Oggetto del Consiglio n. 205 del 5 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 205/XII - Intendimenti circa il futuro produttivo e occupazionale della "Verrès S.p.A.". (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso:
- che la Verrès S.p.A. evidenzia un preoccupante stato di stagnazione produttiva, malgrado nell'ottobre 2001 sia entrata nella compagine azionaria la società tedesca Eurocoin, leader internazionale nel settore della monetazione;
- che il numero dei lavoratori dello stabilimento si è ridotto a un centinaio di unità;
- che, terminato "l'effetto euro", permangono la carenza di ordinativi e l'assenza di prospettive;
- che nel capitale sociale di Verrès S.p.A. figura anche Finaosta, con una partecipazione del 27,35 percento e con un membro nel consiglio di amministrazione;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore delegato per sapere:
1. quali considerazioni esprime sul ruolo "passivo" che sta svolgendo Eurocoin, visto che l'accordo societario prevedeva la definizione di un piano pluriennale di attività, "che salvaguarderà, una volta terminato l'effetto straordinario legato all'introduzione della moneta unica, il consolidamento dei volumi di attività di monetazione che, a regime, saranno di 7-8 tonnellate";
2. se esiste un piano industriale per il rilancio dello stabilimento valdostano e quali sono, nel dettaglio, i contenuti;
3. quali sono gli intendimenti della Giunta regionale in merito a tale insediamento produttivo.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Abbiamo approfondito poc'anzi la conoscenza di una figura storica, quale Joseph-Samuel Farinet, come falsario della Coumba Freida che produceva monete. Sarebbe bello sapere se uno stabilimento valdostano, qual è la "Verrès S.p.A.", a vocazione industriale specifica per la produzione di monete abbia un futuro in questo senso, cioè se continuerà anche lui a produrre monete, come faceva a suo tempo Farinet. Il "la" a questo inizio di interpellanza ce lo dà questo grave momento che sta attraversando la "Verrès S.p.A.", la quale sta vivendo la curva discendente di una parabola che ha avuto un suo culmine negli anni 2000-2001, quando si produceva l'euro in misura massiccia per prepararsi all'entrata in vigore della moneta nei Paesi dell'Unione e poi sul finire del 2001 è iniziato questo inesorabile declino. Abbiamo la sensazione che questo declino, oltre ad essere inesorabile, diventi anche irreversibile se non vi sono interventi tempestivi e drastici e, soprattutto, sostanziosi.
Abbiamo sintetizzato nelle premesse della nostra interpellanza le preoccupazioni che si stanno vivendo all'interno di questo insediamento produttivo, che ha vissuto i momenti più felici nel 2000-2001 quando si arrivò a un volume di fatturato ragguardevole: 140 miliardi di vecchie lire a fronte di un'occupazione che si assestava ad oltre le 200 unità. Oggi gli ordinativi si devono inventare, le commesse anche, però, di fatto, oltre a parole o annunci più o meno eclatanti, non vi è altro. Il numero degli occupati è sceso intorno alle 100 unità, la commessa di cui si sente parlare da tempo, quella dell'India, sembra venuta meno, nel senso che, nonostante da un anno si propaghi la voce all'interno e all'esterno dello stabilimento che questa commessa avrebbe dovuto essere il momento di ripresa produttiva dello stabilimento, in realtà sembra che vi siano certezze sul fatto che questa commessa non c'è più, non s'ha da fare. Si sta facendo molta manutenzione, si stanno producendo piccoli quantitativi per alcuni Paesi del Maghreb e per l'Ucraina, quantitativi irrisori che impegnano una minima parte del personale, tant'è che i turni sono ridotti, ma sta di fatto che, terminato "l'effetto euro", permane questa carenza di ordinativi e soprattutto permane l'assenza di prospettive.
Non vorrei continuare a citare le sue affermazioni celebri, Assessore, però non più tardi di un anno fa lei diceva che l'ingresso di un nuovo azionista, in particolare "l'Eurocoin", aveva la finalità di realizzare un partenariato commerciale e industriale su scala multinazionale, capace di consentire allo stabilimento di Verrès di utilizzare l'apporto di un gruppo leader europeo e mondiale nel campo della monetazione. L'obiettivo era, sempre secondo le sue affermazioni, quello di divenire fornitore a livello mondiale di tondelli destinati a diversi usi. In tal senso va considerato il fatto, lei diceva, che il mercato non si esaurirà con questa fase dell'euro. Una profezia al contrario, anche questa, non solo come quella che abbiamo visto stamani della "CAS", anche perché qui la fase dell'euro si è esaurita e con essa sembra esaurirsi anche il futuro dello stabilimento, tanto che sembra anche qui profilarsi l'ipotesi di una cassa integrazione, non ancora formalizzata, ma che sarà oggetto di un futuro tavolo di incontro presso la sede dell'AVI nei prossimi giorni, anche perché la voce aleggiava già in sede di assemblea di incontro fra i vertici della "Verrès S.p.A." qualche giorno fa e le rappresentanze sindacali. Non è una cassa integrazione strutturale, come lei forse ha voluto definire eufemisticamente quella della "Cogne", che si profila per 80 operai da ottobre a dicembre, ma direi che la cassa integrazione, quando si verifica, è un fenomeno, più che fisiologico, patologico, cioè sintomo di una crisi che, se non è latente, si sta sviluppando con tutte le sue problematiche. Per quanto riguarda la "Verrès S.p.A.", non abbiamo mai sentito parlare di piani industriali; è vero, è un po' forse il vizio di questa Regione, forse i piani di sviluppo esistono, ma rimangono nei cassetti di qualcuno, oppure esistono piani industriali che di fatto sono irrealizzati o irrealizzabili.
Non riusciamo a comprendere quale ruolo stia giocando o debba giocare il socio fantasma di cui parlavo prima, "l'Eurocoin", è una potenza dal punto di vista di presenza sul mercato europeo, però potrebbe anche celare quella malaugurata ipotesi di essere entrato in una compagine azionaria per agevolare l'estinzione di una realtà industriale che potrebbe profilarsi scomoda per il suo futuro, cioè per il futuro "dell'Eurocoin".
Con questa interpellanza vogliamo portare a sua conoscenza e dell'Assemblea le preoccupazioni che abbiamo raccolto da diverse persone che lavorano lì e che hanno visto progressivamente ridurre il ruolo e l'importanza della "Verrès S.p.A.", sia in termini di volumi produttivi, sia in termini di risorse occupazionali. È per questo che vorremmo avere una sua versione più prudente e realistica della situazione dello stabilimento; immaginiamo che, visto che è lei l'Assessore e che la "Finaosta" è rappresentata per il 27% all'interno del capitale azionario della "Verrès S.p.A.", vi sia stato un incontro con il Poligrafico, che è l'azionista di riferimento, socio importante, ma che sembra non nutrire particolari attenzioni nei confronti della "Verrès S.p.A.", anche perché non stanno arrivando commesse da questo istituto.
Con le domande che abbiamo formulato vogliamo sapere quali considerazioni lei, Assessore, esprime sul ruolo passivo svolto dal socio privato, "Eurocoin", visto che l'accordo societario prevedeva la definizione innanzitutto di un piano pluriennale di attività che avrebbe salvaguardato, secondo quanto c'era scritto, una volta terminato l'effetto straordinario legato all'introduzione della moneta unica, il consolidamento di volumi di attività di monetazione, che a regime saranno di 7-8 tonnellate.
Ci piacerebbe poi capire - ma questa domanda è stata reiterata in questo caso - se esiste un piano industriale per il rilancio di questo stabilimento, ma non ci basta l'affermazione in senso positivo, vorremmo conoscere nel dettaglio i contenuti, perché già una volta lei ci disse che era stato predisposto un piano industriale - esattamente il 30 maggio 2002, in risposta all'interpellanza alla quale facevo riferimento prima -, ma non ci diede risposta nei contenuti, di conseguenza l'assenza di risposta è stata poi confermata dai fatti, cioè i contenuti del piano non c'erano, perché il piano non esiste e l'inesistenza del piano è tangibile da questa assenza di ordini, di futuro e di prospettive per lo stabilimento.
La terza domanda è: quali sono gli intendimenti della Giunta. La situazione dell'industria valdostana non è così rosea come voi la volete dipingere, stamani si è parlato di "Meridian", si è parlato di "CAS", si parla ora di "Verrès S.p.A."; ci saranno fattori di natura congiunturale che sono inconfutabili, ma vi sono anche situazioni strutturali locali, che non possono essere disconosciute; in particolare qui sembra che vi sia un'inerzia complessiva da parte di chi ha l'onore e l'onere della gestione dello stabilimento.
A lei la risposta, ci riserviamo la replica.
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) - In merito alla situazione dello stabilimento di Verrès, credo che vada sottolineato un primo dato: al di là di previsioni effettuate nel passato da più parti, la situazione attuale prevede un momento di criticità per quanto riguarda la produzione di tondelli da monetazione, nel senso che la scorta di monete, che è stata preparata per agevolare il cambio dell'euro, è stata effettivamente sovrastimata e ormai da circa un anno che si coniano quantità marginali. Qualcuno, probabilmente, ha sbagliato i conti, sappiamo che viviamo in un Paese in cui i conti si sbagliano non solo alla "Verrès", ma anche nelle previsioni economiche di carattere più generale. Nell'ultimo periodo sta riprendendo la richiesta di monete da 1, 2 e 5 centesimi.
Ora, se è vero che vi sono state, per quanto riguarda lo stabilimento di Verrès, delle difficoltà per il reperimento di volumi produttivi, questo è un dato che ha caratterizzato questo stabilimento così come gli altri, anche perché non va dimenticato che sono uscite dal mercato: la "West Haim", canadese; la "VDM-Krupp", tedesca; la "Birmingham Mint", inglese; la "UCA", belga, che si aggiungono alla "Euro Metal", olandese, che aveva già chiuso precedentemente. Ci troviamo quindi in una situazione in cui possiamo dire che, in un contesto comunque non positivo, lo stabilimento di Verrès continua a produrre, sicuramente non sui livelli che abbiamo conosciuto in passato, ma su livelli più ridotti. È chiaro che il problema va visto e va affrontato, ma su questo veniamo dopo.
La "Verrès S.p.A." sul mercato extraeuropeo ha avuto delle commesse dal Marocco e dall'Algeria, nonché dall'Ucraina e dal Libano, attraverso "l'Eurocoin", quindi questo accordo ha funzionato nella dimensione delle 7-8 tonnellate, purtroppo, se fossero state 7-8 tonnellate, il problema sarebbe risolto, è che, andando a riguardare i verbali, si trattava di 7.000 tonnellate, che è cosa diversa. Dicevo, l'accordo con "l'Eurocoin" ha funzionato parzialmente e lo stabilimento di Verrès ha continuato a produrre tondini in acciaio destinati alla ramatura per la "STN" olandese di cui è partner in questo mercato. Nel contesto che descrivevo prima non è che "l'Eurocoin" si trovi in una situazione diversa da quella di Verrès: "l'Eurocoin" si trova in difficoltà e ha ridotto le capacità ed il personale dello stabilimento della sua sede principale a Schwerte, ciononostante "l'Eurocoin" sta cooperando, anche se non nella misura che era prevista dal piano industriale concordato con l'azienda. La "Finaosta", per parte sua, ha messo in mora "l'Eurocoin" per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti in merito al conferimento di commesse alla "Verrès S.p.A." e, in seguito a tale comunicazione, si è svolto un incontro a Roma tra i 3 azionisti, durante il quale è chiaramente emerso che il ruolo passivo che sta svolgendo "l'Eurocoin" è la diretta conseguenza di una completa mancanza di ordini in tutti i Paesi che hanno adottato l'euro. Ci troviamo quindi in una situazione di carattere generale.
Com'è la situazione dello stabilimento? La situazione dello stabilimento è quella di un carico di lavoro che al momento non è sufficiente per coprire tutto il 2004. Gli occupati sono 113, dei quali 29 nella fonderia. È chiaro che la crescita occupazionale avvenuta negli anni precedenti era dovuta ad una situazione di espansione del mercato che aveva dei limiti temporali definiti, quindi i contratti che venivano stipulati per quanto concerne il personale erano a tempo determinato, ovviamente non sono stati rinnovati alla scadenza. In un contesto di questo genere non è da escludere il ricorso alla cassa integrazione, soprattutto per il settore impiegatizio.
Quali sono gli intendimenti della Giunta regionale. Da questo punto di vista, la Giunta ha seguito l'andamento di questo stabilimento così come degli altri; a disposizione del sistema industriale regionale sono state recentemente approvate delle nuove norme di incentivazione. Per quanto riguarda più specificamente lo stabilimento in questione vi sono alcuni interventi, decisi dall'azienda, che vanno in due direzioni: una del rilancio della fonderia industriale - nella quale vi è stato un riassetto organizzativo, sono arrivate forze nuove e vi sarà un rafforzamento anche sul piano commerciale, da cui ci si aspetta un aumento di volumi -; una seconda è nel campo della trafileria di precisione, iniziativa che si sta realizzando e che dovrebbe occupare dalle 5 alle 10 persone. Si sta operando quindi verso una diversificazione delle attività produttive dello stabilimento.
Credo però - e qui termino l'intervento - che nell'interpellanza manchi una quarta domanda: qui ha risposto l'azionista di minoranza, ma l'azionista di maggioranza quale ruolo gioca in questo contesto? Non dimentichiamo che il 55% di questa azienda è nelle mani del Poligrafico e sono convinto che il Consigliere Tibaldi, così come esercita in modo diligente delle critiche nei confronti dell'Amministrazione regionale, saprà essere altrettanto diligentemente critico nei confronti dell'azionista di maggioranza, che, indubbiamente, è in rappresentanza di un Governo che è più vicino a lui che a me.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Assessore, lei ha dato ulteriori elementi a quelli che già conosciamo circa la criticità dell'azienda, oggi ha parlato "apertis verbis" di "criticità", termine prima inusuale o quasi un tabù rispetto alla "Verrès S.p.A.". Sì, certamente qualcuno ha fatto delle sovrastime, lei poi le ha divulgate in quest'aula, qualcuno ha sbagliato i conti, qualcuno ha voluto di proposito divulgare dei conti che in realtà erano difficilmente sostenibili.
Vorrei richiamare un attimo l'attenzione su uno dei soci - poi parliamo anche del Poligrafico -, "l'Eurocoin", che è questo socio privato di cui è stato più volte sottolineato il ruolo, un ruolo che doveva essere propositivo, doveva essere un volano per il rilancio e la ripresa dello stabilimento. È un socio che aveva essenzialmente due compiti. Il primo compito era quello di fornire clientela: trovare nuovi clienti per lo stabilimento di Verrès, specie nel momento in cui "l'effetto euro" andava a cessare. Assessore, lei sa meglio di me che, nonostante le numerose sollecitazioni provenienti soprattutto dal nostro gruppo consiliare, nel momento in cui tutti continuavano a "fare le cicale", visto che ingrassavano i propri bilanci - e non solo i bilanci - grazie alle copiose commesse euro, si poteva ottimizzare un po' di tempo per pensare a un futuro che forse era da "formica". I clienti che ha procurato finora "l'Eurocoin" sono estremamente marginali, le commesse sono risibili, ma c'è di più: il secondo ruolo che gioca "l'Eurocoin" è quello di fornitore della "Verrès S.p.A." e ha fornito una quantità esagerata di materiale da trasformare in tondelli per monete, che adesso è stoccato nello spiazzo ubicato tra gli edifici dello stesso insediamento di Verrès. Già una volta - lo abbiamo sollevato con un'interpellanza - quasi 760 tonnellate di tondelli fallati sono state stoccate oltre la Dora Baltea ad Issogne e lì sono state dimenticate, anzi non sappiamo bene dove siano finite. Abbiamo a Verrès materiale stoccato per un valore approssimativo di circa 30 miliardi, materiale fornito dall"l'Eurocoin", che avrebbe dovuto contestualmente indicare i clienti e i rispettivi ordinativi attraverso i quali questo materiale poteva essere trasformato e venduto, in realtà, ciò non è accaduto.
Noi allora abbiamo un dubbio, che è sempre più pressante: ma qual è il vero ruolo di questa "Eurocoin" all'interno della compagine azionaria, al di là della "Finaosta" che l'ha messa in mora proprio per la mancata fornitura di commesse? Non è che sia un ruolo proiettato a far sì che la "Verrès S.p.A." "appassisca" e quindi sparisca dal mercato? Lei oggi ha fatto un passaggio significativo: ha citato i "defunti" di un mercato che, finora, sono internazionali, ha elencato una serie di stabilimenti del Canada e di altre regioni del mondo. Non è che sta mettendo le mani avanti, che anche per la "Verrès S.p.A." un domani si può paventare un'ipotesi del genere, cioè che il "precipizio" del mercato è lì a due passi e noi ci stiamo andando bendati addirittura? Non vorremmo che così fosse, perché lei conferma anche una notizia di qualche giorno fa, che è il ricorso alla cassa integrazione, quindi una situazione che da tranquilla si è trasformata in patologica; sarà per il settore impiegatizio o meno, comunque riguarda dei settori del medesimo stabilimento.
Le iniziative intraprese sono minimali rispetto alle necessità che ha uno stabilimento di questa portata, anche perché è strutturato bene, sono state fatte delle certificazioni di qualità, soprattutto sotto il profilo ambientale, della sicurezza, per far sì che le procedure di lavorazione siano conformi alle normative comunitarie e quindi qualifichino anche il prodotto che fuoriesce dallo stabilimento.
Il rilancio della fonderia industriale: per il CPV sono stati nominati due nuovi consulenti, che dovrebbero portare anche un consistente pacchetto di ordini ma, in realtà, la situazione, per adesso, è invariata rispetto al passato e poi il futuro è tutto da verificare.
Quanto al Poligrafico, innanzitutto l'interlocutore principale è lei, che può e deve, o avrebbe dovuto già approfondire certi rapporti con Roma. Per quanto di nostra competenza, noi lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo, però è naturale che le redini della situazione ce le abbia lei. Se vuole conferire una delega istituzionale, siamo disponibili ad approfondire la cosa… ma lei sa bene che gli onori e gli oneri sono innanzitutto suoi.
Vogliamo solo ribadire le preoccupazioni non sono solo nostre, del nostro gruppo politico, ma soprattutto di chi lavora lì dentro: i contratti a tempo determinato sono tutti scaduti e non sono stati rinnovati e, per quelli a tempo indeterminato, oggi si profilano situazioni di cassa integrazione, quindi si ricorre agli ammortizzatori sociali. Questa criticità, oggi confermata, la criticità di cui si parlava stamani, che riguarda non solo l'industria, ma anche la Centrale del latte - sulla quale ci pronunceremo più tardi con una risoluzione -, forse dovrebbe far suonare quel campanello di allarme, che spesso viene messo fra due cuscini per non vederlo, non solo per non sentirlo, e dovrebbe farci riflettere in maniera più profonda e con maggiore consapevolezza su delle situazioni che si stanno deteriorando. Non vorremmo che questo deterioramento culminasse in quella situazione moribonda e poi di "defunti" del mercato che lei ha citato.
Confidiamo in un suo intervento presso le sedi istituzionali non solo della "Finaosta" e della "Verrès S.p.A.", ma anche presso il Poligrafico, per rendersi conto di cosa vuol fare questo socio di maggioranza e soprattutto per svelare il ruolo - a nostro avviso sospetto ed incompreso - della "Eurocoin", socio fornitore della "Verrès S.p.A.", che sembra ci stia portando verso quel precipizio che non vogliamo assolutamente traguardare.