Oggetto del Consiglio n. 203 del 5 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 203/XII - Iniziative per ricordare la figura di Joseph-Samuel Farinet. (Interpellanza)
Interpellanza
Joseph-Samuel Farinet, nato a Saint-Rhémy-en-Bosses nel 1845 e morto a Saillon (Valais) nell'aprile 1880, è il personaggio valdostano che più ha attirato l'attenzione di scrittori e cineasti.
Autori di rilevanza internazionale, come Ramuz e Barrault, nonché numerosi scrittori e storici svizzeri hanno dedicato a J.-S. Farinet decine di pubblicazioni, film ed opere teatrali.
Nel Valais il personaggio Farinet è ormai diventato un mito. Pascal Thurre, giornalista e scrittore che si prodiga per far conoscere la figura di Farinet, lo ha definito il "Che Guevara del Valais", altri lo hanno definito "il Robin Hood della montagna". La rinomanza, ormai internazionale, del personaggio, contrasta con l'ignoranza diffusa in Valle d'Aosta rispetto ad una figura che pure è di enorme interesse.
In occasione della pubblica conferenza su Farinet, organizzata lo scorso 18 ottobre ad Aosta dal Comité des Traditions Valdôtaines, dalla Librairie Valdôtaine, dalla Société de la Flore e dall'Union de la Presse Francophone, Pascal Thurre ha stigmatizzato la carenza di documentazione della Biblioteca regionale rispetto alle opere concernenti J.-S. Farinet, né è passata inosservata l'assenza all'iniziativa di rappresentanti della Giunta e della maggioranza regionale.
Tutto ciò premesso,
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere in che modo si intende operare per offrire maggiori possibilità alla popolazione valdostana di conoscere l'operato e la personalità di un valdostano che è diventato un mito in Svizzera e che si è guadagnato il titolo di "Che Guevara del Valais".
F.to: Riccarand
Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Chi ha dei contatti con il Valais svizzero avrà potuto constatare, già da diversi anni, che il Valdostano più conosciuto in tale cantone, e in genere in Svizzera, è una persona pressoché totalmente sconosciuta in Valle d'Aosta: si tratta di Joseph-Samuel Farinet, nato a Saint-Rhémy-en-Bosses nel 1845 e morto nei pressi di Saillon, giovanissimo, a 35 anni, probabilmente colpito a morte dalle pallottole della polizia cantonale svizzera. La figura è controversa, perché Farinet era un falsario e, per questa sua attività, è stato più volte arrestato in Valle d'Aosta, è stato rinchiuso nelle carceri di Aosta da dove è fuggito, è stato rinchiuso poi nelle carceri di Ivrea, di Torino, di Annecy, ma è sempre riuscito ad evadere. Si è rifugiato in Svizzera e lì per diversi anni ha fabbricato monete false: i 20 centesimi che adesso in Svizzera si chiamano i "Farinet", sembra che ne abbia fabbricato ben 100.000 pezzi! Per circa 10 anni - dicono i testi - queste monete false si usavano comunemente insieme alle monete vere provenienti da Berna. Vi era però una circolazione imponente di queste monete false; questo ha fatto sì che questo personaggio valdostano diventasse temutissimo per le autorità, la polizia. Era condannato dai tribunati, ricercato ma, al tempo stesso, amato da una parte importante della popolazione perché era anche generoso, in quanto distribuiva con una certa generosità queste monete. È diventata una persona protetta dalla popolazione, tanto che hanno avuto grosse difficoltà a procedere alla sua cattura e non sono riusciti ad arrestarlo perché, inseguendolo in montagna, in una zona molto scoscesa, ha trovato la morte. Non è mai stato chiarito se è stato colpito, come molti sostengono, dalle pallottole di chi lo ricercava o se è morto precipitando dalla montagna, per sfinimento a forza di fuggire.
Fatto sta che questo personaggio è diventato un soggetto di opere letterarie anche importanti, il primo è stato Ferdinand Ramuz, uno dei più noti romanzieri di fine Ottocento, che ha dedicato un romanzo proprio alla figura di Farinet; cineasti famosi, come Jean-Luis Barrault, hanno fatto un film su di lui; ormai sono decine e decine i libri riguardanti questo personaggio, i film, le opere teatrali. In Svizzera vi è tutta un'attività importante per far conoscere questo personaggio e l'attività da lui svolta. È stata, fra l'altro, costruita una vigna, il cui prodotto viene raccolto annualmente e il ricavato viene usato per una borsa che finanzia soggetti in condizioni di disagio e comunque persone che fanno degli studi e non hanno i soldi per andare avanti - vi è quindi anche un aspetto sociale che è stato collegato -; è stato realizzato un museo a Saillon, un sentiero con delle vetrate in modo da permettere di percorrere tutta la sua vita, eccetera; personalità di grande rilevanza, come l'Abbé Pierre, hanno reso omaggio a queste iniziative, quindi vi è tutta una promozione a livello internazionale di questa figura. Vi è da chiedersi anche il perché di questo: sicuramente, come molti di coloro che hanno scritto su Farinet hanno evidenziato, c'è la parte della persona che va contro la legge, ma c'è anche la parte della persona che è libera, che rifiuta di piegarsi a certe consuetudini, che cerca la libertà; questo ha fatto sì che sia nata una sorta di leggenda, per cui Farinet viene definito da qualcuno come il "Che Guevara del Valais", da qualcun altro come il "Robin Hood della montagna", insomma vi è tutta una leggenda che sta crescendo.
La "cosa" un po' contraddittoria, per cui abbiamo presentato questa interpellanza, è che in Valle d'Aosta questo personaggio è conosciuto pochissimo e si fa poco per farlo conoscere. Vi è stata recentemente, presso la biblioteca, la presentazione, organizzata dal "Comité des traditions valdôtaines", del libro di Pascal Thurre e, fra l'altro, l'autore ha criticato il fatto che la stessa biblioteca regionale sia notevolmente carente di documentazione, di libri, di film su questo personaggio, che, in questo momento, forse è il Valdostano più noto all'estero. Fra l'altro, se si va a vedere in biblioteca i pochi libri presenti, sono inseriti nella sezione "criminologia", forse non abbiamo ancora approfondito abbastanza l'aspetto di questa persona…
Quello che ci interessa, comunque, è l'attivazione di alcune iniziative, anche di carattere strutturale, rispetto alla documentazione della biblioteca, o anche rispetto all'attività culturale in Valle d'Aosta, in modo che questo individuo - che ha alimentato e alimenta molte opere, che è al centro dell'attenzione per vari aspetti - sia conosciuto, considerato che è un figlio della nostra terra; fra l'altro, ha tutta una serie di parenti, per cui si possono ancora ricostruire le discendenze. È opportuno che facciamo un'azione non sporadica, non lasciata ad iniziative singole che non riescono poi ad incidere, per far conoscere meglio l'opera di questa personalità, che sicuramente, pur nei suoi aspetti contraddittori, merita di essere adeguatamente conosciuta anche in Valle d'Aosta.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - Le 18 octobre, jour de la conférence dont parle le collègue, j'étais occupée dans la remise des prix des jeunes auteurs, autrement j'aurais participé à l'après-midi organisé par le Comité des traditions valdôtaines, mais on m'a informé - voyons si les informations sont exactes - que, contrairement à ce qui a été écrit dans la question, le conférencier Pascal Thurre n'a nullement "stigmatizzato la carenza di documentazione della biblioteca regionale rispetto alle opere concernenti Joseph-Samuel Farinet", mais il a simplement observé que la vidéothèque de la bibliothèque régionale ne possédait pas la cassette vidéo du film "L'or dans la montagne", tourné par Max Haufler en 1939 avec Jean-Luis Barrault et Suzy Prim. La fantomatique cassette vidéo de ce film a déjà été l'objet d'une recherche de la part de la bibliothèque en 2002, mais elle ne résulte pas en commerce dans les circuits normaux de distribution suisse et la dernière vérification a été faite le 30 octobre dernier. Elle n'apparaît même pas dans le catalogue informatisé de la médiathèque cantonale de Saillon, où on trouve par contre l'enregistrement des musiques originales du film composées par Arthur Honegger. Il se peut qu'elle ait été jadis produite et commercialisée au niveau local par l'Association "Amis de Farinet", dont M. Thurre est l'un des responsables, mais un courrier envoyé à cette association l'année dernière à ce sujet est resté sans réponse, donc ce n'est pas qu'on n'ait pas cherché le film, mais effectivement ce n'est pas repérable. La cassette vidéo ne figure d'ailleurs ni dans le catalogue en réseau des publications des "Amis de Farinet", ni parmi les gadgets locaux vendus dans la boutique Farinet des thermes de Saillon. Un second appel aux amis de Farinet vient d'être lancé pour avoir des renseignements plus précis là dessus.
Pour ce qui est des publications sur Farinet disponibles dans le système bibliothécaire régional, qui sont au nombre de 10, leur liste peut être aisément tirée du catalogue informatisé du système, qui est en réseau. Il faut préciser à ce propos que ces ouvrages se partagent en 2 catégories bien distinctes: les études historiques sur le personnage et les récits romancés sur le "mythe Farinet". Le film "L'or de la montagne" s'inspira librement du roman de Ferdinand Ramuz, qui s'était lui-même fort éloigné de la vérité historique, comme M. Thurre l'a souligné dans son exposé; ce film appartient évidemment à cette deuxième catégorie et n'ajoute donc strictement rien à la connaissance du personnage réel.
Quant au personnage mythique, qui a été réinventé en 1995 à l'occasion du 150e anniversaire de la naissance de Farinet, on peut tout d'abord observer que la définition de "Che Guevara du Valais" peut-être ne lui convient pas parfaitement. Farinet a été un faussaire mais, contrairement à Che Guevara, il était une personne pacifique, il n'a jamais fait la révolution comme Che Guevara.
Quant à l'opportunité que le Gouvernement régional entreprenne des initiatives spécifiques pour mettre en valeur la figure d'un repris de justice, je rappelle qu'il y a eu en Vallée d'Aoste d'éminents personnages tout aussi inconnus, qui ont contribué, peut-être de meilleure façon que Farinet, au progrès civil et moral de notre Région. Je pense que la célébration de Joseph-Samuel Farinet donc - mais on peut bien en parler - n'est pas vraiment une priorité de ce Gouvernement.
Qu'il me soit permis enfin d'observer avec un peu de bonhomie, en espérant que cela ne froisse personne, qu'on peut lire avec un certain étonnement qu'un Conseiller, qui s'est distingué jusqu'à présent pour ses initiatives prônant à la question morale, s'active maintenant à la mise en valeur d'un personnage - disons - appartenant à la culture de l'illégalité ou, d'une manière moins forte, tout de même d'un personnage qui ne respectait pas les normes. Il me reste donc un doute: Farinet était-il un gentilhomme ou un sympathique aventurier?
Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Credo che, proprio perché lo stesso Assessore ha dei dubbi sul significato di questa personalità, bisognerebbe fare uno sforzo per conoscere meglio, per avere più documentazione perché, al di là delle informazioni e della documentazione piuttosto scarse in nostro possesso, vi è da chiedersi come mai una figura di questo tipo, che indubbiamente era il contrario della legalità - Farinet era pacifico, però usava le armi, nel senso che possedeva un fucile, delle pistole e le usava anche, quindi sapeva anche difendere le sue posizioni -, sia diventata, in un Paese civile come la Svizzera, una figura leggendaria. Alcuni anni fa, per sostenere la candidatura olimpica alle olimpiadi invernali, hanno diffuso come gadget la moneta falsa di Farinet, cioè i "Farinet". È diventato ormai un personaggio mitico in Svizzera.
Essendo Farinet originario della Valle d'Aosta, profondamente radicato nella nostra realtà, pur rendendomi conto che non è una priorità, penso che, dal punto di vista culturale, l'Assessore alla cultura dovrebbe interessarsi della sua figura, perché vi è qualcosa di intrigante in questa vicenda e dispiace che, quando si va nel Valais, tutti parlino di Farinet, quando si viene in Valle d'Aosta, non si sappia chi sia. Non dobbiamo erigere un monumento a Farinet, quindi, ma ritengo che sia doveroso e necessario sul piano culturale curare di più la documentazione su questa figura storica, perché non tutti gli elementi sono stati sufficientemente visti sotto questo aspetto. Credo che in Valle d'Aosta possiamo dare ancora una serie di informazioni anche rispetto alla figura storica di Farinet.