Oggetto del Consiglio n. 225 del 19 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 225/XII - Riduzione dei tempi di attesa per la mammografia. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso
- che la mammografia è il metodo migliore di prevenzione secondaria del tumore alla mammella, in grado di diagnosticare precocemente la malattia, consentendo l'utilizzo immediato di adeguate terapie di cura in caso di esito positivo;
- che lo strumento della mammografia, se offerto attraverso programmi di screening con chiamata attiva, può ridurre sensibilmente i casi di mortalità per tumore della mammella;
- che dal compimento del cinquantesimo anno di età le donne valdostane sono invitate a sottoporsi allo screening di prevenzione;
- che i tempi di attesa per poter effettuare un esame mammografico presso le strutture sanitarie valdostane si stanno allungando sempre di più;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'assessore delegato per sapere se ritenga possibile, considerata l'importanza della diagnosi precoce, ridurre i tempi di attesa per lo screening mammografico.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - La questione è posta in termini corretti, quindi potrei solo dire: "sì, ne prendiamo atto; vedremo di ridurre le liste di attesa per la mammografia".
Se mi permettete, vorrei però aggiungere alcuni elementi per completare il discorso, sempre con il desiderio di essere utili, dal punto di vista sanitario, alla popolazione valdostana, di cui abbiamo tutti la responsabilità. È proprio vero che la mammografia - come lei diceva - è il metodo migliore di prevenzione secondaria; è anche vero che questo esame deve essere associato ad altri accertamenti, cioè ad una visita senologica, ad una ecografia. È anche vero che la mammografia ha delle controindicazioni, perché è un'indagine che comporta l'applicazione di radiazioni ionizzanti; e dunque il ripetere più volte la mammografia non è sicuramente utile all'ammalata, e non è che questa non si ammala di tumore se fa più mammografie, purtroppo!
Anche l'età è importante: come lei sa, nell'età giovanile questo esame può essere più pericoloso che in altre età; per tale motivo, dal 1998 è iniziato in Valle d'Aosta uno "screening mammografico", in accordo con il Centro di prevenzione oncologica piemontese, in quanto lo stesso deve essere di alta qualità per produrre dei risultati. Questi screening, applicati correttamente, diminuiscono del 35% la mortalità del cancro mammario, che è risaputo essere la causa più frequente di morte fra le donne, arrivando a 11.000 morti all'anno.
In Valle, lo screening viene applicato a tutte le donne dai 50 ai 69 anni: è biennale, è completamente gratuito e le stesse vengono chiamate a questo esame telefonicamente con una prenotazione oraria precisa. Possono aderire anche le donne dai 45 ai 49 anni in modo volontario, soprattutto se sono donne a rischio, cioè se hanno una familiarità, se hanno una sintomatologia, se hanno delle patologie precancerose. In totale, le donne bersaglio di questo screening in Valle d'Aosta sono 15.155.
Nel 2002 sono stati eseguiti 479 esami mensili mammografici, mentre il Centro di prevenzione oncologica piemontese, che ha fatto un po' da referente per la qualità di questo studio, prevedeva 430 esami mensili, quindi siamo andati oltre quanto ci era stato richiesto. Ha aderito circa il 70% delle donne contattate e i giudizi sull'andamento di questo screening sono stati definiti, sempre da questi esperti, eccellenti.
Nonostante questa impostazione, è però vero che le liste di attesa sono ancora lunghe, perché molte donne non aderiscono allo screening, nonostante vengano chiamate da una struttura correttamente impostata; altre, richiedono impropriamente degli esami, vale a dire che, nonostante rientrino nello screening biennale, richiedono delle mammografie a tempi più ravvicinati e questo pone dei problemi, perché può non essere corretto eseguire più mammografie senza una indicazione precisa in tempi brevi; altre, nonostante non vi sia l'età e non rientrino in questi termini precisi, vogliono fare la mammografia. Le liste di attesa erano e sono ancora forse un poco lunghe, anche se dal giugno 2003 è stato attivato un accordo con l'IRV che prevede una esecuzione degli esami più ravvicinati.
Al momento attuale, per rispondere alla sua domanda in modo preciso, per le mammografie nelle donne asintomatiche l'attesa è di 107 giorni. La mammografia urgente, quella richiesta con un particolare colore dal medico curante o da chi l'ha visitata, viene eseguita in 8 giorni; così anche le mammografie per "follow-up", per interventi o malati a rischio, sono eseguite in 8 giorni. L'ecografia mammaria, altro esame importante per questa patologia, viene eseguito con 17 giorni di attesa.
Mi sono permesso di fare questo discorso per richiamare l'attenzione sul fatto che, sì, la mammografia è importante e bisogna forse accelerare ancora i tempi di attesa; però, come già ho risposto a una vostra interpellanza di alcuni mesi fa, mi sembra che il lavoro che dobbiamo fare sia proprio sull'appropriatezza dell'indicazione. È in questo senso che vanno tutti ormai: l'indicazione a fare la mammografia deve essere sempre più precisa. In questo senso, bisogna lavorare in due settori: il primo, su una informazione maggiore; il secondo, sul preparare delle linee guida, preparate dallo specialista, condivise dallo specialista ambulatoriale e dal medico di base, occorre cioè che vi sia un protocollo preciso a cui inviare le ammalate aventi tale problema.
Le cose che ho detto non sono mie: le ho solo raccolte da dati tecnici, dei nostri tecnici, ed ho la documentazione a vostra disposizione, se la volete guardare.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Ringrazio l'Assessore per la risposta che ha fornito all'interrogazione, la quale, però, necessita di alcune puntualizzazioni da parte nostra.
Guardiamo con fiducia - anche perché ci piacerebbe vedere il futuro lungo e distante - alle recenti affermazioni che ha fatto un oncologo di grande fama qual è il prof. Veronesi, in occasione della recente giornata per la lotta contro il cancro, il quale ha affermato che nell'arco di 20 anni il cancro potrà essere debellato. Guardiamo con fiducia, anche perché si stima che nel 2015 saranno circa 1,25 milioni le morti per cancro nell'UE; sono tante, e queste morti riguardano proprio le donne colpite da tumori in prevalenza all'utero e alla mammella che, se prevenuti con una adeguata azione di prevenzione, possono essere curati.
Le indicazioni da lei date rispondendo alla nostra interrogazione ci fanno comprendere che dal 1998 in avanti la Valle d'Aosta si è attivata in maniera concreta per affrontare il problema, e lo ha fatto anche sulla base dei numeri da lei elencati; 470 esami mensili sono tanti, l'adesione è alta: questo vuol dire che alla campagna massiccia di informazione fatta in questi anni c'è stata una risposta altrettanto massiccia da parte delle donne.
Alla richiesta femminile di sottoporsi allo screening, purtroppo dobbiamo constatare che altrettanto adeguata non è la risposta delle strutture sanitarie. Ci fa piacere sapere che dal giugno 2003 l'accordo con l'IRV permetterà di accelerare gli esami, però dobbiamo anche sottolineare che oggi i ritardi sono sui 6 mesi e, addirittura da casi a noi segnalati - segnalati non solo da persone comuni, ma anche da associazioni competenti di settore -, arrivano anche a 9-10 mesi. Guardiamo con fiducia alle cose detteci rispondendo alla nostra interrogazione, perché pensiamo che la prevenzione sia uno strumento che può evitare danni alle donne e soprattutto morti, le quali si aggirano sulle 11.000 in Italia - sono 27.000 casi - e naturalmente non escludono la nostra piccola regione.
Prendiamo atto con moderata soddisfazione di questa attenzione che l'Assessorato rivolge al problema e guardiamo con fiducia e ottimismo al fatto che questi tempi di attesa per lo screening mammografico possano sensibilmente ridursi nei prossimi mesi.
Si dà atto che dalle ore 11,12 presiede il Vicepresidente Lanièce.