Oggetto del Consiglio n. 300 del 18 dicembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 300/XII - Interventi per contrastare la diffusione delle droghe sintetiche e per il recupero dei tossicodipendenti. (Interpellanza)
Interpellanza
Sottolineata l'importanza di attuare politiche sanitarie finalizzate a combattere le problematiche riguardanti le tossicodipendenze;
Considerato che la tossicodipendenza rappresenta dal punto di vista sanitario un fenomeno da tenere maggiormente sotto controllo nella nostra Regione, alla luce anche della presenza massiccia delle nuove droghe sintetiche;
Visti gli interventi in merito previsti all'interno del Piano Socio Sanitario 2002/2004;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) quale è la sua valutazione in merito a tale fenomeno in funzione anche degli interventi da adottare per affrontarlo;
2) se ritiene che le linee di intervento indicate nel Piano Socio Sanitario siano sufficienti per affrontare tale emergenza;
3) quali sono gli intendimenti futuri per fronteggiare nel miglior modo tale preoccupante fenomeno, finalizzati alla prevenzione, alla cura e al recupero dei tossicodipendenti.
F.to: Lanièce - Salzone
Président - La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) - Con questa interpellanza il sottoscritto e il collega Salzone vogliono portare in discussione un problema annoso e molto importante perché riguarda il fenomeno della droga, sul quale penso si debba fare una attenta analisi e uno studio approfondito, visto che tale questione riguarda non solo la Valle d'Aosta, ma tutte le regioni d'Italia e il mondo intero. Un fenomeno al quale bisogna prestare sicuramente molta attenzione e nei confronti del quale bisogna mettere in campo interventi finalizzati alla sua attenuazione, viste le conseguenze a cui può portare.
Oggi, purtroppo, abbiamo letto su "La Stampa" che una giovane valdostana è morta per overdose; ultimamente abbiamo avuto dei dati - sempre dagli organi di informazione valdostani - in merito ai casi di AIDS che sono correlati in parte con il problema della tossicodipendenza e, dall'analisi della dr.ssa Tassara, è emerso che in 15 anni sono stati 126 i casi conclamati di AIDS in Valle d'Aosta, di cui circa il 60% riguarda tossicodipendenti.
In seguito a questi dati, che riguardano la nostra realtà, vogliamo interpellare il neo assessore per sapere come intende porsi di fronte a tale problematica, anche perché riteniamo che sia opportuno cercare di mettere in campo tutte le energie possibili affinché ognuno di noi, con le proprie possibilità, possa dare un contributo per arginare questo grave fenomeno della società moderna. Abbiamo un piano sociosanitario che prevede alcuni interventi; chiediamo all'Assessore come intende operare, se gli interventi previsti dal piano sociosanitario sono ritenuti sufficienti per fronteggiare questo fenomeno o se, data l'importanza dello stesso, si sta cercando di mettere in atto altre iniziative.
Restiamo in attesa di sapere cosa ci dirà l'Assessore per poi dare una valutazione su quanto intenderà fare l'Assessorato in questa nuova legislatura.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Come da lei detto, questo è un problema non da poco, non è un problema solo nostro, è di difficile delimitazione; bisogna perciò cercare di essere molto meno formali e più precisi.
Mi permetto di sottolineare il titolo della sua interpellanza che è: "contrastare la diffusione delle droghe sintetiche"… poi, nelle domande, si parla di tossicodipendenza… Sarebbe interessante capire, perché - come lei sa - le droghe sintetiche che sono emergenti e che derivano da psicofarmaci presentano tutto un tipo di affronto completamente diverso!
Comunque, proprio perché lei mi chiede una verifica approfondita, le do i dati in mio possesso; non mi sembra giusto riferirsi solo ai dati dell'AIDS, delle malattie infettive, anche perché giungono all'osservazione della dott.ssa Tassara unicamente quelle patologie conclamate di tossicodipendenza, per cui forse è meglio riferirsi ai dati del "SERT".
Per dare una valutazione del fenomeno nella sua globalità, senza mettere l'attenzione solo sulle droghe sintetiche, posso dire che negli anni dal 2000 al 2002 il "SERT" ha trattato circa 320 soggetti all'anno, 481 nell'ultimo anno. La media dei nuovi utenti è stata di 42 tossicodipendenti negli ultimi anni.
Gli eroinomani sono circa il 94% delle persone che si rivolgono al "SERT", rappresentano la quasi totalità e sono affiancati dall'8,25% di utenti, dipendenti e consumatori di altre sostanze. Si può quindi pensare che, per quanto concerne la nostra realtà, il fenomeno "eroina droga maggiore", che presenta come conseguenza l'AIDS di cui lei parlava prima, sia un fenomeno abbastanza stabile. Bisogna anche specificare che in alcuni casi l'abuso di eroina si accompagna all'abuso secondario di altre sostanze: ecco il motivo delle morti per eroina tagliata o per sovrapposizione di altri farmaci.
Per i cannabinoidi (consumatori di hashish, marijuana, e via dicendo), difficilmente si parla di "dipendenza": c'è il grosso problema se queste droghe minori portino poi all'assunzione sicura di droghe maggiori e ad una dipendenza. Dobbiamo rilevarne una costante presenza nella nostra realtà, dal '90 fino ad oggi: la componente di costoro è lievitata solo dello 0,2% nell'ultimo anno, il consumo di tali sostanze, dette "droghe leggere", si connota come un fenomeno giovanile, soprattutto maschile; ecco perché dicevo che sarebbe importante dividere questi fenomeni da "droga pesante" a "droga leggera".
Per quanto riguarda le anfetamine che - come sa - non danno dipendenza, ma effetti psichiatrici importanti (nel senso che distruggono le capacità psichiche del soggetto), sembra che il consumo nella nostra regione sia di scarsa entità; si sono presentati al "SERT" nell'ultimo anno solo 3 casi. Sono però i casi più sconosciuti, casi che difficilmente arrivano all'osservazione del "SERT", tranne arrivare poi con una patologia conclamata, soprattutto di tipo psichiatrico. La nostra è una regione aperta a questo problema, nel senso che i nostri figli vanno a studiare in altre zone, c'è un passaggio notevole, vi sono molte immigrazioni, per cui è un fenomeno di difficile controllo in questa regione.
Lei era presente all'ultimo congresso che abbiamo organizzato sulle tossicodipendenze; in quella sede è emerso un dato molto importante, perché si comincia a parlare di cronicità, la tossicodipendenza è considerata una malattia cronica, una malattia che ci sarà per sempre, che non si riuscirà completamente a debellare perché lascia degli esiti. Vi sono delle nuove condizioni sociali; lei citava il triste caso di quella ragazza minorenne morta ieri e questa persona, purtroppo, oltre ad essere una malata conosciuta dai nostri servizi, era appena uscita da un periodo di assistenza terapeutica, aveva una situazione legata ad una situazione sociale e familiare estremamente disagiata.
Cosa si è fatto e cosa si vuole fare? Rispondevo già al Consigliere La Torre, in corso di finanziaria, che quando si parla di tossicodipendenza non si sa mai se si fa abbastanza, se si possa fare di più e cosa si possa fare nello specifico. Le assicuro che stiamo spendendo molto nella divisione del Fondo sociale nazionale, che è di 1,8 milione di euro: 220.000 euro (il 15%) sono stati destinati alla prevenzione e lotta delle tossicodipendenze.
Penso che nel piano sanitario siano stati previsti diversi interventi e siano stati portati avanti correttamente, anche se questo fenomeno cambia nel giro di poco tempo, anche per le nuove realtà migratorie. Io sostengo questi interventi e vorrei aggiungere che sicuramente c'è una grande attenzione nella valutazione di questo fenomeno; purtroppo, però, non si tratta di un gruppo omogeneo di pazienti, ma di un gruppo molto variegato. Oltre a sostenere gli interventi previsti nel piano - il piano è un progetto - dico che, malauguratamente per fatti che subentrano, non sempre si riesce a realizzare interamente quanto si era previsto; c'è comunque un'attenzione ancora più spiccata e un nuovo impulso a cercare di affrontare questo problema.
Direi che ci stiamo muovendo in 2 direzioni: una, è quella di organizzare meglio le nostre forze, cioè un'integrazione fra tutte quelle reti che si occupano di tale questione, vuoi la scuola, vuoi l'introduzione al lavoro, vuoi le varie forze sociali operanti sul territorio; l'altra, è l'informazione, perché questo è un problema che si sconfigge conoscendolo, affrontando meglio la situazione.
Gli interventi che stiamo facendo in questo campo sono tantissimi: potrei parlarle dell'ADEL, dell'assistenza domiciliare ai minori a rischio di tossicodipendenza segnalati dalla Magistratura, dalle scuole; potrei parlare del progetto "Il Pangolo", ma forse i progetti più significativi che hanno avuto costruzione e attività in questo periodo sono quelli che si chiamano: "Domani si lavora" (cioè una costruzione di competenze per soggetti che al termine di un percorso di comunità possano riaffrontare un reinserimento sociale e lavorativo), che ci sembra molto importante, oppure il progetto che si chiama "Dopo il tramonto" (cioè un'attivazione sperimentale di una struttura a bassa soglia per consumatori attivi di droghe pesanti, in particolare per persone con problemi di tossicodipendenza che non abbiano contatti con il "SERT", perché molti di questi casi sfuggono ai nostri servizi).
Un progetto molto importante, varato in queste ultime settimane, è un corso per operatori sociosanitari sulla prevenzione all'uso di sostanze psicotrope tra i giovani nelle discoteche, che sembrerebbe un problema emergente. E poi, come non pensare, come dicevo prima, collegandomi all'evento luttuoso descritto dai giornali, che non siano necessari degli interventi sull'ambito del disagio adolescenziale, minorile… per cui c'è un'attenzione a questo problema, un "non abbassare la guardia", un investirci ancora degli altri fondi, di nuovo tentare di ripercorrere in modo più preciso e con altre forze dei percorsi formativi.
Non so se riusciremo ad attuare proprio tutto, perché questo è un problema talmente vasto per cui non si può mai dire che si stia facendo proprio tutto, però posso garantire che stiamo facendo molto.
Si dà atto che dalle ore 16,42 presiede il Vicepresidente Nicco.
Presidente - La parola al Consigliere Lanièce.
Lanièce (SA) - Prendo atto della risposta dell'Assessore. "In primis" la sua prima affermazione diceva che l'esposizione dell'iniziativa era un po' diversa dal titolo dato… ma il titolo non lo do io, sono gli uffici che lo danno; noi presentiamo l'interpellanza e il titolo viene dato sicuramente non da chi prepara l'interpellanza! In effetti, leggendo il testo, ho fatto riferimento unicamente al fatto che esistono anche le droghe sintetiche, ma le domande non riguardavano queste sostanze.
Sulla risposta che ci ha fornito possiamo essere d'accordo in via di principio, in quanto questo fenomeno è talmente vasto che rende difficile operare, anche perché presenta vari risvolti sui quali non si può pensare di poter dire: "agiamo in questa maniera e risolviamo il problema". Ho partecipato al convegno di cui parlava l'Assessore, dal quale è emerso il fatto che la tossicodipendenza è intesa come cronicità; d'altra parte, come amministratori, noi della Stella Alpina pensiamo che sia opportuno agire nel miglior modo possibile per cercare di risolvere i problemi, anche se di vasta portata e difficilmente risolvibili: occorre mettere in atto tutto quello che si ha a disposizione.
È necessario comunque partire da un dato che è importante. I dati che possediamo sul fenomeno della droga, come su altri fenomeni - ad esempio l'alcool -, rappresentano la punta dell'iceberg del fenomeno, perché sappiamo bene che chi fa riferimento a queste strutture pubbliche è solo una parte, per svariati motivi. Pertanto data la difformità fra la realtà e le stime dei dati che abbiamo grazie al "SERT", occorre tenere in grande considerazione il privato sociale, le persone che hanno un contatto quotidiano con i tossicodipendenti, anche se questi non fanno riferimento al "SERT". Occorre quindi una maggiore interazione fra pubblico e privato sociale.
Abbiamo poi messo in campo in questi anni alcune strutture tra cui l'Osservatorio delle dipendenze patologiche nell'ambito dell'Osservatorio regionale epidemiologico e per le politiche sociali. Questo importante organismo, istituito con delibera nell'ottobre 2001, deve essere utilizzato appieno, tenuto conto che all'interno di quella deliberazione si prevede che, a partire dal 2002, questo servizio deve raccogliere delle informazioni che entro il 31 gennaio di ogni anno devono essere pubblicate e riguardano tutte le persone che fanno riferimento al "SERT", in modo da avere una casistica numerica. Si fa poi riferimento ad un'altra relazione annuale per quanto riguarda le funzioni prefettizie. Abbiamo quindi già alcuni documenti che prevedono la presentazione di relazioni annuali su questo fenomeno; occorre allora poterli esaminare ogni anno per analizzare il problema droga, anche se questi dati rappresentano pur sempre la punta dell'iceberg, come dicevo prima. Occorre comunque mettere le strutture del privato sociale in grado di operare in questa direzione.
Leggevo recentemente, su un giornale locale, un'intervista di Don Gerbaz, una delle persone più attive in questo campo, il quale commentava alcuni aspetti della legge nazionale "Fini", e poi aggiungeva che chi lavora in questo ambito deve esser messo in grado di disporre di un budget sufficiente ad affrontare questi problemi; è una cosa importante, da seguire con attenzione. Un altro gruppo organizzato in questi anni è stato il gruppo tecnico, istituito con deliberazione del settembre 2002, un gruppo tecnico consultivo regionale per il coordinamento degli interventi di politica sociosanitaria. Anche questo gruppo doveva presentare delle relazioni sempre in tema di lotta alla droga. Questi sono alcuni aspetti sui quali bisogna soffermarsi, perché se noi predisponiamo dei mezzi e delle strutture per cercare di concretizzare delle azioni, occorre che ci siano fornite queste relazioni, per evitare che sia solo l'Assessore a farsi carico di un problema: questo è un fenomeno che riguarda tutti.
Vi sono alcuni passaggi che meritano la massima attenzione e su cui occorre il coinvolgimento di tutti. Occorre che le deliberazioni che presentiamo vengano, almeno quelle, completamente applicate, onde evitare di non concretizzare nemmeno le minime scelte che vengono deliberate e votate.
Penso che vi siano diversi aspetti di cui bisogna tener conto. L'invito che posso fare all'Assessore - vista la sua volontà, che traspare nettamente dalla sua risposta - è di continuare in questa direzione, tenendo conto che bisogna lavorare tutti assieme, ognuno con il proprio ruolo. Se l'Assessore mette in essere degli strumenti che servono per acquisire dei dati, questi dati devono essere utilizzati dall'Assessorato, ma anche dagli altri, in modo da servire anche alle altre persone che lavorano in questo ambito per fronteggiare tale fenomeno e poter dare una risposta non risolutiva, ma che possa almeno attenuare questo triste fenomeno e far capire ai giovani che la droga è una cosa negativa. Se si lotta tutti quanti assieme, magari questo fenomeno potrà essere ridimensionato e di tale ridimensionamento ne beneficerà tutta la comunità valdostana.