Oggetto del Consiglio n. 238 del 19 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 238/XII - Coinvolgimento della nostra Regione nell'organizzazione delle Olimpiadi invernali 2006. (Interpellanza)
Interpellanza
Tenuto conto che i Giochi Olimpici Invernali del 2006 sono stati assegnati alla città di Torino;
Sottolineato che i Giochi Olimpici costituiscono una manifestazione di straordinaria promozione turistica e valorizzazione, oltre che evidente fonte di incremento professionale ed economico per le zone, da essi interessate;
Preso atto delle affermazioni rilasciate dall'Assessore regionale al turismo, durante la conferenza stampa, svoltasi a Milano, di presentazione della stagione invernale 2003/2004, in base alle quali risulterebbe che "la Valle d'Aosta è assolutamente interessata a collaborare e aiutare il TOROC nell'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2006";
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) come intende dare seguito in maniera operativa alle dichiarazioni sopra richiamate in modo da coinvolgere la nostra regione nell'organizzazione dell'evento olimpico;
2) se attualmente sono già in atto, o stanno per esserlo, dei rapporti con il TOROC al fine di definire sinergie con gli organizzatori dei Giochi e in caso di risposta positiva in cosa esse consistono.
F.to: Lanièce - La Torre - Salzone
Président - La parole au Conseiller La Torre.
La Torre (SA) - Assessore, io la conosco e so che lei ama veramente la montagna e lavora per essa in maniera indiscutibile, quindi ho letto, apprezzandole, le sue dichiarazioni in merito al supporto alle "Olimpiadi invernali del 2006 di Torino". Lei ha dichiarato che la Valle d'Aosta è assolutamente interessata ad aiutare il TOROC nell'organizzazione delle "Olimpiadi invernali del 2006". Ho detto che apprezzo queste parole, però nel contempo devo svolgere qualche riflessione con un po' di amarezza, perché devo prendere atto che il sogno olimpico non si è avverato, perché le olimpiadi invernali sono state assegnate a Torino e questo comporta una certa amarezza.
Quale e più grande soddisfazione per una regione alpina come la nostra vi è di quella di essere all'attenzione del mondo per la sua naturale inclinazione, cioè la montagna, la neve, lo sport, il turismo? L'amarezza deriva dal vedere che la Regione Piemonte, senz'altro dotata e con tutti i titoli per svolgere questa importante manifestazione di carattere mondiale, oggi è lì a vivere il sogno olimpico che invece era nostro. Il dramma è che noi lo avevamo capito, perché a volte è facile… come quando ad esempio si comprano i quadri dei grandi pittori: è facile dire oggi che un quadro di Picasso è un bel quadro e vale molti soldi, ma noi lo avevamo capito prima, lo avevamo capito prima che Picasso diventasse famoso! Avevamo capito che le olimpiadi erano importanti, erano un'opportunità non solo di grande immagine - perché essere all'attenzione del mondo per una regione turistica è importante -, ma andavano a portare, in un momento di transizione come quello che abbiamo vissuto in Italia e anche in Valle d'Aosta, cioè il passaggio fra la fine degli anni '90 e il 2000, una ventata di opportunità per la nostra Regione e noi sappiamo il perché, d'altronde lo dice lei stesso in alcune sue dichiarazioni: è importante che la Valle d'Aosta possa avere migliore rete stradale, migliori servizi ferroviari, migliore aeroporto, migliori collegamenti; queste sono le infrastrutture primarie per un discorso olimpico. In più l'altra amarezza è dovuta al pensare che queste infrastrutture primarie, fondamentali per una regione che si propone a livello turistico mondiale, potevamo farcele pagare da altri!
È vero che siamo benestanti, che abbiamo un buon bilancio, ma questa era una grande opportunità di veicolare in modo trasparente e corretto dall'esterno 1.500 miliardi di vecchie lire, forse 2.000 miliardi, per farci costruire strade, ferrovie, aeroporti, per potenziare i nostri alberghi, per creare degli stadi della neve, e spiego anche perché dico questo. Lei giustamente ha detto: "occorre almeno riportare in Valle le gare di Coppa del mondo", ma oggi sappiamo intanto che non vi è più lo sciatore Tomba, quindi l'audience di queste trasmissioni non è più quello di una volta e, "drammaticamente", il risultato è un po' inferiore, ma sappiamo anche, "drammaticamente", che oggi ormai queste gare si svolgono in veri e propri stadi della neve. Siccome l'effetto è solo più mediatico, visivo, non sono le persone che sono sulle piste… è tutto legato alle riprese televisive, quindi vengono costruite delle piste, in realtà degli stadi in funzione di come possono essere fatte le riprese. Ecco che allora quello che noi oggi stiamo rincorrendo, il grande sogno olimpico, ci è stato portato via; da qui l'amarezza.
Vi è poi anche l'amarezza di tipo politico. Ho avuto casualmente l'opportunità di essere Sindaco della città di Aosta, che era la candidata alle olimpiadi perché, come sapete, non sono le regioni che si candidano, ma le città. Mi ricordo che nel mio Consiglio comunale la candidatura delle olimpiadi passo in maniera quasi unanime - ad eccezione di qualcuno che, con una certa coerenza, faceva il suo discorso, ma con l'unanimità politica delle forze dell'attuale maggioranza e anche dell'opposizione per alcuni versi - e in accordo con la Giunta regionale dell'epoca, quindi vi era anche un accordo politico.
Si sono viste le olimpiadi… si è persa la occasione di averle - qui non voglio sollevare polemica, ho parlato solo di amarezza - e oggi siamo qui a contenderci gli allenamenti, a pensare che, siccome abbiamo la fortuna di essere a 120 chilometri da Torino, possiamo ospitare qualche atleta che si viene ad allenare e un po' di turisti che abbiano voglia di farsi 300 chilometri in auto per andare a vedere qualche gara. Non credo che avremo tanto turismo indotto per le olimpiadi invernali, sicuramente vi saranno le squadre che verranno qui a fare gli allenamenti, ma che misera cosa per chi ama la montagna e per chi vorrebbe vedere che questa Regione non solo cresce, ma si sviluppa all'attenzione europea e del mondo!
Le domande sono esplicite e lascio a lei le risposte, però le chiediamo una riflessione di coerenza, non dico per svolgere una "mea culpa" su quello che non è stato, tuttavia è anche giusto fare, quando si può fare con pacatezza, qualche considerazione che restituisce un po' di dignità alla storia, oppure si può fare come Ponzio Pilato e lavarsene le mani, lascio a lei la difficile scelta.
Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce, aux transports et aux affaires européennes, Caveri.
Caveri (UV) - J'avais préparé une réponse standard, dans le sens que je pensais vous répondre avec une série de données qui arriveront bien sûr, mais j'accepte très volontiers la provocation, qui est typique de la politique, donc il n'y a rien de grave.
J'ai vécu l'histoire des jeux olympiques avec une façon d'approche plutôt drôle, parce que j'étais le seul élu à l'époque de "l'Union Valdôtaine" avec un poste de responsabilité et donc je connaissais un peu les choses, mais sans être directement concerné, même si j'étais à l'époque le Député du Val d'Aoste, mais évidemment j'étais considéré un député de l'opposition vis-à-vis d'une majorité différente de celle qui avait géré jusqu'à ce moment-là la Région et qui avait lancé entre autres l'idée des jeux olympiques. Je pense donc pouvoir dire, en tant que spectateur de l'époque - spectateur puisque je n'étais pas tellement mêlé à l'intérieur des questions -, qu'il y a eu à ce moment-là une grande superficialité d'approche. Une superficialité que moi je pourrais vous décrire à travers par exemple le manque réel d'un rapport avec le Gouvernement italien.
Moi j'ai encore dans mes archives - quand j'aurai le temps d'écrire l'historique de mes expériences parlementaires, je pourrai les citer - une réponse du Gouvernement de l'époque, c'était M. Maccanico qui avait répondu et qui disait: "du Val d'Aoste on nous a dit qu'on n'a pas besoin d'argent de la part de l'Etat" et aujourd'hui avec l'expérience de Turin on peut dire que c'était une approche erronée, puisque sans de l'argent - et beaucoup d'argent - de la part de l'Etat c'est difficile d'envisager des jeux olympiques. À l'époque la réponse de M. Maccanico était très claire et on disait: "avec le droit de la télévision, la publicité, l'argent de la Région il n'y aura pas de problèmes". D'ailleurs, pour vous dire franchement ce que je pense, les jeux olympiques c'était quelque chose de déjà décidé parce que, si nous regardons le scandale démasqué sur les affaires qui entouraient et entourent peut-être les olympiades, il faut se rappeler Nagano. Nagano a été l'exemple le plus évident d'une approche qui reste pleine de corruption; on peut rappeler l'argent dépensé avec peut-être des pots-de-vin de la part du milliardaire japonais qui a décidé d'organiser Nagano. C'était donc une lutte, c'était une présence. Si on me dit que tout cela était lié seulement à une promotion touristique du Val d'Aoste, donc "partecipare senza vincere", on peut peut-être y raisonner, mais s'il y a eu quelques ingénus qui pensaient vraiment pouvoir gagner les olympiades, moi je pense que la reconstruction historique que vous avez présentée est contraire à une réalité.
J'ajouterai d'ailleurs encore une chose, M. La Torre: moi je n'ai pas de regrets ou de nostalgies pour les rêves olympiques non seulement pour les choses que j'ai dites auparavant, mais parce qu'il y a eu quand même une volonté largement majoritaire exprimée par les Valdôtains. Je sais que vous aurez la possibilité de me répondre dans votre réplique que la réponse des Valdôtains n'était pas exactement sur les olympiades, mais c'était sur une situation politique qui voyait "l'Union Valdôtaine" à l'opposition, peut-être que oui. D'ailleurs moi je comprends le fait qu'après cette décision populaire, je le répète, largement majoritaire, il y a eu, de la part des Administrateurs, des Gouvernements qui après ont gouverné le Val d'Aoste, une certaine inquiétude à toucher l'argument des jeux olympiques, parce qu'on connaissait une volonté populaire qui était une volonté contraire et on connaissait également les dangers pour une petite vallée comme le Val d'Aoste, on peut aujourd'hui le comprendre un peu mieux en regardant ce qui est en train de se passer au Piémont.
Moi j'avais voté contre les jeux olympiques, je l'avais fait pour une raison politique et parce qu'à l'époque j'avais vu qu'il n'y avait pas une réelle volonté d'arriver aux jeux olympiques. C'était un ballon d'essai pour démontrer un changement qui voyait entre autres cette vitrine des jeux olympiques comme une espèce d'affirmation de quelques hommes politiques, qui voulaient justement revenir sur le scénario de la politique valdôtaine, et cela, à mon avis, c'est tout à fait compréhensible, mais c'est autre chose.
Je viens aux réponses parce qu'évidemment c'est votre faute le fait d'avoir ajouté quelques éléments et moi j'étais obligé de répondre, mais je le fais dans l'esprit d'amitié qui caractérise notre rapport.
Pour ce qui est des rapports réels et actuels qu'on peut envisager, il y a des rapports d'ordre culturel, il y a un projet intitulé "Torino capitale delle Alpi": ce projet peut nous intéresser et il concerne la discussion sur le futur de la montagne et tout particulièrement de l'arc alpin.
Deuxièmement: c'est vrai, c'est peut-être une chose différente des jeux olympiques, mais il y a toute cette question des entraînements des équipes et des athlètes qui participeront aux jeux olympiques. Je tiens à le dire: ce n'est pas facile, parce que là aussi le Piémont a mis beaucoup de millions d'euros pour avoir les équipes dans les vallées un peu plus périphériques qui ne sont pas touchées directement par les jeux olympiques, mais l'occasion des jeux olympiques sera l'occasion pour rentrer dans le circuit des compétitions internationales, auquel personnellement je donne une grande importance, mais ce n'est pas la clé pour résoudre le problème du tourisme en Val d'Aoste, voire la "Coupe du monde de ski de fond" ou la "Coupe du monde de ski alpin", c'est une valeur ajoutée. A ce propos, je rappelle que nous aurons une compétition de la "Coupe du monde de ski de fond" tout juste en 2006 avant les jeux olympiques, elle attirera sans doute beaucoup de public. J'espère même avant les jeux olympiques de pouvoir demander officiellement à la FISI de répondre à tout ce qui avait été dit dans le passé, c'est-à-dire aux promesses d'avoir sur la piste dédiée à l'ami inoubliable Leo David une compétition de ski alpin. Je pense que, de ce point de vue, vu que nous aurons le renouvellement de la FISI dans le printemps 2004, ce sera une chose à faire peser beaucoup en tant que Val d'Aoste.
Nous devons être disponibles avec les Piémontais parce qu'ils auront - on le sait - des problèmes d'accueil dans leurs structures hôtelières, pour nous ce ne sera pas facile de donner des postes dans les stations de ski, vu que dans les mois de février 2006 elles seront occupées par les semaines blanches, mais je pense que dans la basse Vallée, Châtillon et Saint-Vincent, il y aura peut-être quelques possibilités de faire des accords réels avec le TOROC. Je rappelle que Mme Christillin est très fière d'être valdôtaine. En plus il y aura une autre occasion: nous aurons des hôtels tout neufs dans le fort de Bard, nous aurons à l'intérieur du fort de Bard un musée de la montagne ouvert juste avant les jeux olympiques, donc je pense qu'il faudra proposer aux Piémontais d'avoir dans le programme une série de visites pour le Val d'Aoste.
C'est différent d'avoir les jeux olympiques? Bien sûr que oui. C'est une logique de collaboration et qu'il ne faut pas gaspiller, nous aurons les jeux olympiques à quelques centaines de kilomètres du Val d'Aoste, donc ce serait paradoxal de notre part de faire semblant de rien, ce serait peut-être même un peu ridicule. Quand il y aura des décisions, elles seront communiquées au Conseil de la Vallée, nous aurons la possibilité d'en discuter, celle-là est la logique.
Pour l'histoire… il y aura l'histoire, dans le sens que peut-être un jour ou l'autre les difficiles moments des années '80 et des années '90… elles seront écrites par quelqu'un et donc on aura la possibilité de bien placer les raisons historiques pour lesquelles il y a eu cette tentative d'avoir les jeux olympiques. Il y a eu toutes les questions politiques qui ont suivi, mais cela ce n'est pas à quelqu'un qui est en train de vivre maintenant l'expérience politique, ce sera plutôt à un historien.
Président - La parole au Conseiller La Torre.
La Torre (SA) - Certamente spero che questa collaborazione dia i massimi risultati nella nostra Regione, quindi prendiamo atto delle sue precisazioni e siamo d'accordo che questa collaborazione proceda.
Vi sono due precisazioni sulla premessa, intanto come ha ben spiegato, il CIO è un organismo sportivo, ma è anche politico, quindi opera le sue scelte in base a dei ragionamenti fortemente politici, condizionati dalla politica e anche dall'economia. Sul CIO premono fortissime lobbies, non ci dimentichiamo che al CIO sono accreditate le lobbies, così come sono accreditate a Bruxelles, proprio ufficialmente.
Certamente era impossibile che la Valle d'Aosta vincesse le "Olimpiadi di Nagano del 1998": era impossibile, ma era certo, perché si era compreso che, nel quadro politico del CIO, era indispensabile portare le olimpiadi nell'area italiana o comunque nella zona alpina, tanto che si parlò anche di Sillon e subito la Valle d'Aosta corse al rinforzo, perché politicamente e geograficamente vi era la necessità di essere presenti in quell'area nel 2006, perché era una scelta, erano degli accordi… Salt Lake City, Nagano… tutto quello che c'era portava a degli accordi che dovevano per forza dare, non dico all'Italia, ma comunque a quest'area dell'arco alpino le olimpiadi. Era lì l'opportunità, perché era impensabile di vincerle all'epoca, ma il percorso nasceva. Anche Torino si è candidata più volte, c'è una città in Svezia che si è candidata 17 volte! Ci si candida, si cresce, si allargano questi interessi, si creano delle alleanze, si arriva a portare a casa il risultato, però noi non abbiamo perseverato nel tentativo: abbiamo fatto un ottimo risultato a Birmingham, poi ci siamo fermati, nonostante che eravamo arrivati con più voti di tutti quelli che ci erano stati accreditati, ne avevamo presi molti di più, quasi una sorpresa, certo non sufficienti per vincere, ma una sorpresa, quindi da lì si poteva partire con un percorso.
Prima ho detto - sono stato un po' "sottile" -: "come ben sapete, non sono le regioni che si possono candidare, ma le città". Perché l'ho detto, cosa era successo in Valle d'Aosta? Che, non sapendo questo fatto, si era candidata la Regione; quando si è accorta che la sua domanda presentata al CIO non è stata accettata perché non poteva presentarla come Regione, si preoccupò di convocare immediatamente il comune, traslando l'impegno trasformato in deliberazione della Regione sul comune. Noi cascammo dalle nuvole, perché mi ricordo ancora oggi che l'Assessore arrivò dicendo: "ci dobbiamo candidare alle olimpiadi, cosa dobbiamo fare?" Probabilmente è vero: vi è stato qualche personaggio che ha cercato di rilanciarsi, questo non va bene, anche recentemente ha cercato di rilanciarsi… vi è un susseguirsi di persone che cercano di cogliere delle occasioni per rilanciarsi, ma conosciamo le persone e sappiamo i loro pregi e difetti. All'epoca però la battaglia in realtà in qualche modo è… sintetizzo e non è polemica… se le gestiamo noi forse si possono anche fare, se le gestiscono altri, forse il discorso potrebbe essere di altro tipo.
Ho cercato di concludere simpaticamente senza polemica, la ringrazio della sua risposta, Assessore, che è stata più che soddisfacente.