Oggetto del Consiglio n. 236 del 19 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 236/XII - Smantellamento di impianti di risalita obsoleti. (Interpellanza)
Interpellanza
Ricordato che la precedente Giunta regionale si assunse l'impegno di operare per lo smantellamento degli impianti di risalita obsoleti e sostanzialmente inutilizzati, presenti in buon numero sul territorio valdostano;
Osservato che l'immagine paesaggistica della nostra Regione, specie nei siti di montagna, risulta spesso compromessa da tali installazioni che danno brutta mostra di sé;
Ritenuto opportuno tornare sul problema per fare il punto della situazione;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
L'Assessore competente per sapere:
1) quanti e quali sono ancora gli impianti di risalita obsoleti ed inutilizzati, in attesa di rimozione, nella nostra Regione;
2) come e quando si intende intervenire per ottenere le rimesse in ripristino dei luoghi nel caso che le concessioni degli impianti siano scadute e se si intende intervenire anche là dove le concessioni, ancorché praticamente inutilizzate, sono ancora vigenti;
3) se intende inoltre intervenire nei confronti dei Comuni, in riferimento ai piccoli impianti di risalita o di trasporto merci di loro competenza, che ignorando il problema contribuiscono a peggiorare l'immagine ambientale della nostra Regione.
F.to: Curtaz - Squarzino Secondina
Presidente - Nessuna illustrazione.
La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio, trasporti e affari europei, Caveri.
Caveri (UV) - Rispondo volentieri a questa interpellanza, che credo faccia seguito a precedenti iniziative assunte in passato su questo stesso tema, per cui mi fa piacere poter riferire sullo stato della situazione.
Il SIF (Servizio infrastrutture funiviarie), una volta acquisita la competenza in materia di impianti di risalita - competenza relativamente recente perché risale ad una norma di attuazione del 1998 - ha dapprima interrogato le società che non esercivano più degli impianti da alcuni anni per sapere quali fossero le loro intenzioni; devo dire che, secondo l'interpretazione degli uffici, tale richiesta non ha avuto molto seguito. Si è quindi deciso da parte del SIF di verificare sul campo, peraltro una simile iniziativa - tanto per assumere un elemento comparativo che può essere sempre utile - è stata decisa anche nelle Province autonome di Trento e Bolzano, che sono le uniche che hanno come noi competenza esclusiva in materia, dove esiste un'analoga situazione di criticità. La logica è stata quella di predisporre un censimento degli impianti dismessi. I tecnici del SIF - e qui ricordo agli interpellanti che questo è un servizio la cui costruzione non si è ancora completata - si ritrovano nel bilancio regionale di quest'anno delle consulenze, quindi mi auguro che questo servizio possa in un tempo ragionevole trovare quella organicità che è necessaria, e vorrei in questo senso fare le mie felicitazioni ad un servizio che, pur essendo in ristrettezze, si è dato da fare anche per questa questione particolare degli impianti obsoleti. Come dicevo, i tecnici del SIF hanno quasi terminato il lavoro di censimento, momentaneamente sospeso in autunno per dare precedenza, per ovvie ragioni, agli interventi di sorveglianza e di controllo degli impianti attivi in servizio pubblico. Ritengo che il lavoro possa essere completato nella stagione estiva 2004.
Potrei fornire, se gli interpellanti fossero interessati, un allegato in cui vi sono i dati parziali finora raccolti. Vedrete dalla tabella che vi sono degli impianti già controllati, altri che devono essere ancora controllati e questo dà atto di un lavoro in "progress" che si sta svolgendo e che si concluderà nel 2004. In sintesi sono presenti sul territorio parti non smantellate di 59 impianti con le seguenti tipologie: 45 sciovie, 3 seggiovie, 8 funivie o telecabine e 3 impianti diversi. A lavoro ultimato saranno disponibili, per ogni singolo impianto, i dati geografici, l'esatta ubicazione, le fotografie e un'indicazione dello stato delle strutture.
"Come e quando si intende intervenire…" - chiedono gli interpellanti - "rispetto ad una rimessa in ripristino dei luoghi". L'articolo 45 della legge regionale n. 29/97 prevede che il concessionario di linee funiviarie provveda, allo scadere della concessione o in caso di risoluzione consensuale fra le parti - eventuale sostituzione o decisione di chiusura definitiva che sia motivata e la chiusura definitiva viene recepita con una deliberazione di Giunta che annuncia il venir meno anche della concessione -, alla demolizione, all'asportazione del materiale e al ripristino del territorio entro 18 mesi dalla data di scadenza della concessione o dalla data di risoluzione consensuale, salva diversa valutazione dell'interesse pubblico. Confesso che non abbiamo ancora affrontato giuridicamente, prendo qui l'impegno di farlo, cosa voglia dire tutto ciò per gli impianti preesistenti. Ricordo un impianto a Challand che fu fatto all'epoca in cui vi erano "les neiges d'un temps", cioè nevicava… credo che sia lì da una trentina di anni, quindi è probabile che quei concessionari non esistano più. Bisognerà quindi capire cosa fare per gli impianti post 1997 e ante 1997. Per il post 1997 sicuramente l'idea è quella di applicare quanto previsto dal comma 5, articolo 45, che prescrive che, nel caso di inottemperanza da parte dell'ex concessionario alle disposizioni prescritte per la demolizione, l'Ente concedente - la Regione - intervenga per i lavori di rimozione e poi i relativi oneri dovranno essere addebitati al concessionario.
Si tratta invece di riflettere, questo lo dovremmo fare - essendo in verità questa questione stata segnalata un giorno in Giunta dallo stesso Presidente della Regione dopo aver visitato una zona della Valtournenche, dove vi è ancora un residuo, quasi bellico vista l'età, di un impianto funiviario -, se per il passato non vada fatto un intervento che abbia caratteristiche non trasportistiche, ma ambientali. Credo che in certi casi i ripristini debbano anche tener conto della storicità di alcune installazioni, quindi bisognerà fare qualche ragionamento. Penso proprio alla mitica stazione del Furgen, il cui smantellamento oggi costerebbe delle cifre inusitate; bisognerebbe invece pensare a come evitare che si trasformi in una bruttura o in una specie di magazzino tutto rotto sicuramente molto negativo.
Mi si chiede infine "se si intende intervenire nei confronti dei comuni, in riferimento ai piccoli impianti di risalita o di trasporto merci di loro competenza". Mi sembra di aver detto che gli impianti sono regolamentati da quella legge e bisognerà invece risalire a delle tecniche di bonifica per quel che riguarda il passato. Per quanto riguarda invece i palorci, cioè quei fili a sbalzo che vengono adoperati in molte zone per il trasporto della legna, del fieno, oggi ne esistono che collegano ad esempio dei rifugi, compete ai comuni il rilascio della concessione e la verifica sul territorio. Va detto a difesa del filo a sbalzo che si tratta di un sistema di trasporto di minore impatto ambientale rispetto alle strade montane carrozzabili o all'elicottero. L'eventuale smantellamento non rientra nelle competenze attuali della Regione, trattandosi di una competenza che ormai è stata data alle amministrazioni comunali.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Voglio ringraziare l'Assessore perché la sua risposta mi è sembrata adeguata al problema sollevato con questa interpellanza, una soddisfazione ma con riserva, che espliciterò alla fine della mia breve replica.
Apprendo intanto con soddisfazione dei dati praticamente certi sul fenomeno e il dato che lei, Assessore, ci ha fornito - fra l'altro la ringrazio per averci dato la copia di questo elenco - è un dato che va al di là di quella che era una mia previsione: pensavo - perché sono anch'io a conoscenza di una decina di questi impianti, come quello di Challand ve ne sono altri soprattutto nelle zone di media montagna abbandonati da decenni - ad un dato di poche decine di questi impianti disseminati in tutta la Valle. Il fatto che gli impianti in questa prima stima siano addirittura 59 mi fa pensare ad un fenomeno di una certa rilevanza e piuttosto trascurato perché, se siamo arrivati a questa situazione, è anche segno che vi è stata poca attenzione sul fenomeno da parte dei suoi predecessori, degli amministratori e forse anche dell'opinione pubblica.
Prendo anche atto con altrettanta soddisfazione che questo censimento, che dal punto di vista logico costituisce il primo lavoro da fare, verrà completato nel 2004 e mi auguro che, completato il censimento, si passi ad una fase operativa; fase che deve consistere nella messa in mora degli enti concessionari e poi nella realizzazione da parte della Regione di quelle opere che sono necessarie per smantellare questi impianti obsoleti.
Rispetto alla suggestione che l'Assessore proponeva circa gli impianti di particolare valore storico, penso che sia interessante e, se limitata ad alcuni casi specifici, si potrà immaginare anche una sorta di museo delle funivie, tanto per sfruttare alcuni impianti particolarmente significativi dal punto di vista della storia dell'alpinismo o dello sci nella nostra Regione. Teniamo però presente che, al di là di alcuni casi specifici, credo che la gran parte degli impianti vada smantellata con le procedure previste dalla legge, che consentono peraltro alla Regione, forse con termini un po' lunghi, di agire direttamente e ottenere risultati.
Ancora un'osservazione, prima di terminare, rispetto al problema degli impianti di competenza comunale. Penso anch'io che vi sono tanti piccoli impianti in grado di essere un'alternativa alle strade, quindi li vedo in maniera benevola; io mi ponevo piuttosto il problema di quegli impianti che sono abbandonati, che non vengono più utilizzati, che sono lì per negligenza sia dei proprietari che degli enti locali, che dovrebbero sorvegliare su di essi.
Penso che non sarebbe male che, nell'ambito dell'Assessorato regionale, vi fosse in questo senso un'opera di sensibilizzazione; non sarebbe male che vi fosse anche un inventario di questi impianti dismessi o meno, fra l'altro sarebbe utile anche ai fini della sicurezza. Abbiamo visto a volte elicotteri che sono precipitati… mi ricordo una decina di anni fa, a Cogne in occasione della "Marcia Gran Paradiso", che un elicottero che soccorse una concorrente infortunatasi cadde perché impattò con una di queste piccole teleferiche di paese non segnalata sulle carte utilizzate dagli elicotteristi.
Credo quindi che vi sia tutto un lavoro da fare, che ha come obiettivo non trascurabile quello di migliorare la qualità ambientale della nostra regione, la qualità paesaggistica, eccetera. Non è un bel biglietto da visita il presentare al turista questi impianti obsoleti, spesso con pali arrugginiti e quant'altro.
Chiudo il mio intervento dicendo che l'Assessore correttamente ha indicato dei tempi che sono ragionevoli. Credo, ma non voglio aprire un capitolo polemico sul passato, che in questa materia nella scorsa legislatura si sia perso un bel po' di tempo, perché poteva essere fatto tutto un lavoro anche su sollecitazione nostra, invece non è stato fatto, è stato appena avviato. Se l'Assessore si prenderà la briga di concretizzare quelli che sono oggi gli intendimenti, credo che nell'arco di una legislatura in questo settore si potranno fare tante cose e sarà un'opera meritoria di cui daremo atto ben volentieri all'Assessore. In ogni caso sarà nostro dovere tornare su questo tema a settembre-ottobre 2004, quando potremo avere i dati definitivi del censimento e le chiederemo quali saranno i suoi intendimenti in concreto per passare ad una fase più operativa.