ai sensi della legge regionale n. 6/2001, a cura del raggruppamento di imprese "FCB Italia S.p.A." di Milano e "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l." di Aosta. Impegno di spesa.";
- la deliberazione della Giunta regionale n. 843 del 10 marzo 2003 concernente: "Approvazione dell'acquisto del prodotto di interesse turistico denominato "Alte vie della Valle d'Aosta. Emozioni tra terra e cielo" dalla ditta "Sanguinetti Comunicazioni" di Pollein. Impegno di spesa.";
- le lettere in data 12 e 24 febbraio 2003 concernenti le offerte presentate dalla ditta "Sanguinetti" relativamente al prodotto di interesse turistico denominato "Alte vie della Valle d'Aosta. Emozioni tra terra e cielo";
- la lettera (letta integralmente dall'Assessore Cerise nella seduta consiliare del 23 luglio 2003) con la quale il Sig. Sanguinetti comunica che la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l.": "del tutto autonomamente e senza aver ricevuto richiesta alcuna, ha fatto pubblicare a proprie spese e con l'utilizzo di giornalisti di propria fiducia dei redazionali su alcuni settimanali e plurisettimanali locali" e che "le pubblicazioni sono state integralmente pagate dalla scrivente senza che fosse posto onere alcuno a carico della Regione autonoma della Valle d'Aosta";
- la lettera, inviata dall'Assessore Cerise al Presidente della Regione ed ai dirigenti del suo movimento politico, menzionata dall'Assessore stesso in sede di dibattito consiliare in data 23 luglio 2003 e di audizione presso la II Commissione consiliare in data 13 ottobre 2003, nella quale l'Assessore ritiene "contrariante pour tous" la situazione venutasi a creare in seguito al fatto che "ce qui devrait être de la simple information, hélas, est devenu un message publicitaire";
- copia dei redazionali relativi all'Assessorato del turismo pubblicati nel 2002 su settimanali e quotidiani locali;
- la lettera con cui la "Pubblimedia S.r.l." documenta i rapporti tra la società stessa e l'Agenzia "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l.";
- il parere legale dell'Avv. Gallenca dello Studio legale "Gallenca" di Torino concernente il riflesso che avrebbe la data di pubblicazione (19 aprile 2003) sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto di convocazione dei comizi elettorali rispetto alla data di emanazione (12 febbraio 2003) del decreto stesso nell'applicazione dell'articolo 9, comma 1, della legge n. 28/2000.
La commissione ha inoltre richiesto al Sig. Sanguinetti i nominativi dei giornalisti che hanno redatto gli articoli, oggetto dell'indagine conoscitiva, e alla società "Gedirama Agenzia pubblicitaria S.r.l." copia della corrispondenza intercorsa tra la suddetta agenzia e la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l." in ordine alla regolamentazione degli spazi a pagamento sulla testata gestita dalla "Gedirama" per conto dell'Agenzia "Sanguinetti" riguardanti l'Assessorato del turismo della Regione autonoma Valle d'Aosta e alle disposizioni impartite dall'Agenzia "Sanguinetti" per la pubblicazione degli spazi redazionali aventi per oggetto l'Assessorato. In entrambi i casi non sono stati comunicati alla commissione i dati richiesti.
"Informazioni acquisite dalla commissione in merito al rapporto delle inserzioni pubblicitarie oggetto dell'indagine conoscitiva e le norme che regolano la comunicazione politica istituzionale in periodo pre-elettorale".
L'Assessore Cerise contesta la locuzione "periodo elettorale" riferita al momento in cui sono comparse le interviste su alcune testate giornalistiche locali. Ritiene che la data dalla quale debba ritenersi operante il divieto di cui all'articolo 9, comma 1, della legge n. 28/2000 decorra successivamente alla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto di indizione dei comizi elettorali.
Il Dott. Gentile, Responsabile della Direzione Affari legislativi della Presidenza del Consiglio, in riferimento alla data dalla quale debba ritenersi operante il divieto di cui all'articolo 9, comma 1, della legge n. 28/2000 (Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica), alla luce delle disposizioni vigenti in materia di consultazioni elettorali, afferma di aver operato un'analisi di tale articolo alla luce di due fonti di diverso rango: da un lato, la legge n. 28 del 2000, fonte statale, e, dall'altro, la legge regionale n. 3 del 1993 che regola le elezioni per il Consiglio regionale. La legge regionale prescrive l'obbligo di pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali sul Bollettino ufficiale, cosa che invece non figura nell'articolo 9 della legge n. 28/2000 che parla invece di "data di convocazione" dei comizi elettorali, con ciò lasciando intendere che la data potrebbe essere anche la data del decreto con cui vengono convocati i comizi elettorali.
La funzione della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale o sul Bollettino ufficiale è quella di rendere pubblico il contenuto dell'atto che sugli stessi appare, quindi il nostro ordinamento, sia esso statale o regionale, riconosce a tale pubblicazione una funzione di necessarietà affinché la fonte possa esplicare la sua efficacia; osserva che non si può non rilevare un'improprietà della locuzione, contenuta nell'articolo 9 della legge n. 28/2000, "data di convocazione" dei comizi elettorali in luogo di "data di pubblicazione" sulla Gazzetta ufficiale del decreto di convocazione dei comizi elettorali. Tale improprietà può generare il dubbio che si debba fare riferimento alla data del decreto e non alla data in cui questo decreto può esplicare la sua efficacia tramite la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale o sul Bollettino ufficiale.
Afferma che la presunzione di conoscenza degli atti ai terzi si verifica successivamente alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, con ciò dovendosi distinguere la conoscibilità degli atti alla cui funzione possono anche essere preordinati i mass-media (pubblicità-notizia) rispetto, invece, alla presunzione di conoscenza legale di un atto la cui unica fonte può essere la pubblicazione o sulla Gazzetta ufficiale o sul Bollettino ufficiale (pubblicità-legale).
Pone in evidenza, in riferimento alla prassi instaurata per le ultime consultazioni elettorali (nazionali e regionali), che i provvedimenti attuativi cui la legge n. 28/2000 rinvia, e cioè le deliberazioni della Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi e dell'Autorità garante per le comunicazioni, sono sempre stati successivi alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto di indizione dei comizi. Sottolinea che la data fondamentale diventa, quindi, quella della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale delle deliberazioni testé citate perché è alla data di pubblicazione di questi atti che il soggetto politico, qualunque esso sia, sa a quali prescrizioni deve attenersi.
Il Presidente del CORECOM della Valle d'Aosta afferma che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni assegna ai CORECOM un potere di vigilanza e sanzionatorio su tutto l'aspetto radiotelevisivo, mentre l'aspetto dell'editoria è molto più delicato in quanto la linea di confine tra la comunicazione istituzionale ed il messaggio politico autogestito in ambito di campagna elettorale è estremamente labile ed appartiene comunque ad una scelta editoriale. Sostiene che l'impostazione del CORECOM nelle ultime consultazioni elettorali è stata quella di puntualizzare soprattutto con i direttori di testata la stretta osservanza dell'articolo 9 della legge n. 28/2000, proprio perché alla fine la scelta è di tipo editoriale e quindi il confine tra un messaggio politico autogestito o una comunicazione istituzionale non è così facilmente identificabile. Fa presente che l'attività di monitoraggio del CORECOM è partita dal 20 aprile 2003, giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali sul Bollettino ufficiale della Regione, e quindi riferisce di non essere intervenuto presso il direttore della testata che ha pubblicato il redazionale del 19 aprile 2003, anche se quell'articolo, afferma: "potrebbe presentare dei termini per lo meno discutibili che avrebbero indotto il Comitato a convocare il direttore della testata proprio perché la forma impersonale può non essere rispettata".
Alla luce di quanto sopra, la commissione delibera di acquisire un parere legale dall'Avv. Giuseppe Gallenca dello Studio legale "Gallenca" di Torino concernente il riflesso che avrebbe la data di pubblicazione (19 aprile 2003) sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto di convocazione dei comizi elettorali rispetto alla data di emanazione (12 febbraio 2003) del decreto stesso nell'applicazione dell'articolo 9, comma 1, della legge n. 28/2000.
In data 8 gennaio 2004 l'Avv. Gallenca trasmette il parere legale i cui aspetti essenziali possono essere così riassunti:
- la decorrenza dell'efficacia del decreto di convocazione dei comizi elettorali deve essere individuato in una data non anteriore a quella di pubblicazione, a sostegno di tale tesi cita, tra gli altri: l'articolo 4, comma 6 ("I sindaci dei comuni della Regione danno notizia al pubblico del decreto di convocazione dei comizi con apposito manifesto bilingue che deve essere affisso entro cinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto stesso"), della legge regionale n. 3/1993, da ultimo modificata dalla legge regionale n. 21/2002, dal quale si evince che tale forma di comunicazione agli elettori, ulteriore rispetto a quella legale di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, debba avvenire in un termine relazionato alla data di pubblicazione sul bollettino e che è con l'espletamento di tale fondamentale formalità che la fase di convocazione può ritenersi conclusa e, conseguentemente, che il procedimento elettorale può prendere l'avvio; l'articolo 8 ("Il Presidente del Tribunale di Aosta costituisce, entro tre giorni dalla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l'Ufficio elettorale regionale?") della legge regionale n. 3/1993, il che sta a significare che solo dal momento della pubblicazione il decreto di convocazione ha efficacia, posto che solo da tale momento la "macchina" elettorale deve e può mettersi in moto;
- il divieto di cui all'articolo 9, comma 1 ("Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni"), della legge n. 28/2000 ha la propria ragione d'essere nella necessità di impedire che chi ricopre un determinato ruolo nell'ambito della pubblica amministrazione possa abusare di tale posizione a fini elettorali, acquisendo spazi di visibilità sfruttando la stessa, con palese violazione della "par condicio" e, per di più, senza oneri economici di sorta, se non - addirittura - con oneri a carico della collettività;
- alla luce di quanto sopra, il divieto di cui al comma 1 dell'articolo 9 della legge n. 28/2000 non diventa operativo prima della pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale.
"Informazioni acquisite dalla commissione in merito al rapporto tra l'Agenzia "Sanguinetti" e il cliente Assessorato/Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti".
I rapporti tra l'Assessorato del turismo e la "Sanguinetti Comunicazioni S.r.l." si sostanziano con due provvedimenti: la deliberazione della Giunta regionale n. 184 del 27 gennaio 2003 con cui l'Agenzia "Sanguinetti" si aggiudica l'appalto, per un importo di 1.994.215,00 euro, per la campagna pubblicitaria a sostegno dell'offerta turistica da attuarsi in Italia - in tale deliberazione non compare alcun riferimento a settimanali o quotidiani locali per attuare la pubblicità all'interno della Valle d'Aosta -; la deliberazione della Giunta regionale n. 843 del 10 marzo 2003 con cui si approva l'acquisto del prodotto "Alte vie della Valle d'Aosta. Emozioni tra terra e cielo" - opuscolo cartaceo e video su supporto VHS e DVD - dalla ditta "Sanguinetti" per un importo di 48.080,00 euro, tale deliberazione accoglie l'offerta presentata dalla ditta "Sanguinetti" nelle date 12 e 24 febbraio 2003.
L'Assessore Cerise riferisce che l'Agenzia "Sanguinetti", vincitrice dell'appalto per la campagna pubblicitaria dell'Assessorato del turismo in Italia per il periodo 2000/2003, inviava dall'Assessore, ogni volta che ne aveva necessità, giornalisti, anche di fuori Valle, per interviste: gli diventa quindi difficile ricordare chi fossero i giornalisti delle interviste pubblicate nel mese di aprile. Precisa che le risposte fornite erano di tipo istituzionale-politico e pertanto non potevano essere demandate ai dirigenti dell'Assessorato. Assicura che fu l'Agenzia "Sanguinetti", autonomamente e senza aver ricevuto richiesta dall'Assessore, né dagli uffici, a far pubblicare, a proprie spese e con l'utilizzo di giornalisti di propria fiducia, i redazionali su alcuni settimanali locali in date decise dall'editore. Comunica di aver contattato i responsabili per bloccare queste pubblicazioni nel momento in cui ha ritenuto questo tipo di informazione non più comunicazione istituzionale, ma bensì messaggio pubblicitario e precisa che: "Prima non avevo mai colto elementi tali da ritenere di sospendere questo tipo di informazione?". La commissione rileva peraltro che della comunicazione relativa al blocco delle pubblicazioni l'Assessore non ha fornito alcun documento ufficiale, né data certa.
Per quanto concerne l'acquisto di materiale cartaceo e DVD del prodotto "Alte vie" realizzato dall'Agenzia "Sanguinetti", comunica che l'iniziativa era già stata assunta dal precedente Assessore e quindi il suo ruolo è stato unicamente quello di onorare un impegno assunto in precedenza.
Il Sig. Sanguinetti riferisce che una delle strategie aziendali della sua agenzia si sostanzia nell'acquisto annuale, ad un costo forfetario, di spazi pubbliredazionali da offrire nel corso dell'anno ai propri clienti. Afferma di non possedere un vero e proprio ufficio stampa, ma di utilizzare maestranze interne cui è affidato questo compito. Conferma di aver pagato direttamente le pubblicazioni, contraddistinte con la sigla IP (informazione pubblicitaria), comparse nel mese di aprile 2003 su alcune testate giornalistiche locali. Tali pubblicazioni sono state offerte al cliente Assessorato del turismo in quanto le stesse non costituiscono oggetto di contratto con l'Amministrazione regionale e nessun onere è stato quindi posto a carico della Regione. Il Sig. Sanguinetti precisa di aver fatto pubblicare anche nel 2002, a sue spese, su settimanali e quotidiani locali dei redazionali offerti al cliente Regione (copia di alcuni redazionali 2002 sono inviati alla commissione con lettera del 17 ottobre 2003).
A precisa domanda Sanguinetti risponde che l'Assessore, al momento in cui ha rilasciato l'intervista, sapeva che la comunicazione che sarebbe uscita non rientrava nel rapporto di appalto, ma faceva parte di un'informazione pubblicitaria finanziata dall'agenzia e sostenuta per relazioni istituzionali tramite spazi redazionali e pubbliredazionali. Il Sig. Sanguinetti, tuttavia, non ha mai fornito alla commissione, neppure a seguito di reiterate richieste scritte, i nominativi dei giornalisti che hanno effettuato le interviste, affermando che "trattandosi di IP, gli articoli erano elaborati internamente alla nostra agenzia". Per quanto riguarda la sospensione dell'informazione pubblicitaria (IP), il Sig. Sanguinetti riferisce che "l'Assessorato, anzi penso l'Assessore", telefonicamente, ha chiesto di bloccare le pubblicazioni perché si era in un momento "troppo a ridosso delle elezioni". Riferisce inoltre che, essendo "slittate le uscite che avevamo concordato antecedenti a certe date", la telefonata non è riuscita ad impedire la pubblicazione del 19 aprile 2003.
I responsabili delle società concessionarie di pubblicità locali - "Pubblimedia" e "Gedirama" - affermano di non aver mai avuto contatti né con l'Assessore Cerise, né con i suoi uffici, ma unicamente con l'Agenzia "Sanguinetti" che inviava loro il prodotto confezionato la cui conferma d'ordine citava in oggetto "nostro cliente Assessorato del turismo".
Il Sig. Marchiano, Presidente della "Gedirama", riferisce che il costo commerciale di ogni uscita su "La Vallée Notizie" dei pubbliredazionali si aggira dai 500 ai 750 euro. Il Sig. Baccega, Presidente della "Pubblimedia", rende noto che il costo degli spazi redazionali acquisiti da Sanguinetti per l'Assessorato del turismo è quantificato in 3.490,00 euro+IVA. Si precisa che dalla documentazione fornita dal Sig. Baccega il dettaglio di spesa è così ripartito:
"- n. 1 uscita ft. pagina a colori su "La Vallée Matin" pubblicata il 20 febbraio 2003 Totale € 600,00+IVA;
- n. 2 uscite ft. mezze pagine a colori sullo "Speciale Adunata La Vallée Matin" Cad. € 350,00+IVA - Totale € 700,00+IVA, 5 e 11 maggio 2003;
- n. 6 uscite ft. mezze pagine b/n da utilizzare indifferentemente sulle due testate Cad. € 230,00+IVA - Totale € 1.380,00+IVA, calendario da definire
- n. 6 uscite ft. quarto di pagina b/n da utilizzare indifferentemente sulle due testate Cad. € 135,00+IVA - Totale € 810,00+IVA, calendario da definire".
Il Sig. Baccega, Presidente della "Pubblimedia S.r.l.", precisa che l'ordinativo inviatogli dall'Agenzia Sanguinetti per l'uscita dell'articolo su "La Vallée Matin" dell'11 aprile 2003 riguardante l'Assessorato del turismo portava per inciso l'indicazione: "va assolutamente inserita la foto dell'Assessore".
I rapporti tra l'Assessorato del turismo e l'Agenzia "Sanguinetti" nell'anno 2002 - Assessore Lavoyer - sono stati curati dalla Dott.ssa Bovo; dal mese di febbraio sino a giugno 2003 -Assessore Cerise - se n'è occupata la Dott.ssa Cazaban; il Dott. Boglione per l'intera legislatura ha ricoperto la carica di Coordinatore del Dipartimento del turismo, dello sport, del commercio e dei trasporti.
La Dott.ssa Bovo precisa che la campagna pubblicitaria a sostegno dell'offerta turistica da attuarsi in Italia, oggetto dell'appalto aggiudicato dalla ditta "Sanguinetti", includeva anche testale locali con diffusione nazionale quali ad esempio "Image", "Oasis". Afferma che "Sanguinetti" anche nel 2002 aveva pubblicato a sue spese dei redazionali concernenti l'Assessorato del turismo su testate locali, tali redazionali avevano carattere generale e non erano supportati da specifiche interviste all'allora Assessore Lavoyer. Precisa che tale procedura non è assolutamente anomala "in quanto tutti gli appalti prevedono che ci siano dei redazionali. Mi spiego meglio: quando fai un accordo con un'editrice molte volte nell'acquisto della pubblicità escono dei redazionali?". Riferisce che gli uffici, direttamente, fornivano i dati alla "FCB Bozell" per la campagna pubblicitaria, tali dati venivano elaborati e presentati sotto forma di spot, gli stessi uffici operavano la scelta tra le offerte di immagine proposte (di solito 3). Precisa infine che la direzione predisponeva quotidianamente una rassegna stampa di tipo istituzionale-turistica (due persone erano preposte a tale compito), mentre la Segreteria dell'Assessore faceva una rassegna stampa di tipo politico che non riguardava solo il settore turistico, ma comprendeva anche il settore dei trasporti, del commercio, eccetera. Tali rassegne stampa sono state archiviate nell'ufficio del direttore.
La Dott.ssa Cazaban afferma che il compito della direzione da lei retta era quello di seguire la campagna pubblicitaria in Italia che si concretizzava nel "controllo di tutte le uscite preventivate, pianificate e il controllo che quello che veniva fatturato fosse stato effettivamente fatto"; la Direzione inoltre forniva all'Agenzia "Sanguinetti" i dati oggettivi per la predisposizione degli articoli. Precisa che l'Assessore riceveva direttamente numerosi giornalisti che provenivano da tutta Italia a cui forniva le informazioni di tipo istituzionale-politico, mentre i dati oggettivi erano forniti dalla direzione. Afferma inoltre che il Sig. Sanguinetti gestiva le interviste ed i giornalisti, ma a specifica domanda: "Quelli nazionali, per l'appalto?" la Dott.ssa Cazaban risponde: "No, quelli locali.". A specifica domanda: "Non esiste nell'Assessorato qualcuno che ha il compito di Ufficio Stampa, che tiene i rapporti?" risponde: "No, non c'è mai stato.". Sostiene che la direzione non ha mai assunto alcuna iniziativa riguardo il mercato locale, né concordato con "Sanguinetti" pubblicazioni per le testate locali o contattato i giornalisti locali, tali rapporti erano curati direttamente da "Sanguinetti". L'unico suo coinvolgimento nell'intera vicenda, precisa, riguarda la richiesta, in data 19 aprile 2003, dell'Assessore Cerise di bloccare presso "Sanguinetti" l'uscita di ulteriori redazionali.
Il Dott. Boglione afferma che sia impossibile tenere, in modo sistematico, una rassegna stampa di tutto ciò che viene pubblicato sulla stampa nazionale o internazionale, precisa che in alcuni sporadici casi l'Assessorato si è avvalso di agenzie specializzate cui è stato affidato il compito di rilevare le notizie relative a determinati argomenti. Per quanto concerne invece il controllo delle notizie che formano oggetto dell'appalto, la procedura seguita consiste nella produzione, a cura dell'agenzia, della copia dell'annuncio, corredata di una scheda descrittiva di come l'annuncio è stato pubblicato, in quale posizione, con quale livello di grafica e di stampa, eccetera. Sostiene di non avere cognizione di un'attività pubblicitaria promossa a livello politico, né ha motivo di ritenere che vi fosse una comunicazione pubblicitaria in qualche modo attivata a livello assessorile; l'attività istituzionale di pubblicità dell'Assessorato è seguita dagli uffici che fanno capo alla Direzione Promozione, pubblicità e relazioni esterne, mentre non esiste un sistema organizzato e precostituito che verifica l'attività della comunicazione locale, soprattutto di quella che non comporta una spesa in capo all'Assessorato.
Al termine dei lavori i commissari, all'unanimità, hanno deciso di trasmettere al dibattito consiliare una relazione che riproduce l'analisi oggettiva dei fatti così come sono emersi durante i 3 mesi di lavoro della commissione. La relazione non contiene quindi valutazioni politico-amministrative, né tanto meno commenti sui contenuti, nel rispetto delle differenti opinioni, rinviando al Consiglio regionale il confronto politico. Termino il mio intervento e mi riservo di intervenire in seguito durante il dibattito.
Président - Je déclare ouvert le débat.
La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Cercherò di fare quelle valutazioni che, nell'ambito dei lavori di commissione, sono state omesse per lasciarle al dibattito consiliare; è evidente però che le valutazioni non possono prescindere da alcuni aspetti emersi nel corso degli approfondimenti in commissione.
Vorrei evidenziare ai colleghi come la vicenda sia per certi versi straordinaria, nel senso che va al di là dell'ordinarietà degli atti a cui normalmente è preposto questo Consiglio, proprio perché ci troviamo a discutere su una relazione di indagine conoscitiva assegnata alla commissione consiliare. Il fatto stesso che oggi ci si trovi a discutere di questa relazione conclusiva evidenzia che questo Consiglio aveva preso atto della necessità di fare degli approfondimenti su una vicenda, che, da luglio al momento in cui la commissione è stata investita di questa indagine, aveva avuto una serie di approfondimenti, che avevano messo in evidenza delle situazioni sulle quali la maggioranza dei consiglieri ha ritenuto che vi fossero quei presupposti di gravità che richiedessero un approfondimento per l'appunto di tipo straordinario. Vorrei dire, di conseguenza, che la prima considerazione da fare è che ci troviamo di fronte a una situazione che è andata al di là delle normali vicende che accompagnano la politica e i diversi spazi che sono occupati da opposizione, maggioranza, responsabilità di Giunta.
Se mi fermassi a questa premessa, probabilmente sarebbe la premessa dell'ovvio, perché è fatto notorio; quello che forse è fatto meno notorio è che questa preoccupazione, che questo Consiglio ha recepito nell'istituzione di questa indagine conoscitiva, era stata fatta propria e anticipata dallo stesso Assessore Cerise. Prima ancora che questo Consiglio ne discutesse, prima ancora che questo Consiglio venisse insediato, prima ancora che si svolgessero le elezioni regionali, l'Assessore era già preoccupato di quello che era accaduto nel mese di aprile. La preoccupazione dell'Assessore Cerise è una preoccupazione che si concretizza non verbalmente, ma con una lettera protocollata inviata all'allora Presidente "dell'Union Valdôtaine", Aurelio Marguerettaz, e all'allora Capogruppo Cottino e, nella data del 22 aprile 2003 - un martedì rispetto a quella ultima uscita di fine settimana sul settimanale locale "La Vallée" -, scrive: "Suite à la parution dans "La Vallée Notizie" d'une courante communication institutionnelle, un désagréable malentendu s'est malheureusement passé. En effet, ce qui devait être de la simple information, hélas, est devenu un message publicitaire". L'Assessore Cerise è consapevole che è diventato un messaggio pubblicitario e dice che è un malinteso e prosegue: "Permettez-moi, donc, d'éclaircir ma position vis-à-vis de la question laquelle a déjà donné suite à des mesures conséquentes envers le journal en question. Ces quelques mots juste pour préciser ma position et signaler qu'il ne s'agit pas d'un choix personnel, mais plutôt d'une situation qu'à vrai dire je définirais contrariante pour tous. En vous remerciant" e la firma. Il problema, allora, a questo punto aveva una sua soggettività, che era stata percepita anche dall'Assessore che è al centro di questa vicenda.
Le date sono importanti per tutto ciò che è accaduto in un lasso temporale che abbraccia, potremmo dire, l'intero mandato dell'Assessore Cerise nella sua veste di Assessore al turismo sul finire della scorsa legislatura. Qui vorrei cercare di scindere i vari punti sui quali la commissione ha fatto le sue riflessioni e anche i ragionamenti che verranno effettuati. Qui ci sono almeno tre aspetti che vanno approfonditi: il primo, quello del periodo in cui sono avvenute le comunicazioni, il periodo elettorale, il periodo pre-elettorale, periodo comunque delicato, con tutte le implicazioni delle leggi regionali e delle leggi statali; il secondo, come si sono svolti questi rapporti diciamo professionali fra l'Amministrazione nella persona del suo referente politico e l'agenzia che ha curato questa campagna di immagine; il terzo aspetto è di capire se questi rapporti, al di là del riferimento elettorale, sono stati gestiti in maniera corretta e se si può dedurre che sono un "modus operandi" con cui sono stati gestiti anche altri rapporti.
Le preoccupazioni che venivano espresse dall'Assessore Cerise possono essere sorprendenti ancora oggi, se pensiamo che tutto il periodo interessato dai pubbliredazionali si ferma al giorno in cui viene pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione il decreto presidenziale di convocazione dei comizi elettorali: il 19 aprile. Il decreto di convocazione, peraltro, portava la data di metà febbraio e anche su questo aspetto apro una parentesi per dire che dovremo comunque fare una verifica, dal punto di vista della nostra normativa, su quale sia l'utilità di comunicare i comizi con il decreto a febbraio per pubblicarlo poi solo ad aprile. Il dato però evidente e strano è che il 22, cioè 3 giorni dopo che era stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione il decreto di convocazione dei comizi e 3 giorni dopo la pubblicazione dell'ultimo redazionale, il problema si manifesta con questa lettera. Questa lettera, per certi versi, denota già un primo elemento di cui dobbiamo prendere consapevolezza, ovvero che la questione era nota all'Assessore non solo per la sua evidenza giornalistica, ma anche per le implicazioni di quelli che potevano essere i riflessi negativi di tipo personale ed istituzionale; l'Assessore Cerise infatti ritiene di chiarire la sua posizione e dice espressamente: "è diventato un messaggio pubblicitario".
Penso perciò che sul fatto del messaggio pubblicitario non vi sia molto di più da aggiungere perché, al di là di quello che emerge dai fatti, emerge la consapevolezza da parte del beneficiario di questo messaggio pubblicitario che il messaggio c'è stato. Su questo aspetto penso che una parentesi vada aperta sul senso della comunicazione istituzionale fatta in determinati periodi. In commissione abbiamo acquisito due pareri: il parere dell'Ufficio legislativo del Consiglio e un parere esterno. Entrambi i pareri, argomentando in maniera similare e differenziandosi in alcuni passaggi, arrivano alla conclusione che è la pubblicazione - vuoi sulla Gazzetta ufficiale per gli atti dello Stato, vuoi sul Bollettino regionale che sostituisce nella sostanza la Gazzetta ufficiale - che rende pubblico e notorio ai terzi il documento ufficiale. Su questo ragionamento, supportato anche nel parere esterno da tutta una serie di altri adempimenti che devono passare sul Bollettino regionale, tipo l'affissione dei manifesti elettorali, che viene effettuata 5 giorni dopo la pubblicazione del decreto dei comizi elettorali; l'insediamento della Commissione elettorale da parte del Presidente del tribunale, che avviene dopo la pubblicazione sempre sul bollettino del decreto di convocazione, argomentando per analogia, si arriva a dire che anche i limiti che la legge n. 28 dello Stato - che ha vigenza anche sul territorio della Regione - pone in merito alla comunicazione istituzionale devono essere applicati, non come dice testualmente la legge: "dalla data di convocazione dei comizi elettorali" - in questo caso il 12 febbraio -, ma dalla data successiva di pubblicazione sul Bollettino regionale: il 19, anzi il giorno dopo, il 20 aprile. Se così fosse, non abbiamo paura di dire che la legge regionale va cambiata, nel senso che va chiarito questo passaggio, perché penso che nessuno di voi, colleghi, si sia inventato la campagna elettorale a 45 giorni dal voto; mi sembra abbastanza evidente che la campagna elettorale, al di là del fatto che vive sulle azioni politiche intraprese in corso di legislatura per chi è uscente e ricandidato, va comunque preparata non nei 45 giorni prima, ma con un lasso di tempo ben più ampio.
Questa interpretazione emersa da questi pareri, secondo la quale, nel silenzio della legge regionale, la legge dello Stato va interpretata in modo tale da far sì che la pubblicità istituzionale non sia più personalizzata solo da quando viene pubblicato il decreto - quindi 45 giorni prima -, sicuramente non coglie lo spirito della norma stessa. Dico questo con cognizione di causa, perché a livello statale la convocazione dei comizi elettorali viene firmata e pubblicata subito, di conseguenza il periodo di cautela nella comunicazione istituzionale è un periodo ovviamente molto più ampio. Questa è una riflessione anche per spunti di intervento legislativo a seguito di quanto è stato riscontrato nel corso dei lavori della commissione.
Ritornando sul meccanismo di queste pubblicazioni, pensiamo che vada letto nel suo iter l'insieme e la concatenazione di quegli eventi che hanno portato in definitiva alla pubblicazione di questi redazionali. La cosa certa emersa dalle carte e dalle audizioni effettuate in commissione è che questi redazionali non sono stati pagati direttamente dall'Amministrazione regionale, nel senso che questo tipo di comunicazione non sarebbe stato esplicitamente indicato nel capitolato in base al quale è stata fatta l'aggiudicazione di questo appalto della pubblicità. Su questo aspetto c'è anche la lettera - già illustrata dal Presidente Perrin in una seduta consiliare di questo autunno - pervenuta dall'azienda appaltatrice di questo appalto pubblicitario, la quale dice che è stata la scrivente agenzia a commissionare la pubblicazione dei citati redazionali, come negli anni antecedenti, autonomamente e a proprie spese. Questo è il senso della lettera.
Abbiamo verificato che non è proprio come negli anni antecedenti perché, come è emerso dalla relazione che è stata letta dal relatore Rini, negli anni antecedenti questi redazionali erano effettivamente dei redazionali, ovvero erano una raccolta sparsa di dati, di notizie su macroargomenti che venivano "ricuciti" in redazione e messi in pagina: c'era la foto dell'alpeggio, c'erano quelle foto che davano un valore aggiunto "all'immagine Valle d'Aosta". Nell'aprile del 2003 il valore aggiunto era dato dalla fotografia, dalle interviste dell'Assessore; nel 2003 il valore aggiunto è stato il traino pubblicitario che l'Assessore ha goduto per questo tipo di pubblicazioni, reiterate per tutto il mese di aprile e definite come pubblicazioni di tipo redazionale.
È curioso constatare come queste pubblicazioni vengano stoppate il giorno stesso in cui va in pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione il decreto di convocazione dei comizi elettorali: lo stesso giorno va sul bollettino il decreto, lo stesso giorno esce l'ultima pubblicità redazionale e 3 giorni dopo l'Assessore Cerise dice: "sì, in effetti su queste pubblicità mi rendo conto che c'è un problema, ma non dipende da me". Penso che chiunque di voi, colleghi, viva l'impegno politico non solo per quello che accade in quest'aula, ma soprattutto per quello che accade fuori da quest'aula, che viva l'impegno politico per la risonanza, ossia l'apprezzamento o meno delle proprie battaglie, delle proprie proposte politiche. È veramente paradossale che ciò che è comune per un qualsiasi consigliere armato dalla sua buona volontà, dalla sua capacità - sua e dei pochi collaboratori che hanno con lui un rapporto di tipo volontaristico -, ciò che è percepibile in questa situazione non sia percepibile invece? da chi, dall'alto delle disponibilità gestionali un Assessorato, per un intero mese non si accorga di nulla. Per un intero mese i settimanali locali, in maniera sistematica, puntuale, ogni settimana indicativamente escono con interviste a tutta o a mezza pagina, con foto visibili e non con foto microscopiche, nessuno segnala niente all'Assessore, nessuno! La cosa più incredibile è che non sono dei redazionali che raccontino quello che ha fatto l'Assessore, ma sono dei redazionali dove c'è una domanda, una risposta? una domanda e una risposta!
L'Assessore, quando viene sollevato il problema per la prima volta in aula - e siamo all'indomani del risultato elettorale a luglio - con una nostra interpellanza, dice di condividere - cito -:
"Je partage plusieurs passages de l'interpellation et des considérations; il y a l'extranéité de moi-même en tant qu'Assesseur au tourisme sortant. Il faut ajouter qu'à l'époque, quand j'ai appris que certaines informations institutionnelles pouvaient être mal interprétées et causer des malentendus, j'ai contacté immédiatement et contesté les responsables pour prendre les distances avec ceux qui avaient publié et en même temps j'ai signalé au Président de la Région" et cetera.
È la lettera che abbiamo esaminato prima. In questo caso l'Assessore ribadisce il malinteso, ma dice che ha contattato immediatamente e contestato la vicenda ai responsabili per prenderne le distanze. Quando cerchiamo di capire in commissione come sono stati contattati immediatamente e quali sono, le risposte sono disarmanti, perché i responsabili sono l'agenzia che ha effettuato la pubblicazione dei redazionali e la comunicazione è avvenuta probabilmente telefonicamente, tant'è che non esiste all'interno dei carteggi alcuna comunicazione ufficiale. Quello che l'Assessore dice in aula diventa poco credibile, a fronte di quello che asserisce il Sig. Sanguinetti - il responsabile dell'agenzia che ha pubblicato i redazionali e che ha l'appalto in questione -: "mi pare evidente, se vi è un'intervista all'Assessore, come poteva non essere comunicata? L'Assessore parlava di fronte a un giornalista". L'agenzia che ha effettuato il servizio perciò dice: "certo, che abbiamo fatto le interviste, l'Assessore ha risposto e sapeva che queste erano interviste" ed asserisce ancora: "ad un certo punto ci è arrivata la telefonata: "ragazzi, stiamo per uscire in un periodo che ci può creare dei problemi, perché siamo troppo a ridosso delle elezioni" e noi?" - il Sig. Sanguinetti dice - "? abbiamo bloccato".
Probabilmente, allora, è un poco diversa la sequenza dei fatti, non è che d'incanto il 22 aprile l'Assessore scrive la lettera all'allora Presidente del suo movimento, Marguerettaz, e dice: "finalmente sono riuscito a trovare il tempo per leggere "La Vallée", era da un mese che non la leggevo, non comunicavo con il mondo, il mio ufficio era completamente immerso nella risoluzione di tutte le problematiche che il mio predecessore mi aveva lasciato in eredità e guardate cosa ho scoperto"! No, è arrivata la telefonata e non si capisce bene se l'abbia fatta direttamente l'Assessore o il dirigente fiduciario che l'Assessore aveva nominato all'atto del suo insediamento; questo è un altro elemento sul quale andrà fatta qualche riflessione.
Per quanto concerne le interviste, a pagina 11 della relazione conclusiva della commissione: "l'Assessore riferisce che l'agenzia inviava a lui, ogni volta che ne aveva la necessità, giornalisti per interviste: gli diventa difficile ricordare chi fossero i giornalisti delle interviste pubblicate nel mese di aprile". In questo ulteriore passaggio perciò si ammette che erano delle interviste; interviste che peraltro in altri momenti vengono negate, in quanto si dice che non erano interviste, ma dei "tagli e cuci" fatti in redazione e messi in pagina all'insaputa dell'Assessore. Anche su questo emergono versioni contrastanti a seconda delle persone che hanno esposto i loro ricordi su questo fatto e a seconda dei momenti in cui questi fatti sono stati ricordati. È importante anche un altro passaggio che è contenuto a pagina 11 della relazione che è agli atti: l'Assessore assicura che l'Agenzia "Sanguinetti", "autonomamente e senza aver ricevuto richiesta dall'Assessore né dagli uffici", fa pubblicare a proprie spese i redazionali e precisa che prima non aveva mai colto "elementi tali da ritenere di sospendere questo tipo di informazione". Anche questo passaggio, Assessore, è in contraddizione con il fatto che lei scopra solo il 22 che c'è stata questa situazione di pubblicità, perché lei dice espressamente che prima non aveva colto questi elementi.
Questa vicenda, che abbiamo sollevato a luglio e che adesso giunge alla valutazione dell'aula, paradossalmente, era stata sollevata molto tempo prima, anzi direi in tempo reale, dagli stessi colleghi dell'Assessore Cerise.
Va anche detto che, nell'ambito delle carte che sono state acquisite dalla commissione, vi è una lettera inviata dalla "Sanguinetti comunicazioni" al concessionario dei giornali sui quali uscivano i redazionali, dove si dice che va assolutamente inserita la foto dell'Assessore. Anche questa è una di quelle curiosità alle quali difficilmente si potrà dare una risposta, perché è curioso che il pubblicitario, che dovrebbe promuovere l'immagine della Regione, faccia una notazione di inserire assolutamente la foto dell'Assessore. Devo dire - l'ho detto a luglio, lo ripeto oggi - che l'Assessore Cerise è un uomo fortunato, perché ha trovato delle persone che hanno deciso di fargli campagna elettorale senza che lui chiedesse mai niente. A me non è mai capitato! Non so a quanti di voi colleghi sia accaduto, ma a me non è mai capitato.
L'agenzia concessionaria della pubblicità sulla stampa locale, peraltro, dice che ha operato per conto dell'azienda appaltatrice, la "Sanguinetti", per comunicazioni riguardanti il cliente: Assessorato al turismo, ossia la Regione autonoma Valle d'Aosta. Qui allora dovremmo fare altre valutazioni su quello che è il concetto di cliente e su come siano state effettuate queste comunicazioni. Queste comunicazioni, colleghi, sono sicuramente regolamentate dalla legge regionale n. 41/98, sulla quale questo Consiglio ha avuto modo di soffermarsi già a lungo in occasione di un'altra commissione, quest'altra di inchiesta, che si occupò della gestione dell'Ufficio stampa della Presidenza della Regione. Il capo II ha, come titolo, la comunicazione istituzionale e l'articolo 4 disciplina i messaggi pubblicitari; alla lettera d) si dice che: "le rappresentazioni, i messaggi e gli strumenti pubblicitari che contengono informazioni, dichiarazioni o attestazioni di persone ed istituzioni determinate devono essere autorizzate dalle stesse?". Si dice poi: "? il materiale pubblicitario deve riportare il logo dell'ente, la denominazione del settore e dell'organo istituzionale committente?" e "? ogni iniziativa di comunicazione pubblica deve essere realizzata nel rispetto della legge e delle norme contenute nel codice di autodisciplina pubblicitaria?", sul quale faremo una parentesi subito dopo. È evidente che questi principi della comunicazione istituzionale sanciti da una legge regionale sono stati, nella maniera più disinvolta possibile, ignorati, per non dire calpestati!
L'Assessore Cerise ha dichiarato di non aver mai rilasciato le interviste, di conseguenza di non averle mai autorizzate, ciononostante non ha ritenuto di adottare dei provvedimenti a tutela della sua immagine, a tutela comunque di una legge regionale che prevede determinati criteri nell'addivenire alla pubblicazione di notizie non di tipo personale, ma che hanno a riferimento l'attività istituzionale. In questo contesto ben si inseriscono il codice di autodisciplina pubblicitario e anche le norme richiamate dall'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta in merito a come devono essere gestiti i cosiddetti "pubbliredazionali", spesso scambiati per articoli, mentre, invece, sono testi pilotati, scritti e dettati dal committente. La pubblicità deve essere chiara, palese, esplicita, riconoscibile, deve esserlo soprattutto la pubblicità chiamata - con un'espressione impropria - redazionale; da ciò l'obbligo di usare, per gli inserti pubblicitari, un carattere tipografico visibilmente diverso dal resto del giornale e l'evidente dicitura: "messaggio pubblicitario". Su questo aspetto le cronache politiche e l'Ordine dei giornalisti erano già stati interessati in tempi passati da quella comunicazione di parte, che veniva effettuata dal movimento della "Stella Alpina" e che aveva sollevato una serie di problemi sul fatto che doveva essere connotata in maniera ben visibile, e che solo in tempi recenti è stata adeguata alle norme deontologiche giornalistiche.
Queste pubblicazioni in sostanza hanno violato tutta una serie di norme deontologiche professionali e regionali sulla comunicazione e dire che il Presidente della Repubblica, Ciampi, a settembre diceva che la comunicazione ormai è saldamente riconosciuta tra i doveri dello Stato e sempre a settembre, alla Fiera di Bologna al salone del Compa, c'era come slogan: "comunicare la democrazia", proprio per indicare quella che doveva essere la trasparenza e la completezza dei messaggi istituzionali. Devo per certi versi riconoscere al neo Assessore Caveri di attenersi - per ora - a questo tipo di logica di correttezza istituzionale, perché abbiamo apprezzato non solo la programmazione - finalmente! - dell'attività del turismo, ma anche la presentazione con solo dei contenuti scritti e non con degli slogan a sostegno di una gigantografia. Noi pensiamo che questo sia un messaggio di stile per certi versi di come può essere gestita in maniera efficace la comunicazione istituzionale, anteponendo gli interessi istituzionali a obiettivi meno nobili e più personali.
Assessore Cerise, questo tipo di gestione della comunicazione non è connaturato alla sua indole del fare politica, perché, in data 23 settembre, l'Assessorato del territorio, ambiente e opere pubbliche, da lei condotto, emanava un comunicato stampa: "La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore al territorio, ambiente, opere pubbliche, Alberto Cerise, ha deliberato l'ammissione di 67 delle 73 domande", eccetera; Assessore, i cittadini ringraziano della sua proposta ma, se lei avesse messo che: "in applicazione della legge regionale che prevede l'erogazione dei mutui, l'Assessore ha?", probabilmente l'informazione sarebbe stata più completa e corretta. Per rimanere su questo suo stile del fare comunicazione, voglio leggere l'ultimo capoverso di questo comunicato: "Con apposita e specifica comunicazione sarà data notizia agli interessati dell'entità e delle modalità del finanziamento". Mi auguro che "l'apposita e specifica comunicazione" non sia personalizzata e che l'Assessore si dedichi a compiti più importanti che non mandare le comunicazioni "apposite e specifiche" agli interessati. In merito alla questione della comunicazione, penso che tutta la vicenda, indipendentemente dalle valutazioni politiche, da un punto di vista legislativo ed amministrativo, sia stata gestita sicuramente in dispregio di diverse norme di legge.
Anche in questa vicenda della comunicazione e del modo di intervenire sulle vicende, lei, Assessore, ha dimostrato di essere poco rispettoso dei compiti e dei ruoli perché, in data 17 novembre, il Presidente Perron ha informato per iscritto il Presidente della II Commissione delle perplessità da lei avanzate con lettera circa lo svolgimento dei compiti affidati a tale Commissione, in merito all'indagine conoscitiva: lei ipotizzava che l'indagine conoscitiva potesse sconfinare dal mandato consiliare ed assumere le caratteristiche proprie di una commissione di inchiesta. Ritengo che questa sia stata un'indebita interferenza nei lavori di una commissione che, nel pieno delle sue responsabilità e con la condivisione pur nei diversi ruoli, presidente e commissari, stava portando avanti un mandato che il Presidente del Consiglio, recependo la sensibilità del Consiglio, le aveva dato. Penso che anche questo suo tentativo di interferire non sia stato apprezzato dai commissari ed evidenzio che nessuno, né a livello politico, né a livello di funzioni dirigenziali, ha mai fatto rilievi del genere nel corso della commissione di inchiesta che si svolse sul finire della scorsa legislatura.
Rimangono da valutare ancora, a conclusione delle carte emerse dal lavoro di indagine della commissione conoscitiva, i rapporti che sono stati intrattenuti collateralmente alla vicenda di questa pubblicità redazionale. Abbiamo cercato di capire come si fossero costruiti certi incarichi, certe deliberazioni che lei, Assessore, nel periodo antecedente alle elezioni regionali, ha conferito, portandoli all'attenzione della Giunta. Una delle perplessità maggiori sulla quale ci siamo soffermati e sulla quale dobbiamo dire che la sua, Assessore, è stata una mezza verità che forse nascondeva più di qualche bugia, è il modo in cui si è arrivati ad assegnare con deliberazione del marzo 2003 l'appalto per la riedizione di un prodotto denominato "Alte vie". Nell'ambito delle questioni approfondite sull'argomento, e risulta anche nella relazione finale, emerge che lei ha onorato l'impegno di un suo predecessore nell'affidare la deliberazione per la realizzazione di questo progetto grafico. Andando a esaminare la documentazione, è emerso semplicemente che la corrispondenza intercorsa fra l'Assessorato e l'agenzia è limitata a due date, che sono riassumibili nel 13 e nel 27 febbraio? quando l'impegno che lei diceva di andare ad onorare a marzo era quello risultante dalla corrispondenza che era sempre stata intrattenuta da lei, in quanto responsabile dell'Assessorato del turismo, tant'è che la seconda lettera richiama per l'appunto la lettera precedente. In queste due lettere si fanno delle proposte equivalenti ed identiche dal punto di vista della conclusione economica: 32.000 euro, IVA compresa, per la fornitura di videocassette VHS in italiano, francese, inglese, tedesco e giapponese, complessivamente 1.754 cassette accompagnate dall'inserimento degli opuscoli delle "Alte vie". Lei, per quanto concerne l'acquisto di materiale cartaceo e del prodotto "Alte vie" realizzato dall'Agenzia "Sanguinetti", invece comunica che l'iniziativa era già stata assunta dal precedente Assessore e che il suo ruolo era stato unicamente quello di onorare un impegno assunto in precedenza. È vero che certi atti hanno una loro reiterazione e ripetitività negli anni, ma da lì a dire che questa reiterazione consegua con automatismo ce ne passa. Inoltre dovrebbero essere esperite le corrette procedure, che in questo caso non sono state esperite e mi spiego meglio. Nella deliberazione del 10 marzo 2003, rispetto al preventivo di 32.000 euro, lei impegna 48.000 euro, una sommetta significativa come differenza in aumento e dice nel dettaglio: "La proposta riguarda la fornitura di un nuovo opuscolo cartaceo", ma nel dettaglio dei preventivi del 13 e del 27 febbraio? non si parla di opuscolo cartaceo, perché se l'opuscolo cartaceo è quello delle 24 pagine, è compreso nel costo dei 32.000 euro; se invece l'opuscolo cartaceo è un altro, non è quello delle 24 pagine - e dunque sarebbe il motivo dell'aumento di spesa da 32.000 a 48.000 euro -, nell'offerta non se ne parla assolutamente. Quando lei informa che "nel dettaglio la proposta riguarda?", perciò lei da un'informazione sbagliata ai suoi colleghi di Giunta, perché nel dettaglio questa previsione e questa stima di circa 16.000 euro in più di spese non sono previsti. Devo dire di più: la deliberazione del 30 marzo è una deliberazione che intanto viola ancora una volta le norme che questa Regione si è data in materia di assegnazione degli appalti, perché andiamo all'affido diretto. Io sono risalito, per quanto concerne la pubblicazione, la stampa, le riedizioni delle "Alte Vie", al 1996 - probabilmente le "Alte vie" hanno una storia ancora più pregressa -: nel 1996 si è fatto l'appalto, nel 1998 e nel 1999 pure, a maggio 2002 si fa l'affido in economia e si richiedono due preventivi violando il regolamento n. 2/94, che ne prevede la richiesta di tre, nel dicembre 2002, invece si chiedono i tre preventivi. Nel marzo 2003 lei, Assessore, va all'affido diretto. "È ammesso il ricorso diretto?" - dice l'articolo 8, comma 2 del regolamento citato - "? nei casi di imperiosa urgenza o per la specialità dei lavori". In deliberazione non è argomentata "l'imperiosa urgenza" e avrebbe dovuto esserlo; la "specialità dei lavori" è dal 1996, ma probabilmente anche prima? salvo che "l'imperiosa urgenza" fossero le elezioni regionali, ma quella era un'urgenza sua e non sicuramente dell'Amministrazione regionale!
Vi è di peggio in questa deliberazione, perché essa di fatto assegna in maniera diretta, in violazione delle norme regolamentari regionali, dei servizi al di fuori del preventivo - 32.000 euro -, ma attestando il falso! In questa deliberazione l'affido diretto è motivato dal fatto che "l'offerta è?" - testualmente - "? a un prezzo competitivo, pari a euro 0,356". Assessore, non è così: l'offerta non è 0,356, ma 0,536, perciò il presupposto con il quale si è arrivati a dire che il prezzo era competitivo? non era quello il prezzo unitario. In questa deliberazione vi è un dato economico falso, che ha falsato la scelta della stessa Giunta, la quale ha preso per buone le indicazioni contenute in deliberazione. L'Assessore Cerise prima dice che la proposta dell'opuscolo è nel dettaglio del preventivo - non è vero, in tale dettaglio non vi è la proposta dell'opuscolo; ribadisco: se vi è la proposta in questione, l'opuscolo è quello delle 24 pagine comprese nei 32.000 euro; se invece la motivazione, che porta l'impegno da 32.000 euro a 48.000 euro, è un'altra, non è compresa in quel preventivo -; lei poi viola la normativa per affidare i lavori in economia, non richiede i preventivi, non bandisce gli appalti, come era accaduto nel recente passato, e dice che il prezzo è competitivo, ma 0.356 non è il prezzo corretto, perché "il prezzo competitivo" è 0,536. Con questo cosa voglio dire? Che a giugno 1999 - non parlo di un'eternità fa - un appalto era stato assegnato per euro 0,278! Colleghi, queste cifre hanno un riflesso su quello che è accaduto e su altre valutazioni che ognuno di voi è libero di fare o di non fare.
L'Assessore Cerise dice: "all'Amministrazione regionale quei pubbliredazionali non sono costati assolutamente nulla" e il Sig. Sanguinetti asserisce di offrire ai propri clienti questi pubbliredazionali e precisa: "tali pubblicazioni sono state offerte al cliente Assessorato del turismo". Scusate, il cliente Assessorato del turismo è il cliente Assessore al turismo? Noi abbiamo delle forti perplessità, perché il cliente in effetti era l'Assessorato, così come era successo nel 2002 e nel 2001.
È possibile, Assessore, che un'impresa, che sta asfaltando la strada che passa davanti a casa sua, faccia le cunette che non sono previste nel capitolato di appalto. Le cunette sono comunque suolo pubblico, ringraziamo l'impresa per aver lisciato le cunette e nessuno eccepisce nulla, ma se dietro la cunetta c'è anche la rampa di accesso al cortile privato della casa dell'Assessore, siamo sicuri che il fatto che non configuri in qualche misura una di quelle situazioni che, per giurisprudenza costante, per normativa ripresa a tutte le latitudini, sono vietate? È possibile che un amministratore pubblico accetti "regali" da un appaltatore? Noi riteniamo di no e reputiamo di no "in primis" per quanto riguarda la questione etica, per quanto concerne una questione di comportamento. È vero che poi dell'etica ognuno ha una considerazione soggettiva; l'etica imporrebbe anche che certi rapporti di parentela non venissero coltivati nel momento in cui ci si trova a svolgere delle funzioni, che consentono anche di affidare degli incarichi, e ciò dico senza nulla togliere alla professionalità delle persone incaricate. Assessore Caveri - mi perdoni se la cito a più riprese, ma penso che in certi casi si debbano evidenziare i comportamenti e i contrasti fra questi atteggiamenti -, il suo illustre fratello, nonché mio collega e stimato professionista, ha preso incarichi a bizzeffe dalle passate amministrazioni; ho apprezzato che questo esecutivo da quando lei siede in questa Giunta si è astenuta, per il momento, dal creare delle situazioni di imbarazzo con nuovi incarichi. Siamo rimasti sorpresi della sfrontatezza con cui l'Assessore Cerise proponeva di incaricare parenti stretti. È una questione di buon gusto e di comportamenti: noi non condividiamo questo modo di gestire la cosa pubblica! Non le disconosciamo delle capacità, Assessore Cerise, dal punto di vista della conduzione concreta della macchina amministrativa, ma ci sono delle regole! La macchina amministrativa non è sua, la macchina amministrativa è l'amministrazione, gli amministratori passano, le opere compiute dagli Assessori, i fatti e i misfatti restano!
Noi pensiamo allora che le conclusioni che devono essere tratte da questa relazione non possano prescindere dai comportamenti che l'Assessore Cerise ha tenuto nella precedente Giunta e che continua a tenere nella sua rinnovata veste di Assessore alle opere pubbliche. Lei, Assessore, ha mentito a più riprese: al Consiglio, in Commissione, alla Giunta con le deliberazioni, all'aula sulle interpellanze, in Commissione su dati precisi. Negli Stati Uniti d'America, patria della democrazia, alcuni Presidenti hanno rischiato "l'impeachment" ed altri hanno dovuto lasciare il loro scranno presidenziale per aver mentito su questioni in alcuni casi non aventi nulla a che fare con la vita pubblica, ma attinenti alla sfera del privato. Lei, Assessore, ha mentito in maniera reiterata e persistente su questioni che hanno attinenza alla gestione delle cose pubbliche. Penso che l'amministratore, come dovere principale, prima ancora della sua competenza, debba essere trasparente, debba essere credibile per ciò che sostiene. Assessore, il nostro gruppo è arrivato alla conclusione che lei non conosce la trasparenza, che lei non ha quella consapevolezza di scindere il suo ruolo politico dalla macchina amministrativa! È su queste riflessioni conclusive che mi avvio a terminare, rinnovando al Presidente della Regione "in primis", alla Giunta subito dopo, ma al Consiglio tutto, di fare una valutazione effettiva se sia questa la gestione, la trasparenza che noi invochiamo. Se questo è il "cliché" della gestione tipo, non dobbiamo lamentarci se poi sono altri "poteri" che si occupano di riportarci sulla strada della trasparenza, della legittimità e della legalità. Questo consesso, da un anno a questa parte - e quando dico "da un anno" mi riferisco alle vicende che hanno portato alla fine "dell'era Viérin" -, non ha preso un solo provvedimento, né in termini legislativi, né in termini amministrativi, che potesse superare ed ovviare alle distonie, alle illegittimità emerse dalla relazione della Commissione di Inchiesta; situazioni ritengo che sono affiorate ed emerse anche da questa relazione e da questa discussione. L'Amministrazione regionale ha bisogno di nuove regole, di un controllo maggiore sulle proprie procedure.
Auspichiamo che questo dibattito non "passi come l'acqua", che non venga messo nel dimenticatoio come la relazione finale della Commissione di Inchiesta; anche perché, mentre noi stiamo discutendo di questa situazione con ancora il fresco ricordo della commissione di inchiesta, vi è già un'altra inchiesta che riguarda questa Amministrazione per le illegittimità e le irregolarità compiute nell'ambito dell'Assessorato alle Opere Pubbliche. Penso che uno dei primi compiti che gli elettori e i cittadini richiedano a questo Consiglio sia quello di autoriformarsi, di autoregolamentarsi.
Ci riserveremo di intervenire successivamente in corso del dibattito, a seguito anche di ulteriori valutazioni che dovessero emergere.
Si dà atto che dalle ore 10,30 presiede il Vicepresidente Nicco.
Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Il nostro gruppo ad ottobre aveva chiesto che su questa vicenda delle inserzioni pubblicitarie dell'Assessore Cerise vi fosse un approfondimento specifico in commissione, perché avevamo subito colto la gravità di quello che era successo. Abbiamo fatto bene ad avanzare - come del resto ha fatto il gruppo della "Casa delle Libertà" - questa richiesta perché, dall'approfondimento effettuato dalla competente commissione consiliare, sono emersi una serie di elementi che ci permettono di avere un quadro chiaro della situazione su un aspetto che non è irrilevante.
Cosa è successo? Vado subito al fatto sostanziale da cui dobbiamo poi trarre le conclusioni. Il quadro che emerge dai lavori della commissione, da tutti gli elementi che si sono acquisiti in questi mesi è molto nitido e indica che, nei primi mesi del 2003 - ma possiamo anche indicare il periodo in modo più esatto: sostanzialmente nella seconda metà del mese di febbraio del 2003 -, fra l'Assessore regionale al turismo, Alberto Cerise, e l'Agenzia "Sanguinetti" è stata concordata una campagna pubblicitaria finalizzata a dare visibilità all'Assessore e a favorire la raccolta di voti di preferenza nell'ormai prossima scadenza elettorale. Tale campagna doveva svolgersi in un arco di tempo che doveva comprendere l'intero mese di aprile, si sapeva che si sarebbe votato l'8 giugno, quindi non si poteva andare a maggio, perché all'inizio di maggio si presentavano le liste. In effetti la campagna pubblicitaria si è svolta dal 5 aprile al 19 aprile con la pubblicazione di tre informazioni pubblicitarie sul settimanale "La Vallée Notizie", ed esattamente il 5, l'11 e il 19 aprile, e la pubblicazione, l'11 e il 17 aprile, di due informazioni pubblicitarie su "La Vallée Matin". Erano previste ulteriori inserzioni pubblicitarie nel corso dei restanti giorni del mese di aprile, ma la campagna si è interrotta su richiesta dello stesso Assessore, richiesta avanzata il 19 aprile dopo l'uscita dell'inserzione su "La Vallée Notizie".
Ora, quali sono i problemi rilevanti posti da questa campagna pubblicitaria concordata fra Assessore e "Sanguinetti"? Questa campagna è censurabile sotto vari aspetti.
Anzitutto è in contrasto: con la normativa statale che vieta la pubblicità istituzionale nei periodi pre-elettorali, poi con la normativa regionale che disciplina le spese dei candidati alle elezioni regionali e la comunicazione istituzionale, infine con i principi del buon governo e l'obbligo di imparzialità e di correttezza che deve caratterizzare il pubblico amministratore. Oltre a questi elementi di censura che possiamo avanzare, va evidenziato, come ha appena detto il Consigliere Frassy concludendo il suo intervento, che l'Assessore ha ripetutamente e palesemente mentito al Consiglio regionale, proprio per non subire le conseguenze della scelta da lui operata nella primavera del 2003.
Riprendo solo alcuni dei punti, per dettagliare queste affermazioni che ho fatto, almeno sugli aspetti più importanti.
Il contrasto con la normativa statale. La legge n. 28/2000 all'articolo 9 - che non cito perché è stato più volte citato - stabilisce che dalla convocazione dei comizi elettorali non è più consentita comunicazione istituzionale. Ora, la "ratio" e la finalità della norma è chiarissima: si vuole evitare che, non solo nel corso della campagna elettorale - che inizia con la presentazione dei candidati -, ma anche nella fase precedente, i pubblici amministratori che si candidano alle elezioni possano abusare del proprio ruolo istituzionale per una pubblicità personale camuffata da comunicazione istituzionale, che violerebbe i principi della "par condicio". La "ratio" della legge statale, quindi, è chiarissima. È di tutta evidenza che le informazioni pubblicitarie uscite nel corso del mese di aprile 2003 su "La Vallée Matin" e su "La Vallée Notizie" sono in stridente contrasto con la legge n. 28/2000, perché sono comunicazioni istituzionali che non hanno i requisiti dell'impersonalità, né dell'indispensabilità, che sono i due unici casi in cui è consentita la comunicazione istituzionale. Queste comunicazioni sicuramente non sono impersonali, perché sono interviste "ad personam" e sono pubblicate con la fotografia dell'Assessore. Lo stesso Presidente del CORECOM ha evidenziato in commissione che non si tratta di pubblicità impersonale ed è stata citata la sollecitazione alla "Pubbliemme", rispetto a "La Vallée Matin" che doveva pubblicare un'inserzione, in cui si evidenziava la necessità di mettere assolutamente la fotografia dell'Assessore, perché questo era un elemento essenziale. Non si trattava quindi di pubblicità impersonale, neanche di comunicazione istituzionale indispensabile, perché basta leggere questi testi per rendersi conto che non si tratta della comunicazione di un nuovo orario di un servizio pubblico, ma di informazioni pubblicitarie sull'attività svolta dall'Assessore.
Proprio perché la violazione della normativa statale è palese e macroscopica, lo stesso Assessore Cerise inizialmente non ha contestato il contrasto che vi fosse fra questa inserzione pubblicitaria e la normativa statale, cioè non ha mai detto: "sono in regola perché non ricadevamo sotto la normativa della legge", anzi ha più volte affermato che questi erano degli interventi dubbiosi. Rispondendo alla prima interpellanza dei Consiglieri della "Casa delle Libertà" in Consiglio, l'Assessore Cerise dice all'inizio della sua risposta: "Je partage plusieurs passages de l'interpellation et des considérations qu'a fait M. Frassy. Face aux motivations qui auraient déterminé le choix de faire paraître des interviews à paiement, en violation des normes qui régissent l'accès aux moyens d'information pendant la campagne électorale?", eccetera. L'Assessore è quindi ben consapevole, e non contesta che si tratti di violazione delle norme che disciplinano la comunicazione istituzionale nelle fasi che precedono la campagna elettorale; non ha perplessità su questo aspetto, si rende conto, tant'è vero che si scusa anche di fronte ai responsabili del proprio movimento di quanto avvenuto. Non vi è alcun dubbio sotto questo aspetto. Dice ai responsabili del Movimento, al Presidente dell'Union Valdôtaine: "j'ai contacté immédiatement et contesté les responsables pour prendre les distances avec ce qui avaient publié et en même temps signalé au Président de la Région, ainsi qu'aux dirigeants de mon mouvement politique, tout mon malaise et désarroi". Se era tutto in regola, se non era in contrasto con la normativa dello Stato, perché questa costernazione dell'Assessore? In realtà, vi era la consapevolezza della violazione della normativa, cosa che ha indotto a prendere le distanze da quanto successo.
Stiamo parlando di una prima fase che va fino ad ottobre, poi, ad un certo punto, incalzato dalle mozioni presentate in Consiglio e dall'avvio di un'indagine, previa effettuazione della ricerca di una soluzione, l'Assessore, nell'audizione di ottobre in commissione, ha modificato l'atteggiamento, introducendo una tesi nuova: in ogni caso le informazioni pubblicitarie non violano l'articolo 9 della legge n. 28/2000 in quanto avvenute precedentemente alla convocazione dei comizi elettorali. È stata cioè introdotta la tesi per cui la convocazione dei comizi elettorali non si intendeva più, come era sempre stato inteso in Valle d'Aosta, dalla firma del decreto, ma per "convocazione dei comizi elettorali" si intendeva la data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto, quindi non più il 12 febbraio, ma il 19 aprile. Ripeto: guardate che qui abbiamo sempre inteso la convocazione dei comizi elettorali dal momento in cui veniva firmato il decreto dal Presidente della Regione, quando veniva emanato il decreto di convocazione dei comizi elettorali.
La nuova interpretazione della normativa statale è del tutto discutibile. È del tutto discutibile perché la normativa statale non precisa cosa intende per convocazione dei comizi elettorali, noi l'abbiamo sempre intesa nel senso della firma del decreto, tant'è vero che nella nostra legge, quando si vuole far riferimento non alla firma del decreto, ma alla pubblicazione del decreto sul Bollettino ufficiale, come nel caso della questione della denominazione dei gruppi consiliari, si dice: "dalla data di pubblicazione del decreto sul Bollettino ufficiale", lo si dice chiaramente, altrimenti si intende per convocazione la data di firma del decreto. È sempre stato inteso così e del resto, se non interpretassimo così, vuol dire che la legge nazionale non si applicherebbe in Valle d'Aosta perché la legge nazionale n. 28/2000 è stata concepita in modo chiarissimo nelle sue finalità, serve a disciplinare non solo la fase della presentazione delle liste dei candidati, ma anche la fase precedente alla vera e propria campagna elettorale. Il divieto di comunicazione riguarda la fase precedente, tant'è vero che, se facciamo l'esempio delle ultime elezioni politiche (quelle del maggio 2001) il decreto del Presidente della Repubblica è stato firmato il 9 marzo 2003 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il giorno dopo, il 10 marzo 2003; il divieto di comunicazione istituzionale è partito da quella data, non all'ultimo momento come succederebbe da noi. Siccome lo scopo di quella norma di legge è di vietare la comunicazione istituzionale nella fase precedente la campagna elettorale, è chiaro che dobbiamo interpretarla così come è sempre stata interpretata. È solo adesso che viene interpretata in modo diverso. Se la interpretiamo: "dalla pubblicazione sul bollettino", viene meno qualsiasi significato ma, ripeto, in Valle d'Aosta non è mai stata interpretata in questo modo. Ci troviamo quindi, secondo noi, di fronte ad una violazione programmata e clamorosa della normativa statale che vieta la pubblicità istituzionale nella fase pre-elettorale.
L'altro elemento di contrasto riguarda la normativa regionale, nel senso che la legge regionale che disciplina le nostre regole elettorali - la legge n. 3/93 come modificata dalla legge n. 21/2002 - ha introdotto una disciplina per contenere le spese nella campagna elettorale e ha previsto all'articolo 54 ter, comma 2, che ciascun candidato alla carica di consigliere regionale non possa superare per la campagna elettorale una spesa pro capite di 1.500 euro. L'articolo 54 quater inoltre prevede che il rendiconto deve essere presentato da ogni consigliere e devono essere indicati anche i servizi ricevuti gratuitamente. Il Presidente della Commissione regionale di garanzia per il controllo delle spese della campagna elettorale ha a suo tempo chiarito che - cito -:
"Per l'identificazione delle spese relative alla campagna elettorale, occorre prendere in considerazione il periodo dell'effettuazione in funzione elettorale, ossia la destinazione funzionale diretta alla campagna elettorale; pertanto, dando prevalenza alla loro destinazione sostanziale, nelle spese elettorali da rendicontare dovranno includersi, a prescindere dal momento in cui sono state effettuate, tutte quelle finalizzate alla competizione elettorale, così come le spese fatturate anche in tempi successivi alla data delle elezioni o i debiti verso fornitori per spese di cui è stato posticipato il pagamento, o ancora le spese oggetto di fatture non quietanzate".
La spesa per la campagna elettorale, anche se si fa prima di maggio, quindi va indicata, e anche se è gratuita; invece nel rendiconto che è stato presentato dall'Assessore Cerise non vi è alcuna traccia delle spese sostenute per questa campagna gestita dall'Agenzia "Sanguinetti". Va rilevato che quelle inserzioni uscite hanno un costo di almeno 3.000 euro, quindi ci troviamo di fronte a una spesa ampiamente superiore al tetto massimo delle spese personali consentite dalla legge per ogni candidato, quindi si sfora anche il limite di spesa previsto per i candidati nelle campagne elettorali.
Un terzo elemento di censura che evidenziamo nei confronti del comportamento dell'Assessore, è quello di avere più volte e ripetutamente mentito al Consiglio regionale. L'Assessore Cerise, chiamato in causa dall'interpellanza dei Consiglieri Frassy e Lattanzi, nel Consiglio regionale del 23 luglio 2003 ha sostenuto la sua totale estraneità rispetto alle inserzioni pubblicitarie, ha detto: "l'Administration ne peut pas interdire aux journaux locaux de publier des rédactionnels ou toute forme de communication", come se queste informazioni pubblicitarie fossero "cadute dal cielo", fossero state una scelta su cui l'Assessore non aveva niente a che vedere! Anzi ha espresso la sua contrarietà per tale iniziativa e la sua costernazione, ha comunicato ai dirigenti del movimento, eccetera, ed è quanto vi ho già letto. L'Assessore, in sede di commissione, il 13 ottobre 2003, ha ribadito la sua totale estraneità, affermando di non conoscere i motivi per cui l'Agenzia "Sanguinetti" ha fatto le citate informazioni pubblicitarie; ha detto testualmente: "Del perché poi questa società ha voluto, secondo una sua logica aziendale, fare questo tipo di promozione, lo dovete chiedere alla società in quanto non lo so". Affermando la sua totale estraneità dall'iniziativa pubblicitaria, l'Assessore ha mentito in modo palese e spudorato, questo è chiarissimo, perché si tratta di interviste che compaiono sulle informazioni pubblicitarie, vi sono le foto dell'Assessore che documentano di per sé una partecipazione attiva e lo stesso Sanguinetti ha evidenziato in commissione che esisteva una comunicazione fra l'Assessore e l'agenzia ai fini dell'inserzione pubblicitaria. "Mi pare evidente?" - ha detto il Sig. Sanguinetti - "? che se c'è un'intervista all'Assessore, come poteva non essere comunicata? L'Assessore parlava di fronte a un giornalista". L'Assessore è stato intervistato dai giornalisti della "Sanguinetti", sapeva su quale spazio sarebbe andata tale intervista e nell'ambito di quali accordi, ciononostante ha dichiarato al Consiglio di non sapere nulla e anzi di aver protestato appena venuto a conoscenza delle inserzioni pubblicitarie.
L'Assessore inoltre ha mentito anche nel presentare le motivazioni per le quali si è interrotta la campagna pubblicitaria; il 13 ottobre ha dichiarato in commissione: "Se ho preso quella decisione di chiedere che questo genere di comunicazione venisse stoppato, l'ho fatto perché ritenevo che non era desiderata, anche per quanto riguardava una strategia aziendale non era di mio gradimento". Lo stesso concetto è stato più volte ribadito, ha detto ancora: "Quando ho rilevato, come scrissi allora al Presidente della Regione, che questo tipo di informazione non la ritenevo ben centrata verso quello che era un obiettivo condivisibile generale di promozione dell'Assessorato, ho chiesto che questa cosa smettesse". L'interruzione della campagna pubblicitaria prima del previsto però non ha questa motivazione, non era perché non andava bene la strategia di comunicazione. La motivazione era un'altra e lo stesso Sanguinetti ha detto qual è: "Ad un certo punto l'Assessore ha chiesto di interrompere la campagna perché si era troppo a ridosso delle elezioni". L'interruzione è stata decisa perché, con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale del 19 aprile del decreto di convocazione dei comizi elettorali, si determinava una fase nuova, perché si accrescevano ulteriormente i rischi di pesanti conseguenze per la violazione delle normative elettorali, perché gli stessi giornali, a partire dalla pubblicazione del decreto, entravano in una fase in cui avrebbero dovuto sottostare ai controlli del CORECOM. È questo il motivo per cui si interrompe il 19: non era più possibile proseguire nella campagna programmata perché i giornali rischiavano di entrare in una situazione di conflittualità. Questo non c'entra niente con le motivazioni che ha indicato l'Assessore Cerise, che ha occultato al Consiglio le vere motivazioni. Del resto, dal verbale abbiamo visto che lo si dice molto chiaramente, Sanguinetti dice - il Consigliere Frassy lo ha già citato -: "Ad un certo punto ci è arrivata la telefonata: "Ragazzi, stiamo per uscire in un periodo che ci può creare dei problemi perché siamo troppo a ridosso delle elezioni". Anche l'espressione "Ragazzi, stiamo per uscire" indica un accordo, una complicità, un lavorare insieme che è stato programmato e portato avanti tutti quanti insieme. Sotto questi aspetti ci sono, a nostro avviso, delle gravissime violazioni.
Vi è poi un ulteriore aspetto, forse il più grave per un pubblico amministratore, che riguarda i contrasti fra questi comportamenti e i principi del buon governo, dell'imparzialità e della correttezza che deve caratterizzare l'operato di un pubblico amministratore; qui vi sono delle cose molto gravi. L'Assessore Cerise ha dichiarato di non aver pagato personalmente le inserzioni pubblicitarie e, sotto un certo aspetto, se avesse detto: "va bene, ho pagato io, ho sbagliato, non ho tenuto conto?", la cosa sarebbe meno grave; invece ha detto che non ha pagato e anche che i costi non sono stati sostenuti dall'Assessorato.
L'Agenzia "Sanguinetti", dal canto suo, ha affermato di aver commissionato alle concessionarie della pubblicità e sostenuto direttamente i costi per le inserzioni pubblicitarie nell'ambito di un pacchetto di spazi pubblicitari comprati tramite "Gedirama" e "Pubbliemme" su "La Vallée Notizie" e su "La Vallée Matin". Ora, le dichiarazioni dell'Assessorato e di tutti i dirigenti sono state univoche e concordanti nel confermare che l'Assessorato del turismo non ha acquistato alcuno spazio, che l'Assessorato non è stato informato, né coinvolto in alcuna misura nel "confezionamento" di queste inserzioni, che la programmazione e la gestione della campagna pubblicitaria condotta dall'Agenzia "Sanguinetti" nel mese di aprile non li ha assolutamente coinvolti. Qui veniamo dunque al discorso, che già ha fatto il Consigliere Frassy, su chi è il cliente dell'Agenzia "Sanguinetti". L'Agenzia "Sanguinetti" ha detto che si è trattato di una promozione gratuita del cliente Regione-Assessorato del turismo, che si sarebbe dunque trattato di un regalo fatto dall'agenzia all'ente Regione; in realtà, come abbiamo visto, l'interlocutore di questa campagna, l'obiettivo della promozione non è un prodotto, una località, un servizio dell'Amministrazione regionale, ma l'Assessore e l'oggetto della promozione è l'Assessore stesso. La campagna dell'aprile 2003 non ha niente a che vedere con quelle pagine pubblicitarie che "Sanguinetti" ha fatto nel 2002 e negli anni precedenti su alcuni giornali locali ad integrazione della campagna nazionale, è tutta un'altra cosa! Del resto, anche nel 2003 "Sanguinetti" ha continuato a fare delle inserzioni del solito tipo ad integrazione della campagna nazionale, ma qui è una cosa diversa, è una campagna pubblicitaria organizzata in modo sistematico-finalizzato rispetto all'Assessore e che non c'entra niente con quelle cose!
Si è trattato allora di un regalo fatto dall'Agenzia "Sanguinetti" personalmente all'Assessore? Se si tratta di questo, comunque la si rigiri la cosa, è in contrasto con il ruolo di un pubblico amministratore, che deve essere assolutamente imparziale rispetto a chi concorre a fornire prestazioni e lavori per la Regione. Un Assessore non può accettare regali di questo tipo ed entità da un'agenzia che, guarda caso, concorre insieme ad altre a gestire milioni di pubblicità dell'Assessorato del turismo; tanto meno lo può fare sapendo che siamo in presenza di un'agenzia su cui vi è un contenzioso, perché per quell'appalto sulla pubblicità nazionale vi era un contenzioso che andava avanti di anni, vi erano dei ricorsi. Non si può quindi in questo contesto compromettersi in questo modo con un fornitore dell'Amministrazione regionale! Non siamo quindi a posto neanche se, come afferma Sanguinetti nella sua lettera, queste inserzioni pubblicitarie fossero avvenute senza alcun onere per la Regione.
Vi è però qui un'altra domanda che ci facciamo molto grave: siamo poi sicuri che non vi sia stato un mercanteggiamento sommerso, una forma di pagamento occulto? La commissione su questo non ha potuto - non ne aveva neanche il mandato - approfondire più di tanto, però vi è una vicenda sospetta, preoccupante - che è balzata all'attenzione e di cui ha già fatto cenno il Consigliere Frassy. Voglio entrare nel dettaglio sulla pubblicazione dell'opuscolo delle "Alte vie", perché è una questione che merita un approfondimento in quanto è arrivata una nuova documentazione rispetto a quella che è agli atti dei membri della commissione, quando la relazione era già conclusa. Sono cioè arrivate delle fatture della tipografia "Duc" molto significative; su questo capitolo voglio entrare nel dettaglio, perché la questione merita un attimo di approfondimento. Faccio una premessa: la Giunta regionale (non c'è più l'Assessore Lavoyer, c'è l'interim del Presidente Viérin) decide, con una deliberazione del 9 dicembre 2002, di acquistare 8.000 copie dell'opuscolo di promozione turistica "Alte vie" per un importo di spesa di 5.437 euro; vengono richiesti tre preventivi e viene aggiudicata la fornitura alla "Musumeci Industrie grafiche". L'opuscolo è praticamente la ristampa di un tradizionale opuscolo sulle Alte Vie, questo, che viene ristampato in 8.000 copie e viene aggiudicato alla "Musumeci", che effettivamente stampa questa pubblicazione e la mette a disposizione dell'Assessorato nel gennaio 2003. Ora, cosa succede? Il 12 febbraio 2003, un mese dopo che sono arrivati questi opuscoli ristampati, arriva un'offerta dell'Agenzia "Sanguinetti", che propone alla Regione una riedizione - penso che sia anche qui una nuova edizione di un qualcosa che c'era già in passato - di un video sulle alte vie. Il contenuto dell'offerta riguarda circa 1.000 videocassette standard, più 10 videocassette professionali, più 500 DVD con inserimento dei 4 opuscoli in lingua, quindi 500 DVD ognuno con questi opuscoletti cartacei esplicativi, il tutto per un ammontare di 32.000 euro; questa è l'offerta che fa "Sanguinetti". Il DVD di cui parliamo è in plastica, una copertina con dentro un dischetto e una tasca in cui vi sono 4 opuscoletti: uno in italiano, uno in francese, uno in inglese e uno in tedesco. Questo è il preventivo che viene presentato dalla ditta "Sanguinetti". Questo preventivo viene poi confermato con un ulteriore preventivo del 24 febbraio, ma insieme al secondo preventivo, che è simile al primo, cambia pochissimo, ne arriva un altro - che non è stato acquisito dalla commissione consiliare ma che a seguito di un'interpellanza da noi effettuata, abbiamo potuto reperire - in cui Sanguinetti propone che la Regione compri anche 30.000 copie dell'opuscolo in cartaceo per 16.080 euro. Così si arriva alla deliberazione citata dal Consigliere Frassy del 10 marzo 2003, una deliberazione contenente oltretutto un errore che è già stato indicato per quanto riguarda la quantificazione dei costi cadauno, che prevede l'acquisto per 48.080 euro dell'oggetto della prima offerta: i 500 DVD, le 1.000 videocassette e anche 30.000 opuscoli cartacei.
Vi sono due cose che non quadrano in questa deliberazione. La prima: come mai, avendo la Regione appena fatto ristampare un opuscolo sulle Alte Vie in 8.000 copie - che sono appena state consegnate nei magazzini della Regione, e non sono state ancora utilizzate perché siamo a febbraio -, si decide di stampare un altro opuscolo cartaceo sullo stesso soggetto, meno ben fatto, inutile dal punto di vista? in 30.000 copie? Come si spiega questo? È appena arrivato questo opuscolo "Alte vie 1 e 2" e si decide di stampare 30.000 copie di un altro opuscolo? Se c'era bisogno di opuscoli in più, se ne stampavano di più, costava di meno, posso dimostrarlo, basta vedere i calcoli. Perché si decide di stampare 30.000 copie di un altro opuscolo? La spiegazione non c'è.
Vi è un altro dato anche economico: qui vi è qualcosa che non torna nei conti, questi 30.000 opuscoli non sono altro che una stampa aggiuntiva di quelli che erano previsti nel DVD, praticamente sono state stampate 15.000 copie in più del testo in italiano, 5.000 in più in quello francese, 5.000 in più? quindi, invece di stampare 500 copie per 4, ossia 2.000 copie, ne sono state stampate 32.000 copie, ma il costo di queste 30.000 copie aggiuntive di stampa non è 16.000 euro! Questo non lo diciamo noi, ma la fattura della tipografia "Duc", da cui risulta che il costo di tutte le 32.000 copie è di 8.176 euro! Come fa ad essere di 16.000 euro? "Sanguinetti" manda la fattura alla tipografia "Duc" e le due fatture che ha fatto alla Regione? la fattura alla tipografia "Duc"? chiede a "Sanguinetti" di pagare 8.000 euro, IVA compresa, per la stampa dei 32.000 opuscoli e lui fattura 16.000 euro alla Regione per consegna non di 32.000, ma di 30.000 copie, perché poi vi sono altre fatture per l'altra parte e dice: "Ah, ma la differenza sta nel fatto che vi sono i costi di traduzione, di impaginazione, di fotocomposizione, i diritti fotografici". Eh no, perché quei costi lì erano già pagati nei 32.000 euro, perché se si stampava quello era già tutto compreso qui? quindi il costo aggiuntivo doveva essere semplicemente il costo di stampa. Dalla documentazione sembrerebbe che Sanguinetti è stato pagato due volte per lo stesso lavoro, vi sono 8.000 euro che "stanno fuori".
In conclusione, anche se poi vi sarebbero tante cose da dire, il quadro è questo: vi è stato un accordo, che è in contrasto con tutta una serie di normative e con gli obblighi di un pubblico amministratore, con aspetti veramente inquietanti dal punto di vista anche della contabilità e dei costi sostenuti dalla pubblica amministrazione. Questo è il quadro in cui ci troviamo ad operare. Il Consiglio, chiaramente, valuti, approfondisca, chiarisca, però qui ci troviamo di fronte non ad un peccato veniale - qualcuno che ha sbagliato ed è uscito con qualche inserzione -, ma ad un peccato mortale da parte di un pubblico amministratore che non può essere condonato? ad alcuni piace il condono? qui dobbiamo rispettare le regole, i principi, altrimenti è finita la pubblica amministrazione! Ci riserviamo quindi di sentire cosa emergerà nel dibattito, riteniamo che, in base agli elementi emersi in commissione, a dati di fatto e documenti comprovati, la situazione richieda delle scelte molto drastiche.
Si dà atto che alle ore 11,01 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole au Conseiller Rini.
Rini (UV) - Cercherò di essere molto breve e di non complicare ed ingarbugliare ulteriormente un fatto di poca rilevanza rispetto agli importanti problemi che siamo chiamati a risolvere in quest'aula - aula che vorrei ricordare non è, anche se lo sembra, un'aula di Tribunale -; un fatto di poca rilevanza che, purtroppo, qualcuno - e non capisco a quali fini - cerca di ingrandire a dismisura, anche "arrampicandosi sui vetri", per presentare a questo Consiglio delle argomentazioni fuorvianti, prive di oggettività e non rispettose di quanto effettivamente emerso dall'indagine conoscitiva. Come deciso all'unanimità dai componenti della II Commissione consiliare, si è evitato di trarre delle conclusioni lasciando il dibattito aperto in Consiglio. Credo che ognuno potrà, esaminando la documentazione prodotta, trarre le proprie conclusioni.
Vorrei a questo punto esprimere il mio personale punto di vista. Come già fatto rilevare nella relazione, lo scopo dell'indagine era e resta quello di fare chiarezza e dare delle risposte inconfutabili alle richieste di chiarimento che la "Casa delle Libertà" e "l'Arcobaleno-Vallée d'Aoste" avevano effettuato con delle iniziative nel mese di luglio e di ottobre del 2003. I proponenti in sintesi volevano sapere quali erano le motivazioni che, a loro parere, avrebbero determinato la scelta di fare pubblicare interviste durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2003, in contrasto con la legge n. 28/2000, e per quali importi gli oneri delle pubblicazioni sarebbero gravati sui bilanci regionali. L'Assessore Cerise aveva già in quell'occasione dato delle risposte, asserendo che né lo stesso, né l'Assessorato avevano commissionato le interviste e che l'Amministrazione regionale non aveva speso alcunché per gli articoli in questione. Per quanto riguarda le presunte violazioni della legge n. 28/2000, sempre in quest'aula, anche il Presidente della Regione, nella seduta del 1° ottobre 2003, aveva osservato che l'Autorità per le garanzie sulle comunicazioni non aveva rilevato alcuna violazione della legge e che l'operatività della legge n. 28/2000 era da intendersi dalla data di pubblicazione dei comizi elettorali sul Bollettino ufficiale della Regione.
Durante questi 3 mesi di lavoro, abbiamo potuto constatare che le dichiarazioni fatte dall'Assessore Cerise erano corrette e che in effetti, come dichiarato e scritto da Sanguinetti, l'Agenzia, autonomamente e senza aver ricevuto richiesta dagli uffici regionali o dall'Assessore, ha fatto pubblicare a proprie spese i redazionali e che già negli anni precedenti la propria agenzia aveva offerto spazi pubbliredazionali ai propri clienti, compreso l'Assessorato del turismo. Dall'indagine risulta quindi che né l'Assessore, né l'Assessorato hanno commissionato le interviste e che per le stesse l'Amministrazione regionale non ha speso un centesimo. Abbiamo poi potuto rilevare che, per le pubblicazioni prese in esame e oggetto di indagine conoscitiva, non vi sono state violazioni della legge n. 28/2000, in quanto ben tre autorevoli pareri richiesti dalla commissione ed allegati alla relazione in modo univoco sanciscono che, solo a partire dal 20 di aprile del 2003 - giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali sul Bollettino ufficiale della Regione -, il comma 1 dell'articolo 9 della legge n. 28/2000 diventa operativo. Per cui non vi sono state violazioni di legge anche per questo secondo aspetto, in quanto l'ultima intervista presa in esame è del giorno precedente.
Come avrete certamente potuto constatare dalla relazione, la commissione, in particolare per quanto concerne i rapporti tra l'Agenzia "Sanguinetti" e il cliente Assessorato del turismo, ha acquisito anche documentazione, notizie ed informazioni non strettamente legate alle interviste in questione, ma utili per sgomberare il campo da ogni possibile dubbio e da ogni possibile sospetto. Anche con queste ulteriori verifiche non è stata riscontrata alcuna violazione delle procedure amministrative e in tutti gli atti si riscontrano procedure corrette ed assoluta trasparenza.
Termino questo mio intervento con la presunzione di aver dato a quest'aula degli elementi utili ad un sereno confronto che dovrebbe essere all'insegna della correttezza, nel rispetto delle regole e, soprattutto, privo di strumentalizzazione e rispettoso dell'oggettività dei fatti.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (SA) - Confesso che questo dibattito non mi appassiona molto, il clima inquisitorio mi preoccupa, non lo condivido, non è nel mio DNA. Il dovere comunque ci impone di esprimere le nostre considerazioni e mi atterrò a quelle politiche.
L'indagine svolta dalla II Commissione consiliare, finalizzata ad approfondire le presunte violazioni della legge n. 28/2000 in relazione alle comunicazioni su organi di informazione sull'attività svolta dall'Assessorato del turismo, non ci ha consentito fino in fondo di avere un'idea definitiva sulla vicenda in oggetto, perlomeno sotto l'aspetto formale. Buona parte del problema, infatti, ruota intorno all'interpretazione della legge statale n. 28/2000 e della legge regionale n. 3/93, che regola le elezioni per il Consiglio regionale. Questo per quanto riguarda le date oggetto del contendere. L'indagine poi ci ha consentito, anche in seguito alle numerose audizioni, di capire con una certa chiarezza quali fossero i termini reali del problema esaminato. Infine, al di là delle audizioni dei dirigenti e degli operatori del settore, la II Commissione ci allega il parere legale dell'Avv. Gallenca, concernente il riflesso che avrebbe la data di pubblicazione - il 19 aprile 2003 - sul Bollettino ufficiale della Regione del decreto di convocazione dei comizi elettorali rispetto alla data di emanazione - il 12 febbraio 2003 - del decreto stesso nell'applicazione dell'articolo 9, comma 1 della legge statale prima citata. Questo in estrema sintesi il lavoro della commissione che al termine però, come ha sottolineato lo stesso Presidente Rini, non trae alcuna conclusione, ma lascia numerosi dubbi dal dibattito di oggi.
Per quanto ci compete, al di là delle formalità che possono essere state più o meno infrante - e che quindi ci rimandano agli atti -, a noi interessa maggiormente l'aspetto politico della questione, per questo motivo il mio intervento sarà brevissimo e tenderà a sottolineare come spesso si guarda alla pagliuzza nell'occhio del vicino, non vedendo il trave presente nel proprio. Potremmo parafrasare questo dibattito con il titolo della lettera inviata a "La Stampa" il 15 settembre 2002 dall'allora Consigliere regionale Cerise: "Le note stonate per le regionali", evidentemente si riferiva alle elezioni. L'argomento dell'articolo di allora, ispirato anche dal Presidente dell'Ordine dei giornalisti, era il delicato rapporto fra l'informazione e la propaganda elettorale. In quell'articolo il Consigliere Cerise pose una sorta di questione morale - così avrebbe detto il compianto Giovanni Spadolini - alla classe politica, affinché non ricorresse a furberie o altro, non solo nel rispetto delle leggi, ma anche nel rispetto del cittadino elettore. Un monito quindi ai partiti politici affinché censurassero, nei modi previsti dalla legge, eventuali scorrettezze in fatto di propaganda elettorale, personale o partitica, passata e futura, ma faceva un invito anche ai lettori - cito -: "I lettori devono essere accorti quando leggono i giornali al modo come sono confezionati gli articoli e non si facciano sfuggire le piccole scritte laterali".
Fu chiaro a tutti che ciò che motivò questo interesse di allora fu l'iniziativa della "Stella Alpina" di pubblicare su alcuni giornali locali alcune pagine a pagamento. Il problema finì in II Commissione, presieduta proprio da Alberto Cerise, la quale chiese un approfondimento al CORECOM, che mi pare non abbia avuto poi grandi riscontri. Il nocciolo della questione era evidentemente il tipo di pubblicità politica - di per sé ovviamente legittima - che risultava, secondo alcuni, da un lato, poco chiara e, dall'altro, ingannevole per i lettori. La vicinanza della campagna elettorale imponeva a tutti il rispetto delle regole di correttezza e trasparenza. La cosa finì in Consiglio regionale, vi fu una mozione peraltro presentata dal Consigliere Curtaz, ma che poi fu votata all'unanimità da tutte le forze politiche, che si allinearono sull'intesa di operare nel pieno rispetto delle regole giuridiche e deontologiche, e fin qui è cronaca piuttosto nota ai più. Oggi ci troviamo qui allo stesso punto da dove la vicenda è iniziata, con quasi tutti gli attori più qualche comparsa - come me - che di questa vicenda deve trarne purtroppo le conclusioni, perlomeno personali.
Qual è la massima di questa vicenda? Se fossimo maligni, Assessore, le diremmo che ha predicato bene ma, in questo caso, ha razzolato male; noi invece vogliamo dare un giudizio esclusivamente politico sulla vicenda, che non può essere positivo viste le contraddizioni palesi sui comportamenti e sui giudizi espressi dall'Assessore Cerise quando le vicende lo riguardano direttamente rispetto a quando riguardano avversari politici. Termino qui; il nostro giudizio finale lo daremo dopo il dibattito. Non mi aspettavo questa mattina un tono così inquisitorio e le cose che ho sentito mi preoccupano. Sono convinto che nella replica vi saranno dei chiarimenti per indurmi ad avere un giudizio più sereno su questa vicenda che, onestamente, un pochino mi turba.
Président - La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Il mio intervento sarà molto breve, solo per fare un'osservazione e riprendere un argomento che, a mio giudizio, necessita di chiarezza, perché voglio pormi di fronte a questo dibattito anche nella posizione di chi è qui per capire. Non ho sentito toni inquisitori, ho sentito un dibattito serrato, dei colleghi che hanno utilizzato delle argomentazioni forti e le hanno sviluppate in maniera appassionata. Mi sembra che parlare di toni inquisitori sia eccessivo.
Detto questo, voglio fare un'osservazione preliminare su di un luogo comune che sento ogni volta che si affronta un argomento di una qualche delicatezza: c'è sempre qualcuno che si alza e dice che questa non è un'aula di tribunale. Lo abbiamo capito, ma non è che alzando lo scudo "non è un'aula di tribunale" si possa impedire il dibattito su questioni amministrative di una certa delicatezza, su comportamenti politici scorretti, perché non saremo in un'aula di tribunale, ma non siamo neanche nella patria dell'omertà! Vi sono dei consiglieri che hanno interesse a fare chiarezza e a chiedere trasparenza e che quindi si adoperano affinché vengano fatte appunto chiarezza e trasparenza. Ognuno può dire quello che vuole, ma smettiamola con i luoghi comuni! Il primo giorno che sono venuto in quest'aula, non so se il Presidente Perrin se lo ricorda, c'era, come primo punto all'ordine del giorno del Consiglio - nel luglio 1998 -, la convalida degli eletti. Io dovetti intervenire per sostenere che l'allora Consigliere Rollandin era ineleggibile - cosa che poi è risultata veritiera, perché lo hanno accertato tutti, dalla Corte di Appello alla Cassazione -. Ebbene, la prima cosa che il Capogruppo "dell'Union" alzandosi disse fu: "Questa non è un'aula di tribunale". Ma il punto all'ordine del giorno era: "convalida degli eletti", quindi dovevamo parlare di quell'argomento! Questo per dire che è uno scudo dietro il quale molto spesso non c'è niente, perché non siamo qui per fare processi. I processi - come ho detto anch'io in vicende nelle quali vi erano implicazioni penali - si fanno da un'altra parte, mentre qui si fanno delle valutazioni di carattere politico-amministrativo, anche dure se necessario, che rimangono nell'ambito del confronto politico.
Penso che, proprio in questo ambito - questo è l'argomento che voglio riprendere -, oggi sia stato portato in quest'aula un elemento nuovo rispetto al lavoro effettuato dalla II Commissione, che necessita di chiarimento, non solo perché coinvolge l'Assessore Cerise, ma perché coinvolge l'intera Giunta. Voglio richiamare questo aspetto perché, per quanto il Consigliere Riccarand abbia spiegato bene, a sentirla la prima volta sembra un po' complicata, ma è molto semplice e serve a capire cosa è successo nei rapporti fra la Giunta regionale e l'Agenzia "Sanguinetti". Rifacciamo un riassunto. Il riassunto parte con un incarico alla "Musumeci" di fare 8.000 opuscoli sulle alte vie, siamo nel dicembre 2002; "Musumeci" le fa a un buon prezzo e le consegna a gennaio. "Musumeci", peraltro, dice anche: "se ne volete altre copie, ve le faccio ancora a minor prezzo". Questo è logico perché il progetto grafico era fatto, quindi era solo un problema di stampe, farne di più; per questo nel preventivo si dice in sostanza: "se ne volete di più, vi costa pochissimo". Un mese dopo, il 12 febbraio, viene presentato dalla "Sanguinetti" un preventivo per fare un DVD e dentro il DVD un opuscoletto: 2.000 copie in 4 lingue, che costa X lire. Il 24 febbraio "Sanguinetti" fa un'ulteriore offerta di avere altre 30.000 copie dello stesso opuscolo, ma notate: non fa più il ragionamento di "Musumeci" e cioè che le copie ulteriori costano meno, perché l'impianto grafico è già fatto per le prime 2.000 copie (è già fatto ed è già pagato). Sanguinetti chiede di nuovo il pagamento del progetto editoriale: la Giunta regionale paga due volte l'impianto grafico, due volte le traduzioni, due volte le foto! "Sanguinetti" incassa, senza rifare il lavoro, circa 10.000 euro: vi è la prova, vi è la fattura della tipografia "Duc"! La seconda volta non c'è più da rifare il lavoro! Si tratta di un errore, di una svista della Giunta, dei funzionari? Oppure ha un qualche collegamento con la vicenda di cui stiamo trattando? Non voglio trarre delle conclusioni: è un dubbio che pongo. È un dubbio perché è mai possibile - è una domanda che ci siamo fatti tutti e che il Consigliere Frassy più di una volta ha posto all'attenzione dell'aula - che vi sia qualcuno al mondo che fa la pubblicità gratis in una campagna elettorale? Lui ha detto: "Mi sembra strano, a me non è mai successo", figurarsi al sottoscritto!
Può darsi allora che questa campagna non sia così gratis come si vuol far credere, ma che vi sia all'interno del meccanismo di duplice pagamento di una prestazione professionale il corrispettivo di queste inserzioni a pagamento. Questo è un dubbio, un sospetto, però chiediamo che su questo punto venga fatta chiarezza? non poteva farlo il Consigliere Rini, intanto perché la sua difesa era già preparata precedentemente, quindi non è stata aggiornata rispetto al dibattito? però qualcuno della maggioranza lo dovrà fare, soprattutto qualcuno della Giunta, perché o noi siamo dei visionari, o le fatture che ci sono state trasmesse sono non veritiere, oppure questo fatto del doppio pagamento di una prestazione professionale è negli atti della Giunta. Credo che di questo fatto la Giunta se ne dovrebbe preoccupare ed occupare.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Scusate, colleghi, vi tedierò ancora qualche minuto su questa non bella vicenda. Quando venni eletto la prima volta, anch'io mai avrei pensato di poter far parte di una commissione di indagine conoscitiva, di approfondimento; mai avrei pensato che il Consiglio avesse dovuto occuparsi di questioni come queste, invece di occuparsi del programma elettorale o di Giunta e su questo confrontarsi.
Ritengo che la nostra Valle abbia dei grossi problemi - ne abbiamo affrontati in parte alcuni ieri di economia, di sviluppo, di sicurezza sociale -, ma il Consiglio deve occuparsi, credo con amarezza di tutti, anche di vicende che con la buona amministrazione hanno poco a che fare, perché, purtroppo, il nostro ruolo è anche quello di valutare i comportamenti di chi, in piena autonomia, ha accettato di assumersi delle responsabilità di governo, come chi è stato seduto ed è oggi seduto ancora nei banchi della Giunta.
Spero che l'Assessore Cerise non pensi per un attimo soltanto che vi sia qualcuno in aula che ce l'ha con lui personalmente, perché credo che la commissione nel suo operare abbia dimostrato tutta la sua onestà intellettuale, che era dovuta per questa vicenda, e mi è sembrato anche abbastanza stupefacente - uso un termine narcotico - l'intervento del Presidente Rini a difesa di una "cosa" che è indifendibile perché, essendo il relatore della relazione, la relazione stessa contiene degli elementi di dubbio e degli elementi di certezza.
Il collega Curtaz ha appena ricordato gli elementi di dubbio: vi sono delle questioni che creano dei dubbi su cui lei, Assessore, deve dire con estrema chiarezza i meccanismi amministrativi con i quali sono state operate le scelte di quelle deliberazioni, di giustificazione di quei preventivi e di trasparenza di quelle scelte di spesa. Questo lei ce lo deve, perché quei dubbi sono pesanti, sono dubbi di una collusione fra un'agenzia di pubblicità e lei personalmente! Sono pesanti, sono stati detti in mille forme, ma sono pesanti! Lei ha il dovere e anche il diritto di alzarsi e togliere questi dubbi per quanto riguarda le scelte di questa deliberazione delle alte vie, che è una deliberazione delicata.
Vi sono però degli elementi di certezza; credo che ormai nessun Consigliere abbia il dubbio che questa sia una vicenda imbarazzante innanzitutto come politici, perché l'Assessore - lo dico con tutta la moderazione e la serenità che ha chiesto anche il Presidente all'inizio della sua relazione - ha mentito e questo è evidente, è nei fatti; ha mentito a chi gli ha dato la fiducia e anche a chi non gliela ha data, ma che meritava rispetto, di sapere la verità.
Quando l'interpellanza ha sollevato il problema su come veniva gestita la comunicazione dell'Assessorato in un periodo delicato, che qualcuno sosteneva essere di campagna elettorale. Se c'è una serie di cose che ha accertato l'indagine conoscitiva, è che, primo, abbiamo una legge che va chiarita perché gli stessi tecnici ci hanno spiegato, con tanto di pareri scritti, che c'è una lacuna, per cui non è facilmente interpretabile il periodo. Lei allora si potrà mascherare dietro il 20 aprile e la questione sarà risolta sotto l'aspetto della legalità della comunicazione in campagna elettorale, però questa commissione ha chiarito un fatto: che bisogna intervenire sulla legge perché chiarisca in maniera inequivocabile quando si deve smettere di fare pubblicità personale sui giornali a pagamento perché si è in campagna elettorale. Mi spiace, Assessore, che se ne vada? questo lo dice con estrema chiarezza. Dice però anche altre cose con estrema chiarezza, per cui, se qualche Consigliere vuole avere la conferma se eravamo in periodo elettorale o no, la conferma è che, dal 20 in avanti, era certamente periodo elettorale, per un'interpretazione, per una lacuna e per una prassi consolidata, ma vi sono sull'applicazione della legge dei pareri che dicono: "bisogna metterci le mani per chiarirlo". I consiglieri, che avevano la voglia di avere questa risposta, quindi hanno una risposta che, purtroppo, è quella di "mettere le mani" alla legge per chiarire quando siamo in un periodo in cui gli spot a pagamento personali sulle televisioni, sulla carta non si devono più fare. Noi, purtroppo, questa data ancora non ce l'abbiamo, ce l'abbiamo ancora per un'interpretazione.
Vi sono però delle cose che i consiglieri hanno acquisito con assoluta certezza - lo dico per l'onestà che c'è stata in quella commissione -: che l'Assessore è venuto qui e ha mentito quando diceva di non sapere, perché sappiamo perfettamente, abbiamo sentito le parole del Sig. Sanguinetti, che è venuto in commissione, e a precisa domanda: È evidente - io chiedevo a lui - che, quando si ha un rapporto con un cliente come noi, istituzione, e si ha anche un rapporto di appalto - e si ha quindi del denaro che dall'istituzione va all'agenzia di comunicazione -, come minimo ci si aspetterebbe che la relazione sia così fiduciaria e così prioritaria, per cui se l'Agenzia "Sanguinetti" decide a sue spese di fare quattro uscite pubblicitarie, come minimo l'Assessorato ne dovrebbe essere informato, perché questa è un'istituzione, non è un colpo di telefono a un cliente privato - non dico il nome -, per dire: "vi regaliamo due spazi", perché così facciamo bella figura con voi o con l'editore; qui la cosa va comunicata! Risponde Sanguinetti: "Mi pare evidente, perché se c'è un'intervista all'Assessore, come poteva non essere comunicata. L'Assessore parlava di fronte a un giornalista". Io gli chiedo: "Scusi, l'Assessore quindi sapeva perfettamente che stava facendo un'intervista che sarebbe andata su uno spazio pubblicitario da voi finanziato?". "Ma da noi finanziato? rientrava?". "Scusi: sì o no, quando è stato intervistato, lo sapeva o no? È questo quello di cui stiamo discutendo". Sanguinetti: "Se vengo a intervistare lei, è evidente che vengo ad intervistarla e non per fare una chiacchierata". Gli chiedo allora: "Sapeva quindi che sarebbe venuto fuori su uno spazio pubblicitario, a vostre spese, è questo il concetto, lo ha appena detto lei". "È chiaro?" - dice Sanguinetti - "? è logico, mi pare ovvio, questo anche dall'uscita degli articoli, basta leggere l'articolo, è un'intervista", virgolette, parole dell'Assessore: "non è costruito in ufficio, come venne fatto negli anni precedenti quando quella relazione esisteva? di regalo, di informazioni pubblicitarie a pagamento regalate alla "Sanguinetti", ma chi veniva promosso era l'Assessorato, non l'Assessore". Nessun Assessore precedente ha beneficiato di questa cosa, solo l'Assessore Cerise. La domanda che gli ho fatto è molto semplice: "L'Assessore, quando ha rilasciato l'intervista, sapeva che la comunicazione che sarebbe uscita non faceva parte dell'appalto, ma faceva parte di un'informazione pubblicitaria da voi finanziata e sostenuta per azioni istituzionali, chiamiamole così?".
Presidente - ? collega Lattanzi, le ricordo che lei sta leggendo pezzi di verbali?
Lattanzi (CdL) - ? certo, non sono secretati, non mi risulta che abbiamo secretato questa commissione?
Presidente - ? di una commissione io le ricordo un caso analogo?
Lattanzi (CdL) - ? era secretata? non era secretata, lo abbiamo scoperto dopo?
Presidente - ? ma non sono pubblici, ricordo soltanto?
Lattanzi (CdL) - ? io mi assumo la responsabilità, Presidente.
La domanda è molto semplice: "L'Assessore, quando ha rilasciato l'intervista, sapeva che la comunicazione che sarebbe uscita non faceva parte dell'appalto, ma faceva parte di un'informazione pubblicitaria da voi finanziata e sostenuta per azioni istituzionali, chiamiamole così?". "Sì". Presidente Rini, come fa lei oggi a sostenere che questa commissione di inchiesta ha chiarito che non c'è niente, quando lei stesso ha sottoscritto questa relazione, questi elementi? Lei ha sentito come noi, sono a verbale le risposte delle persone sulle domande legittime che avevamo fatto, quindi lei ha condiviso questi elementi. Come fa a dire oggi che non c'è niente? Capisco la difesa d'ufficio, ma c'è un momento in cui la dignità "tira una riga", bisogna fermarsi.
Noi abbiamo un compito gravoso, quando si parla di una persona - ma qui parliamo anche di un Assessore - che percepisce una retribuzione sufficientemente ampia per affidargli delle responsabilità, quindi ha delle responsabilità, altrimenti non ci sarebbe motivo per cui lui prenda più di me. Lui ha delle responsabilità: la prima è non mentire, perché un Assessore che viene in aula e mente, ieri sul turismo oggi sulle opere pubbliche, è grave! Non so se vi sarà un'inchiesta della Magistratura - spero di no -, ma quello che vi deve essere è la condanna politica di un "modus operandi", che non è legittimo sotto l'aspetto politico, non è legittimo che quest'aula venga offesa dalle bugie di chi ha ricevuto da quest'aula? apro una parentesi: questa aula ha dato la fiducia all'Assessore Cerise, Perrin lo ha proposto, quest'aula lo ha votato a maggioranza e gli ha dato la fiducia, quella che lui ha tradito mentendo! E non su un "caso Lewinsky", ma su soldi, su appalti, su gestione di un rapporto di appalto che prevede che questo Signore che ha un appalto con la Regione regali non all'Assessorato, ma all'Assessore, degli spazi a pagamento, da 500 a 750 euro a spazio! Su 10 spazi concessi nell'arco del 2003 per i regali ai clienti, ne sono stati usati 6, 4 all'Assessore.
Presidente Rini, di che vogliamo parlare? Non è successo niente, le opposizioni strumentalizzano? Ma io non sto parlando come opposizione, sto parlando come Consigliere, potrei sentirmi anche di maggioranza in questo momento, di un Consigliere che da un Assessore con delle responsabilità ha subito una bugia e, se ha mentito ieri su una vicenda di quattro spazi, che bastava alzarsi in aula sull'interpellanza del Consigliere Frassy e dire: "sì, scusate, ho sbagliato, ho rilasciato l'intervista in buona fede, sicuramente non siamo in periodo elettorale perché inizia il 20 aprile, chiedo scusa all'aula e mi siedo"? Faceva la sua bella figura di chi, lavorando, può anche sbagliare ma, mentendo, ha avvalorato la tesi non di chi lavorando sbaglia, ma di chi si è fatto gli affari propri con il denaro di tutti, usando un potere e un ruolo che questo Consiglio gli ha affidato! Questo è quello che mi amareggia, Alberto Cerise, e te lo dico guardandoti in faccia, con la stessa onestà intellettuale con cui ti posso stringere la mano fra un minuto, ma hai mentito!
Président - La parole au Conseiller Borre.
Borre (UV) - Ritengo che lo stato d'animo che provava il Consigliere Salzone prima e che provo anch'io adesso - stato d'animo di tanti altri consiglieri - ci porti con difficoltà ad intervenire in un dibattito, che ha preso il tono dell'inquisizione, dove il pensiero di chi espone è la verità: l'Assessore ha mentito perché penso che lui abbia mentito, io leggo fra le righe di tutto quanto è stato detto dall'Assessore solo menzogne.
Vorrei ricordare al Consigliere Frassy, a nome del gruppo "dell'Union", che ci fa piacere che lui abbia grande stima di un nostro Assessore, però non ci fa piacere che lui distingua fra i "buoni" e i "cattivi" con la finalità di cercare di portare una divisione all'interno del nostro gruppo. Anche il Consigliere Riccarand lo ha detto bene: l'oggetto sostanziale della discussione di oggi e della commissione sono i quattro pubbliredazionali comparsi nella primavera scorsa su due settimanali.
Tornando agli esiti della commissione, forse ho letto la relazione anche con un occhio un poco di parte - è chiaro, l'Assessore Cerise è un mio collega non solo di Consiglio regionale, ma anche del movimento ed è una persona di cui ho un'estrema fiducia -, con un poco meno di obiettività di quanto l'hanno letta altri, però credo che in questa relazione non siano emersi, da parte della commissione, atti o conclusioni in base ai quali si possa dire che l'Assessore Cerise ha agito fuori dei termini di legge. "Il committente dei pubbliredazionali non è l'Assessore" - è stato detto - ma è, ed è risultato dall'accertamento della commissione, a tutti gli effetti la ditta "Sanguinetti", che autonomamente li ha commissionati e pagati in quanto facenti parte di una propria strategia di comunicazione aziendale; che questo possa suscitare obiezioni e interpretazioni diverse può essere vero, ma dagli atti traspare questo. Non si è dunque creato nulla di nuovo o di specifico per la circostanza.
Va chiarito - ed è stato chiarito - che queste pubblicazioni non comportavano, e non hanno comportato, alcun onere da parte dell'Amministrazione regionale, come è stato verificato dalla commissione, né hanno determinato una riduzione quantitativa e qualitativa del raggruppamento di impresa "FCB Italia" di Milano e "Sanguinetti Comunicazioni", nell'attuare la campagna pubblicitaria della Regione della quale era aggiudicataria.
Alla ripresa dell'attività del Consiglio regionale, dopo la pausa elettorale, si è iniziato a contestare da parte di forze dell'opposizione che queste pubblicazioni, a detta loro, generavano violazione di legge in quanto potevano non essere una promozione dell'Assessorato, ma dell'Assessore. Sulla questione della violazione di legge tornerò più avanti, mi preme qui dare una risposta a quest'ultimo quesito facendo almeno due riflessioni personali.
La prima riflessione concerne il momento in cui si sono promossi i pubbliredazionali, in quanto all'epoca l'Assessorato del turismo compariva sovente nelle cronache in relazione alle note vicende di cronaca giudiziaria e anche, possiamo dire, di cronaca nera. Faccio un inciso: la risonanza negativa della vicenda giudiziaria stessa è, a mio giudizio, andata ben al di là della reale portata dei fatti e confido che venga riportata alla giusta dimensione. Sono certo che lo svolgimento dell'azione giudiziaria porterà alla favorevole revisione della posizione degli amministratori regionali coinvolti. Chiudo qui l'inciso. In questo contesto di pubblicità negativa trova ragione la strategia di comunicazione adottata dalla ditta "Sanguinetti", in aggiunta a quanto stabilito contrattualmente e senza oneri a carico della Regione.
La seconda considerazione riguarda il fatto che, innegabilmente, i redazionali promuovono l'Assessorato e la sua attività, ma è altrettanto innegabile che, per una sorta di "trascinamento", vi sia anche il coinvolgimento dell'Assessore in quanto soggetto responsabile delle politiche attuate. Qui non possiamo tacere un fatto non di poca importanza: lo stesso Assessore Cerise, nel momento in cui ha ritenuto che le pubblicazioni contestate potessero suscitare malintesi, ne ha chiesto la sospensione prendendo le distanze dall'iniziativa.
La vera considerazione politica che deve emergere da questi fatti è che comunque manca - per cui dovremmo provvedere - una regola, un principio a cui riferirsi per stabilire esattamente quale sia la comunicazione istituzionale, ovvero la comunicazione propria relativa a un ente pubblico, disgiunta da quella di chi lo rappresenta.
Per entrare nel merito del lavoro della Commissione, debbo dire che la lettura dei verbali mi ha portato a rilevare come, nell'ambito di questa indagine conoscitiva, alcuni consiglieri dell'opposizione, nell'esaminare i fatti, abbiano già allora costantemente cercato di trasformare l'indagine conoscitiva in un'inchiesta vera e propria, cosa che poi si è verificata anche all'interno di quest'aula. È chiaro che la parola "commissione inquisitiva" non piace al Consigliere Curtaz o a tanti altri, ma vi sono metodi di condurre un'indagine conoscitiva e poi esaminare i risultati, che non sono senz'altro quelli che a volte si portano avanti da parte di certi consiglieri, perché il rispetto umano, il rispetto di ciascuno di noi dovrebbe essere al di sopra dei dubbi fintanto che non si hanno le certezze per poter condannare!
Vorrei ricordare che anche noi della maggioranza abbiamo votato la Commissione conoscitiva e che vi ha aderito anche l'Assessore Cerise, quindi nessuna preclusione a conoscere la verità sui fatti, anzi! Che siano fatti però che non siano continuamente solo delle posizioni personali per voler castigare qualcuno!
Devo rendere merito al senso di responsabilità di altri consiglieri in commissione, che hanno sempre cercato di riportare il dibattito e anche le verifiche in maniera più propria; comportamento che è stato premiato dal fatto che la relazione della II Commissione è stata firmata da tutti, a testimonianza dell'equità e della correttezza dei contenuti.
Ora, cosa emerge dall'analisi dei fatti, dalla documentazione in nostro possesso e dagli stessi pareri voluti da alcune forze dell'opposizione? Emerge chiaramente che non vi è stata violazione alla legge e qui apro una parentesi: mi è parso strano e anche indelicato il fatto di non accontentarsi di un parere di un legale dei nostri uffici, ma si è voluto ricorrere anche all'esterno. Normalmente si ricorre all'esterno - almeno ho sempre letto nelle deliberazioni - quando non si trovano delle professionalità competenti in materia; qui c'era il parere di un funzionario che lavora in quel settore, quindi pensavo che il suo parere fosse valido; se n'è voluto un altro, poi il risultato è stato lo stesso.
Per quanto riguarda i rapporti con la ditta "Sanguinetti", risulta che l'Assessore Cerise non ha fatto altro che sottoporre alla Giunta regionale la terza tranche della campagna pubblicitaria prevista, previa acquisizione di idonei pareri legali e in adempimento degli obblighi contrattuali. Qui, cari colleghi, ricordo che la deliberazione di affidamento della terza parte della campagna pubblicitaria fu oggetto di esame da parte della Corte dei Conti che, dopo attenta analisi della questione, ha archiviato il procedimento, riconoscendo la correttezza della scelta, come era stato indicato dal legale dell'Amministrazione regionale. L'altra fornitura in questione riguarda le videocassette, DVD ed opuscoli relativi alle alte vie. Dall'esame della documentazione, non emerge alcun elemento che possa anche minimamente far pensare che l'acquisto non sia avvenuto secondo procedure di trasparenza amministrativa; dal dibattito invece che si è svolto stamattina? sono convinto che l'Assessore porterà chiarezza sugli elementi che sono stati sollevati, questo è necessario per tutti? lo hanno sollevato altri colleghi.
Esaminata la relazione della commissione, tratte le dovute conclusioni, sia pure con amarezza, ritengo di dover censurare il comportamento contraddittorio e scorretto di chi ha voluto fare un processo, ma non ne ha accettato le risultanze e, di fronte ad esiti chiari, ha continuato, con campagne diffamatorie, a divulgare notizie ed affermazioni anche gravi, ben sapendole infondate. Forse si spera di ottenere comunque dei risultati secondo il principio che, diffamando e accusando, qualcosa resti? A parte l'attitudine di porre sempre in giudizio gli altri - cara ai colleghi "dell'Arcobaleno" -, ciò che appare poi politicamente contraddittorio è che questo scorretto modo di agire avviene, da parte della "Casa delle Libertà", secondo metodi e attitudini - vedi l'attacco personale, lo screditamento e via dicendo - che questa stessa forza politica, a livello nazionale, attribuisce agli avversari.
In conclusione, chiaramente anche in attesa dei chiarimenti da parte dell'Assessore - che in parte conosco, ma non sono senz'altro in grado di spiegarvi in maniera compiuta come lo farà l'Assessore -, preso atto dell'inesistenza delle infrazioni ipotizzate e della correttezza dei rapporti con i soggetti imprenditoriali chiamati in causa, si può rilevare come sia stata sottovalutata, dall'Assessore Cerise, nelle pieghe delle contingenze del momento, l'interpretazione dei redazionali per rapporto al momento e al modo in cui sono stati condotti, come peraltro ammesso ad un certo punto dallo stesso Assessore Cerise, quindi trattasi di inopportunità, non di illegalità o illegittimità o altre violazioni di norme. In attesa di altri chiarimenti sul dibattito, pertanto, annuncio fin d'ora all'Assessore Cerise solidarietà e fiducia e un ringraziamento alla commissione per aver portato un lavoro con la firma di tutti alla discussione di questo Consiglio.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Nel mio intervento vorrei rispondere ai dubbi legittimi - come sono legittime le nostre osservazioni -, ai dubbi formulati, prima in modo un po' affermativo, dal Presidente Rini, poi in modo più dubitativo dal collega Borre.
La commissione aveva un compito: quello di cercare di conoscere e ha messo sul tappeto tutte le informazioni che sono emerse, ha cercato di conoscere i fatti, i documenti e come i vari soggetti hanno raccontato questi fatti. La commissione aveva come elementi di conoscenza: dei documenti scritti e il riassunto che i vari soggetti hanno fatto relativamente alla questione che si stava analizzando. Credo che anche il racconto, la descrizione fatta dai soggetti interessati vada presa in considerazione seriamente, perché o i documenti scritti valgono per le parole che ci sono e le parole dette dai vari soggetti valgono per il significato che hanno, oppure è inutile che ci mettiamo qui a leggere, a parlare, a cercare di capire. Vorrei che fosse chiara questa premessa.
In commissione si è cercato da parte di tutti di capire il più possibile e di mettere nero su bianco le cose che avevamo compreso condividendole, dicendo: "tutto il resto, tutte le altre cose che ciascuno di noi ha capito, ma che non sono condivise da tutti, le lasciamo al dibattito dell'aula". Sarebbe stato quindi sorprendente se stamani ci fossimo limitati a leggere la relazione e a dire: "Tout va bien, Madame la Marquise", lo abbiamo detto con molta chiarezza nelle conclusioni: si rinvia al Consiglio regionale il confronto politico.
Reputo che nel confronto politico si debbano dire le cose che pensiamo, che capiamo, con l'atteggiamento continuo di chi dice: "se poi altre considerazioni o altre documentazioni mi smentiscono, disponibile a cambiare idea". In questo momento siamo chiamati a capire cosa è successo, che significato hanno quelle famose inserzioni pubblicitarie IP apparse su "La Vallée" del 5, 12 e 19 aprile e su "La Vallée Matin" dell'11 e 17 aprile. Qui c'è un primo fatto - e questo è un fatto e non possiamo negarlo, nessuno -: si tratta di inserzioni pubblicitarie IP. Lì è ben chiaro, chi ha letto i documenti e chi è informato sa bene che sono informazioni, notizie inserite su un giornale a pagamento, questo è chiaro! C'è quindi qualcuno che ha pagato e nella relazione sono anche indicati i prezzi, che non abbiamo detto noi, ma che le agenzie concessionarie hanno indicato; quindi c'è un prezzo!
Notiamo che siamo ad aprile, siamo in un periodo pre-elettorale: è inevitabile che - qui voglio proprio dirlo - (al di là della questione sulla legittimità o meno di tali esternazioni in periodo elettorale; questo lo metto fra parentesi in questo momento perché sarebbe un discorso troppo ampio, quindi non lo prendo neanche in esame) - ci si chieda perché sui giornali locali in quel periodo sia stato privilegiato un Assessore, un personaggio politico, "quell'Assessore", "quel personaggio politico" e non altri. Tutti gli altri Assessori in Giunta lavoravano bene, il Presidente lavorava bene, ma c'era "quello" presente negli IP, non negli articoli, negli IP, quindi nelle iscrizioni a pagamento, perché? Questa è la domanda che ci siamo posti. A questa domanda vi è stata una prima risposta, che è venuta in aula? dalla lettera di Sanguinetti, nella quale egli dice: "Guardate che sono spazi pubblicitari, spazi a pagamento, ma io ho comperato questi spazi"; inoltre dichiara anche di aver omaggiato il cliente: è un omaggio che ha fatto all'Amministrazione regionale. Nella lettera si dice: "Le pubblicazioni sono state integralmente pagate dalla scrivente agenzia, senza che fosse posto onere alcuno a carico della Regione autonoma Valle d'Aosta". Qui, quindi, il problema sembra chiaro.
Chiedo scusa se ripeto alcune cose. Cercherò di procedere in modo schematico, senza dilungarmi troppo su tutta una serie di elementi già emersi in aula, ma mi interessa dare una lettura dei documenti e delle informazioni emerse in commissione. Ci sono alcuni dati chiari: vi sono degli IP a pagamento, vi è l'Agenzia "Sanguinetti" che dice: "questi li ho pagati io" e si può anche capire: l'Agenzia "Sanguinetti" ha un appalto, si è già ricordato sulla campagna pubblicitaria della Valle d'Aosta poi ha visto accolta dallo stesso Assessorato una proposta di pubblicazione di DVD per un totale di 48.000 euro. È comprensibile quindi che l'Agenzia "Sanguinetti" faccia un "agrément" nei confronti di un suo cliente; è un "agrément" che fa parte delle sue modalità di rapportarsi con il cliente e quindi anche con l'Assessorato del turismo, che è uno dei suoi tanti clienti. Tutto sembra chiaro. Perché allora ci siamo posti i problemi? Perché costituiscono un problema questi articoli a pagamento? Se noi leggiamo quello che è scritto nella relazione, ciò che è emerso e anche il racconto che i vari personaggi interessati alla vicenda hanno dato, emergono alcune indicazioni contrastanti. Non possiamo far finta che non vi siano, non possiamo far finta di non sapere che il cliente dell'appalto è l'Assessorato, mentre in realtà il cliente reale di quegli IP è l'Assessore; l'intervistato è lui, è sua la foto, che appare su esplicita richiesta, questo è chiaro. La raccomandazione - fatta in grassetto e sottolineata -: "Va assolutamente inserita la foto dell'Assessore nel materiale da pubblicare su "La Vallée Matin" dell'11 aprile", è riportata da un ordine di Sanguinetti al concessionario; quindi è chiaro che vi è da parte di Sanguinetti la volontà di dire: "attenzione, la foto ci vuole lì". Non solo, ma che sia l'Assessore l'interessato lo dimostra il fatto che è lui che interviene presso Sanguinetti per chiedere di sospendere la pubblicazione di questi articoli.
Il fatto, come dicevano anche altri, che vi sia questo slittamento di interesse dall'Assessorato all'Assessore lo dimostra la comparazione che possiamo fare tutti, confrontando questi IP con le altre iscrizioni pubblicitarie che nella documentazione ci sono. Non aggiungo altre cose, leggo, ma senza estrapolare, leggo cercando di capire. La commissione ha acquisito una serie di IP (informazioni pubblicitarie) pubblicate a pagamento dalla "Sanguinetti" per l'Assessorato del turismo o per altri assessorati, quindi per l'Amministrazione regionale e la differenza è eclatante. Se mettiamo a confronto le due tipologie, vediamo che nelle normali iscrizioni pubblicitarie c'è un testo redazionale descrittivo, vi sono fotografie delle vacanze più belle? dei luoghi per il turismo? vi sono addirittura gli stessi testi che appaiono più volte. Faccio un esempio: se prendiamo in considerazione "La Gazzetta Matin" 7 aprile 2003, 14 aprile 2003, 12 maggio 2003, vediamo che appare un redazionale: "Il giusto binomio turismo-natura è l'agriturismo". È tipico quindi dei redazionali essere utilizzati più volte, perché fa parte della strategia comunicativa di ogni agenzia di pubblicità comperare gli spazi e fare degli "agréments" ai propri clienti. Le IP (informazioni pubblicitarie) di cui ci stiamo interessando adesso, quelle di aprile 2003, sono costruite in modo totalmente diverso. Ripeto: sono interviste corredate da foto, non solo, ma è un "agrément" che l'Agenzia "Sanguinetti" fa nei confronti non dell'Assessorato del turismo, ma dell'Assessore Cerise ed è un "agrément" che è stato concordato in modo chiaro. Gli uffici dicono che era normale che l'agenzia regalasse all'Amministrazione alcune inserzioni pubblicitarie, ? Sanguinetti stesso dice: "la scelta di quando e dove far pubblicare un'informazione pubblicitaria viene decisa in modo autonomo". Il Sig. Sanguinetti è chiaro a proposito e dice: "nell'arco di un anno, in base all'andamento dell'azienda, decido e dico: bene, facciamo qualche redazionale, chiediamo ai nostri clienti, ma in modo del tutto autonomo, senza aver richieste dai clienti". In questo caso, invece, c'era un accordo preciso e non sono io a dirlo, è lo stesso Sanguinetti che dice: "L'Assessore si era preoccupato e ha detto: "ragazzi guardate che?" - come è già stato detto - e : "Mi pare che fossero slittate le uscite che avevamo concordato antecedenti a certe date". Vi è quindi un accordo ben preciso. Era stato previsto un piano programmato, in modo che tutto finisse entro la data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni. Quando questo piano salta, quando gli IP arrivano a ridosso del periodo elettorale, sancito dalla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni sul Bollettino ufficiale della Regione, allora l'Assessore interviene.
Altra cosa - e qui riprendo la descrizione dei fatti ricostruita dai protagonisti e non dalla sottoscritta -: l'Assessore afferma di non aver mai acquistato nessuno degli spazi pubblicitari riguardanti gli articoli in questione, né personalmente, né come Assessorato e quindi di essere estraneo alla vicenda e pare dirci: "guardate, vi porto due prove per dimostrarvi che sono estraneo alla vicenda: la prima, non mi sono affatto accorto di essere stato intervistato?", ma lo stesso Sanguinetti lo smentisce perché - come ha ricordato prima il Consigliere Lattanzi -, a domanda precisa, Sanguinetti risponde che l'Assessore, "quando rilasciava le interviste, lo sapeva"; la stessa Dirigente Cazaban dice che lo sapeva, che era per quello. Abbiamo quindi da parte di altri attori della vicenda una smentita rispetto all'affermazione: "non sapeva di essere intervistato". Ancora: l'Assessore dice - così appare, io faccio una lettura dei racconti che vengono fatti dagli interessati, non mi invento le notizie - di non essersi affatto accorto dell'apparizione dei diversi redazionali a pagamento che lo riguardavano, ma lui stesso dice, quando ha visto l'articolo del 19, di essersi subito preoccupato di telefonare a Sanguinetti, quindi ha seguito la pubblicazione di quell'articolo e aggiunge: "prima non avevo mai colto degli elementi tali da ritenere di sospendere questo tipo di informazione". Aggiunge: "peraltro l'informazione era perfettamente coerente con le valutazioni e le indicazioni, le date". Poi ancora: "se vi fosse stato qualcosa di effettivamente contrario all'Assessorato, allora sarebbero state fatte delle rettifiche, come è successo".
L'Assessore quindi ha contribuito alla "materia" della costruzione di questi IP, sapeva di queste informazioni pubblicitarie, ne ha seguito puntualmente l'uscita, ne verificava il contenuto. Come dire: tutto era ok, corrispondente agli accordi che erano stati fatti, fino all'uscita del 19 aprile e abbiamo già detto perché.
Vorrei dire ai colleghi, che hanno rimproverato ad alcuni membri della commissione di volersi inventare delle conclusioni o di falsare i fatti, che i fatti ci portano a queste conclusioni. Vorrei che chi ha affermato che noi abbiamo presentato delle argomentazioni fuorvianti entrasse nel merito e che, nel merito, vi entrasse l'Assessore in particolare, per vedere se sono fuorvianti queste interpretazioni.
Non possiamo dire che l'Assessore non abbia mentito: l'Assessore ha mentito, non ha raccontato quello che sapeva, quello che è successo, al Consiglio, alla Giunta e al suo stesso movimento; ha ripetuto la sua versione dei fatti anche in commissione e ha raccontato la versione dei fatti che lui voleva che arrivasse. Perché ha mentito? Non penso che sia professione di un Assessore, neanche dell'Assessore Cerise, il mentire così normalmente però, se lo ha fatto, vi sono delle giustificazioni; noi non lo sappiamo, finché lui non ce lo dice, possiamo fare delle ipotesi. Uno mente in genere perché non può o non vuole dire la verità: forse non poteva o non voleva dire che aveva utilizzato un "agrément", che era tipico, fatto all'Assessorato, per farlo diventare un "agrément" personale; forse non poteva e non voleva dire che c'era stato un accordo chiaro, una pianificazione delle uscite, dei contenuti di queste informazioni pubblicitarie; forse non poteva o non voleva dire che aveva utilizzato la sua posizione di Assessore per farsi una campagna personale pubblicitaria in un certo periodo; forse - e questa è l'ipotesi più inquietante su cui vale la pena di indagare ulteriormente, dopo le argomentazioni portate avanti dal nostro gruppo in aula oggi - non poteva o non voleva dire che aveva attinto i soldi per pagare tale campagna dal budget dell'Assessorato, cioè dai soldi della comunità. Se questo fosse vero, sarebbe gravissimo, Assessore, perché questo farebbe emergere da parte sua dei comportamenti che non ci sembrano adeguati a chi deve svolgere una funzione pubblica, cioè farebbe emergere dei comportamenti di non trasparenza nei rapporti istituzionali con il Consiglio, con la commissione, con la Giunta e, cosa ancor più grave, se fosse vero, sarebbe il comportamento di chi ha utilizzato a fini privati dei fondi pubblici.
Credo che l'Assessore debba aiutare il Consiglio e la Giunta a capire perché, di fronte a questi dubbi, ritengo che nessuno possa rimanere indifferente e occorra un'ulteriore informazione e un'ulteriore riflessione.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Solo per chiedere una sospensione dei lavori per una riunione delle forze di minoranza.
Président - Si vous souhaitez, on peut suspendre le Conseil et on reprend à 15 heures 30.
La séance est levée.
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La séance se termine à 12 heures 39.