Oggetto del Consiglio n. 308 del 18 dicembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 308/XII - Procedure di nomina del Rettore dell'Università della Valle d'Aosta e progetti di sviluppo dell'Ateneo. (Interpellanze)
Interpellanza
Preso atto delle comunicazioni fatte dal Presidente della Regione circa il rinnovo delle cariche all'Università della Valle d'Aosta;
Appreso che la designazione di un nuovo Rettore da parte del Presidente della Regione pare sia avvenuta in seguito ad intoppi burocratici e procedurali;
Considerata l'importanza che è chiamata a rivestire l'Università della Valle d'Aosta nel mondo culturale della nostra comunità;
Ritenuto opportuno conoscere con maggior precisione le motivazioni di tale scelta, anche sulla base delle competenze attribuite dallo Statuto al Consiglio dell'Università;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per conoscere:
1) di quali nominativi era composta la rosa dei candidati proposti dal Senato Accademico;
2) quali sono le valutazioni che hanno indotto il Presidente della Regione a non rinnovare l'incarico al primo rettore dell'Università della Valle d'Aosta e a nominare un nuovo rettore;
3) quali sono gli intendimenti della Giunta circa i nuovi progetti di sviluppo che dovrebbero caratterizzare questa nuova fase di vita dell'Università della Valle d'Aosta.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Riccarand
Interpellanza
Premesso che:
- il Presidente della Regione nella sua veste di Presidente del Consiglio dell'Università della Valle d'Aosta ha provveduto con proprio decreto a nominare il nuovo Rettore;
- tale procedura straordinaria è stata motivata con una presunta invalida costituzione del Senato Accademico e con la conseguente invalidità delle proposte dallo stesso formulate;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano le cause dell'invalida costituzione del Senato Accademico e quale sia allo stato la situazione di tale organo;
2) se non ritenga opportuno considerare temporaneo e provvisorio il suo decreto e operare per riportare in seno agli organi statutari competenti l'individuazione della terna per la nomina a Rettore;
3) quali sono i motivi che hanno portato all'esclusione della riconferma del Rettore uscente.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
Président - Nous passons à examiner conjointement les points n° 26 et n° 31 à l'ordre du jour.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - La nostra interpellanza prende spunto dalle comunicazioni che sono state fornite al Consiglio nella passata riunione dal Presidente della Regione rispetto alla nomina del nuovo Rettore dell'Università. Nel comunicarci la nomina del nuovo Rettore dell'Università, il Presidente ha motivato questa nomina e ha fatto più o meno questo ragionamento, che riassumo in questo modo. Secondo lo statuto, dovrebbe essere il Senato accademico, cioè l'organismo tecnico a cui competono la programmazione, il coordinamento dell'attività didattica e di ricerca dell'ateneo, a proporre una rosa di nomi fra i quali l'organo politico dell'Università, cioè il Consiglio dell'Università sceglie il rettore da nominare. Il Presidente Perrin ha detto: "noi, nella seduta del 25 novembre, come Consiglio dell'Università ci siamo accorti che il Senato accademico, che aveva fatto la proposta della rosa di nomi, non era costituito validamente. Cosa dovevamo fare allora? Ormai non si poteva più prorogare il rettore attuale, perché stavano scadendo i 45 giorni concessi dalla legge per la proroga e quindi abbiamo dovuto nominare un nuovo rettore e abbiamo scelto il Prof. Passerin d'Entrèves".
Esprimo - lo dico qui, che sia molto chiaro - il massimo rispetto per il Prof. Passerin d'Entrèves, ho un "pregiudizio" positivo nei confronti di questa persona: non lo conosco, ma ho sempre un "pregiudizio" positivo nei confronti delle persone, quindi non ho alcun elemento per avere valutazioni negative, non mi interessa, quindi non vi è nulla di personale in quello che sto dicendo.
Le confesso, Signor Presidente, che quelle motivazioni mi sono sembrate delle scuse burocratiche, infatti abbiamo utilizzato nella nostra interpellanza le parole "intoppi burocratici e procedurali" per indicare il tipo di motivazioni che lei aveva presentato. A noi sembrano motivazioni un po' scarne; forse lei non voleva farlo in quel momento, non era tenuto a farlo, forse lei ha pensato a una comunicazione istituzionale molto scarna e va bene, adesso però che è interpellato dovrebbe proprio precisare meglio i motivi, le valutazioni che sono alla base di questa scelta.
Sarebbe interessante capire - come diciamo nella nostra interpellanza - quali sono le valutazioni che il Presidente ha fatto nei confronti dell'operato del rettore precedente che è stato il primo Rettore dell'Università. Scaduti 3 o 4 anni del suo incarico, non è stato rinnovato nella carica, probabilmente vi sono delle motivazioni, degli elementi di criticità che hanno indotto il Presidente a non rinnovare la fiducia a questo rettore; probabilmente vi sono delle valutazioni che hanno indotto il Presidente a scegliere un'altra persona, ma perché? Cosa significa questo cambiamento?
Il Presidente, fra l'altro, nella sua comunicazione molto schematica ha detto anche che questa nomina rappresentava "une ouverture nouvelle pour l'Université de la Vallée d'Aoste", quindi una nuova apertura, nuovo programma, nuovi progetti? non so cosa intendeva per "nuova apertura", per questo motivo abbiamo posto una domanda circa gli intendimenti della Giunta rispetto ai nuovi progetti di sviluppo, che dovrebbero caratterizzare questa nuova fase dell'Università della Valle d'Aosta affidata ad un nuovo rettore. L'impressione è che lei abbia voluto fare un taglio netto fra l'operato del primo rettore e quello che dovrebbe essere invece l'operato di questo nuovo rettore. Conoscendola, lei in genere non agisce di istinto, è una persona molto equilibrata, procede con molta attenzione prima di prendere delle decisioni, quindi se ha preso tale decisione è perché vi sono delle motivazioni alla base. Vorremmo conoscere queste motivazioni altrimenti, se non vi sono queste motivazioni alla base, lei capisce che la semplice motivazione "intoppi burocratici e procedurali" apparirebbe fragile ed inconsistente: uso il condizionale perché non ho elementi di valutazione, li sto aspettando.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Alcune brevi ulteriori considerazioni ad illustrazione dell'interpellanza.
La questione è nota ed è stata anche in parte affrontata durante le comunicazioni effettuate dal Presidente durante lo scorso Consiglio. Con questa interpellanza vorremmo ulteriormente approfondire le ragioni che stanno alla base della conclusione, che è nota. Mentre è noto che il nuovo rettore sia stato nominato con un decreto del Presidente del Consiglio dell'Università, non sono altrettanto note le cause dell'invalidità della costituzione del Senato accademico e soprattutto le tempistiche con cui queste cause sono diventate note, nel senso che non vi era stata un'avvisaglia della non validità della costituzione del Senato accademico.
Vorremmo anche sapere se il Presidente della Regione, nella sua duplice veste anche di Presidente del consiglio dell'Università, non ritenga che, dal punto di vista procedurale, sia possibile considerare temporaneo e provvisorio il decreto che ha portato alla nomina del rettore e riportare la procedura in seno all'organo statutariamente preposto, cioè il Senato accademico.
Il terzo punto può essere forse un quesito ovvio ma, pur essendo una domanda ovvia, Presidente Perrin, la risposta fino ad oggi non è mai stata data, nel senso che, al di là dei ringraziamenti di prammatica effettuati quando qualcuno lascia un posto, noi, ma penso nessuno abbia ad oggi capito quali sono i motivi che hanno portato lei, in quanto rappresentante in questa duplice veste, ad operare tale scelta.
Tengo qui a precisare che la scelta operata comunque è una scelta che non vogliamo mettere in discussione per quella che può essere la capacità, la professionalità del Prof. Passerin d'Entrèves. È evidente però che è una scelta politica, considerando la sua veste e dovendo dire che la veste prevalente è quella politica? anche perché la funzione che lei svolge di Presidente di quel consiglio non la svolge per nessun'altra considerazione che non sia di tipo politico; se non ricoprisse il ruolo di Presidente della Regione, non sarebbe Presidente di quel consiglio! La sensazione che abbiamo perciò è che alla fine, su una materia che avrebbe dovuto essere affrontata in un'ottica squisitamente tecnica - cioè in un'ottica di valutazione di quelle che possono essere non tanto e soltanto le carriere, ma di quelli che possono essere gli indirizzi che si vorrà da dare a questa Università - vi sia stata alla fine una valutazione di tipo politico.
È evidente che, quando ha fatto la nomina, avrà fatto un ragionamento, vorremmo che questo ragionamento fosse riportato all'aula, in modo che vi sia una maggior comprensione della "strada" che ha portato alla nomina del rettore, tenendo presente che il rettore non è una figura completamente neutra rispetto al destino di un'università, soprattutto di un'università giovane come quella della Valle d'Aosta. Il rettore è un po' il capitano della nave, di conseguenza un rettore rispetto ad un altro può essere significativo rispetto alla rotta che si intende far percorrere a questa nave, che si chiama "università". Nella domanda è implicito anche un bilancio, al di là del ringraziamento per chi ha portato l'Università ad attraversare questo primo tratto di mare?; la nave - l'Università - ha lasciato le acque più o meno protette della sottocosta, adesso la navigazione in mare aperto ha un nuovo capitano. Vorremmo capire quali sono i disegni politici che, ovviamente, vi sono, e non sono stati oggetto di confronto in commissione; pensiamo che sia giusto che il Consiglio affronti questo argomento per quello che è il peso che ha un'università sul territorio e per le aspettative che questa Regione ripone nel futuro e nella crescita dell'Università della Valle d'Aosta.
Président - La parole au Président de la Région, Perrin.
Perrin (UV) - Je voudrais vous rappeler les étapes du processus qui nous a conduits à nommer un nouveau recteur de l'Université de la Vallée d'Aoste et répondre par la même occasion aux questions qui ont été posées par les intervenants, au-delà des communications limitées que j'avais faites.
Le mandat du premier Recteur de l'Université de la Vallée d'Aoste, M. Emanuele Maria Carluccio, devait prendre fin le 15 octobre 2003. Il s'agissait là d'un mandat provisoire confié au Prof. Carluccio pour les 3 premières années d'activité de l'Université, période transitoire, qui est prévue par les statuts de cette dernière et qui commençait le 24 mars 2001. A compter du 15 octobre 2003, le mandat du recteur a donc été prorogé, aux termes des dispositions du décret-loi n° 293/1994, transformé en la loi n° 444/1994 en matière de prorogation des organes administratifs. Le 22 octobre 2003 les 5 membres du Sénat académique - à savoir le Recteur en personne, M. Gorla (Président du Conseil du cours de maîtrise en sciences économiques et en gestion des entreprises), M. Bodson (Responsable de l'école de spécialisation pour les enseignants du secondaire), MM. Antiseri et Nemo (membres cooptés) - ont décidé de proposer une liste de 3 noms au Conseil de l'Université aux fins de la nomination d'un nouveau recteur. Le statut prévoit en effet que le conseil nomme le Recteur qu'il choisit sur ladite liste, celle-ci doit comprendre des professeurs en titre de l'Université, proposés par le Sénat académique, et au moins une personnalité du monde de la culture et de la science n'appartenant pas à l'Université, mais internationalement reconnue. Après délibération, le Sénat académique a proposé les 3 noms suivants: M. Emanuele Maria Carluccio, spécialiste de l'économie des intermédiaires financiers dans le cadre du cours de maîtrise en sciences économiques et en gestion des entreprises et premier Recteur de l'Université de la Vallée d'Aoste; M. Gaspare Mura, titulaire d'une chaire à la faculté de philosophie de la Pontificia Università urbaniana et Professeur d'herméneutique philosophique à la Pontificia Università lateranense; M. Victor Ukmar, Professeur émérite de l'Université de Gênes, enseignant de droit fiscal à l'Université Bocconi de Milan et de droit économique international à l'Université de Salta en Argentine.
La nomination du nouveau recteur était à l'ordre du jour de la réunion du Conseil de l'Université du 12 novembre dernier; au cours de la discussion, le Conseiller Lombardi a exprimé ses doutes quant à la composition du Sénat académique et, par conséquent, quant à la validité des délibérations de cet organe. Il s'agit d'une question très technique, qui concerne la présence ou non de certaines personnes au sein du Sénat académique et, en particulier, celle des présidents des comités académiques qui dirigent des cours et dont la fonction pouvait correspondre en fait à celle des futurs présidents des conseils de cours, ces derniers étant - selon les statuts - membres de droit du Sénat académique. Le 12 novembre dernier, le Conseil de l'Université a décidé, suite aux considérations avancées par M. Lombardi, de créer un groupe de travail composé de M. Lombardi, Conseiller, de M. Di Lisio, Conseiller et Dirigeant du Ministère de l'éducation, de l'université et de la recherche et de M. Vietti, Directeur administratif de l'Université, en vue d'étudier la question de la composition régulière et complète du Sénat académique. Lors de sa séance du 26 novembre dernier, le Conseil de l'Université a examiné les résultats des travaux dudit groupe de travail réuni à Rome le 19 novembre 2003; à cette occasion, le Conseil a décidé d'accepter la thèse soutenue par la majorité dudit groupe, à savoir MM. Lombardi et Di Lisio, selon lesquels, à l'heure actuelle, le Sénat académique n'est pas au complet, puisqu'il ne comprend pas les présidents des comités académiques et n'est donc pas juridiquement constitué et en mesure de délibérer valablement.
Compte tenu du fait que le délai de prorogation - soit 45 jours - du mandat attribué à l'ancien recteur touchait à sa fin, le Conseil de l'Université a invité le Président à nommer par arrêté un nouveau recteur, aux termes de la loi n° 444 de 1994, qui établit que, lorsque les organes collégiaux ne procèdent pas aux nominations ou aux désignations de leur ressort avant le troisième jour précédant l'expiration du délai de prorogation, ce sont les présidents desdits organes qui doivent s'en charger avant ladite échéance. Je crois que le parcours est très clair. C'est ainsi que le 28 novembre dernier j'ai pris un arrêté portant nomination pour 4 ans au poste de recteur de l'Université de la Vallée d'Aoste de M. Pietro Passerin d'Entrèves, Professeur extraordinaire de la faculté de sciences mathématiques, physiques et naturelles de l'Université de Turin: celui-ci a été bien sûr un choix entre des personnes disponibles, un choix qui a été discuté avec le Conseil de l'Université. Ledit arrêté ne saurait être considéré comme provisoire puisque les statuts de l'Université ne contiennent aucune disposition en ce sens, nous avions vérifié cette possibilité, elle aurait permis de mieux éclaircir toute la question de la composition, au moins arriver à une composition adéquate du sénat, étant la réflexion faite sur la composition de cet organe surtout quant à la composition minimale, donc extrêmement peu représentative de ce qui est tout le corps enseignant et de ce qui est la structure de l'Université. J'ai dit que les statuts ne contiennent aucune disposition, ils établissent seulement, à l'article 16, que le recteur est nommé pour une période de 4 années académiques et que son mandat peut être renouvelé une seule fois.
Quant aux projets de développement de l'Université, je désire préciser qu'en application des statuts, le Conseil de l'Université avait défini les objectifs à atteindre au titre de la période 2004-2006 et ce sur la base du projet d'université approuvé par le Gouvernement régional en septembre 2000 et des plans pluriannuels et annuels d'activité. Ces objectifs consistent dans les actions suivantes: renforcer l'offre en matière de formation; développer l'aspect international de l'activité universitaire; créer des structures de recherche et les étayer solidement; accroître la présence de l'Université dans le système socio-économique régional et surtout, bien entendu, dans les secteurs de l'éducation et de la formation. Voilà en synthèse les objectifs que l'Université se pose, des objectifs qui devront être développés dans les années à venir par des actions concrètes et des objectifs que le Conseil de l'Université tâchera de porter de l'avant dans sa prochaine activité?
(interruption d'un conseiller, hors micro)
? je peux réaffirmer ce que j'ai dit: que la nomination du Recteur de l'Université était une nomination pour une période provisoire - c'est la première période -, je me suis trouvé face à la disponibilité de personnes différentes, on a choisi entre des personnes disponibles, sur la base aussi d'une évaluation faite avec le Conseil de l'Université.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Mi dispiace, Signor Presidente, ma non sono affatto soddisfatta della sua risposta e cercherò di spiegargliene le ragioni.
Prima osservazione: diamo per scontato che il Senato accademico fosse costituito in modo illegittimo - non è mia competenza entrare nel merito di questo - e quindi che il Consiglio di amministrazione non era obbligato a tener conto della rosa proposta dal Senato. Vorrei però capire se nello statuto vi è una norma che impediva al consiglio di amministrazione di fare propria la rosa di nomi, nulla avrebbe impedito al consiglio di amministrazione di dire: "va bene, questi sono suggerimenti interessanti, li possiamo esaminare", al di là del fatto che li ha proposti un Senato che non era, a nostro avviso, validamente costituito.
Seconda osservazione: vi è nello statuto una norma che impediva al Consiglio di amministrazione di rinominare il rettore, che era stato nominato la prima volta in modo transitorio? Non c'è. Se non esiste alcuna norma che impediva al Consiglio di amministrazione o di riconfermare il rettore nominato in modo transitorio, o di fare propria quella rosa di nomi del Senato, allora vi è stata una scelta politica ben precisa che ha fatto dire al Consiglio di amministrazione "no" al rinnovo all'attuale rettore. Capisco che lei abbia voluto fare tutta una ricostruzione analitica della procedura, ma la risposta alla domanda fondamentale: "perché è stato scelto quel rettore e non è stato confermato il precedente?" non può essere nella ricostruzione dei fatti, perché nulla avrebbe impedito al Consiglio di amministrazione di procedere alla riconferma del primo rettore o alla nomina di un rettore scelto in quella rosa di nomi; se non lo ha fatto - ripeto - è perché ha fatto una scelta politica ben precisa.
Il Presidente ci ha detto: "noi abbiamo un progetto con gli obiettivi della formazione, dell'aspetto internazionale, struttura di ricerca, maggior rapporto con il sistema formativo ed economico della Valle: questi obiettivi li abbiamo presentati al nuovo rettore e lui è d'accordo nel portarli avanti". Ma li avete presentati anche all'altro rettore oppure no? Perché se non lo avete fatto, vuol dire che avete operato la scelta politica di stoppare tutti i primi 3 anni dell'Università e di cominciare daccapo con una nuova fase. Lei però non ha spiegato i motivi di questa nuova fase, non ha spiegato perché ha detto "no" alla gestione dell'università dei primi anni, non ha portato neanche una motivazione critica! Se vi sono delle motivazioni critiche, questo era il momento in cui presentarle; se non lo ha fatto, è perché non vi sono, o lei non vuole dirle, o lei non le ha viste e ha taciuto su queste motivazioni, presentandone altre, che sì motivano perché ha scelto il nuovo rettore, ma non spiegano perché ha voluto tagliare i rapporti con l'altro rettore. È vero allora, come ho detto nella mia prima presentazione, che le motivazioni di tipo burocratico-procedurale sono solo un paravento perché non si voleva più quel rettore. Non sono qui a difendere nessuno, ma voglio sapere i motivi per cui si dice "no" ad una persona e "sì" ad un'altra, questo sì lo voglio sapere, ma non solo io, la collettività! Dirò poi perché questo è importante.
Se il Senato accademico era composto in modo illegale, e quindi non poteva rendere legali le sue decisioni, da quanto tempo era composto in modo così illegittimo e quali altre decisioni ha preso nel frattempo? Decisioni che sono tutte quante illegittime perché, quando si dice che il Senato accademico "predispone e approva prima dell'inizio di ogni anno accademico" - e mi sembra che l'anno accademico sia iniziato - "il programma annuale per l'attività didattica e scientifica", se è vero che questo Senato accademico è composto in modo illegittimo e che sono illegittime tutte le sue decisioni, anche tale programma annuale allora è illegittimo, quindi va rivisto tutto il programma dell'Università, se vogliamo essere coerenti con alcune affermazioni di principio.
Qui si ha veramente l'impressione che vi sia solo un paravento dietro cui nascondere non so bene cosa, perché non lo si vuole dire. Perché insisto su questo? L'Università ha due organismi, come ho detto prima: una parte tecnica, il Senato, e una parte politica, il Consiglio di amministrazione; il problema di fondo è quale rapporto c'è fra l'organo politico e l'organo tecnico. L'articolo 3 dello statuto dice chiaramente che è assicurata la libertà di ricerca e di insegnamento; in ogni momento in cui il politico entra in rapporto con la parte accademica, culturale, di ricerca deve dire chiaramente i presupposti del suo rapporto e delle sue decisioni, altrimenti se lei, Presidente, non spiega chiaramente i motivi di scelte politiche che stanno dietro a questa nomina, non dà trasparenza e rende poco credibile il rapporto fra il politico e l'accademico. Le sue scelte politiche hanno un'incidenza sulla parte accademica, sulla ricerca, sull'Università ed è molto grave che lei non ne spieghi i motivi. Ripeto: questo rapporto è talmente delicato che, se non vi è trasparenza, l'Università ne dovrà patire sicuramente.
Ho detto prima che il mio intervento non è né a favore di uno, né contro l'altro, per me è indifferente l'uno o l'altro rettore, ma non sono indifferenti i motivi delle sue scelte. Lei deve motivare le sue scelte politicamente, con un'analisi del lavoro fatto, altrimenti dà adito a possibili interpretazioni e a possibili preoccupazioni che vi sia una "mano" politica sull'Università, perché ha messo lì i suoi uomini senza dire perché ha tolto gli altri e per quale motivo vuole un corso nuovo e rispetto a che cosa.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Replico brevemente, anche se l'argomento meriterebbe probabilmente uno spazio e un dibattito maggiore.
Penso che vadano fatte alcune riflessioni ed è paradossale che queste considerazioni vengano fatte nell'aula del Consiglio regionale, che in certi momenti è sempre stato l'istituzione che ha fatto da alfiere ai valori dell'autonomia. Dobbiamo dire, purtroppo, che l'autonomia rivendicata non equivale all'autonomia praticata. Questa maggioranza, la parte politica che lei rappresenta, è abilissima nel rivendicare i concetti di autonomia nei confronti di tutti i soggetti istituzionali - vuoi europei, vuoi nazionali -, ma ha delle grosse difficoltà a praticare i concetti dell'autonomia e lo vediamo nei rapporti esistenti con gli enti locali. Abbiamo avuto modo di parlare nella sessione di bilancio del rapporto esistente fra l'Amministrazione regionale, gli enti locali e le comunità montane, in violazione anche qui di una legge, avete imposto che certi servizi, al di fuori di quei parametri che la legge chiedeva di individuare e che mai sono stati individuati, devono essere svolti dalle comunità montane. Qui l'argomento per certi versi è ancora più delicato, perché il rapporto fra comunità montane, ente locale e Regione è un rapporto squisitamente politico, nonostante possa avere una sua funzionalità sul territorio.
L'istruzione, Presidente, quando perde la sua autonomia, sta ad indicare che si vive in una situazione di regime; tutti i regimi, siano essi di Destra o di Sinistra, autoritari, hanno sempre cercato di mettere il "cappello" sull'autonomia della didattica, dell'istruzione. Noi riteniamo che questo sia un precedente pericoloso?
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
? no, Presidente, non è autonomia di scelta, sull'autonomia di scelta ci arriviamo subito dopo. Il problema è di rispettare quelle leggi, quelle norme che questo Consiglio regionale ha costruito con la maggioranza politica che esprime oggi questa Giunta, ma che esprimeva ieri la Giunta precedente e così via da un po' di legislature a questa parte. Il gioco della democrazia è quello che, quando le leggi non vanno più bene, si modificano e si adattano alle nuove visioni; voi invece avete l'abitudine di forzare le leggi. Questo è un caso macroscopico, se ne potrebbero citare molti altri.
Cosa ci preoccupa, Presidente? Questa "libera Università della Valle d'Aosta" intanto, quando era stata istituita, ci aveva portato ad essere scettici; avevamo sostenuto che per la Valle d'Aosta sarebbe stata più funzionale e migliore l'idea di un'università statale, perché sarebbe stata più libera, in quanto le distanze fra Roma e l'Università della Valle d'Aosta, essendo maggiori, avrebbero consentito una maggiore autonomia rispetto alle evidenti tentazioni di ingerenza esistenti con distanze molto più ravvicinate. L'Assessore Fosson conosce bene la situazione della sanità e quali sono le difficoltà che in passato essa ha vissuto per la sovrapposizione del ruolo politico con il ruolo gestionale. La vicinanza, quando è eccessiva, rende l'idea di quelle che possono essere le sovrapposizioni, le confusioni e la mancanza di rispetto dei ruoli.
In passato, fra l'altro, avevamo espresso delle perplessità su ruoli che vengono giocati sempre dagli stessi soggetti e dobbiamo dire che il Prof. Lombardi, pur nella sua autorevolezza, ha l'abitudine di giocare come attaccante e come difensore, come attaccante e come portiere; questo non fa bene alla credibilità delle istituzioni nelle quali lui gioca questi ruoli conflittuali: sta nel Comitato dei saggi del referendum, nel Consiglio dell'Università, ha sempre dei ruoli che molte volte sono conflittuali.
Noi non mettiamo in discussione - lo abbiamo detto fin dall'inizio - né la figura del rettore uscente, né quella del nuovo rettore, quello che però non possiamo accettare è che lei, Presidente, non abbia avuto il coraggio di andare fino in fondo. Noi non dobbiamo difendere nessuno, in quanto non attacchiamo nessuno, ma lei oggi avrebbe dovuto difendere la nomina del nuovo rettore non dicendo che "era disponibile" - perché fossi io il nuovo rettore, mi sentirei "leggermente" sminuito nelle mie capacità -, la scelta è politica, Presidente! Lei oggi aveva il dovere di difendere una scelta politica, invece non l'ha difesa, ha cercato di dissimularla dicendo prima che il Senato accademico aveva perso le sue prerogative, di conseguenza era decaduto, ma questo non le vietava, Presidente, di scegliere nell'ambito della stessa terna; una terna che, fra l'altro, mi sembra esprimesse persone autorevoli e sicuramente capaci. Lei ha fatto una scelta diversa, sulla motivazione di questioni tecniche ma, in realtà, è una scelta politica ed è questo che noi le contestiamo: di non aver avuto il coraggio di sostenere fino in fondo la scelta politica. Lei oggi avrebbe dovuto dirci il perché ha escluso il rettore uscente e il perché ha fatto la scelta di un nuovo rettore; non può assumere un atto politico trincerandosi dietro a una questione tecnica ed è questo secondo aspetto, al di là dell'aspetto procedurale, che noi le contestiamo.
Ci auguriamo che sia un incidente di percorso di questa "libera Università della Valle d'Aosta", perché se, anziché un incidente di percorso, diventasse la norma, lei capisce che potremmo ricondurre sotto la Sovrintendenza anche l'Università e se non altro sapremmo tutti che tipo di università ha la Valle d'Aosta, rispetto alle università che si trovano in giro per l'Europa. Penso che avremo modo di tornare "sull'argomento università", anche perché, se lo abbiamo seguito con una voluta distrazione in passato - ma era una distrazione voluta, ripeto, in omaggio a quella autonomia che doveva essere riconosciuta al mondo universitario -, il precedente di questa ingerenza politica legittima anche noi, forza di opposizione, a seguire più da vicino le vicende universitarie e a portare alla conoscenza dell'aula il cammino di questa Università, che ci auguriamo possa essere più libero di quanto non lo è stato - lo dico in parte a sua discolpa - non solo in questo frangente, ma anche in precedenza, perché certe scelte probabilmente avevano più una matrice politica che non culturale e didattica.