Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 221 del 19 novembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 221/XII - Interventi a livello governativo per il riconoscimento dello stato di calamità per la prolungata siccità. (Interrogazione)

Interrogazione

Appreso sia da fonti dirette sia dai mezzi d'informazione locali che la siccità che nei mesi scorsi ha colpito la Valle d'Aosta ha causato ingenti danni alle produzioni foraggere e ortofrutticole in tutta la Regione;

Sottolineata l'indubitabile crisi economica, funzionale e strutturale che da anni investe il settore agricolo valdostano;

Richiamata la precedente iniziativa consiliare presentata dal gruppo della Stella Alpina lo scorso 1° ottobre;

Preso atto delle recenti dichiarazioni rese in merito dal senatore Augusto Rollandin, che ha pubblicamente sollecitato le autorità regionali ad adoperarsi al fine di far riconoscere al Governo italiano lo stato di calamità naturale in Valle, a causa delle problematiche climatiche sopraccitate;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per sapere se ritiene opportuno, in tempi brevi, adoperarsi al fine di ottenere a livello nazionale la dichiarazione di stato di calamità, indicando in caso di risposta positiva quali sono le modalità operative.

F.to: Lanièce - Viérin Marco - Salzone

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Premesso che il sottoscritto ha avuto con il Senatore Rollandin un semplice colloquio informale alla "buvette", a margine della presentazione del nuovo disciplinare della "Fontina" - ed è lì che si giocano le vere partite, concordo - e che nessun sollecito è pervenuto all'Amministrazione regionale, non posso che ribadire quanto già comunicato rispondendo alla precedente iniziativa richiamata nell'interrogazione.

È necessario inoltre ribadire che la nostra regione ha un clima di tipo semiarido e che per questo la Valle d'Aosta si è attrezzata, nei secoli, dotandosi di una imponente rete irrigua, costantemente aggiornata con l'evoluzione tecnologica, in grado di prelevare e di distribuire sulle superfici coltivate fino a 5.000.000 di metri cubi al giorno. Questa capillare infrastruttura, gestita con perizia dai consorzi presenti su tutto il territorio regionale, ha permesso di limitare i danni da siccità nelle aree irrigate. Allo stesso modo, molti conduttori di alpeggio, naturalmente con uno sforzo aggiuntivo, hanno irrigato molti pascoli d'alpeggio, utilizzando in parte i ruscelli ancora in funzione, in parte dotandosi di tubazioni comprate e in quota parte finanziate dall'Assessorato, per far fronte alla siccità.

Rispetto a quanto mi si chiede nell'interrogazione, ritengo che gli interroganti non possano che riferirsi alla legge dello Stato n. 185/1992, la quale disciplina il Fondo di solidarietà nazionale e che prevede il parziale rimborso dei danni subiti in occasione di calamità naturali o avversità atmosferiche di carattere eccezionale. Nella legge n. 185/1992 l'eccezionalità dell'evento calamitoso non viene definita naturalmente dalla misurazione di questo, ma dall'entità dei danni provocati. All'articolo 2 si legge che: "Per far fronte ai danni derivanti da calamità naturali o da avversità atmosferiche di carattere eccezionale alle infrastrutture, alle strutture aziendali o alla produzione agricola delle zone interessate, le regioni competenti, attuata la procedura di delimitazione del territorio colpito…" - e questo è delicato oltre che difficile, Consigliere Lanièce - "… e di accertamento dei danni conseguenti, deliberano, entro il termine perentorio di 60 giorni dalla cessazione dell'evento dannoso, la proposta di declaratoria dell'eccezionalità dell'evento".

Sui danni alla produzione agricola i dati già riferiti stimano la perdita di foraggio al primo taglio intorno al 10% e quella al secondo taglio al 30% per le produzioni zootecniche; rispetto alla "Fontina" - ripeto - siamo sotto del 10%.

L'articolo 3, comma 2, così come sostituito dalla legge n. 256/2002, cita: "A favore delle aziende agricole, a parziale compensazione del danno, possono essere concessi contributi in conto capitale fino all'80% del danno stesso, entro un limite massimo per l'azienda da stabilire con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali"; per cui c'è l'80%, ma entro un limite massimo per azienda, che stabilisce il ministro con decreto. "L'entità del danno deve essere calcolata tenendo conto dell'ordinarietà delle singole produzioni praticate nelle aree colpite, vegetali, animali, apistiche. Dall'ammontare del danno va detratto il 15% corrispondente al minimo rischio di impresa, che dovrà restare a carico del produttore e sull'importo residuo…" (cioè danno calcolato meno il 15%) "… si applicherà l'aliquota contributiva per la quantificazione del danno". Su quanto ne rimane si applica fino al massimo dell'80%.

"L'entità del danno non deve tuttavia essere inferiore al 35% della produzione lorda vendibile dell'azienda, come stabilito dall'articolo 2 della legge n. 185. Nel calcolo dell'incidenza di danno sulla produzione lorda vendibile (PLV) devono essere considerate anche le produzioni zootecniche e apistiche".

La legge n. 185, in realtà, si concentra su altri interventi diversi dal riconoscimento dei danni, come operazione di credito agrario e assicurativo; danni calcolati sulla PLV superiori al 35% con il metodo di calcolo previsto e le restrizioni imposte non risultano esserci. È necessario segnalare, per completezza, la complessità della procedura, la difficoltà oggettiva di certificare le perdite di PLV a livello di comprensori, prima, e di singole aziende, poi.

Per beneficiare delle provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale è necessario notificare l'evento entro 60 giorni, elevabili a 90, dal termine dell'evento calamitoso. Nel nostro caso questo dovrebbe configurarsi come la prima pioggia utile. Ebbene, questa non può essere la pioggia del 9 settembre, che con i suoi 4,2 millimetri non ha interessato l'apparato radicale delle piante, e neanche quella del giorno successivo, che con 10,4 millimetri non ha certo permesso all'umidità del suolo, nei campi non irrigati, di superare il valore di appassimento. Bisogna quindi andare alle piogge di ottobre, che permettono di restare nei tempi della normativa.

Voglio chiarire che solo nel caso in cui, espletata tutta questa procedura di definizione dell'area, di definizione e scelta delle aziende agricole, e solo in questo caso, se i tecnici dell'Assessorato certificheranno l'entità del danno nelle percentuali suddette, si provvederà ad inoltrare la pratica al ministero, precisando che si tratta di una strada difficilmente percorribile. Parallelamente, questa è invece nelle nostre facoltà: l'Assessorato ha avviato le procedure di notifica dell'azione 3.1.2 del piano di sviluppo rurale per la Valle d'Aosta 2000-2006, azione che prevede la ricostituzione delle scorte aziendali e/o parziale copertura dei danni subiti dalla produzione nel caso di eventi atmosferici avversi, quali gelo, grandine, pioggia o siccità. La mancata produzione a seguito dell'evento atmosferico calamitoso deve risultare superiore al 20% della produzione media, rilevata nel triennio precedente, e la percentuale di contributo è pari al 50% del danno subito.

Ai sensi degli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo, gli interventi a seguito di calamità naturale devono essere notificati di volta in volta, indicando l'entità del danno, la metodologia di valutazione dello stesso, i dati climatici relativi all'evento. Attraverso la procedura notificata, si intende approvare una metodologia standard che permetterebbe, in seguito, di notificare esclusivamente i danni contestuali all'evento, rendendo più rapido l'iter burocratico. Inoltre è stata richiesta la modifica dell'azione del piano di sviluppo rurale, abbassando la soglia dal 30 al 20% applicabile su tutto il territorio della regione, in quanto zona svantaggiata; difficilmente, in casi che si ripresentassero nel futuro, riusciremmo ad attivare la misura, perché dobbiamo andare a definire, comprensorio per comprensorio, azienda per azienda, chi ha subito danno e chi no.

Con questa nostra proposta, che è in fase di valutazione - spero con valutazione positiva - da parte degli uffici competenti di Bruxelles, noi, attaccandoci alla logica della zona svantaggiata ex "Obiettivo II", nel momento in cui siccità o calamità c'è… questo vale per tutta la regione. Sarà poi al nostro interno, con deliberazione di Giunta regionale, definire gli importi, perché non dovremmo neppure creare problemi di non equità, in quanto vi sono situazioni differenziate. Ricordo che già negli anni scorsi abbiamo avuto situazioni di questo genere: nel 2001 la grandine, nel 2002 il gelo, nel 2003 tutte le situazioni ovvero gelo, grandine, siccità, e non abbiamo avuto alcuna possibilità di intervenire.

Con questa notifica, che speriamo venga accettata a breve termine, contiamo di dare una prima risposta a queste situazioni, augurandoci che non ve ne siano più - ma è fisiologico in agricoltura che ve ne siano - e auspicando che la misura che stiamo per adottare possa permetterci nel futuro di risolvere queste situazioni di crisi.

Président - La parole au Vice-président Lanièce.

Lanièce (SA) - Prendiamo atto della risposta dettagliata fornitaci dall'Assessore, da cui emerge che l'iniziativa svolta dall'Assessorato in merito alla notifica a livello europeo sta procedendo, e quindi probabilmente si giungerà ad un risultato positivo, il quale permetterà di aiutare i settori colpiti da calamità.

Secondo aspetto: l'Assessore ha appena dichiarato che è invece difficoltoso, se non quasi impossibile, che si possa ottenere a livello nazionale la dichiarazione di "calamità naturale". Emerge quindi il fatto che abbiamo avuto una dichiarazione del Senatore valdostano che non ha alcun senso: è una dichiarazione di volontà di fare cose che sono impossibili. Bisognerà discutere di questo perché, se i nostri referenti istituzionali rilasciano dichiarazioni che poi non hanno alcuna valenza, diventa complicato capire qual è la verità, tenuto anche conto che il Senatore rappresenta la stessa forza politica dell'Assessore e penso che vi sia anche uno scambio di informazioni fra appartenenti alla stessa forza politica! Questo ci stupisce e comunque prendiamo atto che l'Assessore afferma che non si è trattato di una dichiarazione ufficiale.

Quanto sopra ci sollecita a chiedere maggiori chiarimenti, perché certe notizie avevano creato nel mondo agricolo una certa attenzione, tanto da spingerci a presentare questa iniziativa in Consiglio; oggi, rispetto a tali notizie, apprendiamo che la dichiarazione era stata rilasciata solo "per calmare un po' le acque", ma che la possibilità di avere la dichiarazione di "stato di calamità" non esiste! Ci dispiace soprattutto per gli agricoltori, che sono stati illusi.

Invitiamo comunque l'Assessore a perseguire la sua azione a livello europeo, in modo che ci possa arrivare al più presto la valutazione positiva per poter dare, in futuro, risposte positive agli agricoltori, i quali ve lo ricordo ci permettono, con il loro lavoro meritevole, di avere una regione bella dal punto di vista turistico e ben coltivata dal punto di vista agricolo.

Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Solo per chiedere all'Assessore se ha ricevuto la richiesta del sottoscritto di una copia della domanda presentata alla CE: è importante che anche noi, come gruppo, possiamo fare una valutazione complessiva di questo fatto.

Devo riconoscere la risposta precisa dataci oggi, in questa sede, dall'Assessore, perché dire alcune cose ad un mondo agricolo già in tensione, certo non è la miglior cosa!