Oggetto del Consiglio n. 237 del 19 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 237/XII - Interventi per il rilancio del comparto industriale valdostano. (Interpellanza)
Interpellanza
Considerato che, come anche si apprende quasi quotidianamente dai mezzi d'informazione locali, lo stato generale del settore industriale valdostano versa in una situazione di cronica difficoltà economica, programmatica e strutturale;
Visto che, nonostante le ripetute rassicurazioni da parte delle Istituzioni pubbliche competenti, in particolar modo la dirigenza dell'Assessorato regionale all'Industria, è a tutt'oggi difficile individuare in Valle d'Aosta autentici segnali di ripresa del settore, anzi è semmai vero il contrario, come le note e recenti vicende della Centrale del latte di Gressan ampiamente dimostrano;
Preso atto del fatto che anche gli esponenti sindacali valdostani dei diversi settori dell'industria hanno, da diverso tempo a questa parte, espresso preoccupazione per le sorti occupazionali degli impiegati nel settore, visto il perdurare della crisi;
Preso atto altresì che, da un'indagine pubblicata recentemente da un settimanale valdostano, la Valle d'Aosta risulterebbe tra le prime Regioni italiane ove si ricorre maggiormente ai lavoratori atipici e part-time;
Ritenuto urgente disporre di una serie di interventi mirati a individuare soluzioni e alternative alle molte problematiche che ostacolano, se non a volte paralizzano, lo sviluppo dell'Industria valdostana;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) quali sono gli intendimenti e le iniziative allo studio da parte dell'Assessorato per rivitalizzare il settore dell'industria valdostana;
2) alla luce di quanto indicato in premessa, quali sono gli interventi ritenuti necessari per confermare maggiori garanzie occupazionali ai lavoratori del comparto industriale, dando nel contempo, per quanto concerne la precarietà dei contratti di lavoro, indicazioni finalizzate a rendere maggiormente stabili i contratti di lavoro.
F.to: Lanièce - Salzone
Presidente - La parola al Vicepresidente Lanièce.
Lanièce (SA) - Vorrei iniziare questo intervento con una domanda ripresa pari pari da una recente trasmissione televisiva, che forse l'Assessore ha avuto modo di vedere. La domanda è questa: secondo lei, siamo più ricchi o più poveri rispetto a 2 anni fa? La questione, parlando di industria e quindi di occupazione, non è di poco conto. Da quando è stato introdotto l'euro, al di là delle tante parole spese in sede europea per rassicurare i cittadini circa i sicuri vantaggi a medio e lungo termine dell'euro, la popolazione italiana, con essa quella valdostana, vive con grande incertezza gli aumenti indiscriminati dei costi dei generi di consumo, mentre gli stipendi restano immutati. Il tutto tenendo conto che sul futuro pensionistico si addensano nuvole sempre più nere. A tali incertezze vanno ad aggiungersi quelle lavorative, quelle meramente occupazionali, in un mondo del lavoro sempre più orientato al precariato, all'assunzione temporanea o part-time, quando non addirittura alla contrattualizzazione senza alcuna garanzia o alla pratica del lavoro nero. Questo fenomeno di impiego flessibile, mobile, privo di garanzie sul futuro, investe ormai molti settori specifici e pressoché tutte le età dei lavoratori, con particolare riguardo purtroppo verso le fasce più giovani. Un quadro a tinte fosche, che potrebbe essere affrontato dalle Istituzioni e dalle stesse aziende con diverse opzioni: talvolta di emergenza, talvolta più programmate.
Soluzioni per la crisi occupazionale ed economica in cui versano tante famiglie italiane sono di difficile applicazione, oggi soprattutto perché lo stato generale del settore industriale, anche quello valdostano, versa in una situazione cronica di difficoltà economica, programmatica e strutturale. Mi spiace davvero dover ribadire la premessa della nostra interpellanza, ma devo registrare con amarezza che, nonostante le ripetute rassicurazioni da parte delle Istituzioni pubbliche competenti, resta ad oggi difficile individuare in Valle d'Aosta autentici segnali di ripresa del settore, anzi semmai è vero il contrario. Come se non bastasse, da un'indagine svolta su tutto il territorio nazionale la Valle d'Aosta si colloca fra le regioni in cui le aziende fanno maggior uso di lavoratori precari, part-time e temporanei; questo è emerso dalla discussione stamani dell'iniziativa della collega Squarzino. Per spiegarmi meglio cerco di utilizzare alcuni esempi: la situazione della "Cogne", della "Verrès S.p.A.", della "Meridian", recentemente discusse in quest'aula. Altro esempio attuale è la Centrale del latte, quante volte la Giunta ci ha rassicurato sulla bontà "dell'operazione Abit", quante volte ci è stato detto che la cessione rappresentava l'unica strada percorribile per salvare la produzione e garantire la continuità occupazionale dei dipendenti; parole purtroppo gettate al vento, ora che per lo stabilimento di Gressan si paventa addirittura la riconversione, forse dovevamo provarle tutte un po' prima che "il latte fosse tutto versato", se mi è concesso il gioco di parole. Noi, come "Stella Alpina", ovviamente ci sentiamo a posto, visto che da questi banchi abbiamo più volte sollevato il problema.
Passiamo dal latte al mattone, che con l'economia industriale c'entra. Non è più un mistero per nessuno il fatto che le gare pubbliche per il conferimento degli appalti edili in Valle d'Aosta finiscono quasi tutte fuori Valle. Nella nostra Regione ne vengono vinte dalle nostre imprese circa il 30%, non di più - questi sono i dati emersi ultimamente su un giornale locale -, quindi molto spesso le imprese edili valdostane lavorano in subappalto, ad aggiudicarsi l'appalto e a tenersi l'opera principale sono imprese provenienti da fuori Valle, che poi girano alle valdostane le opere scorporabili. Questo meccanismo va a danneggiare quelle imprese valdostane potenzialmente in grado di assolvere l'intero compito e fra l'altro il subappalto è caratterizzato dall'abbattimento dei costi, con la conseguenza che sicurezza e salari ne risentono e lavorare in questo modo non è funzionale alla crisi del settore.
Questa è una situazione fra l'altro aggravata dal fatto che il settore edile è molto frammentato, tenuto conto che sono poche le imprese che hanno più di 100 dipendenti, mentre la stragrande maggioranza sono talmente piccole da avere ridottissimi margini di autonomia. È quasi impossibile, di conseguenza, non soccombere di fronte allo strapotere di imprese, che fondano la propria forza su disponibilità economica e numero di dipendenti, che sono spesso fuori dalla portata delle imprese valdostane. Tutto questo, oltre a non creare nuovi posti di lavoro, impedisce lo sviluppo concreto del settore. Noi dovremmo invece cercare in tutti i modi di rimettere in piedi i nostri settori industriali ed economici.
Un grosso problema dell'industria valdostana è stata la mancata diversificazione dell'attività produttiva. Un tempo la maggior parte delle aziende, soprattutto in bassa Valle, correva dietro alle sorti della "Olivetti", quando questa ha iniziato a "soffrire", le nostre imprese sono entrate in agonia. Vi è stato poi un avvicendamento con il settore automobilistico e la crisi della "FIAT" ha subito stemperato gli entusiasmi, creando notevoli difficoltà di natura economica ed occupazionale.
Se non riusciamo ad entrare in un'ottica produttiva, in cui si riesce a partire dalla materia prima sino ad arrivare al prodotto finito, ovvero, se si continua a coltivare la politica del semilavorato rispetto a quella della completezza del ciclo produttivo, se neppure ci proviamo, la Valle d'Aosta non riuscirà ad imporsi quale realtà industriale degna di rispetto; eppure possibilità di muoverci in questa direzione ve ne sono. Una sede appropriata, per tentare di avviare i primi passi della nuova politica industriale verso la realizzazione di un prodotto finito di qualità, potrebbe essere la futura area "ex Cogne", proprio da qui potrebbe partire la rinascita della nostra economia industriale. In questo sito forse potremmo cominciare ad assaporare i vantaggi economici "dell'operazione Enel", che obiettivamente, ad oggi, non sono ancora ben chiari; certo è che il risparmio energetico derivante dai minori costi per l'approvvigionamento di energia potrebbe aiutare in modo sensibile la ripresa economica del mondo dell'industria e dell'impresa valdostana. Bisogna però smetterla con l'indicazione di buoni intenti e votarsi all'impegno di rendere tangibile ogni eventuale proposta ritenuta valida, per contrastare una crisi le cui negative ripercussioni sono ormai una realtà per molte famiglie valdostane.
Proprio per questi motivi, prendendo atto del fatto che "anche gli esponenti sindacali valdostani dei diversi settori dell'industria hanno, da diverso tempo a questa parte, espresso…" - sugli organi di informazione - "… preoccupazione per le sorti occupazionali degli impiegati nel settore, visto il perdurare della crisi;"; preso atto dell'indagine pubblicata sul settimanale valdostano riguardante il precariato dei lavoratori, di cui ha parlato la collega Squarzino; "ritenuto urgente disporre di una serie di interventi mirati ad individuare soluzioni e alternative alle molte problematiche che ostacolano, se non a volte paralizzano, lo sviluppo dell'industria valdostana", con questa interpellanza il gruppo della "Stella Alpina" e i sottoscritti firmatari vogliono chiedere: "quali sono gli intendimenti e le iniziative allo studio da parte dell'Assessorato per rivitalizzare il settore dell'industria valdostana e quali sono gli interventi ritenuti necessari per confermare maggiori garanzie occupazionali ai lavoratori del comparto industriale, dando nel contempo, per quanto concerne la precarietà dei contratti di lavoro, indicazioni finalizzate a rendere maggiormente stabili i contratti di lavoro".
L'Assessore, fra l'altro, stamani rispondendo all'interrogazione sull'atipicità del lavoro, ha indicato che negli indirizzi dati per l'elaborazione del Piano di politiche del lavoro per il prossimo triennio vi sono già delle indicazioni. Noi vogliamo però che queste indicazioni, visto che vi erano già in passato, vengano concretizzate, diventino cose pratiche, concrete, attuate e non solo che rimangano dichiarazioni di buoni intenti inserite in documenti presentati dall'Assessorato.
Si dà atto che dalle ore 17,26 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) - Premetto che quanto dirò è frutto di un confronto con le associazioni imprenditoriali, con le associazioni dell'artigianato e le stesse organizzazioni sindacali.
Le questioni poste sono due: gli intendimenti e le iniziative allo studio da parte dell'Assessorato e poi un accento particolare relativamente alla precarietà dei contratti di lavoro. Su questa seconda questione non vorrei ripetere le cose già dette stamani, vorrei solo sottolineare come viviamo in una Regione in cui nel settore industriale l'88% dei dipendenti è con contratti a tempo indeterminato, il 12% è con contratti a tempo determinato e con contratti cosiddetti "atipici", quindi possiamo dire che vi è una forte base di stabilità. Dopodiché - lo dicevo stamani - si lavora, e sarà oggetto di una discussione in questo Consiglio, per delle misure che consentano di andare verso una stabilizzazione del rapporto di lavoro. Non dimentichiamo che operiamo all'interno di una legislazione nazionale che punta molto sulla flessibilizzazione e sulla precarizzazione dei rapporti di lavoro, quindi le iniziative che andranno messe in campo si troveranno in controtendenza rispetto a queste tendenze, ovviamente partendo da un presupposto - da me ritenuto condivisibile - che, per costruire una società che sia basata su legami di solidarietà e soprattutto sulla capacità di aver fiducia nel futuro, non si può pensare di passare una vita con dei contratti a termine o con dei contratti interinali. Sappiamo però che ci troviamo in un contesto competitivo in cui questo tipo di contrattualistica si sta affermando.
Non credo che, nell'analisi dell'andamento dell'industria in Valle d'Aosta, si possa prescindere da un andamento generale dell'economia a livello mondiale. Ci troviamo in uno scenario internazionale che influisce pesantemente sull'andamento dell'industria valdostana, che è fortemente collegata alle dinamiche internazionali e anche a quelle nazionali. Come sappiamo, a partire dalla seconda metà del 2000, i sistemi economici hanno iniziato a segnare il passo, uscendo da una fase espansiva che si era realizzata nel corso di diversi anni, nello stesso tempo sono apparsi fenomeni di instabilità che hanno interessato diverse aree del pianeta a partire dall'Argentina. Non voglio qui attribuire colpe alla gestione di chi ha vissuto vicende di responsabilità di governo nel corso degli anni; vi è una vicenda che ha radici più lontane della competitività del nostro Paese con la quale bisogna fare i conti… anche competitività del "sistema Europa".
Da questo punto di vista - e noi abbiamo approvato all'unanimità un documento -, una situazione di instabilità sul piano internazionale con problemi collegati al terrorismo non è un elemento che aiuta lo sviluppo economico. Viviamo in una situazione in cui gli indicatori di elementi di ripresa economica internazionale al momento non vedono un propagarsi di questa ripresa all'interno dell'Europa e vediamo anche una difficoltà del "sistema Paese", nel senso che il rapporto 2003/2004 del "Word Economic Forum" sulla competitività dei diversi Paesi vede una discesa dell'Italia dal 33° al 41° posto e questi sono, ripeto, degli elementi con cui bisogna fare i conti.
Dal punto di vista degli indicatori congiunturali, abbiamo una risalita dell'economia nei mesi di giugno e luglio, abbiamo avuto una situazione stazionaria ad agosto; secondo le previsioni del centro studi della Confindustria, sembra che questa ripresa della produzione industriale stia incontrando delle difficoltà nel mese di settembre, ci auguriamo che non sia così, ma questo per dire che viviamo ancora in una situazione di incertezza. Secondo la stessa Associazione industriale della Valle, la ripresa del settore industriale valdostano dipende per lo più da variabili esterne che sono difficilmente governabili, tanto meno prevedibili a livello locale. L'esempio è quello che facevo prima: l'attacco in Iraq dei giorni scorsi contro la base dei Carabinieri ha creato un crollo degli indici della borsa, che poi hanno degli effetti che vanno al di là della borsa stessa.
Il nostro tessuto industriale opera prevalentemente, se si escludono alcune eccezioni, come ha detto il collega Lanièce, nelle produzioni tradizionali e mature, dove maggiore è la concorrenza. Non va dimenticato infatti che la principale area del sistema industriale valdostano è quella della componentistica, quindi non si ha la realizzazione di prodotti finiti di qualità - come ha detto il collega Lanièce -, ma ci si trova in situazioni in cui in alcuni casi si dipende molto dalle attività di altre imprese (dell'auto, dell'elettronica, degli elettrodomestici). È chiaro che questo è un problema che va superato, ma attualmente il nostro apparato industriale ha queste caratteristiche in misura significativa. L'apparato industriale valdostano inoltre è composto prevalentemente da imprese di piccole dimensioni e questo costituisce un ulteriore fattore di criticità.
Le incertezze del mercato e la mancanza di visibilità in prospettiva per quanto riguarda l'andamento degli ordinativi hanno avuto come conseguenza un rallentamento negli investimenti nell'ultimo periodo. Cosa ha cercato di fare in questo contesto l'Amministrazione regionale? Ha cercato di mettere in campo delle iniziative che fossero anticicliche rispetto all'andamento non particolarmente vivace dell'economia industriale, con incentivazioni nel campo della ricerca, della formazione professionale, dell'innovazione tecnologica, della qualità. La legge n. 6, che è stata approvata da questo Consiglio nei mesi scorsi, va proprio in questa direzione ed è anche il frutto di un'attività di concertazione fra Amministrazione regionale e le organizzazioni imprenditoriali. Anche sulla base di quanto è stato definito nel programma di maggioranza, si è sempre cercato di sottolineare come lo sviluppo economico all'interno della Regione, ivi compreso lo sviluppo industriale, debba essere un momento di integrazione fra i diversi settori economici, nel quale la pubblica amministrazione svolga un ruolo di sostegno e di creazione di opportunità. Da questo punto di vista, l'attività che è stata fatta, oltre all'innovazione nella normativa a sostegno alle imprese del settore secondario, riguarda la semplificazione amministrativa e del quadro normativo, in quanto con la legge n. 6 si è andati a ridurre di molto il numero delle leggi interessate, semplificando anche l'attività di queste leggi. Stiamo andando verso la realizzazione dello Sportello unico per le attività produttive, altro elemento di competitività territoriale; si sta procedendo al sostegno dei processi di internazionalizzazione, quindi di promozione dell'impresa valdostana all'estero; la stessa nascita della Chambre, della Camera di commercio può rappresentare un elemento importante di dinamismo nella situazione economica regionale.
Questi elementi sono nati - lo dicevo prima - da una concertazione fra l'Amministrazione regionale e le forze economiche della Regione stessa. Gli strumenti che sono stati messi a disposizione delle imprese, quindi, sono strumenti che vanno a sostegno degli investimenti, che servono a stimolare non solo nuovi processi e nuovi prodotti, ma anche ad andare nella direzione auspicata dal Consigliere Lanièce, soprattutto attraverso gli interventi della ricerca, per fare in modo che le aziende valdostane siano maggiormente autonome. Vediamo oggi che le aziende, che riescono a far fronte meglio alla situazione di crisi, sono quelle che possono avere brevetti propri, una propria ricerca. Siamo anche convinti che la vitalità e un'industria che lavori bene siano importanti per raggiungere un equilibrato sviluppo economico della Regione e crediamo che lo sviluppo dell'industria, anche nella strategia "Unione europea" di sviluppo sostenibile, richieda interventi sotto diversi aspetti, in primo luogo con gli aiuti alle imprese, in secondo luogo con interventi legati alle politiche del lavoro e all'ambiente, affinché l'apparato industriale sappia collegarsi ad un ambiente particolarmente delicato come quello valdostano.
Emerge da tutto questo che è necessario un approccio coordinato in cui le politiche dell'istruzione, della formazione, dell'ambiente, della ricerca e sviluppo, del credito, quindi le politiche finanziarie, siano a sostegno degli obiettivi della politica industriale. Lo sforzo che cercheremo di fare nei prossimi mesi è quello di accompagnare la ristrutturazione del settore industriale con la predisposizione di un piano industriale, come previsto dalla legge n. 6, nel quale si faccia il punto sulla situazione dei sistemi di incentivazione utilizzati in Regione, ma si individuino anche le soluzioni per cercare di risolvere la situazione che abbiamo davanti, quindi direi un forte sforzo di programmazione.
È vero che di industria - ma del resto anche degli altri settori - si parla di più quando si presentano situazioni di crisi. Anche ora il quadro internazionale ha sicuramente delle influenze sul nostro sistema, ma noi abbiamo cercato di andare più a fondo, di scavare nella situazione dell'industria e lo abbiamo fatto sotto due aspetti, il primo utilizzando i dati statistici più recenti che, pur in un quadro problematico della situazione industriale regionale, evidenziano una crescita del valore aggiunto di questo settore superiore sia al dato medio italiano che a quello relativo alle Regioni del nord ovest. Se dovessi rispondere alla domanda posta dal Consigliere Lanièce "se siamo più ricchi o più poveri", stante le statistiche ufficiali che, dal punto di vista del valore aggiunto, dal punto di vista degli occupati, ci dicono che nel periodo 1999/2002 vi è stato un incremento di 6.000 addetti, che le assunzioni dell'industria sono di 1.500 addetti e nel terziario di 2.000, dicevo, guardando i dati ufficiali, potrei rispondere che siamo più ricchi. La relativa attendibilità delle informazioni statistiche in una Regione come la nostra, dove lo spostamento di qualche centinaia di unità sposta le percentuali in alto o in basso, però ha spinto l'Assessorato a promuovere un'indagine empirica sul settore industriale, fatta in collaborazione con le associazioni industriali e con l'Agenzia del lavoro, al fine di disporre di dati più analitici rispetto alla situazione economico-occupazionale delle imprese locali. È nostro interesse approfondire le conoscenze sulla situazione e non vi è alcuna volontà di occultare situazioni che possono presentare elementi di problematicità.
L'indagine ha riguardato la quasi totalità delle aziende industriali con più di 15 addetti operanti in Valle d'Aosta, quindi ha riguardato 60 aziende con circa 5.000 addetti. Attualmente è in corso la stesura dei risultati finali dell'indagine, che verranno diffusi prossimamente ma, sulla base delle prime indicazioni, si può tuttavia affermare che anche in Valle d'Aosta il settore industriale sta subendo gli effetti della congiuntura economica negativa, ma che al momento risulta difficile parlare di crisi di un intero settore. I dati evidenziano cioè una situazione "a macchia di leopardo", in cui abbiamo situazioni di eccellenza insieme a situazioni di difficoltà, situazioni di criticità in alcuni casi e situazioni invece diverse in altri. In sostanza, i problemi che colpiscono le imprese non derivano tanto dall'appartenere ad un comparto economico, piuttosto che ad un altro, ma afferiscono ad una pluralità di caratteristiche delle imprese: dimensioni, livello di dipendenza, livello di internazionalizzazione, capacità di investimento, situazioni finanziarie. A titolo di esempio, si può segnalare che: la quota di imprese, che afferma di avere fatturato in diminuzione, si riduce tra il 2002 ed il 2003, passando dal 32% al 22%; la quota di imprese, che afferma di avere ordinativi in diminuzione oppure costanti, si riduce tra il 2002 ed il 2003, passando dal 55% al 46%; anche per quanto riguarda l'andamento della produzione, tra il 2002 ed il 2003 si osserva una riduzione del numero delle aziende, che asserisce di avere produzione in diminuzione o costante: dal 55% al 45%; per quanto riguarda l'occupazione, su un campione di circa 5.000 addetti e di 60 imprese, si registra una riduzione occupazionale di circa 200 addetti, che viene spiegata in parte dalla chiusura della "Elelys".
Vanno poste maggiori attenzioni alla capacità di investimento delle imprese, che risulta invece in controtendenza, in quanto la percentuale di aziende che dichiara di avere incrementato i propri investimenti tra il 2002 ed il 2003 passa dal 49% al 40%. Direi un quadro in cui segnali tendenzialmente positivi si accompagnano a situazioni di evidente problematicità. Nell'attuale fase congiunturale i fattori che le aziende ritengono maggiormente critici sono: il costo e l'accesso al credito, il livello e l'andamento della domanda. In considerazione di queste elementi, si può affermare che occorre porre molta attenzione a sostenere le imprese e la loro capacità di investimento nel momento in cui il ciclo economico inizierà a mostrare i primi segnali di ripresa. Se infatti diverse imprese sono riuscite a superare la lunga fase recessiva, anche iniziando a diversificare prodotti e mercati, altre potrebbero non essere in grado di farlo per i vincoli derivanti dalle risorse e dalle competenze professionali di cui dispongono.
L'Amministrazione regionale, in questo contesto, ha inteso realizzare, sia con la legge n. 6/2003, sia con le leggi sulla ricerca e la qualità, un'azione anti-ciclica in favore dello sviluppo, supportata anche dagli stanziamenti previsti nel bilancio 2004-2006 in discussione nel prossimo Consiglio. La Regione ha inoltre attivato, nell'ambito del Patto per lo sviluppo, un gruppo di lavoro sulla crisi industriale con la presenza dell'Associazione industriali valdostana e delle organizzazioni sindacali, nel quale ogni attore è chiamato ad offrire il proprio contributo per la definizione di progetti tesi a consentire un consolidamento effettivo del settore.
Sul piano del sostegno al sistema produttivo, l'azione della Regione si è rivolta in via prioritaria alla programmazione degli interventi di settore - Programma triennale per lo sviluppo dell'industria e dell'artigianato -, che opererà in stretto collegamento con il Piano di politiche del lavoro. Quali possono essere in estrema sintesi gli interventi che si possono ipotizzare? Innanzitutto proseguire le politiche energetiche volte a ridurre i costi dell'energia per le imprese; il fatto che in Valle d'Aosta le imprese possano avere l'energia elettrica a un costo di circa il 15% inferiore rispetto al resto del Paese è indubbiamente un elemento importante. Si tratta poi, visto che abbiamo imprese di piccole dimensioni, di favorire le sinergie e le aggregazioni tra le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, per costruire una massa critica adeguata a fare fronte alla difficile competizione con gli altri attori; di sostenere progetti pilota per filiere o aree di sistema, pensiamo all'integrazione fra il settore alimentare e il turismo, creando sinergie e complementarietà che rendano appetibile l'insediamento e la permanenza delle imprese nella nostra regione; di creare un clima favorevole allo sviluppo dell'imprenditorialità, credo che questo sia un dato importante che vale per l'industria, ma anche per gli altri settori imprenditoriali. Vi è un impegno dell'Amministrazione regionale di far sì - lo sportello unico va in questa direzione - di ridurre i vincoli procedurali per accedere alle misure di sostegno per gli investimenti, la qualità e la ricerca. Si tratta di sostenere la diffusione di azioni di promozione dei nostri prodotti sia a livello nazionale, sia a livello internazionale e qui sono in atto degli accordi di programma con l'Istituto per il commercio estero. Si dovrà cercare un incontro tra mondo della scuola e il mondo del lavoro per migliorare la conoscenza reciproca ed orientare i giovani verso l'industria e verso la creazione di nuove imprese. Si tratta di migliorare il sistema degli incentivi alla formazione in modo da realizzare un sistema di formazione coerente con lo sviluppo, la competitività delle imprese e la valorizzazione delle competenze dei lavoratori; di introdurre un sistema di vouchers formativi per il finanziamento della formazione continua individuale, semplificando gli strumenti agevolativi esistenti, vouchers che sono attualmente in fase finale di studio e di prossima sperimentazione; di ridisegnare - sulla base delle nuove norme varate a livello nazionale - la formazione dell'apprendistato insieme alle imprese che hanno necessità di piani formativi coerenti e che rispondano alle loro esigenze formative. Si tratta poi di andare nella direzione - alla quale stiamo lavorando - di costituire un fondo speciale di garanzia per il consolidamento dei debiti, riducendo l'indebitamento a breve e liberando così delle risorse per gli investimenti. Il problema finanziario oggi è una delle priorità assolute di moltissime imprese, che rischierebbero di trovarsi in un momento di espansione economica ad essere stritolate dal sistema bancario.
Vorrei ricordare in conclusione che dovrebbe essere consapevolezza comune che in Valle è presente e operante una realtà industriale intorno alla quale sarebbe necessario veder crescere l'attenzione circa il ruolo che svolge nell'economia regionale e che l'acutizzarsi delle critiche rivolte in modo indifferenziato al sistema produttivo rischia di rafforzare la tentazione di andare a cercare altrove condizioni di contesto più favorevoli; credo che sia compito di tutti contrastare queste tentazioni. Voglio infine ricordare che l'industria in Valle d'Aosta rappresenta circa il 25% del prodotto interno regionale, che i suoi occupati sono circa il 25% degli occupati nella regione e che l'industria rappresenta un patrimonio di professionalità, di tecnologie e di sapere, che sono importanti per questa Regione. Riconfermo quindi l'impegno di questa Amministrazione di affrontare al meglio una situazione che presenta delle problematicità, ricordando che, purtroppo, non siamo gli unici attori in questo contesto. A noi spetta creare delle opportunità per le imprese, ma vi sono delle congiunture di carattere più generale che non dipendono esclusivamente dalla Regione, dipendono anche dal contesto nazionale.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (SA) - Ringrazio l'Assessore perché le sue risposte sono sempre puntuali, lunghe e articolate.
L'Assessore ci ha fatto un'analisi che corrisponde a quanto noi abbiamo richiesto, ha poi cercato "arrampicandosi sui vetri" di fare un ragionamento per dire che nella nostra Regione le cose si "barcamenano" abbastanza bene. Più la sentivo parlare, più rimanevo dell'idea che questo settore industriale è veramente in crisi, una crisi profonda, peraltro una crisi ormai già dichiarata da tutte le organizzazioni sindacali, industriali, di categoria, imprenditoriali. Quello che manca - il mio intervento è in questo senso per confermarle la nostra seria preoccupazione -, è un qualcosa che ci faccia sperare per il futuro in qualcosa di positivo… Mi riesce davvero difficile dire quali sono le prospettive per i giovani che affrontano il mondo del lavoro. Penso ai neolaureati, quando, con semplicità, mi fanno delle domande sul futuro. Al di là di tutte le cose che lei ci ha detto, che possiamo condividere - capisco la volontà di andare a "tappare il buco" da una parte o dall'altra -, non vediamo però in prospettiva, nulla di positivo per poter essere rassicuranti per il futuro. Non basta dire che vi è una congiuntura internazionale e nazionale che investe inevitabilmente anche la nostra Regione, questo è un dato di fatto che riconosciamo ed è un'attenuante, però tutto questo non basta. Se da una parte ci vantiamo di essere una Regione capace dal punto di vista progettuale, finanziario ed economico, credo che dobbiamo aspettarci anche qualcosa in più rispetto alle situazioni esistenti nel nostro Paese, perché abbiamo le possibilità economiche, e qui speravo di sentire qualche progetto a lunga scadenza, che desse maggiori garanzie.
Varrà anche la pena di valutare l'opportunità - non so se vi è l'usanza - di fare un Consiglio monotematico sul problema. Potrebbero venire una serie di proposte, di idee, forse anche con un po' più di fantasia. Vede, Assessore, se in futuro si continuerà a tamponare le falle di industrie provenienti da fuori Valle che prendono i nostri finanziamenti e poi ci mollano (perché questo è il luogo comune che corre a livello di bar come battuta), se non avremo iniziative - anche solo a livello di idee, non dico che decreteremo il "de profundis" del settore, ma certamente questa crisi, che ormai è sul tappeto, rimarrà tale e non vedo a breve scadenza soluzioni positive.