Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 198 del 5 novembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 198/XII - Protocollo tra la Regione e i Ministeri competenti per l'avvio di un'offerta formativa sperimentale a partire dall'anno scolastico 2003/2004. (Interpellanza)

Interpellanza

Appreso che è stato predisposto un protocollo tra la Regione Valle d'Aosta e il Ministero dell'Istruzione e il Ministero del Lavoro riguardante l'avvio e la realizzazione di un'offerta formativa sperimentale di istruzione e formazione professionale dall'anno scolastico 2003/2004;

Considerato che tale offerta formativa sperimentale è uno "escamotage" cui è ricorso il Ministro della Pubblica Istruzione per colmare un vuoto legislativo derivante, da una parte, dalla mancata emanazione dei decreti attuativi della riforma (previsti dalla legge n. 53/2003) e, dall'altra, dall'abrogazione delle norme relative all'obbligo formativo;

Preso atto che con tale iniziativa il governo propone alle regioni iniziative formative e di istruzione cui possano accedere i giovani che, terminata la scuola media, non intendono continuare gli studi e che non sono tenuti per legge a continuare un percorso formativo;

Ricordato che la regione Valle d'Aosta ha competenza primaria nell'istruzione e formazione professionale e che nella legge n. 53/2003 c'è una norma di salvaguardia delle competenze statutarie delle regioni a statuto speciale;

Ricordato ancora che da alcuni anni è attivo un programma regionale di accompagnamento dei giovani che, licenziati dalla scuola media e non iscritti a scuole superiori, sono aiutati ad acquisire competenze di base e ad orientarsi in percorsi professionali;

Considerato che le attività prese in esame dal Protocollo dovrebbero riguardare l'anno scolastico già iniziato;

Preso atto che per le attività oggetto del Protocollo dovrebbero essere trasferite dal Ministero dell'Istruzione e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali risorse finalizzate all'attuazione dell'obbligo formativo e alla formazione professionale

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta per sapere:

1) se tale Protocollo è stato firmato e quante sono le risorse ministeriali e regionali previste;

2) se sono attive, anche nell'anno 2003/04, le iniziative di formazione e sostegno educativi ai giovani licenziati dalla scuola media e non inseriti in alcun percorso formativo;

3) quali sono le materie oggetto del Protocollo su cui la regione non ha competenza primaria o esclusiva;

4) quali intendimenti si perseguono con l'adozione di tale protocollo.

F.to: Squarzino Secondina - Riccarand

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Premetto che non capisco perché questa iniziativa non sia stata discussa insieme all'altra interpellanza del collega Comé, così devo ripetere cose già dette dal collega. Chi mi risponde? Avete cambiato interlocutore?

(interruzione dell'Assessore Charles Teresa, fuori microfono)

… Ripropongo comunque le questioni secondo la filosofia dell'interpellanza, poi la Giunta mi risponderà e, in base alla risposta, faremo le nostre considerazioni.

Non annuncio una novità se ricordo che la "riforma Moratti" fatica a funzionare in quanto ha abrogato le norme sull'obbligo formativo e l'obbligo scolastico della "riforma Berlinguer", ma non vi è stata ancora l'emanazione dei decreti attuativi della riforma - prevista dalla legge n. 53/2003 -, per cui ci si trova di fronte ad un vuoto legislativo per quanto riguarda il diritto-dovere dell'assolvimento di quello che un tempo era chiamato "obbligo scolastico, obbligo formativo". I decreti attuativi - che non sono stati emanati - avrebbero dovuto ridisegnare percorsi nuovi, quindi degli iter non ancora presenti nella scuola, e avrebbero dovuto definire gli standard minimi, sulla base delle indicazioni europee, per conseguire le qualifiche di formazione professionale di secondo livello.

I giovani che hanno finito la scuola media e che non si sono iscritti alle superiori aspettavano una risposta; ecco allora nascere dal Ministero la proposta di cominciare in modo sperimentale. Faccio presente, avendo lavorato nel Servizio sperimentazione dell'allora IRRSAE, che vi è un uso improprio del termine "sperimentare": si sperimenta quando vi è un'ipotesi, un percorso per realizzare quella ipotesi, una verifica dei risultati attesi, il confronto con altre situazioni per poter scegliere; mi sembra che in questo caso sia stato scelto di cominciare in modo - ma qui la scelta è del Ministero, non della Giunta - piuttosto "approssimativo", anziché "sperimentale": si è voluto provare sul campo ad organizzare dei corsi - ma senza sapere bene dove si voleva andare - di istruzione di base e di avvio alla formazione professionale, così da consentire a questi giovani di acquisire una qualifica minima valida anche in ambito europeo.

I protocolli con le Regioni sono proprio finalizzati a definire il quadro entro cui le singole regioni si dovrebbero muovere e dovrebbero consentire di liberare risorse statali del Fondo di rotazione per l'incremento delle attività di formazione che consentono l'accesso ai finanziamenti del Fondo sociale europeo. Quasi tutte le regioni hanno predisposto e firmato il protocollo, anche la Valle d'Aosta ha deliberato di firmare tale protocollo nella seduta della Giunta della scorsa settimana.

Devo far presente che, di fronte alla notizia dell'esistenza di questo protocollo in fieri, cioè quando abbiamo saputo che anche la nostra Regione stava predisponendo un protocollo, che prevede l'avvio e la realizzazione di un'offerta formativa sperimentale di istruzione e formazione professionale a partire dall'anno scolastico 2003/2004, ci sono sorti alcuni dubbi. La Regione, infatti, ha competenza primaria in materia di istruzione tecnico-professionale - lettera r), articolo 2 dello Statuto, articolo in cui vi è l'elenco delle materie in cui la Regione ha potestà legislativa - e anche in materia di formazione professionale; fra l'altro, abbiamo legiferato e la legge regionale n. 7/2003 è proprio la legge con cui si esercita pienamente questa competenza. Si tratta di una competenza riconosciuta e richiamata dalla stessa legge di riforma - la legge n. 53/2003: la "riforma Moratti" -, in cui, all'articolo 6, vi è una norma molto chiara in merito alla salvaguardia delle competenze statutarie delle Regioni a Statuto speciale.

La Regione ha già affrontato il problema della dispersione scolastica e in questi ultimi anni è stato attivato un programma regionale per accompagnare i giovani che, finita la scuola media, non si sono iscritti alla scuola superiore. Questi giovani, quindi, sono, per così dire, intercettati, contattati, aiutati con corsi specifici, anche "ad personam", ad acquisire competenze di base e ad orientarsi in percorsi professionali. Ci sembrava che la Regione avesse tutte le carte in regola per cimentarsi "lei" nel predisporre questi percorsi formativi, senza dover ricorrere ad un'intesa con i Ministeri. È vero che lo Stato mette a disposizione delle regioni delle risorse ad hoc, è vero che vi sono alcune risorse indicate nel protocollo, ma non credo che la scelta di firmare un protocollo sia solo legata al fatto di poter accedere ai finanziamenti. Vi sono sicuramente degli intendimenti che la Giunta, adottando questo protocollo, intende perseguire; siamo interessati a conoscerli.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Come già anticipato dalla Consigliera Squarzino, parte della risposta all'interpellanza è già stata fornita dalla collega Charles. Mi limiterò a rispondere puntualmente alle domande che sono state poste, per poi fare alcune considerazioni sull'ultima questione.

Per quanto concerne il protocollo, la Giunta ha approvato la bozza di protocollo di intesa con il Ministero dell'istruzione e il Ministero delle politiche sociali, al momento non è ancora stato firmato, ma questo non vuol dire che non lo sarà. Le risorse finanziarie messe a disposizione dai Ministeri interessati sono le seguenti: 413.413 euro dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e 18.403 euro dal Ministero dell'istruzione e della ricerca. La Regione ha finanziato iniziative analoghe nell'anno scolastico 2003/2004: iniziative di formazione, di orientamento e di pre-professionalizzazione, nell'ambito della misura "A2" del Fondo sociale europeo, per 724.637 euro; la gestione dello Sportello di orientamento e di tutoraggio dei giovani in obbligo formativo, nell'ambito della misura "A1" del Fondo sociale europeo, per 220.200 euro; la produzione, stampa e distribuzione delle guide all'orientamento per l'assolvimento dell'obbligo formativo, per circa 40.000 euro; l'attivazione dei corsi nell'ambito della Scuola alberghiera regionale, con risorse regionali, per 500.000 euro.

Per quanto riguarda poi le attività che sono avviate nell'anno scolastico 2003/2004 a sostegno dei giovani licenziati dalla scuola media e non inseriti in alcun percorso formativo, il Servizio di orientamento - già esistente da diversi anni presso l'Agenzia regionale del lavoro - è divenuto anche un servizio per il tutoraggio dei giovani in obbligo formativo a seguito dell'approvazione della legge n. 144/1999 che, all'articolo 68, ha istituito l'obbligo di frequenza di attività formative tuttora in vigore, in quanto tale normativa non è stata abrogata dalla legge n. 53/2003 - "legge Moratti" -, che, come sottolineava la Consigliera Squarzino - e noi condividiamo -, è una legge che presenta mille limiti e un vuoto legislativo che si cerca di colmare con il provvedimento che è stato licenziato dalla Giunta regionale. Lo Sportello orientamento/tutoraggio obbligo formativo dell'Agenzia regionale del lavoro è finanziato nell'ambito della misura "A1", è attivo e gestisce le azioni di informazione, tutoraggio e orientamento sia individualizzate che di gruppo. Attraverso tale sportello, quindi, sono organizzate anche le attività di informazione ed orientamento presso le istituzioni scolastiche che ne facciano richiesta.

Per quanto concerne i percorsi di formazione iniziale per l'ottenimento di una qualifica rivolta a giovani nella fascia 15-20 anni, con priorità di inserimento ai giovani in obbligo formativo, attualmente sono attivi: il progetto "Impiantista elettrico civile e industriale", per 238.000 euro; il "Percorso di qualifica per addetti operatori di segreteria e contabilità", per 327.000 euro. Come dicevo prima, i percorsi di formazione iniziale per l'ottenimento di una qualifica professionale presso la Scuola alberghiera sono finanziati con 500.000 euro. Infine, vi è il percorso di orientamento, formazione e pre-professionalizzazione rivolto a giovani nella fascia d'età 14-20 anni: si tratta del progetto "Io e il mio domani" che è gestito dal CNOS di Châtillon.

Per quanto riguarda infine la questione di fondo che viene posta dalla Consigliera Squarzino, ma che stamani era stata sollevata anche dal Consigliere Comé: quasi un "mancato esercizio di competenze" in capo alla Regione, vorrei specificare, come ha già detto stamani la collega Charles, che l'opera di integrazione deve avvenire fra le attività della formazione professionale e dell'istruzione. Come ha citato anche la Consigliera Squarzino, lo Statuto di autonomia assegna alla Regione Valle d'Aosta potestà primaria nel campo dell'istruzione tecnico-professionale ma, a differenza di altri statuti - ad esempio quello della Provincia di Bolzano -, la Regione non ha competenza primaria nel campo dell'istruzione e questo è il motivo per cui verrà fatto l'accordo con i 2 Ministeri a livello nazionale.

Consigliere Comé, mi consenta di dire, siccome svolgo un ruolo istituzionale, che è ovvio che non si agisce sulla base dell'appartenenza politica, ma credo che si debba distinguere fra il ruolo istituzionale e l'appartenenza politica; reputo quindi che un Assessore, a qualunque forza politica appartenga, possa trovare accordi con il Governo nazionale. Questa non è una lesione dell'autonomia né del Consiglio, né della Giunta, né delle prerogative statutarie della Regione, altrimenti saremmo all'assoluta incomunicabilità!

Va sottolineato quindi che, in tema di istruzione, la Regione Valle d'Aosta, sia sulla base dello Statuto, ma anche sulla base delle modifiche statutarie, come previste dal titolo V della Costituzione, ha solo competenza legislativa concorrente in materia di istruzione. Dicevo prima che la Provincia di Bolzano ha fatto una deliberazione, analoga alla nostra, ovviamente, che tiene conto della legislazione di questa provincia, alla fine di tale deliberazione si dice: "Questa deliberazione è inviata per conoscenza al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché al Ministero del lavoro e delle politiche sociali". Noi non possiamo fare questo, perché abbiamo competenze diverse, quindi la Giunta esercita le competenze che le sono attribuite dallo Statuto.

Non credo, sicuramente non è il caso - e non sono i toni con cui la collega Squarzino ha affrontato la questione -, di fare qui una speculazione politica o di utilizzare un "metro" di autonomia o meno della Giunta regionale. Noi ci siamo mossi nell'ambito delle nostre competenze e a questo ci siamo limitati; ritengo che una Giunta, da questo punto di vista, non possa fare altro. Sul piano politico condividiamo la rivendicazione di ulteriori competenze, ma questo è un campo diverso rispetto a quanto previsto da questa deliberazione.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Avrei desiderato un atto di maggior coraggio da parte della Giunta, perché sarebbe stato forse sufficiente studiare, per il momento, un raccordo fra tutte le attività di formazione già esistenti nel sistema formativo della Regione, appena elencate dall'Assessore, e l'istruzione tecnica, in quanto non credo che questa attività di formazione così basilare preveda un'integrazione con il sistema liceale in Valle d'Aosta; probabilmente, quindi, si poteva cominciare ad operare in questo senso.

Scorrendo i nomativi delle persone scelte dalla Giunta per fare parte di questo comitato - "Nucleo tecnico integrato" -, che ha il compito di coordinare questi percorsi integrati, fra l'altro, si nota come questi individui - giustamente, a mio avviso - siano collegati al settore professionale: vi è un professore dell'IPR di Aosta, vi è un insegnante che lavora su ricerche e applicazioni di modelli di orientamento e di percorsi formativi integrati con riguardo all'obbligo scolastico formativo, quindi che già lavora sui percorsi di cui ha parlato prima l'Assessore, che già si stanno facendo.

Ho visto con molto interesse il protocollo fra l'Agenzia del lavoro e la Sovrintendenza: mi è sembrata un'opera eccellente, un'opera giusta da fare, un'azione che andava fatta, perché? Perché mancavano gli strumenti per favorire l'integrazione fra questi due sistemi. Su questa integrazione, fra l'altro, la nostra legge regionale - sempre la n. 7/2003 -, all'articolo 8, stabilisce chiaramente che: "la Regione definisce il sistema della formazione professionale, assicurando il raccordo con il sistema dell'istruzione". La Regione quindi ha già le competenze per fare questo tipo di attività, questo tipo di raccordo e, se prendiamo tutte le indicazioni programmatiche molto interessanti di queste azioni integrate, che sono messe come premessa per il protocollo fra la Sovrintendenza e l'Agenzia del lavoro, si nota una serie di azioni che possono essere svolte subito, senza necessità di questo protocollo con il Ministero. Leggo: "realizzare un servizio di orientamento, mirato…" - questo già lo si sta facendo, lo si può perfezionare meglio - "… progressivo allineamento agli standard minimi nazionali dell'offerta di formazione professionale, già finanziato o in corso di definizione", questo era un obiettivo già esistente, perché è chiaro, come si diceva stamani, che non ha senso organizzare dei corsi di formazione se alla fine non vi è una qualifica adeguata a qualifiche che chiedono degli standard minimi ed è normale che, nel momento in cui si delinea un programma di un corso di formazione, si tenga conto degli standard minimi, quindi questo poteva essere fatto. Ancora: "… costituzione di un nucleo tecnico integrato per attuare gli indirizzi definiti nell'ambito del protocollo fra l'agenzia e la sovrintendenza…" - benissimo, è il tentativo di raccordare istruzione e formazione - "… messa a bando di specifiche azioni sperimentali d'integrazione fra istruzione e formazione…" - questo poteva essere messo a bando anche prima, nei bandi del POR, nei bandi del FSE - "… messa a bando di azioni di sistema per lo sviluppo delle competenze di docenti e formatori", certo, cioè tutte le azioni integrate, tutto quello che il Nucleo tecnico integrato deve fare, sono all'interno di un'intesa giusta, necessaria, che era da fare in modo organico fra il mondo dell'istruzione e il mondo della formazione; questo andava fatto.

Mi rimane il dubbio che, per fare questo, fosse necessario fare il protocollo con il Ministero, questo proprio non l'ho capito, non è chiaro tanto più che era possibile benissimo dire al Ministero: "noi abbiamo il nostro sistema di formazione professionale integrata con l'istruzione professionale, vi comunichiamo il nostro sistema affinché sappiate che qui ottemperiamo comunque all'obiettivo della "riforma Moratti", quello cioè di garantire possibilità di formazione e di istruzione ai ragazzi che sono usciti dalla scuola media". In questo senso non capisco perché non si è fatta questa operazione, perché tutte le azioni indicate - azioni che qui sono elencate come programma di lavoro - possono essere attuate indipendentemente dal protocollo con il Ministero.

Non credo che si sia scelto di firmare il protocollo per ottenere i fondi ministeriali, perché i fondi che il Ministero mette a disposizione sono la quarta parte, forse meno ancora, di quanto la Regione spende già per tutti questi corsi; quindi non si tratta di risorse così importanti, senza le quali non si possa andare avanti. Non solo, sono sicura che se la Regione avesse detto: "questo è il nostro sistema che noi attuiamo con questi fondi, voi contribuite, dateci anche i fondi a cui abbiamo diritto", il Ministero lo avrebbe fatto, se si fosse andati con un programma ben chiaro. Mi dispiace che questo non sia avvenuto, perché credo che sia interesse di tutti sperimentare l'esercizio delle proprie competenze e su questa materia abbiamo competenza primaria.