Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 213 del 6 novembre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 213/XII - Condanna per i metodi utilizzati per il sondaggio relativo ai Paesi che costituirebbero un pericolo per la pace. (Reiezione di risoluzione)

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Visto il sondaggio condotto dall'Eurobarometro per conto della Commissione europea, le cui aberranti e sorprendenti risultanze vedono Israele (59% di pareri in tal senso) e Stati Uniti (53%) in cima alla graduatoria dei Paesi che costituirebbero un pericolo per la pace nel mondo;

Considerato che il giudizio sul grado di pericolosità degli Stati è stato rimesso alle esternazioni di un campione estremamente esiguo (poco più di 7.500 cittadini di Nazioni appartenenti all'Unione Europea) e quindi per nulla rappresentativo del comune sentire;

Ritenuto offensivo che la Commissione Europea, organismo istituzionale che rappresenta tutta la comunità dei popoli d'Europa, abbia promosso un'iniziativa preparata in modo superficiale e ambiguo e ne abbia permesso la diffusione, prestando il fianco all'espressione di spregevoli manifestazioni che sconfinano nell'antisemitismo;

Constatate le flebili e timide giustificazioni addotte dal Presidente della Commissione UE, Romano Prodi, assolutamente inadeguate alla gravità dell'iniziativa promossa;

Esprime

ferma condanna per il metodo deliberatamente superficiale e ambiguo utilizzato dagli elaboratori del sondaggio, che alimenta i peggiori pregiudizi contro lo Stato di Israele, Paese che sta lottando per la sopravvivenza contro il terrorismo di matrice islamica, che uccide persone innocenti e che vuole annientarne l'esistenza;

Invita

il Presidente della Regione a trasmettere il presente documento all'ambasciatore israeliano in Italia.

F.to: Tibaldi - Frassy

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Siamo rimasti amaramente sorpresi della risultanza di un sondaggio condotto dall'Eurobarometro, un istituto che lavora per conto della Commissione europea, sondaggio che ha stilato una classifica degli Stati più pericolosi del mondo, sondaggio che è stato effettuato sulla base di una serie di interviste condotte in tutti i Paesi dell'Unione europea su un campione molto esiguo: 7.515 persone. A questo campione è stata sottoposta una domanda: "Quali Stati minacciano maggiormente la pace nel mondo?" La risposta non era lasciata alla libera discrezionalità dell'intervistato, ma era una risposta pilotata, ovvero vi era un elenco di Stati, fra i quali anche la stessa Unione europea e gli Usa, affiancati a Stati notoriamente pericolosi come l'Iran, la Corea del Nord, l'Afghanistan, eccetera, che venivano proposti ai diversi interlocutori. Il risultato è stato che Israele, secondo questa sensibilità del 59% degli Europei, risulterebbe il Paese che maggiormente minaccia la pace per gli Europei. La cosa, a nostro avviso, è sorprendente, in primo luogo per le modalità che hanno ispirato la realizzazione di questo sondaggio; la domanda è stata formulata in maniera tendenziosa e i risultati sono stati sicuramente influenzati a nostro avviso dal fatto stesso che sia stata formulata una lista di Stati, presentata secondo un certo ordine come risposta. Crediamo che questo giudizio sul grado di pericolosità degli Stati, rimesso all'esternazione di un campione umano così esiguo, non sia rappresentativo dell'opinione, del sentimento dell'Unione europea ed anche offensivo per la stessa Commissione europea, che forse, più che dedicarsi a sondaggi di questo tipo, dovrebbe occuparsi di problemi prioritari e più importanti che attanagliano l'istituzione nel suo insieme.

Il fatto di promuovere un'iniziativa preparata in modo così superficiale e ambiguo non depone a favore di chi ha avuto la pensata, anche perché affiancare Paesi, che hanno un livello di democrazia consolidata, dove le libertà individuali e collettive sono garantite, a Paesi che sono degli "ordigni" pronti ad esplodere, o sono già esplosi in termini di guerre civili, di dittature, sia assolutamente iniquo per coloro che, avendo uno stato di democrazia consolidata, si trovano affiancati agli altri. Il fatto di vedere: Israele, che primeggia con il 59% degli intervistati, seguito dall'Iran degli Ayatollah - 53% -, dalla Corea del Nord - 53% -, dagli Usa - pari merito, 53% -, dall'Iraq - 52% -, ci fa sorridere perché dimostra tutta l'inattendibilità del sondaggio.

È un sondaggio che ha ricevuto delle critiche rilevanti e di stupore da parte di tante autorevoli personalità, anche italiane, cito il Presidente della Camera, Casini, che qualche giorno dopo doveva recarsi in Terra Santa per incontrare le autorità omologhe. Naturalmente anche lui è rimasto sconcertato dalla definizione e soprattutto dal "sigillo" che la Commissione europea ha voluto apporre a questo strumento demoscopico.

Chiediamo con questa risoluzione che il Consiglio regionale esprima ferma condanna per questo metodo deliberatamente superficiale e ambiguo utilizzato dagli elaboratori del sondaggio, che alimenta e continua ad alimentare i peggiori pregiudizi nei confronti dello Stato di Israele, un Paese che sta lottando per la sua sopravvivenza geografica, politica e dei suoi abitanti, che sono continuamente minacciati dal terrorismo di matrice islamica, che uccide persone innocenti e che ne vuole annientare l'esistenza. Siamo preoccupati di questa propaganda antisionista, che si sta divulgando anche con la complicità di certi Stati europei - "in primis" metterei la Germania e la Francia oltre che il Belgio -, propaganda che non facilita quel processo di pace di cui ha bisogno il Medio Oriente e che vede, suo malgrado, coinvolto Israele. Processo di pace che dovrebbe invece vedere un'Unione europea e una Commissione europea forze attive e propulsive di una pace che stenta a raggiungersi. Lasciamo, purtroppo, per questa incapacità politica europea di trovare una maggiore unità su argomenti internazionali di questo spessore, il monopolio di questo processo di pace nelle mani degli Usa ancora una volta. Vogliamo pertanto esprimere con la risoluzione una ferma condanna per questo metodo, anche perché le giustificazioni addotte dal Presidente della Commissione europea, Prodi, sono risibili, oltre che timide, non sono adeguate al ruolo che egli ricopre e soprattutto alla gravità del sondaggio.

Invitiamo infine il Presidente della Regione a trasmettere questo sentimento di ferma condanna delle risultanze di questo sondaggio all'Ambasciatore israeliano in Italia, Ambasciatore che a settembre ha visitato la nostra Regione e con il quale sono stati condivisi numerosi messaggi inerenti al percorso di pace, travagliato, che si sta allontanando, ma che quel Paese vorrebbe conseguire. Il paradosso è che, da una parte, una persona come Arafat, che è colui che ispira i kamikaze contro la popolazione civile israeliana, è stato insignito del "Nobel per la pace" e, dall'altra, che questo campione esiguo e non rappresentativo di Europei considera Israele, che sta lottando per la sopravvivenza politica sua e della sua gente, lo Stato più pericoloso del mondo. Un'infamia anche questa, alla quale crediamo che questo Consiglio debba rispondere con una ferma condanna; di qui la nostra risoluzione.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Pastoret.

Pastoret (UV) - Comme les collègues nous l'avaient annoncé, ils ont présenté une résolution, qui remet à notre attention un thème d'actualité, qui cette fois a été évoqué non pas par des faits d'armes, mais par un sondage, qui est quand même explosif et qui nous présente l'avis d'un certain nombre de citoyens européens.

Cet acte nous porte à réfléchir sur des arguments très délicats. Nous avons le devoir de traiter ces arguments avec une attention particulière et à ne pas nous faire piéger par des partis pris, cela pour le respect de la tâche que nous sommes appelés à remplir ici. Je souhaite qu'un débat franc et positif se dégage sur ce thème, en s'appuyant surtout sur notre sens de responsabilité. Je crains par contre que notre débat rendra encore une fois cet argument un sujet de confrontation, sur la base de la géographie politique parlementaire. Je le regrette, mais là aussi nous ne pouvons pas nous cacher que les coutumes italiennes nous appartiennent entièrement et qu'aujourd'hui en Italie ceux qui défendent, justifient, comprennent Israël et/ou les Etats Unis sont inscrits de droit dans un camp qui est celui de la Droite; ceux qui sont par contre des gens qui soutiennent, qui analysent avec attention les raisons des Palestiniens, eux sont inscrits dans le secteur de la Gauche, des pacifistes, et cetera.

Les plus malheureux dans ce Pays sont les pauvres gens qui ont des idées à eux et qui, même en étant de Gauche, pensent qu'Israël n'est pas Satan et ceux, qui étant de Droite, pensent que peut-être les Palestiniens ont quelques bonnes raisons à faire valoir. Ce sont des gens qui ne peuvent parler avec personne, parce que les positions se figent d'une façon terrible. Cette façon de penser rouille toutes possibilités de parler de cela, c'est une entreprise impossible et d'ailleurs les débats télévisés nous ont démontré que les théories sont figées d'un côté comme de l'autre.

Il me semble par conséquent qu'il soit impossible que les collègues Frassy et Tibaldi n'aient pas pensé que leur initiative ne sortira pas l'effet de voir approuvée cette résolution, d'autant plus qu'ils l'ont chargée d'une mixture telle d'arguments forts, que jamais elle pourra être modifiée pour être acceptée par tout le monde ou par la majorité de cette Assemblée. Quand même, cette motion nous donne la possibilité de parler de ce thème complexe et moi j'accepte cette provocation dans le terme bon du sens et avec un esprit de participation constructive je voudrais exprimer quelques pensées.

J'annonce que je vais m'abstenir sur cette résolution, comme j'imagine toute la majorité, mais aussi que je vais prononcer des avis personnels, pour dire tout d'abord que ce sondage doit nous inquiéter soit pour ses contenus, soit pour les réponses fournies. Ce qui devrait nous inquiéter davantage relève du fait que des initiatives de ce genre soient parachutées à l'intérieur de ce village global dans lequel nous vivons comme une sorte d'annonce messianique, qui a la tendance à classer d'une façon univoque le bien et le mal. La conséquence de cette affaire est celle d'adresser la pensée des gens, qui en prennent connaissance dans une direction presque obligée. Il faut se demander qu'est-ce que va dire le citoyen moyen; ces citoyens se diront que ce sondage produit ces résultats, donc ces affirmations sont vraies. Nous devons avoir la conscience que nous visons dans un monde où les choses vraies ne sont pas celles qui se produisent, mais celles que l'on annonce et plus l'annonciation est frappante, plus on pense que ce qui s'en dégage soit vrai. Cela est l'effet qui se produit sur les gens, il faut en prendre acte avec toute honnêteté.

Je pense que les résultats de ce sondage relèvent aussi du niveau de l'information que nous avons sur certains arguments. Je suis personnellement franchement convaincu que les organes d'information sur le thème d'Israël trichent lourdement, j'oserais dire honteusement; à chaque jour qui s'écoule je pense que, si sur cet argument cela se passe comme en Italie dans des milliers de postes dans le monde, la quantité des nouvelles manipulées doit être débordante et cela avec la bonne paix de ceux qui disent qu'Israël aurait un pouvoir médiatique qui change la vérité dans le monde.

Quelles sont les raisons qui font en sorte que si tant de correspondants, lorsqu'ils s'occupent du Proche Orient, mêlent le vrai avec le faut? C'est parce qu'ils ont peur de dire la vérité.

Quand je dis cela, je ne veux pas dire qu'Israël a raison dans ce qui est en train de faire, l'ensemble des faits et des raisons nous échappe parfois, mais je ne crois d'ailleurs pas que les correspondants qui vivent dans les hôtels de luxe, tels que le King David côté Israël, avec l'air conditionné, sans péril d'attentats, sachent assumer des nouvelles si objectives et sûres. Ils se basent le plus souvent sur des informations venant de l'autre côté… qu'ils doivent assumer et publier, faute de quoi ils ne pourraient plus travailler. Voilà pourquoi vous n'avez jamais eu l'occasion d'entendre que les Israéliens vivent dans une démocratie qui est inconnue dans les autres Pays du Proche Orient. Comme personne ne rappelle le fait que dans ce Pays avoir le droit de vote signifie que vous pouvez voter pour qui vous voulez, pour la Droite, pour la Gauche, pour les religieux, pour les Arabes qui ont droit de représentativité à la Knesset et que vous pouvez aussi ne pas exercer ce droit, tout comme chez nous. Tout à côté en Iraq, il y a quelque temps, il y avait le droit de voter pour Saddam Hussein, dans les Pays des Palestiniens ils avaient le droit de voter pour Arafat. Ce qui est surprenant c'est que les scores obtenus par ces candidats ont été pris presque au sérieux dans tout le monde, sans qu'on rappelle que ces scores auraient représenté un record aussi dans la Bulgarie de jadis. C'est pour ces simples raisons que je pense que ce peuple d'Israël a été et est encore héroïque pour une chose: pour sa capacité de témoigner, avec un courage dont nous ne serions pas capables, l'affirmation des valeurs de la démocratie dans une aire où la démocratie n'existe pas, où elle représente un danger. Il faut avoir à l'esprit qu'il est vrai qu'Israël représente un danger important du fait de son exemple d'organisation démocratique dans cette aire, plus dangereux de n'importe quelle guerre pour les peuples du Proche Orient, qui sur ce parcours malheureusement doivent encore avancer beaucoup.

Je vois les objections quant à l'état de guerre et des rapports difficiles avec les Palestiniens. Je pense qu'il y a des incompréhensions. Je pense cependant que rien ne se réglera jamais si on ne part pas sur un pied d'égalité avec le même respect des hommes, des droits, de la participation à la vie sociale et démocratique, de respect de la diversité des idées et des droits politiques et de militance. La paix demande un partage beaucoup plus profond qu'un traité et jusqu'au moment où la démocratie n'avancera pas auprès de ses proches, il n'y aura pas de paix, mais seulement de trêve, mais c'est quoi la démocratie? Quelque chose de simple enfin, il suffirait de dire par exemple qu'en Israël le désaccord est admis, vous avez le droit de ne pas être d'accord avec Sharon, plutôt qu'avec Peres, et vous pouvez continuer à travailler, à vivre et à penser. En Israël les gens peuvent s'exprimer contre les politiques gouvernementales, ils le font; ils peuvent s'exprimer sans être vexés, arrêtés ou tués; ils peuvent parler de paix et de tranquillité et d'accord avec les Palestiniens. Demandez aux journalistes occidentaux qui sont là, qu'ils écrivent quel est le sort des Palestiniens se comportant ainsi. Ils le savent, ils ne vous le diront jamais, ils ne le publieront jamais, vous savez pourquoi? Parce qu'ils ont peur. D'ailleurs nous tous nous avons peur, tout le monde préfère ne pas s'exprimer lorsqu'on parle de ces lieux et alors que représente-t-il un peuple de quelque 6 millions de personnes qui demandent de survivre à la prophétie de son avenir de disparition? Rien. Il ne représente rien. Il peut être sacrifié sur l'autel de notre tranquillité, en le chargeant de toutes les responsabilités du moment. Je ne veux pas défendre Israël, mais je vous laisse ces mots afin que vous y réfléchissiez. Ce n'est pas pour prendre partie d'un côté ou de l'autre, mais je pense que nous avons le devoir de nous interroger davantage sur cela.

J'ai exprimé ma sensibilité, ce qui ne me permettrait quand même pas de voter cette motion, de laquelle je ne partage pas toute une série de passages.

Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Mi atterrò all'oggetto e al tema di questa risoluzione e non seguirò il Consigliere Pastoret che, secondo me, è andato fuori tema, nel senso che qui non è in discussione il ruolo di Israele, se è un Paese democratico o pericoloso: stiamo discutendo di una risoluzione che propone di esprimere una ferma condanna per il metodo deliberatamente superficiale e ambiguo con cui è stato realizzato un sondaggio. Questo è il tema e credo che sia praticamente impossibile condividere una mozione di questo genere. Atteniamoci allora ai dati che abbiamo, perché poi ci sono sui giornali.

Non è stato un sondaggio che aveva come oggetto questa famosa domanda sugli Stati pericolosi, si è trattato di un sondaggio che comprendeva 10 domande di cui solo l'ultima affrontava questo aspetto dello "Stato pericoloso", all'interno di una tematica più complessa. La domanda più significativa non era la decima, ma la prima: "Oggi direste che l'intervento militare degli Stati Uniti e dei loro alleati in Iraq era giustificato o non giustificato?" Il dato interessante è che il 68% degli Europei ha detto che non ritiene giustificato l'intervento militare in Iraq. Questo per dire che vi sono altre cose molto più interessanti, è un questionario di 100 pagine, che è scaricabile anche da internet, quindi chiunque ne può prendere atto, che affronta una serie di tematiche in cui vi sono delle cose più interessanti rispetto alla questione che è poi diventata di dominio pubblico.

Si può ovviamente discutere la metodologia di questo sondaggio, con l'elencazione di una serie di Paesi fra cui l'Unione europea… era una domanda ben formulata che invece bisognava lasciare ad una risposta aperta, dunque sono critiche più che legittime, ma di qui arrivare a dire che si è fatta una scelta deliberatamente, che l'obiettivo era quello di andare a dire che Israele era un paese pericoloso… arriviamo alla diffamazione rispetto a un organismo, l'Eurobarometro, che è vero che lavora per conto della Commissione europea, ma che è un organismo che fa 60 sondaggi l'anno e si avvale di agenzie specializzate di ogni paese, per l'Italia la DOXA. Possono anche sbagliare nella formulazione delle domande, ma da qui a dire che lo hanno voluto deliberatamente… secondo me, non è possibile dirlo.

Non è possibile neanche fare l'altro passaggio che voi fate, perché l'altro obiettivo di questa risoluzione è chiarissimo: quello di attaccare il Presidente della Commissione europea, perché il sondaggio è stato fatto da un'agenzia della Commissione europea, quindi sotto la responsabilità politica della Commissione e del suo Presidente. Basta leggere le sue dichiarazioni per capire che non c'entra niente, perché vi è un totale scollamento fra quello che fa l'Eurobarometro - fa dei sondaggi e poi li mette a disposizione - e gli orientamenti, le valutazioni, le scelte che opera la Commissione europea e il suo Presidente.

Vi è giustamente da sorprendersi del perché si è dato così grande rilievo alla cosa, rilievo che poi è durato un giorno, solo in Italia, e la risposta l'ha data lo stesso Presidente Prodi, la domanda l'ha posta lui. Intervistato da "La Stampa" - leggo "La Stampa" di ieri - ha detto: "Bisogna chiedersi perché questa vicenda è esplosa sui giornali italiani", ma questo lo sappiamo tutti: perché vi è una polemica politica! Il bersaglio è totalmente sbagliato, qui le argomentazioni non stanno in piedi, questa risoluzione è del tutto strumentale! Non possiamo condividere quindi tale iniziativa e voteremo contro. Chiediamo di non presentare atti così strumentali al Consiglio regionale.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - La replica è necessaria e parto subito dagli "assiomi" del Consigliere pacifista Riccarand, che corre sotto l'insegna della "bandiera Arcobaleno".

Prima di tutto una considerazione di metodo. Esattamente 2 ore fa sostenevate, come il mio collega Lattanzi, che quest'aula è un luogo di proposta e qui le proposte devono essere dibattute. Avete avanzato una proposta su argomenti di bilancio e siete rimasti rammaricati o, meglio, stigmatizzavate e quella che era una risposta sostanziale dell'Assessore Marguerettaz, e il fatto di banalizzare che le proposte vengano avanzate tramite mozioni o risoluzioni. Adesso 2 ore dopo, se prima di "spada ferivate, adesso di spada perite" perché, se loro tacciavano di strumentalizzare la vostra proposta e poi voi tacciate di strumentalizzare la nostra, è "un gatto che si morde la coda", alla fine banalizzate quelle che saranno le vostre proposte future su qualsiasi argomento. Questo è un luogo di dibattito, se non si dibatte qui, forse è meglio farlo al bar, perché qui non è più un luogo dove si possono pronunciare determinate idee: vietato pronunciarsi, specie se le idee sono scomode o non sono conformi a un pensiero dominante. Consigliere Riccarand, rientri nei binari istituzionali, al di là del pensiero politico, visto che ognuno resta della sua convinzione, ma qui è un luogo di discussione!

Il rilievo di un giorno che lei ha detto è perché certi settori giornalistici largamente ideologizzati minimizzano tali questioni, come hanno addirittura trascurato il fatto che i Repubblicani in 2 Stati americani hanno vinto domenica scorsa: su "La Repubblica" non vi era una riga, tanto per fare un esempio, se invece avessero vinto i "Democratici", avremmo avuto una settimana di enfasi su "La Repubblica", su "Il Corriere della sera", perché aveva vinto il Centro Sinistra. Questo fa parte di quel mal costume, piuttosto diffuso in buona parte del giornalismo nostrano, che evidenzia ciò che conviene e ciò che è più rosso che non di altro colore.

Se si vogliono fare le battaglie da pacifisti, bisogna quanto meno riconoscere che questo sondaggio non va nella direzione della pace, perché riduce il ruolo dell'Unione europea come mediatrice ed entità istituzionale che fa sì che si concretizzi la pace anche in Medio Oriente. Questo non è che lo diciamo noi con questa risoluzione, lo dice il Presidente della Camera, Casini; l'Europa deve concorrere al processo di pace in Medio Oriente, su questo siete d'accordo anche voi, recuperando una serenità e un'obiettività che la diffusione di questo improvvido sondaggio mette oggettivamente in discussione. Allora se siete pacifisti, lo riconoscete, o lo deve dire qualcun altro, qualcuno che ha indosso i vostri stessi abiti politici?

Il collega Pastoret ha fatto un intervento coraggioso; giustamente ha detto che bisogna avere il coraggio di dibattere e di sostenere le proprie idee. Il suo intervento è stato una "melodia" piacevole da ascoltare, peccato che l'ultima nota sia stonata, perché l'ultima nota si esprime con un voto, se non su questa risoluzione, su un atto simile proposto da voi. Perché dice che dobbiamo avere il coraggio di confrontarci e poi ha paura di schierarsi? Perché di fatto lei ha tradotto il suo comportamento con una paura di schierarsi, perché ha paura che le venga affibbiata un'etichetta scomoda, quella di dire: "io la penso in questa maniera", magari in maniera difforme da quel pensiero dominante che vede più favorevolmente chi è schierato dalla parte della Sinistra. Non vi siete fatti problemi a scagliarvi contro il Fascismo o il Nazismo qualche settimana fa in quest'aula!

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

… giustamente. Avete però prudenza o, meglio, "pruriti" nei confronti di altre ideologie, "in primis" il Comunismo, o di tutto ciò che può essere collegato al Comunismo e al post-Comunismo. Lei comunque ha fatto un atto eroico perché, a differenza di altri colleghi che sono rimasti silenti, ha espresso un'opinione personale, che però non coincide con la volontà che si manifesta attraverso un voto.

Come d'altronde è contraddittorio il comportamento della Commissione europea: non può perseguire un obiettivo di pace da un lato e dare il via libera alla divulgazione di un sondaggio i cui contenuti non vanno in questa direzione. Qualche giorno fa in Israele 100.000 persone erano in piazza per commemorare la morte di Rabin, uno statista che più di altri ha contribuito per traguardare questo obiettivo di pace. Qualche giorno dopo la Commissione dell'Unione europea ha permesso la divulgazione di questo sondaggio, ma è una contraddizione manifesta, è evidente! Ci lamentiamo poi che siano gli Usa a dover tutelare un ordine mondiale, quando abbiamo un'occasione di questo genere, dove l'Europa potrebbe dimostrare unità, coerenza e attendibilità nelle sue azioni, lasciamo il campo libero a chi ne ha forse troppe in questo momento!

Detto questo, noi non riteniamo affatto strumentale la nostra risoluzione perché, se dovessimo fare un'analisi più profonda, ve ne sono molte altre che lo sono di più. È solo una risoluzione che fa un punto fermo su una situazione contingente, che non si è esaurita in un giorno - forse certi giornali di Sinistra l'hanno esaurita in un giorno -, ma che presso larga parte dell'opinione pubblica viene criticata e non solo a livello di opinione pubblica, ma anche di autorità istituzionali e politiche italiane.

Penso che l'Europa non debba rinunciare a questo processo di pace, come penso che sarebbe un buon segno mandare all'Ambasciatore di Israele, che è stato in Valle d'Aosta ospite del Presidente Perrin, un segnale di attenzione nei confronti di questo popolo, di questa comunità, più numerosa di quella valdostana, che ha diritto a una sua identità e a un suo ruolo statuale che sia riconosciuto anche dal resto del mondo. Noi ci mettiamo dalla parte di coloro che ritengono che Israele debba avere un ruolo, come deve averlo naturalmente la Palestina, però nell'ambito di un'armonia e di una pace che così non vengono conseguite.

Concludo annunciando il voto favorevole del nostro gruppo.

Presidente - La parola al Consigliere La Torre, per dichiarazione di voto.

La Torre (SA) - Noi ci asterremo su questa risoluzione. È evidente comunque che il sondaggio pare superficiale, anche perché, se i dati sono quelli riportati nella risoluzione - Israele 59% dei pareri in tal senso e Stati Uniti 53% -, non si capisce neanche bene come è stato condotto, perché il 59% + 53% fa il 112%: in teoria, se il 59% è Israele, vi dovrebbe essere un 31% di differenza suddiviso fra i vari altri interlocutori del sondaggio. Il sondaggio quindi ha qualcosa che non quadra, ciò non toglie che in linea di principio ci sentiamo di astenerci su questa risoluzione. Crediamo che non sia così facile esprimere un giudizio su chi possa avere torto o ragione o su chi sia più in torto in questa vicenda, quindi non condividiamo questa risoluzione e ci asterremo.

Presidente - La parola al Consigliere Borre.

Borre (UV) - Il Consigliere Pastoret ha già annunciato il voto di astensione suo e del nostro gruppo. Consigliere La Torre, avrei però bisogno che il Consigliere Riccarand mi dia la sciarpa a 5 o 6 colori, perché condivido quanto ha detto il Consigliere Riccarand: siamo andati fuori tema e non mi riferisco al Consigliere Pastoret, perché lui lo ha annunciato prima, ma a quanto ha detto adesso il Consigliere Tibaldi. Qui ci troviamo di fronte a un sondaggio, che forse è stato scorretto nel metodo - non si doveva mettere un elenco di Stati -, ma non si può oggi venire a condannare questo tipo di sondaggio senza cercare di capire perché 7.500 persone abbiano dato quel tipo di giudizio. Penso che oggi la cosa più interessante, piuttosto che esprimere delle condanne, sarebbe cercare un momento di incontro e cercare di capire perché la gente si sta pronunciando in questa maniera.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Il mio non è un intervento a titolo personale anche se è sicuramente un intervento fuori programma ispiratomi dal brevissimo intervento del Consigliere Borre, il quale ha detto che i sondaggi sono sondaggi e che dei sondaggi si prende atto. Mi auguro che "l'Union", in particolare nella sua politica linguistica, prenda atto che l'1,98% dei Valdostani ritiene come lingua madre il francese!

Presidente - Pongo in votazione la risoluzione in oggetto:

Consiglieri presenti: 22

Votanti: 9

Favorevoli: 3

Contrari: 6

Astenuti: 13 (Borre, Cerise, Charles Teresa, Fosson, La Torre, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Perrin, Praduroux, Salzone, Viérin Adriana, Viérin Laurent).

Il Consiglio non approva.